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Autore: nihaltali99    29/05/2015    2 recensioni
Taliah è una assassina della Gilda, ha solo 16 anni ed è già una guardia. Grazie alle sue incredibili doti magiche è la nuova guardia degli incantesimi, questo rende la sua vita perfetta, per una persona come lei dal cuore di ghiaccio, il potere e l'omicidio sono l'unica cosa che conta davvero. All'arrivo dei nuovi postulanti, però, le sue convinzioni vacillano; sarà proprio uno di loro infatti a farle cambiare idea sulla vita e sul mondo. Pian piano scopre di esserne innamorata perdutamente. Riuscirà l'amore a scogliere un cuore di ghiaccio?
Nel frattempo però, Taliah dovrà fare i conti con il suo destino e la sua vera identità...
Spero di avervi incuriositi, be' se volete sapere cosa succederà alla spietata Taliah non vi resta che leggere.
Ringrazio Drachen che con la sua fanfiction "la morte delle ombre" ha fatto sì che in me sia nata questa storia.
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, San, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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“L’ho ucciso!” continuava a ripetere San ansimando, lo mormorava di continuo, quasi come se fosse stata una cantilena. Si odiava, come aveva potuto fare una cosa del genere, perché a chiunque lo circondasse capitava qualcosa di brutto!? Non riusciva a spiegarselo, forse era colpa della sua orrenda anima nera, quell’opprimente sensazione di odio nel petto e quell’insaziabile sete di sangue che lo divorava costantemente dall’interno.
Sussultò, Yue gli aveva accarezzato una spalla, ma lui era così preso dai suoi pensieri che non se ne era quasi accorto. “San, tu non l’hai ucciso…non volutamente almeno, sei stato costretto, se…se non lo avessi fatto ora saremmo noi a…” cercò di dire, ma la ragazza era ancora troppo sconvolta per dire una frase completa “Se non lo avessi fatto ora quella ragazza avrebbe ancora il suo compagno…chi se ne importa di chi era e cosa stava per fare, io non avevo il diritto di ucciderlo” ribatté lui senza neanche guardarla, mentre con rabbia e nervosismo strappava ciuffi d’erba dal prato dove era seduto attorno alla fattoria del proprietario di Foal; era lì che Aster li aveva portati dopo l’attacco degli assassini, il primo luogo che era venuto in mente a San e che in quelle circostanze il mezzelfo aveva reputato perfetto. “San, non l’hai ucciso tu, sono stato io, tu non hai colpe…ok?” chiese il mago pacatamente e con un accenno di preoccupazione nella voce. Il ragazzino ci mise un po’ di tempo a rispondere, non aveva voglia di parlare, ma sapeva che Aster non era uno che si arrendeva facilmente, lo avrebbe tartassato di inutili discorsi per convincerlo di essere innocente, ma San non si sarebbe mai convinto, era colpevole tanto quanto Aster e di certo non avrebbe sopportato la sua compassione “Si, forse hai ragione, ma non ti ho fermato e questo non me lo perdonerò mai” disse San con rabbia, la spirale di omicidi era iniziata, senza neanche saperlo Aster aveva svegliato il Marvash che era in San che fino ad allora era rimasto in qualche modo in parte assopito; presto avrebbe divorato San pezzo per pezzo, come aveva già fatto ad Aster e a tutti gli altri Marvash, presto del ragazzo buono e gentile che era non sarebbe rimasto più nulla, nessuno avrebbe potuto salvarlo, perché nessuno si sarebbe interessato ad uno come lui, nessuno lo avrebbe mai amato, chi potrebbe mai amare un mostro? Questa era la terribile eredità di Freithar, morte e distruzione, tutto ciò che rappresentava il suo animo corrotto.
