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Autore: mavima    31/05/2015    1 recensioni
Sergio è un medico anestesista, deluso dal fallimento del suo matrimonio. Vive un'esistenza di emozioni sopite. Una mattina in ospedale incontra Laura, una bella ragazza, malata di leucemia, che si rivelerà essere la professoressa di suo figlio.
"Sergio fermò lo sguardo sulla foto di classe dell’anno precedente del figlio
Sul lato sinistro c’era Laura, la riconobbe dallo sguardo. Era una persona completamente diversa: aveva lunghi capelli castano chiari, con qualche riflesso biondo; il viso era tondo; gli occhi erano sempre luminosi; era persino leggermente sovrappeso, la maglietta rivelava qualche rotolino e il seno era prosperoso; era vitale e bella con i jeans e con le scarpe da ginnastica.
Quando andò a dormire non riuscì a smettere di pensare a quell'immagine, rappresentava il tipo di donna che avrebbe voluto trovarsi a casa la sera. Se la immaginava insieme al profumo della caffettiera che saliva al mattino….un attimo di eternità".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO VII  -  PASSIONI
 
Mentre Sergio era impegnato a seguire Laura nel difficile periodo dopo il trapianto, Marco viveva intensamente la sua storia con Emma. Con il vespino se la portava  dappertutto, riuscendo di volta, in volta ad ovviare a qualche problema che insorgeva per la sua gamba artificiale. Andavano a fare persino trekking in montagna . In un passaggio impervio se la era presa in spalle, come la cosa più naturale del mondo.
Dopo  la scuola spesso Marco faceva ritorno a casa con Emma e mangiavano insieme. Anche Marta ormai, vedendoli arrivare quasi sempre insieme, preparava il pranzo per due. Poi quando rimanevano soli , studiavano, ma anche si baciavano e si toccavano.
Marco era solito non aspettare molto a far l’amore con le sue ragazze, ma sapeva di essere il primo ragazzo di Emma. Anche se fortemente attratto da lei, aveva paura di sbagliare qualche mossa e di giocarsi l’amore della sua vita.
Sergio, anche se non era mai in casa, era come se avesse capito tutto. Una mattina di punto in bianco gli disse: “Marco prima di tutto..…baciala e accarezzala , poi verrà tutto il resto. Tieni cinquanta euro, penso che avrai delle spese in più in farmacia in questo periodo…ci siamo capiti vero? Forse la tua paghetta settimanale non è sufficiente”
Marco prese i soldi e per la prima volta fu in imbarazzo con il padre, per cui non gli rispose niente. Dentro di lui era grato a Laura per averlo cambiato così.
Un pomeriggio Emma mentre si baciavano, gli chiese di fare l’amore. Marco ebbe un tuffo al cuore, aveva paura…
Poi si disse tra sé e sé che non ci sarebbe mai stato un momento in cui non avrebbe avuto paura di far l’amore con lei. La prese in braccio e la portò nella sua cameretta. Iniziò a spogliarla ed accarezzarla. La baciò e l’accarezzò…gli tornarono in mente le parole del padre. Emma era ormai nuda, Marco le tolse anche la gamba artificiale, che cadde a terra come se fosse una piuma, come se l’amore del ragazzo ne avesse cambiato la sostanza.
Entrò dentro di lei, continuando a baciarla. Rimasero uniti così, pieni di gioia. Marco in quel momento pensò di non poter essere più felice di così. Emma si sentì una donna vera e in più si sentì una donna speciale: la donna di Marco.
Il giorno dopo il ragazzo si accorse che il piumone del suo letto si era macchiato di sangue, provò a smacchiarlo, ma niente, quelle macchie rimasero lì, fiere e ostinate. Scese a  colazione, in cucina c’era già il padre. Gli chiese qualche notizia di Laura, intanto era arrivata Marta, come ogni mattina. Salì di sopra a rifare i letti: “Che cosa sono queste macchie di sangue sul letto?”
Marco: “ Niente, un po’ di epistassi dal naso”
Sergio gli sorrise se gli diede una pacca sulla spalla.
