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Autore: HeartRain    30/05/2015    3 recensioni
|IN REVISIONE|
«Ib, sai perché hai gli occhi scarlatti?»
Un incontro tra La Donna in Rosso e Ib, farà aprire gli occhi a quest'ultima su una verità che lei non conosceva di se stessa. Sarà, pur contro la sua volontà, costretta ad accettarla, ma non tutto è come sembra.
Questa é la mia prima Long-Fic, perciò spero tanto che possa piacervi!
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Garry, Ib, Lady in Red, Mary
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4 - Il passato di Ib

Mi strinse ancora più forte.
«Non avere paura di me, Ib, sei l'unica amica che ho...» 
«Non ho cattive intenzioni... voglio solo che tu continui ad essere davvero mia amica.» Concluse e mi guardò; aveva il viso rigato dalle lacrime.
«Siamo amiche, noi due. E gli amici non si abbandonano mai.» La rassicurai.
«Ib, tu ti fidi ancora di me?»
«Sì, Mary... mi fido di te.»
Essere così legati con un quadro è strano ma, per me, Mary è come una bambina vera.
Per questo non sono fuggita da lei, perché se fosse pericolosa, non sarebbe mai voluta essere mia amica.
Lei vuole uscire, ed io l'aiuterò, gliel'ho promesso: usciremo!
E troveremo il modo per tornare nel mondo reale in tre, io, Mary e Garry, insieme.

In fondo, Mary era stata, in quel poco tempo, un'amica migliore di quelle che avevo a scuola.
Le porsi il mio fazzoletto, per farle asciugare le lacrime, ma lei lo respinse.
«Non ce n'è bisogno! Non sprecare il fazzoletto per questo, conservalo!»
«D'accordo...» E lo riposi. «Vorrei continuare a sfogliare questo libro, chissà, magari potrò trovare qualcosa di interessante.» Conclusi.
Alla sezione I, c'era "Il pescatore", ma non c'era nessuna informazione utile.
Nella sezione O, c'era "Occhi Scarlatti", con la seguente descrizione: "Si dice che Guertena abbia dipinto questo quadro cercando di ritrarlo ad immagine e somiglianza della Donna In Rosso, ma ad un'età molto diversa."
Spalancai gli occhi, avevo paura di girare la pagina, dove avrei trovato la fotografia stampata del quadro.
Difatti, all'altra pagina si presentò ciò che non speravo di vedere, che mai avrei immaginato, ma non ebbi tempo di realizzare quello che avevo osservato che Mary mi trascinò via.
Io riuscii a prendere il libro, tenendolo con me: più avanti avrei voluto rivedere quella pagina.
«Andiamo via di qui, non siamo al sicuro a questo piano...per favore, andiamocene!»
Disse Mary, dopo avermi fatta bruscamente uscire da quella stanza.
Sembrava tesa, quella camera non le piaceva proprio...
Forse non vuole che io scopra... ancora di più?
No, devo smetterla, io mi fido di lei.

Quanto era strana quella situazione.
Eppure non avrei neanche immaginato che sarei arrivata a diventare amica di un quadro, a scappare da ritratti e sculture, insomma... pensavo di assistere ad una normale mostra d'arte, invece mi ritrovo qui, in questo mondo che pensavo fosse solamente della pittura su tela.
D'improvviso, proprio quando stavamo uscendo da lì, una bambola blu dagli occhi rossi1 si avvicinò a noi ─ tirò debolmente il vestito di Mary, per attirare la sua attenzione.
«Co-cosa c'è?!» Mary si girò, sotto il mio sguardo curioso.
«Volevo solo avvisarti che Ib ci ha ordinato di rinchiudere un umano. L'abbiamo fatto, ed ora starà lì per sempre
Ora sul viso della ragazza c'era un'espressione di confusione.
«Perché me lo dici?»
«Perché quell'umano l'ho riconosciuto. È il tuo amico!»
La bionda, per istinto, si girò verso di me, dopo avermi sentita esprimere la mia paura: «Garry... Garry sarà in trappola... per sempre... sempre...»
Era tutto ciò che non avrei voluto sentire.
«Sono uscito prima che Lei sigillasse la porta, ma non so come tornare dentro!» Affermò la bambola.
«Non è un problema, questo. Piuttosto, fa' che Ib non mi trovi...» 
E, senza spiegare nulla alla bambola, io e Mary ci allontanammo.
«Ib... non ti devi preoccupare, sta bene.» Cercò di rassicurarmi lei, ma senza successo.
Annuii, per farle capire che stavo bene, anche se in realtà non era così.
Di certo avevo legato di più con Garry, tanto da considerarlo ormai un fratello: mi ha subito aiutata, sempre confortata, mai abbandonta... e ora, però, rimpiango di averlo lasciato andare ad esplorare le altre stanze da solo, quando per colpa delle rampicanti di quel quadro2 abbiamo dovuto separarci.
Dimenticai di avere con me quel libro e di aver a disposizione spazio e tempo per ritrovare e leggere quella pagina, nonostante lo stessi costantemente portando con me ovunque.
«M-Mary, perché andiamo via anche ora che sappiamo di Garry?» Chiesi.
«Uff! È da tantissimo tempo che facciamo avanti e indietro!»  Sembrò non volermi dare ascolto.
Così cambiai io direzione, anche a costo di farlo da sola, io sarei tornata lì e avrei salvato Garry.
Feci per uscire, quando, come mi aspettavo, Mary mi raggiunse senza dire nulla.
Uscimmo insieme, ed arrivate davanti a quella porta, io e Mary non sapevamo che fare.
Provammo a rompere il lucchetto, a bussare, a sfondare la porta - ovviamente, era palese che non avremmo mai potuto sfondare una porta, poiché, per la nostra età, non riuscivamo neanche a spostare un manichino - , ma nulla funzionò.
«La stanza delle utilità non l'abbiamo trovata, per questo, Ib, non possiamo sapere come aprire la porta!»
Perché non l'aveva detto subito? 
Con tutto ciò che era successo, avevo completamente dimenticato di dover cercare la chiave di quella camera.
Stavamo per allontanarci, quando si udirono dei passi ─ erano già troppo vicini, quei passi, per potergli sfuggire.
***
Il buio.
Il buio dominava quella camera ignota in cui mi trovavo.
Aprii gli occhi, trovandomi seduta per terra in un posto a me sconosciuto.
Senza il minimo accenno di luce, non potevo distinguere nulla, nè potevo sapere se in quella stanza, oltre a me, ci fosse qualcuno.
Non mi muovevo, pensavo solamente che, ancora una volta, era successo tutto troppo in fretta.
«Mary? Sei qui?» La chiamai, ma senza ricevere risposta.
«Mary, non è il momento di scherzare, questo.»
Lei non c'è.
«Garry...?»
Neanche lui.
«Bentornata.» Non fui io a parlare.
Un brivido mi attraversò, a quanto pareva non ero affatto sola.
La stanza s'illuminò all'istante.
«T-tornata?» Domandai, vedendo una figura avvicinarsi.
«Mary non te ne ha parlato?»
Davanti a me c'era una donna alta, con un abito rosso, la riconobbi: era La Donna in Rosso.
E vedendo la mia espressione confusa, lei mi spiegò tutto, dopo essersi comodamente seduta.
«Ti spiegherò tutto con calma.
Nove anni fa, in questo posto arrivasti tu.
Il tuo quadro si presentava immacolato e tu, il soggetto, raffiguravi me da bambina, per questo eri come mia figlia.» Ella si aspettò una mia reazione, che però non arrivò, così continuò a spiegare.
«Già, lo eri e lo sei ancora. Su quel libro che porti con te, c'è sempre stato scritto tutto.»
Così lo aprii alla pagina di cui avevo interrotto la lettura precedentemente, e trovai la fotografia del mio quadro.

