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Autore: MezzoSangue23    13/06/2015    1 recensioni
"Perché proprio a me, perché proprio la mia famiglia? Forse se solo avessi dedicato più tempo a loro..non sarebbero rimaste uccise"..
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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myers Notte del 18 Luglio, ore 01:34
Tic, Toc. Tic, Toc. I secondi volavano, il tempo passava. Il letto era colmo di sudore e vodka che, mischiati, davano all'atmosfera della stanza
la classica di una notte suicida. 'Avrebbe dovuto essere la mia ora. Non la loro. Avanti, Anthony, non starai mica impazzendo?' pensò tra sè.
Erano 2 giorni che non aveva altro a cui pensare se non ai migliori momenti passati con la sua famiglia, e a quella frase...
lo stava tormentando troppo. Era visibilmente ubriaco, così tanto da non riuscire ad alzarsi dal letto ormai da 1 giorno ma così tanto da non
riuscire nemmeno ad addormentarsi. Un forte ronzio pervase la cucina, a pochi metri dalla sua stanza.
E poi, due secondi esatti e di nuovo quel fastidioso ronzio, proprio come una mosca in una notte d'agosto disturba il tuo udito
quando si avvicina all'orecchio. Due secondi, e di nuovo. Bastarono una manciata di secondi per poter capire che era il cellulare che vibrava.
Non rispondo, si ripetè tra sè. Anthony non aveva bisogno di conforto. Per ben cinque volte qualcuno venne a bussare alla porta nei
due giorni precedenti ma non rispose mai, figuriamoci se avesse il bisogno di rispondere al cellulare. E poi, era la notte suicida, la sua.
Stringeva in mano una Beretta a matricola abrasa, la vodka l'aveva visibilmente aiutato. Perdere la famiglia fu poi la goccia che fece traboccare
il vaso, che senso aveva vivere? Fu nel momento che aveva deciso di puntare l'arma sulla tempia, armato più della convinzione
di potersi sparare che della Beretta. Anche se c'era un piccolo particolare che indubbiamente stava cominciando ad infastidire l'opera
suicida appena iniziata...ed era il ronzio del cellulare, ormai era passato più di un minuto, cosa spingeva alla persona dall'altro lato
ad insistere così tanto? Infastidiva, certo, ma non avrebbe interrotto. Tutto era iniziato, tutto come previsto. Vodka, Beretta, convinzione.
'Conto fino a 3 e la faccio finita'.
1.
2.
Bom, bom! Qualcuno bussò con tutte le sue forze sulle porta, come se fosse inseguito da qualcuno. E continuava, accennava a non fermarsi.
3.
'No, Cristo! Non ce la posso fare!' Anthony era furioso, era come se qualcuno volesse fermarlo, ad ogni costo. Ma nessuno sapeva del suo piano,
com'era possibile?
"Basta, ora basta.' Ronzii, forti rumori sulla porta...e all'improvviso, una voce, stavolta nella testa di Anthony.
"Papà, papà. Ti prego, vieni a giocare con me!" Era Corinne. Anthony poteva vedersi. Sì, si vedeva. C'era lui, Chris con sua moglie Christine,
Bob l'amico di famiglia di vecchia data e Marie, moglie di Anthony. Tutti insieme, felici. In lontananza si poteva scorgere anche John
Marrys e la sua famiglia, poliziotto da 90 Kg di muscoli ma con un cuore altrettano enorme.
"Vuoi giocare con me, tesoro? Vedo un frisbee, laggiù, avanti prendilo." Lo sguado di Anthony era tanto dolce quanto amorevole.
"Eccolo che arriva, papà, girati!"
Anthony si era distratto un attimo, non aveva visto la direzione intrapresa dal frisbee.
"Oh, peccato, papi, ora ti tocca trovarlo e prenderlo, so che non vorrai farlo..ma fallo per me, così è più divertente!"
Ti tocca trovarlo e prenderlo, fallo per me.
Ore 1:50
Ritorno alla realtà. 'Ti tocca trovarlo e prenderlo, fallo per me', ancora le solite frasi che continuavano a tormentarlo, come se qualcuno le gettasse
nel suo subconscio a sua insaputa. Non era quella la notte giusta per morire, evidentemente.
C'era un altro, nuovo puzzle da comporre. Intanto erano finiti tutti i suoni, sia il cellulare sia la porta. "Bene, bisogna tornare nella visione,
devo capire..." ripetè ad alta voce, come se stesse parlando con qualcuno, e invece era solo, seduto sul letto, parecchio ubriaco
e con una Beretta a fargli compagnia, che stava per tramutarsi in un qualcosa di più intimo, ma invano.
Ore 1:52
Aveva chiuso gli occhi da un minuto, il Sig. Liers e pian piano si rigettava nella visione...e all'improvviso, eccola!
"Nah, Anthony! Stai perdendo la stoffa, l'ho trovato prima io..ma toccava a te." se la rise l'agente John in una risata generale tra i presenti.
Ore 1:54
Nuovo ritorno alla realtà, eccolo, il puzzle era risolto. Il frisbee raffigurava l'assassino, e toccava a lui prenderlo, per il bene della figlia, o meglio, per vendicarsi di lei,
e in un tal senso della moglie. Ma eccolo John che lo anticipa, col degno di nota 'ma toccava a te.'
Cosa significava precisamente? Perse qualche minuto a riflettere, e riuscì a trarne due conclusioni. La prima è che John prende l'assassino,
anche se toccava a lui, teoria che aveva senso in quanto gli venivano mandati segnali da forze sconosciute cui facevano pensare che
toccava a lui invece, trovarlo e prenderlo. Ma, come ricordato da Chris nella colazione al bar, era compito della polizia, e quindi di John
di riuscire a prenderlo. Nella visione, la polizia lo anticipa. Ma c'era un altro significato...ancora una volta collegato al puzzle precedente.
'Toccava a te..' morire. Non toccava nè a Marie, nè a Corinne, bensì a lui, Anthony Myers, catapultato in un Caos che lo trascinava
nei suoi abissi. Il quadro stava diventando chiaro, non ne era ancora certo ma dubitava fosse proprio l'assassino a mandare quei segnali,
come se volesse dirgli "Prendimi..."
Si alza dal letto, barcolla per il suo visibile al solo sguardo elevato tasso di alcolismo e riesce ad arrivare in cucina.
Ore 2:00
Dietro la porta non c'era nessuno. E sul cellulare, nessuna chiamata.
"Dio..mio".
   
 
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