 
Laura quella mattina si sentiva  finalmente bene, aveva anche fame e non vedeva  l’ora che le portassero la colazione.
Invece vide entrare Sergio, Fabbri ed Emanuele, senza guanti e senza mascherine.
Fabbri: “Ormai il suo nuovo midollo è pienamente efficiente, tutti i valori del suo sangue sono nella norma: la trasferiamo in reparto una settimana, solo per collaudare la terapia orale. Poi potrà ritornare a casa” Sergio rimase zitto, ma con un’espressione felice, come quella di un bambino al luna park. Emanuele era commosso e non riusciva neanche a tirare fuori una battuta per l’occasione, poi bofonchiò: “Ci penso io a portare  la sua roba di sopra”
Fabbri uscì.
Sergio: “Sei contenta?”
Laura: “Comincio a crederci…forse ce l’ho fatta”
Sergio la strinse e la baciò.
Laura: “ Ma non c’è bisogno di te oggi in sala operatoria?”
Sergio: “No oggi è il mio giorno delle visite ambulatoriali, dopo tocca a te: dobbiamo togliere questa, ormai non ti servirà più” indicando il catetere venoso centrale
Laura: “Almeno, mi offri un cappuccio e una brioches al bar?”
Sergio: “Mi piacerebbe, ma temo che per i primi mesi  dovrai seguire un regime dietetico controllato…una brioches non è esattamente un cibo digeribilissimo. Non fare quella faccia, pensa a tutte le cose che ora potrai tornare a fare, non a quelle poche che dovrai rimandare un po’”
“Prima non potevo mangiare perché ero grassa, adesso che sono troppo magra non posso mangiare lo stesso….uffa”
“Ci penserà Marta, lei è bravissima a prendersi cura delle persone, ci metterai pochissimo a tornare in forma”
“Sergio, io non mi trasferirò subito da te, te l’ho detto, devo prima ritornare a casa mia. E poi non mi sembra una buona idea arrivare a casa vostra così malata, con una dieta da seguire e tremila medicine da prendere”
“E dov’è il problema? Sono un medico, lo so da solo che all’inizio avrai bisogno di cure. A me non sembra una buona idea invece, ritornare in una casa dove hai vissuto dei momenti così tristi. E poi da sola, ti affaticherai troppo.  Piuttosto a casa tua tornaci quando ti sarai rimessa un po’”
“ Anch’io ho una signora che mi aiuta, mi farò seguire da lei… e poi  verrò, non mi scollerò più da te, tranquillo”
“ Come vuoi. Allora scendo in ambulatorio. Appena ti avranno portata la colazione, ti aspetto con Emanuele”
“Ce la faccio da sola, mi sento bene. Mangerò, mi farò una doccia, mi cambierò e scenderò giù”
“Se non ti vedrò arrivare entro un’ora, ti verrò a cercare”
Sergio iniziò a fare le visite anestesiologiche nel suo ambulatorio, finalmente dopo più di un’ ora vide la ragazza seduta fuori. Concluse l’ultima visita ad un signore anziano, che avrebbe dovuto subire un intervento. Lo accompagnò fuori e lo salutò cordialmente, stringendogli la mano e scambiando qualche battuta.
Mentre  Laura era felice di vederlo gentile non solo con lei, Sergio pensò a come era cambiata la sua maniera di porsi con i pazienti, proprio grazie a Laura.
“Pensavo non arrivassi più”
“In effetti ho pensato ad una fuga, solo che ho voglia anch’io di liberarmi di questo coso”
Laura entrò nell’ambulatorio. Sergio l’aiutò a sfilarsi la vestaglia e le diede un bacio sfiorandole le labbra.
La ragazza si sedette sul lettino e si sfilò la parte superiore del pigiama. Era visibilmente imbarazzata.
“Devo andare a leggere la tua cartella clinica alla scrivania?”
“No tanto hai già visto tutto…quasi  tutto”
Sergio l’aiutò a distendersi sul lettino  e la coprì con un telo verde, riquadrato, nel punto dove avrebbe dovuto toglierle il catetere.
