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Autore: Justice Gundam    11/01/2009    2 recensioni
Quali pericolose avventure attendono i Digimon Tamers nella loro corsa contro il tempo per svelare i misteri di DigiWorld? Cosa sono i Deva, e chi è il 'Digimon Sovrano' di cui parlano? E perchè i loro piani coinvolgono il piccolo Calumon? Questa volta, molte cose potrebbero andare diversamente da come sappiamo... la mia prima storia di Tamers, che si ricollega (vedrete come...) a quelle di Adventure che sto scrivendo e a quella di Frontier-Savers che scriverò!
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Tamers Reaload-10

Digimon Tamers Reload

Una fanfiction di Digimon Tamers scritta da: Justice Gundam

Ta-daaan! Bentornati, amici lettori! Bentornati alla mia rivisitazione di Digimon Tamers, che sembra avere un certo successo, nonostante le ultime due serie di Digimon arrivate in Italia non abbiano avuto il successo delle prime due... beh, mi fa piacere! Sembra che quest storia andrà avanti così ancora per un bel pò, modestamente parlando!

Ooookay, cavolate a parte... nello scorso episodio, abbiamo visto il combattimento dei Digimon Tamers, che in quell'occasione non hanno potuto contare sull'aiuto di Calumon, contro il terribile Orochimon, un mostruoso Digimon serpente di cui, molto probabilmente, sentiremo ancora parlare in futuro! Per l'occasione, i nostri sono stati aiutati dal misterioso Strikedramon e dal suo altrettanto oscuro Tamer (come no... ormai, sappiamo tutti bene di chi si tratta...), che sembrano sapere molto di quanto sta accadendo, e che stanno cercando di dissuadere Takato, Jenrya e Ruki dal lasciarsi ulteriormente coinvolgere! Sfortunatamente, conoscendola bene, la nostra Digimon Queen farà esattamente il contrario...

E sfortunatamente, questo combattimento ha dato modo a due dei Deva più piccoli e sfuggenti, ovvero Kumbhiramon e Makuramon, di infiltrarsi nel Mondo Reale e fare così da spie per Zhuqiaomon! E soprattutto... non dimentichiamo che questa battaglia ha dato modo a Yamaki e alla sua organizzazione, Hypnos, di testare il loro nuovo giocattolo, che si è rivelato molto efficace persino contro Orochimon!

E adesso, anche il papà di Jenrya si sta incontrando con Yamaki! Questo potrebbe voler dire guai per tutti... nonchè la possibilità di scoprire qualche retroscena della storia! Oh, già, e non dimentichiamo che adesso, c'è un Digimon in più nel Mondo Reale. Quello Hagurumon che è in qualche modo riuscito a sfuggire alla furia di Orochimon...

Cavolo, ci sono un bel pò di elementi in ballo... e non sarà tanto facile venirne a capo! Ma per adesso... aspettiamo le dovute rivelazioni, e vediamo cosa mi dicono i miei lettori nelle loro recensioni!

 

KillKenny: Io penso sempre ad un certo sannin con la mania dei serpenti... eh, sì, è proprio vero, i rettili tendono ad essere dei duri! E Orochimon non digerirà tanto facilmente questa sconfitta... anche se qualche barile di sakè, probabilmente, lo aiuterà a superare il malumore! Ebbene sì, Ryo e i Tamers stanno per incontrarsi... e il nostro Tamer leggendario non sembra essere troppo sicuro che i nostri siano all'altezza della situazione. Ma stai tranquillo, perchè avrà modo di cambiare opinione su di loro! Gli elementi per il grande casino ci sono tutti, hai detto bene... ma ci vorrà ancora un pò di tempo prima che esploda tutto! Quindi... attendi con pazienza, e intanto goditi il resto della storia!

Talpina Pensierosa: Beh, era proprio da Terriermon fare una battuta del genere! Mi fa comunque piacere che l'entrata in scena di Ryou ti sia piaciuta... e cercherò di sviluppare al meglio il suo personaggio più avanti (cosa che la serie ufficiale non ha fatto granchè, se posso dire la mia...)

SmartGirl: Ehm... in effetti hai ragione tu, non è proprio corretto parlare in termini idilliaci delle vicende dei Digiprescelti! Siano essi Tamers o Guerrieri Leggendari... Comunque, vedrai che Ryo avrà la sua brava parte in questa storia, e Ruki... beh, la conosciamo, la nostra Digimon Queen, e sappiamo che ha i suoi bravi conti da regolare con il Tamer Leggendario! E per quello che concerne Yamaki... beh, lo scopo era quello! Doveva riuscire un pò inquietante, visto che è disposto ad usare qualsiasi mezzo pur di eliminare i Digimon, che lui vede come una minaccia all'umanità. Sì, lui e Janyuu sono molto diversi... e proprio per questo, non credo che il papà del nostro Jenrya sopporterà a lungo i suoi metodi!

Driger: E bentornata a questa mia serie! Mi fa sempre piacere risentirti... e sì, anche il fatto di non ricordare molto della serie originale gioca a favore del godersela, almeno così spero! Ryo? Beh, Ryo ha i suoi motivi per consigliare ai Tamers di non lasciarsi coinvolgere... e vedrai che più avanti cambierà idea su di loro! E per quanto riguarda Hagurumon... esatto, ci hai azzeccato in pieno! Leomon apparirà tra qualche capitolo... e sperabilmente avrà un destino migliore che nella serie! Comunque... grazie della tua recensione, e a risentirci presto! 

 

Okay, ci siamo tutti? Bene, bene... allora, iniziamo il prossimo capitolo, e vediamo come si sviluppano gli eventi!

Buona lettura!

 

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Capitolo 10 - Nuove domande, nessuna risposta?

