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Autore: My_Darkevil    08/06/2015    2 recensioni
Il pirata Portuguese D. Ace è rinchiuso nella prigione più inespugnabile al mondo: Impel Down. Due sorelle, Alicia e Natasha, partono verso la grande prigione per liberarlo, ma il viaggio che le attende sarà arduo, a volte tragico, a volte comico, ma sempre con un'atmosfera di attesa e decisamente burrascosa... Non pochi imprevisti si porranno sulla loro strada e le due sorelle avranno modo di incontrare alcuni personaggi molto noti, mentre altri per nulla conosciuti... Una corsa contro il tempo e lo spazio condurrà le due ragazze a confrontarsi con potenti nemici, a provare la paura e la disperazione, ma a scoprire anche il valore dell'amicizia e della lealtà, fino ad affacciarsi ad un futuro a loro del tutto ignoto, in cui una decisione finale dovrà essere presa.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Avviso per i gentili lettori: ho apportato una piccola modifica nel capitolo precedente, nell’ultima parte prima della conclusione, per una questione di organizzazione. Invito a prendere visione delle modifiche effettuate, in quanto ciò che ho scritto si ricollega a quel che viene detto in questo capitolo. Detto questo, auguro a tutti buona lettura! ^^
 

CAPITOLO 4
Il salvataggio di Ace e il “grande peso”

 
 
 
<< Ehi voi, aspettate un momento >> intervenne una voce, prima che il gruppo attraversasse la porta.
I quattro rimasero impietriti: cavolo, erano già stati scoperti?!
Si voltarono alle loro spalle, ma non videro traccia di guardie o Marines.
<< Di qua >> sospirò la voce, quasi scocciata.
Si voltarono verso la fonte del suono e scoprirono che proveniva da una cella non molto distante da quella in cui prima erano rinchiusi Ace e Jinbe: dalla penombra di quell’angusto spazio si mostrò ai loro occhi Crocodile.
<< Tu?? >> esclamò Natasha, improvvisamente irata.
<< Liberate anche me! Potrei aiutarvi nella fuga… Sono stanco di stare qui >> sospirò affranto, poi con voce ed espressività esageratamente teatrali aggiunse << è da tempo ormai che il sangue non mi ribolle più nelle vene! >>
Tutti lo guardarono sorpresi, poi, dopo un momento di silenzio, scoppiarono a ridere fragorosamente. Tutti tranne Natasha. Lei continuò a fissarlo seria, poi quando le risate cessarono si avvicinò alle sbarre che la separavano dal detenuto e parlò:
<< Dammi solo un buon motivo per cui noi dovremmo fidarci di te >> disse tagliente.
In quel momento Alicia si ricordò di una cosa e, prima che il detenuto potesse rispondere, fiancheggiò la sorella dicendo:
<< Liberiamolo >>
<< Eeeh?? >> esclamò Natasha allibita << capisco che tu sia arrabbiata con me, ma liberare questo bastardo solo per farmela pagare credo sia esagerato! >> sbottò innervosita.
Alicia la fulminò con lo sguardo:
<< Osi pure riaprire l’argomento…?? >> sibilò tra i denti << sapevo che sei una spudorata, ma fino a questo punto… >> continuò lanciando un’occhiata ai presenti.
<< C-come ti permetti?! Razza di…! >>
<< Evitiamo di fare scenate davanti alla gente >> tagliò corto Alicia con voce gelida << non ci tengo a dare spettacolo >>
Natasha la guardò ancora innervosita, poi pian piano si sbollì e distolse lo sguardo.
<< Comunque, non mi sono rincoglionita a volerlo liberare, se l’ho detto è per un motivo >> riprese la sorella incrociando le braccia << prima, quando eravamo sulla nave ho avuto una premonizione che mi mostrava una scena che probabilmente sarebbe dovuta accadere se noi non fossimo venute a Impel Down a salvare Ace… >>
<< Spiegati meglio >> fece perplessa l’altra.