“Appunto... quello che ho visto mi è piaciuto, anzi meglio che ti copra, così tu non prenderai freddo e io non mi distrarrò troppo”
“ Sembro uno di quei bambini denutriti del terzo mondo”
“Ma non l’hai ancora capito, che grassa o magra, mi sono innamorato di te? Se mi cadranno i capelli devo aspettarmi che non mi vorrai più?”
“Devo superare diverse malattie…alcune di natura psicologica. Mi ci vorrà un po’”
“E io ti aspetterò…l’anestesia locale non te la faccio, devo solo sfilarti questa cannula e darti due punti”
“Tu sei pazzo, guarda che mi alzo e scappo, io ho paura del dolore”
“No, no scherzavo…cioè non scherzavo, ma ti farò l’anestesia, stai tranquilla”
“Gira il visino di là”
“Perché?”
“Perché sei una tipetta impressionabile”
“Hai brucia”
“Vuoi la botte piena e la moglie ubriaca?”
“Certo”
“Non si può… sei già molto fortunata ad avere il fidanzato anestesista”
“Lo so”
“ Senti male?”
“Non più”
“Visto che sono la persona giusta per te”
Sergio finì di suturare il punto dove era inserito il catetere, le rigirò il viso,  le tolse il telo, porgendo a Laura i suoi indumenti. Laura si mise seduta e si rinfilò la maglia del pigiama. Sergio l’aiutò a d indossare la vestaglia  e a scendere dal lettino. 
“Umm la prossima volta che metterò le mani su di te, non saremo più qui dentro e non sarò così professionale”
“Correrò il rischio…”
Il giorno della dimissione di Laura, lei e Sergio sembravano due sposini che partivano per il viaggio di nozze. Sergio era riuscito a prendersi un giorno di ferie, facendosi sostituire da un collega di Milano (il primario ormai aspettava  solo qualche settimana per andare in pensione). La caposala aveva regalato a Laura un abitino della sua misura(ormai anche quello della gita all’agriturismo sarebbe stato improponibile). Emanuele continuava  ad asciugarsi le lacrime ed era arrivato con un mazzo di fiori che sua moglie aveva mandato , alla paziente a cui lui si è affezionato di più in tutta la sua carriera.
“Verrò a trovarvi, lo giuro”
“No, no veniamo noi…qui tu ci dovrai venire solo a fare i controlli, poi meglio che questo posto te lo dimentichi…hai una nuova vita davanti” ed Emanuele pianse di nuovo.
Laura lo abbracciò con tutte le sue forze: “Senza di te non ce l’avrei fatta”
Salirono sulla macchina di Sergio e si avviano verso la casa di Laura: “Sicura che devo accompagnarti a casa tua”
“Sicurissima, ma inizia già a farmi spazio nel tuo armadio”
“Non c’è problema, non ho molti vestiti io”
La casa di Laura era un piccolo alloggetto per una persona sola.
“Ma Giorgio non viveva con te?”
“No, viveva  a Milano, veniva solo i fine settimana”
Sergio rimase colpito dal calore di quell’alloggetto: era pieno di libri, fotografie, stampi per budini, ricordi di viaggi, oggetti vecchi e nuovi, cuscini, tessuti colorati, tappeti, candele.
“Credo che dovrò stare attento a portarti all’Ikea”
“Temo di sì…sono un po’ compulsiva con gli oggetti per la casa”
“Prima di tutto vado a comprarti  le medicine, fammi un po’ vedere che cosa ti ha prescritto Fabbri…sì, magari ti aggiungo qualche ricostituente…” afferrando il foglio della dimissione.
“Andiamo insieme, prendiamo la mia macchina, è un anno che non guido più”
Scesero  in garage, ma la piccola utilitaria di Laura aveva ormai la batteria fuori uso.
“C’è un’ officina qui davanti, lasciamogli le chiavi, intanto puoi guidare la mia auto se vuoi”
“Mai toccare l’auto a quelli della tua casta, giusto?”
