A day at the beach
“Attenzione,
attenzione, Ichigo-chan sta flirtando con Shirogane-kun anche da sobria!” Purin atterrò con le ginocchia nella
sabbia fredda, sotto l’ombrellone condiviso da Minto e Zakuro.
Queste
due si voltarono sugli sdrai, girandosi verso la rossa e l’americano che, sul
bagnasciuga, stavano allegramente chiacchierando mentre Ryo passava della cera
sulla tavola da surf.
Minto
si alzò gli occhiali da sole sulla fronte: “A-ah! Lo sapevo! Guardala come
ride, la cretina. Mi deve da bere.”
Zakuro
roteò gli occhi: “Minto, non essere cattiva. Lasciala in pace.”
“Sono
anni che si girano intorno, dai, è quasi un miracolo. La sbronza di ieri sera è
stato quello che ci voleva!”
“Dovete
imparare a farvi i fatti vostri, punto primo. Punto secondo, cosa dicevi riguardo
ad una sbronza fortuita, Minto-chan?”
La
mora si zittì all’ennesimo rimprovero del suo idolo. “Sei di parte verso
Shirogane-kun, tu.”
Si
alzò, ignorando il sorrisetto soddisfatto della modella, e si diresse verso il
mare per un po’ di frescura dalla giornata afosa.
Non
fece in tempo ad arrivare con l’acqua alla vita, però, che due mani
l’afferrarono saldamente per i fianchi, facendola irrigidire.
“Colombella,
finalmente soli!”
Minto
non si voltò: “Toglimi le mani di dosso.”
Kisshu
non fece lo sforzo di obbedirle. “Io e te dobbiamo parlare.”
“Non
c’è assolutamente nulla da dire,” lei prese a muoversi nuovamente verso l’acqua
più alta, tentando di staccarlo.
“E
invece sì,” l’alieno sguazzò intorno a lei così da mettersi di fronte e
bloccarla “Ieri sera ci siamo baciati -”
“Ieri
sera tu hai baciato me.”
“ – e non osare dire che non ti sia
piaciuto, e che non ci sia niente di cui discutere –”
“E
dire che pensavo per te fosse uno sport baciare la gente a caso.”
“-
perciò, parliamone.”
Minto
sollevò un sopracciglio, incrociando le braccia al petto. “Fammi capire, questo
è uno dei rari momenti in cui tu vuoi comportarti da persona matura?”
“Esatto.”
“Oh,
santissimo cielo, perché deve capitare proprio con me?”
Kisshu
mise su un broncio da bambino: “Il sarcasmo non è apprezzato. Soprattutto
quando ti sento tutto il giorno lamentarti di quanto io sia infantile, pedante,
insopportabile, bla bla bla.”
“Perché
lo sei.”
Minto
lo aggirò svelta, continuando a camminare nell’acqua finché questa non le
raggiunse le spalle. Si fermò, tentennante. Sapeva nuotare, ma non le era mai
piaciuto particolarmente addentrarsi un po’ troppo in là nel mare – non sapeva
mai quello che poteva esserci nel fondo, e lei ci metteva davvero poco a
raggiungere punti in cui non toccava più.
Ikisatashi,
ovviamente, dall’alto dei suoi parecchi centimetri, sostava poco lontano da
lei, galleggiando ed osservandola con un sorrisetto soddisfatto.
“Passerotto?”
“Decerebrato?”
“Andiamo,”
si avvicinò di più a lei “Ammettilo.”
“Cosa,
che acconsentire alla richiesta di Ichigo di prendere un altro drink è stato un
grave errore di giudizio?”
Kisshu
ridacchiò e fluttuò abbastanza vicino per afferrarle ancora la vita: “Il
risultato non è stato male.”
Minto
alzò gli occhi al cielo: “Potresti togliere le mani, per favore?”
“Ti
tengo stretta così non galleggi via, promesso,” appoggiò i piedi sul fondo,
recuperando la differenza di altezza “Sei così petite che un colpo di vento può
portarti via. Anche se non puoi biasimarmi, questo costumino ti fa un sedere…”
“Screanzato!”
Lui
riuscì a bloccare il ceffone diretto alla sua guancia, rallentato dall’acqua, e
rise stringendole le dita: “Hai ragione, hai ragione, è tutto naturale, non è
solo merito del costume.”
“Giuro
che stanotte ti castro mentre dormi.” sibilò lei a denti stretti.
“Ah,
tortorella, ma ciò significherebbe che dovresti trovarti nella mia stessa
stanza! Di solito mi piace offrire almeno un drink prima, ma se proprio
insisti…”
“Sei
un maiale schifoso ed irrispettoso.”
“Da
cui però ti piace incredibilmente essere baciata.” L’agguantò svelto,
issandosela su un fianco così da avere il viso a pochi millimetri dal suo, una
delle sue magre braccia avvolte intorno al suo collo.
Minto
arrossì visibilmente sotto le lentiggini che il Sole le faceva apparire sulla
pelle. “Ciò è dibattibile.”
Lui
alzò sarcastico e divertito un sopracciglio: “Hai bisogno di un’altra prova?”
Lei
si rispecchiò per un secondo in cui dannati occhioni dorati, gli stessi che
aveva cercato per tutta la notte precedente in discoteca, e stava per inclinare
il volto ancora di più verso il suo, quando uno strano movimento sotto l’acqua,
vicino alla sua coscia, la fece distrarre e diventare bordeaux.
“Kisshu!! Sei un maniaco”
“Mi
dispiace! Sono solo un maschio, che diamine, non lo faccio apposta!”