<< In poche parole, in questa visione ho visto Ace che stava per essere giustiziato, ma proprio un attimo prima che succedesse mi è apparso Crocodile, che con un attacco fulmineo ha neutralizzato i boia. È eccessivo dire che lo ha salvato, però il suo intervento mi è sembrato provvidenziale…  Ecco perché gli voglio dare una chance. Non te l’ho voluto dire per non farti preoccupare inutilmente, visto che stavamo appunto andando a modificare il corso degli eventi >>
A quelle parole Ace impallidì, mentre sul volto di Jimbe era evidente la sorpresa; ma quella che rimase più sconvolta di tutti fu Natasha: era diventata bianca come il gesso e lo stupore, lo shock e la rabbia erano ben visibili nel suo sguardo, ma, più di ogni altra cosa, un sentimento di pentimento, unito ai sensi di colpa, iniziarono a farsi largo nel suo cuore: senza pensarci due volte aveva assestato alla sorella quel tiro mancino, ricacciando l’argomento già di per sé spinoso del suo bacio con Ace, mentre quest’ultima non aveva fatto altro che preoccuparsi per lei… Natasha sentì stringersi un nodo in gola.
<< Fatemi capire >> intervenne in quel momento Jimbe << tu sai vedere il futuro? >> chiese perplesso indicando Alicia.
<< Sì: nostra madre era una maga, ho ereditato il potere della preveggenza da lei >>
<< Quindi voi… siete sorelle? >> chiese invece Ace avvicinandosi.
Alicia trattenne il respiro, mentre il cuore accelerò leggermente il battito ad avere il bel pirata così vicino.
<< Sì… è così >> sussurrò lei, incupendosi di nuovo.
<< Se posso chiederlo, perché ci siete venuti a salvare? In fondo non credo che ci siamo mai visti prima >> continuò Ace.
<< Ehm… ecco… >> fece Alicia, non sapendo bene che dire: di certo non poteva rivelargli che erano venute lì perché follemente innamorate di lui e non volevano vederlo morire!
La ragazza entrò ben presto nel pallone e si voltò verso la sorella, in cerca di un suggerimento. Natasha ricambiò il suo sguardo sperduto, tuttavia, per non insospettire i presenti per quel prolungato silenzio, decise di improvvisare:
<< Anche noi siamo figlie di pirati, e sebbene questo sia il nostro primo vero viaggio da fuorilegge, non abbiamo mai tollerato il sistema di giustizia della Marina. Inoltre… sono stati dei Marines a uccidere nostra madre e noi non potremo mai perdonarli! >>
<< Noi siamo tue grandi ammiratrici e non potevamo accettare di vederti morire così, per mano di quei bastardi! Per questo siamo venute qui: oltre che per il fine stesso della missione, è anche un modo per metterci realmente alla prova. Come avrai capito possediamo i poteri dei frutti del mare >> continuò Alicia, riuscendo a riagganciarsi al discorso, non senza un filo di imbarazzo.
<< Capisco… anzi, non capisco! Spingervi ad affrontare tutti questi rischi per me… anche se mi ammirate per la mia fama, che evidentemente sarà arrivata fino a voi, ciò non giustifica il fatto che la vostra azione sia esageratamente avventata! Potete morire, lo sapete questo? >> replicò Ace fissando con severità prima una e poi l’altra sorella.
<< Sì che lo sappiamo, non siamo le sprovvedute che tu credi! >> proruppe Alicia, leggermente irritata << So di star rischiando tutto in questa missione, ma per me e mia sorella conta molto: vogliamo portarla a termine a tutti i costi e stai pur certo che nessuno riuscirà a farci desistere! >>
Ace rimase senza parole, Jimbe invece sorrise compiaciuto:
<< Che caratterino la ragazza! Beh, se sono così determinate ad aiutarci, non vedo perché impedirglielo >>
<< Jimbe, che dici…?? Sono solo ragazze! >> protestò Ace, guardandolo allibito.
<< Guarda che abbiamo la tua età…! >> iniziò a dire Natasha ironica, ma venne bloccata da qualcuno:
<< Se posso interrompere questo commovente dibattito sulla lealtà e la giustizia, vorrei farvi notare che il tempo passa e le guardie potrebbero arrivare da un momento all’altro >>
Era stato Crocodile ad intervenire.
<< Tu sta zitto!! >> tuonò Natasha scoccandogli un’occhiataccia.
<< No, ha ragione: se non ci affrettiamo evadere potrebbe diventare ancora più complicato di quanto non lo sia già! >> replicò Alicia.
