Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Placebogirl_Black Stones    07/06/2015    8 recensioni
“Che cosa canti, Bellemere?” le aveva chiesto curiosa, come ogni bambina di quell’età.
“Questa è una canzone che cantano i Marines quando un loro compagno perde la vita in battaglia. È un modo per ricordarlo e rendergli onore, accompagnandolo nel suo viaggio verso un mondo ultraterreno” le aveva spiegato.
“E perché la canti? Non è morto nessun Marine…”
“Perché questa giornata così grigia me l’ha fatta tornare in mente!” le aveva sorriso, scompigliandole i capelli.
Ecco perché teneva così tanto a recuperare le parole di quel testo. Da quando Bellemere era venuta a mancare aveva fatto tesoro di ogni minima traccia che potesse ricordarla. Aveva cercato lo stesso profumo che sentiva sui suoi abiti, la stessa risata che aveva, l’odore delle sigarette che fumava. Aveva troppa paura che dimenticandosi anche le più piccole cose avrebbe finito per cancellarla, e ora il suo incubo sembrava si stesse avverando. Non ricordarsi di quella canzone significava dimenticare una parte di quel giorno, una parte di lei.
** Fanfiction partecipante alla Zonami Week indetta dal Midori Mikan **
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Tashiji | Coppie: Nami/Zoro
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A





O-ooooh! All’arrembaggio!
O-ooooooooh!
È un veliero di pirati, veramente disagiati, una ciurma irresistibile!
C’è un aitante spadaccino
che alle sette del mattino
si allena a torso nudo per te!
Spunta una navigatrice
che lo guarda assai felice
Chissà cosa ci combineran!
Fra spade, soldi e mandarini
Sakè e sorrisini
Mi sa che ci scappano anche due bambini!

Ti è piaciuta l’introduzione di questa sigla?
Vuoi ascoltarla tutta e magarli scaricarla anche sul tuo I-pod?
Spiacente, su I-Tunes non è disponibile.
Ma sul Midori Mikan sì! E anche nei peggiori bar di Caracas!
Corri a fare il tuo download illegale, e abbraccia anche tu la pirateria zonami!



REQUIEM PER UNA MADRE




Non sapeva che ora fosse quando giunse sul luogo dell’incontro, ma trovò già Tashigi lì ad aspettarla. Alla fine era venuta, allora. Il discorsetto che gli aveva fatto doveva essere servito a farla riflettere sul suo comportamento.
Se ne stava appoggiata al muro con la schiena, tenendo le braccia incrociate. L’espressione sul suo volto era austera come sempre, ma nei suoi occhi vi era una luce diversa. Era incredibile come poche parole potessero avere un impatto così potente su una persona.
Si avvicinò a lei, dopo essersi accertata che non ci fosse nessuno oltre a loro nei paraggi e che non le avesse teso una trappola.

- Sei venuta alla fine- le disse, senza mascherare il suo giubilo per la vittoria.

La spadaccina non le rispose, limitandosi a frugare nella tasca dei suoi pantaloni ed estraendone un foglio piegato in quattro, di carta ingiallita e di bassa qualità. Senza nemmeno degnarla di uno sguardo, glielo porse con un gesto di stizza.
Incurante del suo comportamento poco amichevole, che era del tutto giustificato, afferrò senza pensarci due volte quel tesoro per lei così prezioso, aprendolo e facendo scorrere avida gli occhi su quel testo che tanto aveva bramato. Le parole erano lì, impresse sulla carta, brillanti di inchiostro nero.

“Umi wa mite iru sekai no hajimari mo
Umi wa shitte iru sekai owari mo

Dakara izanau susumubeki michi e to
Dakara michibiku tadashii sekai e

Itami kurushimi tsutsumikonde kureru
Ookiku yasashiku tsutsunde kureru

Umi wa mite iru sekai no hajimari mo
Umi wa shitte iru sekai owari mo

Moshimo jibun ga kieta to shite mo
Subete shitte iru umi no michibiki

Osorete wa ikenai anata ga irukara
Obiete wa ikenai nakama mo matsukara
Susumaneba naranai aoki sonosaki e”


(L’oceano vede l’inizio del mondo,
e l’oceano conosce la fine del mondo

Perciò ci guida verso la strada che dobbiamo prendere
Perciò ci conduce verso un mondo giusto

