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Autore: Zury Watson    16/06/2015    3 recensioni
Se il finale di stagione non vi ha soddisfatto, siete nel posto giusto.
Le morti che abbiamo visto nella 3x12 e nella 3x13 non si sono mai verificate, Re Riccardo è rimpatriato e ha rimesso in sesto ogni cosa. Nottingham è stata distrutta ma il suo destino è di essere ricostruita. Robin, Archer e Guy amministrano Locksley non smettendo per questo di aiutare chi ha bisogno e in tale contesto si inserisce Kaelee, una giovane donna arrivata da un villaggio vicino.
Capitoli in revisione (Revisionati 1-16)
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Guy di Gisborne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Diciotto


A Fil di Lama

Foresta di Sherwood.

"È un vero peccato. Saremmo andati molto d'accordo io e te, a Edwinstowe... Con Kaelee".
Le parole di Rudyard continuavano a riecheggiare nell'ancora dolorante testa di Allan mentre lui cercava una risposta intelligente. O anche soltanto una risposta.
Quando credette di averla trovata tentò di indossare un'espressione pacatamente divertita sperando di darla a bere all'uomo che aveva di fronte.
«Perché dovrebbe interessarmi?», chiese.
A sorpresa la risata di Rudyard riempì in uno scoppio l'aria attorno a entrambi.

Il sorrisetto dell'ex fuorilegge si spense istantaneamente rivelando la valanga di domande.
Allan non ricordava nulla di ciò che gli era accaduto da quando era stato sbattuto fuori dalla taverna di Locksley a quando si era svegliato nella foresta in compagnia di Rudyard, perciò non sapeva di aver rivelato all'uomo la motivazione delle sue bevute, del suo soffrire e del suo vagare a vuoto fuori dai confini del villaggio. Tuttavia non era uno sciocco e comprese che qualcosa doveva essergli sfuggito. Il proprio nome ad esempio. Rammentava infatti di aver imprecato e sbraitato a lungo e la gola riarsa ne era una lampante testimonianza.
Inoltre sebbene fosse consapevole che in tutta l'Inghilterra non si parlava d'altro che di Robin Hood e dei suoi uomini, era altrettanto convinto che non tutti in Inghilterra abbinassero un volto ad ogni nome, ragion per cui Rudyard poteva pur conoscere Allan A Dale il fuorilegge ma non poteva essere certo che il nome corrispondesse proprio alla persona che aveva trovato nella foresta. A maggior ragione perché quando Rudyard e suo fratello erano arrivati a Locksley il giorno del primo mercato nella nuova Nottingham lui non era presente perciò, se anche c'erano state delle presentazioni e se anche Rudyard ci aveva poi ragionato sopra facendosi due conti ed escludendo i membri noti, non era giustificabile tanta sicurezza.
Invece ne sembrava proprio sicuro.
A meno che non stesse bluffando.
Ma se invece Rudyard non bluffava, se le sue convinzioni erano fondate, allora poteva voler dire soltanto che l'uomo aveva ottenuto le proprie informazioni direttamente dalla fonte. E in tal caso Allan non aveva che due vie davanti a sé.

Maniero di Robin, Locklsey.
Era passata più di un'ora da quando Much aveva fermato Robin, appena prima che rincasasse, chiamandolo a gran voce.
Probabilmente perfino un sordo avrebbe capito dal suo atteggiamento smanioso che aveva qualcosa di importante da comunicare all'arciere. Stava infatti creando un così gran baccano che pure Guy e Kaelee - che si erano da poco rivestiti dopo il bagno rilassante - avevano deciso di affacciarsi, preoccupati, per sapere cosa stesse accadendo.
Come era solito fare Robin accolse l'uomo con gentilezza, senza più sconvolgersi dinanzi al carattere di quello che era per lui il miglior amico che avesse mai avuto. Lo invitò quindi a entrare mentre ancora lui gli saltellava intorno incapace di contenere la gioia che lo animava e incapace anche di esprimere pacatamente la ragione che lo aveva condotto al Maniero.
Robin sapeva che ci sarebbe voluto del tempo prima che Much lo mettesse a conoscenza di ciò che già aveva intuito.
Come Much aveva pensato quando aveva informato Kate, era stato proprio Robin a fargli avere titolo e tenuta a Bonchurch.
Dopo una lunga serie di ringraziamenti e la promessa di non lasciare Locksley prima di aver chiuso i conti con Rudyard, Much si disse che era ora di tornare a casa, ma Robin invitò sia lui che Kate a fermarsi per cena così da condividere anche con Archer, Guy e Kaelee la bella notizia.