Natasha rimase qualche attimo in silenzio, dopodiché annuì alla sorella che prese quindi il laser e liberò il pirata sia dalla cella che dalle manette.
<< Uh uh, finalmente! >> sorrise Crocodile massaggiandosi i polsi (o meglio l’unico polso che ancora aveva integro) e sprigionando dal corpo un velo di granelli di sabbia.
<< Prova a tradirci e ti giuro che quello che hai passato in questa prigione non sarà nulla a confronto di quello che ti farò io! >> ringhiò Natasha minacciosa.
<< Credi di farmi paura, ragazzina? Hai sbagliato decisamente persona >> ghignò strafottente il pirata << comunque, visto che anche a me tornerebbe utile la vostra collaborazione per uscire di qui, non ho motivo di pugnalarvi alle spalle >>
Natasha sbuffò infastidita: tra tutti era quella che più odiava Crocodile. Forse i suoi precedenti ad Alabasta, con tutte le morti che lui e la sua associazione avevano provocato, e la sua avida sete di potere le avevano fatto maturare un astio smisurato nei suoi confronti; tuttavia ora si trovava costretta a collaborare con quell’individuo, pertanto avrebbe dovuto mettere momentaneamente da parte i suoi rancori per la buona riuscita della missione.
<< Piuttosto… >> fece Crocodile guardandoli << per caso avete un sigaro? >>
Ace si sbatté una mano sulla faccia, mentre tutti gli altri rimasero a fissare esasperati l’uomo uncinato.
<< No, ovvio che no! Come se in tutta questa missione noi ci siamo preoccupate di fornirci di sigari! Senza contare che non fumiamo >> proruppe Natasha innervosita.
<< Non rivolgerti a me con quel tono, mocciosa >> disse l’altro indignato.
Natasha si stava già preparando per dirgliene quattro, ma fu interrotta da Alicia:
<< Meglio non perdere tempo in altre futili discussioni, sbrighiamoci ad andarcene da qui >>
<< Tzé… sì, hai ragione… >> e dopo aver lanciato un’altra occhiata di fuoco al suo rivale si riavvicinò alla porta e l’attraversò.
Tutti gli altri fecero lo stesso, ma quando arrivò il turno di Jimbe sorse un problema: egli provò a passare per quell’apertura come i suoi compagni, ma ben presto si rese conto di non riuscire ad attraversarla. Fece altri tentativi ma niente, quindi provò a tornare indietro, ma con stupore si vide impedito anche in quel movimento. Alla fine fu chiara a tutti la situazione: Jimbe si era incastrato!     
<< Oh merda >> disse Crocodile dall’altra parte del muro.
<< Diamine! Non riesco neanche a grattarmi! >> si lamentò Jimbe, fermo col corpo a metà sporto in avanti e metà dietro.
Ad Ace scappò un risolino, e anche gli altri non si poterono impedire di sorridere divertiti.
L’enorme uomo-pesce tentò ancora di spingere, ma non c’era niente da fare: il passaggio era troppo piccolo per lui.
<< Invece di ridere, che ne dite di darmi una mano?! >> protestò Jimbe.
<< Sì, hai ragione >> ridacchiò Natasha, per poi creare un’altra porta affianco a quella in questione e iniziò a spingere la grossa massa dell’uomo-pesce con il gomito.
Vedendo che non otteneva risultati, anche Alicia ed Ace attraversarono l’altra entrata e si unirono a lei, ma neanche tutti assieme riuscirono nell’impresa. Così Alicia decise di passare a un metodo un po’ più drastico:
<< Allontanatevi >>
<< Che cosa vuoi fare..? >> chiese Natasha lasciandole campo libero.
La sorella però non rispose, e una volta che ebbe sulla sua traiettoria il culo di Jimbe senza alcuna interferenza, indietreggiò di qualche passo e dopo essersi caricata urlò:
<< Water Pistol!!! >> e azionò l’attacco sull’uomo-pesce.
Per la pressione dell’acqua provocata dall’impeto del colpo Jimbe riuscì a liberarsi, andando però a precipitare di faccia sul corridoio di fronte.