“San è ridicolo, è colpa mia, smettila di autocommiserarti!” esclamò il mezzelfo nervosamente, non sapeva cosa dire, non era mai stato bravo ad aiutare le persone, non era riuscito a salvare se stesso, era arrivata Nihal a liberarlo con la morte, l’unica soluzione possibile, come poteva salvare quel ragazzino!? “Aster, è stata la mia mano ad agire o sbaglio? È colpa mia, non puoi farci niente e nemmeno io” disse semplicemente. Yue nel frattempo cercava di consolarlo, ma lui non l’ascoltava neppure, guardava un punto indefinito all’orizzonte, aveva ancora fame, il suo corpo esigeva altro sangue da versare, era questo il fatto che più lo disgustava, aveva provato piacere nell’uccidere quell’uomo e ora al solo pensiero della vista del sangue gli veniva voglia di vederne ancora, sangue bollente appena sgorgato da una ferita, magari provocata da lui, magari sul candido collo di Yue, magari avrebbe gioito nel vederla stesa al suolo agonizzante, mentre lui affondava le mani nella sua gabbia toracica fino a toccarle il cuore, per poi strapparglielo dal petto. San scosse la testa violentemente, gli venne un conato di vomito, cosa diavolo gli stava succedendo!?
“San ti prego parlami!” mormorò la giovane scuotendolo leggermente, lui si riscosse “Vattene!” gridò, la ragazza rimase sorpresa “Che cosa…?” domandò contrariata, “Mi hai sentito, vattene!” ripeté lui “Non voglio fare del male anche a te” aggiunse poi. La ragazza sospirò “Avrai anche ucciso, ma questo non ti rende diverso da ciò che eri prima, è stato un incidente e ciò non ti fa diventare un assassino, io so che non mi faresti mai del male” gli disse in tono rassicurante sorridendogli “E poi non potresti nemmeno se lo volessi, io non posso ferirmi, non so per quale motivo, ma è così da quando sono nata, forse questo strano potere è la ragione dei miei bizzarri capelli bianchi” disse con non curanza. San sorrise, lei cercava di tirargli su il morale e ci stava riuscendo perfettamente, “Hai ragione, perdonami, è che io a volte non riesco a controllarmi, come se il mio corpo non rispondesse, mi dispiace se sono stato sgarbato, la mia bocca parla sempre a sproposito” mormorò con sguardo basso “Sta tranquillo, a parte l’urlo di prima, non mi hai neanche parlato quindi…” Yue si strinse nelle spalle e gli sorrise, poi improvvisamente arrossì e San non ne capì il motivo. La ragazza agì troppo in fretta perché lui potesse fermarla, gli afferrò il viso tra le mani, si sporse in avanti e lo baciò. San rimase stupito, non credeva che sarebbe mai successa una cosa del genere tra loro, ed ecco che era addirittura lei a fare il primo passo. Ricambiò il bacio dopo un po’ tanto era intontito, ma quando lo fece no credette di essersi mai sentito più felice in tutta la sua vita. Aster proruppe in un’espressione di disgusto, per lui l’amore non esisteva, ma dopotutto non lo aveva mai conosciuto per davvero, aveva creduto che il suo amore con Reis fosse eterno, indistruttibile, ma non era così, Reis non lo aveva mai amato, almeno non quanto lui aveva amato lei, a Reis importava solo di se stessa, questo Aster non era riuscito a capirlo e nemmeno, soprattutto, ad accettarlo.
Dopo aver passeggiato insieme per un po’ di tempo decisero che era meglio tornare a casa o le loro famiglie si sarebbero preoccupate. “Sei sicura che vuoi restare con me? Tutti quelli che mi stanno intorno o si feriscono o vanno in contro a morte certa” mormorò San insicuro, Yue lo baciò nuovamente “Sì, sono più che sicura” disse con un sorriso, poi corse via verso casa, senza lasciargli il tempo di replicare. “Wow” mormorò il ragazzo imbarazzato, si passò una mano tra i capelli nervosamente e la vide sparire tra una delle vie dell’enorme città di Salasar, poi quando l’ebbe persa di vista se ne andò anche lui verso casa.

“Perché hai fatto tardi?” Tarik non gli diede neanche il tempo di entrare che subito lo riprese in modo severo, sapeva di esagerare, ma non poteva farne a meno, dopo che la Gilda gli aveva portato via la sua prima figlia, era rimasto sconvolto dal dolore di quella perdita e aveva giurato a se stesso che se avesse avuto un altro figlio non avrebbe mai permesso che gli venisse strappato via, per questo motivo era così apprensivo, ma San non poteva capire, non sapeva nemmeno dell’esistenza della sorella, come poteva immaginare una simile causa per quelle reazioni eccessive?
