Non volevo lasciarlo andare in quel modo,davvero. Non adesso che tutto stava lentamente tornando come prima. So che non dovrei essere ancora così presa da lui,ma mi attrae più della forza di gravità è qualcosa di cui non riesco a fare a meno,ci ho provato,gli ho detto di andare via,ma sono tornata a riprenderlo perchè non sappiamo stare assieme ma nemmeno lontani e penso che sarà così,per sempre.
Lo sto aspettando ormai da non so quanto tempo,seduta sul mio letto.  Aveva detto che doveva portarmi in un posto,ed onestamente non ho la minima idea di quale posto possa essere dato che non possiamo andare via da questa casa maledetta.
Sento la porta cigolare,e lo vedo. Le parole mi si bloccano in gola e riesco solo a farfugliare in un modo incomprensibile.
Non l'ho mai visto così. MAI. Si blocca sull'uscio,permettendomi di ammirarlo per qualche minuto: è mozzafiato.
Ha indossato un pantalone nero di raso che gli cade sulle scarpe dello stesso colore,una camicia bianca che aderisce perfettamente al suo corpo ed il collo è sigillato da una cravatta color catrame. Si accorge che lo sto fissando e mi sorride aspettando che dica qualcosa.
"Tate sei..sei.." ricordo ciò che mi ha fatto..non posso lasciarmi andare così facilmente! Per rispetto di me stessa e della mia famiglia.. "sei in ritardo! Ti aspetto da secoli!                                                                                                                                                          
Mi pento di aver modificato le mie parole,ma deve pagarla ancora,almeno ora che riesco ancora a controllarmi,ora che i miei sentimenti non hanno ancora preso il sopravvento.
Tate,un pò deluso, cerca di sfoderare il suo miglior sorriso e mi dice " Mi farò perdonare,vedrai".                                                                       Quel ragazzo è l'unico,davvero,l'unico capace di farmi provare emozioni contrastanti nello stesso secondo: rabbia,odio,amore. Corre verso il mio letto,mi afferra la mano e mi fa sollevare,corre  per il corridoio facendo attenzione però,a non lasciare mai la mia mano ed apre la botola che porta alla soffitta. Vuole portarmi da Beau? Ovviamente appena saliamo le scale che scricchiolano ad ogni nostro passo,ci arriva accanto ai piedi una pallina rossa. Tate abbraccia suo fratello con enfasi e,presa da quel momento,lo faccio anche io. Osserva la mia faccia perplessa e capisce che non comprendo il motivo per cui siamo lì. Così sposta il mobiletto dove trovai le foto della famiglia Montgomery e scopre una porticina in mogano con un pomello dorato ormai coperto dalla polvere. La apre cercando di fare meno rumore possibile e mi invita ad abbassarmi e tenergli la mano. Le pareti sono coperte di ragnatele tanto da non permettermi di riconoscerne il colore,ad un certo punto il tunnel si allarga e si innalza,fino a permettermi di camminare in piedi,normalmente. Arriviamo in una piccola sala da pranzo,con un caminetto accesso che fa da luce e riscalda tutta la stanza,un tavolo color ebano che sovrasta e regna nella sala ed un divano rosso,con lo schienale molto alto e rifinito da un bordino nero,tutto molto retrò. La tavola è completamente imbandita con prelibatezze di tutti i tipi,così ci sediamo ma non uno di fronte all'altro,come era solito fare,ma uno accanto all'altro. Le cose normali non ci sono mai piaciute. Mentre mangiamo lo guardo sempre  intensamente negli occhi,quando lo guardo mi sento viva davvero,ha questo enorme potere. Mi guarda anche lui. Tutto si è fermato,siamo io,lui e nessun altro. Per la prima volta possiamo stare davvero insieme senza essere disturbati da nessuno. Appena finito,ci stendiamo sul divano,illuminati dalla luce fioca del camino. Le sue braccia mi avvolgono e sento una strana sensazione nello stomaco.. La fiamma si riflette sul suo candido volto e dà risalto al suo sorriso,Dio quant'è bello. Mi da un bacio sulla fronte e rimaniamo cos ì,abbracciati e sarà per l'atmosfera,sarà per la stanchezza ci appisoliamo.  Appena svegli ritroviamo nella camera tutti,ma proprio TUTTI i fantasmi della casa all'appello. Da Nora e Charles ai miei genitori. C'è addirittura Taddeus,stranamente calmo. Mi alzo di scatto.
"Ragazzi,abbiamo qualcosa di davvero importante da dire anche a voi" inizia Nora,con voce indifferente
"La casa è stata venduta" esordisce Hayden volendo troncare la conversazione ed andare via,infatti inizia ad imboccare il tunnel per l'uscita quando Charles la ferma e dice:
"Sapete ragazzi,noi fantasmi sappiamo di non essere sempre così magnanimi e di avere strani istinti a volte,perciò vogliamo solo dirvi di fare attenzione,non create scompiglio,soprattutto tu Tate,non vogliamo altre morti."
Tate rabbrividii.
Aveva paura di far del male a qualcuno e si sentiva gli occhi di tutti addosso,ed io assieme a lui. Ma più di tutti sentivo pesare come un macigno su di me lo sguardo della mamma. Deluso,rammaricato. Come le avrei spiegato tutto? Come avrei giustificato il fatto che nonostante tutto non riesco a stare lontana dal ragazzo che l'ha violentata e praticamente uccisa?
I dubbi si facevano strada nella mia mente contorta e cercavano di trovare,velocemente una soluzione. La mano ancora nella mano di Tate e gli occhi di decine di fantasmi provenienti da diverse epoche puntati addosso.
Volevo tagliarmi ancora.




Piccolo spazio insignificante
Questa è la mia prima storia perciò,se potete recensitela,accetto qualsiasi critica! Servono a migliorare :) Appena posso scriverò il prossimo capitolo anzi,scusate per il ritardo nello scrivere questo.