Avvolgendo dolore e sofferenze
Avvolgendoli con grande delicatezza

L’oceano vede l’inizio del mondo,
e l’oceano conosce la fine del mondo

Anche se dovessi scomparire,
l’oceano onnisciente mi indicherà la strada

Non devo aver paura perché tu sei qui
Non devo aver timore, perché i miei compagni (commilitoni) mi stanno aspettando
Dobbiamo avanzare verso l’orizzonte blu)


Sorrise, felice come mai, e una lacrima scese a rigarle una guancia. Mentre rileggeva le strofe, quell’immagine di Bellemere nell’agrumeto che credeva di aver dimenticato riaffiorava dai meandri dei ricordi, più solida che mai. Le sembrava ancora di sentire la sua voce, rauca per essere quella di una donna, ma comunque dolce. Ora poteva smetterla di tormentarsi e di sentirsi una figlia ingrata. Sua madre era sempre stata lì, nel suo cuore, anche quando lei non la vedeva.
Si asciugò velocemente quelle lacrime con il dorso dell’avambraccio, sperando che la Marine non l’avesse vista. Voleva evitare un altro dei suoi commenti acidi, proprio ora che si sentiva così felice.

- Grazie, non sai quanto sia importante per me questo- le fece un cenno col capo - Cosa posso fare per ricambiare il favore?-
- Non voglio proprio nulla da una piratessa!- le rispose seccata, storcendo il naso - Adesso vattene prima che chiami i miei uomini e ti faccia sbattere in prigione!!!- l’avvertì senza troppi indugi.

Fu allora che successe qualcosa di inaspettato per entrambe.
Una voce alle loro spalle risuonò nel vicolo, espandendosi nell’aria. Una voce baritonale, indubbiamente appartenente a un uomo.

- Nami!-

Sobbalzarono entrambe, girandosi spaventate a guardare chi fosse, anche se in realtà entrambe avevano riconosciuto quel tono.

- Zoro!- esclamò lei.
- Roronoa!- strinse i denti Tashigi.

Lo spadaccino se ne stava fermo davanti all’entrata del viottolo, con il mento alzato e un’aria solenne sul volto. Si capiva che cercava delle spiegazioni a quell’insolito incontro. Una sua compagna e una sua nemica che si vedevano in gran segreto di notte era troppo anche per lui.
Faceva scorrere lo sguardo prima sull’una e poi sull’altra, guardandole in modo sospetto.
Non c’era via di fuga, avrebbero dovuto dire la verità.

- Che sta succedendo?- chiese, senza muoversi di un solo passo.
- Lo hai chiamato tu?!- la accusò la spadaccina additandola.
- No, ti giuro che non ho detto nulla a nessuno!- scosse la testa - Deve avermi seguito- si girò a guardarlo.
- Volete spiegarmi che succede invece di parlare fra di voi?!- si spazientì Zoro, già nervoso di suo.
- Non sono affari che ti riguardano, Roronoa- lo liquidò Tashigi.
- No, aspetta- la fermò, avvicinandosi al compagno e guardandolo dritto negli occhi - Torniamo alla nave e ti spiego tutto-
- Sarà meglio, perché questa storia non mi piace affatto!-

Abbassò lo sguardo dispiaciuta. Non voleva che proprio lui pensasse che fosse una traditrice. Gli avrebbe detto tutto, anche a costo di fare la figura della sciocca sentimentalista. Forse Zoro l’avrebbe capita, dal momento che anche lui aveva perso una persona cara.
Senza più dire nulla salutò con un ultimo cenno del capo Tashigi, ringraziandola silenziosamente ancora una volta, per poi avviarsi lungo la strada del ritorno seguita da Zoro.
La Marine restò a guardarli mentre si allontanavano, stringendo i pugni e mordendosi le labbra. Quel giorno aveva perso su tutti i fronti, e la sconfitta era un boccone amaro da mandare giù.
Aveva perso come rappresentate della giustizia, perché si era fatta addolcire dalle vicende sentimentali di una piratessa, e aveva perso come donna, perché quell’uomo che tanto odiava quanto in segreto desiderava aveva scelto un’altra. Per quanto potesse essere arrabbiato con lei, negli occhi dello spadaccino aveva visto preoccupazione, la preoccupazione che si ha per qualcuno a cui si tiene più di ogni altra cosa.