San sbuffò “Scusa papà, ho avuto un contrattempo” mormorò distrattamente evitando di guardarlo, suo padre gli avrebbe letto la verità negli occhi e San non poteva dirgli di quello che era successo nella radura, non voleva coinvolgerlo in quella storia e soprattutto non voleva vedere la sua reazione quando avrebbe scoperto che aveva ucciso un uomo con la magia, così decise di omettere quella parte dal suo resoconto della giornata e di raccontargli di quello che era successo con Yue, nonostante fosse molto imbarazzato, qualcosa doveva pur dirgli e Tarik avrebbe riconosciuto una bugia già alla prima parola pronunciata. “Che genere di contrattempo ti ha trattenuto?” chiese, il ragazzo andò in cucina senza rispondere, sapendo che lì avrebbe trovato sua madre e che questo avrebbe trattenuto il padre dal fare troppe domande per non far preoccupare la moglie. “Amore mio!” esclamò sua madre vedendolo arrivare, gli andò in contro e lo abbracciò dolcemente, dandogli un bacio sulla fronte “Mamma, ti prego non sono un bambino” bofonchiò lui imbarazzato cercando di riprendere ossigeno dopo quell’abbraccio stritolatore “Perdonami è che ero così preoccupata, hai tardato di più di un’ora, che ti è successo?” domandò ansiosamente Talya, mentre continuava ad accarezzarlo, San si spinse via, era stata una pessima idea andare da lei, se avesse cominciato anche lei con il suo interrogatorio, non ne sarebbe uscito vivo, “Già, magari a te lo dice” commentò Tarik. Poco prima San aveva deciso di dire una parte di verità al padre, forse era il momento “Ero con una ragazza” mormorò, l’espressione di felice stupore della madre lo fece arrossire più di quanto non lo fosse già “Con la ragazza dai capelli bianchi?” chiese il padre, San annuì e finalmente Tarik si aprì in un sorriso, aveva visto giusto, quella ragazza teneva davvero a suo figlio, era contento che finalmente avesse trovato un’amica vera e forse qualcosa di più “Be’ allora abbiamo risolto il mistero” disse lui facendogli l’occhiolino, San rimase stupito da una simile reazione “Davvero me la sto cavando con così poco?” pensò. “Tesoro non sai quanto sono contenta per te” disse Talya sorridendogli, il figlio arrossì nuovamente, “Le hai fatto vedere i tuoi poteri?” domandò subito preoccupato il padre “No!” esclamò di slancio, forse con un po’ troppa fretta, Tarik alzò un sopracciglio “Non sto mentendo papà, non sa niente, a parte per il mio ridicolo aspetto crede che sia normale e basta” disse San arrabbiato, possibile che non gli credesse mai? Anche se questa volta aveva tutte le ragioni per non farlo. Non appena San cominciò ad arrabbiarsi, il Marvash cercò nuovamente di riemergere, strane voci si insinuarono nella sua mente, voci disperate che parlavano di morte e di dolore, di sangue. San strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche, quelle voci dovevano sparire, chiuse gli occhi con forza e la sua bocca si piegò in una smorfia di dolore, ma non emise neanche un fiato. Tarik gli prese una mano e gliela strinse “San, va tutto bene?” domandò in tono apprensivo, il ragazzino si riscosse, “Sì, va tutto bene” disse rapidamente “Scusate, sono stanco, vado a dormire” comunicò prima di andarsene “San devi mangiare” provò a dire Talya, ma a lui non importava, non poteva metterli in pericolo, doveva andare via da quella stanza, la madre lo seguì e lo abbracciò da dietro “Tesoro mio, io e tuo padre vediamo che stai soffrendo per qualcosa, perché non vuoi dircelo?” San rimase voltato in silenzio, come poteva dirle la verità, “Ti prego San, non sappiamo come aiutarti” mormorò Talya, “Non potete, nessuno può” concluse lui tristemente.

NOTE DELL’AUTRICE:
Non posso crederci! Dopo secoli ho aggiornato! Vi chiedo scusa come sempre per le lunghissime attese, (lo so nel frattempo siete diventati scheletri XD) ma avevo un sacco di materie da recuperare e la montagna di compiti che ci danno ogni giorno mi ha impedito di essere attiva! Mi dispiace un sacco! :’( Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di trovarvi in molti nelle recensioni! ;)
Bacioni e alla prossima :3
  
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