Foresta di Sherwood.
«Non per fare lo spiritoso, ma questo posto non è per niente sicuro», commentò Allan una volta raggiunto il precario e provvisorio rifugio di Rudyard insieme a quest'ultimo.
Delle due alternative che aveva, Allan aveva scelto quella più conveniente.
«Dici davvero?», gli rispose Rudyard con voce pregna di sarcasmo ed un'occhiataccia ancor più eloquente.
Un'alzata di spalle da parte dell'ex fuorilegge indusse l'uomo arrivato da Edwinstowe a non lasciar cadere la conversazione: aveva fame, sapeva perfettamente che il nascondiglio lasciava molto a desiderare ed era consapevole di avere accanto a sé una persona che aveva vissuto per molto tempo in quella stessa foresta. Aveva quindi deciso di mettere da parte l'orgoglio e la supponenza - soltanto un pochino e soltanto perché era un'emergenza - per sfruttare la situazione a proprio vantaggio. O per meglio dire al fine di sfruttare Allan fino in fondo.
I grandi occhi chiari che lo scrutavano simboleggiavano la soluzione a tutti i suoi problemi. Con il supporto di Allan - corrotto dalla promessa di un matrimonio con la bella Kaelee - una volta messo di nuovo piede a Edwinstowe Rudyard avrebbe accontentato sua madre guadagnandosi certamente un premio, magari un bel titolo nobiliare ottenuto chissà come e grazie ai favori di chi a quale potente della zona; avrebbe portato con sé l'ex fuorilegge e, per indurlo a restare nonostante il mancato sposalizio, avrebbe fatto di lui il proprio braccio destro ricoprendolo di onori e denaro; avrebbe soppiantato definitivamente quel buono a nulla di Willard; e tornando all'attuale situazione aveva la concreta possibilità di trovare una sistemazione se non più dignitosa almeno più sicura, nonché un pasto decente a base di carne cotta su fuoco vivo.
Rudyard aveva avuto modo di conoscere diversi particolari della vita di Allan, ma c'era ancora un importante dettaglio di cui non sapeva assolutamente niente: come alleato aveva scelto proprio l'uomo che aveva materialmente mandato a monte il rapimento di Kaelee, ovvero l'uomo che già una volta lo aveva fregato.
«Hai un'idea migliore?», chiese cercando il più possibile di tenere a bada la voglia di annientare una volta per tutte il sorrisetto beffardo di Allan.
«A dire il vero sì», mormorò l'ex fuorilegge invitando l'uomo a seguirlo mentre si dirigeva verso uno dei tanti luoghi che avevano ospitato i vecchi accampamenti della banda.

Delle due alternative che aveva Allan aveva scelto quella che gli era parsa la migliore.
Nel momento stesso in cui Rudyard aveva lasciato intendere di essere al corrente dei sentimenti che legavano Allan a Kaelee, si era convinto di aver aperto all'uomo di Robin Hood due vie opposte tra loro. Unirsi a lui oppure schierarglisi contro e tentare la fuga.
Quando Allan aveva realizzato di essere in trappola si era imposto di trovare una via d'uscita che non prevedesse una coalizione con Rudyard né un'incerta ritirata. Nel poco tempo che aveva passato a pensare sul da farsi aveva mentalmente maledetto quell'odiosa sfortuna che continuava a metterlo dinanzi ad un potenziale tradimento nei confronti dei suoi unici amici. Una volta soltanto aveva tradito e per salvarsi la vita; quell'esperienza gli era bastata a fargli capire non soltanto che allearsi con gente come il vecchio Gisborne e Rudyard non gli avrebbe recato alcun guadagno, ma anche che non valeva la pena barattare un sentimento come l'amicizia per sacchi di monetine sonanti o una donna che non l'avrebbe mai amato. Così aveva trovato una terza soluzione che immediatamente rimpiazzò l'ipotesi di un accordo con Rudyard.
Allan aveva quindi davvero due alternative.
Darsela a gambe senza avere la certezza di riuscire nell'impresa non essendo ancora nel pieno delle proprie facoltà fisiche e mentali; oppure lasciar credere al proprio avversario di avere in pugno la situazione e prendersi così il tempo necessario per mettere in atto la sua disfatta.
Delle due opzioni Allan aveva scelto la seconda.
Da sempre era Robin lo stratega della banda, era lui che pensava, valutava ed elaborava le imprese minimizzando la percentuale di non riuscita, quindi l'idea di essere solo contro Rudyard e all'insaputa dei propri amici non entusiasmava affatto Allan. Se solo fosse riuscito ad avvertire qualcuno della banda sarebbe stato molto più facile, ma non poteva semplicemente chiedere al suo compagno di disavventure di far sosta a Locksley.
Mentre i due avanzavano nel folto della foresta, Allan prendeva in considerazione tutte le ipotesi possibili ed immaginabili. Si chiedeva, ad esempio, come i suoi amici avrebbero reagito trovandolo in compagnia del fratello di Kaelee: qualcuno di loro sarebbe stato sfiorato dal dubbio che Allan potesse aver fatto il doppio gioco per consegnare Rudyard direttamente nelle mani di Robin o Guy? Oppure avrebbero immediatamente gridato al tradimento?
Conscio che dubitare dei propri compagni non era il miglior modo di affrontare la situazione decise di spostare il problema e fare in modo che la propria posizione risultasse inequivocabile.

