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Autore: Xephil    13/06/2015    5 recensioni
Tre Shinigami. Tre personalità. Tre anime legate dall'amicizia e da un destino in comune.
Keishin Akutabi è uno Shinigami impulsivo e a volte immaturo, ma anche coraggioso e altruista. Maestro del Zanjutsu.
Meryu Kitayama è l'opposto: Shinigami calmo e riflessivo, che di rado mostra le sue emozioni. Maestro dell'Hakuda.
Kaisui Kitayama è il ponte che collega due personalità così diverse: Shinigami gentile e generosa ma al contempo severa e ostinata. Maestra del Kido.
Anche se sembrano tre comuni Shinigami, forse, in realtà, in loro c'è più di quel che vedi... E mentre l'oscurità si addensa e la loro realtà viene sconvolta dal tradimento, i tre dovranno raccogliere tutto il loro coraggio e la loro forza per proteggere due mondi e impedirne la distruzione.
Ciao a tutti! è la mia prima fanfic, ma vi chiedo di essere quanto più sinceri possibile con le vostre recensioni. Mi serviranno per migliorarla! La mia storia segue la trama della prima serie di Bleach fino alla sconfitta di Aizen, ma con protagonisti i miei personaggi e, quindi, diverse parti della storia reale saranno modificate. Spero vi piaccia e buona lettura!
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hitsugaya Toushirou, Kurosaki Ichigo, Soi Fong, Sosuke Aizen
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Chronicles of Three Shinigami - Shinigami Gaiden'
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Salve! Salve! Salve a tutti!!!! Ebbene sì: sono tornato!!!
Scommetto che non ci speravate più, eh? Ma non ho intenzione di lasciarvi in sospeso per sempre, non preoccupatevi! Detto questo, devo ammettere che questo capitolo è stato un parto.. è il più lungo e difficile che abbia mai fatto e direi che, dal tempo passato dal mio ultimo aggiornamento, potete capire eccome. Più di un mese è passato.. sono davvero un disastro con i tempi, ma per farmi perdonare ho deciso di non dividerlo come volevo inizialmente fare. Vedrete tutto il combattimento tra i miei tre protagonisti e Aizen fino alla fine! Anticipo anche che ho aggiunto alcune immagini per evidenziare il cambiamento dell'aspetto di Aizen col procedere della battaglia.
Non vi trattengo oltre, avete aspettato già troppo. Perciò vi dico il resto a fine capitolo e buona lettura! Spero vi piaccia!!




 

Capitolo 21: Disfatta
 
La battaglia tra i tre Shinigami del Gotei 13 e lo Shinigami traditore infuriava con una violenza inaudita, riempiendo l’aria, già satura di polveri e sabbia per la bufera ancora attiva, di fiammate, esplosioni, tuoni e lampi. Nessuno era intenzionato ad arrendersi.
“Moeru Ryusei!”
Un’enorme sfera di fuoco si abbatté al suolo scatenando una potente esplosione; Aizen, evitatala con uno Shumpo, balzò su un tetto poco lontano inseguito da Keishin, che brandì in alto la sua spada a doppia lama e sferrò un colpo talmente forte da tagliare in due l’intero edificio su cui l’avversario poggiava. Avendo evitato l’attacco, Aizen ne uscì incolume, ma Keishin lo incalzò subito sferrando altri due fendenti che furono respinti dalla Zampakuto dell’ex-Capitano, il quale contrattaccò con alcuni affondi e fendenti che lo Shinigami dagli occhi scarlatti bloccò roteando la spada intorno al suo corpo come un bastone e rispondendo con un fendente che Aizen evitò abbassandosi all’ultimo istante per poi puntare una mano contro il fianco di Keishin e mormorare: “Raikoho!” L’Hado n°63 esplose dal palmo del Capitano traditore investendo il suo ex-sottoposto con un’onda di energia dorata che polverizzò ogni cosa entro un raggio di cento metri.
Prima ancora che il bagliore dell’incantesimo svanisse, però, Aizen scorse con la coda dell’occhio un’ombra sopra di sé e fece appena in tempo a sollevare la katana per bloccare il calcio discendente di Meryu che impattò violentemente sul piatto della lama generando un’onda d’urto che fece vibrare l’aria e spazzò via per un breve momento le particelle di sabbia circostanti. Con una rotazione del polso Aizen allontanò la gamba dell’argenteo da sé e lo colpì con un rapido fendente al torso tagliandolo a metà. Tuttavia, le due parti del corpo svanirono quasi all’istante nell’aria e l’ex-Capitano dovette concentrarsi al massimo per riuscire a percepire appena in tempo i movimenti ai suoi lati e intercettare così i colpi sferrati da Keishin, che aveva evitato il Kido precedente con uno Shumpo, e Kaisui, l’uno con la sua spada, l’altra con le lame formatesi sulle sue braccia.
I due Shinigami non demorsero e lo attaccarono ancora con una sincronia praticamente perfetta e un’abilità incredibile, per nulla inferiori a quelli dei Capitani affrontati in precedenza, rendendo difficile perfino ad Aizen respingere tutti i loro colpi, soprattutto quando Keishin divise la sua Zampakuto in due e Kaisui fece comparire altre due lame dalle sue gambe e iniziò ad attaccare alternando arti superiori e inferiori, raddoppiando entrambi il numero dei loro colpi. L’assalto costrinse infine Aizen ad allontanarsi con un rapido Shumpo quando alcuni attacchi arrivarono talmente vicini da lacerargli la veste e graffiargli la pelle in più punti delle braccia; tuttavia fu subito raggiunto da Meryu che attaccò con un potente pugno potenziato da un getto di reiatsu emesso dal gomito. L’ex-Capitano bloccò di nuovo il colpo con il piatto della lama della sua Zampakuto, resistendo a fatica mentre le punte del guanto sprigionavano scintille contro il metallo della katana, ma stavolta non fece in tempo ad allontanarlo che l’argenteo azionò i getti di reiatsu dalle ali del falco incastonato sopra l’avambraccio potenziando così enormemente il suo pugno e riuscendo di conseguenza a ribaltare la situazione, scagliando ancora una volta Aizen verso il suolo.
Questi riuscì a riprendere il suo assetto appena in tempo per trasformare uno schianto rovinoso in un atterraggio quasi morbido, ma non fece in tempo a raddrizzare il busto che davanti a lui c’era già Keishin pronto a colpire, le lame di nuovo unite in un’unica spada e gli occhi scarlatti scintillanti di furore. Una serie di violenti ed aggressivi attacchi fu respinta non senza fatica dalla Zampakuto di Aizen, il quale riuscì a sottrarsi alla furia dell’ex-sottoposto con uno Shumpo, anche se l’altro non perse tempo e lo incalzò di nuovo. Aizen volò in alto, mentre Keishin scagliava dietro di lui un’infinità di lingue di fuoco nel tentativo di colpirlo o perlomeno di limitare i suoi movimenti per renderlo più vulnerabile.
In quel momento, davanti al Capitano traditore riapparve la figura di Meryu, pronto a colpire con un potente colpo di tacco a propulsione. Stavolta, tuttavia, il nemico si aspettava quella mossa ed evitò il colpo con una rapidissima rotazione a destra portandosi così sul fianco destro dell’argenteo, completamente indifeso per via della mancanza del braccio. Colse la sua occasione e diresse un affondo fulmineo sul costato di Meryu, sicuro che non potesse essere un’illusione in quanto ancora impegnato nell’attacco e soprattutto per la chiara percezione della sua reiatsu. Con sua somma sorpresa, la punta della katana si fermò a breve distanza dal bersaglio, come se avesse impattato contro qualcosa di solido.
Un istante dopo la figura di Meryu tremolò ancora come un miraggio, ma invece di scomparire si trasfigurò in Kaisui, la quale aveva fermato l’affondo con la lama che spuntava dal suo braccio destro. Stavolta lo aveva davvero giocato: invece di creare un’altra immagine illusoria dell’argenteo per supportare un suo possibile assalto, aveva manipolato i sensi di Aizen in modo che l’illusione si sovrapponesse a se stessa alterando il suo aspetto in quello del fratello; inoltre, pur non potendo nascondere la reiatsu come poteva fare Kyoka Suigetsu, aveva alterato anche la percezione dell’avversario in modo da fargli sembrare che chi lo stesse attaccando fosse proprio Meryu. Una strategia davvero inaspettata e geniale.
Senza perdere tempo e approfittando dello sgomento dell’ex-Capitano, la Luogotenente ruotò su se stessa spostando la Zampakuto nemica e, mentre dall’esoscheletro della gamba sinistra le cresceva una lama sul tallone, vibrò un calcio rovesciato con quella stessa gamba verso il fianco sinistro di Aizen. La punta della lama fu fermata a pochi centimetri dal corpo di quest’ultimo da un Kido protettivo generato all’ultimo istante dalla sua mano sinistra, tuttavia Kaisui non demorse e spingendo più forte gridò: “Eaburedo!”
La lama sulla sua gamba si ricoprì di un’aura incolore ingrandendosi e aumentando la propria penetrazione. La barriera, già incrinatasi per il violento impatto, fu danneggiata ancora di più e cedette dopo un paio di secondi; quel tempo fu comunque sufficiente ad Aizen per balzare indietro ed evitare il colpo che stava per impalarlo da un lato all’altro del corpo. Così facendo, tuttavia, finì proprio sulla traiettoria di alcune nuove fiammate scagliate da Keishin, le quali si mossero come vive circondandolo e rinchiudendolo velocemente all’interno di una pulsante sfera infuocata. Osservando compiaciuto la scena, il suo ex-sottoposto allungò la mano libera verso quella prigione incandescente e chiuse gli artigli a pugno con un gesto secco; la sfera collassò all’istante su se stessa esplodendo con una violenza inaudita.
Quando il fumo si diradò, non vi era traccia del Capitano traditore. Per un istante sembrò che fosse stato davvero annientato. Solo per un istante.
Perché in quello successivo Aizen era ricomparso sopra Keishin e stava calando la sua Zampakuto sulla testa del secondo, troppo vicino e veloce per riuscire a fermarlo o schivarlo. Ancora una volta, però, il suo tentativo fu vanificato dall’intervento di qualcun altro: appena prima che la lama di Kyoka Suigetsu tagliasse in due il cranio di Keishin, la gamba corazzata di Meryu, spuntata dal nulla, intercettò la katana avversaria e la colpì sul piatto con tale violenza che non solo deviò il fendente, ma fece anche scattare bruscamente di lato il braccio di Aizen facendogli perdere, seppur di poco, il suo assetto e sbilanciandolo.
L’azione fu così rapida che Keishin a malapena se ne accorse, ma sfruttò subito l’occasione per spostarsi con uno Shumpo sul fianco rimasto scoperto di Aizen e colpirlo con un poderoso fendente. L’ex-Capitano, tuttavia, malgrado la posizione precaria, riuscì a sfruttare a sua volta lo sbalzo subito dal suo braccio per ruotare rapidamente il busto a 180°, così la lama di Suzaku Hikami incontrò quella di Kyoka Suigetsu anziché il fianco del possessore di quest’ultima. Il lieve sogghigno di Aizen durò comunque poco: con un ringhio di palese esasperazione, Keishin spinse sulla spada facendo retrocedere l’avversario e, liberate le lame con un brusco movimento, scagliò un Kasai no Kizuato a quella distanza ravvicinata che costrinse Aizen, impossibilitato a schivare, a bloccarlo con la sua Zampakuto. La potenza sprigionata dalla tecnica fu però sufficiente a scagliarlo contro un edificio con abbastanza violenza da sfondarlo e lasciargli ustionato il dorso della mano destra.
Approfittando di quel brevissimo istante in cui non giungeva un nuovo assalto, Aizen cercò di fare mente locale sullo scontro. Odiava ammetterlo, ma aveva decisamente sottovalutato quei tre Shinigami. Ognuno di loro, a partire dal suo ex-sottoposto.
La potenza rilasciata dai colpi dello Shinigami dagli occhi scarlatti era immensa, al punto che l’ex-Capitano poteva solo limitarsi a deviarli con la sua spada o a schivarli, avendo già constatato più volte che cercare di bloccarli era solo controproducente. Aizen non sapeva come Keishin stesse riuscendo ad usare il suo potere segreto, seppur in una versione depotenziata, senza esserne controllato di nuovo, ma grazie ad essa, in un confronto di forza e pura potenza distruttiva, era superiore non solo ai suoi compagni ma perfino a lui. Non era chiaramente ancora al livello della Ryujin Jakka di Yamamoto, tuttavia era una potenza da non sottovalutare assolutamente.
Certo, se si fosse trattato di uno scontro uno contro uno, avrebbe potuto concludere in un tempo molto più breve e senza troppe difficoltà. Anche se Keishin poteva superarlo in pura forza ed eguagliarlo nel kendo, in quanto velocità, poteri ed esperienza era invece nettamente inferiore al suo ex-Capitano, il quale più di una volta era stato sul punto di ucciderlo sul serio e se finora non c’era ancora riuscito era solo per l’intervento dei suoi compagni.
Riguardo questi ultimi, non aveva potuto fare a meno di sorprendersi per la tenacia e l’abilità dimostrate da Meryu Kitayama. Malgrado le sue condizioni tutt’altro che buone, il Luogotenente della Seconda Brigata combatteva con una determinazione e un vigore incredibili, usando una strategia “mordi e fuggi” piuttosto che un attacco continuo e frontale come il suo compagno, e non perché fosse un codardo, ma perché sapeva meglio di chiunque altro di non poter combattere uno scontro frontale con un avversario come lui nelle sue condizioni. Era certo scaltro, ma era la sua velocità il fattore più straordinario: pur con due arti mancanti e un Bankai chiaramente indebolito per la loro assenza, Meryu si muoveva con fluidità e prontezza anticipando i suoi movimenti ogni volta che schivava gli attacchi dei suoi compagni ed era sicuro che, se avesse avuto tutti e quattro gli arti, sarebbe stato anche più veloce di lui. I suoi colpi non erano certo potenti come quelli di Keishin, ma erano precisi e colpivano quando meno se l’aspettava, cogliendolo di sorpresa e rendendolo vulnerabile, anche se solo per brevissimi istanti.
Infine, la sorella di quest’ultimo, Kaisui Kitayama. Come aveva già avuto modo di appurare, la Shinigami non possedeva solo un Bankai problematico per il suo potere così simile alla sua Kyoka Suigetsu, ma anche un’incredibile abilità nel prevedere le mosse dell’avversario e nell’aiutare i compagni al momento giusto, supportandoli coi suoi poteri o con attacchi a sorpresa. Stava inoltre dimostrando una resistenza incredibile: malgrado la ferita che le aveva inferto e il notevole sforzo necessario a mantenere attivo il suo Bankai, stava riuscendo a usarlo egregiamente e con una puntualità quasi perfetta, rendendo gli attacchi suoi e dei suoi compagni quasi imprevedibili e letali.
Tutti e tre, inoltre, stavano mostrando una volontà di non arrendersi a dir poco invidiabile. Erano in condizioni fisiche tutt’altro che buone e non erano nemmeno riposati e freschi.. eppure continuavano a combattere come se niente fosse, con una determinazione incredibile e un lavoro di squadra eccellente.
Da soli non sarebbero stati un grosso problema.. ma insieme erano una forza da non sottovalutare, soprattutto considerando che anche lui stava arrivando al suo limite.
Infatti, per quanto Aizen fosse potente ed esperto più di qualunque altro Shinigami nella Soul Society, a parte Yamamoto, affrontare tutti quegli scontri con tutti quei Capitani e Vizard aveva richiesto l’uso di una grande quantità di energie e, di conseguenza, ora percepiva il suo corpo che diventava lentamente ma inesorabilmente sempre più pesante. Se voleva che il suo piano entrasse nella fase finale, doveva resistere e guadagnare ancora tempo. Dunque non poteva più prenderli alla leggera.
Tuttavia, sapeva esattamente come riprendere in mano la situazione.
Riacquistando la sua compostezza dopo aver osservato l’ustione sul dorso della mano, Aizen ripartì all’attacco contro Keishin, che non si fece indietro caricando anzi a sua volta l’avversario. Le loro lame s’incontrarono ancora una volta con un poderoso impatto e le fiamme su quella di Keishin arsero ancora più forti, al punto che Aizen strizzò gli occhi per il calore e i bordi delle maniche della sua giacca si annerirono; l’ex-Capitano, tuttavia, si riprese all’istante e allontanò rapidamente la spada, entrando subito dopo in un acceso scambio di colpi di Zanjutsu. Lo Shinigami dagli occhi scarlatti non retrocedette di un passo, rispondendo ad ogni attacco con un altro più violento e spingendo indietro Aizen; questi indietreggiò e volò in alto, seguito subito da Keishin. Continuarono a scambiarsi colpi furiosamente, tuttavia, per la prima volta, era Aizen a sembrare in difficoltà: i suoi movimenti stavano diventando più lenti e prevedibili, mentre la sua forza era a malapena sufficiente per contrastare quella di Keishin, che invece sembrava diventare sempre più forte.
Alla fine quest’ultimo riuscì a sferrare un fendente abbastanza potente da spingere indietro con veemenza l’ex-Capitano, malgrado la sua parata; senza fermarsi scagliò un potentissimo Taifu Jigoku che avvolse completamente l’avversario.
< Brucia, bastardo! Brucia e muori una volta per tutte! > pensò digrignando i denti e immettendo ancora più potenza nel suo colpo.
In quel momento, un dolore atroce pervase il suo corpo ed ebbe la sensazione che la sua testa stesse diventando più pesante, come se un peso enorme si fosse appena appoggiato su di essa. Si bloccò di colpo portandosi una mano alla faccia. < Maledizione! Non adesso! Devo.. devo resistere! >
Dentro di lui, Hikami, nella sua vera forma di fenice, faticava ad arginare lo tsunami di fiamme che proveniva dalle profondità più oscure della sua stessa anima. Da lì il terrificante volto infuocato continuava a vomitare fuoco e fiamme che lo spirito della Zampakuto bloccava parzialmente col suo corpo per lasciare passare solo poche lingue ardenti che venivano poi assorbite dal suo compagno Shinigami, posizionatosi tra le sue ali chiuse su di lui per proteggerlo.
Più tempo passava, più quel mare incandescente diveniva intenso e oscuro; infatti, inspiegabilmente il fuoco era di un rosso sempre più scuro, quasi sul nero in certi momenti e questo sembrava andare di pari passo con l’aumentare della sua forza. Che fosse un segno della crescente oscurità dentro il cuore dello Shinigami?
Hikami gemette ad una nuova ondata. “Non può durare a lungo, Keishin! Inizio a non farcela davvero più! Devi respingerlo.. ora!”
“No, non ancora, è troppo presto!” replicò Keishin assorbendo altre fiamme con un sospiro di stanchezza. “Devo prima sconfiggerlo!”
“Questa.. è una scommessa troppo azzardata! Se cediamo, è finita!”
“Sarà finita anche se ci arrendiamo! Concentrati e continua!”
Una risata malefica seguì le sue parole.
Continua, sì. Così renderai le cose molto più facili per noi.
“Non c’è nessun “noi”!” sbottò Keishin. “Perciò sta’ zitto!”
Capirai molto presto che è inutile continuare a negare. Presto vedrai la verità. Allora non resisterai più.
Ignorando quella voce, Keishin riprese coscienza sul suo corpo giusto in tempo per vedere Aizen, coperto solo da lievi bruciature, emergere dal fuoco del suo ultimo attacco e assalirlo con una rapidità incredibile. Ancora troppo stordito, lo Shinigami dagli occhi scarlatti sapeva di non potersi difendere in tempo.