 

Un ambiente stranamente asettico, meticolosamente lucidato e che dava una sensazione di qualcosa di innaturalmente ordinato, fino al punto di diventare opprimente. Il signor Janyuu Li la pensava più o meno in questo modo, mentre si guardava attorno, seduto su una poltroncina della sala d'attesa con un bicchiere di carta pieno di caffè caldo in una mano. Senza dubbio, la meticolosità con cui il luogo era tenuto costantemente nitido e pulito era una riprova che gli addetti tenevano alla massima precisione, e non volevano lasciare nulla al caso. Però, nonostante lodasse la loro efficienza, il signor Li non potè fare a meno di notare come l'ambiente sembrasse freddo, distaccato... praticamente inumano!

Janyuu si costrinse a pensare al problema più pressante. Il suo passato, che credeva di essersi lasciato del tutto alle spalle, si stava ripresentando alla porta di casa sua, sotto forma di un progetto che era partito come una specie di gioco tra i suoi compagni dell'università... e suo figlio Jenrya e i suoi amici ne stavano rimanendo coinvolti. Pensare che ai tempi era sembrato soltanto un passatempo divertente, e un modo per mettere alla prova la loro abilità come programmatori... ma non c'era il tempo per i rimpianti. Ora, il risultato di quel progetto lasciato a metà si stava ripresentando nel Mondo Reale, sotto forma di creature chiamate Digimon, a dire del capo di Hypnos pericolose ed ostili... e il peggio era che Jenrya e i suoi amici sembravano aver fatto amicizia con alcuni di loro! La situazione andava tenuta d'occhio, prima che degenerasse... e quelli di Hypnos sembravano essere gli unici in grado di fare qualcosa, anche se a Janyuu non piaceva molto il tono da agente segreto che il loro direttore esecutivo stava assumendo con lui...

Una serie di passi lenti, cadenzati in maniera quasi ritmata, distrasse Janyuu dai suoi pensieri. Dopo aver bevuto rapidamente ciò che rimaneva del suo caffè, e aver gettato il bicchiere e il cucchiaino di plastica nel cestino dei rifiuti più vicino, Janyuu si diede una sistemata, ben sapendo quanto i giapponesi tenessero alla forma - soprattutto in ambienti come quello! - e si mise in attesa, guardando verso la figura vestita di nero che si avvicinava lentamente dal corridoio. Quando ormai non mancava che qualche metro prima che l'uomo si facesse vedere, Janyuu si alzò in piedi per rispetto e si schiarì la gola... e infine, quando il direttore esecutivo di Hypnos si fece vedere, eseguì un inchino e si piegò quasi a novanta gradi.

"La stavo aspettando. Lei è il signor Janyuu Li, immagino." affermò quell'individuo biondo dall'aria misteriosa, vestito di un elegante completo nero con tanto di cravatta con sotto una camicia bianco-azzurrina tenuta splendidamente, e un paio di occhiali scuri che, effettivamente, sembravano fuori luogo in un interno. Doveva essere quel Mitsuo Yamaki che gli aveva inviato quei messaggi e aveva mandato quegli agenti ad avvertirlo in maniera neanche troppo sottile... e Janyuu, mentre si rialzava dal suo inchino, si fece subito l'idea che si trattasse di una persona educata, intelligente e qualificata per il suo lavoro. Tuttavia, aveva anche quella strana carica di rabbia e determinazione che lo rendeva in qualche modo inquietante, e Janyuu si chiese fin da subito fino a dove si sarebbe potuto spingere per eliminare quella che entrambi loro percepivano come una minaccia.

"Sì, sono io." rispose l'uomo, semplicemente. "Con chi ho l'onore di...?"

"Mi presento. Il mio nome è Mitsuo Yamaki, e dirigo questa associazione di ricerca sui Digimon e sulle altre forme di vita computerizzate. Hypnos, per l'appunto." esordì il misterioso individuo, ricambiando l'inchino del signor Li con uno da parte sua. "Lei sa già perchè l'ho convocata."

"Infatti." rispose Janyuu, mascherando il fatto che fosse molto combattuto tra due impulsi che andavano in direzioni opposte. "Lei mi ha avvertito del rischio che mio figlio e i suoi amici stanno correndo... ma, se non è chiedere troppo, potrei sapere esattamente cosa sta succedendo, e cosa sospettate che stiano facendo questi... Digimon di cui parlate? E soprattutto... come è stato possibile che il progetto a cui ho preso parte assieme al resto dei Monster Makers... abbia dato vita a creature simili?"

Yamaki non ebbe obiezioni. Dopotutto, nella posizione di Janyuu, anche lui avrebbe voluto vederci chiaro... "Mi sembra più che giusto, signor Li." rispose, senza nemmeno cambiare l'espressione del volto. "Noi di Hypnos abbiano tenuto traccia degli sviluppi del Mondo Digitale, la dimensione da cui provengono i Digimon, fin da prima che si verificassero le prime bio-emersioni. Ma, non avendo modo di interagire direttamente con il Mondo Digitale, ci siamo trovati impossibilitati ad agire in maniera preventiva."

Janyuu annuì, ma già cominciava ad avere qualche brutto presentimento riguardo a dove quella storia sarebbe andata a finire. Non che non condividesse la preoccupazione di Yamaki, ma... c'era qualcosa che non lo convinceva, nel modo in cui il direttore di Hypnos spiegava le cose. "Sì, comprensibile... e adesso... lei pensa di aver trovato il modo per..."

"Certamente." rispose Yamaki con fredda professonalità, fermandosi solo un attimo per aggiustarsi gli occhiali da sole. "Riteniamo di essere riusciti finalmente a sviluppare l'arma che ci permetterà di mantenere i Digimon sotto controllo... una volta per sempre! Dovremmo essere in grado di tagliarli completamente fuori da ogni contatto con la nostra dimensione, e con un pò di fortuna, addirittura cancellarli definitivamente."

Il tono rimaneva quello. Ma verso la fine del suo discorso, Yamaki aveva consentito ad un poco rassicurante accenno di soddisfazione di farsi sentire attraverso la sua voce normalmente controllata... e Janyuu trovò che ci fosse qualcosa di strano nel modo in cui il direttore di Hypnos parlava della soluzione finale da loro sviluppata. Come se... Yamaki fosse più entusiasta della cosa di quanto non sarebbe dovuto essere...