«Se non arriviamo prima di sera verremo sbranati dagli orsi», borbottò Rudyard dopo una buona mezz'ora di cammino.
«Non ci sono orsi», rispose Allan.
«Dai lupi allora», ribatté l'altro.
«Ti pare di sentire ululati?», chiese ironico Allan scuotendo il capo e indicandogli un punto non molto lontano da dove si trovavano.
Anche se nessuno della banda abitava più i vecchi rifugi, settimanalmente qualcuno del gruppo vi si recava per occuparsi della manutenzione. Nessuno di loro si augurava di vivere un altro periodo come quello in cui lo Sceriffo di Nottigham e il Principe Giovanni detenevano ingiustamente il potere, ma tutti si erano trovati d'accordo sulla volontà di non farsi cogliere impreparati nel caso in cui tutto ciò che Robin e i suoi stavano tentando di fare per l'Inghilterra fosse andato in malora.
«Se ti aspettavi una tavola imbandita sei fuori strada, amico. Ma almeno dormirai, non dico sul morbido, ma quasi».
Allan ce la stava mettendo tutta per non lasciar trasparire la tensione che lo attanagliava all'idea di non avere un piano d'azione.
«Dì un po', Allan A Dale, il tuo passato di fuorilegge non potrebbe procurarci anche una cena?», domandò Rudyard provando a non essere velenoso. Se avesse potuto comportarsi come desiderava, non avrebbe di certo usato un tono tanto pacato e così vagamente amichevole.
«Ti accompagnerò a caccia soltanto perché stanotte voglio dormire e se non ti riempi lo stomaco mi sarà impossibile», gli rispose l'uomo di Robin Hood sfoggiando l'aria da saputello che diverse volte aveva irritato alcuni componenti della banda. L'intento era quello di dare all'uomo la sensazione di essere ritenuto molto più che un amico con il quale è permesso assumere atteggiamenti confidenziali; più un salvatore, colui che può e vuole cambiare radicalmente in meglio la vita di un altro essere umano.

Il giorno successivo.
Chiesa, Locksley.

Come ogni mattina, appena dopo l'alba, Fra Tuck aveva celebrato una Messa per dare il benvenuto al nuovo giorno e augurare alla comunità che il sudore della fronte di ognuno potesse dare i meritati frutti. Tuck non era semplicemente un frate che imponeva le regole di Dio, che desiderava unire popolazioni sotto il nome del suo Dio. Tuck era un uomo prima ancora di essere un uomo di fede e in quanto tale aveva a cuore tanto le faccende umane quanto quelle spirituali delle persone con cui si rapportava. Era sua grande dote parlare alla gente come pochi altri potevano, arrivando dritto al cuore e ai problemi di chi con lui si confidava e a lui si affidava. Nelle sue Messe non lo si sentiva mai soltanto predicare insegnamenti, fede, religiosità; né lo si sentiva rivolgere severi rimproveri a chi non seguiva la giusta via per la salvezza; nelle Messe che celebrava Tuck parlava dell'importanza di essere onesti, leali, sinceri e uniti, dell'importanza di collaborare al fine di poter cogliere i frutti migliori, quelli dati dai semi che non il singolo ha piantato ma la comunità intera.
Tuck era fermamente convinto che nessun'arma era in grado di eguagliare la forza di una folla determinata a conseguire un obiettivo senza ricorrere alla violenza e lo aveva dimostrato in occasione dell'ultima battaglia contro Vaisey quando, insieme e Little John e ai male organizzati e non adatti al combattimento abitanti di Locklsey, si era seduto dinanzi ad uno degli ingressi che davano accesso a Nottingham e da lì non si era mosso neanche sotto la minaccia di frecce puntute e spade scintillanti.
Prima che lasciasse l'altare per cambiarsi d'abito e dedicarsi all'orto della Chiesa, il proprietario della taverna del villaggio l'aveva fermato per dirgli che Allan non si era fatto vedere quella mattina e per chiedergli se per caso lui e Robin Hood fossero infine riusciti a ricondurlo alla ragione.

Neanche venti minuti dopo che Tuck aveva chiesto a Robin di raggiungerlo in Chiesa quanto prima, i due si erano ritrovati a parlare di Allan.
Il frate condivise la propria preoccupazione con l'arciere e i due convennero sulla necessità di organizzarsi in piccoli gruppi per cercare l'amico di cui non si avevano più notizie dal giorno precedente.
Robin Hood non riteneva Allan capace di rendersi protagonista di atti moralmente discutibili, non lo credeva neanche così sconsiderato da pensare che potesse scegliere di allontanarsi definitivamente da Locklsey o togliersi la vita per amore. Robin era certo che se anche per assurdo Allan avesse deciso di lasciare il villaggio sia pur per una settimana o un mese non lo avrebbe fatto senza dir nulla, non sarebbe sparito e basta.
«Allan non è uno che si nasconde», commentò con lo sguardo fisso sulla parete ma in realtà molto lontano dalla Chiesa del villaggio.
Tuck sospirò e annuì. «Pensi che potrebbe essergli accaduto qualcosa?», chiese.
I due si guardarono e decisero che era arrivato il momento di intervenire.