Tuttavia, sapeva anche che non doveva temere quell’attacco.
Infatti, prima che la lama di Aizen potesse raggiungerlo, un paio di lame di falce si frapposero tra la Zampakuto del nemico e lui. Un istante dopo la voce di Kaisui risuonò nelle sue orecchie: “Ehi, Keishin, tutto bene? Non devi esporti così!”
“Non preoccuparti, non è niente!” mentì l’altro. “Non diamogli tregua!”
Senza farselo ripetere, la castana liberò le lame dalla katana dell’ex-Capitano e, creata un’altra lama sulla gamba destra, sferrò un calcio che l’altro evitò agilmente per poi spostarsi più in alto con uno Shumpo. Kaisui lo imitò e gli fu subito addosso, mentre intorno a lei si formavano quattro suoi cloni; le cinque Shinigami attaccarono in gruppo Aizen costringendolo sulla difensiva e distraendolo per un istante da ciò che gli stava intorno.
Questo permise a Meryu di coglierlo di sorpresa, comparendo all’improvviso sopra la sua testa ed attaccandolo con un potente pugno. Malgrado lo stupore, Aizen riuscì a respingere le lame delle avversarie ed alzare la spada appena in tempo per intercettare il colpo. O almeno così gli sembrò, poiché, mentre il braccio dell’argenteo era ancora a metà strada, il propulsore sulla sua schiena si azionò di colpo, trasformando quello che era un pugno in una carica con tutto il corpo.
La mossa fu talmente inaspettata e rapida che l’ex-Capitano non ebbe stavolta modo di difendersi adeguatamente e fu investito dal lato destro della schiena di Meryu con tanta forza da essere scagliato verso terra, dove, tuttavia, non arrivò mai: prima che potesse toccare il suolo, Keishin, che era ripartito alla carica, approfittò della sua caduta per incontrarlo a mezz’aria e impalarlo sulla sua spada.
“Allora, dimmi: che ne pensi di questo, bastardo?” gli chiese Keishin avvicinandosi al suo orecchio con un’espressione di feroce soddisfazione sul volto. “Credi ancora che non abbiamo speranze contro di te?” Il volto del suo ex-Capitano si voltò verso di lui, mostrando uno sguardo incredulo e un fiotto di sangue che gli colava dalla bocca. “E sappi che non ho ancora finito con te…”
Le fiamme sulla sua spada esplosero di colpo con una forza incredibile, avvolgendo l’intero corpo del traditore e iniziando a ridurlo in cenere.
In quel momento, una voce fin troppo familiare risuonò nell’aria: “Il fulmine che squarcia il cielo. Il bagliore che illumina le tenebre. Insegui ed elimina! Trova e distruggi! Il sibilo del serpente. La furia della tempesta. Non lasciare nulla di vivo al tuo passaggio!”
Tutti guardarono in alto e videro Aizen che volava sopra di loro.. all’esterno della bufera di sabbia generata da Kaisui. L’ex-Capitano aveva rinfoderato la Zampakuto e teneva le mani congiunte all’altezza del petto; in esse si stava concentrando una quantità immensa di reiatsu.
I tre, superato lo sgomento, fecero appena in tempo a rendersi conto di che cantico era per poi scagliarsi subito su di lui, ma era ormai troppo tardi.
Aizen puntò le mani verso di loro e la reiatsu al suo interno pulsò sempre più velocemente, mentre assumeva una colorazione brillante tra il verde e l’argenteo. Percependo il pericolo, Keishin allargò le ali e, con un potente battito, si portò fuori dalla bufera usando subito dopo uno Shumpo per portarsi davanti al Capitano traditore, in un disperato quanto sconsiderato tentativo di bloccare il colpo sul nascere.
“Hado n°93, Tengoku no Nami Hebi Kuchiku-kan!”
Un’onda abbagliante scaturì dalle sue mani incontrando a mezz’aria una delle lame della Zampakuto dello Shinigami dagli occhi scarlatti. Un istante dopo quest’ultimo si sentì spingere verso terra da una potenza incredibile, tale che nemmeno la forza ottenuta da quella sorta di demone interiore riusciva a contrastarla.
Digrignando i denti Keishin rafforzò la sua presa sulla spada e allargò le ali tentando di resistere, ma servì solo a rallentare leggermente la sua caduta.
Poi lo sentì: l’orrendo rumore di qualcosa che si frattura di colpo. E si ritrovò a fissare inorridito l’Hado di Aizen che spezzava la sua Zampakuto e lo colpiva di striscio alla spalla sinistra, bruciando la carne e aprendo una ferita profonda fino all’osso prima di continuare la sua corsa verso terra.
Prima che potesse impattare, però, l’onda si inarcò e volò verso la zona nord della città muovendosi sinuosa come un serpente. Giunse al limite della “dimensione” creata dal Bankai di Kaisui e iniziò un percorso circolare, cingendo il perimetro dell’intera bufera di sabbia in un anello di luce verde-argento.
“Ma cosa..?” mormorò Meryu confuso.
In quel momento sentì un piccolo gemito e, voltandosi, vide la sorella con un’espressione terrorizzata in volto. “Non può essere…” biascicava.
Prima che potesse domandarle che cosa avesse, l’Hado completò il suo percorso. L’istante successivo una potente vibrazione scosse l’aria e il vento cessò di colpo, lasciando ricadere le particelle di sabbia al suolo.
La dimensione dei miraggi era stata distrutta!
Kaisui si voltò di scatto verso Aizen. “Come.. come l’hai capito?”
“Una domanda piuttosto ingenua, Kaisui Kitayama” rispose l’altro sorridendo beffardo. “Hai dimenticato che la prima regola in combattimento è osservare attentamente l’avversario per capirne poteri e abilità? Quando hai combattuto con la chimera Allon e le Fraccion di Harribel, ho potuto osservare l’attivazione del tuo Bankai. E anche prima, quando lo hai riutilizzato, ho notato che la bufera di sabbia si scatenava solo dopo che quegli strani fiori erano sbocciati. Ho dedotto che fossero proprio quei fiori a generarla, dunque essi erano il centro di tutto. Se fossero stati eliminati, allora…” Non terminò la frase. Non ve n’era alcun bisogno.
Si limitò ad osservare i tre Shinigami sotto di sé con sguardo altezzoso e sprezzante.
In quel momento tutti e tre realizzarono. Era stato tutto un piano fin dall’inizio.
Aizen aveva continuato ad arretrare e volare sempre più in alto mentre lo incalzavano non per evitare i colpi, ma per avvicinarsi sempre di più al limite della tempesta. Finchè fosse rimasto lì dentro, avrebbe potuto difficilmente continuare ad affrontarli ad armi pari, soprattutto considerando la stanchezza che iniziava a sentire dopo gli scontri precedenti. Aveva così approfittato del Taifu Jigoku di Keishin per nascondersi momentaneamente alla vista e creare un illusione di se stesso sulla quale si erano accaniti ritenendola reale. E, nel mentre, lui era finalmente uscito dalla bufera di sabbia, sottraendosi così anche al suo potere illusorio, e, dulcis in fundo, aveva usato uno dei Kido più potenti mai creati per distruggere la bufera stessa una volta per tutte.
Il tutto era avvenuto con una rapidità incredibile, al punto che perfino ora facevano fatica ad elaborare tutte quelle improvvise illuminazioni. A peggiorare ulteriormente il loro stato d’animo era il fatto che nessuno dei loro attacchi era andato a segno. L’ex-Capitano era ancora illeso, eccezion fatta per un lieve taglio al braccio sinistro provocatogli in precedenza dal Vizard Hirako, qualche graffio e la piccola ustione alla mano causata dal suo ex-sottoposto. Era vivo, vegeto e ancora in forze.
Meryu era allibito e paralizzato dall’incredulità. Keishin era rimasto a guardare con orrore la sua Zampakuto, della quale una delle lame era stata distrutta e l’altra danneggiata. Ma la più demoralizzata era Kaisui: vedere il suo Bankai neutralizzato con tanta facilità era stato un duro colpo per lei. Non aveva mai pensato che il suo livello attuale fosse abbastanza per sconfiggere Aizen, ma scoprire sulla sua stessa pelle che la differenza tra loro era ancora così grande l’aveva sconvolta. Ed era sicura che anche i suoi due compagni stavano pensando la stessa cosa.
Con le sue abilità, la sua astuzia e la sua malvagità, Sosuke Aizen sembrava davvero un demone uscito dalle profondità dell’inferno, un mostro praticamente intoccabile.
Un forte rumore sibilante tornò improvvisamente a riempire l’aria ormai pulita e i tre si resero conto con orrore che quello era il rumore dell’Hado che ritornava.
L’Hado n°93 era uno dei dieci Kido più potenti mai creati, ma ciò che lo rendeva davvero pericoloso non era tanto la sua potenza distruttiva quanto il fatto che era un incantesimo che qualcuno avrebbe potuto definire “senziente”. Tale Hado era in grado di rispondere alla volontà dell’utilizzatore variando di conseguenza la sua direzione e il suo movimento e più quest’ultimo era abile, più il Kido diveniva capace di muoversi con fluidità e rapidità, diventando praticamente come un’estensione del corpo dell’esecutore.
L’Hado n° 93 che stava attraversando in quel momento la città era veloce e scattante come il più rapido dei serpenti. E veniva verso di loro.
Keishin, che fissava ancora sconvolto la sua Zampakuto semidistrutta, digrignò i denti al suono del Kido in movimento e scattò in piedi desideroso di vendicarsi. Tuttavia, un istante dopo, rischiò di crollare in ginocchio quando una nuova fitta dolorosa, più forte delle altre, lo colpì al cuore per poi propagarsi in tutto il suo corpo.
Dentro di lui, Hikami si era indebolito per il danno ricevuto e questo aveva permesso all’entità di far passare parte della sua influenza con il potere che Keishin stava prendendo. Lo Shinigami barcollò e si portò una mano al volto, mentre nella sua testa risuonava una voce cavernosa e riecheggiante: Avanti, per quanto ancora intendi trattenerti in questo modo? Vuoi continuare a soffrire così, precludendoti la possibilità di uccidere il tuo aguzzino? Accettami, forza! E finirà tutto in un istante!
< Sta z-zitto! Non intendo.. farmi.. controllare da te.. esci dalla mia.. mente! > replicò Keishin sforzandosi invano di cacciare quella voce dalla sua testa.
L’entità rise beffarda. Vuol dire che continuerò a prenderti poco a poco.. quanto speri di resistere senza il tuo compagno? Avanti, cedi! Scatena la tua rabbia! Il tuo desiderio di vendetta! Distruggi il nemico senza pietà! Presto! Presto!
L’influenza divenne ancora più forte e Keishin si sentì scoppiare la testa.
Aizen, che aveva colto la sua debolezza, ghignò e diresse proprio contro di lui l’Hado.
Prima che Meryu e Kaisui potessero fare qualsiasi cosa per aiutarlo, un forte rombo risuonò per tutta la città e, davanti all’Hado, comparve una figura imponente e inconfondibile: il Capitano-Comandante Yamamoto.
Il vecchio Shinigami alzò entrambe le mani nude e bloccò a mezz’aria il Kido di Aizen; tuttavia, la potenza dell’incantesimo iniziò subito a spingerlo indietro.
“Non arrendetevi!” urlò Yamamoto. “Non permettetegli di abbattere il vostro spirito! Avete deciso di combattere per il bene dei nostri mondi, perciò non cedete!”
I tre sembrarono riscuotersi, in particolare Keishin che cercò di opporre maggior resistenza all’entità interiore. In quel momento sentì una mano che si appoggiava sulla sua spalla e, voltandosi, fu sorpreso di vedere il volto di Ichigo Kurosaki che gli rivolgeva un’espressione seria e comprensiva.
“Non so esattamente cosa ti stia succedendo, Keishin-san” disse, “ma mi ricordi me quando avevo problemi con l’Hollowficazione. Non è la stessa cosa, lo so, ma è analogo. Ti senti come se stessi scoppiando, vero? Come se tutte le tue emozioni cercassero di uscire tutte insieme e di controllarti. Come se qualcosa cercasse di farti sfogare tutti i tuoi pensieri più oscuri. Sbaglio?”
Keishin si limitò ad annuire, mentre cercava di reprimere quella volontà opprimente.
“Non ascoltarlo per nessun motivo” continuò Ichigo. “Non cedere. Qualunque cosa sia, è parte di te, soltanto una parte di te. Puoi controllarla e dominarla se non ti lasci influenzare e ti ricordi sempre chi sei. Ricordati chi sei.”
Keishin lo fissò per un attimo. Era vero. Non importava che fosse qualcosa di pericoloso o estraneo, era comunque parte di lui e quindi poteva controllarla. Lui non era così, quella non era la sua personalità, ma solo una parte di essa e perciò poteva e doveva sottometterla alla sua volontà.
Pensi davvero di esserne in grado? chiese beffarda l’entità.
Per tutta risposta lo Shinigami si concentrò al massimo e riuscì a reprimere in parte la sua volontà.
In quel momento anche Hikami, che sembrava essersi ripreso, ricominciò ad arginare il potere maledetto. “Forza, non arrendiamoci! La battaglia non è ancora finita!” esclamò con forza.
Keishin sentì il dolore finalmente alleviarsi e voltò lo sguardo verso l’alto. Yamamoto stava ancora tenendo a bada l’Hado n°93, mentre Meryu e Kaisui stavano attaccando Aizen con scarsi risultati. Non bastavano loro due da soli, doveva aiutarli.
Tuttavia rimaneva ancora il fatto che il Capitano traditore era praticamente intoccabile a causa dei suoi poteri e della sua Kyoka Suigetsu. Se volevano sconfiggerlo, la prima cosa da fare era trovare un modo per oltrepassare l’illusione della sua Zampakuto, o non l’avrebbero mai nemmeno sfiorato. Solo Ichigo poteva colpirlo senza il rischio di essere ipnotizzato in quanto non aveva mai visto direttamente lo Shikai di Aizen, ma il Sostituto Shinigami non poteva neanche attaccarlo in prima linea come loro, o avrebbe corso il rischio di caderne vittima a sua volta. Doveva restare in disparte ad aspettare il momento giusto, ma, per quanto ci stessero provando, nessuno di loro aveva creato un’apertura sufficiente nella difesa di Aizen per permettergli di finirlo.
Poi gli occhi di Keishin si soffermarono sul Capitano-Comandante, che stava sopprimendo il Kido del nemico, ed ebbe un’illuminazione: l’unico finora a creare una vera apertura in Aizen era stato proprio lui e ci era riuscito perché…
Si voltò verso Kurosaki: “Grazie di tutto, Ichigo-san. E tieniti pronto. Il tuo momento sta per giungere.”
Ichigo rimase sorpreso, ma annuì.
“Sei sicuro di quello che fai? La tua è un’idea a dir poco folle” gli sussurrò la voce di Hikami.
< Ne ho avute di più folli > replicò lo Shinigami. < Tu puoi farcela, fratello? >
“Certo, compagno. Sono pronto.”
Con un potente battito d’ali, Keishin prese il volo e si diresse contro Aizen. Il suo ex-Capitano lo osservò divertito e, respingendo le lame di Kaisui, bloccò poi l’unica lama rimasta alla sua spada. Per tutta risposta, Keishin ricominciò a sferrare colpi su colpi impegnando Aizen in un confronto serrato, cercando nel contempo di colpirlo con alcune fiammate generate dalle sue ali.
“Sono sorpreso che tu abbia ancora così tanta determinazione, Keishin-kun” disse l’ex-Capitano bloccando con disinvoltura ogni attacco. “Ma.. credi davvero di potermi colpire.. con una lama spezzata?”
E coronò le sue parole con un potente fendente che spezzò in due la lama rimasta della spada dello Shinigami dagli occhi scarlatti, per poi roteare la Zampakuto e trafiggerlo all’addome con un fulmineo affondo.
“Keishin! No!” urlarono Meryu e Kaisui sconvolti.
Il ghigno di Aizen si allargò. “Ormai è finita. Addio, Keishin-kun.”
Quello stesso ghigno, però, s’incrinò quando la mano sinistra di quest’ultimo scattò e gli afferrò la mano che teneva Kyoka Suigetsu bruciando la manica della veste e la pelle sottostante. Subito dopo vide la testa di Keishin sollevarsi e fissarlo a sua volta con un ghigno beffardo, malgrado il sangue che gli colava dalla bocca.
“Ci sei cascato di nuovo. Ti ho preso, Aizen!” esclamò stringendogli il polso. Malgrado il dolore della ferita, la sua voce era ferma. “Lo sento chiaramente adesso.. quello che intendeva il Capitano-Comandante. Ora le tue illusioni non funzioneranno su di me!”
Yamamoto, che stava riuscendo ad annullare l’Hado n°93 con la sua immensa reiatsu, si voltò verso Keishin a quelle parole e lo fissò con occhi sorpresi. Lo Shinigami dagli occhi scarlatti aveva imitato la sua strategia quando prima aveva provato a intrappolare e finire Aizen con l’Ennetsu Jigoku. Si era lanciato a testa bassa e lasciato trafiggere per poter percepire chiaramente la reiatsu del nemico ed impedirgli di usare l’Ipnosi Totale della sua Zampakuto.
Tuttavia Aizen riacquistò in fretta il suo proverbiale autocontrollo. “E ora che pensi di fare? Speri davvero di potermi trattenere abbastanza da permettere ai tuoi compagni di..?”
“Chi ha parlato di loro?” chiese Keishin alzando ciò che restava della sua spada.
“Sei impazzito? Cosa credi di fare con una lama spezzata?”
“Spezzata? A me non sembra…”
In quel momento, da entrambi i lati dell’impugnatura della sua Zampakuto, si sprigionarono getti di fuoco che avvolsero l’intera spada e questa prese di colpo a rigenerarsi a velocità incredibile.
Quella vista sconvolse tutti i presenti che non avevano mai visto qualcosa di simile, perfino Aizen e Yamamoto rimasero allibiti.
“Non l’hai notato? La vera forma di Suzaku Hikami è una fenice” spiegò Keishin brandendo l’ormai riparata Zampakuto. “Non è come gli altri Bankai.. proprio perché è una fenice, non importa quante volte la spezzi.. finchè io avrò vita, continuerà a rigenerarsi e a tornare come nuova!” Le fiamme intorno alla lama crebbero ancora più intense e la alzò sopra la sua testa. “Ora sei spacciato.. MUORI!”
Impossibilitato ad usare la Zampakuto, Aizen fece appena in tempo ad alzare la mano sinistra e creare uno scudo di luce col Kido che bloccò il fendente che, altrimenti, lo avrebbe tagliato in due.
Tuttavia Keishin non si arrese e spinse ancora più forte, riversando tutta la sua forza originale e quella acquisita nel colpo. “Stavolta non ti salverai!”
Nel giro di pochi secondi la barriera s’incrinò vistosamente e l’espressione sicura di Aizen vacillò per la prima volta da quando avevano iniziato, divenendo di stupore.
Con una tremenda esplosione, lo scudo andò in frantumi e un mare di fiamme avvolse entrambi gli Shinigami, nascondendoli alla vista.
Da quell’inferno spuntò fuori la sagoma di Aizen che si allontanava rapidamente, il braccio sinistro gravemente ustionato e uno sguardo stupefatto, come se stentasse a credere a quello che era appena successo.
La barriera lo aveva salvato e l’esplosione successiva gli aveva permesso di liberarsi e allontanarsi, ma non era riuscito ad evitare completamente la potenza di quel colpo e, per la prima volta dall’inizio della battaglia, era stato ferito seriamente.