"Sì... capisco..." affermò il padre di Jenrya. "Ma... per ultimare questa vostra soluzione, avete bisogno dell'aiuto mio e di quello dei Monster Makers, non è così?"

"Ha centrato il punto, signor Li." fu la risposta del misterioso man-in-black. "Lei e i suoi vecchi compagni di università conoscete quel progetto meglio di quanto chiunque altro, e siete quindi le persone più qualificate a cui chiedere consiglio per estirpare questa minaccia. Non è forse così?"

Janyuu ritornò brevemente con la mente ai suoi anni di università. Ai tempi, era sembrato effettivamente un gioco... e non avrebbe mai immaginato che avrebbe avuto simili conseguenze! "E' proprio così, Yamaki-san... le vostre informazioni sono corrette." confermò l'uomo, mentre i due si avviavano verso la sale operative.

Yamaki raggiunse la porta che dava verso le sale operative. "Come immaginavo. A maggior ragione questo fa di voi le uniche persone qualificate per aiutare noi di Hypnos ad arginare questa minaccia. Come le ho già spiegato, abbiamo esteso l'invito a tutti gli ex-membri del suo gruppo, e tutti loro hanno dato risposta affermativa... a parte Goro Mizuno, per motivi che lei può immaginare..."

Janyuu annuì tristemente. Anche se le distanze tra di loro si erano allungate, con il fatto che ognuno di loro aveva perseguito la sua carriera nel proprio paese, questo non voleva dire che non si fossero tenuti in contatto... e a maggior ragione, sapeva cosa fosse accaduto a Mizuno, alias Shibumi, qualche tempo prima...

"In ogni caso, adesso non è questo il punto..." riprese Yamaki, aprendo la porta e dando così accesso alle sale interne. "Prego, signor Li, si accomodi. Adesso, le mostrerò le facoltà di cui siamo dotati noi di Hypnos... quelle con cui lei e i suoi colleghi lavorerete."

Janyuu avanzò lentamente, e si guardò attorno, senza riuscire a trattenere un sussulto di meraviglia e sorpresa. Il salone nel quale Yamaki lo aveva fatto entrare era grande, spazioso e ben aerato, anche se la semioscurità che lo pervadeva dava un senso di oppressione e mistero... e le decine di console, schermi e grafi che punteggiavano la sala non facevano altro che darle un aspetto ancora più fantascientifico. Il padre della famiglia Li era senza parole - non avrebbe mai immaginato che il governo sarebbe stato capace di mettere su una simile organizzazione, così tecnologica, ben informata e all'avanguardia, all'insaputa di tutti, anche se erano passati più di vent'anni da quando il progetto Digimon era iniziato.

"Si senta libero di prendere confidenza con gli strumenti, signor Li." affermò Yamaki, entrando subito dietro di lui. "Ne avrà bisogno, per quando arriveranno gli altri membri del suo gruppo..."

 

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Del tutto ignaro degli eventi che stavano avendo luogo nei grattacieli vicino a lui, pensando unicamente a mettersi al sicuro, un piccolo Digimon sgattaiolava timoroso per le vie di Shinjuku, continuando a guardarsi attorno in cerca di possibili minacce. Fino a quel momento, Hagurumon era stato capace di evitare ogni pericolo, anche se in un paio di occasioni, aveva quasi attirato l'attenzione di un paio di cani, che avevano sentito il suo strano odore. Decisamente, quel mondo non era il massimo dell'ospitalità, e anche se non fosse stato ridotto ad un livello Rookie così debole, per lui sarebbe comunque stato un problema adattarsi. Sembrava quasi che l'aria stessa che si respirava fosse diversa, e avesse un qualcosa che la rendeva pesante... sgradevole... Come se la natura stessa del Mondo Reale fosse ostile ai Digimon come lui...

Ma al momento, la cosa non gli interessava... doveva soltanto sopravvivere... il suo istinto di autoconservazione era più forte di ogni altra cosa, e lo spingeva ad usare ogni mezzo per sottrarsi allo sguardo degli uomini...

Almeno finchè non andò a sbattere contro la gamba di qualcuno.

Spaventato e sorpreso, Hagurumon scattò indietro... e, senza neanche andare a vedere di chi si trattava, si trascinò sui piccoli ingranaggi che usava come mani e si affrettò ad infilarsi in un vicoletto, sperando che il bambino con cui era andato a scontrarsi non pensasse di seguirlo. Per sua fortuna, lo strano bambino, che aveva un volto stranamente fisso ed inespressivo, si limitò a guardarlo disinteressato, e decise di non fare niente. In breve tempo, gli acuti ticchettii degli ingranaggi di Hagurumon sull'asfalto si fecero più lievi, ino a non poter più essere sentiti... e lo strano bambino, senza mai cambiare la sua inquietante espressione fissa, si rimise in cammino, aggiustandosi il berretto rosso che indossava.

"Bah... chi se ne importa di un piccolo ed insignificante traditore?" disse tra sè, con una vocetta stridula che sarebbe sembrata stranamente familiare. "Ho cose più importanti a cui pensare... ed è un altro, il Digimon che sto cercando!"

 

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Nel frattempo, i Digimon Tamers, ignari della tempesta che si stava addensando sopra le loro teste, ma ben consapevoli che c'era qualcuno che stava giocando poco pulito, avevano "indetto" una riunione di emergenza... e in quel momento, erano seduti sul pavimento della tana di Guilmon assieme ai loro Digimon, cercando di uscirsene con delle idee plausibili per quanto era appena successo. Non soltanto ora sapevano che il misterioso Yamaki e gli agenti del governo erano di nuovo coinvolti - perchè sicuramente era stata una delle loro invenzioni a trascinare nuovamente Orochimon nel Mondo Digitale -, non soltanto era chiaro che i Digimon non avevano ancora desistito dai loro piani... ma adesso, sapevano anche che c'era un nuovo Digimon Tamer in circolazione, un Digimon Tamer del quale non sapevano nulla e che dava l'impressione di essere molto più esperto di Takato, Jenrya e Ruki!