Foresta di Sherwood.
Allan e Rudyard avevano trascorso entrambi la notte con un occhio aperto. Nessuno dei due si fidava dell'altro e ognuno di loro era costretto a fingere al fine di ottenere ciò che voleva.
Il buio e le silenziose ore notturne in concomitanza con la completa eliminazione di tracce alcoliche nel corpo di Allan avevano portato quest'ultimo a ragionare freneticamente sulla situazione in corso. Per uno scherzo del destino non soltanto Kaelee aveva scelto come compagno un uomo che non era lui, non solo questo aveva spinto Allan alla frequentazione assidua di ambienti non esattamente tranquilli, ma alla fine il fato avverso aveva anche fatto sì che l'uomo si trovasse dinanzi ad una pericolosa quanto decisiva scelta: servire un pessimo soggetto quale era Rudyard e rendere per sempre infelice per mero egoismo la donna che amava nella speranza che prima o poi potesse ricambiarlo, oppure salvarla e accompagnarla verso la felicità per un tratto di quella lunga strada immaginaria che aveva davanti.
Per quanto Allan amasse Kaelee e per questo desiderasse averla accanto per tutta la vita che gli restava da vivere, proprio perché l'amava non sarebbe mai riuscito a sopportare di veder scomparire il suo sorriso giorno dopo giorno ed esserne pure la causa. Diverso sarebbe stato se tra lei e Gisborne le cose non avessero funzionato: allora lui le sarebbe stato vicino e avrebbe asciugato le sue lacrime, l'avrebbe consolata e avrebbe cercato di restituirle la gioia. Perciò anche a costo di camminare sui carboni ardenti a piedi nudi pur di spianarle la strada Allan avrebbe impedito a Rudyard di realizzare i propri piani.
Tanto Rudyard quanto Allan sapevano che prima o poi Robin Hood e i suoi uomini avrebbero iniziato a cercare il componente mancante della loro banda, perciò l'ex fuorilegge si concentrò su tale certezza: come poteva trarne profitto?
Per tutta la notte si interrogò su quale fosse la via giusta da intraprendere affinché i suoi amici non dubitassero immediatamente di lui vedendolo in compagnia di Rudyard. Dando per scontato che la banda si sarebbe divisa in piccoli gruppi si chiese anche chi tra loro lo avrebbe trovato per primo e come avrebbe reagito. Sapeva che Tuck si sarebbe fermato a pensare, che si sarebbe lasciato sfiorare dal dubbio e che non lo avrebbe accusato a priori. Altro paio di maniche se a trovarlo fosse stato l'impulsivo Little John. Peggio ancora probabilmente se si fosse trattato di Gisborne. O di Kaelee.
Allan si rese presto conto che c'erano troppe variabili da prendere in considerazione e che il margine di errore era troppo ampio, quindi si sforzò di pensare come Robin Hood e partorire idee brillanti, elaborare un piano funzionante.
Quando stava per gettare la spugna gli si accese la celebre lampadina. La rivelazione fu così semplice ed ovvia da indurlo a domandarsi quanto dovesse essere idiota se non ci aveva pensato prima. Senza attendere oltre e in completo silenzio iniziò a mettere in atto la strategia che sperava avrebbe salvato tutti quanti.

Limitare della foresta, Locklsey.
Tutti gli ex fuorilegge, Kaelee, Alice e qualche fidato amico di Robin Hood erano in attesa di Archer il quale aveva dovuto sbrigare un impegno non rimandabile prima di poter raggiungere il resto del gruppo fuori dai confini del villaggio. Quando si palesò fu chiaro che il suo impegno aveva sembianze femminili e portava il nome di Nettie, la giovanissima quindicenne che aveva insistito per andare con lui. Tutta la fermezza del fratello minore di Robin e Guy aveva ceduto dinanzi all'ipotesi largamente realizzabile che Nettie lo seguisse ugualmente di nascosto, così Archer aveva deciso di portarla con sé raccomandandole di non allontanarsi più di dieci centimetri da lui.
Nonostante il clima di preoccupazione, molti sorrisero nel vedere il giovane arciere tanto premuroso nei riguardi della ragazza.
Nulla infine ostacolava l'inizio alle ricerche tranne il disaccordo in merito alla separazione in gruppi. La domanda che tutti si ponevano era: come fare a tenersi in contatto durante la ricerca dal momento che l'area era troppo grande per prendere in considerazione una staffetta?
«Io dico che dovremmo andare tutti insieme», disse tra gli altri Little John.
Le voci di molti si sovrapposero le une alle altre mentre si cercava un compromesso.
«Si rischia di vagare a vuoto mentre Allan magari è già in salvo a Locksley», convenne Kate.
«Ma che senso ha cercarlo in così tanti se non ci dividiamo?», chiese Archer.
Come spesso accadeva fu poi Tuck a risolvere la questione con diplomazia.
«Avviamoci tutti insieme», propose. «Vediamo cosa succede e decidiamo strada facendo».