< Se quell’attacco mi avesse preso con la sua piena forza.. non sarei sopravvissuto… > si ritrovò a pensare Aizen con un lieve moto d’ira. Non credeva che il suo ex-sottoposto sarebbe arrivato a tanto.
D’improvviso sentì un’altra potente reiatsu ostile che incombeva su di lui e, alzando lo sguardo, si ritrovò davanti Ichigo Kurosaki con indosso la sua maschera Hollow e la sua Zampakuto, Tensa Zangetsu, sollevata in alto, dalla cui lama scaturivano potenti scariche di reiatsu nera. Troppo vicino per evitarlo o difendersi.
Ichigo strinse la presa sulla spada e, senza esitazione, la calò con tutta la sua forza sull’avversario rilasciando nel contempo la sua tecnica più potente:
“Getsuga Tensho!”
Una gigantesca esplosione di reiatsu nera dai contorni rossi si sprigionò all’impatto, tagliando in due l’intero palazzo su cui Aizen era atterrato dopo essere sfuggito alla furia dell’ex-sottoposto... E lasciando un’enorme squarcio sanguinante sul torso del Capitano traditore, dalla spalla sinistra fino all’addome.
“Non ho finito” disse poi il Sostituto Shinigami scagliando un altro Getsuga Tensho a distanza ravvicinata.
Stavolta, però, Aizen schivò il colpo con uno Shumpo per poi bloccare con la sua katana il fendente successivo, causando un’altra forte esplosione di energia oscura. I due Shinigami rimasero bloccati in un confronto di forza tra le loro lame.
Dopo pochi secondi, Aizen sorrise beffardo.
“Cos’hai da ridere?” chiese Ichigo, la voce alterata e resa metallica dalla trasformazione in Hollow.
“Non sei riuscito a uccidermi, Ichigo Kurosaki” replicò il Capitano traditore.
“Cosa?”
“Quella era.. la mia ultima apertura.”
“Non è andata male. Ti ho comunque ferito.”
“Ferito? Questa la chiami ferita?”
Mentre pronunciava quelle parole, la suddetta ferita fu ricoperta da una serie di crepe che rilucevano di una luce azzurra interna e lo stesso squarcio fu avvolto dal medesimo bagliore smettendo di sanguinare.
“Rigenerazione Istantanea!” esclamò sbigottito Ichigo.
“Non si tratta di Rigenerazione Istantanea.”
Con un rapido movimento di mano, Aizen liberò la sua Zampakuto da quella del Sostituto Shinigami facendolo indietreggiare.
“Credi davvero che mi sia sottoposto all’Hollowficazione? Questo è solo il suo forte desiderio di proteggere il padrone.”
“Cosa vuoi dire?”
Per tutta risposta, Aizen afferrò un lembo della sua giacca squarciata e rovinata e lo scostò scoprendo il petto. Al centro di esso, sotto lo sterno, brillava un gioiello sferico che sembrava risplendere internamente di una luce color blu elettrico, che si muoveva come viva. Le crepe partivano proprio da quell’oggetto.
Quella vista sconvolse tutti quanti. Perfino Yamamoto, che era riuscito a respingere faticosamente l’Hado n°93, osservò incredulo la piccola sfera incastonata nel petto del traditore.

“Quello è…!” esclamò Ichigo.
“L’Hogyoku.”
La sfera della distruzione. La chiave del re. L’opera più grande mai creata da Kisuke Urahara, ma della quale solo Sosuke Aizen aveva compreso le sue reali potenzialità e per la quale aveva tradito tutta la Soul Society. L’oggetto che aveva dato inizio a quella terribile guerra, che aveva infiammato di infinita ambizione l’animo dell’ex-Capitano e lo aveva portato a compiere tutte le sue malefatte solo per ottenerlo, ora brillava incastonato nel suo petto, conferendogli chissà quali poteri oltre alle sue già eccezionali capacità.
“Sosuke Aizen… Che cos’hai fatto?” mormorò Yamamoto osservandolo disgustato.
“Solo ciò che era necessario per raggiungere il vero potere. Per sedere sull’alto trono dei cieli, al di sopra dello stesso Re delle Anime” replicò il traditore con un sogghigno. Nel contempo le crepe emanate dall’Hogyoku si espansero fino a ricoprire tutto il suo braccio sinistro e anche le ustioni ricevute dal colpo di Keishin sembrarono iniziare a sanarsi.
Quest’ultimo osservava la scena tenendosi una mano sulla ferita all’addome per cicatrizzarla con le fiamme, gli occhi sgranati e i lineamenti contratti tanto per il dolore quanto per lo stupore e la delusione. < Tanta fatica.. per niente? >
I suoi occhi si abbassarono meccanicamente su quella sfera blu nel torso del suo ex-Capitano. E allora, con supremo rammarico, comprese.
Un nuovo, terribile dolore, dovuto stavolta agli effetti collaterali del suo Bankai, gli invase il petto. Chinandosi in avanti vomitò una grossa boccata di sangue per poi tossire rumorosamente; si portò una mano alla bocca mentre anche la sua testa veniva invasa da un dolore lancinante.
Tutti si voltarono a guardarlo preoccupati.
“Keishin, che succede?” gridò Kaisui.
Dentro l’anima dello Shinigami, l’entità aveva approfittato del suo indebolimento e soprattutto della grave ferita che aveva riportato nell’ultima azione per ritornare ad aggredire la sua mente, più accanita che mai. Hikami lottava furiosamente contro di essa, ma era allo stremo. Le fiamme emanate dall’essere sconosciuto si stavano trasformando in catene che bloccavano le sue ali e il suo corpo.
“Non.. non ce la faccio più!” disse con voce strozzata la Zampakuto. “Keishin, reprimilo.. presto! Presto!”
Lo Shinigami si concentrò immergendosi nella sua anima e tentò di portare via Hikami da lì, spezzando le catene con la sua forza di volontà. Purtroppo, per quante ne rompesse, se ne formavano sempre di nuove e il potere che lo investiva era sempre più forte e incontrollato.
L’entità rise malefica. Sei stato esposto troppo a lungo per sottrarti ormai e il tuo fisico è troppo provato! Se il corpo è debole, anche l’anima s’indebolisce!
Keishin scese sul tetto del palazzo dove stavano Ichigo e Aizen e crollò in ginocchio lasciando la spada e tenendosi la testa con entrambe le mani. Non ce la faceva più. Faceva troppo male.
Urlò: “Smettila! Vattene! Lasciami andare! Non ce la faccio più!”
Avanti, lasciamoci andare! Basta soffrire! Basta resistere! Lasciati pervadere ancora dal potere e insieme saremo inarrestabili!
Il dolore aumentò ancora, divenendo insopportabile. Nel contempo, Le fiamme intorno al suo corpo s’intensificarono e le sue ali divennero più grandi. E, mentre sempre più forza scorreva nel suo corpo.. sentì di nuovo quella tremenda sete di sangue.. quel desiderio di fare a pezzi qualunque nemico, qualunque fonte di sofferenza… Era follia omicida quella? Sì, probabilmente sì.
 La voce di Yamamoto rimbombò nelle sue orecchie: “Controllati, Keishin Akutabi! Non lasciare che ti domini! Puoi ancora tornare indietro!”
“Non.. non ce.. la.. faccio!”
Kaisui osservò atterrita il suo amico ridotto in quelle condizioni e si voltò verso Meryu, rivolgendogli un’occhiata eloquente. Il fratello comprese ciò che intendeva dire ed annuì per poi voltarsi verso Keishin e dirigersi verso di lui.
Prima, però, che potessero avvicinarsi anche solo di un metro, un improvviso lampo bianco investì lo Shinigami dagli occhi scarlatti, sfondando il soffitto sotto di lui e abbattendosi poi sul terreno sottostante. Colti di sorpresa, tutti i presenti concentrarono i loro sguardi su quel punto e videro Keishin che veniva trattenuto a terra dal Kaizo Arrancar, Wonderweiss, il quale teneva bloccato con una mano il suo braccio destro e con l’altra gli stringeva il collo.
Il corpo del mostro bianco era malridotto ma in fase di rigenerazione. A quanto sembrava, i potenti colpi di Yamamoto non l’avevano ucciso, o forse il Capitano-Comandante stesso si era limitato a neutralizzarlo per poco tempo per poter correre rapidamente a salvare i tre Shinigami dalla furia di Aizen.
Quest’ultimo osservò quell’improvvisa svolta degli eventi con un’alzata di sopracciglia. “Questo è sorprendente” commentò. “Wonderweiss aveva il compito di sigillare Ryujin Jakka in quanto Zampakuto più potente e pericolosa.. ma, a quanto pare, ha percepito la pericolosità insita nel potere di Keishin-kun e l’ha riconosciuta come una minaccia di analoga entità.”
Quindi l’Arrancar intendeva sigillare anche la Zampakuto di Keishin e con essa forse credeva di poter annullare anche il potere misterioso all’interno di quest’ultimo.
Wonderweiss emise la sua solita risatina stridula e strinse la presa sul collo dello Shinigami dagli occhi scarlatti facendolo gemere; quasi contemporaneamente le fiamme del Bankai di quest’ultimo divennero più flebili e iniziarono a svanire ad una velocità incredibile, assorbite dall’avversario.
In quell’istante Keishin sentì qualcosa come un forte colpo riecheggiante nella sua mente, mentre percepiva la presenza di Hikami divenire sempre più debole. E subito fu l’influenza dell’entità, ormai non più trattenuta dal suo compagno, a pervaderlo. Troppo forte per contrastarla stavolta.
Vedendo il loro amico che sembrava sul punto di collassare sotto la presa dell’Arrancar, Meryu e Kaisui si scagliarono contro di lui gridando: “Maledetto mostro! Lascialo andare!”
Prima che potessero raggiungerlo, però, gli occhi di Keishin, che sembrava svenuto, si aprirono di scatto rivelando due iridi di brace scintillanti; allo stesso tempo il volto dello Shinigami sembrò trasfigurarsi, riassumendo quell’espressione invasata e crudele mostrata con Xedahs.
“Sorpresa!” esclamò, la voce riecheggiante e terribilmente fredda. Perfino Wonderweiss parve spaventarsi per quell’improvviso cambiamento. “Vuoi il mio potere, stupida creatura? Allora prendilo pure!”
Un istante dopo, una tremenda ondata di fiamme proruppe dal corpo di Keishin per poi penetrare in quello dell’Arrancar, il quale lanciò un gemito prima sorpreso, poi terrorizzato e cercò di allontanarsi dallo Shinigami. Quest’ultimo, tuttavia, gli fu subito addosso afferrandolo per le braccia e inondandolo di nuove fiammate.
Wonderweiss urlò come se stesse soffrendo indicibili sofferenze e, mentre Keishin crollava di colpo in ginocchio esausto e il fuoco del suo Bankai sembrava iniziare ad estinguersi, il corpo del primo cominciò a deformarsi: le braccia si annerirono e divennero cenere, il torso si scurì a sua volta e sembrò fondersi, la testa prese a gonfiarsi a dismisura.
Aizen osservò la scena con uno sguardo a metà tra il sorpreso e il divertito. “Devo ammetterlo: non pensavo che sarebbe successo questo.”
“Che cosa vuoi dire?” domandò Yamamoto inarcando un sopracciglio.
“Hai dimenticato le mie parole, Capitano-Comandante? Avevo detto che Estinguir esiste solo per estinguere le fiamme di Ryujin Jakka. Il che significa che ti ha impedito di produrre nuove fiamme sigillandole nella sua katana. Ma avevi creato solo quelle fiamme? Non ce n’erano altre? Fiamme che avevi già rilasciato.”
A quelle parole l’espressione di Yamamoto divenne di colpo più tesa.
“Esattamente. Poco fa, inoltre, Wonderweiss ha percepito una pericolosità paragonabile alla tua nel potere di Keishin-kun e ha cercato di fare la stessa cosa con la sua Zampakuto, finendo però per scatenare involontariamente altre fiamme, fiamme generate dal suo potere maledetto. Non era mai stato pensato per sigillare una simile potenza, per questo ora il suo corpo sta cedendo. E ora dimmi: secondo te, quelle fiamme, dove credi siano ora?”
Con uno sguardo pieno di orrore Yamamoto si voltò verso Wonderweiss, la cui testa, oltre a gonfiarsi ancora di più, stava diventando incandescente.
Anche Meryu e Kaisui, che avevano ascoltato tutto, capirono sbiancando all’istante.
Tutti e tre scattarono, Yamamoto verso l’Arrancar agonizzante e i due Kitayama verso Keishin, mentre Aizen si rivolgeva ancora al primo: “Hai una mente acuta, Capitano-Comandante del Gotei 13. Sai bene cosa succederebbe, se tutto quel potere prodotto da te e dal mio ex-sottoposto, venisse rilasciato in una volta sola.”
Fu un istante. Nell’istante in cui Kaisui e Meryu afferrarono un Keishin semi-incosciente allontanandolo da Wonderweiss e Yamamoto si buttava sopra quest’ultimo schiacciandolo al suolo, la testa dell’Arrancar esplose in un’immensa esplosione di fuoco e fiamme che avvolse mezza città.
Dopo qualche istante di stordimento, Meryu e Kaisui riaprirono gli occhi, intontiti ma vivi. Accanto a loro, Keishin respirava pesantemente, le ali del Bankai ormai quasi estinte, ma anch’egli vivo; questi si voltò verso di loro e videro con sollievo che i suoi occhi e la sua espressione erano tornati normali.
“Cos’è.. cos’è successo?” chiese con un fil di voce.
“Non lo sappiamo” rispose Kaisui.
Anche se avevano chiaramente percepito l’onda d’urto investirli e scagliarli lontano, avevano subito solo lievi danni, come se qualcosa li avesse protetti.
A quel pensiero la castana ebbe un orribile presentimento, che trovò presto conferma quando si voltò verso il luogo dell’esplosione. Un enorme cratere si allargava dal punto in cui pochi secondi prima si trovava Wonderweiss e, in mezzo ad esso, stava riverso a terra un ansimante Yamamoto, il cui corpo era completamente ricoperto da terribili ustioni e il braccio sinistro era stato incenerito.
Un applauso ruppe quell’improvviso ed irreale silenzio.
“Contenere una tale esplosione è un atto impressionante, Capitano-Comandante del Gotei 13” disse Aizen con un misto di ammirazione e scherno. “Se non avessi usato il tuo corpo per limitarle, quelle fiamme avrebbero spazzato via sia la vostra barriera che questa piccola città e tutto ciò che c’è intorno, riducendolo in cenere. Ti ringrazio, Genryusai Yamamoto. Hai protetto il mondo intero. Il mio.”
“Tu.. male..detto..” riuscì solo a mormorare Yamamoto prima di giacere inerme, apparentemente morto.
Il più potente Shinigami e Capitano-Comandante del Gotei 13 era stato sconfitto.
Un’angoscia mai provata avvolse completamente l’animo di Kaisui mentre osservava il corpo immobile del suo Capitano. In tutta la sua vita aveva sempre creduto che ci fossero molte cose ed eventi che non aveva mai visto o non avrebbe mai visto, ma senza dubbio la sconfitta di Yamamoto era la prima alla quale credeva non avrebbe mai avuto l’infausto destino di assistere. E invece.. quella che era la peggiore delle sue paure si materializzava ora davanti ai suoi occhi e lei non poteva fare niente.
Anche Meryu, che ormai ansimava per la fatica richiesta dal suo Bankai e per le ferite non ancora guarite, sentì le poche speranze rimastegli svanire sempre più rapidamente. Prima Soifon.. i Capitani.. i Vizard.. e ora persino il Capitano-Comandante… Nessuno di loro era riuscito a sconfiggere Aizen.. al contrario, erano caduti tutti. Loro avevano fallito.
Tra lui e la sorella, Keishin era a malapena cosciente tra la fatica causatagli dal suo potere impazzito e dalle ferite ricevute prima e dopo l’esplosione. Tuttavia anche lui non aveva potuto non realizzare la situazione.. anzi era stato il primo a realizzare quella verità ineluttabile che il suo cuore rifiutava di accettare, ma che la sua mente gli sbatteva addosso come un enorme e pesantissimo macigno.
Non c’era più speranza ormai.
In quel momento una potente onda di reiatsu nera dai bordi rossi investì Aizen scatenando una nuova, violenta esplosione. I tre lo riconobbero subito: un Getsuga Tensho!
Il Capitano traditore riapparve incolume a poca distanza dal punto d’impatto della tecnica, evitata chiaramente con uno Shumpo, e venne incalzato da un Hollowficato Ichigo Kurosaki che iniziò a sferrare una miriade di colpi, prontamente respinti dall’avversario. Dopo pochi secondi, il Sostituto Shinigami scagliò un altro Getsuga Tensho che Aizen stavolta bloccò, non senza sforzo, con la sua Zampakuto. A quel punto i due si fermarono a fissarsi sul tetto di un edificio semidistrutto.
Con un gesto fluido, Aizen portò la sua mano sinistra sopra Kyoka Suigetsu e una reiatsu nera, identica a quella di Ichigo, sembrò colare da essa posandosi sulle sue dita; le sollevò davanti agli occhi esaminandola attentamente.
“Così è questa la tua reiatsu? Straordinaria. Sei maturato magnificamente.” Il suo sguardo si portò su Ichigo, una beffarda soddisfazione stampata sul suo volto. “Proprio come volevo io.”
“Cosa?” esclamò il Sostituto Shinigami.
“Tu.. hai conosciuto Rukia Kuchiki e, dopo la battaglia con Uryu Ishida, hai risvegliato i tuoi poteri di Shinigami. Durante la battaglia con Renji Abarai, hai conosciuto il potere della tua Zampakuto. Combattendo con Kenpachi Zaraki, ti sei avvicinato al tuo Bankai. Affrontando Byakuya Kuchiki, hai iniziato la tua Hollowficazione. Mentre nella battaglia con Grimmjow, ne hai ottenuto il pieno controllo. Poi, combattendo con Ulquiorra, sembra che tu l’abbia resa ancor più potente.”
Portò la mano aperta in avanti, come se stesse reggendo qualcosa, fissando negli occhi lo sconvolto Ichigo. “Ichigo Kurosaki.. tutte le battaglie che hai combattuto finora.. facevano tutte parte del mio piano. Sono state tutte.. nel palmo della mia mano.”
Quelle parole sconvolsero tutti i presenti, ma più di tutti fu il Sostituto Shinigami a sentire lo stupore e l’incredulità montare dentro di lui come lava in un vulcano prossimo ad eruttare. Tanto forti furono tali sentimenti che la maschera Hollow svanì rivelando un volto più umano ma ancor più sconvolto.
“Finora.. tutte le mie battaglie.. facevano parte.. del tuo piano?” mormorò con voce spezzata. “Con questo.. che cosa.. intendi dire?” Alla mancanza di risposta dell’altro ripeté la domanda gridando: “Ti ho chiesto che cosa intendi dire con questo!”
Per altri interminabili secondi Aizen rimase silenzioso, poi, alzando un dito, disse: “La voce. Non alzare la voce, Ichigo Kurosaki.” Non era il suo solito tono beffardo, ma uno serio e di rimprovero, come un maestro che sgrida un suo alunno per mancanza di disciplina. “Non c’è niente di cui sorprendersi. Semplicemente.. ero convinto che tu saresti stato un ottimo soggetto da studiare. Per questo motivo ti ho aiutato a fare progressi. Dico solo questo.”
