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Autore: CatWhiskers    15/06/2015    1 recensioni
"A volte ci si ferma a pensare a come la nostra vita avrebbe potuto andare diversamente se avessimo preso un’altra decisione. Ci si può pentire, oppure si sorride e si ringrazia il cielo di aver scelto quella strada"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dan Howell, Phil Lester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COMPAGNI DI VITA


A volte ci si ferma a pensare a come la nostra vita avrebbe potuto andare diversamente se avessimo preso un’altra decisione. Ci si può pentire, oppure si sorride e si ringrazia il cielo di aver scelto quella strada.

Era una mattina di Dicembre. Il cielo di Londra era coperto da grigie nuvole che come spesso accade, preannunciavano pioggia imminente. La casa era ancora avvolta dal silenzio del primo mattino, intervallato solo dal cinguettio di qualche uccellino e scandito dal ticchettio della pioggia sulla finestra. La sveglia non aveva ancora suonato, ma Phil era già sveglio da qualche minuto. Si stava ancora stiracchiando pigramente nel letto, avvolto dal piumone colorato, quando lo schermo del cellulare si illuminò: erano le sette in punto.

“Uff… un’altra giornataccia” pensò, osservando con gli occhi ancora mezzi addormentati il cielo fuori dalla finestra.

Spostò il pesante piumone dalla sua schiena e allungò le braccia per stiracchiarsi meglio. Si sedette sul bordo del letto sbattendo le palpebre per riacquisire una vista nitida, sistemandosi il ciuffo della frangetta di lato. Sospirò a lungo, lanciando un’occhiata verso la porta della stanza del suo coinquilino, Dan, sperando che fosse già sveglio.

“Probabilmente starà ancora dormendo. Sarà stato sveglio fino alle 2 del mattino a cazzeggiare su Internet come al solito”.

Phil prese il telefono dal comodino e si ridistese sul letto, passando un buon quarto d’ora a controllare la posta, Instragram, Facebook, Tumblr e Twitter, nonché i commenti dell’ultimo video che aveva caricato su YouTube. Mentre scrollava i milioni di commenti, gli capitava di sorridere, talvolta invece ridacchiava di gusto: lo rendeva felice vedere quanto i suoi fans lo amavano e lo apprezzavano per quello che faceva. Si sentiva amato, e questo era l’importante per lui. Fin da piccolo, Phil era considerato il classico ragazzo “diverso”, quello con pochi amici, quello strano, magari anche il secchione che viveva in un mondo immaginario tutto suo, estraniandosi da tutto il resto. Ma era fatto così, preferiva stare da solo con i suoi due amichetti piuttosto che essere l’amico di tutti ed intrattenere le folle.
Ecco perché era così sconcertato del suo successo su YouTube.
Per lui, ogni commento positivo, ogni mi piace, ogni nuovo follower o iscritto era un motivo in più per fare sempre meglio e spingerlo a credere che ne era valsa davvero la pena di caricare quel primo, vecchissimo video in cui, con quella pettinatura improbabile, si presentava al mondo.

Phil Lester, il ragazzo diverso.

Improvvisamente, un tonfo catturò l’attenzione di Phil.

-Ahio! Cavolo…

-Dan? Dan sei tu? Ce è successo?- chiese Phil, balzando in piedi e trottando in punta di piedi verso la stanza di Dan.

-Niente, sono solo  caduto dal letto- rispose l’altro, con una voce sofferente.

Da dietro la porta, Phil dapprima si preoccupò, dopo soffocò una risata che sentiva gli stava per scoppiare in corpo.

-Posso entrare?- domandò, dando un colpetto alla porta.

Il fatto di chiedere il permesso per entrare nella stanza di Dan era una cosa che Phil non riusciva a comprendere, dopotutto condividevano tutto in quella casa, fatta eccezione per le stanze e quindi il letto. Forse Dan riteneva che tutta questa condivisione sarebbe stata troppo audace per due ragazzi, ma Phil era perfettamente tranquillo a proposito: più volte aveva spiegato a Dan che non c’era alcun pericolo di potersi innamorare l’uno dell’altro, sapevano benissimo entrambi che sarebbe stato un problema per il loro lavoro.

-Entra pure, e dammi una mano, penso di essermi slogato una caviglia!

Phil entrò nella stanza del suo coinquilino con un’espressione divertita in volto, e Dan non poté fare a meno di notarla.

-Stai ridendo di me?- lo guardò di traverso.

