Capitolo
5
Problems.
Problems.
Erano
all'incirca le sette del mattino, solo a quell'ora Ulrich era tornato
da casa di Samantha.
Avevano bevuto molto, e lui lo capiva a causa del mal di testa che lo
attanagliava.
Si sentiva una merda a non aver detto nulla a Yumi, e sperava solo che
la ragazza non ce l'avesse con lui.
«Yumi, sei in casa?» domandò Ulrich
richiudendo la porta alle sue spalle.
Silenzio.
Si sentì un fruscio provenire dal bagno, poi vide uscirne il
cane con la coda avvolta dalla carta igienica.
Il ragazzo si avvicinò al cane lasciandogli una carezza
sulla sua testa.
«Ma che hai combinato?»
Il cane abbassò la testa, facendo quel suo solito sguardo da
cucciolo indifeso ma colpevole.
Ulrich entrò nella camera da letto, ma la ragazza non c'era.
Non c'era nemmeno la divisa del Rainbow Coffee.
Dove sei, Yumi? si domandò.
Era strano che la ragazza non fosse in casa a quell'ora, contando anche
il fatto che alle otto sarebbero dovuti essere entrambi all'accademia.
Entrò nel bagno e, dopo aver ripulito il disastro fatto da
Devil, andò a farsi una doccia.
I ricordi della sera precedente gli riaffioravano nella mente.
Adelaide era partita?
La doccia che avrebbe dovuto aiutare a farlo tornare lucido si
dimostrò un inferno, facendolo stare ancora peggio di quanto
già fosse.
Aveva lasciato la sua ragazza da sola senza un vero motivo.
Ciò che Adelaide aveva detto non era sicuramente per
cattiveria, o perché lui non le piaceva.
Che stupido che sono!
Uscito dalla doccia andò ad indossare la divisa, poi un
pensiero lo tormentò.
E se fosse successo qualcosa e Joe ne fosse responsabile?
Cercò immediatamente il cellulare, senza trovarlo.
Merda, l'aveva perso.
Poi ne sentì la suoneria, seguita dall'abbaio di Devil.
Corse in cucina e afferrò il cellulare, prima che ci
pensasse il cane a farlo.
1 nuovo messaggio
Da: Yumi
Buongiorno Ulrich, spero che la sbronza di ieri sera ti sia
passata.
Voglio che al mio ritorno nell'appartamento non ci sia più
nulla di tuo. Spero che nella casa di Sam ci sia posto anche per te e
Devil, sai, io lavoro e non posso occuparmi di lui e dei danni che
combina.
Avrei voluto tanto buttare io tutta la tua roba fuori da casa mia, ma
sono in ospedale. Immagino sia stata una bella sensazione passare la
notte a ubriacarti (e non voglio nemmeno immaginare cos'altro tu abbia
fatto!) dimenticandoti del fatto che avevi una fidanzata. E' stato un
piacere e ti ringrazio per tutti i bei momenti passati con te.
Credo sia molto meglio che tu esca dalla mia vita.
Addio, Yumi.
Forse Ulrich l'aveva davvero fatta grossa.
Non ricordava nulla della sera precedente, apparte che..
No, non posso averlo fatto veramente, si
maledì.
Stavolta la colpa era solamente sua, non poteva scaricarla su nessun
altro.
Ne William, ne Odd.. Aveva davvero fatto una cazzata.
E per lo più rischiava di perdere Yumi, in caso non fosse
già successo.
Istintivamente compose il numero della ragazza, poi ricordò
che lei non voleva più vederlo, era stata chiara.
Finì di prepararsi e andò verso il Kadic.
Varcata la soglia del cancello vide Odd e William poggiati con la
schiena al muro dell'entrata.
«Amico, hai una brutta cera, dove hai lasciato la tua
ragazza?» domandò il biondo dandogli una pacca
sulla spalla.
«Siamo in una situazione complicata, avete per caso visto mia
sorella?» chiese Ulrich di rimando.
«Era con Jamie e Lylia l'ultima volta che l'ho
vista.» rispose William.
Il moro si allontanò dai due amici, diretto verso Sissi.
Veniva salutato da ogni ragazza a cui passasse accanto, negli anni e
nei mesi precedenti ci aveva provato più o meno con tutte.
Arrivato dalla sorella venne salutato da Jamie e Lylia, che lo
guardavano entusiaste, mentre Sissi roteò gli occhi,
irritata dal comportamento delle amiche.