Alicia sorrise trionfante: << Questo attacco non mi delude mai >>
Dopo essersi rialzato tutto impacciato, Jimbe si rivolse a Natasha infastidito:
<< La prossima volta cerca di fare i varchi più larghi! >>
<< …Vedrò di distendere di più le braccia e le gambe quando creerò una porta! >> concluse lei con esasperazione.
Alicia trattenne un risolino, che però non sfuggì alla sorella. Natasha abbozzò un sorriso, sentendosi quasi rincuorata: non le piaceva stare a lite con lei, doveva assolutamente parlarle e scusarsi, anche perché affinché la missione avesse successo non dovevano esserci discrepanze dentro il gruppo.
Continuarono a procedere in quel modo, utilizzando il potere di Natasha per evitare percorsi più pericolosi, come quando si trovarono nel gelido quinto livello e dovettero cercare di non incrociare i lupi ed evitare le zone più esposte al vento ghiacciato. Più di una volta Natasha si ritrovò con il problema delle dimensioni delle sue porte, che tentava sempre di allargare quanto più possibile: dopo svariati tentativi riuscì a farle della dimensione adatta per il corpo di Jimbe, che per tutti, ma soprattutto per lei, si rivelò veramente un GRANDE PESO!
Individuarono, per loro somma gioia, le scale che li avrebbero condotti ai livelli superiori.
<< Alicia, devo parlarti >> disse ad un tratto Natasha, mentre salivano la rampa.
Aveva finalmente trovato il coraggio di affrontare la sorella: non le importava se per questo si sarebbero dovuti fermare. Lei doveva farlo.
Alicia la guardò di sottecchi, con evidente diffidenza, ma le si poteva leggere un’ombra di indecisione sul volto.
<< Non è il momento >> tagliò corto, tornando a guardare avanti a sé.
<< No ascoltami, è import… >>
<< Ehi, voi laggiù! >> esclamò all’improvviso una voce dalla cima delle scale.
<< Guardie, che seccatura…! >> sbuffò Alicia.
I guarda carcerieri si avvicinarono a loro, le armi in pugno: prima posarono lo sguardo su Alicia e Natasha, dopodiché rimasero scioccati di trovare alle loro spalle i tre pericolosissimi detenuti.
<< Portuguese D. Ace… Jimbe il cavaliere del mare e… Crocodile??? >> disse una delle guardie, sbiancando di colpo << come avete fatto ad evadere?? >>
<< Ci penso io a loro >> disse Crocodile annoiato, e con un gesto del braccio lanciò una falce di sabbia che li colpì appieno. Un attimo dopo le guardie erano accasciate a terra, completamente disidratate.
Natasha schioccò la lingua contro il palato, infastidita dal modo di combattere di quell’uomo: a dir la verità qualunque cosa facesse non le andava a genio, era più forte di lei.
Ace si avvicinò ai cadaveri, decisamente schifato, ma poi qualcosa attirò la sua attenzione e si chinò a frugare tra i resti. Dopo un po’ si rialzò, con in mano qualcosa:
<< Guardate un po’ che abbiamo qua! >> disse mostrando vittorioso l’oggetto in questione: era un lumacofono.
In quel momento iniziò a vibrare, e tutti si lanciarono delle occhiate, incerti sul da farsi. Alla fine decisero di rispondere, facendo parlare Natasha:
<< Pronto…? >>
<< Pronto, qui è la base. Informiamo il corpo delle guardie che Monkey D. Luffy è stato catturato. Verrà condotto al più presto nel carcere del 5° livello. Raccomandiamo la massima attenzione durante il trasporto. Passo e chiudo >>  
<< L-Luffy…!! >> urlò Ace, sgranando gli occhi alla notizia.
<< Non è possibile… >> mormorò Alicia coprendosi la bocca con una mano.
<< Prima, quando stavamo venendo qua, ci eravamo imbattute in lui: l’avevamo intravisto mentre combatteva contro il direttore Magellan, se non sbaglio… non ci siamo potute fermare per questioni di priorità, ma non pensavamo che avrebbe avuto la peggio… >> disse Natasha sconfortata.
<< Tzé… quel bamboccio si è fatto catturare come un principiante! Ma cosa gli è saltato in testa di sfidare il direttore della prigione? >> sbuffò sprezzante Crocodile.
<< Dobbiamo salvarlo… non possiamo lasciarlo qui! >> proruppe Ace in preda al panico.