"Okay... allora, tanto per ricapitolare, proprio quando pensavamo di essere noi gli unici Tamers in circolazione... salta fuori questo strano tipo, e ci coglie tutti di sorpresa!" affermò Takato, guardando i suoi compagni con espressione confusa. Jenrya e Terriermon davano l'impressione di pensarla allo stesso modo, mentre l'espressione di Ruki faceva vedere un pizzico di irritazione, come se la ragazzina dai capelli rossi gli stesse dicendo di non guardare lei, visto che non poteva certo saperne più di loro! Invece Renamon, impassibile come sempre, era in piedi accanto alla sua Tamer, con le zampe anteriori incrociate, e lo sguardo che fissava chissà dove. Tuttavia, come Takato e Guilmon avevano avuto più volte modo di vedere, questo non voleva affatto dire che fosse disattenta...

"Già... e immagino che qui nessuno abbia idea di chi possa essere..." disse Terriermon, agitando una delle sue grandi orecchie come per esprimere impazienza. "Hey, reginetta dei Digimon, tu che magari hai un pò più di esperienza del giro, non hai proprio idea di chi possa essere?" chiese poi, ovviamente rivolto a Ruki... la quale, chiudendo gli occhi e scuotendo la testa come per dire no, rispose immediatamente a tono.

"E se lo sapessi, credi che non ve lo avrei già detto, stupido cagnolino?" sbottò. "No, quel tizio non era nessuno che io conoscessi! E anche quel Digimon, è la prima volta che ne vedo uno come quello!"

"Era solo a titolo informativo, non te la prendere..." rispose Terriermon, senza dare l'impressionedi volersi scusare più di tanto! Ruki sospirò, maledicendo tra sè quella situazione di incertezza che li teneva tutti sulle spine.

"A meno che, ovviamente..." si trovò poco dopo a pensare la ragazzina. "Hmmm... beh, ora che ci penso, quella voce non mi era del tutto sconosciuta... anzi, sono sicura di averla già sentita da qualche parte, ma dove? Tsk, che cosa mi metto a pensare? Non disperdiamoci su queste sciocchezze, e pensiamo a cosa sta succedendo, che mi sembra un attimo più urgente!"

Ruki si riportò al presente con uno scossone della testa. Non le sarebbe venuta certo in mente la voce di quel misterioso Tamer, se non fosse stato qualcuno che aveva una certa importanza nella sua vita, ma ci sarebbero state altre occasioni per scoprire di chi si trattasse... perchè la Digimon Queen non sarebbe stata la Digimon Queen, se avesse dato retta agli avvertimenti di un perfetto sconosciuto proprio adesso che era nel bel mezzo del ballo! Comunque, i suoi pensieri superficiali non sfuggirono agli acuti sensi sovrannaturali di Renamon, che rimase in silenzio, ma rivolse alla sua Tamer uno sguardo espressivo...

Jenrya, seduto a gambe incrociate ad un vertice di un triangolo immaginario formato da lui e dai suoi due compagni, si schiarì un pò la voce e prese la parola. "Ehm... comunque, ormai è chiaro che siamo tornati al punto di partenza... i Digimon continuano con i loro attacchi, e quell'uomo di nome Yamaki non ha ancora desistito dai suoi propositi..." affermò. "Se vogliamo continuare ad avere qualche possibilità di cavarcela... beh, odio doverlo ammettere, ma dobbiamo imparare come si esegue la Matrix Evolution. Takato-kun, non è che per caso ci puoi dire in maniera più specifica come tu e Guilmon siete riusciti a raggiungere il livello Ultimate?"

Il ragazzino con gli occhialoni e il piccolo dinosauro rosso si guardarono l'un l'altro, quasi stessero cercando di farsi venire un'idea a vicenda su come rispondere a quella domanda... poi, Guilmon scosse la testa e alzò le spalle, desolato. "Mi dispiace, Jen... ma in effetti, non lo sappiamo neanche noi comeabbiamo fatto!" disse, con la sua vocetta acuta. "So soltanto che, in quelle due occasioni contro i Deva, io e Takatomon abbiamo sentito di essere pronti a farlo... ed è successo, dopo che Takatomon ha fatto entrare quella strana carta blu nel suo Digivice! Non vi so dire altro..."

"In altre parole, vuol dire che dobbiamo fare tutto da soli..." concluse Ruki scuotendo la testa. Proprio l'arma che avrebbe permesso loro di equilibrare le sorti, e non sapevano come fare per ottenerla, se non qualche vago avviso da parte degli unici due che l'avevano già ottenuta...

"Mi dispiace, Ruki-san... davvero, vorremmo poter fare di più..." si scusò Takato, sentendosi in qualche modo responsabile di non aver voluto approfondire la cosa. "Posso solo dirvi che... beh, non è una cosa da prendere alla leggera, questa Digievoluzione Matrix... Quando il tuo Digimon raggiunge il livello Ultimate, il legame tra voi diventa talmente stretto che... beh, ogni volta che il Digimon viene colpito, tu senti lo steso dolore che prova lui... e viceversa, credo..."

"Non abbiamo mai fatto la prova, ma... sì, più o meno dovrebbe essere così!" affermò Guilmon.

Jenrya annuì, per nulla sorpreso. "Sì... avevo già notato che c'era questa sincronizzazione tra lo stato del Digimon a livello Ultimate, e quella del suo Tamer..." affermò. "Il che significa, ovviamente, che non è un'impresa da prendere sottogamba. Tuttavia, ho paura che non potremo proprio farne a meno, se vogliamo avere qualche possibilità in futuro..."

"Momentai, Jen! Momentai!" esclamò il sempre spensierato Terriermon, agitando un pò le sue lunghe orecchie. "Perchè preoccuparsi tanto prima ancora che le cose accadano? Non preoccuparti, quando sarà il momento, faremo questa... Digievoluzione Matrix, o come si chiama!"