«Possiamo parlare?» domandò rivolgendosi
alla sorella.
Jamie e Lylia lanciarono un'occhiata divertita alla ragazza.
«Non ci avevi detto che tra te ed Ulrich Stern ci fosse
qualcosa!» esclamò Lylia.
Sissi si allontanò dalle ragazze senza nemmeno rispondere a
Lylia, seguita da Ulrich.
«Che è successo?» domandò.
«Io e Yumi stiamo passando un periodo.. complicato.
E non ho dove stare.»
«Avete litigato?»
«Non proprio, ho fatto alcune cose che non dovevo
fare.»
La campanella suonò.
«Ne parliamo nell'intervallo.» concluse la bionda
entrando nell'istituto.
Ulrich fece lo stesso, e non fu sorpreso quando, entrando in classe,
non trovò Yumi.
Le prime ore passarono normalmente, e all'intervallo il ragazzo si
recò da Sissi.
«Aelita non c'è?» domandò non
appena vide la sorella, la quale scosse la testa.
«Mi ha solamente detto che è in ospedale con la
madre di Yumi.»
Ulrich si preoccupò.
«Sai dell'altro?»
«No, ma.. Che hai combinato?» domandò
Sissi.
«Credo di aver perso Yumi per sempre, ieri sera.. Sono stato
da Sam.»
La ragazza sgranò gli occhi.
«Aspetta, Sam.. Quella Sam?
L'ex di Odd?»
Ulrich annuì.
«Ma perché l'hai fatto?»
«Non lo so, ero incazzato. Avevo parlato con la madre di Yumi
e mi aveva fatto dubitare di molte cose. Sono stato da Sam,
sì, ma non ho fatto niente, almeno credo. Abbiamo solo
bevuto e fumato tutta la notte. Di come ricordo. Poi stamattina sono
tornato a casa e Yumi non c'era, era già in ospedale. Mi ha
mandato un messaggio dicendomi che avrei dovuto andarmene via, non so
cosa fare..» raccontò disperato.
Era la prima volta che si innamorava così tanto di una
ragazza, e non riusciva ad accettare il fatto che la stava perdendo.
Yumi era sulla sedia ed osservava dolcemente la madre, che stava
riposando tranquillamente sul lettino, e si chiese il motivo di quel
maledetto sbalzo di pressione.
Adelaide non soffriva di nessuna patologia, che lei sapesse.
Il tossire della donna la risvegliò dai suoi pensieri.
«Mamma, come stai?» domandò poggiando il
cellulare sul comodino.
Ulrich non aveva risposto al suo messaggio, ma le andava bene
così.
«Oh, tesoro.. Non dovresti essere a scuola?»
«No, voglio assicurarmi che tu stia bene. Ho saputo che hanno
rimandato la partenza del treno, quindi non hai ancora perso il
biglietto.»
«A che ora è?»
«A mezzogiorno, se i medici affermano che stai bene ti
potranno anche dimettere.»
Un lieve bussare alla porta catturò l'attenzione delle due.
«Avanti» invitò Yumi.
«Ciao Adelaide, come va? Yumi, sono arrivata appena ho
potuto.» disse Aelita.
«Ciao Eli, da quanto tempo!» esclamò Adelaide
abbracciandola.
«Ma Ulrich? Come mai non è qui?»
domandò la ragazza dai capelli rosa.
Yumi abbassò lo sguardo.
«No, abbiamo... Litigato.»
La madre si sentì in colpa, in fin dei conti era a causa sua
se Ulrich si era allontanato la sera precedente. Ma lei lo faceva solo
per il bene della figlia.
«E' per colpa mia.» sentenziò.
«No!» esclamò Yumi «Mamma,
è Ulrich. E' un ragazzo, e si sa che i ragazzi a volte sono
stupidi.» rispose, non cosciente del fatto che sua madre ed
il suo fidanzato avevano parlato.
«Yumi, cara, credo non sia qui a causa di quello che ho detto
io.» sussurrò triste Adelaide.
La ragazza la guardò confusa, mentre Aelita si sentiva di
troppo in quella conversazione.
«Tranquilla mamma.. Non ti preoccupare.»
«Figlia mia, Ulrich ha intenzioni serie con te, ma ieri
sera.. Gli ho detto che per te sarebbe stato troppo presto, sei giovane
e.. ne hai passate tante.» raccontò la madre con
le lacrime agli occhi.