<< Calmati, Ace! >> intervenne Jimbe, ma non ci fu nulla da fare: il ragazzo non ascoltava nessuno, gli occhi spalancati sul nulla, la disperazione ben evidente sul volto, mentre un tremolio iniziò a percorrerlo da capo a piedi. Cadde in ginocchio, demoralizzato:
<< È tutta colpa mia… solo colpa mia…! Se solo non fosse venuto qui per salvarmi…! >>  
<< Ehi, ehi! Calmati, agitarti non ti servirà a niente >> tentò di tranquillizzarlo Alicia, chinandosi su di lui.
<< Tu non capisci… io… io devo salvarlo! Non me ne andrò senza di lui! >>
Alicia sospirò, voltandosi poi verso gli altri, in cerca di qualche suggerimento, ma gli altri erano a corto di idee come lei. Tornò quindi a guardare Ace e alla fine si decise:
<< Beh, non abbiamo molta scelta. Vista la situazione, dobbiamo recuperare Luffy! L’ideale sarebbe mandare solo uno di noi, con cui poi ci riuniremo una volta giunti alla nave; così eviteremo di creare troppa confusione nei livelli sottostanti. Ben presto si accorgeranno della sparizione di Ace, ed è meglio se per allora noi saremo lontani da lì >> ragionò ad alta voce, dopodiché guardò uno per uno i suoi compagni di avventura.
Infine lo sguardo si posò su Crocodile.
<< Tu…! >>
<< Ah no, non se ne parla proprio! >> replicò quest’ultimo << io non mi rifaccio di nuovo il quinto livello per cercare quel moccioso! >>
<< Devo ricordarti che hai un debito verso di noi? Non ti conviene avermi come nemica >> fece Alicia, tramutando con aria minacciosa un braccio in acqua.
Crocodile digrignò i denti, tuttavia la ragazza poté notare con soddisfazione il pallore improvviso sul suo volto: lei era proprio il tipo di avversaria che poteva sconfiggerlo più facilmente, e questa era una gran seccatura per lui.
<< E va bene… non conviene aprire un altro scontro qui. Inoltre ho anche la certezza che non ve ne andrete senza di me, visto che scorterò Cappello di Paglia. L’idea non mi entusiasma per niente, ma evidentemente non ho altra scelta >>
<< Bene >> disse Alicia soddisfatta, dopodiché si mise a cercare qualcosa negli abiti delle guardie eliminate da Crocodile. Ad un certo punto ne estrasse un foglio ripiegato e giallastro: lo aprì e si mostrò ai loro occhi una mappa ben dettagliata della prigione, sia negli interni che negli esterni.
Spiegò al pirata la posizione della loro nave e come riconoscerla, poi gli raccomandò di stare attento a non farsi scoprire, e di aspettare prima che Luffy venisse chiuso nella cella e poi portarlo via.
Crocodile annuì ad ogni passaggio, leggermente seccato, dopodiché si dissolse in sabbia e sparì dalla loro vista.
Alicia sospirò sollevata, quindi si voltò verso Ace, che intanto si era rialzato da terra.
<< Hai visto, Ace? Salveremo anche tuo fratello, non temere! >>
<< Non so come ringraziarvi… >> fece lui abbozzando poi un sorrisetto tirato: si vedeva che era molto provato, sia fisicamente che psicologicamente. Quella notizia su suo fratello era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso: fortuna che erano riusciti a risolvere la faccenda in qualche modo!
Alicia sperò davvero che Crocodile avrebbe mantenuto fede alla sua promessa, e che sarebbe tornato vittorioso insieme a Luffy.
<< Bene, e ora veniamo a te >> riprese ad un certo punto, guardando la sorella.
<< Eh…? >> fece quest’ultima perplessa.
<< Ora mi sembra sia il momento giusto per fare quella cosa di cui ti avevo accennato prima, dove servirà la tua divisa >> spiegò Alicia con sicurezza.
<< Sono tutta orecchie >> disse Natasha e subito la sorella le si avvicinò, spiegandole a bassa voce la sua idea.  
Natasha imboccò il corridoio a destra.