Ichigo era troppo confuso e incredulo per poter replicare, così Aizen continuò: “Non ti è mai sembrato strano? Per tutta la tua vita non hai mai saputo dell’esistenza degli Hollow. Ma poco dopo il tuo incontro con Rukia Kuchiki, uno ti ha attaccato. E come mai un’esca Quincy per attirare Hollow minori, ha richiamato un Menos Grande? Quando hai iniziato ad abituarti a combattere come uno Shinigami, la reiatsu di Rukia Kuchiki, mai percepita fino ad allora, è stata improvvisamente individuata e lei è stata riportata nella Soul Society. E hai combattuto con Renji Abarai, Kenpachi Zaraki e Byakuya Kuchiki solo quando il tuo potere aveva raggiunto un livello tale da poter competere con il loro. Tutto questo.. non ti è mai sembrato strano?”
L’espressione del Sostituto Shinigami, se possibile, diventò ancor più pallida e sconvolta, mentre tutti gli incontri avuti, tutti gli eventi avvenuti, tutte le battaglie affrontate da quando era diventato Shinigami si susseguivano come un treno di ricordi impazzito nella sua mente e iniziava a vederle non più come voluti dal fato, ma bensì come il piano di una mente astuta, fredda e calcolatrice. Una mente che aveva manovrato tutti i fili degli ultimi mesi della sua vita a suo piacimento.
Il grande spettacolo di un diabolico marionettista. E lui era la marionetta protagonista.
“Credevi fosse stato il destino?”
“Aspetta…” riuscì finalmente a parlare Ichigo.
“Credevi che quell’attacco fosse stato un caso?”
“Aspetta…”
“Credevi forse.. di aver vinto perché avevi lavorato sodo?”
In preda all’ira e alla frustrazione Ichigo si scagliò su Aizen menando un fendente che il primo bloccò con la nuda mano, senza alcuna difficoltà.
“Non deludermi” disse poi Aizen. “Il tuo vero potere è ben altra cosa.” Ritirò la mano che teneva la spada. “Non credi a una parola di tutto questo?”
“Certo che no!” ribattè con forza Ichigo.
“Eppure è vero.”
“Tu menti! Le mie battaglie sarebbero tutte opera tua? Sei stato tu ad orchestrare tutto? Chi ci crederebbe?! Tu prima hai detto.. che hai scoperto Rukia dopo che era scomparsa nel mondo reale! E ora dici che sapevi di me fin da quando l’ho incontrata?! Non ha alcun senso!”
“Che cosa interessante…” lo interruppe Aizen. “Mi hai appena chiamato bugiardo e hai detto che non mi crederesti mai. Sei sicuro che stia mentendo adesso.. allora perché credi.. che prima abbia detto la verità?”
A quelle parole Ichigo rimase basito e non seppe replicare. O meglio, non poteva replicare.
“È sempre così. Mi spiace per te.” Anche se stava parlando con Ichigo, in quel momento gli stessi Keishin, Kaisui e Meryu si sentirono presi in causa e coinvolti della discussione, così come probabilmente tutti gli Shinigami del Gotei 13. “In questo mondo non c’è mai stato spazio per verità e bugie. Ci sono soltanto fatti concreti. Nonostante ciò, tutte le persone che vivono su questa terra credono erroneamente che solo ciò che gli fa comodo sia vero. È una cosa che viene loro spontanea.”
Il ragazzo non parlò limitandosi ad abbassare la testa, incapace di affrontare quelle verità che gli venivano sbattute in faccia senza pietà. Ha ragione, pensava.
“Eppure..” Aizen parlò ancora, apparentemente gli piaceva rincarare la dose mentre il Sostituto Shinigami ancora faticava ad accettare il discorso appena udito, “per gli indifesi, che sono la maggior parte del mondo, i fatti che vanno contro di loro sono le uniche verità. Tu conosci tutti i fatti? Chi ha mandato Rukia Kuchiki nel mondo reale? Chi ha dato a Renji Abarai l’equipaggiamento adatto ad individuare la reiatsu? Nel rapporto inviato ai Luogotenenti, chi ha aggiunto informazioni su di te e sulla tua posizione? Credi davvero che non sia stato capace di trovare l’Hogyoku per più di cento anni?”
Un silenzio innaturale permeò l’aria, mentre la tensione che aveva caratterizzato la battaglia fino a quel momento andava allentandosi, non per sollievo, ma per senso di sconfitta e rassegnazione. Allo stesso modo la determinazione mostrata fino a quel momento da Ichigo e dagli stessi Keishin, Meryu e Kaisui iniziò a venire meno.
Tutto ciò che era stato fatto fino a quel momento per contrastare le mire di Aizen era stato inutile e fin dall’inizio lui li aveva manovrati come mere marionette ingannandoli e usandoli per raggiungere i suoi scopi. Non aveva scoperto che Urahara aveva nascosto l’Hogyoku, ritenuto troppo pericoloso, nel corpo gigai di Rukia, ma aveva fatto lui stesso in modo che venisse nascosto in esso quando quest’ultima era arrivata nel mondo reale e aveva perso i suoi poteri a seguito dell’incontro con Ichigo e sempre lui aveva poi fatto in modo che la Soul Society la rintracciasse e la riportasse nel Seireitei, dove lui la attendeva a braccia aperte. Sempre lui aveva deviato l’attenzione da se stesso a Ichigo e ai suoi compagni durante la loro invasione della Soul Society, in modo da poter agire indisturbato grazie anche ai poteri della sua Zampakuto. E ora, dulcis in fundo, dopo aver dichiarato guerra a tutta la Soul Society, non solo li aveva messi tutti in ginocchio fisicamente, ma anche mentalmente sbattendogli in faccia quell’atroce realtà.
Tutto ciò che era successo fino a quel momento riguardante Ichigo Kurosaki e la Soul Society era stato voluto e condotto dall’ex-Capitano in persona. Il loro cosiddetto asso nella manica non era altri che la marionetta prediletta del loro nemico, il suo svago, il suo esperimento. Nient’altro.
“C’è una cosa che voglio chiederti” disse all’improvviso Ichigo senza alzare lo sguardo. “Hai detto che hai sempre creduto.. che sarei stato un ottimo soggetto per le tue ricerche. Perché? Su cosa basi questa convinzione? Se mi hai visto quando ho incontrato Rukia.. quando hai iniziato a crederlo?! Dimmelo.”
Aizen gli diede le spalle, rimanendo in silenzio per qualche secondo prima di rispondere: “Fin dall’inizio.”
“Smettila di dire cose insensate” sbottò Ichigo ormai al limite dell’esasperazione.
“Non capisci? Ti sto dicendo che è dall’inizio. Io ti conosco.. da quando sei nato.”
Quelle parole causarono un nuovo shock nel Sostituto Shinigami. “Cosa?!”
“Sei stato speciale sin dal momento della tua nascita” continuò Aizen. “Perché tu sei il figlio di un umano e…”
Prima che potesse ultimare la frase, un improvviso fendente diretto alla sua testa lo interruppe e costrinse ad indietreggiare rapidamente.
“Tu parli troppo, Aizen.”
Ad aver parlato era un uomo sui quarant’anni con corti capelli neri a punta e un ispida barba sul mento; oltre ai classici abiti da Shinigami, portava un lacero ma inconfondibile haori bianco da Capitano e quella che teneva in mano era senza ombra di dubbio una Zampakuto. Eppure, malgrado fosse chiaramente uno Shinigami, dei presenti solo Ichigo, Meryu, Kaisui e Aizen sembravano conoscerlo, mentre Keishin non aveva la più pallida idea di chi fosse.
Poi, uno sconvolto Ichigo disse una sola parola: “Pa..pà?”
Il padre di Ichigo Kurosaki.. è uno Shinigami?!, fu il pensiero collettivo dei tre amici.
L’uomo non disse una parola, invece si avvicinò al figlio e, con sua e loro somma sorpresa, lo colpì con una testata tanto forte da buttarlo giù dal palazzo, poi, ignorando completamente le sue proteste, lo afferrò e si portò con uno Shumpo accanto al trio.
“Non fate domande. Ce la fate a seguirmi?” chiese loro senza mezzi termini.
I tre si guardarono tra loro per poi annuire.
Seppur con molta fatica Meryu e Kaisui inseguirono l’uomo con i loro Shumpo, mentre quest’ultima aiutava Keishin, ancora troppo stordito e indebolito per muoversi velocemente. Corsero per un po’, abbastanza da mettersi a distanza di sicurezza da Aizen, poi l’uomo li fece nascondere all’ombra di un edificio distrutto ed eresse una barriera per tenere nascosta la loro presenza. Solo allora poterono riprendere fiato.
Mentre Ichigo e suo padre intraprendevano una sorta di discussione/litigio sull’identità segreta di quest’ultimo, Kaisui controllava le condizioni prima del fratello e poi dell’amico. Meryu, avendo combattuto solo per mezzo di imboscate e attacchi “mordi e fuggi”, non aveva subito ferite durante lo scontro con l’ex-Capitano, ma la mancanza dei due arti e la fatica causata dall’uso del Bankai si facevano sentire non poco. Doveva consumare molte più energie del normale per combattere in quelle condizioni e il suo Bankai appena acquisito richiedeva già di suo un enorme sforzo per essere usato; se il combattimento fosse andato avanti ancora molto, non sarebbe riuscito a resistere.
Keishin era messo ancora peggio: tutto il suo corpo era ormai ricoperto da ferite, tagli, lividi e ustioni causate sia da Aizen che dal suo stesso Bankai, inoltre, era visibile che era anche mentalmente provato per lo sforzo nell’utilizzare il suo potere misterioso, il che lo rendeva ancor meno adatto ad una battaglia prolungata di loro due. Non sapeva nemmeno se quel potere se n’era andato o se stava ancora faticando per contenerlo, ma di certo non poteva continuare così.
Lei stessa non era messa affatto bene. La ferita al fianco continuava a sanguinare indebolendola e il mantenimento della sua bufera di sabbia per tutto quel tempo l’aveva sfiancata e intontita; poteva ancora combattere con il suo Bankai, certo, ma non sapeva se sarebbe riuscita a rigenerare i suoi fiori né se sarebbe riuscita ad usare per molto la sua dimensione dei miraggi e, senza di essa, non poteva fare molto contro Aizen.
Dire che la situazione era disperata era dire poco.
“Cosa possiamo fare? Non so più come fare per riuscire a contrastarlo!” chiese con voce disperata.
“Niente” fu la risposta secca di Meryu. “Ci sbagliavamo su tutto. Fin dall’inizio lui ha sempre avuto il controllo di tutta la situazione. Noi, il Capitano-Comandante, gli Espada, il nostro “asso nella manica” perfino” rivolse uno sguardo sarcastico in direzione di Ichigo. “Credevamo di poterlo sconfiggere, di mandare in fumo i suoi piani. E invece.. lui ci teneva in pugno fin dall’inizio.” Non riuscì più a trattenere la frustrazione e, quasi senza accorgersene, si ritrovò ad urlare. “Le nostre uniche possibilità di vittoria erano nel lavoro di squadra e in Ichigo Kurosaki e Aizen le ha distrutte entrambe! Sapeva come sconfiggerci tutti e colui in cui riponevamo la nostra più grande speranza si è rivelato nient’altro che il suo ennesimo burattino! È diventato così forte solo perché l’ha voluto e guidato lui da dietro le quinte! Non può sconfiggerlo, nessuno di noi può ormai! Che possiamo fare?! Niente, ecco cosa! Non c’è più speranza!” Si fermò ansimante per aver parlato tutto d’un fiato, ma la disperazione che traspariva dai suoi occhi era ancora fin troppo eloquente.
Kaisui osservò il fratello, incredula. Non l’aveva mai sentito rassegnarsi durante una battaglia né tantomeno dare sfogo alle proprie emozioni in modo tanto esplicito e aggressivo, addirittura arrivando a urlare. Non era da lui.
Tuttavia non seppe replicare, non ne ebbe né il coraggio né la forza. Perché in cuor suo la pensava come lui.. perché sapeva che aveva ragione…
“Stronzate.”
Si voltò sorpresa. Keishin si era messo faticosamente a sedere e fissava ora lei ora lui con uno sguardo d’incredibile intensità.
“Siamo ancora vivi, mi pare. O sbaglio? Come puoi anche solo pensare di arrenderti così? Non è da te, Meryu, e nemmeno da te assecondarlo così facilmente, Kaisui. Voi più di chiunque altro avete sempre sostenuto che non bisogna smettere di combattere finchè si ha vita, quindi ora ve lo dico io: non è finita! Forse è vero che ha sconfitto i Capitani, che Ichigo-san era solo un suo esperimento, che ha assimilato l’Hogyoku e ora possiede chissà quali poteri e che noi siamo a pezzi e con possibilità di vittoria o sopravvivenza sullo zero.. ma nonostante tutto siamo ancora qui, no?! Perciò possiamo ancora combattere! Inoltre, non siamo soli…”
Si voltò di lato e i suoi amici, seguendo il suo sguardo, videro Ichigo e suo padre, il cui nome, ricordarono Kaisui e Meryu, era Isshin Kurosaki, che avevano finito di parlare e si erano avvicinati, fissandoli con un’espressione più che risoluta, in particolare Ichigo. Era quasi irriconoscibile da prima.
“Voi combatterete, vero?” chiese Keishin ai due. “Tu combatterai, Ichigo-san?”
“Naturalmente” fu la sola risposta del Sostituto Shinigami.
“E voi dovrete aiutarci” continuò suo padre. “Sarete anche messi male, ma il vostro aiuto sarà prezioso. I vostri poteri, i vostri Bankai.. sono qualcosa che Aizen non aveva previsto, che non conosceva. Lui non è onnipotente e onniveggente. Anche ridotti così, con una volontà come la vostra, potete fare ancora molto. Aizen può essere sconfitto. Non è ancora tempo di arrendersi.”
Kaisui non seppe cosa dire. Non si sentiva ancora sicura di poter vincere, certo… Eppure, quando il suo sguardo si spostò su Ichigo e suo padre e vide l’espressione risoluta del primo, la stessa che aveva anche Keishin, si sentì pronta a ricominciare.
< Hanno ragione > si disse infine. < La battaglia è ancora lungi dall’essere finita. > Si alzò in piedi. “Allora cosa aspettiamo? Andiamo!”
Meryu emise uno sbuffo, ma la determinazione era tornata a brillare anche nei suoi occhi. “Diamine. Siete davvero dei dannati ottimisti.. ma non ho intenzione di starmene qui seduto a guardarvi combattere senza far niente. Contate su di me.”
Isshin li squadrò. “Restate qui per un po’, finchè non riprendete un minimo di energie, poi raggiungeteci subito. Noi vi precediamo.”
Detto questo, padre e figlio sparirono con uno Shumpo.
“Tsk! Fatemi il piacere! Io non aspetto!” sbottò Keishin alzandosi con un rantolo.
“Fermo, aspetta!” esclamò Kaisui. “Hanno ragione! Dobbiamo recuperare prima di..”
Per tutta risposta, il Bankai di Keishin tornò a brillare più forte di prima: le ali si espansero di nuovo maestose e imponenti, l’armatura di piume infuocate sul suo corpo si riaccese più di prima e la sua spada s’incendiò ancora una volta, mentre la sua reiatsu lievitava.
Sia Meryu che Kaisui lo fissarono sconvolti. “Ma come hai..?”
Invece di rispondere, Keishin si voltò verso Kaisui e si avvicinò posando un attimo la spada, un’espressione strana in volto.
Kaisui lo guardò incuriosita e poi quasi imbarazzata mentre le arrivava ad un palmo dal volto. “C-che ti prende..?” S’interruppe quando gli artigli infuocati dell’amico le affondarono nello squarcio sul fianco e urlò di dolore e sorpresa quando sentì le fiamme cicatrizzarlo.
“Scusami, ma in questi casi è sempre meglio non dire cosa s’intende fare. Rende tutto più facile” le disse con un sorrisetto malandrino.
“Dannazione, Keishin! Sei davvero uno stupido..!” S’interruppe di nuovo quando incrociò il suo sguardo. Non è normale, fu il suo pensiero.
Gli occhi scarlatti brillavano ancora come braci, forse segno che il suo potere misterioso era ancora attivo, ma in essi non vi era solo ardore e determinazione. Dietro di esse la Shinigami vide tristezza e.. rassegnazione?
Ancor più sorpresa fu quando la abbracciò dopo aver finito con la ferita. “Aiuta tuo fratello e ti prego.. sopravvivete. Tutti e due. Almeno voi sopravvivete” le sussurrò nell’orecchio.
Prima che potesse chiedergli spiegazioni, lo sguardo di Kaisui cadde sull’incavo tra collo e spalla dell’amico, solo lievemente coperto dalla corazza, e vide una sorta di lucida macchia nera che sporgeva da sotto di essa e, date le dimensioni, probabilmente continuava fino al braccio. Non capì di che si trattasse, ma prima che potesse osservarla meglio, Keishin si separò da lei e si avvicinò invece a suo fratello.
“Non azzardarti mai più ad arrenderti così, o giuro che ti strappo la maschera e te la cucio sugli occhi” gli disse sorridendo e allungando un pugno verso di lui. “Ce la fai?”
Meryu lo fissò per un attimo con la stessa aria spaesata della sorella, ma alla fine ricambiò il sorriso e batté il suo pugno su quello dell’amico. “Ovvio.”
Mentre l’amico si alzava a fatica, Keishin riprese la spada. “Recuperate un po’ di energie e venite. Io intanto vi precedo.”
“Che cos’hai sulla spalla?” lo fermò Kaisui.
L’altro non rispose.
“Keishin.. che cos’hai? Cosa vuoi fare?”
Lo Shinigami dagli occhi scarlatti la guardò di nuovo con la stessa espressione di prima, che le sembrò ancora più amareggiata. “Quello che devo.”
E senza aggiungere altro, scomparve con uno Shumpo.
“Cosa gli hai visto addosso?” le chiese Meryu.
“Una sorta di macchia nera, ma non so di preciso cosa fosse” rispose la sorella. “Gli ricopriva una grossa porzione di pelle, come se fosse stata…” S’interruppe di colpo quando un terribile pensiero le balenò in testa. Che fosse..?
“Neechan,” il tono con cui suo fratello parlò non le piacque affatto, “hai visto anche tu il suo sguardo, vero?”
“Sì” rispose con un filo di voce.
“Era lo sguardo di chi ha accettato la propria morte.”
 
Volando in direzione della battaglia, Keishin potè vedere che anche Gin Ichimaru si era unito ad essa e ora lui stava affrontando Ichigo, mentre Isshin combatteva Aizen in una lotta uno contro uno. Per il momento sembravano alla pari.
Si diresse senza esitare contro il suo ex-Capitano. < Ci siamo. Sei pronto, fratello? >
“Sei davvero sicuro di volerlo fare?” disse Hikami da dentro di lui. “Non si torna indietro stavolta.”
< E tu sei sicuro che lui non potrà interferire stavolta? >
Come Hikami gli aveva spiegato negli ultimi minuti, infatti, l’aggressione di Wonderweiss aveva avuto un effetto collaterale inaspettato ma vantaggioso: l’entità misteriosa si era liberata e aveva cercato di distruggere l’Arrancar rilasciando più potere possibile, ma incredibilmente questi aveva assorbito così tanta energia da sfiancarla e farla così cadere in una sorta di stato di torpore che le impediva di influenzarlo quando richiamava il suo potere. Era come se fosse andata temporaneamente in letargo e dunque poteva approfittarne per usare la sua forza senza effetti collaterali.. almeno sulla sua mente.