"Io direi che il momento è arrivato già da un bel pò..." ridacchiò Jenrya, alzando un pò gli occhi verso il Digimon cagnolino che aveva preso posizione sulla sua testa, come un berrettino. "E poi... mi sa tanto che senza Calumon, non possiamo fare molto!"

"Già, e a proposito del batuffolino con le orecchie..." disse Ruki, tamburellando con impazienza le dita sul pavimento della tana di Guilmon. "Dove si sarà cacciato, oggi che avevamo un certo bisogno di lui? Non si sarà distratto di nuovo ad osservare le macchine, spero!"

"No, calu calu! Sono stato da un'altra parte!" cinguettò la ben conosciuta voce del grazioso Digimon bianco, che planò giù da chissà dove, e atterrò con una certa goffaggine sulla testa della stoica Renamon... la quale si limitò ad alzare gli occhi e osservare con distacco il piccolo Digimon che le stava sopra.

"Non abbiamo più bisogno di cercarlo." affermò la volpe ninja, senza nemmeno cambiare espressione. Takato e Guilmon dovettero trattenere una breve risata: vedere Renamon che faceva ancora la dura inflessibile con un cuccioletto bianco dalle orecchie esagerate che le stava sulla testa, in effetti, aveva qualcosa di buffo che contrastava con l'immagine che la Digimon normalmente dava di sè...

"Eh-hm..." Ruki si portò un pugno chiuso davanti alla bocca e fece come per tossire, ad indicare il fatto che non apprezzava molto che il suo due 'collega' Tamer meno esperto e il suo Digimon ridessero della sua partner... e, rendendosi conto di aver toccato il tasto sbagliato, entrambi loro si zittirono all'istante!

"Ehm... scusa, Ruki..." affermò Guilmon, mettendosi una mano dietro la nuca e sorridendo ingenuamente. "E' che non ne ho potuto fare a meno, Renamon sembrava così buff... Hmmm... Tktmon... Mi ftai... phhhh... tahhhando... ha bohhha..."

Le parole di Guilmon avevano cominciato ad uscire soffocate in quanto Takato, non volendo rischiare ulteriormente di incorrere nelle ire della Regina dei Digimon, gli aveva messo una mano davanti alla bocca prima che l'ingenuo dinosauro rosso potesse dire qualcosa di imbarazzante! "Ah! Ehm... scusa, Ruki-san... sono sicuro che Guilmon non voleva dire niente di... heheheee... beh, insomma... hai capito cosa volevamo dire, no? Heheheee..." ridacchiò nervosamente, con una evidente gocciolona di sudore che gli scendeva lungo la fronte.

Ruki decise che non era il caso di discutere oltre, e lasciò cadere la cosa, pur con un pizzico di fastidio. "Hmph... e va bene, Occhialoni, lasciamo pure perdere... perchè se stiamo ad aspettare te..." affermò, lasciando la frase in sospeso. "Piuttosto, Calumon, dove eri oggi? Quando abbiamo avuto bisogno di te, non ti abbiamo trovato..."

Sentendosi un pò colpevole per essere sparito senza dire niente, Calumon abbassò le sue grandi orecchie ed assunse la sua migliore espressione da cucciolo indifeso mentre fluttuava verso i Tamers e si sedeva nel mezzo del triangolo che loro formavano. "Calu... mi dispiace, ragazzi, è che ho visto un posto molto bello, e mi sono fermato lì... era uno strano giardino tutto di ferro, con tante lucine che si accendevano, e un sacco di bambini che salivano e scendevano da dei grossi Digimon di metallo... mi sembrava che si chiamasse luna park... c'era scritto così all'entrata..." si giustificò Calumon, infilando una parola dietro l'altra a raffica. "Era molto bello, c'era anche tanta musica... solo che poi mi sono perso, e non riuscivo più ad uscire, era così grande, calu calu..."

Jenrya alzò leggermente gli occhi al cielo. Ancora una volta, Calumon si era fatto distrarre dalla novità che per lui rappresentava il Mondo Reale, ed era troppo lontano per dare loro una mano... Sfortunatamente, per quanto gli dispiacesse doverlo dire, sarebbe stato necessario chiedere a Calumon di non separarsi più così tanto dal gruppo, o la situazione sarebbe potuta degenerare nel caso di un attacco inaspettato come quello di Orochimon...

"Heh... capisco, Calumon..." affermò il ragazzino cinese, guardando verso il pavimento. "Però... vedi, c'è un piccolo problema... ormai, sappiamo per certo che i Digimon che stanno apparendo con sempre maggiore frequenza nel Mondo Reale cercano te... e se vogliamo riuscire a mandarli via, abbiamo bisogno che i nostri Digimon evolvano..."

"E... dal momento che sei tu a permettere ai nostri Digimon di evolvere..." continuò Takato, che non dava l'impressione di essere molto contento di quello che stava per proporre. "Vorremmo chiederti se potevi restare con Guilmon, almeno finchè non riusciremo a fare luce su questo mistero... so che ti stiamo chiedendo un grosso favore, ma..."

"Ma temiamo che sarà necessario, finchè non saremo riusciti a risolvere la situazione." concluse Renamon.

Inutile dirlo, l'idea non piacque troppo al piccolo Digimon bianco, la cui curiosità circa il Mondo Reale era ancora ben lontana dall'essere saziata. Con espressione triste, Calumon abbassò le sue grandi orecchie, e guardò verso il pavimento come se volesse cercare di indurre compassione nei Tamers. "Ooowww... ma così non posso andare in giro, e non posso vedere nulla..." si lamentò. "E fino a quando dovrò farlo?"

Takato sospirò, e accarezzò la testolina del Digimon, per scusarsi di avergli chiesto quello che per lui era un tale sacrificio. Capiva benissimo come mai il Digimon si sentiva così, in fondo anche lui si sarebbe sentito allo stesso modo se gli avessero detto che avrebbe dovuto rinunciare al Trading Card Game... "Ci dispiace di doverti chiedere questo, Calumon... ma vedrai che cercheremo di risolvere tutto questo il prima possibile, e tu potrai tornare ad esplorare il Mondo Reale quanto vorrai!"

