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Autore: Randa_Zero    14/06/2015    0 recensioni
Una mezza sirena.
Due licantropi.
Un mutaforme.
Un mezzo volatile.
E una ragazza senza un passato.
Sei ragazzi scappati da un Centro di Ricerca.
Braccati da scienziati che vogliono cancellare ogni prova sui loro esperimenti, dovranno scoprire l'obbiettivo di colui che li ha creati.
Riusciranno a scoprire la verità?
Genere: Generale, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Siamo fuori.
Rispose laconica la ragazza.
Alla sua , quanto meno ovvia affermazione, vide i volti dei ragazzi illuminarsi dalla gioia, di tutti tranne di quello che poco prima le aveva parlato, ormai aveva capito che tipo era: il solito ragazzo ombroso che avrebbe ucciso qualcuno piuttosto che mostrare un minimo di emozione.
Subito i ragazzi che aveva appena salvato si misero a parlare fra loro di quello che avrebbero potuto fare una volta fuori, dei loro sogni che mai avevano sperato vedersi realizzare e tutta una serie di discorsi a cui la ragazza non aveva nessuna voglia di partecipare.
E fu felice quando notò che nessuno provò a coinvolgerla, silenziosamente si andò a sedere su un masso a pochi metri di distanza dove prese a sfogliare il plico che aveva rubato all'istituto.
Nel giro di pochi minuti l’aveva letto tutto, memorizzato le parti più importanti e già pensato a un suo obbiettivo personale in merito, quando ad un certo punto gli sorse un dubbio atroce: “Non ce l’avrebbe mai fatta da sola”.
Come in risposta alla sua costatazione mentale, una delle ragazze, quella che pareva più piccola parlò titubante.
- Ma ora che cosa faremo?
Lei non si fece fuggire l’occasione e prese la palla al balzo, si alzò dal masso sul quale era comodamente poggiata e si diresse verso il gruppo.
- Io vado a cercare il tizio che ha creato tutta questa organizzazione per …
Non seppe se era il caso di rivelare subito la verità, dopo pochi istanti decise che per il momento non l’avrebbe fatto, così sputò la prima scusa convincente che le venne in mente:
- Per capire perché  sono stata creata, se volete potete venire con me.
A quelle parole i ragazzi sembrarono titubanti, solo la ragazzina più piccola sembrava contenta dell’invito, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa fu fulminata da uno sguardo del ragazzo tetro. Perfetto, probabilmente si conoscevano da una vita, quindi sicuramente sarebbe stato quasi impossibile convincerli tutti, e in più il tipo scontroso sembrava il capo, cosa che avrebbe reso ancora più complicata la situazione.
Traendo queste conclusioni, stava quasi per voltare le spalle sconsolata quando il ragazzo parlò.
- Perché dovremmo venire con te?
Lei ci pensò un attimo e tranquillamente rispose:
- Non volete sapere il motivo per il quale siete stati creati?
- No, vogliamo solo vivere una vita normale.
Sentendo le parole “vita normale” alla ragazza venne un’idea e riuscì a trattenere all’ultimo un ghigno esultante.
- Beh, io ci vado anche per un’altra ragione: la Medicina, mi farò dare dal professore la ricetta così sarò sicura di non collassare.
Si sentii un genio e allo stesso tempo una persona orribile a pronunciare quelle parole, ma in fondo non doveva pensarci, da sola non sarebbe mai riuscita a raggiungere la casa di quello scienziato, e se non ci sarebbe riuscita ... Non voleva pensarci.
La medicina non era altro che uno stabilizzatore molecolare, che impediva al loro corpo, geneticamente modificato di disfarsi nel giro di pochi mesi. Di solito all'istituto glie la davano con un intervallo di due mesi , quindi avevano circa solo due mesi per trovare il professore … beh loro avevano questo problema, lei quella medicina non doveva prenderla…
Alle sue parole il volto della metà dei ragazzi sbiancò, e una prese persino a tremare, il ragazzo scorbutico si limitò a imprecare.
- Allora venite con me?
Non potevamo rimanere molto in quel posto, dovevamo spostarsi in fretta.
Lo pseudo capo fissò la ragazza minaccioso per un paio di secondi, quasi volesse leggerle nella mente, poi lentamente e evidentemente di malavoglia disse:
- Va bene, ti seguiremo.
Come se non volesse darle la soddisfazione di averli convinti , con un ghigno di scherno,  aggiunse:
- Ma come credi di trovarlo questo “professore” ?
Lei sorrise di rimando e fece moatrò il plico azzurro a tutti i ragazzi, sollevandolo in aria.