“Sì. Non so per quanto tempo, ma per ora quell’essere è inerme e tu puoi richiamare il suo potere senza perdere il controllo. Come ti ho detto però, così facendo, esporrai il tuo fisico ad una quantità di reiatsu tale che non riuscirai a sopportarla nelle tue condizioni. I danni causati dal tuo Bankai saranno amplificati a dismisura…”
< Me l’hai già detto quattro volte. Lo so perfettamente. E anche se non me lo dicevi, l’avrei capito da solo. >
“Allora è così. Vuoi davvero combattere fino alla morte?”
< Non c’è scelta. L’ho capito quando abbiamo scoperto che si era unito all’Hogyoku. Non so quale sia il vero potere di quella maledetta gemma, ma ho capito una cosa: se Aizen accederà ad esso, non potrà più essere sconfitto. E purtroppo non ci rimane tempo. Non possiamo vincere.. > si sfiorò la spalla.. lì dove Kaisui aveva quasi visto la sua pelle bruciare < ..non senza sacrifici. >
“Se userai quel potere al massimo, potresti vincere, soprattutto con l’aiuto dei tuoi compagni.. ma non sopravvivrai stavolta. Il tuo corpo non reggerà. Sei davvero pronto a questo?”
< Se sei il mio compagno non credo debba dirtelo, no? >
“No. Immagino di no.”
< Sei con me, fratello? >
“Fino alla fine, compagno. Fino alla fine.
Prendendo un profondo respiro Keishin si lasciò pervadere di nuovo da quel potere, sentì la stanchezza svanire e il dolore aumentare in pari con l’aumento della sua forza, ma lo ignorò. Sputò una grossa quantità di sangue, ma ignorò anche quella. Non aveva importanza, non avrebbe dovuto vivere ancora per molto. Solo fino alla sconfitta di Aizen. Solo quella contava, nient’altro.
Con un potente battito d’ali, si scagliò contro Aizen proprio dopo che questi aveva respinto un colpo di Isshin, tentando di coglierlo di sorpresa. L’ex-Capitano se ne avvide e schivò il suo assalto per poi parare la serie di fendenti che scatenò contro di lui. Senza dire nulla per il suo intervento prematuro, Isshin lo accompagnò nell’attacco e insieme costrinsero Aizen a stare sulla difensiva e ripiegare rapidamente.
Il Capitano traditore stava dimostrando ancora una volta delle abilità fuori dal comune perfino per la media dei Capitani, eppure Isshin dimostrava di poter star dietro alle sue mosse con un’abilità mai vista. Forse era quasi al suo stesso livello.
< Degno del padre di Ichigo-san > pensò Keishin con un sogghigno.
La combinazione della sua forza con quella di Isshin mise presto in difficoltà Aizen e, poco dopo, i colpi dei due iniziarono ad avvicinarsi sempre di più all’avversario, andando anche a segno più di una volta nonostante il potere dell’Hogyoku annullasse subito i danni inferti, ed entrambi prevedevano sempre meglio i suoi movimenti. Era evidente ormai che tutte le battaglie affrontate fino a quel momento erano troppe perfino per Aizen. L’Hogyoku poteva curare le sue ferite, ma apparentemente non poteva ridargli la reiatsu consumata fino ad allora e, dopo lo scontro coi Capitani, i Vizard, loro e adesso Isshin, era molto probabile che non gliene fosse rimasta molta.
Dopo aver schivato l’ennesimo attacco, Aizen atterrò a terra e si piegò in avanti.
“Che succede?” fece Isshin. “I tuoi movimenti stanno rallentando non poco. Sei arrivato al tuo limite?”
“Sì, pare di sì. Ho raggiunto il mio limite” ammise Aizen senza esitare. Il suo sorrisetto sembrò però allargarsi. “Il mio limite da Shinigami, intendo.”
“Cosa?”
Keishin si accigliò. < Oh no. Forse ci siamo. >
L’Hogyoku iniziò a brillare più forte. Sembrava quasi vivo.
“La mia anima sta per essere riplasmata.”
“Di che diavolo stai parlando?” chiese Isshin confuso.
“Finalmente la volontà dell’Hogyoku inizia ad interpretare i miei pensieri.”
“Cosa dici?”
“Non lo capisci? Sto dicendo che l’Hogyoku ha una volontà propria.”
“A me sembra solo una fila di assurdità” replicò Isshin con sufficienza.
Keishin, tuttavia, aveva capito bene che non scherzava.
“Non posso biasimarti visto che non lo senti. Anch’io, prima di diventarne il custode, non avevo idea che l’Hogyoku avesse una sua volontà. Quale credi che sia il vero potere dell’Hogyoku? Il potere di dominare due forze opposte, ovvero Hollow e Shinigami, rafforzandone il legame? No. Il vero potere dell’Hogyoku.. è la capacità di rendere manifesti i desideri di chi gli sta intorno.”
“Cosa?”
“Non lo capisci? Sto dicendo che i fatti tra Ichigo Kurosaki e Rukia Kuchiki, così come i miracoli avvenuti per mano di Kisuke Urahara, sono stati creati dalla volontà dell’Hogyoku.”
“Che stai dicendo?” chiese ancora Isshin.
“Si credeva che il potere dell’Hogyoku controllasse il legame tra Shinigami e Hollow.. ma la ragione è che Kisuke Urahara, in quanto suo creatore, desiderava proprio quello.” Elencò i casi di Rukia e degli amici di Ichigo, Orihime Inoue e Yasutora Sado, come esempi del potere della gemma: la prima aveva perso i suoi poteri per il senso di colpa causato dal dolore della morte del suo amato Luogotenente, avvenuta proprio per mano sua, i secondi avevano acquisito i loro poteri per il desiderio di poter aiutare i propri amici. “Conoscevo già il vero potere dell’Hogyoku. Anzi, non è preciso e corretto dire così. Sapevo, a differenza di Kisuke Urahara, che il controllo del legame tra Hollow e Shinigami non era il suo vero potere. perché, se fosse stato davvero così, Shinji Hirako e gli altri Vizard non sarebbero mai diventati Vizard completi. Le mutazioni di Shinji Hirako e gli altri erano un esperimento sull’Hollowficazione, ma anche una conferma dei poteri dell’Hogyoku. L’esperimento fu un successo. L’attivazione del potere dell’Hogyoku da parte di Kisuke Urahara trasformò Shinji Hirako e gli altri Vizard in Vizard completi. E avevo un’ipotesi riguardo al potere dell’Hogyoku. Feci in modo che Rukia Kuchiki incontrasse Ichigo Kurosaki.”
Quindi non solo l’incidente dei Vizard era stato causato da lui, ma era stato per mezzo dell’Hogyoku che Hirako e gli altri erano diventati così. E, per conferma delle sue ipotesi aveva anche fatto sì che Ichigo e Rukia s’incontrassero, così da osservare le reazioni della gemma. Aveva davvero pensato e previsto tutto fin dal principio.
“Naturalmente ci sono dei limiti al potere dell’Hogyoku” continuò poi. “Esso manifesta i desideri di quelli che gli stanno intorno.. tuttavia, se il soggetto non ha la possibilità di realizzarli, non succede niente. In questo senso, ha il potere di guidare verso i propri desideri.” Il suo tono divenne divertito. “Gli esseri viventi sono proprio strani. Hanno tutta una serie di desideri insignificanti e sono in grado di realizzarli.”
Prima che Keishin e Isshin potessero replicare o riprendere ad attaccare, un lampo bianco passò accanto a loro, seguito da un forte rumore di schianto; voltandosi videro Ichigo che si riprendeva da un colpo infertogli da Gin Ichimaru, che doveva averlo fatto volare fin là.
“Scusatemi, Capitano Aizen” disse all’improvviso Gin. “Vi ho per caso interrotti?”
“È tutto a posto. Avevo appena finito di parlare.”
Mentre pronunciava quelle parole, dall’Hogyoku sgorgò una strana sostanza bianca che iniziò ad avvolgere il suo corpo. Ichigo e Isshin lo guardarono allibiti.
“Sinceramente.. l’Hogyoku ha proprio un nome appropriato!” esclamò Aizen. “Spalanca le grandi barriere che separano gli dei da tutti quelli che invece non lo sono. Ecco perché..!”
Il suo monologo megalomane fu interrotto da una serie improvvisa di colpi: nel giro di due secondi, un raggio rosso gli perforò la spalla destra, un’eterea lama di vento tagliente gli squarciò la schiena e un violento calcio lo schiantò al suolo con una forza incredibile.
Oltre a padre e figlio, anche Keishin alzò gli occhi sorpreso. “Ma voi…”
Seppur ferito, Aizen si rialzò guardandosi alle spalle. Kaisui e Meryu erano sospesi a mezz’aria davanti a ciò che restava di un grosso palazzo e, sopra quest’ultimo, stava un uomo con corti capelli biondi che indossava un lungo soprabito nero sopra un completo verde e un curioso cappello a strisce bianche e verdi; con la sinistra reggeva un bastone da passeggio puntato sull’ex-Capitano.
“Finalmente sei arrivato.. Kisuke Urahara” disse tranquillamente Aizen.
“Ne è passato di tempo.. Aizen-san” rispose Urahara con la stessa calma. Sembrava come se si stesse rivolgendo ad un vecchio amico piuttosto che a un nemico.
“Sì, un centinaio di anni.”
Mentre i due parlavano, Keishin guardò i suoi due compagni: “Che fate? Non avete ancora recuperato…”
“Non ci vuoi con te, vero?” Quella secca risposta di Meryu lo ammutolì.
Kaisui lo fissò mesta. “Urahara-san ci ha raggiunti poco fa e siamo venuti subito con lui. Speravi arrivassimo quando fosse finita? Perché non volevi che ci ferissimo ancora.. o perché non volevi ti vedessimo morire?”
Keishin non seppe replicare, ma il suo silenzio valse più di mille parole.
Prima che chiunque altro potesse parlare, sentì la voce di Aizen rivolgersi a lui: “Cosa sento? Intendevi spingere al limite quel potere per distruggermi e poi morire? Sei davvero così disperato, Keishin-kun? Bè.. del resto.. ora che ho soggiogato l’Hogyoku non c’è niente che tu possa fare con le tue sole forze. Ma non illuderti: neanche con quel potere ormai puoi fermarmi.”
“Stai fermo e richiama quel potere” gli disse Urahara. “Ci penso io adesso. Voi state indietro per ora.”
Aizen lo fissò divertito. La sostanza emessa dall’Hogyoku aveva ricoperto gran parte del suo busto prendendo la forma di una sorta di rigida veste bianca con diverse ramificazioni che spuntavano dalle spalle. Le ferite causategli dai tre si erano già rimarginate.
Keishin li squadrò uno ad uno con espressione enigmatica, poi abbassò lo sguardo. “No. Voi vi sbagliate.”
Meryu, Kaisui e tutti gli altri lo guardarono confusi, ma prima che potessero aprire bocca, una potentissima reiatsu scarlatta fuoriuscì dal suo corpo, tanto forte da distruggere il terreno sotto di lui. Perfino Aizen sembrò spaventarsi da quell’improvvisa eruzione di potere.
“Ho già superato il punto di non-ritorno.” Alzò la testa e i suoi occhi risplendettero di un cremisi tanto brillante da sembrare fluorescente. “Non possiamo fermare Aizen ormai. Nessuno può.. non senza sacrificare qualcosa.”
Meryu sgranò gli occhi. < Allora.. era lui il primo a pensare che non avevamo più speranze. Eppure, nonostante tutto, ha voluto incoraggiarci. E ora… >
“Urahara-san. Amici. State pronti. Sarò io a darvi l’opportunità di finirlo.. se non morirà prima!” I suoi occhi si spostarono su quelli di Aizen e la sua furia parve aumentare a dismisura. “Sosuke Aizen! Mio ex-Capitano! Preparati! A costo di morire.. a costo di distruggere il mio stesso corpo.. ti farò pagare per tutto quello che ci hai fatto!”
Afferrò con entrambe le mani la sua spada e la divise in due con un gesto secco, mentre s’immergeva nelle profondità della sua anima e del suo potere misterioso.
“Andiamo, Hikami!”
L’enorme fenice di fuoco ruggì in risposta.
La sua reiatsu aumentò al punto da creare un’immensa colonna incandescente di fuoco e fiamme e la luce sprigionata fu tale da accecare Aizen e gli altri.
“SENSO ARASHI!”
Ruggendo letteralmente quelle parole, Keishin si scagliò su Aizen agitando le due spade infuocate come una furia; l’ex-Capitano iniziò a bloccare faticosamente i colpi, ma fu subito costretto a ripiegare per poter resistere. Spiccò il volo con un balzo, inseguito immediatamente dallo Shinigami dagli occhi scarlatti, il quale continuava ad attaccare come se fosse stato posseduto dallo spirito di un dio della guerra, tracciando una ragnatela nell’aria intorno al suo corpo con il movimento fulmineo delle sue spade che non solo fungeva da attacco ma anche da difesa, in quanto ogni contrattacco di Aizen s’infrangeva su quel turbine di lame che lo circondava come una barriera impenetrabile. Ad ogni suo colpo, veniva lasciata una scia di fuoco e così i due duellanti sembravano racchiusi in una sfera fiammeggiante.
Quella furia sconvolse tutti e più di chiunque altro il Capitano traditore, il quale non sembrava capacitarsi che il suo ex-sottoposto avesse potuto sprigionare così tanta potenza. Con l’inizio della sua evoluzione, l’Hogyoku aveva ripristinato la sua forza e continuava a curare le ferite che le lame causavano, ma non bastava. Perfino la materia bianca con cui il gioiello l’aveva avvolto non riusciva a reggere ai colpi. La tecnica sfoderata da Keishin era talmente potente e veloce che non solo non riusciva a difendersi ma neanche a rigenerarsi abbastanza in fretta, il che rallentava il processo che l’Hogyoku aveva iniziato dentro di lui. E questo non gli piaceva affatto.
Con un grugnito, Aizen lasciò che le spade di Keishin lo colpissero, poi scattò in avanti approfittando del fatto che in quel momento era scoperto per attaccarlo. Poteva anche essere diventato incredibilmente forte, ma non aveva le sue capacità di rigenerazione, perciò, a sua differenza, non poteva permettersi di essere colpito in un punto vitale. Stavolta quello sarebbe stato il colpo finale.
“Addio, Keishin-kun” mormorò ghignando mentre la sua Zampakuto calava.
Una pioggia di scintille si sprigionò nel momento in cui la lama di Kyoka Suigetsu incontrò qualcosa d’imprevisto. Con uno sguardo incredulo, Aizen si accorse che, all’ultimo istante, una delle ali di Keishin si era frapposta tra lui e la sua Zampakuto bloccando il colpo. Subito dopo, con un grido, quest’ultimo respinse la spada e colpì ancora aprendo due profondi squarci nell’addome del suo ex-Capitano.
Aizen fece una smorfia più seccata che di dolore e si spostò con uno Shumpo rapidissimo dietro di lui, molto più velocemente di quanto Keishin potesse spostarsi, e menò un fendente alla sua nuca. Se non poteva superarlo con una sfida di forza, l’avrebbe sconfitto con la sua rapidità superiore, si era detto. Ma ancora una volta si rivelò inutile, poiché di nuovo le ali dello Shinigami dagli occhi scarlatti si frapposero per bloccare il colpo.
Questi si voltò guardandolo dritto nei suoi di occhi. “Credevi di uccidermi con così poco?” ringhiò. “La tecnica Senso Arashi è il massimo livello del mio potere misterioso! Qualcosa che posso usare a costo di danneggiare gravemente il mio corpo! Ma adesso le fiamme che genero non solo rispondono alla mia volontà, ne acquisiscono una loro! Sono le mie stesse fiamme a proteggermi autonomamente, perciò posso attaccare senza preoccuparmi della difesa perché è il fuoco stesso a difendermi senza che io debba pensarci!” Incrociò le spade davanti a sé. “Non ti permetterò di vivere oltre. Distruggerò te e quel maledetto gioiello a costo della vita, della mia stessa anima!”
Attaccò di nuovo e questa volta Aizen dovette retrocedere per non essere sopraffatto dalla furia del suo ex-sottoposto. Sapeva che il potere misterioso dentro di lui era incredibilmente pericoloso, ma non si spiegava come stesse riuscendo ad utilizzarlo così bene senza esserne influenzato. Doveva essere successo qualcosa.
Per di più, anche se sapeva che usandolo ne sarebbe stato distrutto, lo utilizzava lo stesso, tutto solo per eliminarlo. Una determinazione simile non era cosa da poco, anzi, se avesse continuato così, colui che aveva ritenuto essere solo una minaccia passabile, sarebbe diventato il suo peggiore nemico.
Quello Shinigami, forse, avrebbe anche potuto sconfiggerlo prima che l’Hogyoku finisse la sua “opera”. Non poteva permetterlo. Doveva assolutamente fermarlo.
Purtroppo non aveva idea di come fare. Non bastava essere più potente o esperto di lui stavolta. Oltre che potente e veloce, era soprattutto furioso come non mai e, quindi, non si sarebbe mai fermato finchè lui non fosse morto. Tutta l’ammirazione e l’affetto che provava per lui si erano trasformati in odio e ira…
Poi, pensando a questo, gli venne in mente una parola che aveva pronunciato e, in un istante, capì tutto. E il suo sorrisetto tornò, più bieco di prima. Altro che pericolo mortale. Era solo…
In quel momento, alle sue spalle, un violento colpo lo bloccò d’improvviso rendendolo inerme alle lame di Keishin che lo ferirono seriamente. Voltandosi, vide Meryu, che, dalla sua posizione, doveva avergli appena sferrato un pugno, e Urahara accanto a lui con la mano protesa, come se stesse per fare qualcosa. Si era concentrato così tanto su Keishin da abbassare la guardia e aveva così perso di vista gli altri avversari.
Si voltò per attaccare Urahara, ma in quel momento un vortice di vento estremamente violento lo avvolse, tenendolo bloccato a mezz’aria e riempiendolo nel contempo di tagli e ferite causati dall’aria tagliente. Aizen cercò di dissipare il tornado, ma ogni movimento gli risultava impedito dalla forza del vento. Guardandosi intorno vide Kaisui sotto di lui che manteneva attivo il turbine.
“Pensi di fermarmi con questa tecnica?” chiese beffardo.
“Non voglio fermarti. Mi basta rallentarti!” replicò la castana ancor più beffarda.
Un paio di lame di fuoco accompagnarono le sue parole, tracciando archi ardenti nell’aria e scavando in profondità nella schiena di Aizen, il quale, grugnendo dal dolore e dalla sorpresa, si voltò vedendo Keishin che si accingeva a riprendere il Senso Arashi. Il turbine di fuoco causato dal movimento delle spade fu tale da spazzare via quello di Kaisui, ma poco importava: ormai Aizen era di nuovo alla mercé di quell’attacco implacabile.
L’ex-Capitano capì subito che, di quel passo, sarebbe stato sconfitto. Non poteva affrontare altri avversari, tra i quali Kisuke Urahara, l’inventore dell’Hogyoku stesso, mentre subiva contemporaneamente il potere maledetto del suo ex-sottoposto.
Lo osservò ancora una volta negli occhi mentre attaccava e ancora una volta vide quella fiamma furiosa che era il suo spirito combattivo. Così potente, deciso e…
Il suo solito sorrisetto riaffiorò a quel pensiero.
“Ancora ti prendi gioco di me? Beh, presto cancellerò quel sorriso dalla tua faccia.. insieme alla tua stessa esistenza!” ruggì Keishin scagliandosi ancora contro di lui.