Foresta di Sherwood.
Gisborne era più vigile che mai e sovente nella concentrazione finiva per stringere con troppa forza il polso di Kaelee. Da quando si erano addentrati nel bosco Guy era tormentato da uno spiacevole presentimento e mentre una parte di lui era attenta a cercare tracce di Allan, un'altra pensava esclusivamente alla donna che gli camminava al fianco. Donna che faceva di tutto per rassicurarlo senza riuscirci veramente. Donna che era lei stessa tormentata dai sensi di colpa.
Da un punto di vista puramente razionale Kaelee sapeva di essere sì la causa della sofferenza di Allan, ma anche di non esserlo intenzionalmente - cosa che alleviava almeno un poco la preoccupazione per le sorti dell'amico. Sul piano emozionale invece era distrutta. Si era chiesta mille volte se le cose avrebbero potuto prendere una piega diversa partendo anche da un piccolissimo gesto o particolare come poteva essere un cenno del capo o un sorriso. Aveva cercato senza sosta il momento esatto in cui aveva spezzato il cuore di Allan, aveva rivissuto il tempo trascorso da prigioniera e si era costretta a provare di nuovo la sensazione di sollievo nel rendersi conto che proprio lui stava per salvarla dalla malvagità di un fratello senza cuore. Era stato quello l'errore? Aver provato gioia nel vedere Allan? Oppure era stato quando i suoi occhi avevano incontrato quelli di Guy? Quando ogni cellula del suo corpo aveva desiderato lasciare le braccia di Allan a favore di quelle forti e conosciute di Gisborne? Era perfino arrivata a parlarne con quest'ultimo come sarebbe accaduto se lui fosse stato il suo migliore amico; e Guy aveva avuto la pazienza e la forza di ascoltarla e di ragionare con lei vestendo ben volentieri, per amore, quei panni che soltanto per un breve periodo aveva indossato in presenza di lei. Il fatto che Kaelee si stesse dando tanta pena per Allan, che si colpevolizzasse per ogni azione di lui, era un'enorme fonte di timore per Guy il quale benché, non intendesse lasciarsi prendere dalla gelosia o dalla paura che la donna potesse separarsi da lui preferendogli Allan, era terrorizzato dalle conseguenze psicologiche dell'intera situazione.
Kaelee era indubbiamente una donna molto forte, ma anche molto sensibile e per questo in grado di sentire sulla propria pelle ogni singola emozione pur non appartenendole direttamente. Era capitato, ad esempio, quando Gisborne le aveva parlato della sofferenza che lo aveva travolto nel momento della resa dei conti: egli aveva potuto vedere la pena negli occhi della donna e le lacrime che avevano rigato il suo bel viso.
Sarebbe accaduto lo stesso con Allan? Kaelee si sarebbe fatta carico del dolore dell'uomo facendo contemporaneamente fronte al proprio e a quello di Gisborne? Ci sarebbe riuscita oppure sarebbe infine crollata?
Di tanto in tanto la donna scuoteva impercettibilmente il capo nel tentativo di scacciare o schiacciare un pensiero riuscendoci però di rado.

Allan intanto aveva giustificato la propria assenza con la necessità di raccogliere bacche e foglie commestibili da mettere sotto i denti al risveglio per non rischiare di perdere le forze in un momento così importante.
«Dormivi così bene che non ho voluto svegliarti», disse all'uomo di Edwinstowe con falsa premura e comportandosi sostanzialmente da servo per guadagnarsi totale fiducia.
Non gli era stato possibile allontanarsi più di tanto, ma aveva ragione di credere che la sua idea potesse davvero funzionare.
Da parte sua, essendo a conoscenza dei sentimenti dell'uomo per Kaelee, Rudyard era convinto che l'offerta fatta ad Allan gli assicurasse assoluta fedeltà da parte di lui perciò il dubbio che l'uomo potesse imbrogliarlo non lo sfiorò minimamente. Pieno di sé com'era non riusciva a mettere in discussione mai la genialità delle proprie azioni, la fattibilità delle proprie idee.
Per contro Allan era assediato da moltissimi "se" e altrettanti "ma" accompagnati da insostenibili punti di domanda che minacciavano pericolosamente i suoi nervi già pronti a cedere.
Si ha sempre a che fare con confini molto sottili quando si è costretti a reggere un doppio gioco e cadere oltre quella linea fine è un pericolo reale e costante.
Allan stava camminando sulla parte non tagliente della lama di una spada, ma da un momento all'altro la situazione avrebbe potuto ribaltarsi senza preavviso determinandone la fine.