………………


Per gran parte del tragitto verso la Sunny era rimasta in silenzio, stringendo forte il foglio di carta quasi come se volesse proteggerlo. Teneva lo sguardo basso, certa che Zoro fosse furioso. Doveva chiarire la questione.

- Mi dispiace…- riuscì finalmente a dire.
- Non basta- rispose freddamente lui, continuando a camminare al suo fianco senza però rivolgere uno sguardo - Voglio sapere cosa ci facevi nascosta in un vicolo, nel cuore della notte, con una Marine-
- Io…- esitò, prendendo un lungo respiro - Avevo bisogno di qualcosa che solo lei poteva darmi-

Istintivamente, strinse ancora di più il foglio con la canzone, gesto che non sfuggì al compagno.

- Questo “qualcosa” che solo lei poteva darti ha a che fare con quel foglio che tieni in mano?-
- Sì- annuì.
- E possa sapere cosa c’è di tanto importante in quel foglio da rischiare la vita e venire da sola a incontrare un capitano della Marina?-

Stava cercando di sottolineare la cosa per farla sentire ancora più in colpa di quanto non si sentisse già, questo ormai lo aveva capito. Zoro era fatto così, per lui la fedeltà ai compagni era un principio al quale mai e poi mai si doveva venire meno. Adesso stava a lei fargli capire che non aveva mai messo in discussione tale principio. Ciò che l’aveva spinta ad agire sconsideratamente era solo il desiderio di una figlia di non dimenticarsi della propria madre.
Senza dire nulla, si fermò, porgendogli il foglio. Lo spadaccino lo prese, aprendolo e leggendone attentamente il contenuto.

- Sembra un componimento- concluse infine - E tu ti sei incontrata con Capitan Occhiali per una cosa del genere?-
- Ѐ una canzone- precisò - Una canzone che funge da requiem per i Marines morti in battaglia. Una volta, quand’ero piccola, Bellemere la cantò, ma io non riuscii a memorizzarne le parole e la scordai. Quando ho sentito Zephyr e Aokiji cantarla l’ho riconosciuta subito, e non sono più riuscita a darmi pace. Dovevo avere quel testo, perché era un ricordo di mia madre. Purtroppo non c’erano libri che potessero riportarla, e gli unici che potevano saperla erano gli uomini della Marina. Oggi, mentre ero in giro con Robin e Chopper, ho visto Tashigi e nella mia mente è scattato il piano. Lei era l’unica che potesse aiutarmi, perché in fondo non è cattiva. Però non potevo dirlo a nessuno, mi avreste preso per una pazza. Ecco perché ho agito da sola-

Dopo aver confessato apertamente si sentì come se le avessero tolto dal petto un macigno di una tonnellata. Era libera, libera di riprendere la sua vita.
Sperava che Zoro avesse compreso i suoi motivi e che la perdonasse, in quel momento non chiedeva altro. Per lei era importante che l’uomo che da tempo aveva scoperto di amare la supportasse e la capisse se ogni tanto commetteva degli sbagli.

- Allora è per questo motivo che negli ultimi giorni eri così strana? Perché non riuscivi a trovare le parole della canzone?- le chiese, addolcendo finalmente i toni.
- Sì. Io non riuscivo a darmi pace e più mi rendevo conto di non ricordarmele, più la rabbia saliva e diventavo irrequieta. Era come se mi stessi scordando di mia madre, e la cosa mi faceva impazzire. Mi spiace se mi sono comportata in modo orribile con tutti voi…- abbassò il capo.
- Ho capito- disse infine, restituendole il foglio di carta - Ma la prossima volta almeno avvisami quando decidi di svignartela nel cuore della notte per andartene a confabulare con quelli della Marina, così ti copro le spalle!- la liquidò, anche se il suo tono era diventato ironico.

Si concesse una risatina, la prima dopo tanti giorni passati a tenere il muso lungo. Come pensava, Zoro l’aveva capita e perdonata, perchè dietro quella corazza impenetrabile si nascondeva pur sempre un cuore umano, molto più altruista di tanti altri.
Era certa che se Bellemere lo avesse conosciuto sarebbe piaciuto anche a lei e le avrebbe dato la sua approvazione.