Yumi la guardò sbigottita, poi scosse la testa.
«Non importa, credo. Ha passato la notte a ubriacarsi in
compagnia di altre ragazze. Dubito che lo avrebbe fatto se davvero
aveva intenzioni serie con me.»
In quello stesso momento entrò un medico a controllare la
situazione di Adelaide, così la loro discussione
finì lì.
«Signora Ishiyama, è tutto regolare. Se se la
sente può firmare i documenti per la dimissione e
potrà tornare a casa. Alla reception hanno controllato,
constatando che lei non è di Sceaux, vero?»
domandò l'uomo «In ogni caso, abbiamo inviato
tutti gli accertamenti al suo medico, il dottor.. Della
Robbia?»
«Sì, è lui.»
confermò la donna.
«Se gentilmente le ragazze possono uscire, così le
posso fare un'ultima visita.»
Yumi guardò la madre, la quale le sorrise.
Poi uscì fuori con Aelita.
Il tempo di essere fuori dalla stanza alla rosa squillò il
cellulare.
«Pronto? Oh, ciao Sissi. Sì, è con
me» Aelita guardò Yumi «Vuole parlare
con te.» disse porgendogli il cellulare.
La mora lo agguantò scettica.
«Sì?» rispose titubante.
«Yumi, ho bisogno di parlarti. Riguarda Ulrich.»
disse seria Sissi.
«Ma certo, gli è successo qualcosa?»
domandò preoccupata la mora.
«Credo che tu abbia frainteso l'accaduto di ieri.»
Yumi rimase interdetta. Aveva frainteso tutto?
Ulrich era ubriaco, e su questo non c'era dubbio. Non le aveva detto
nulla, e perlopiù non l'aveva nemmeno cercata, era stata lei
a farlo.
«Sissi, non c'è bisogno che cerchi di risolvere o
alleviare i drammi di Ulrich, è piuttosto ovvio quello che
ha fatto ieri.» rispose freddamente.
«Voglio solo che voi risolviate tutto, è
disperato. Ciò che ha fatto ieri sera.. Era
confuso, tutto qua.»
«Anche io sono molto confusa riguardo ieri sera, ma
ciò che è fatto è fatto. Non posso far
finta di niente.»
«Appena puoi vieni a casa mia, voglio che tu sappia delle
cose.» concluse Sissi.
La mora sospirò.
«Va bene, fra un paio d'ore sarò
là.» disse chiudendo la chiamata e tornando il
cellulare ad Aelita.
«Cos'è successo ieri sera?»
domandò la rosa.
Yumi le raccontò l'accaduto, mentre Aelita la ascoltava
incredula.
«Che hai intenzione di fare?»
«Non lo so.» rispose sconsolata la mora
«Più tardi vado da Sissi, magari riesce a farmi
capire per quale motivo Ulrich fosse in quelle condizioni ieri sera.
Fra un po' di giorni ho l'udienza di Joe, e devo stare al passo con
l'accademia, e il Rainbow Coffee, e.. Non ce la posso fare.»
disse prendendosi la testa fra le mani.
«Ciao mamma, ci vediamo presto!» salutò
dando un bacio sulla guancia alla donna.
«Ciao Yumi, ciao Eli.» salutò di
rimandò Adelaide salendo sul treno.
Yumi la salutò mentre si allontanava, fino a quando il treno
non lasciò definitivamente la stazione.
«Vuoi venire a casa mia per pranzo? Ho della pizza da
scongelare.» domandò gentilmente Aelita guardando
il cellulare.
Era mezzogiorno.
Avevano atteso con Adelaide alla stazione l'arrivo del treno.
La donna si era ripresa e dimostrava di stare anche meglio di prima.
Ma c'era qualcosa che la turbava, e Yumi l'aveva notato.
«Vorrei tanto, ma c'è Devil che mi aspetta. E' da
ieri che è da solo in casa, a meno che Ulrich non se lo sia
portato via.»
«Non credo, Odd mi ha detto che Ulrich era al Kadic
stamattina» disse la rosa togliendo ogni dubbio a Yumi, la
quale sorrise.
«Deduco che ormai voi due passate molto tempo
insieme»
Aelita sorrise.
«Sì.»
Si salutarono con due baci sulla guancia, poi presero direzioni diverse.
Yumi andò verso l'appartamento, ed era insicura nell'aprire
o meno la porta.
Cosa avrebbe trovato? Tutte le cose di Ulrich accanto alla porta, o si
era già portato tutto?