“Giusto, ma con te potrei fare un’eccezione”
“Non importa, andiamo a comprare anche qualcosa da mangiare per questa sera, oltre alle medicine. Cucinerò per te”
“Cucineremo insieme, non voglio che ti affatichi”
Al supermercato Laura sembrava  una bambina: avrebbe voluto comprare tutto, entusiasta di essere tornata ad un’esistenza quasi normale.
“Ma non puoi mangiare il salame e neanche il gelato….orientati sugli alimenti che ti hanno indicato. Te la faccio io la spesa. Conserva le tue voglie per qualche mese. Allora, compriamo, pasta, riso, pelati, olio, mele, arance, prosciutto cotto, carne”
“Stelline per minestrina no?”
“No stelline no….ti andrebbe del semolino?”
“No grazie”
A casa Laura iniziò a mettere la pentola dell’acqua sul fuoco e a cucinare un sughetto di pomodoro. Sergio apparecchiò , riuscendo a trovare piatti, posate e bicchieri da solo, come se conoscesse quella casa. Poi preparò una fila di compresse davanti il piatto di Laura.
“Uffa, ma le devo ingoiarle tutte?”
“Non tutte insieme, ma una per volta sì, ma di che ti lamenti? Non dovrai prendere neanche la ciclosporina per sempre. Tra tre mesi potrai vivere una vita normale”
“Tranne che  molto probabilmente sarò sterile”
“Non è detto…e poi io ho te e tu hai me no?...E  poi c’è anche Marco che vale per tre figli”
“Già…”
Mangiarono finalmente, lontani dall’ambiente ospedaliero. Laura non riuscì a finire la sua porzione e incominciava ad essere un po’ stanca.
“Adesso tu ti distendi sul divano e io metto a posto la cucina, sono bravo sai…ci sono abituato”
“Siamo una bella coppia vero?”
“Sì, ma ora chiudi il becco e riposati un po’”
Sergio sparecchiò e caricò la lavastoviglie, poi raggiunse Laura sul divano.  Le si sedette vicino e le accarezzava  il viso.
Laura: “Voglio fare l’amore con te”
Sergio non desiderava  altro da molto tempo, ma la vedeva  ancora molto fragile e non avrebbe mai preso l’iniziativa.
Iniziò a risalire le sue gambe con le mani tirandole su il  vestito
“Non qui….in camera”
La prese in braccio baciandola, arrivarono sul letto matrimoniale, iniziò a tirarle su il vestito per sfilarglielo
“Spegni la luce del corridoio” gli ordinò Laura con un filo di voce
“Ma ti vergogni ancora di me?”
“Soprattutto di te…”
“Questa malattia sarà più difficile da curare della leucemia”
“E’ stato Giorgio…non riesco a fare pace con il mio corpo”
Sergio spense la  luce, si spogliò e la spogliò. La baciò e l’accarezzò dappertutto. Fecero l’amore con dolcezza, ma anche con passione.
 
“Non ho finto…”
“Lo so”
“Non sei un po’ presuntuoso? Come fai a saperlo?”
“Non sono presuntuoso….è che sono un medico ed in più anestesista. Tu puoi variare volontariamente il ritmo respiratorio ed ansimare…..ma non puoi variare il ritmo cardiaco. Il tuo cuoricino ha battuto all’impazzata….”
“Quindi, non potrò mai fingere con te? Meno male che non l l’ho scoperto prima, altrimenti non ti avrei chiesto di far l’amore….avrei avuto troppa paura”
“Ma non ci sarà bisogno di fingere no?”
“No, non ce ne sarà bisogno….”
“Chissà se un giorno riuscirò a vederti  nuda…”
“Prima o poi”
“Più poi che prima eh? Va beh, nell’ attesa potenzierò il tatto”
Laura si alzò, sgattaiolò in bagno e tornò con un pigiamone, ormai troppo grande.
“Io questo pigiamone con i pupazzi avrei già voglia di togliertelo…”
“Devi andare a casa, non vedi Marco da questa mattina”
“Secondo me, non gli sono mancato, avrà trascorso la serata con Emma ed avranno fatto più o meno quello che abbiamo fatto noi…vieni a casa mia, mi sentirei più tranquillo….”
“Non ora”.
 
 
 
 
   
 
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