La Kyoka Suigetsu di Aizen bloccò la sua prima spada, ma, quando provò a colpirlo con la seconda, l’avversario allungò una mano verso di lui. Pur aspettandosi un Kido o qualche altra tecnica pericolosa, Keishin non fermò il suo attacco, affidandosi alle sue fiamme per fermare il colpo.
Tuttavia, con sua somma sorpresa, le fiamme non fermarono la mano dell’ex-Capitano che continuò ad avanzare rapida verso il suo volto. Non era una minaccia?
E contro ogni logica.. la mano di Aizen si posò delicatamente sulla sua testa, dandogli un buffetto che gli scompigliò leggermente i capelli. Quel gesto così semplice e surreale per un traditore lo fece vacillare dall’incredulità e la sua lama si fermò a un centimetro scarso dal corpo dell’altro.
Alzò gli occhi su quelli di Aizen. E sul suo volto.. non vide il suo solito sorrisetto di scherno, ma un sorriso vero e gentile. La stessa espressione che era solito rivolgergli il suo Capitano…
“Bravo, Keishin-kun. Sei diventato davvero forte. Sono orgoglioso di te.”
Gli occhi di Keishin si dilatarono e, per un solo istante, la sua ira sembrò placarsi.
Era così sconvolto e incredulo per quella scena tanto irreale che quasi non vide l’Hogyoku risplendere di luce propria.. così come non vide la lama di Kyoka Suigetsu, avvolta da quella stessa luce, oltrepassare la sua guardia ormai abbassata e fendere attraverso la sua corazza di fiamme, squarciando fuoco, carne e ossa.
Un enorme spruzzo di sangue esplose dal petto di Keishin. Lo Shinigami grugnì, le sue guance si gonfiarono per un attimo, prima che vomitasse un’assurda quantità di altro del suo prezioso fluido vitale. Subito dopo la sua mente iniziò ad annebbiarsi.
“Alla fine.. chi ci sperava più di tutti.. chi non voleva smettere di crederci.. eri proprio tu, Keishin-kun” la voce di Aizen gli rimbombò nelle orecchie. “Così potente. Così determinato. Così altruista. Così gentile. Così.. ingenuo. “Mio ex-Capitano”, hai detto. Sentimentale.”
Solo allora Keishin se ne rese conto. Che dopo tutto ciò che Aizen aveva fatto.. dopo il suo tradimento.. dopo tutto il dolore che aveva causato a lui e ai suoi amici.. dopo tutte le morti che aveva provocato direttamente e non.. dopo tutto quel male...
Lui, nel profondo, gli voleva ancora bene.
Quelle parole rivoltegli da Aizen erano quelle che aveva sempre sperato di sentirsi dire ogni giorno, quando erano ancora Capitano e subordinato. Lui stesso aveva detto che non desiderava altro che sentirsele dire da colui che non era solo un superiore, ma quasi un padre…
Eppure, incredibilmente, anche se erano solo per distrarlo, quelle parole non erano suonate false. Se avesse mentito, se ne sarebbe reso conto subito e avrebbe continuato ad attaccare.. ma Aizen non aveva mentito. Pensava davvero quelle cose. Per quell’unico istante, era tornato o diventato davvero il suo Capitano, aveva pensato come lui e gli aveva rivolto quell’unica lode che lui desiderava più di ogni altra cosa… Per questo si era fermato. Per questo non era più riuscito a colpirlo.
Perché, per un solo istante, lui aveva rivisto il suo Capitano. Per un solo istante.. aveva pensato che tutto fosse tornato come prima. Un solo, fatale istante.
La delusione e la tristezza furono le uniche emozioni che rimasero nella sua mente, ormai così sconvolta e annebbiata che non riusciva nemmeno più a sentire il dolore. Precipitò al suolo in stato semi-incosciente, mentre sentiva il potere fluire via e il suo fisico cedere. Grosse, salate lacrime colarono dai suoi occhi mescolandosi al sangue e creando delle scie scarlatte lungo le sue guance.
< Così.. finisce? Ho.. fallito? Per colpa.. della mia debolezza.. patetico.. sono patetico.. maledizione.. MALEDIZIONE!!! >
 
Aizen osservò la caduta del suo ex-sottoposto finchè non s’interruppe a contatto col suolo. “Sei diventato davvero forte, Keishin-kun” disse. “Ho sbagliato a giudicarti. Se fossi stato più attento, saresti potuto diventare un magnifico soggetto da osservare. Tuttavia.. sei ancora troppo debole. Troppo legato a emozioni totalmente inutili. Un vero peccato.”
Un urlo improvviso lo fece voltare alzando istintivamente la Zampakuto. Una serie di punte metalliche sprigionarono scintille al contatto con il piatto della lama, mentre si ritrovava davanti due occhi grigi ricolmi di rabbia.
“Maledetto bastardo.. COME HAI OSATO?!” gridò Meryu sprigionando una quantità immensa di reiatsu dalle ali del falco sull’avambraccio. In un istante, il pugno aumentò a tal punto la propria forza e velocità da oltrepassare la guardia di Aizen e colpirlo con violenza al petto, scagliandolo all’indietro.
Aizen grugnì per il colpo, ma prima che potesse reagire, un canto conosciuto risuonò nelle sue orecchie e si accorse che Urahara stava invocando uno dei Kido più potenti mai creati. Si rivolse a lui per fermarlo, ma venne immediatamente bloccato da un nuovo turbine di vento, ancor più potente del precedente.
Sotto di lui Kaisui lo guardava con la stessa rabbia del fratello. “Come.. come hai potuto.. fare questo a Keishin? Sfruttare i suoi sentimenti in quel modo.. SEI UN ESSERE SPREGEVOLE! MI DISGUSTI!”
E incrementò la potenza del tornado, al punto che Aizen venne sollevato ancora più in alto, mentre le raffiche d’aria divenivano taglienti e iniziavano a ferirlo. Sul volto del traditore si dipinse un’espressione di pura sorpresa: non aveva mai visto i due Luogotenenti furiosi al punto da attaccarlo a testa bassa senza pensarci due volte.
In quel momento Urahara aveva completato il canto e, intorno a lui, si erano formate una moltitudine di grosse sfere di reiatsu color viola chiaro.
A quella vista Aizen sembrò preoccuparsi. “Credi che ti lascerò..?”
“È già troppo tardi” lo interruppe Urahara. “Hado n°91, Senju Koten Taiho!”
Tutte le sfere partirono come proiettili e colpirono in pieno il Capitano traditore, sprigionando una gigantesca esplosione che accecò tutti i presenti. Quando poi la luce e il polverone provocati dal colpo si dissolsero, non vi era traccia del nemico.
Meryu e Kaisui si guardarono intorno, ma non lo videro da nessuna parte. Che ce l’avessero finalmente fatta?
“Aizen-san” mormorò all’improvviso Urahara. “A quanto pare, hai davvero abbassato la guardia.. una volta incorporato l’Hogyoku.”
“Esatto.”
Non appena quella parola risuonò nelle sue orecchie, Urahara si girò di scatto, ma fu inutile: nello stesso istante in cui sentì la voce di Aizen dire “Troppo lento”, la mano di quest’ultimo tracciò un arco nell’aria aprendo un profondo taglio nel suo petto.
L’aspetto dell’ex-Capitano della Quinta Brigata non era più normale: la sostanza bianca emanata dall’Hogyoku aveva adesso ricoperto anche metà del suo volto formando una sorta di guscio protettivo, mentre sul resto del corpo aveva creato una lunga veste completamente bianca con al centro del torso una croce blu e, al centro di questa croce, brillava la potentissima gemma.
“Sì, ho abbassato la guardia” continuò Aizen. “Non ho più bisogno di stare all’erta. Anche quand’ero nella Soul Society, nessuno aveva un potere pari al mio. Ma da quando sono riuscito a soggiogare l’Hogyoku, il mio corpo è andato ancora oltre. Non ho più bisogno di schivare neanche un Kido al livello novanta.”
Meryu sgranò gli occhi. < Quindi non l’abbiamo colpito perché l’abbiamo colto di sorpresa.. è stato lui stesso a lasciarsi colpire! Bastardo..! >
“Non hai capito niente.” Quella frase di Urahara fece accigliare Aizen. “Non l’ho detto perché non hai schivato il mio Kido. Un tempo.. non avresti mai cercato di attaccarmi per due volte senza pensare.”
Non aveva ancora finito di parlare che due luminosi anelli di energia si materializzarono intorno ai polsi di Aizen, il quale li osservò stupito. “Questo è…”
“Un sigillo” rispose Urahara. “Ho sigillato gli sfoghi per la reiatsu che si trovano sui polsi di ogni Shinigami quando mi hai provato ad attaccare prima e quando mi hai ferito poco fa.”
Una simile strategia sorprese sia Meryu che Kaisui. Un sigillo del genere non era niente di complicato, un Kido che perfino gli Shinigami di rango Luogotenente avrebbero potuto creare e usare, di conseguenza nessuno l’aveva mai neanche preso in considerazione. E invece ora quell’incanto, tanto semplice quanto imprevedibile, si stava rivelando il peggior incubo possibile per il traditore: con i suoi sfoghi per la reiatsu sigillati, non aveva modo di far fluire all’esterno al sua energia che avrebbe così continuato ad accumularsi al suo interno fino a…
“Sarà la tua stessa reiatsu a ridurti in polvere.”
Quasi a voler confermare quelle parole, i sigilli divennero ancor più brillanti, fino a che una luce abbagliante esplose da essi avvolgendo completamente l’inerme Aizen.
Urahara diede le spalle alla luce e scese a terra vicino a Ichigo e Isshin, seguito subito dopo da Kaisui e Meryu. Questi ultimi osservarono lo Shinigami col cappello con un misto di ammirazione e riverenza. Avevano sentito dai loro Capitani che, malgrado le sue eccentricità e il suo aspetto per nulla minaccioso, Kisuke Urahara era stato uno dei Capitani più potenti e brillanti di sempre e che, anche dopo aver perso il suo titolo, continuava ad essere uno degli Shinigami più pericolosi e imprevedibili, alla pari degli stessi Yamamoto e Aizen.. ma ora che l’avevano visto in azione, si rendevano veramente conto di quanto quelle parole fossero veritiere.
Riuscire a sconfiggere Aizen da solo con tanta facilità…
Urahara sembrò percepire i loro sguardi su di sé perché disse: “Sarebbe stato un gioco da ragazzi se fosse bastato questo. Sarebbe stato un mostro qualunque.” Il suo tono era serio e preoccupato. “Tra poco ne verrà fuori.”
D’istinto, tutti i presenti guardarono verso la cupola di luce che si era creata dall’esplosione di reiatsu di Aizen. E ciò che emerse da essa.. lasciò tutti, eccetto Urahara, completamente basiti e increduli.
“Cosa diavolo è.. quello?!” balbettò Ichigo con un fil di voce.
Lo Shinigami col cappello l’aveva definito “mostro”… Ma la figura emersa, almeno nell’aspetto, sembrava tutto fuorché un mostro: era alta e completamente bianca, avvolta in quella curiosa veste simile ad una corazza aderente o ad un esoscheletro che ricopriva il suo intero corpo nascondendone ogni dettaglio, volto compreso, aprendosi solo all’altezza della vita per formare una sorta di lungo mantello lacerato. L’intera testa era chiusa all’interno di una sorta di protezione che lasciava intravedere solo gli occhi, come un passamontagna. Occhi che erano diventati dello stesso colore blu che permeava l’Hogyoku, ancora spiccante al centro del suo torso.
Nella mano destra la sua Zampakuto, Kyoka Suigetsu, scintillava ancora al sole.

< Quello.. quello è davvero.. Aizen?! > pensò Kaisui agghiacciata.
Con un movimento talmente rapido che nessuno riuscì a coglierlo, la figura bianca atterrò in mezzo a loro e si osservò i polsi, dove i sigilli creati da Urahara ancora brillavano. “Hai usato un Kido di livello novanta come esca per spingermi ad attaccare.” La sua voce era ancora quella di Aizen, ma risuonava riecheggiante e metallica, simile ai Vizard quando indossavano le loro maschere Hollow. Tuttavia non poteva essere più diverso da questi ultimi. “E poi un incantesimo di tua invenzione per incenerirmi dall’interno.” Si voltò verso Urahara. “Se il tuo avversario non fossi stato io.. no.. se non avessi soggiogato io l’Hogyoku, questa battaglia sarebbe ormai finita qui.” Con un gesto rapido affondò le dita nei polsi estraendo i sigilli e sollevandoli davanti ai suoi occhi. “Ma, sfortunatamente, l’Hogyoku che hai creato va oltre la tua comprensione. Neanche questa tecnica che hai creato in attesa di combattermi ha effetto su di me.” E li infranse entrambi con facilità disarmante.
Per nulla turbato, Urahara prese a due mani il suo bastone e, dalla parte del manico, ne estrasse una katana.
“L’incantesimo non ha funzionato, quindi ora sfoderi la tua katana?” chiese Aizen.
Lo Shinigami col cappello rispose rilasciando lo Shikai  senza alcuna formula e assumendo una posizione di guardia; la Zampakuto prese la forma di una spada a doppio filo di media lunghezza con una guardia a U che circondava la base della lama, una piccola catena che pendeva da essa e un ciuffo di fili rossi che spuntavano dalla fine dell’impugnatura.
“Molto bene” disse il Capitano traditore mettendosi in guardia a sua volta.
Per diversi secondi nessuno dei due si mosse, poi, inaspettatamente, ad attaccare fu Isshin, il quale si scagliò su Aizen cercando di colpirlo con un fendente. Questi rispose alzando una gamba e parando la lama con la pianta del piede per poi roteare su se stesso e parare la Zampakuto di Urahara, mentre nel contempo colpiva Isshin con l’altro piede. I due Shinigami furono sbalzati indietro dalla forza dei colpi, ma la loro carica si rivelò essere un semplice diversivo, dato che Aizen si ritrovò piegato in avanti con la gamba e il braccio con cui aveva colpito tesi e bloccati da delle catene spirituali sorrette dai due avversari. Dovevano averle create mentre lui li respingeva.
Il traditore, tuttavia, non batté ciglio. “Che idiozia è questa? Credete davvero..?”
Le parole gli morirono in gola quando una nuova figura apparsa dal nulla si abbatté sulla sua schiena con una forza incredibile, tale da schiantarlo al suolo e crearvi un’immensa voragine. Alzò gli occhi e si ritrovò davanti, o meglio sopra, la sagoma di una bella donna dalla carnagione scura con occhi dorati e lunghi capelli viola legati in una coda di cavallo, che indossava un body nero, guanti e calze dello stesso colore e portava su tutti e quattro gli arti delle protezioni grigie estremamente grosse e rinforzate, più simili a dei bracciali e gambali da combattimento che ad una corazza.
“Tu sei.. Yoruichi?” esclamò sorpreso.
Per tutta risposta, la Shinigami scatenò una raffica di pugni ad altissima velocità che lo investirono con violenza tale da spazzare via l’intera area come un tifone.
Quando l’attacco cessò e la polvere sollevata si fu posata, Yoruichi troneggiava sopra il corpo immobile di Aizen, il quale sembrava morto.
Sembrava, appunto, perché Urahara aveva fatto appena in tempo a gridare: “Yoruichi-san, togliti da lì!” che un’improvvisa onda di energia aveva investito una delle sue gambe distruggendo completamente la protezione che la ricopriva.
La Shinigami dalla pelle scura si allontanò con un balzo, mentre Aizen si rialzava da terra emanando tanto potere da creare dei flussi a spirale di pura reiatsu intorno a sé; l’esoscheletro che racchiudeva il suo petto era ricoperto di crepe, incrinato probabilmente dai colpi di Yoruichi, ma la potenza del traditore era chiaramente rimasta invariata, anzi, sembrava in continuo aumento.
“Qual è il problema?” chiese con calma glaciale. “Non avete ancora finito, vero? Vi conviene sbrigarvi. Vi distruggerò uno alla volta fino all’ultimo che rimarrà.” Iniziò ad avanzare verso Urahara e Yoruichi. “Il numero di metodi che avete inventato per sconfiggermi è prova del vostro impegno e della vostra forza. Allo stesso tempo, sono anche le sole speranze che avete.” Si fermò a breve distanza da loro, osservandoli con occhi beffardi. “E quindi, quel che devo fare, è distruggerle tutte una alla volta. Forza, affrontatemi con il vostro prossimo attacco. Kisuke Urahara. Yoruichi Shihoin. E.. Isshin Kurosaki.”
Gli interpellati non fecero una piega, ma le loro espressioni sembrarono comunque diventare impercettibilmente più nervose.
A breve distanza, Meryu e Kaisui osservavano la scena, paralizzati da ciò che Aizen era diventato. Anche dopo aver subito tutti quei colpi, il traditore continuava a sembrare inarrestabile. Era davvero possibile fermare un mostro del genere? Sembrava già praticamente imbattibile quando era, per modo di dire, solo un potentissimo Shinigami.. ma ora stava diventando qualcosa di molto peggio. Come potevano uscirne?
Quando lo scontro tra Aizen e i tre ex-Capitani riprese più violento che mai, i due Luogotenenti si accorsero che, a differenza di Urahara, Yoruichi e Isshin, Aizen non emanava alcuna reiatsu; da quando aveva assunto quella forma, era come se la sua aura fosse scomparsa all’improvviso. Questo, però, era ovviamente impossibile, in quanto la reiatsu cessava di esistere solo quando il suo possessore moriva, perciò non poteva essere scomparsa…
“Te ne sei accorta, vero?” chiese di colpo Meryu.
La sorella annuì. “Non emana più alcuna reiatsu. Che diavolo significa?”
“Forse la trattiene. È molto probabile che non ci ritenga una minaccia sufficientemente grande per farla esplodere come facciamo noi. Ci sta prendendo alla leggera.”
Kaisui digrignò i denti, mentre osservava la facilità con cui Aizen teneva testa ai suoi tre avversari. “Maledetto bastardo…” Poi realizzò una cosa: “No, ti sbagli. Non ci sta prendendo alla leggera. Li sta prendendo alla leggera.”
Il fratello la guardò. “Che intendi?”
“Pensaci bene. Quando prima ha incitato ad affrontarlo, ha fatto i nomi solo di Urahara-san, Yoruichi-san e Isshin-san. Non ha nemmeno menzionato noi due o Ichigo-san. Questo vuol dire che, mentre ritiene loro una minaccia alquanto modesta, non ritiene affatto noi una minaccia. Non ci considera nemmeno più.”
Si voltò verso Ichigo e lo vide osservare a sua volta lo scontro con uno sguardo smarrito. Era chiaro che anche lui si sentiva dentro un incubo senza uscita. Vicino a lui, Gin Ichimaru sembrava invece godersi lo spettacolo rivolgendogli alcune parole riguardo le capacità di Aizen, parole che non volle nemmeno ascoltare. L’avrebbero solo disgustata.
Nel mentre, gli occhi di Meryu si posarono per caso sul corpo di Keishin, riverso supino a terra a breve distanza da loro. Il suo Bankai era svanito e il kosode era a pezzi, lasciando così intravedere un enorme squarcio sanguinante lungo il petto e la pelle ustionata e annerita praticamente su tutto il corpo. Se non fosse stato per il lieve alzarsi e abbassarsi del suo addome, sarebbe sembrato morto. La sua reiatsu, però, era sempre più debole.