"Per adesso, magari, potrei essere io a giocare con te! Che ne dici, Calumon? Puoi restare qui nella mia tana.. e io giocherò con te tutto il tempo che vorrai!" si offrì Guilmon, avvicinandosi al piccolo Digimon bianco... che, sollevato all'idea di passare tutto il tempo che voleva con uno dei Digimon che riteneva più simpatici, alzò la testa e aprì di nuovo le sue grandi orecchie.

"Davvero posso, Guilmon?" chiese speranzoso. "Mi piacerebbe molto! A te piace sempre giocare con me, calu!"

Guilmon ridacchiò e si sfregò la testa con una zampetta artigliata. "Heheheee... certo, non ti preoccupare! Mi dispiace che ti dobbiamo chiedere di restare qui... ma lo facciamo per aiutare Takatomon e i suoi amici, e anche per aiutare te! Tutti quei Digimon vorrebbero rapirti, questo almeno lo abbiamo capito... e se vogliamo proteggerti, per adesso è meglio se stiamo vicini!"

"Va bene..." accettò Calumon. "Allora resterò qui... anzi, vi chiedo scusa se vi do tanti problemi, calu..."

Terriermon ridacchiò, e sfregò la testolina del piccolo Digimon. "Heheheee, e di cosa dovremmo scusarti? Tanto, ormai ci siamo dentro... e per il resto, che vengano pure quei buffoni! Deva, o Men In Black, di chiunque si tratti! Non aspetto altro che si facciano avanti per poi farli neri!"

"Certo, se quelli non fanno nero prima te..." mormorò Ruki con sarcasmo. Terriermon storse il naso, e guardò la ragazzina dai capelli rossi con l'aria di voler domandare ironicamente le sue scuse...

"Hey, Regina dei Digimon, adesso non metterti a prendere in giro di nuovo, okay?" le disse, ricambiando sarcasmo con sarcasmo. "L'ultima volta che ho controllato, ce la stavamo pure facendo con quell'anguillona ad otto teste..."

"Già, a proposito di quell'Orochimon..." si intromise Takato, sfregandosi la fronte. Il serpente ad otto teste era stato un avversario di tutto rispetto, e se non fosse stato per il provvidenziale intervento di quel misterioso Tamer e del suo Strikedramon, oltre che dell'entrata in funzione di quella nuova invenzione di Hypnos, chissà come sarebbe andata a finire..."

"In ogni caso, temo che non abbiamo sentito parlare per l'ultima volta di quel Digimon..." riprese Jenrya. "Dobbiamo tenerci pronti per un suo possibile ritorno..."

 

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Le loro previsioni non erano per niente sbagliate, visto che nel Mondo Digitale, esattamente nello stesso settore da cui era stato prelevato, Orochimon si stava scrollando di dosso quella fastidiosa sensazione di risucchio che aveva provato nell'essere trascinato lungo il passaggio dimensionale. Il serpente dalle otto teste si sentiva allo stesso tempo irritato e confuso... prima veniva prelevato dal Mondo Digitale da quello strano fenomeno che lo aveva depositato nel bel mezzo di un parco, avvolto da una coltre di nebbia digitale... e adesso, qualche strana invenzione degli esseri umani lo faceva ritornare da dove era venuto! La cosa che gli dava più fastidio, comunque, era il fatto di non aver potuto regolare i conti con quegli sciocchi ragazzini che avevano cercato di opporsi a lui, e che lo avevano umiliato con quell'assurdo trucco delle carte... e con dei Digimon loro schiavi che non si erano nemmeno evoluti!

Il suo pensiero ritornò allo strano Digimon rosso, appartenente al ragazzino castano con gli occhialoni da pilota. Era convinto al cento per cento di aver sentito qualcosa di particolare, in quello strano Digimon... oltre al fatto che era una specie di cui lui non ricordava, in tutti i suoi secoli di vita, di aver mai visto un solo esemplare, Orochimon era sicuro di aver percepito in lui qualcosa di misterioso e inusuale, che non aveva percepito in nessun altro Digimon... un potere particolare, qualcosa che poteva essere distruttivo e incontrollabile, e che al tempo stesso faceva molta gola al mostruoso serpente...

La testa centrale di Orochimon corrugò la fronte. Per questa volta era andata così, grazie anche a quell'impiccione con lo Strikedramon... ma non appena l'occasione gli si fosse ripresentata, sarebbe senz'altro tornato sulla Terra, e si sarebbe preso la sua rivincita! Dopodichè, avrebbe assorbito i dati di quel Digimon rosso... e sperabilmente, anche il suo potere, in modo da diventare il Digimon più forte della sua regione! Il solo pensiero gli fece correre un brivido di eccitazione lungo la schiena...

E poi, riflettè Orochimon, mentre si sgranchiva le spire e i numerosi colli, qualcosa di positivo era venuto fuori, da tutta questa perdita di tempo. Grazie a tutta quella confusione, ora Andromon era rimasto intrappolato nel Mondo Reale... o era stato cancellato, meglio ancora! Il che voleva dire... che ora non c'era più nessuno ad impedirgli di spadroneggiare su quegli inutili Otamamon e Gekomon, e di farsi preparare tutto il sakè che voleva! Con un ghigno viperino stampato su ognuno di suoi otto musi da rettile, Orochimon si voltò verso il piccolo villaggio di Digimon, visibile dietro le sue spalle... e alcune delle sue teste videro gli abitanti che, in preda al timore, si acquattavano dietro i loro nascondigli, terrificati dal fatto che il loro oppressore fosse tornato... e il Digimon che fino a quel giorno li aveva protetti non ci fosse più...

Con un movimento lento e misurato delle sue spire da anaconda, Orochimon si voltò verso il villaggio di Otamamon e Gekomon. Aveva proprio voglia di qualche botte di sakè, e quegli abitanti del villaggio capitavano giusto a proposito...