In cuor suo sperava che Ulrich non avesse ancora fatto nulla. Che al
suo ritorno tutto sarebbe rimasto come prima.
Girò la chiave nella serratura, e dall'interno non
provenne alcun rumore.
Era impossibile che Devil fosse diventato così silenzioso.
Aprì lentamente la porta.
Era tutto normale. Nessuna valigia giaceva sul pavimento.
Richiuse la porta e provò a chiamare Devil.
Dopo pochi secondi vide il cane raggiungerla con la testa abbassata,
segno che aveva fatto qualcosa che non andava bene.
Si appoggiò con le ginocchia al pavimento, mettendosi alla
stessa altezza del cagnolone.
«Cos'hai combinato?» sospirò rassegnata,
e gli accarezzò la testa.
Si alzò e si diresse nel soggiorno, seguita da Devil.
In effetti mancava qualcosa sul tavolo da pranzo.
«Dov'è il cestino della frutta?»
Il cane si affacciò alla finestra.
Yumi guardò sotto e, oltre alla frutta a terra e il cestino
di plastica rotto, vide che mancava l'auto di Ulrich.
«Ulrich è tornato a casa, vero?»
Il cane le abbaiò.
Nel primo pomeriggio Yumi si diresse da Sissi, decisa ad ascoltare i
motivi del comportamento di Ulrich.
Bussò alla porta e, dopo qualche secondo, arrivò
la bionda ad aprirla.
«Prego, entra pure.»
Il moro era appena arrivato nell'appartamento, aveva già
deciso cosa fare.
Sarebbe entrato, avrebbe messo tutte le sue cose in una valigia per poi
andarsene via, sia da quell'abitazione che dalla vita di Yumi.
Durante le ore di lezione si era ripetuto più volte di
essere uno stupido, e lo era per davvero.
Entrò nell'appartamento, e Devil gli corse incontro.
Nel corridoio sentì profumo di vaniglia, capendo che Yumi
era già uscita di casa.
Quello era il suo profumo preferito.
Salutò il cane con una carezza, per poi dirigersi nella
camera da letto e togliere dall'armadio tutto ciò che gli
apparteneva, buttandolo nella valigia.
Il cane lo osservava guaendo, poi uscì dalla stanza.
Ulrich, finito di fare i bagagli, prese il guinzaglio e
chiamò Devil, ma il cane non andò da lui.
Si armò di pazienza e andò a cercarlo ovunque,
persino dentro la doccia, ma non c'era nessuna traccia del cagnolone.
«Va bene, Devil, resta pure qui.» disse sperando di
farsi sentire dal cane, poi andò in camera a prendere la
valigia e andarsene.
Rimase meravigliato quando vide il cagnolone coricato sulla valigia e
con il muso adagiato sulle zampe, mentre guaiva incessantemente.
«Dai, alzati» ordinò il moro prendendo
il cane del collare.
Ma la bestiola non si mosse, e pesava troppo per essere preso in
braccio e allontanato dalla valigia.
Ulrich le provò tutte.
Provò a distrarlo con un giocattolo, fece finta di portarlo
a passeggio, cercò di farlo alzare riempiendogli la ciotola
del cibo.
Eppure Devil continuava a stare immobile e guaire.
«Non vuoi andartene, vero?» domandò il
moro al cane «Ma dobbiamo. Ho fatto delle cose che non dovevo
fare, e le mie scuse non basteranno a farmi perdonare. Come vorrei non
aver dubitato di tutto..» continuò.
Poi l'abbaiare improvviso di Devil ed il fatto che il cane continuava a
guardare qualcosa dietro di lui lo fece voltare.
«Yumi» esclamò sorpreso quando vide la
figura appoggiata allo stipite della porta.
La ragazza lo guardò impassibile, ma Ulrich notò
ugualmente i suoi occhi lucidi.
«Ho parlato con Sissi.» si limitò a dire
con voce tremante, e le lacrime iniziavano a scendere.
Per l'ennesima volta Ulrich si sentì una merda.
Aveva la donna che Amava davanti a lui, ed era riuscito a farla
piangere.
Le lacrime gli pungevano gli occhi, stava piangendo anche lui.
Era una situazione assurda.
Yumi piangeva per ciò che lui aveva fatto, ed Ulrich per
ciò che aveva fatto lui stesso e per l'aver fatto piangere
la ragazza.