-Oh nono, stavo ripensando ad un commento che avevo letto poco fa sotto il mio ultimo video- spiegò, aiutando Dan ad alzarsi e a sedersi sul letto.

-Quello “Perché ero un bambino strano?”- chiese Dan, massaggiandosi la caviglia.

-Sì… una ragazza ha scritto che se ne avesse avuto l’occasione sarebbe diventata la mia migliore amica e avremmo potuto essere strani in due. È stata carina- disse sorridendo.

Dan guardò il suo migliore amico con una punta di gelosia, e, appoggiandogli una mano sulla spalla, gli confessò:

-Sai che sarebbe stato lo stesso anche per me, non a caso ho deciso di dividere questo appartamento con il mio più grande migliore amico.

Phil si voltò, incontrando il volto di Dan che era aperto in un grande sorriso. Lui ricambiò, e abbassò gli occhi.

-Lo so- sussurrò.

-Oh Phil, è tardissimo!- urlò all’improvviso Dan, spezzando quel momento così tenero, -Abbiamo l’appuntamento con la BBC tra meno di un’ora!

Phil scattò in piedi seguito da Dan. Entrambi corsero in bagno, incespicando lungo il corridoio disseminato di calzini e vestiti del castano.

-Dan perché il pavimento della tua stanza è sempre pieno di vestiti?!

-Scusa, è che non so mai cosa mettermi e lascio tutto in giro!

Si prepararono in un lampo, e altrettanto in fretta si vestirono: camicia a quadri e jeans scuri per Phil e maglietta nera e jeans dello stesso colore per Dan. Afferrarono al volo i giubbotti e in meno di venti minuti erano seduti sulla metro in direzione centro. Ora che Natale si avvicinava, tutte le emittenti televisive e radiofoniche cercavano di accaparrarsi l’ospite più ambito per uno special stagionale, facendosi a gara tra di loro su chi otteneva gli ascolti più alti. Di sicuro i due ragazzi erano molto famosi a Londra, ma non pensavano di essere così tanto famosi.
Ad attenderli fuori dagli studi della BBC, infatti, vi era un’orda urlante di ragazze e ragazzi di ogni età che non appena intravidero i due scoppiarono in un boato. Il sorriso di Dan si fece ancora più luminoso, mentre Phil aveva i grandi occhi blu sbarrati e una bocca spalancata dall’incredulità.

-Sono davvero tutti qui per noi?- domandò Phil all’amico, incapace di credere ai suoi occhi.

-A quanto pare sì!- rispose entusiasta Dan, cominciando a fare foto con la folla e a firmare autografi.

Per un momento Phil rimase in disparte, anche se “disparte” non era la parola giusta da usare vista la mole di gente che li circondava: Phil se ne stava di poco più indietro dell’amico, lasciandogli quasi la precedenza per il successo, facendogli tastare il terreno prima di addentrarsi anch’egli nella marea di folla adorante. A Phil non piaceva essere circondato da così tanta gente, era quasi una sua fobia essere davanti a centinaia di persone presenti solo per lui. Dan era molto più bravo in questo, a detta sua. Più volte, prima di alcuni spettacoli o incontri con il pubblico dal vivo, Dan aveva dovuto tranquillizzare il maggiore dall’ansia che lo assaliva. Più volte aveva ripetuto che tutto questo non faceva per lui, che avrebbe preferito starsene a casa a fare i suoi video in santa pace nella sua camera piuttosto che fare la figura dell’idiota davanti a un pubblico. E Dan, ogni volta, pazientemente lo consolava e lo rassicurava che sarebbe andato tutto bene, che non l’avrebbe abbandonato o messo mai a disagio sul palco. E a Phil questo bastava, almeno per calmare l’ansia.

-Hey Phil, andiamo?- urlò Dan, cercando di farsi sentire in mezzo alla baraonda.

-Eh? Sì sì! Arrivo- rispose Phil, accelerando il passo per raggiungerlo.

Salutarono gli ultimi fans ed entrarono nelle immense sale della BBC, decorate da cima a fondo con ogni tipo di ghingheri natalizi: stelle di natale, abeti, palle colorate, nastri, neve artificiale. Phil si guardò attorno estasiato, sembrava proprio di stare in un villaggio di Natale! Dan sorrise scorgendo l’amico con quella sua espressione da bambino in viso, e si incamminò piano verso lo studio di registrazione, badando bene di non farsi scoprire mentre lo osservava di nascosto. I due arrivarono finalmente nello studio, dove li accolse lo speaker della giornata, John. I due ragazzi lo conoscevano bene, era da un sacco che lavoravano per lui e si erano sempre sentiti a loro agio durante la registrazione. Persino Phil, che solitamente era un fascio di nervi, sembrava più rilassato con lui.