- Mentre scappavo ho preso questi documenti, e si dia il caso contengano informazioni su questo professore: Emilian Weston , a quanto pare un paio di anni fa ha deciso di ritirarsi in un posto sperduto sulle montagne a sud per continuare le sue ricerche senza essere disturbato e …
Aprendo il plico tirò fuori una piccola mappa.
- SI dia il caso che questa sia la mappa per arrivare a casa sua.
Concluse quella frase quasi ridendo in faccia all’espressione di sorpresa che comparve sul volto del ragazzo.
- Soltanto fortuna …
bofonchiò tra se e se.
Senza prestare attenzione a quello che il ragazzo aveva appena detto , la ragazza si voltò verso gli altri ragazzi, e con un sorriso estremamente finto parlò:
- Non mi sono ancora presentata mi chiamo Alex, piacere.
Alex, era una ragazza abbastanza alta, slanciata, con lunghi capelli neri e due occhi grandi di un rosso cupo, vestiva come tutti gli altri: con una tunica di tessuto grigio, solo che sia ai polsi che alle caviglie portava due bracciali di ferro.
 - Io sono Silvia!!
A parlare subito dopo era stata la ragazza che aveva preso a tremare poco prima per la questione della medicina, anche se ora sembrava fin troppo sovraeccitata, infatti quando scattò in piedi non cadde, solo perché il ragazzo tetro la sorresse in tempo.
Era decisamente più bassa di Alex, abbastanza magra, con lunghi capelli bianchi, che le cadevano ondulati sulle spalle, bianchi come gli occhi, con l’unica differenza che questi avevano una sfumatura rosata; poteva avere sui 16 anni.
Non era strano vedere quei colori nell’aspetto fisico di ragazzi geneticamente modificati: trovarsi con i capelli bianchi era il minore dei mali a cui poteva andare incontro una persona cui avevano scombinato il DNA.
Alex non si sorprese quando la bianca  iniziò a elencarle i nomi di tutti, capì subito che era una di quelle ragazze che parlavano decisamente troppo…
- Questo è Nicholas, è molto timido quindi abbi pazienza con lui!
Come a dare conferma alle sue parole, il ragazzo affianco a lei arrossì violentemente.
La nera non riuscii a capire quanto fosse alto, siccome era seduto, ma notando le dimensioni minute delle sue spalle dedusse che non doveva essere un tipo molto muscoloso.
Di aspetto appariva abbastanza normale:  capelli castani e occhi verdi , solo la tonalità troppo accesa di questi avrebbe destato dei sospetti. L’età poteva variare dai 15 ai 16 anni
- Loro due sono gemelli, strano vero? La ragazza si chiama Grace il fratello invece Mattina.
Disse indicando due bambini sui 12 anni che si tenevano stretti la mano, la bambina quando si accorse di essere stata nominata sorrise felice, mentre il fratello le si parò un po’ davanti come a proteggerla, da una qualche minaccia.
Erano tutti e due bassini ed evidentemente gracili, avevano entrambi i capelli corti, ovviamente la ragazza leggermente più lunghi ma non superavano la base del collo; erano di un rossiccio che tendeva al viola, mentre gli occhi erano marroncini quasi bordeaux, ma non si avvicinavano minimamente al rosso cupo degli occhi di Alex.
- Infine quel ragazzo , che possiamo definire il nostro capo, si chiama Ethan!
Disse indicando l’ultimo ragazzo rimasto, quello scorbutico.
Quando si alzò per stringerle la mano, Alex constatò con irritazione che in altezza la superava  di un buon cinque centimetri, e che probabilmente aveva uno o due anni più di lei, sui 19.
Anche se indossava una tunica e dei pantaloni piuttosto larghi si poteva intravedere il suo fisico scolpito. Gli occhi erano neri, in contrasto con i capelli, che erano di un bianco luminoso, diverso da quello di Silvia che invece tendevano al colore cenere.
Quando la ragazza lasciò la mano dell’albino, Silvia parve ricordarsi una cosa e girandosi verso di me aggiunse:
- Ah si, dimenticavo io sono una mezza sirena, i due gemelli sono dei licantropi, Nicholas un mutaforme e Ethan un uomo uccello … tu invece cosa sei … ?
Alex si irrigidì a quella domanda e, vedendo lo sguardo dubbioso che comparve sul volto del ragazzo alato, capii che si era accorto di quel suo spasmo, così cercando di mantenere la voce neutra rispose alla domanda.
- Io … beh io sono forte.
   
 
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