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Autore: Pinker    05/06/2015    2 recensioni
Dopo 10 anni dall'ultima missione di Blaze a Mobius, la gatta lilla ritorna per svelare un caso già iniziato dall'amica Amy, la quale a un certo punto scompare misteriosamente.
Anche Shadow e Rouge saranno coinvolti in questa avventura dal finale incerto.
Tra bugie e passato, sorprese più o meno piacevoli e lotte tra ragione e istinto, nascerà una storia d'amore...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaze the Cat, Rouge the Bat, Shadow the Hedgehog
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Ehy sveglia.”

La voce risuonò ovattata nelle orecchie dell'addormenta creatura.

Aprì gli occhi debolmente, poi li sbatté due o tre volte velocemente, per mettere a fuoco l'ambiente circostante.

Come al solito, vide la sua stanza, anche se ne fu sorpresa all'inizio, dato che l'ultimo ricordo era di lei seduta nel vagone del treno.

Poi la memoria iniziò a ritornarle, e si ricordò che, quando aveva capito che rischiava di addormentarsi lì, si era alzata ed era tornata nel suo dormitorio.

La luce gialla e luminosa del sole entrava dalla finestra e scaldava la camera.

Si mise lentamente a sedere tenendosi la testa con una mano; se la sentiva pesantissima, poteva giurare di aver fatto un incubo.

Ma attribuì quella pesantezza al fatto che era andata a dormire tardi e per aver pianto molto.

Poi il suo sguardo aveva finalmente realizzato che non era sola.

“Shadow?” chiese sorpresa, non aspettandosi il compare nella sua stanza.

“Dormivi come un sasso.” le disse lui, apatico “Hanno bussato più volte ma non hai mai risposto. Così mi sono venuti a chiamare e mi sono teletrasportato qua dentro.” finì il suo racconto.

Poi inarcò le sopracciglia e la osservò meglio; notò che aveva gli occhi rosati e le occhiaie, segno che non aveva dormito abbastanza o abbastanza bene, e la mano posizionata sulla testa gli suggeriva che la sua amica aveva un'emicrania.

“Cos'hai Rouge?” le chiese preoccupato l'amico. Era raro che la bianca si svegliasse conciata così male, le poche volte era perché stava già male.

“Oh, niente” rispose lei “solo un po' di mal di testa.”

“Ho notato.” disse il riccio, guardandola sospettoso.

Dopo aver passato qualche secondo di silenzio a pensare, Shadow riprese: “Lo sai che con me puoi parlare, di quello che ti passa per la testa. Se hai un problema devi solo dirmelo.”

“Grazie Shadow.” si affrettò a dire lei.

“Ma non c'è nulla che non va, sto bene. Ieri è stata una giornata impegnativa.” mentì.

“Non c'entra nulla con le guardie, vero?” chiese Shadow, pacatamente.

“No, bellissimo, ti ho già detto che va tutto bene.” e mise su un bel sorriso incoraggiante.

Sembrava tranquilla, decisa e accattivante, aveva persino iniziato di nuovo con i soprannomi.

Agli occhi di Shadow era tornata la vecchia Rouge, e si voleva fidare delle parole dell'amica.

Ma se solo avesse guardato nei suoi occhi come faceva con Blaze, si sarebbe accorto del dolore che persisteva di giorno e peggiorava di notte, di quell'inquietudine che la riduceva in quel modo.

Lui alzò le spalle.

“Va bene, fa come vuoi.” disse con un'insolita noncuranza nei confronti della donna.

Poi si voltò e iniziò a incamminarsi verso la porta.

“Visto che stai bene, muoviti a prepararti, che il capo non aspetta nessuno. Fatti trovare pronta tra cinque minuti, non voglio essere costretto a tornare di nuovo.”

Aveva appena finito di pronunciare queste parole di ghiaccio che qualcosa gli fu tirato incredibilmente forte sulla nuca. Un cuscino.

Si fermò immediatamente.

“PERCHE' SEI COSI' FREDDO CON ME?!?” gli urlò adirata. Lui girò la testa per guardare la sua collaboratrice. Il suo sguardo sereno si era trasformato in uno scocciato, le occhiaie nere e gli occhi rossi la facevano sembrare un'indemoniata e i capelli spettinati la rendevano una strega.

“Qual'è il tuo problema?!?” gli aveva continuato a gridare “Come pensi di venir trattato se ti comporti così?!? Sai che ti dico??, FUORI DI QUI!” gli strillò al top dell'incazzatura, agitandosi tutta.

Shadow sgranò gli occhi alla reazione esagerata della compagna. Qualcosa davvero non andava.

Comunque ci avrebbe pensato dopo, in quel momento era più importante alzare i tacchi, e anche alla svelta.

Dopo che il riccio nero ebbe chiuso la porta dietro di sé, la ragazza si buttò sdraiata sul letto, trovandolo però scomodo.

“Non ho voglia di andare a prendermi il cuscino.” mugugnò, guardando con la coda dell'occhio il morbido oggetto a qualche metro da lei, e pentendosi di averlo lanciato “così lontano” solo per colpire quella testa vuota di Shadow.



??? P.O.V


“Ehy, sveglia.”

Sento una gentile voce ovattata che mi dice di svegliarmi, ma non ci riesco.

E' tutto buio e non vedo niente.

Non riesco a muovermi, nemmeno un braccio, o una gamba; mi sento debole.

La mia forza di volontà è forte, voglio svegliarmi, devo svegliarmi.

Voglio reagire, voglio rispondere alla chiamata di quella voce , ma non ci riesco.

Non importa quanto io ci provi, io non mi muovo, io non vedo luce, io non vedo altro colore fuorché nero.

E' sempre la stessa storia, giorno dopo giorno, quella voce femminile a me sconosciuta mi chiede di svegliarmi.

Me l''ha detto oggi come me l'ha detto ieri, e l'altro ieri, e il giorno prima, e il giorno prima ancora...

Quanto è passato da quando sono in questo stato? Non lo so.

Giorni, settimane, mesi, anni, NON LO SO. Qui non c'è la percezione del tempo.

A dire la verità, non so nemmeno se c'è la percezione dello spazio.

Potrei essere sdraiata, seduta, in piedi o a testa in giù ma per me non ci sono differenze.

Non ho né freddo, né caldo. Non ho mai fame, né sete, né bisogno di andare in bagno.

E' solo noioso, vuoto.

Penso che non sia normale che io stia sempre così bene fisicamente.

Beh, forse non proprio bene; non mi sento le braccia, non mi sento le gambe, non mi sento nessuna parte del mio corpo, come se fossi un fantasma. L'unica cosa che riesco a sentire sono i miei pensieri, e forse dovrei ringraziare che almeno ho loro, che almeno ho la mente lucida.

Ogni tanto ho anche dei flashback, dei ricordi. Mi tengono compagnia.

Con loro rido, piango, mi diverto o mi dispero...

Ho fatto tutto quello che ho potuto fare.

Avrei dovuto aspettarmelo, sono i rischi del mestiere.

Avrei dovuto fare di più, o fare meglio.

Avrei dovuto stare più attenta.

Ma ormai non posso tornare indietro nel tempo, e nemmeno piangermi addosso.

Sono forte.

O almeno ero. La mia testa c'è ancora, ma il mio corpo è andato.

Voglio solo svegliarmi da questo incubo.

Per favore, svegliati!

N.A:  Lo so è corto, ma volevo solo far concentare sull'idea del diverso significato dei due "Ehy svegliati"...

Chi è questo personaggio misterioso? Lo scoprirete leggendo!


   
 
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