- D’accordo! Ma adesso rispondi tu alla mia domanda: come facevi a sapere che mi trovavo proprio lì?-

Era il suo turno di svelare i misteri di quella stravagante notte.

- Ti ho vista mentre sgattaiolavi giù dalla nave. Mi sembrava sospetto il tuo comportamento di stasera, sembrava che non vedessi l’ora di liberarti della presenza di tutti; così ti ho osservata dalla palestra e quando ti ho vista scappare mi sono messo a seguirti. Quando sei entrata in quel vicolo mi sono nascosto dietro la parete e ho ascoltato- spiegò - Ammetto che ci sono rimasto di sasso quando ti ho sentita parlare con Capitan Occhiali-
- Ma se ti piace anche quella quattrocchi!- fece una smorfia.
- Che cosa?! Ma figurati se quella mi piace, è insopportabile!- scosse la testa - E comunque resta sempre una nemica, quindi non farci comunella, intesi?-
- Va bene, va bene. La prossima volta chiederò aiuto a te, ok?- gli sorrise grata - Non credevo che ti preoccupassi così per me-

Lo vide assumere un’aria sostenuta, ma il buio della notte le impedì di scorgere insieme ad essa anche un lieve rossore sulle sue guance.
Non rispose a quella provocazione, limitandosi a fare un cenno del capo e ritirandosi con un “Adesso andiamo a dormire”. Lo osservò scomparire dietro la porta del dormitorio maschile, chiedendosi quando sarebbe arrivato (e se mai sarebbe arrivato) il giorno in cui entrambi avrebbero parlato a cuore aperto, mettendo da parte l’orgoglio e lasciandosi andare ai sentimenti. Per il momento poteva andare bene anche così, in fondo. Il solo sapere di essere nei suoi pensieri le bastava.
Dopotutto quel colpo di testa ne era valso la pena. Aveva recuperato un ricordo della madre, impedendo al tempo di portarle via un piccolo attimo della sua memoria, e aveva avuto la prova che i suoi sentimenti per lo spadaccino dai capelli verdi non erano a senso unico.
Sorrise, stringendosi al cuore il foglio di carta con il testo della canzone. Nulla era andato perduto, nulla sarebbe stato dimenticato. Sua madre poteva riposare in pace, proprio come lei, ora consapevole di essere diventata la donna che avrebbe voluto.
Quanto a Tashigi, sogghignò nel pensare alla sua faccia dopo aver visto Zoro così in ansia per lei. Che capisse una volta per tutte di starsene fuori dai piedi!
Con quei pensieri positivi e libera da ogni tormento, si ritirò anche lei nella sua cabina prima che l’alba annunciasse l’inizio di un nuovo giorno.
Un giorno senza nubi, un giorno di luce splendente.

“Buonanotte, Bellemere”

“Umi wa mite iru sekai no hajimari mo
Umi wa shitte iru sekai owari mo

Dakara izanau susumubeki michi e to
Dakara michibiku tadashii sekai e


(L’oceano vede l’inizio del mondo,
e l’oceano conosce la fine del mondo

Perciò ci guida verso la strada che dobbiamo prendere
Perciò ci conduce verso un mondo giusto)



ANGOLO DELL’AUTORE
Eccoci alla fine di questa storia! Devo dire che anche se il risultato finale è insoddisfacente come sempre, mi è piaciuto molto scriverla, perché mi ha emozionata. Se sono riuscita a trasmettere anche solo una piccolissima parte di queste emozioni a voi allora sono felice!
Lo zonami non è esplicito, resta velato fino alla fine della storia, però c’è!
Se qualcosa non vi è chiaro chiedete pure, altrimenti potete lanciarmi i pomodori, le scarpe o qualsiasi cosa vogliate! XD
Prima di sparire di nuovo dal fandom volevo usare questo angolo autore per ringraziare di cuore tutte coloro che hanno preso parte alla Zonami Week contribuendo a festeggiare con noi questa settimana che è l’orgoglio del nostro forum! Quindi grazie:

gibutistan
imoto
_cercasinome_
killer_joe
Luna_Oscura sof_chan

E grazie anche alle utenti del forum:

CathCallen
Alexiel Mihawk
Zomi
KiraPhantomhive
Nami_88

Vi auguro un buon finale di Week e spero possiate essere dei nostri anche il prossimo anno!
Un bacione
Place
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Placebogirl_Black Stones