La missione che le era stata affidata non era tra le più semplici, ma lo stesso aveva accettato l’incarico senza esitazioni, ben sapendo che se tutto fosse filato liscio avrebbe avuto come ricompensa una dolce vendetta, ma anche consapevole che se qualcosa fosse andato storto per lei sarebbe stata la fine.
Cercò di scacciare i brutti pensieri scuotendo la testa: ora doveva solo concentrarsi sulla missione da compiere. Alicia aveva avuto una bella idea, anche se rischiosa, e non poteva farsi sfuggire un’occasione del genere.
Svoltò a sinistra e per sicurezza, ma anche per colmare quel silenzio, ripercorse con la mente quel che si erano dette lei e la sorella appena qualche minuto fa:
“ << Devi stare molto attenta Natasha, hai capito? Questo è un lavoro molto delicato: a un minimo cenno di insicurezza possono smascherarti e non credo che poi riusciresti ad avere la meglio in uno scontro contro Magellan, quindi fa molta attenzione! >>
<< Sì, ho capito! Conta pure su di me >> annuì Natasha quando per l’ennesima volta la sorella le ripeté quella cantilena.
Ok, aveva ragione ad essere così prudente, ma lei non era mica una sprovveduta! Inoltre era la sorella maggiore tra le due: sentirsi fare queste raccomandazioni dalla più piccola non era il massimo.
<< Dopo che il direttore ha sconfitto Luffy è tornato nel suo studio, che si trova qui, al 4° livello, e da quanto si è capito dovrebbe essere ancora là. Il tuo compito è raggiungerlo e fare quello che ti ho detto. Ti ho disegnato su un foglio una riproduzione della mappa della prigione, così non potrai perderti >>
Natasha prese il foglio e guardò la sorella con un velo di dolcezza:
<< Grazie Alicia >>
La minore si rialzò, insieme a tutti gli altri che si erano radunati attorno a loro due, ma l’altra la fermò, afferrandola per un braccio:
<< Aspetta…! Ho bisogno di parlarti >>
Alicia rimase per un po’ in silenzio a fissarla titubante, poi annuì. Ace e Jimbe, cogliendo la delicatezza del momento, decisero di allontanarsi, lasciandole la loro privacy.
<< Cosa devi dirmi? Fai in fretta, non abbiamo molto tempo… >> disse fredda Alicia.
<< Ti prego, ascoltami… io… io sono molto pentita di quel che ho fatto: ho sbagliato, me ne sono resa conto in quello stesso momento, e non c’è attimo in cui non mi dia della stupida per il mio comportamento! Ho ignorato la promessa che ci eravamo fatte quella volta, ho ferito i tuoi sentimenti, nonostante fossi consapevole che il tuo amore per Ace è quanto il mio, anzi, forse anche di più… >>
Alicia, che fino ad allora era rimasta ad ascoltare a braccia conserte con un’espressione impassibile, sollevò impercettibilmente il sopracciglio, mentre sul suo volto iniziava ad accendersi qualcosa.
<< Mi sento uno schifo e tu hai tutte le ragioni per odiarmi e non volermi parlare, però… adesso abbiamo una missione da compiere, litigare tra noi complicherebbe solo le cose e potrebbe compromettere la riuscita stessa di questa impresa. Al momento forse dirai che sto esagerando, ma è così: se non siamo uniti i nemici ne approfitteranno! Inoltre io voglio fare pace con te: non mi piace litigare in generale, men che meno con la mia sorellina e ormai non so più come scusarmi, visto che sto andando avanti con questo monologo fino alla nausea, per cui… ti chiedo di perdonarmi >>
Natasha si concesse un attimo di pausa, per riorganizzare le idee e riprendere il respiro, poi aggiunse:
<< Non farlo per me, non ti chiedo questo; fallo per Ace e per onorare tutti gli sforzi compiuti finora >>
Infine tacque e rimase ad osservare la sorella, che per un po’ continuò a rimanere nel suo silenzio assorto. Alla fine parlò:
<< Tu… sei la persona più pazza che io abbia mai conosciuto >>
Natasha abbozzò un sorriso e a quel punto anche Alicia sciolse la sua espressione corrucciata e si concesse di sogghignare. La maggiore si fiondò ad abbracciarla, stringendola forte:
<< Scusami, scusami, scusami… sono stata una tale idiota! >> disse sprofondando il viso tra i capelli dell’altra.