«Me ne stavo andando, ma Devil non voleva alzarsi dalla
valigia.» si scusò il moro.
Nel frattempo il cane si era alzato ed era seduto a terra, mentre
scodinzolava allegro.
«Ne possiamo parlare?» domandò Ulrich,
ottenendo il consenso della ragazza.
Si sedettero entrambi sul letto, stando ben distanti l'uno dall'altra.
Devil si mise in mezzo, poggiando il muso sul bordo del letto e
guardando i due.
«Perché eri con Samantha?» chiese Yumi
asciugandosi le lacrime col dorso della mano.
«Ero confuso, e non vedevo Sam da mesi. Vuoi che sia sincero,
Yumi?»
La ragazza annuì.
«Non lo so, non so perché l'ho fatto. So solo che
mi sento una merda per..» il moro venne interrotto.
«Per cosa? Per avermi lasciata sola nonostante sai
perfettamente che ci sarebbe potuto essere Joe? Per essertene andato ad
ubriacare con altre ragazze mentre io ero in ospedale con mia madre?
Qual'è il tuo problema, Ulrich?»
Il ragazzo rimase interdetto dalla freddezza di Yumi.
Ma in fin dei conti cosa poteva aspettarsi?
«Mi dispiace tantissimo, vorrei che le cose fossero andate
diversamente, io.. Io ti Amo. Non lo farò più, te
lo prometto.» finì il ragazzo.
Yumi fece una risatina isterica.
Erano le stesse parole che tempo prima le aveva detto Joseph.
Certo, poteva riaccaderle la stessa cosa. Eppure con Ulrich sarebbe
stato diverso.
Sissi le aveva detto quanto più sapeva, e lei sentiva di
potersi fidare.
Sospirò, mentre un senso di nausea le attanagliava il corpo.
Cercò di riprendersi, ormai era da un po' che le capitava.
«Non posso far finta di nulla, cerca di capirmi. Ti Amo anche
io, ma.. Non so cosa fare.»
Ulrich la guardò negli occhi, poi si rassegnò.
Prese la sua valigia prima di avvicinarsi a Yumi.
«Ci vediamo all'accademia.» le dette un bacio sulla
guancia e poi si avvicinò alla porta.
Alla ragazza venne improvvisamente un forte giramento di testa.
Afferrò Ulrich per il braccio, il quale non si era accorto
del malore della ragazza.
«Aspetta»
Il ragazzo la guardò con occhi pieni di speranza.
Cosa voleva dire? Voleva che lui restasse? Che lo avrebbe perdonato?
***
Aggiornamento
record! Mi meraviglio di me stessa. (spero di riuscire ad aggiornare
regolarmente d'ora in poi, e che l'ispirazione non mi voglia fare
brutti scherzi!)
Io ci sto provando davvero a scrivere con l'editor di Efp, ma che dire.. Anche noi siamo in una situazione complicata!
Quindi, in caso ci siano alterazioni nel formato del testo, sappiate che io c'ho provato!
Mi spiace molto che le recensioni siano calate così tanto rispetto a "L'Amore è per sempre", e spero solo che a qualcuno piaccia davvero questa storia, altrimenti non ne avrei motivo per continuarla.
Spero che l'estate vi faccia tornare a leggere le vicende che man mano capiteranno a Yumi e Ulrich!
Passando alla storia.
Ah, Devil! A volte serve avere un cane in casa.
Secondo voi Yumi perdonerà Ulrich o si rinchiuderà in se stessa aspettando di incontrare qualcun altro interessato a lei?
Adelaide è già andata via, immagino che a Ulrich non dispiaccia più di tanto.
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Io ci sto provando davvero a scrivere con l'editor di Efp, ma che dire.. Anche noi siamo in una situazione complicata!
Quindi, in caso ci siano alterazioni nel formato del testo, sappiate che io c'ho provato!
Mi spiace molto che le recensioni siano calate così tanto rispetto a "L'Amore è per sempre", e spero solo che a qualcuno piaccia davvero questa storia, altrimenti non ne avrei motivo per continuarla.
Spero che l'estate vi faccia tornare a leggere le vicende che man mano capiteranno a Yumi e Ulrich!
Passando alla storia.
Ah, Devil! A volte serve avere un cane in casa.
Secondo voi Yumi perdonerà Ulrich o si rinchiuderà in se stessa aspettando di incontrare qualcun altro interessato a lei?
Adelaide è già andata via, immagino che a Ulrich non dispiaccia più di tanto.
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