Dentro di lui, sentì qualcosa montare rapidamente. Come prima, quando aveva visto Aizen far leva sulle emozioni di Keishin per sconfiggerlo, sentì un inarrestabile sete di vendetta e una tremenda rabbia invaderlo e gridare per sfogarsi contro la loro causa. “La pagherà.”
Kaisui lo guardò, sorpresa. “Come, scusa?”
“Non m’interessa se è diventato così forte da non aver bisogno di rilasciare la sua reiatsu, se è capace di rigenerare qualsiasi ferita o se ha assimilato la forse più grande creazione di tutta la storia della Soul Society.. tutto questo non m’interessa! Non intendo più vacillare davanti a lui né permettere che i suoi crimini rimangano incompiuti! Se lo facessi, non renderei onore ai miei compagni, ai miei amici e al mio Capitano che sono caduti per cercare di fermarlo! Per questo, a costo di distruggere il mio corpo, finchè avrò vita combatterò fino all’ultimo, come ha fatto Keishin!”
Kaisui guardò prima il fratello, poi il corpo dell’amico per riportare infine lo sguardo sul primo. Chiuse gli occhi e, quando li riaprì, essi ardevano di una nuova, indomita determinazione. “Hai ragione. Non possiamo arrenderci! Aizen deve pagare per tutto ciò che ha fatto, deve essere fermato ad ogni costo! Perciò non arrendiamoci! Dobbiamo combattere per i nostri compagni e il destino dei due mondi! Perciò, avanti! Facciamogli vedere che errore madornale commette non tenendoci in considerazione!”
Meryu annuì e, dopo un ultimo sguardo d’intesa, partì all’attacco seguito dalla sorella. Con uno dei suoi Shumpo potenziati, si portò alle spalle di Aizen proprio mentre questo respingeva un fendente di Isshin e sferrò un calcio a propulsione al lato destro del collo del traditore. Purtroppo quest’ultimo non si fece sorprendere e bloccò la sua gamba afferrandola a mezz’aria con la mano libera.
“Cosa credi di fare, Meryu Kitayama?” gli chiese in tono beffardo. “Nel mio stato attuale e nelle tue condizioni, non sei niente di più che un insetto molesto per me.”
Senza aspettare risposta, lo sollevò in aria e lo schiantò violentemente al suolo per poi alzare in alto la Zampakuto, lucente e terribile alla luce del sole come una ghigliottina. Il fendente mortale fu tuttavia bloccato da delle lame di falce entrate all’improvviso nella sua visuale e, alzando gli occhi, si trovò davanti la figura di Kaisui la quale respinse la spada ruotando su se stessa e sferrando subito dopo un calcio rovesciato, mentre un’altra lama spuntava dalla sua caviglia e lei gridava: “Non provarci neanche! Eaburedo!”
Il colpo, però, non sortì l’effetto sperato in quanto Aizen non solo parò la lama avvolta nella tagliente reiatsu incolore con il nudo braccio sinistro, ma fu invece la lama stessa a spezzarsi per la resistenza incontrata. Kaisui sgranò gli occhi incredula mentre un fendente di Aizen spezzava anche le lame sulle sue braccia e la mandava a schiantarsi contro un muro semidistrutto poco lontano.
“Il vostro coraggio nel volermi affrontare è a dir poco lodevole.. ma al tempo stesso è anche difficile non definirvi terribilmente stupidi” commentò Aizen con una punta di divertimento. “Conosco le vostre capacità ormai e se non potevate fermarmi prima che l’Hogyoku si attivasse, nemmeno ora potrete riuscirci. Non siete più avversari alla mia portata, perciò è inutile che vi sforziate tanto.”
Fece per attaccare di nuovo Meryu, ma questi usò il grosso propulsore sulla sua schiena per alzarsi con uno scatto improvviso e colpire il traditore con un potente pugno che, pur non danneggiandolo, lo spinse indietro di qualche metro e permise all’argenteo di ritirarsi con uno Shumpo. Allora furono Isshin e Yoruichi ad attaccare in successione Aizen, mentre Urahara si avvicinava a Kaisui per aiutarla a rialzarsi. Malgrado il dolore e la fatica, Meryu si rialzò subito e si riunì allo scontro in corso sferrando pugni o calci che l’avversario, però, bloccava senza difficoltà, così come anche i colpi degli altri Shinigami. Maledì i suoi arti mancanti che rendevano le sue tecniche molto più limitate e le sue mosse molto più prevedibili, ma non smise di attaccare nemmeno per un istante.
Kaisui, intanto, si era rialzata e stava cercando di scrollarsi di dosso lo stordimento causato dall’impatto. Accanto a lei, Urahara la osservava preoccupato.
“Stai bene, Kaisui-san?” le chiese.
“Sì, nessun problema. Posso ancora combattere” rispose la castana.
“Non ne dubito, ma a tal proposito.. non riusciresti a creare di nuovo la tua dimensione dei miraggi? Potrebbe darci un aiuto non indifferente” domandò l’ex-Capitano della Dodicesima Brigata.
Kaisui scosse la testa, sconsolata. “Purtroppo no. Se avessi un po’ più di tempo ed energie, potrei provare a generare di nuovo i miei fiori.. ma in queste circostanze non posso riuscirci. Senza contare che Aizen non me lo permetterebbe di sicuro.”
“Già. Purtroppo hai ragione” assentì Urahara. “In tal caso non ci resta che combattere.” E si rigettò con uno Shumpo nel bel mezzo della battaglia.
La Luogotenente digrignò rabbiosamente i denti. < Potrei tornare anch’io a combattere con gli altri, ma non sarei di grande aiuto vista la forza acquisita da Aizen. Possibile che non possa fare altro..? >
“Puoi farlo, Kaisui” disse improvvisamente dentro di sé la familiare e dolce voce di Sabaku No Hana. “Possiamo ancora combattere in un altro modo.”
< Cosa? Di che cosa stai parlando? Spiegati > chiese la castana, confusa.
“Ascoltami bene. Le mie illusioni non sono il tuo solo potere. Non te ne sei mai accorta, ma ne ho sempre avuto un altro dentro di me. Non te l’ho rivelato perché non eri ancora pronta per usarlo se non in misura ridotta. Più di una volta, però, sei riuscita ad usarlo istintivamente e anche prima l’hai fatto. Dunque ora è tempo che ti permetta di usarlo pienamente. Ascoltami bene.”
Seppur confusa, Kaisui la ascoltò attentamente e, alla fine della spiegazione, sgranò gli occhi. < Posso davvero? >
“Certo. Forse non avremo più le illusioni della nostra dimensione dei miraggi, ma possiamo ancora affrontare Aizen in questo modo.”
Un improvvisa esplosione le strappò dal loro dialogo. Alzando gli occhi, Kaisui si accorse che il combattimento si era spostato in aria e che il Capitano traditore era riuscito a distruggere un’altra delle protezioni speciali di Yoruichi, quella del braccio destro, le quali, a detta di Urahara, erano state create da lui stesso per contrastare la durezza dello Hierro degli Espada. Tuttavia non erano chiaramente sufficienti per la corazza bianca generata dall’Hogyoku.
< Va bene. Diamoci dentro! > pensò decisa prima di scagliarsi verso di loro.
Nel frattempo Aizen aveva di nuovo respinto Isshin e Urahara e stava affrontando in contemporanea Yoruichi e Meryu. Quest’ultimo, per quanto non apprezzasse il fatto di doversi affidare alla prima nella battaglia, doveva ammettere che le sue abilità erano superiori sia alle sue che a quelle di Soifon e, visto che non era il momento di essere diffidenti, aveva accettato senza proteste di combattere al fianco della Shinigami dalla pelle scura e ora entrambi stavano tempestando il traditore con raffiche di pugni e calci in perfetta sincronia. Nonostante tutto, nessuno dei loro colpi riusciva ad oltrepassare la difesa del nemico, che sembrava ancora non fare il minimo sforzo per tenere loro testa.
“Notevole, ma non è abbastanza” disse Aizen prima di scagliare lontano Yoruichi con una rapida stoccata e concentrarsi poi su Meryu, il quale riuscì a bloccare il suo fendente con il braccio rimasto, ma si sentì subito cedere sotto la forza del colpo.
La lama di Kyoka Suigetsu, tuttavia, si fermò prima di tagliargli via la testa quando una potente folata di vento la avvolse ostacolando il suo movimento.
Aizen sembrò sorprendersi. “E questo cos’è?”
In quel momento Kaisui spuntò da dietro di lui e, roteando su se stessa, urlò: “Dorafuto!”
Il flusso d’aria intorno la Zampakuto del traditore accelerò di colpo e si mosse trascinando all’indietro il braccio stesso di quest’ultimo, il quale si ritrovò così sbilanciato a mezz’aria.
Meryu, seppur sorpreso, colse subito l’occasione e scattò in avanti affiancato di nuovo da Yoruichi. Quando Aizen provò a bloccare i loro colpi con il braccio libero, entrambi gridarono in coro “Shunko!” e l’aura elettrica bianca tipica della tecnica apparve sulle loro spalle incrementando all’istante la potenza e la velocità dei loro pugni, al punto che superarono facilmente la guardia dell’avversario e lo centrarono al petto così forte da incrinare ulteriormente il suo esoscheletro e mandarlo a schiantarsi al suolo con tale violenza da creare un enorme cratere. Malgrado il tremendo colpo, dal fumo riemerse subito la sagoma di Aizen, pronto al contrattacco. Allora furono Urahara e Isshin ad intercettarlo, seguiti da Kaisui, la quale ingaggiò un breve scambio di colpi con l’avversario dopo che questi aveva respinto i primi due.
“Che cos’era quell’abilità?” le chiese il traditore. “Avevi dunque ancora un asso nella manica, Kaisui Kitayama?”
“Puoi scommetterci!” replicò la castana evitando la katana avversaria per poi gridare di nuovo: “Dorafuto!”
Aizen tentò allora di attaccarla con un rapido scatto per vanificare sul nascere le sue intenzioni, ma questa volta si generò una sorta di piccolo turbine sotto la Luogotenente, che venne sparata verso l’alto ad una tale velocità che il traditore la perse di vista per un secondo. Secondo nel quale Kaisui si mise a testa in giù con una capriola e generò un nuovo vortice sotto i piedi, usando stavolta la forza prodotta da esso per lanciarsi contro l’avversario. Aizen si avvide del colpo, ma, quando provò a pararlo, fu bloccato da Isshin e Urahara che gli avevano di nuovo bloccato le braccia con delle catene di reiatsu e venne così centrato in pieno petto dalle lame sulle braccia della castana, la quale roteò subito dopo su se stessa gridando: “Kosei Saikuron!”
Il potente tornado che si generò dalla rotazione del suo corpo investì il traditore con tale forza da mandarlo a schiantarsi al suolo ancora una volta. Allora furono Yoruichi e Meryu a subentrare di nuovo, lo Shunko che brillava sulle loro schiene.
La Shinigami dalla pelle scura attaccò per prima affondando un pugno con il braccio ancora corazzato sul corpo di Aizen, ma questi parò il colpo con la mano sinistra per poi alzare la Zampakuto verso Meryu per intercettarlo. L’argenteo era troppo vicino per schivare la spada, ma non poteva di certo sfidare il traditore in un semplice scontro diretto; anche se potenziato dallo Shunko, il suo pugno non sarebbe mai stato abbastanza forte da superare la difesa di Kyoka Suigetsu.
Poi, mentre si arrovellava disperatamente in quei decimi di secondo che lo separavano dal nemico, ebbe un’idea.
Si rivolse alla sua Zampakuto: < Hayabusa, concentra tutta la mia reiatsu sulla punta delle dita. Subito! >
Hayabusa, pur non avendo compreso appieno, obbedì.
Notando le dita che venivano ricoperte da una reiatsu biancoazzurra così forte da essere accecante, Meryu aprì la mano e modellò l’energia perché si concentrasse sulle estremità a formare delle punte piuttosto rozze. Era un’operazione incredibilmente difficile e le sue condizioni precarie e la reiatsu agli sgoccioli non lo aiutavano di certo, ma non poteva esitare proprio adesso. Doveva metterci tutta la sua volontà e farcela.
< Ho una sola possibilità. Devo riuscire a concentrare e proiettare la mia reiatsu in modo che attraversi la sua Zampakuto e lo colpisca direttamente. È vero che in tutte le Zampakuto scorre reiatsu, ma se riesco a concentrarla in modo che perfori quel flusso anche solo per un istante, allora sarà in grado di oltrepassarla e andare direttamente a segno! > pensò risoluto.
Concentrò più che potè la sua reiatsu e colpì il piatto di Kyoka Suigetsu con la punta delle dita. La sua energia parve però venire bloccata dalla Zampakuto del nemico. Digrignando i denti cercò di modellarla in modo che si concentrasse e si proiettasse oltre l’arma. < Avanti, avanti! Vai! >
Alla fine, con somma sorpresa sia di Aizen che di Yoruichi, la sua reiatsu oltrepassò Kyoka Suigetsu senza neanche scalfirla; l’aura biancoazzurra attraversò la katana come se fosse stata intangibile e colpì in pieno l’Hogyoku come un proiettile. Il gioiello non venne minimamente scalfito, ma l’attacco sembrò sconvolgere o paralizzare Aizen, in quanto per un istante parve incapace di muoversi. L’occasione venne colta al volo da Yoruichi, la quale si liberò dalla sua presa per poi sferrare un potentissimo calcio al mento del traditore spedendolo in aria. Meryu lo inseguì immediatamente con uno Shumpo, ma vacillò per la troppa energia utilizzata, perdendo così lo Shunko e non riuscendo di conseguenza a colpire l’avversario prima che questo si riprendesse. Con la vista annebbiata per la fatica, l’argenteo vide solo Aizen venire rallentato da una nuova folata di vento, mentre Urahara subentrava per cercare di approfittare dei suoi movimenti rallentati.
“Capisco. Dunque sei in grado di controllare le correnti d’aria, Kaisui Kitayama” osservò Aizen respingendo i colpi di Urahara, senza guardare la diretta interessata. “Oltre a creare illusioni molto potenti, il tuo Bankai è in qualche modo capace di dominare l’aria e i venti. Mai visto niente di simile... Ma non ti basterà comunque.”
Udendo quelle parole, Meryu si scrollò di dosso il torpore causato dalla fatica e scattò gridando: “Urahara-san, spostati! Kaisui, continua a rallentarlo!” Dopodichè, quando vide l’ex-Capitano della Dodicesima Brigata arretrare e il vento intorno a Aizen farsi più forte, agì puntando il suo pugno contro l’avversario. < Ormai non posso più continuare così. Con le forze che mi rimangono, le prossime saranno probabilmente le mie ultime azioni.. ma mi assicurerò che quel traditore non esca indenne da esse a qualunque costo! >
Getti di reiatsu partirono dalle ali del falco pellegrino sull’avambraccio, ma contrariamente a quanto Aizen si aspettava, invece di accelerare il pugno del Luogotenente, il rapace si staccò dall’armatura e volò contro di lui al grido: “Reikokuna Hayabusa!”
Sorpreso e ostacolato dal vento generato da Kaisui, Aizen non riuscì a fare altro che alzare un braccio per proteggersi dall’attacco, ma quando il falco raggiunse il suo arto, si avvinghiò ad esso con artigli e becco e, contro le aspettative di tutti, esplose con un boato spaventoso. L’esplosione, per quanto meno potente di quella del Bankai di Soifon o dei colpi di Keishin, fu abbastanza violenta da far tremare l’aria circostante e costringere gli ex-Capitani e la sorella ad allontanarsi.
Tuttavia, il polverone alzato dal colpo fu spazzato via dopo qualche secondo da un unico movimento della spada di Aizen, riemerso senza gravi danni eccetto diverse crepe formatesi sul braccio con cui si era difeso. Guardandosi intorno il traditore mormorò: “Come se un attacco del genere potesse davvero…”
“Infatti non avevo ancora finito” disse la voce di Meryu alle sue spalle.
Aizen non fece in tempo a girarsi che l’argenteo gli aveva avvolto il braccio e la gamba rimasti intorno rispettivamente al petto e alle gambe, afferrandogli inoltre il braccio armato e bloccandolo così in una morsa d’acciaio. A quel punto una potente scarica di reiatsu emessa dal propulsore sulla sua schiena portò lui e il traditore ad un’altezza ancora maggiore.
“Cosa stai cercando di fare?” chiese Aizen cercando di divincolarsi.
Per tutta risposta Meryu strinse ancora di più la presa. Non poteva certo tenerlo a lungo, ma non importava; il più era fatto ormai.
Arrivato più in alto che poteva, diede un forte colpo di reni e si capovolse all’indietro, lasciandosi cadere verso terra sempre attaccato al traditore che venne così trascinato insieme a lui. Non appena iniziarono la caduta, l’argenteo attivò ancora lo Shunko e rilasciò tutta la reiatsu rimastagli da ogni singolo sfogo della sua armatura Bankai, mentre il propulsore sulla schiena, oltre a emettere energia in tutte le direzioni, iniziò a ruotare velocissimo divenendo simile ad un’elica. Il risultato fu che i due iniziarono a roteare nell’aria sia su se stessi che in circolo, mentre precipitavano nel contempo verso il suolo ad una velocità vertiginosa e avvolti in una fortissima aura bianca. La loro caduta era folle a dir poco: lo sfogo simultaneo e violento di tutti i propulsori di reiatsu del Bankai di Meryu, puntati tutti in direzioni diverse, aveva creato uno spaventoso contrasto di forze centrifughe che si era tradotto in una continua mutazione della loro traiettoria di precipitazione ad una tale velocità che, ad ogni rotazione che facevano, l’aria vibrava e si distorceva rapidamente emettendo nel contempo un forte rombo, come se la barriera del suono venisse infranta continuamente di sempre più volte. Il tutto li rese simili ad una cometa impazzita.
“Suisei Otoshi!”
Quel grido accompagnò la folle e incontrollata discesa che, per quanto breve, sembrò durare un tempo infinito agli occhi degli spettatori e si concluse con il violentissimo impatto di Aizen al suolo, mentre Meryu, staccandosi all’ultimo istante, si ritrovò a rotolare per terra in modo altrettanto incontrollato senza riuscire in alcun modo a fermarsi.
Come prevedeva, aveva dato fondo a tutte le sue forze e ora non ce la faceva più. Il Bankai svanì insieme all’aura dello Shunko e percepì chiaramente i suoi arti rimasti piegarsi in direzioni innaturali a causa dell’attrito col suolo e le macerie al di sopra di esso durante il rotolamento. Alla fine, il suo impeto venne fermato da ciò che restava di un palazzo non molto lontano con un violento schianto che gli fece quasi perdere i sensi. Senza muoversi aprì gli occhi percependo dolori tremendi in tutto il corpo; da ciò che sentiva, oltre agli arti doveva essersi rotto anche diverse costole, i vestiti e la maschera erano lacerati e le ferite cicatrizzate in precedenza si erano riaperte e macchie di sangue iniziavano ad allargarsi su ciò che restava dei suoi abiti e sul terreno. Aveva la vista sfocata, il respiro pesante e anche le sue energie ormai erano al limite; come si aspettava, con le sue ultime tecniche aveva dato fondo a tutto ciò che restava della sua reiatsu e se non era svenuto o addirittura morto per lo sforzo eccessivo era solo per pura fortuna.
Non erano passati nemmeno due secondi che il dolore iniziò ad affievolirsi, mentre il suo corpo s’intorpidiva sempre di più. Non era più in grado di continuare a combattere ormai.
“Niisan!” sentì gridare la familiare voce di Kaisui. Poco dopo vide la sagoma sfocata della sorella avvicinarsi a lui e due mani delicate gli presero il volto, mentre lei gli diceva qualcosa che però non riusciva a cogliere. Era troppo stanco e debole.
