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Autore: La Setta Aster    11/06/2015    1 recensioni
Vi è mai capitato, scrutando il cielo, di sentire dentro di voi la sensazione che altri occhi come i vostri siano puntati al firmamento in cerca di risposte? E se vi è capitato, avete provato a parlare con le stelle? Aster, una ragazza aliena di Neo Cydonia, e James, un giovane terrestre come voi, a distanza di anni luce hanno in comune un cuore sempre in fuga dal mondo, in direzione dell'universo.
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Più o meno nei pressi di Urano, appena superato Plutone, Kibernete frenò la corsa e diminuì considerevolmente la velocità. In realtà, l’astronave non accelerò che di un quarto della velocità della luce: fu lo spazio stesso a spostarsi. In questo consiste la manovra di curvatura: tramite una tecnologia basata sull’Energia Cosmica, si può creare un tunnel spaziotemporale, all’interno del quale lo spazio si piega fino ad unire il punto di partenza al punto di arrivo. È come disegnare un punto A e un punto B su un foglio di carta rettangolare. La via più breve per giungere da A a B sarebbe una linea retta, direbbe un umano. Ma un abitante della galassia sa che la via più breve è piegare il foglio affinché A e B non coincidano. Comunque, l’astronave aveva ormai superato anche Giove. Finalmente la Ziggy Stardust giunse in vista della Terra. Man mano che si avvicinavano al pianeta, esso prendeva sempre più colore, fino a diventare la splendida biglia blu che Aster aspettava da tanto tempo di vedere. Le più sconvolgenti emozioni scossero l’animo di Aster: suo padre che le sorrideva e le diceva che era la sua piccola cosmonauta, i film guardati al suo fianco, le canzoni che lui le aveva fatto conoscere. Davanti a quel piccolo, splendido pianeta, prendevano vita in una frase “ecco la Terra, papà” disse, con copiose lacrime che le sgorgavano dagli occhi.

“lui sarebbe fiero di te” le disse Kibernete.

Ora la zona al sole mostrava un oceano e una parte di quel lungo continente sdraiato da polo a polo che divideva due immense distese d’acqua azzurra, e che gli umani chiamavano America. La destinazione, però, era l'Italia, penisola che si stirava nelle acque del Mare Mediterraneo. Quella parte del globo vedeva i confini delle zone più abitate delineati da recinti di luci che si riconoscevano chiaramente anche dallo spazio. Altri luoghi, invece, come la profonda Africa, erano oscuri, arcani, e parevano chiamare Aster per nome, invitandola a visitarli.

“Kib… pensi che vedrò mai quei luoghi?” domandò Aster.

“non lo so. Ma ho paura” rispose con un tono che mai Aster avrebbe creduto di percepire dalla voce di un sintetico.

“paura? E come mai?”

“i miei segnali individuano un potente filtro che qualcuno ha posto intorno alla Terra: non tutte le trasmissioni riescono a passare, solo quelle che vogliono loro

“loro chi?”

L’attesa prima della risposta non era certo un buon segno.

“io avrei una ipotesi, e credo che tu sappia quale sia”.

Aster sapeva bene: i potenti della galassia volevano nascondere la Terra e l’umanità. Ma perché? Cosa nascondevano? Cosa si celava fra quei colori così meravigliosi che ricoprivano il pianeta? sotto quelle grosse nuvole vaporose che prendevano dominio su una parte di un grande oceano.

Voglio scoprire cosa mi stanno nascondendo. Cosa stanno nascondendo a tutta la galassia. E avrò le mie risposte.