"Keheheheheee..." sghignazzò l'idra, mentre si avvicinava al villaggio. "Allora, piccoli e inutili Digimon? Speravate davvero che quell'ammasso di metallo vi avrebbe salvato? Davvero credevate che potesse sconfiggere me, Orochimon, il Digimon più forte di questa zona di DigiWorld? Beh... avete pensato male, come potete vedere! Ora... il vostro "salvatore" non c'è più, e vi dovete rassegnare ad essere i miei schiavi, e a servirmi tutto il sakè che voglio! E... se volete, potete cominciare anche adesso! Heheheheee... anzi, no, che dico... DOVETE cominciare adesso! Quindi, alzate quelle vostre inutili code e mettetevi al lavoro! Ho molta sete dopo quel viaggetto nel Mondo Reale! Muoversi!".

Le sue parole vennero enfatizzate da un frustata che il serpente ad otto teste sferrò con la sua lunga coda a sonagli... Si sentì il rumore dei sonagli che sfregavano minacciosamente l'uno sull'altro, qualche breve strillo di paura, e i Gekomon per primi si mossero, tornando alle loro case per mettersi al lavoro. Quello sarebbe stato un triste giorno per il loro villaggio... il loro eroe era scomparso, probabilmente per sempre... e il loro aguzzino era di nuovo là, e in forma perfetta! Ancora una volta, sarebbero stati costretti a sottostare alla spietata legge di DigiWorld, che imponeva che il forte vincesse, e il debole venisse mangiato...

"Forse... abbiamo fatto male ad illuderci..." mormorò uno di loro, stando attento a tenere la voce bassa in modo da non farsi sentire da Orochimon. "Non verrà nessuno ad aiutarci... Dobbiamo chinarci e rassegnarci al fatto che questa sarà la nostra vita..."

"Però..." cercò di protestare un Otamamon, che sembrava molto meno fatalista e rassegnato. "Però... Andromon non la pensava così! Ci ha sempre difesi da Orochimon, e ha rischiato la vita per affrontarlo! Lui... lui non ha mai pensato che fosse inutile..."

Il Gekomon scosse la testa. "Sì... e guarda qual è stata la sua fine... No, lasciamo perdere... questo mondo è fatto così, che a noi piaccia o meno, e se vogliamo sopravvivere dobbiamo rassegnarci e piegare il capo. E' già una fortuna che Orochimon non abbia deciso di ucciderci tutti per assorbire i nostri dati..."

Il piccolo Otamamon guardò verso il terreno polveroso. "Già... perchè secondo lui, noi siamo troppo deboli per renderlo più forte..." mormorò. "Però, se la cosa dovesse essergli utile... allora neanche tutte le botti di sakè del Mondo Digitale potranno salvarci! Lui ci annienterà tutti... e poi andrà in giro per DigiWorld, a cercare qualcun altro da tiranneggiare!"

"E noi cosa ci possiamo fare?" chiese retoricamente il Gekomon. "Non possiamo opporci a lui, è troppo forte... verremmo spazzati via come tanti insetti!"

Lo Otamamon grugnì, provando una terribile sensazione di impotenza. Per quanto lo riguardava, avrebbe preferito combattere con Orochimon, anche se questo voleva dire essere cancellati, piuttosto che vivere per sempre dovendo chinare il capo, e assecondando ogni suo capriccio, sempre con la spada di Damocle dell'annientamento che pendeva sul suo capo... ma d'altronde, che poteva fare? Era l'unico, in tutto il villaggio, a pensarla così...

"Però... trovo che sia ingratitudine da parte nostra..." mormorò. "Andromon ha rischiato tanto, e alla fine si è sacrificato per noi... e noi, anche adesso che non c'è più, non troviamo la forza di ribellarci..."

 

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"Credo... che queste immagini parlino da sole, signor Li. Non lo pensa anche lei?"

Fermo davanti ad un grosso schermo nella sala operativa di Hypnos, il signor Janyuu Li guardava con sorpresa mista ad orrore le immagini che si avvicendavano con rapidità davanti a lui, scioccanti nel loro realismo... e soprattutto, nella loro autenticità! Erano le riprese che le telecamere nascoste di Hypnos avevano catturato durante i combattimenti tra i Tamers e i Digimon che avevano iniziato ad infestare la Terra... e tra i ragazzi che stavano assistendo uno dei due gruppi di Digimon, più esattamente il gruppo contenente il dinosauro rosso, il cagnolino verde dalle grandi orecchie, e la volpe umanoide dalla pelliccia dorata... pericolosamente vicino alla battaglia con un gigantesco uomo-toro armato di spada... c'era anche suo figlio, che strisciava rapidamente una carta dopo l'altra in uno strano aggeggio che teneva fissato sul braccio... e un istante dopo, il Digimon simile ad un cagnolino verde subiva un effetto particolare...

Per l'uomo, era come un incubo che si avverava... le creature che lui e i suoi compagni avevano creato per puro gioco, per mettere alla prova le loro capacità come programmatori, ora si erano rivelate essere dei pericolosi esseri senza controllo, alcuni dei quali si erano addirittura avvicinati fino a questo punto a Jenrya e ai suoi amici... certo, per il momento non avevano fatto loro del male... ma se questi Digimon erano davvero degli esseri pericolosi ed imprevedibili come Yamaki diceva, allora non poteva lasciar correre...

"Questi Digimon hanno avvicinato suo figlio e i suoi compagni... gruppo che ha assunto il nome di Digimon Tamers..." spiegò Yamaki, con la sua professionale aria di distacco. Il suo accendino, tenuto in una mano in maniera quasi distratta, scattò una volta, facendo un rumore metallico... "...e adesso, temiamo che il loro scopo sia quello di conquistarsi la loro fiducia, in modo da aprire la strada ad un'invasione su vasta scala. Noi di Hypnos, finora, siamo riusciti a tenere d'occhio i loro movimenti e a mantenerli sotto controllo, ma temiamo che se questa invasione dovesse davvero verificarsi, non basterebbero tutte le tecnologie a nostra disposizione per arginarla."