Nessuno sapeva esattamente che tipo di tracce cercare, perciò si soffermavano su qualsiasi cosa apparisse loro fuori luogo. Era un po' come cercare un ago in un pagliaio in effetti, ma perdere la speranza non si trovava nell'elenco delle azioni da compiere ragion per cui nemmeno i più pessimisti della banda si diedero per vinti.
Tra rami spezzati, interi ciuffi d'erba piegati sotto il peso di quello che poteva essere tanto un uomo quanto un animale, resti di piccoli animali in decomposizione e brandelli di tessuto che si erano impigliati nei rovi chissà quanto tempo prima, dovettero raggiungere un punto piuttosto lontano da Locksley prima di trovare un segno degno di essere definito tale.
«Ragazzi! Guardate qui!», esclamò Kate indicando il tronco di un albero.
Le dita di Gisborne si intrecciarono a quelle di Kaelee, come se il cavaliere volesse essere certo dell'effettiva presenza - non esclusivamente fisica ma anche mentale - della donna che amava, mentre entrambi si muovevano in direazione di Kate, subito affiancata da Much e Robin.
Aveva tutta l'aria di essere un momento di svolta.
Ad una prima occhiata i due uomini non scorsero nulla di particolare sulla corteccia se non dei segni che sembravano in tutto e per tutto graffi fatti dagli artigli di un qualche animale, ma quando si avvicinò anche Guy fu tutto subito molto più chiaro.
Lo spadaccino rivolse per prima cosa sinceri complimenti alla donna per non essersi lasciata ingannare dalle apparenze e la ringraziò perché era solo grazie alla sua vista acuta se ora disponevano di dati reali su cui basare le ricerche dell'amico.
«Nel periodo in cui Allan lavorava per me pur vivendo con i fuorilegge usavamo un codice in segni per comunicare», spiegò poi rivolgendosi ai presenti senza lasciare la mano dell'amata volendo infonderle sicurezza e speranza di ritrovare l'ex fuorilegge sano e salvo. «Ho ragione di credere che Allan voglia dirci qualcosa».
«Ma cosa?», domandò Archer avvicinandosi ulteriormente per guardare più da vicino. Nettie, al suo fianco, appariva curiosa e sveglia nel suo essere taciturna. «Di lasciarlo in pace? Di non cercarlo?».
«Uno che non vuole farsi trovare non lascia dei segni», fece Little John.
«E se fosse caduto? Se si fosse slogato un piede e non riuscisse a tornare da solo al villaggio?», ipotizzò Kate subito smentita da Kaelee che si domandò per quale motivo una persona con un piede fuori uso dovesse sforzarsi per graffiare alberi ad altezza uomo non preferendo invece usare le medesime forze per zoppicare fino al villaggio più vicino e lì chiedere aiuto.
Robin e Guy meditavano silenziosamente ognuno per se stesso provando a calarsi nei panni dell'amico.
«Temo sia in pericolo», mormorò Alice con ansietà nella voce.
Robin sospirò mentre Guy si voltava a guardare la moglie di Little John. «Abbastanza da doverci avvisare in qualche modo, ma non abbastanza da lasciare segni troppo evidenti. Abbastanza da chiedere aiuto, ma non abbastanza da urlarlo ai quattro venti», le rispose. «C'è accuratezza nel metodo, cosa che non si accorda bene con la fretta di chi ha la vita legata ad un filo», aggiunse. Per un minuto la sua voce profonda zittì l'intero gruppo.
«Pensate che potrebbe essere un depistaggio?», chiese infine Tuck spiazzandone molti.
«Allan non lo farebbe mai», rispose velocemente e con fermezza Much, appena capì l'antifona, guadagnandosi una serie di occhiate perplesse.
Sebbene avessero perdonato ad Allan la temporanea alleanza con Gisborne e sebbene avessero imparato a non dare per scontato che avendo tradito una volta era largamente probabile una replica, la serpe del dubbio si insinuava ancora facilmente in ognuno di loro. Tranne in Much che, «Non lo farebbe», ribadì convinto.
«A che pro?». Robin si rivolse a Tuck il quale espose un contorto ragionamento per il quale uno che non vuole farsi trovare semina falsi indizi lasciando credere il contrario di quello che desidera e guadagnando così tempo, scoraggiando contemporaneamente le ricerche da parte di persone avvezze a interpretare tracce, osservare e cercare, sfinendole a suon di false piste. Un ragionamento che di per sé non era errato ma che poco corrispondeva forse alla personalità di Allan, ubriaco o meno che fosse.
Vi fu un altro momento di silenzio prima che Robin riprendesse la parola facendo luce su nuove possibilità. «Potrebbe volerci mettere in guardia da qualcosa... O da qualcuno».
Guy e Kaelee parlarono con un'unica voce.
«Rudyard».

A quel punto trovare Allan era un gioco da ragazzi: sarebbe bastato seguire gli scarabocchi sui tronchi senza fare troppo rumore.
«Se davvero è insieme a Rudyard occorrerà prepararsi», sussurrò Robin.
«Intendi combattere?», ribatté Archer.
«Non sarà necessario. È solo contro tutti noi».
«Dobbiamo prenderlo e portarlo a Locksley», fece Gisborne.
«Rispedirlo a Edwinstowe sarebbe l'ideale. Dwight sarà ben contento di metterlo a posto», rispose Kaelee con una punta di acidità nella voce.
«Di questo parleremo con calma», disse Robin riportando la questione al punto di origine. «Sicuramente Allan ha lasciato gli indizi in gran segreto aspettandosi che non vedendolo lo avremmo cercato», continuò, «questo significa che ha puntato tutto sull'effetto sorpresa», concluse.
Capire esattamente le dinamiche che avevano portato Allan e Rudyard a percorrere lo stesso cammino richiedeva una concentrazione che gli uomini di Robin Hood non potevano permettersi di dedicare a quella parte della vicenda, quindi semplicemente evitarono di chiederselo prendendo invece in considerazione il fatto che comunque fossero andate le cose Allan si era adoperato affinché i suoi amici non fraintendessero la sua posizione. Chi aveva imbrogliato chi e come aveva fatto lo avrebbero saputo una volta catturato definitivamente Rudyard.
«Robin, questa strada conduce ad uno dei nostri vecchi accampamenti», mormorò Much.
«Almeno adesso conosco due dei posti in cui vi nascondevate», scherzò Guy per alleggerire la tensione.
Una serie di sommesse risate fece da preludio alla serietà con cui venne pianificata l'imboscata.