Era vero, quella donna non mentiva.

Il quadro raffigurava proprio me, attorno ad un immenso cespuglio di rose rosse.
Avevo una gonna rossa sotto ad una camicetta bianca e setosa; legato al colletto di essa, indossavo un fazzoletto rosso, ero proprio uguale alla foto del quadro.
Avevo tra i capelli una rosa scarlatta come i miei occhi, talmente bella da sembrare irreale.

Guardai la persona che avevo davanti e mi venne spontaneo dirle: «Io ho già una mamma...nel mondo reale, tu non puoi esserlo.»
«Hai detto bene, hai una madre. Una madre ch'è anch'ella un quadro, ricordi? L'avrai pur dovuto vedere, il suo ritratto.3» Spiegò.
Ma come?! Vuol dire che sono un quadro e ho vissuto con altri ritratti tutto il tempo?
«E lei riuscì ad uscire, portò te con lei, senza dire nulla a nessuno... proprio il giorno in cui te ne andasti, arrivò Mary, l'ultimo ritratto in assoluto di Guertena.
Tua "madre" non prevedeva che ti avrei fatta tornare e restare qui, per sempre.» Continuò.
«Cosa? No, io non voglio! Voglio uscire di qui con Garry e Mary!» Esclamai spaventata.
«Non è possibile.» Disse sghignazzando. 
«Dal mondo reale sono entrate qui due persone, tu e un altro tipo dai capelli viola, due persone, quindi possono uscire solamente due persone... una di quelle non sarai tu.
Quasi dimenticavo, è questa la stanza delle utilità.»

Rimasi basita.
Non m'importava di aver raggiunto quella camera.
In quel momento volevo solo riabbracciare Garry e Mary, nulla di più.
In quel momento avrei voluto fuggire insieme a loro, tornare e non venire qui mai più.
Scappare, liberandoci di tutto questo.


-


Note:
1. Di solito, nel gioco, Ib non vede le bambole blu come sono davvero, ma sottoforma di coniglietto; qui, però, Ib li vede nella loro forma per... un motivo che scoprirete più avanti: non voglio fare spoiler!
2. Ad un certo punto, nel gioco, quando Mary, Ib e Garry sono insieme, si può vedere un quadro intitolato "Fiori di gelosia", dal quale, poi, compariranno delle rampicanti di pietra che divideranno il trio.
3. In una stanza del gioco, Ib e Garry vedono un quadro raffigurante proprio i genitori della bambina. Qui ho voluto cambiare un po', rendendo solamente la madre di Ib un quadro e non anche suo padre, anche questo per un fatto che si evolverà più avanti nella storia.


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Angolo autrice
Ciao a tutti! ^^
Stavolta ci ho messo ancora più tempo ad aggiornare, quindi vi chiedo nuovamente scusa! ç_ç
Come avrete probabilmente notato, ho cambiato la grafica di tutti i capitoli, così la lettura può essere più facile - poiché ho ingrandito i caratteri - e... adoro il carattere georgia, non c'è altro da dire. *^*
In ogni caso spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. :)
Grazie mille a chi segue la storia, a chi l'ha recensita e a chi l'ha semplicemente letta in silenzio, spero di poter pubblicare un nuovo capitolo in poco tempo.
Baci ♥

~HeartRain
  
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