<< Già, questo l’ho sempre saputo, ma ahimé ti devo tenere così come sei! >> rispose con tono scherzoso Alicia, accarezzando il capo della sorella.
<< Giuro che da adesso in poi mi impegnerò a mantenere le mie promesse, e non metterò mai più i miei interessi personali prima della tua felicità! Vedrò di essere una brava sorella maggiore >> disse una volta sciolte dall’abbraccio.
<< Quindi rinnoviamo la nostra promessa? >> propose Alicia tendendole il mignolo.
<< Sì! Non litigheremo mai più per un uomo! Se una di noi due riuscirà a conquistare Ace, lo avrà fatto in maniera leale, lasciando a lui la scelta, e per nessuna ragione ciò incrinerà il nostro rapporto. Lo giuro >> disse Natasha afferrandole il mignolo con il proprio.
<< Lo giuro >> l’accompagnò la sorella.
<< Amiche come prima? >>
<< Amiche e sorelle per sempre >> confermò Alicia.
Ace e Jimbe, che per tutto quel tempo erano rimasti in disparte, non poterono non sorridere di fronte al profondo legame che c’era tra quelle due sorelle.
<< Mi sembra che stessero parlando anche di te >> osservò Jimbe.
<< Cosa? Davvero? >> fece Ace stupito << Tu sei riuscito a sentire cosa hanno detto? >>
<< Col mio udito sviluppato non ho potuto evitare di ascoltare i loro discorsi, ma per rispetto della loro privacy non ti dirò nulla >>
<< Ma… stavano parlando di me! Su, non essere così fiscale! >> si lagnò Ace.
<< Mi spiace, ma dalla mia bocca non uscirà una sillaba a riguardo! >> s’impuntò l’uomo-pesce, incrociando le braccia.
<< Tanto vale allora che non mi dicevi nemmeno che mi avevano nominato! >> protestò indispettito il giovane.
<< Chi sarebbe che ti ha nominato? >> intervenne in quel momento Natasha sorridendo, con affianco la sorella.
<< Ugh… nessuno… >> fece Ace impacciato, cercando di liquidare il discorso, e gli altri scoppiarono a ridere.”
Le labbra di Natasha si distesero in un sorriso al ricordo di quella scena: fortunatamente una delle maggiori fonti di stress si era dileguata prima che entrassero nel vivo della missione; adesso poteva concentrarsi unicamente su quel che doveva fare.
Nonostante fosse sicura di quello che si accingeva a compiere, Natasha si trovò a chiedersi se avrebbe saputo recitare bene davanti al direttore. Non ricordava di avere particolari abilità in merito, ma doveva provare lo stesso: Alicia contava su di lei e in quanto sorella maggiore non voleva assolutamente deluderla.
Dopo aver camminato per un bel po’ intravide una porta in fondo al corridoio, e man mano che si avvicinava poté distinguere sempre meglio la scritta “STUDIO DEL DIRETTORE” infissa sulla superficie in legno. Quando fu ad un passo da essa si arrestò e il cuore iniziò a martellarle nel petto. Lentamente alzò il braccio e, trattenendo il respiro, bussò delicatamente alla porta.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Rieccomi gente! Sì, sono ancora viva XD Mi scuso per l’ennesimo ritardo, so che vi ho fatto aspettare molto, ma stavolta vi porto un capitolo bello pieno! ^^ Spero che almeno abbia ricompensato la lunga attesa! Come avete potuto notare, in questo capitolo sono racchiusi sia momenti estremamente demenziali (da Jimbe che si incastra ad Ace che fa il bimbo capriccioso X’D), che estremamente sentimentali (come il dialogo tra le due sorelle) e spero di non aver fatto un bel minestrone di cattivo gusto! XS È  che voglio esprimere quanto più possibile i pensieri dei miei personaggi, liberandoli nella loro essenza sia comica (creata da me) che tragica! XD Comunque, da adesso in poi se ne vedranno delle belle, quindi continuate a seguire! (Altri momenti demenziali non mancheranno, garantito X’D) Beh, fatta questa premessa, fatemi sapere quel che pensate gente! Vi aspetto ;-) Al prossimo capitolo!
 
Rabù Darkevil 
  
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