Rudyard e Allan avevano ultimato la colazione già da un pezzo e il secondo frenava con ogni mezzo l'impazienza del primo. Fosse dipeso da Rudyard i due sarebbero già stati in viaggio verso Locksley per rapire Kaelee con l'inganno basato sulla fiducia della ragazza nei confronti di Allan. Quest'ultimo però, consapevole che per la riuscita della propria idea era necessario non muoversi da lì, sosteneva con decisione la necessità di un piano ben pensato in quanto Kaelee non era stupida e trascorreva gran parte del suo tempo in compagnia di Gisborne, anch'egli tutt'altro che stupido.
Tra lo sbuffare e lo scalpitare dell'uomo di Edwinstowe Allan inventava sul momento diverse possibili strategie da poter utilizzare per incastrare la ragazza senza che nessuno si rendesse conto della trappola.
«Ma tu la ami davvero mia sorella?», chiese all'improvviso Rudyard fissando Allan con sguardo severo, sottile e attento quasi che davvero gli importasse del destino di Kaelee.
«Certo. Sì, certamente», rispose l'altro.
«E sei disposto proprio a tutto per averla?», continuò rivelando ad Allan il punto a cui voleva arrivare. Voleva accertarsi che l'uomo non avrebbe avuto ripensamenti al momento della messa in atto del sequestro della ragazza. Voleva essere certo che dinanzi alla possibilità di ferire o uccidere un suo vecchio compagno Allan non si sarebbe fatto prendere dal rimorso o dall'incertezza.
«Non sto già forse tradendo senza ritegno la fiducia dei miei amici per lei?», rispose con tutta la convinzione di cui era capace.
Intanto, giunti al rifugio, gli uomini di Robin Hood avevano ascoltato l'ultima parte della conversazione trovando conferma alle loro ipotesi e ritenendo astuta la mossa di Allan: se l'avessero sorpreso in compagnia di Rudyard senza che avesse fatto in modo di avvisarli, avrebbero quasi sicuramente creduto ad una combutta ai danni di Kaelee e in ogni caso, trovandosi in disaccordo, avrebbero sprecato tempo prezioso in inutili discussioni rischiando perfino di farsi scoprire come degli sciocchi principianti.
Ancora riuniti in un unico punto, gli ex fuorilegge e chi li aveva accompagnati analizzarono velocemente, ma non senza preoccuparsi dei dettagli, tutte le possibilità: mandarne un paio e fingersi sorpresi, inscenare un litigio con Allan e infine attaccare; mandare Robin e lasciar credere a Rudyard che fosse solo; assediare il posto senza indugio manifestandosi istantaneamente; provocare l'uomo e attirarlo fuori dal nascondiglio al fine di accerchiarlo e farlo prigioniero; irrompere tutti insieme; dare a Rudyard esattamente quel che voleva e mandare quindi direttamente Kaelee.
La maggioranza andò infine alla proposta di schierare in prima linea Gisborne per molteplici ragioni.
Se da una parte era un'ottima esca visto l'odio e il desiderio omicida che Rudyard provava nei suoi confronti, dall'altra avrebbe rassicurato Allan considerato il fatto che proprio tra loro era avvenuto uno scambio di informazioni in passato usufruendo dello stesso metodo che aveva condotto tutti al vecchio rifugio.
Kaelee non era propriamente d'accordo, ma Tuck cercò di convincerla avvolgendola nell'aura carismatica che lo accompagnava. L'esperienza di Guy, le fece notare Tuck, era nota a tutti e molti tra i presenti lo avevano temuto quando si erano trovati in schieramenti opposti. Del resto, inoltre, l'uomo era sopravvissuto alla lunaticità di Vaisey e del Principe Giovanni nonché ai tanti scontri diretti con Robin Hood. Infine non era solo, non questa volta, e aveva un'ottima ragione per sopravvivere a quella missione.