Decisero di attendere ad entrare nell’atmosfera, e rimanere mimetizzati in orbita ancora per qualche giorno, di modo da fare ricerche sul ragazzo che Aster aveva visto in sogno, e dal quale era diretta. Trovarono qualcosa di incredibile, sensazionale per lo studio degli esseri umani: uno spazio virtuale nel quale un oceano di individui condividevano parole, immagini e una vita fittizia. Lo chiamavano Social Network. Era una fonte incredibile di informazioni su chiunque, informazioni su chi fosse, quale lavoro facesse, quali fossero le sue passioni, idee, i suoi pensieri, e molto altro ancora. Aster, emozionata dalla scoperta, prese a sbirciare nelle vite di svariate persone, cercando il mittente della chiamata. Innanzitutto, attraverso i suoi ricordi identificò grossomodo la zona dalla quale era stato inviato il messaggio mentale. Chiese a Kibernete di preparare una cernita di tutti i ragazzi che abitavano nella zona di quella che nella mappatura terrestre è detta ‘provincia di Varese’, e che potevano corrispondere a una descrizione che si potrebbe fare di Aster stessa, oltre ai dettagli estrapolati dal ricordo del sogno. Era certa che chi l’aveva chiamata doveva essere simile a lei, o le loro menti non si sarebbero mai toccate, non a quella distanza. In pochi secondi, Kibernete elaborò i milioni di dati, preparando un lungo elenco di ragazzi, migliaia di persone. Sapevo che ce n’erano tanti!

Le ore passavano, ma Aster non era mai stanca. Davanti a lei, su un ologramma scorrevano tantissime identità diverse, ma simili, in fondo. Qualcuno preferiva i Beatles, qualcun altro invece preferiva i Rolling Stones. Ma tutti, o quasi tutti, sembravano essere accomunati dalla sofferenza per la solitudine, l’emarginazione, e solo in quegli spazi virtuali sembravano trovare conforto. Essi temevano la società, la criticavano, si sentivano come i trecento spartani di Leonida che combatterono valorosamente contro diecimila persiani, e morirono per salvare tutto ciò che a loro era caro: la libertà. Ma provare una simile sensazione nei confronti di una società che avrebbe dovuto accoglierli… perché? Perché? Credevo fossero molti di più i ribelli. Ogni libro, film, canzone combatte proprio contro quelle persone che sembrano essere ‘la società’. Perché tutti i sognatori, tutti quelli come me, che mi sarebbero amici, non si uniscono per combattere insieme con ogni forma d’arte? Nessun grande uomo o grande donna è contro di loro, semmai è contro la cosiddetta ‘società’. Non capisco.

Dopo diverso tempo, riuscì a trovare il profilo di un ragazzo che riconobbe essere il suo bersaglio. Era lui: cappello da cowboy in testa, chitarra in mano; italo-americano – quindi doveva parlare due lingue – e appassionato di avventura, che sia essa avventura nello spazio o sulla terra o per mare. Ma fu un particolare ben preciso a convincere Aster che il ragazzo con cui aveva a che fare era lo stesso che le aveva inviato il messaggio. Sul suo ‘diario’ del profilo di Social Network, egli aveva scritto un suo pensiero, i versi di una canzone: “extraterrestre, portami via, voglio una stella che sia tutta mia; extraterrestre, vienimi a pigliare, voglio un pianeta su cui ricominciare”. Era lui. Si trattava della canzone Extraterrestre, di Eugenio Finardi, ma ancora più importante, pareva aver ispirato l’ultimo messaggio ricevuto dalla ragazza, quello di soccorso. Aster, ancora nuda, si carezzò il ventre come se il ragazzo potesse vederla, come se fosse lui stesso ad accarezzarla. 


ANGOLO DEGLI AUTORI:
Un breve capitolo che mette in gioco un fattore cardine della società moderna: il Social Network. Si può essere pro o si può essere contro, ma è inevitabile scontrarci il muso. Si potrebbe parlare addirittura di 'Era del Social Network', è il carattere distintivo di queste genereazione, oltre ad essere un magazzino incredibile di dati sociali e umani. Insomma, è un resoconto della nostra civiltà, di quella che corre oggi, almeno. Immaginate, fra mille anni, un archeologo che riesca ad entrare nei database di Facebook, saprebbe stilare un modello di quello che è l'umanità oggi, nel bene e nel male, dal punto di vista non più dei grandi uomini, ma da quello dei popolani...
 
  
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