Con le ultime forze che gli restavano, Meryu cercò di alzare gli occhi verso il punto in cui aveva schiantato Aizen; doveva sapere che ne era stato del nemico.
All’inizio, a causa della vista offuscata e dell’enorme polverone sollevato, non vide nulla.. ma poi, d’un tratto, una fortissima onda d’urto spazzò via la nuvola e, malgrado la visibilità fosse minima, la figura che vedeva in mezzo a quel vento impazzito era tremendamente familiare. E, soprattutto, la potenza che emanava era rimasta invariata.
Un sorrisetto amaro gli dipinse le labbra mentre la sua coscienza svaniva del tutto.
< Se questo è un incubo.. svegliatemi… >
 
Kaisui osservò impotente gli occhi grigi del fratello chiudersi lentamente e il suo respiro divenire più corto mentre perdeva i sensi. Il suo corpo mutilato, martoriato e sanguinante aveva probabilmente superato qualunque limite esistente, perfino per uno Shinigami ben allenato, era ovvio che non fosse più in grado di continuare. Anzi, per le sue condizioni, aveva fatto anche troppo.
Gli mise una mano sulla fronte accarezzandogliela delicatamente. < Riposati ora, niisan. E non preoccuparti: daremo una bella lezione a quel bastardo anche per te! >
Si voltò rabbiosamente verso Aizen, che si stava rialzando, e si lanciò su di lui con un rapido Shumpo. Quest’ultimo, tuttavia, si accorse della sua carica e respinse subito con la propria katana i colpi delle sue lame di falce per poi puntare alla sua gola e trafiggergliela con una velocissima stoccata. Con sua somma sorpresa, però, l’immagine di Kaisui tremolò dopo essere stata colpita e si dissolse, come se fosse stata un miraggio. “Ma cosa..?”
Poi, dalle spalle, multiple lame lo colpirono alla schiena al grido: “Eaburedo!” e, mentre barcollava in avanti per la forza dei colpi sferrati, Kaisui mosse le braccia in circolo formando un anello d’aria a brevissima distanza dall’avversario e stavolta urlò: “Bakudan-fu!”
L’anello d’aria formò una sfera di vento che esplose con tanta veemenza da scagliare in avanti Aizen e aggravare gli squarci generati poco prima dalle lame. Quando il traditore provò a rialzarsi, fu Urahara ad attaccarlo muovendo la Zampakuto e generando una sorta di rete di reiatsu nero-viola al comando: “Shibari, Benihime!”
La rete intrappolò Aizen, il quale però non fece una piega: “Credevi davvero di bloccarmi così?”
Invece di rispondere, Urahara piantò la spada nelle maglie della rete esclamando: “Hiasobi, Benihime.. Juzu Tsunagi!”
Sulla rete si formarono una serie di bolle che scoppiarono come bombe pochi istanti dopo, generando una tremenda esplosione di fuoco, tanto grande da formare un’immensa colonna incandescente che si estendeva fino al cielo.
In mezzo alle fiamme, tuttavia, fu presto visibile la figura di Aizen, per nulla danneggiata da quella tecnica. “Non farmi ridere” sbottò sprezzante l’ex-Capitano della Quinta Brigata. “Non riesci a fare di meglio? Credi che questo mi..?”
Le parole restanti gli morirono in gola quando davanti a lui comparve Isshin con la Zampakuto alzata.
“Getsuga Tensho!” ruggì abbassando la spada e creando una gigantesca onda di reiatsu, identica all’omonima tecnica del figlio ma di colore azzurro, che investì Aizen spazzando via nel contempo una buona parte di ciò che restava della città.
Mentre l’attacco si esauriva, Urahara, Yoruichi e Kaisui si avvicinarono ad Isshin. “Ha funzionato?” chiese il primo.
“Non lo so” rispose l’altro. “Da quando ha assunto quella forma non riesco più a percepire la sua reiatsu. Ha ovviamente un potere spaventoso, ma quando lo si attacca.. sembra quasi di colpire il vuoto. È inquietante.”
Kaisui lo guardò sorpresa. < Allora anche loro non riescono a percepirla? E quella strana sensazione che ha detto di sentire.. in effetti, ogni volta che lo colpivo anch’io percepivo qualcosa di simile, ma non vi avevo dato molto peso a causa della rabbia che provavo... Ma cosa significa? >
Sentì Isshin continuare: “Probabilmente solo quelli allo stesso livello di Aizen, riescono a percepire il suo attuale potere.”
A quelle parole il cuore della castana perse un battito. < C-che cosa? Ma allora..! >
In quel momento una presenza imponente e potente al punto da risultare opprimente incombette su di loro; si voltarono e videro Aizen riemergere dalla tecnica di Isshin e camminare verso di loro, aveva l’esoscheletro notevolmente danneggiato, soprattutto sul volto, ma i suoi movimenti erano fluidi e tranquilli, come se in tutto quel tempo non avesse minimamente faticato o subito danni.
“Gran bel fendente” disse placido ma con una nota di ammirazione nel tono di voce, probabilmente per i loro sforzi. “Adesso ho compreso anche quello.”
Il suo volto era interamente attraversato da un grosso squarcio all’interno del quale si notava brillare una strana ed inquietante luce viola.
“Cosa? Che diavolo sta succedendo là dentro?” mormorò Isshin sconvolto.
“Credo sia ora..” Aizen alzò lentamente la katana “..che anche voi comprendiate i miei poteri.”
D’istinto Kaisui si mise in posizione, concentrandosi nel contempo sulle particelle di sabbia che aveva rilasciato nell’aria durante gli ultimi attacchi. Come spiegatole da Sabaku No Hana, infatti, il suo Bankai aveva non solo il potere di manipolare correnti d’aria e venti, ma conservava anche il potere originale del suo Shikai di spargere nell’atmosfera granuli di sabbia contenente reiatsu, capaci di alterare i sensi dell’avversario e generare illusioni. Per quanto il loro effetto fosse più ridotto rispetto alla dimensione dei miraggi creata dai fiori prodotti dal rilascio del Bankai, costituivano comunque un modo valido per permetterle di usare i suoi poteri illusori quando tale dimensione era distrutta o svaniva per qualunque motivo e, nel contempo, le consentivano di recuperare le energie per generarli nuovamente.
Senza aspettare il suo attacco e ignorando la fatica che ormai iniziava ad oscurare anche la sua coscienza, Kaisui iniziò subito a manipolare la reiatsu nei granuli.
L’attacco arrivò con tale velocità e tale potenza che non se ne accorse nemmeno.
Percepì solo lo sprigionarsi di una forte luce davanti a sé e una forza dirompente attraversare l’aria spazzando via ogni singola particella presente e investendo lei e gli altri tre ex-Capitani, senza che potessero fare nulla per difendersi. Il suo Bankai svanì all’istante e si sentì mozzare il fiato e sollevare in aria dalla forza del colpo, mentre la sua coscienza si affievoliva all’istante.
Solo quando sentì di star precipitando verso il suolo, Kaisui realizzò la terribile verità. Come detto da Isshin, Aizen non aveva mai trattenuto la sua reiatsu e il suo potere.. ma erano loro ad essere troppo deboli per poterla percepire. Era come se l’Hogyoku avesse elevato il traditore ad un nuovo piano esistenziale, un piano tridimensionale fin troppo evoluto perché loro, esseri bidimensionali, potessero anche solo averne la percezione. Era diventato un essere superiore.
E solo allora realizzò il vero significato delle parole di Keishin: No. Voi vi sbagliate... Non possiamo fermare Aizen ormai. Nessuno può.. non senza sacrificare qualcosa.
Probabilmente lui aveva capito prima di loro la vera entità del potere di Aizen e aveva cercato di dare il tutto per tutto, perfino la sua vita, per ucciderlo prima che compisse la sua evoluzione tramite quella maledetta gemma. Perché.. se fosse successo.. allora nessuno avrebbe più potuto contrastarlo.
L’avevano capito troppo tardi.
L’angoscia e il dolore del fallimento soppiantarono qualunque altro sentimento o sofferenza fisica, al punto che si accorse a malapena di stare precipitando. Ebbe l’impressione che altri corpi stessero cadendo intorno a lei, ma non le importava.
Avevano dato fondo a tutte le loro forze, le loro risorse, la loro volontà.. e non era bastato nulla di tutto ciò. Ormai era finita.
Con rassegnazione, lasciò che l’oscurità l’avvolgesse nel suo freddo abbraccio, percependo appena l’impatto col suolo. Presto non sentì più nulla…
 
“Sembra che lo stadio di Crisalide sia concluso. Quale fortuna. Così potrò assistere.. alla fine della Soul Society con i miei occhi.”
Mentre faticava a rimanere cosciente, quelle parole risuonarono insolitamente chiare nelle sue orecchie. Quando poi una lieve luce si accese a breve distanza dal suo corpo, Keishin si sforzò di aprire gli occhi e gli sembrò di scorgere una figura non riconosciuta camminargli accanto.
Ancora una volta, quella voce gli rimbombò nelle orecchie.. non era rivolta a lui, ma quella voce, così calma eppure così irritante.. la conosceva.. era.. era..!
D’istinto afferrò la gamba che si era appena posata vicino alla sua faccia, o meglio tentò di allungare una mano per afferrarla, ma tutto ciò che riuscì ad ottenere fu di chiudere lievemente le dita intorno alla caviglia dell’individuo, una presa talmente fragile che perfino un bambino avrebbe potuto liberarsi. Eppure questi non cercò di liberarsi, anzi si fermò e Keishin ebbe l’impressione che la sagoma sfocata che lo sovrastava stesse guardando in basso, verso di lui.
“Non sei ancora morto, Keishin-kun?”
Finalmente riconobbe quella voce e, nel medesimo istante, gli sembrò che la vista si schiarisse quanto bastava per mettere a fuoco l’immagine dell’odiato nemico.
Ma ciò che vide, gli fece desiderare di non aver mai riacquistato la vista. L’esoscheletro che ricopriva la testa del Capitano traditore si era sbriciolato e aperto fino al petto e sotto vi era un volto identico a quello originale di Aizen, ma i capelli castani erano ora fluenti e lunghi fino a metà schiena e i suoi occhi avevano la sclera del colore tra il blu e il viola dell’Hogyoku, così come anche la pupilla, mentre l’iride era bianca. La gemma era incastonata ancor più in profondità nel suo petto e anche la sua Kyoka Suigetsu era cambiata: la guardia della Zampakuto era sparita e la katana stessa sembrava essere diventata più sottile, al punto che sembrava quasi fondersi con la mano che la reggeva, come se fosse diventata anch’essa parte del suo corpo.

Ad un semplice occhio umano non ci sarebbe stata molta differenza tra l’aspetto precedente e quello attuale di Aizen, ma per uno Shinigami, quel cambiamento sembrò la più terribile delle trasformazioni, soprattutto per l’incommensurabile potere che si nascondeva dietro quegli occhi così insoliti.
“Aizen..? Sei.. cosa diavolo.. hai fatto?” balbettò Keishin sforzandosi di parlare e rimanere nel contempo cosciente.
“Sto superando ogni creatura mai esistita. Niente di più, niente di meno. E ora.. è tempo di creare la Chiave del Re e prendere il trono dei cieli.”
Quindi non solo lui, tutti erano stati sconfitti. Non c’era davvero più nulla da fare.
Keishin fissò quegli occhi così beffardi e altezzosi e non riuscì più a trattenersi: “Allora avanti, cosa aspetti? Uccidimi! Hai vinto, no? Perché non ci hai ancora ucciso? Avanti, maledetto bastardo! UCCIDIMI E FACCIAMOLA FINITA! PERCHÈ NON LO FAI, VIGLIACCO TRADITORE? AVANTI! UCCIDIMI!”
Gridò e gridò, ripetendo ogni volta quelle parole sempre più forte, sputandogli addosso tutto il suo disprezzo, il suo odio, la sua disperazione. Dimentico perfino del dolore, sfogò contro di lui tutta la frustrazione e la rabbia che provava per come era finita, per come lo aveva sconfitto e per come aveva sconfitto anche i suoi amici.
Aizen, tuttavia, non batté ciglio. Non cambiò mai espressione per quanto le sue parole potessero diventare sempre più offensive e dure, né provò a zittirlo o replicare in alcun modo. Continuava semplicemente a fissarlo con quello sguardo arrogante e superbo, come se stesse osservando un insetto, un essere inferiore a lui che dunque non valeva nemmeno la pena considerare.
Quando alla fine smise di gridare, Aizen liberò il proprio piede con un lieve movimento e lo oltrepassò senza dire nulla o degnarlo più nemmeno di uno sguardo, dirigendosi verso Gin che aveva aperto un Senkaimon poco lontano, dal quale fuoriusciva l’inconfondibile reiatsu della Soul Society.
Poco prima di entrare Aizen si voltò verso qualcuno non visibile da Keishin e disse: “Ti lascerò qui. Verrai divorato.. quando tutto sarà finito.”
Dopodichè sparì con il suo tirapiedi nel portale, che si richiuse subito dopo e svanì nell’aria.
Allora Keishin urlò ancora, piangendo lacrime amare di rabbia e delusione. Le sue grida disperate e straziate risuonarono per l’intera città, un’orribile suono che portava con sé il più grande dei dolori e la più cupa frustrazione. Gridò finchè non ebbe più fiato in gola e le sue membra ridivennero così pesanti da non riuscire più a muovere neanche un muscolo; nel contempo, la sua mente iniziò a sprofondare in un’oscurità mai vista, mentre quelli che ritenne essere i freddi artigli della morte lo trascinavano nell’oblio.
Una stretta gentile, appena accentuata ma ancora percettibile, gli avvolse la mano ormai quasi priva di sensibilità, una stretta che sembrava volerlo incoraggiare.
Sbatté le palpebre e riuscì a mettere a fuoco il viso di Ichigo Kurosaki che lo guardava mentre gli reggeva la mano. Quegli occhi marroni emanavano uno sguardo così diverso da quello di Aizen, pieno di compassione e tristezza per il suo dolore, ma anche di solidarietà, bontà e altruismo. Uno sguardo che, insieme a quella stretta gentile ma decisa, sembrava dirgli di non affliggersi oltre, di non preoccuparsi perché in qualche modo le cose si sarebbero aggiustate.
Uno sguardo che, malgrado tutto, sembrava dire: C’è ancora speranza.
E fu proprio con quel pensiero che Keishin chiuse gli occhi e si abbandonò all’oblio dei sensi e all’oscurità che trascinava la sua coscienza in un abisso senza fine, mentre sulle sue labbra si formava un sorriso appena accentuato e la sua anima si rilassava e riacquistava la pace.
C’è ancora speranza.





Note:
Tengoku no Nami Hebi Kuchiku-kan = onda del serpente distruttore del cielo
Hogyoku = chiave del re
Senso Arashi = tempesta di guerra
Senju Koten Taiho = cannone mondante delle mille braccia del cielo splendente
Dorafuto = corrente d’aria
Reikokuna Hayabusa = falco pellegrino spietato
Suisei Otoshi = discesa della cometa
Bakudan-fu = bomba di vento
Shibari, Benihime = intrappola, principessa scarlatta
Hiasobi, Benihime.. Juzu Tsunagi = gioca col fuoco, principessa scarlatta.. rete in rilievo

E... rieccoci qui minna!
Sì, lo so: sono un bastardo. Dopo tutta questa fatica, i nostri coraggiosi eroi sono purtroppo costretti ad affrontare la sconfitta... Ma vi dico che non poteva finire diversamente in quanto Keishin, Meryu e Kaisui, per quanto siano diventati incredibilmente potenti e forti in breve tempo, non sono ancora abbastanza forti da sconfiggere un ex-Capitano veterano e fuori dal comune come Aizen; dopo che questi ha assorbito il potere dell'Hogyoku, poi, perfino Yamamoto sarebbe stato impotente. Come da originale, toccherà a Ichigo Kurosaki trovare un modo per poter sconfiggere il terribile nemico. Vi anticipo infatti che il prossimo capitolo sarà ripreso interamente dall'originale e narrerà la fine della guerra con Aizen. Non sarà un mio lavoro di idee, ma ho sempre desiderato poter descrivere lo scontro finale tra Ichigo e Aizen e, inoltre, lo faccio perchè mi sembra giusto mettere la fine di questa guerra, piuttosto che passare direttamente al dopoguerra da un capitolo all'altro senza dire come il nemico è stato sconfitto.
Tornando al capitolo attuale, come avrete notato, i miei tre protagonisti, anche se sconfitti alla fine, hanno dato origine ad uno scontro mozzafiato (sul serio, nemmeno io credevo che mi sarebbe venuto così lungo!) e, se osservate bene, noterete che ognuno di loro ha sfoderato tecniche o capacità molto peculiari e uniche che, vi anticipo, saranno fondamentali per le loro imprese e battaglie future! (Se riusciranno a sopravvivere, è ovvio...)
Dunque.. riuscirà Ichigo a trovare un modo per diventare abbastanza forte da sconfiggere l'ormai invincibile Aizen? O quest'ultimo riuscirà a portare a termine il suo folle piano? E quale sarà il destino dei nostri protagonisti? Keishin, Meryu e Kaisui se la caveranno?
Tutte le risposte nei prossimi capitoli! Ormai siamo a -3 dalla fine di questa storia! Per favore restate con me, anzi, con noi fino alla fine!!!
Per finire, anche se li ho già fatti nell'ultimo capitolo, dato che è passato più di un mese da esso e mi sono arrivate parecchie recensioni e ho potuto leggere tanti magnifici capitoli dei miei autori preferiti/amici di EFP, ho deciso di ringraziare ancora una volta! Per le recensioni ringrazio:
_Fedra_, la mia sempre più amata e inimitabile moglie Claymore, la cui opera Occhi d'argento è ormai il cult assoluto della sezione Claymore e il mio tormento letterario più piacevole! Da leggere ad ogni costo!
GreenJade09, la mia sempre più romantica e affezionata amica ninja, la cui storia Passioni e Tradimenti è sempre la storia di Naruto più romantica e passionale che abbia mai letto! Non perdetevela!
Death Crow e Re Nero, i miei sempre più mitici e incredibili fratelli Nefilim, la cui saga DxD Chronicles è diventata la mia serie di novel preferita della sezione Highschool DxD e il capolavoro assoluto della medesima! Consigliata al 100%!
92Rosaspina, la mia nuova e cara amica e interlocutrice mezzodemone, la cui scrittura Devil May Cry - Angel's Punishment mi fa letteralmente perdere la testa dalla genialità di quest'omaggio a Devil May Cry! (almeno quanto le nostre discussioni sul medesimo videogioco... robe dantesche!) Andate, leggetela e recensite!
Per le preferite ringrazio di nuovo _Fedra_, Death Crow e Re Nero e 92Rosaspina e poi Tsukai_No_Tenshi_sama e Zephiel97.
Per le ricordate ringrazio ancora _Fedra_ e Death Crow e Re Nero.
Per le seguite infine ringrazio ancora una volta _Fedra_ e GreenJade09 e anche elementar_95.
Ringrazio ovviamente anche tutti i miei lettori silenziosi e li invito come sempre a farsi avanti quando vorranno scrivermi qualcosa, che sia positiva o negativa. Tranquilli non mordo mica (di solito XD)! Ogni commento sarà ben accetto, quindi non siate timidi!
Con questo, vi saluto e vi dico: al prossimo scatenato capitolo!!! Ja naa minna!!!
   
 
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