Senza indugiare oltre, escluso Gisborne, si acquattarono tutti nella vegetazione attorno al nascondiglio di Allan e Rudyard. Guy invece si allontanò quanto bastava per far sì che il suo "casuale" arrivo all'alloggio dei due fosse ben udibile.
Fu molto abile nel non eccedere con fruscii e scricchiolii, colpi di tosse e borbottii, facendo in definitiva sembrare molto realistico il suo camminare. Affacciandosi sull'ingresso del covo domandò ad alta voce se ci fosse qualcuno, dicendo che gli era sembrato di sentire dei rumori provenire da lì.
Il sollievo di Allan nel sentire la voce di Gisborne fu immediato: capì subito che lui e gli altri avevano interpretato i segni sui tronchi e comprese anche che la scelta di esporre Guy non era stata affatto casuale. In cuor suo Allan aveva puntato su di lui, sulla sua presenza nel gruppo di ricerca, sulla sua capacità di collegare i fatti perché inevitabilmente tra loro si era venuta a creare una certa complicità nel periodo in cui avevano collaborato. Era quasi comico come proprio la persona che una parte di lui più detestava a causa dei sentimenti che entrambi provavano per Kaelee e che lei provava per uno solo di loro, si rivelava infine l'infallibile arma che lo avrebbe aiutato ad incastrare Rudyard e rimediare forse in parte al modo in cui aveva trattato i suoi amici nell'ultimo periodo.
Il fratello di Kaelee gongolò non poco appena riconobbe la voce dello straniero che si era avvicinato così tanto. Credendo ancora una volta di avere la vittoria in mano lanciò un'occhiata d'intesa ad Allan il quale annuì e lo invitò a spostarsi affinché Gisborne non lo vedesse prima di essere a portata di spada. A Rudyard parve un'intelligente osservazione, così accettò il consiglio e più silenzioso che mai si fuse con la zona d'ombra alle proprie spalle.
«C'è nessuno?» ripeté Guy con il coltello nascosto nella manica, pronto all'azione.
La spada custodita nel fodero alimentò la convinzione di Rudyard che quasi non riusciva a trattenersi dal ridere.
Quando fu dentro abbastanza da non aver immediato accesso all'unica via di fuga, Gisborne fu colto alla sprovvista da Allan il quale si vestì di assoluta serietà e un pizzico di cattiveria recitando alla perfezione un ruolo che non gli era mai appartenuto davvero.
«Ma che ti salta in mente?». Il tono di Guy era severo e arrabbiato dopo il simulato spavento. «Hai seminato ansia e preoccupazione in tutta Locksley. Non che io ti abbia a cuore per motivi molto ovvi, ma mi secca vedere Kaelee tanto triste a causa tua», aggiunse sapendo che il miglior modo di inscenare una lite era tirare in ballo argomenti sensibili esattamente come era successo con Robin tempo addietro.
«Se è così triste perché non ti fai un po' di domande, Gisborne?», rispose prontamente Allan con un malefico sorrisetto afferrando perfettamente il gioco del complice.
Lo sguardo infuriato di Guy divertì Rudyard tanto che fu sul punto di uscire allo scoperto salvo poi ripensarci all'ultimo momento per potersi godere ancora un po' la scena.
L'ambiente non era ben illuminato il che consentiva ad Allan e Guy di scambiarsi gesti d'intesa e occhiate eloquenti come ad esempio quella con cui Allan indicò il punto esatto in cui era celato Rudyard in modo che Gisborne sapesse esattamente da che lato difendersi.
I due continuarono a battibeccare ancora per diversi minuti finché decisero di venire alle mani. Fu a quel punto che Rudyard li onorò della propria presenza.
Mentre Guy e Allan, trasferitisi all'esterno, fingevano di darsele di santa ragione sbraitando in merito a chi fosse il miglior partito per Kaelee - la quale intanto era in ascolto con il viso nascosto tra le mani, cosciente che non tutto in quella vicenda era inventato - Rudyard comparve dinanzi all'ingresso del nascondiglio e scoppiò in una fragorosa risata attirando l'attenzione di un più che mai sconvolto Gisborne. Lo sguardo di quest'ultimo saltò velocemente dall'uno all'altro come se cercasse risposte che invece già aveva.
«Tu! Avrei dovuto aspettarmelo da uno come te!», urlò rivolgendo la prima esclamazione a Rudyard e la seconda ad Allan.
«Già... Ma non sei abbastanza sveglio», commentò l'ex fuorilegge dando luogo ad un'altra azzuffata.
«Canaglia!».
Per quanto cercassero di non esagerare con pugni e calci, finì che entrambi accusarono diversi colpi. Allan aveva il labbro inferiore arrossato e leggermente gonfio mentre a Guy sanguinava un sopracciglio quando Rudyard camminò verso di loro allontanandosi dal rifugio e dando inconsapevolmente libertà di azione a Robin e ai suoi.
«Sembra che stavolta vi sia andata male, Sir Guy», lo canzonò invitando poi Allan ad alzarsi lasciandogli Gisborne. Estratta la spada gliela puntò sotto al mento impedendogli di tirarsi su e sottrarsi alla minaccia. Si scambiarono uno sguardo di puro odio - ed era reale stavolta - e rimasero perfettamente immobili nel silenzio che improvvisamente era calato dopo il chiasso provocato dalla lite con Allan.
Concentrato com'era sulla preda, Rudyard non si rese conto che ancora una volta stava per essere messo nel sacco, non si accorse dei cenni di Allan ai suoi amici, non vide questi ultimi avvicinarsi sempre di più e non attribuì il giusto significato alla nuova luce nello sguardo del proprio avversario.
In men che non si dica fu disarmato e immobilizzato sotto gli occhi furenti di Kaelee che se avesse dato retta al proprio istinto gli avrebbe mozzato la testa senza rifletterci due volte. Invece si sforzò di trattenersi puntandogli la lama contro, esattamente come aveva appena fatto lui con Guy.
«A chi è andata male fratellino?», ruggì la giovane donna tra i denti.
Rudyard faticò a riconoscerla a causa dei capelli cortissimi e dell'abbigliamento davvero poco femminile, ma capì ugualmente di aver perso non la battaglia stavolta, ma l'intera guerra.
Tenuto fermo da Little John, Archer e Tuck, Rudyard fissò gli occhi in quelli di Kaelee conservando la propria supponenza e impertinenza perfino in quel frangente. Non fu necessario dire nulla per istigare ulteriormente la furia della ragazza.
Fu Gisborne a salvare entrambi, l'uno da morte certa e l'altra da una vita di tormenti. Si portò lentamente alle spalle della donna che amava e, come già era accaduto una volta, la invitò ad abbassare l'arma.
«Tu sei diversa da tutti noi, Kaelee. Non conosci l'espressione di un uomo che muore per mano tua», sussurrò, «Possa tu non vederla mai», aggiunse stringendole le dita e chinandosi a posare un bacio sul capo di lei che sospirò, arrendendosi alle richieste di Gisborne.
«Ringrazia quest'uomo e portagli rispetto finché campi perché ti ha appena salvato la pelle», commentò con freddezza prima di voltargli le spalle.

Mentre Allan condivideva i particolari con i suoi amici, Guy e Kaelee si concessero un momento tutto per loro.
Poco lontano dal punto in cui la banda era riunita insieme a Rudyard saldamente ancorato ad un tronco e controllato a vista da Little John e Tuck, Kaelee si occupava del sopracciglio dell'uomo che amava e lo ringraziava per aver sedato ancora una volta quella sua istintività di ragazzina.
Medicato alla meglio il piccolo taglio che si aggiungeva alle molteplici cicatrici sul corpo di Guy, Kaelee non desiderò altro che perdere la ragione e il respiro in un interminabile bacio.



N.d.A.
Con un deciso ritardo rispetto ai precedenti aggiornamenti, finalmente riesco a pubblicare questo nuovo capitolo.
Come sempre spero di non aver deluso le aspettative di chi continua a seguirmi in questo percorso e ringrazio tutti per la pazienza e il tempo messo a disposizione della storia.
Alla prossima!

   
 
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