-Ciao ragazzi come state?- li accolse John, allargando le braccia per salutarli con un abbraccio.

-Bene grazie, e tu?- ricambiò Dan, con una scioltezza tale che Phil si sentì immediatamente impacciato nell’imitarlo salutare John.

-Hey Phil, come stai? tutto bene?- chiese sorridendo l’uomo, indossando le cuffie già pronto per registrare.

-Oh, si, tutto bene! Mi… mi piace come avete decorato l’ingresso, sembra di stare nel villaggio di Babbo Natale!- disse piano, un po’ vergognandosi, ma sorridendo allegramente.

Dan chiuse gli occhi e scosse la testa china, facendosi scappare una leggera risata. Amava quando Phil se ne usciva con queste affermazioni così da bambino, ma assolutamente adorabili.
In pochi minuti tutto era pronto per registrare lo special di Natale con Dan e Phil. Le luci furono posizionate, i microfoni accesi, le telecamere puntate su di loro ed il copione proiettato sullo schermo davanti a loro. Li raggiunse Jenny, l’altra speaker che li avrebbe intervistati, sedendosi di fronte a loro.

Una voce urlò: “Tre, due, uno…. In onda!”

-Eccoci qui con lo special natalizio della BBC! Oggi, esclusivamente per voi, abbiamo pensato di farvi un  regalo in anticipo, vero Jenny?

-Eccome John, salutate tutti i due ragazzi più simpatici di Londra, Dan e Phil!

Mentre i due salutavano agitando le mani verso la telecamera, partì la registrazione di una folla in visibilio, esattamente come quella che li aveva accolti all’ingresso degli studi. Dan sorrideva alle telecamere, e Phil lo imitò, cercando di mettere in mostra il meglio di sé.

-Bene bene, e cosa c’è di meglio se non una bella intervista con le domande inviate dai vostri fan?- annunciò Jenny, facendo l’occhiolino ai due ragazzi.

-Oh beh, prepariamoci al peggio allora!- ridacchiò Dan.

-Ho paura…. MAWH!- aggiunse Phil, facendo scoppiare a ridere l’intero gruppo.

-Dunque dunque dunque, prima domanda, suggerita da Emily: Dan, Phil, com’è vivere assieme all’altro?

I due ci pensarono un po’, poi si guardarono. Entrambi sorridevano: non avevano intenzione di svelare proprio tutto quello che facevano, ma cercarono di mettere in scena una parodia l’uno dell’altro della loro giornata tipo. Dan imitò Phil mentre cercava di cucinare qualcosa di decente ma con scarsi risultati, lo imitò mentre era nella sua camera per fare nuovi video e persino quella volta che lui camminò sonnambulo nel bel mezzo della notte andando verso il telefono. Tutti risero, Phil compreso. Osservava Dan mentre lo imitava con gli occhi pieni di gioia, sapeva che dopotutto, anche se era un disastro Dan gli voleva un mondo di bene, altrimenti non avrebbe scherzato su queste cose.
Fu poi il turno di Phil. Per vendicarsi dell’amico, Phil mise in scena le migliori scene che vedevano protagonista Dan nelle situazioni più assurde, ad esempio la sua tipica posizione mentre navigava su Internet, i suoi momenti “no” quando era assalito da una crisi esistenziale, oppure la sua totale estraneazione dal mondo quando, sotto effetto della dipendenza da cellulare, rispondeva farfugliando qualcosa di incomprensibile. Di nuovo, tutti risero a quelle imitazioni, Dan compreso, e diede una bella pacca sulla coscia di Phil, facendolo sobbalzare dalla sorpresa. Le risate erano così contagiose che per due minuti buoni non si riuscì a tornare alla normalità.
L’intervista proseguì per una mezzoretta circa, tra momenti seri e confessioni imbarazzanti, tra risate generali e momenti che fecero esclamare tutti per la tenerezza. Verso il termine, Jenny annunciò:

-Bene, siamo arrivati all’ultima domanda, siete pronti?

-Mmmm forse?- disse scherzosamente Dan, ridacchiando.

-Oh beh, fossi in voi mi preparerei!- disse maliziosa Jenny, -Diteci la verità… tra di voi, c’è per caso una relazione?
 
   
 
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