Janyuu rimase ancora per un pò fermo al suo posto, con la testa rivolta verso il pavimento, e i pugni serrati al suo fianco... quasi stesse ancora cercando di venire a patti con la sconvolgente realtà di quello che stava accadendo a quei ragazzi... poi, con cupa decisione, si voltò verso Yamaki. Continuava a pensare che ci fosse qualcosa che non andava, nel modo di fare del direttore di Hypnos... ma l'alternativa paventata, quella di rischiare di perdere suo figlio per mano delle sue stesse creature, era senz'altro peggiore...

"Sì... capisco..." disse. Era sicuro che la voce gli fosse uscita strascicata, ma in quel momento la cosa era proprio l'ultimo dei suoi pensieri... "E... voi di Hypnos, che cosa avete pensato, per impedire che questa catastrofe avvenga? E... in cosa potremo esservi utili, noi Monster Makers?"

"Come ho detto, lei e i suoi ex-compagni di università conoscete quelle creature meglio di chiunque altro." spiegò Yamaki, richiudendo il suo accendino e infilandoselo poi in tasca. I due uomini, nel tetro silenzio della sala di controllo, iniziarono a dirigersi di nuovo verso le scale, accompagnati solo dai beeper delle macchine e dal suono dei loro passi. "Abbiamo bisogno della vostra conoscenza sui Digimon, per poter creare una barriera dimensionale che impedirà a quegli invasori di entrare nel nostro mondo, riconoscendo la struttura della loro programmazione e agendo come firewall in modo da bloccare i loro dati. Un pò come succede nei programmi antivirus per un normale computer. Il nostro sistema, Juggernaut, si è già rivelato efficace nell'isolare una reazione digitale, e rimandare il Digimon ad essa associato da dove proveniva... ma per il momento, non è in grado di fronteggiare un'emersione su scala troppo vasta. E' per questo che noi di Hypnos cerchiamo il vostro aiuto. Per perfezionarlo, e renderlo un'arma sicura contro questi pericolosi esseri. La versione precedente era stata sviluppata con le poche informazioni a noi disponibili, e non si è rivelata efficace come avremmo voluto... ma sono convinto che con la vostra collaborazione sarà possibile risolvere il problema a breve."

Mentre parlavano, Yamaki e Janyuu stavano risalendo le scale che portavano ai piani superiori, ed erano ritornati quasi senza accorgersene alle porte che davano sul resto del complesso di Hypnos. Dopo aver fatto una breve pausa, giusto per permettere al signor Li di raccogliere i pensieri, Yamaki si schiarì la gola e concluse il discorso con la domanda cruciale. "Allora, signor Li... Potrò contare sulla sua collaborazione?"

Janyuu prese un teso respiro. "In... in questo momento non c'è solo la vita di mio figlio e dei suoi compagni in gioco, giusto? C'è anche quella di migliaia di persone..." rispose, scuotendo leggermente la testa. "Perciò... non credo di avere molta scelta! D'accordo, Yamaki-san, potrà contare sul mio aiuto... ma a condizione che le operazioni svolte mi siano spiegate chiaramente, in ogni particolare, e che non comportino rischi per Jenrya o per i suoi amici. Può andare bene?"

"Benissimo, signor Li." rispose Yamaki, mentre i due uscivano nel corridoio. "Non si preoccupi per suo figlio. La sicurezza di tutti gli abitanti di Tokyo è la nostra priorità, e faremo in modo che vengano coinvolti il meno possibile in questa pericolosa situazione. Quanto al resto, non vedo perchè dovremmo fare mistero a lei delle nostre operazioni. La ringrazio a nome della nostra organizzazione per la gentile collaborazione, e le farò sapere i particolari il prima possibile, non appena i suoi ex-colleghi si saranno uniti a noi."

"Ricambio i suoi ringraziamenti, Yamaki-san." affermò Janyuu, facendo un rispettoso inchino. "E collaborerò al vostro progetto secondo le mie possibilità..."

Dopo un ultimo, freddamente formale inchino di saluto, Janyuu iniziò ad allontanarsi con calma e in ordine, seguito per tutto il tragitto dallo sguardo, nascosto dagli occhiali da sole, di Yamaki. Il direttore esecutivo di Hypnos, nonostante le apparenze di persona arida, tutta lavoro e senso del dovere, non era un insensibile... e pur non avendo famiglia riusciva ad immaginare cosa doveva provare l'ex-membro dei Monster Makers in quell'occasione. Purtroppo, era stato necessario... non poteva più tenerlo nell'ombra circa il pericolo che suo figlio stava correndo, ora che la situazione si stava avviando al peggio...

E poi, la sua collaborazione sarebbe stata fondamentale per risolvere quella crisi... e se tutto fosse andato bene, nel giro di pochi giorni quelle pericolose creature avrebbero finito di farsi beffe di lui, e sarebbero rimaste per sempre rinchiuse nel mondo infernale da cui provenivano!

"Questa volta, non lasceremo nulla al caso..." disse tra sè.

 

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"Senti, Ryo... non ti sembra di aver esagerato un pò?" chiese Monodramon, alzando la testa verso il suo Tamer. Ryo, il famoso asso del Digimon Trading Card Game, era seduto ad una scrivania nella sua camera, in un appartamento alquanto modesto al quinto piano di una palazzina. Non era esattamente il tipo di abitazione in cui si sarebbe detto che viveva un ragazzo della reputazione di Ryo... ma, del resto, il giovane campione non era mai stato un cacciagloria, e non aveva mai sentito il bisogno di essere notato. Per essere sinceri, la troppa attenzione che a volte riceveva lo metteva un pò in imbarazzo...

Ryo si sfregò gli occhi, un pò arrossati dal fatto che era stato sui compiti fino a quel momento, e si rivolse al suo Digimon che, dal pavimento, lo stava guardando con una certa curiosità. "Ah, Monodramon... in che senso dici che ho un pò esagerato?" gli chiese, permettendogli di salirgli in braccio. Il piccolo Digimon non se lo fece dire due volte, e con un agile balzo salì sulle gambe del suo Tamer.

"Beh... voglio dire, quello che hai detto a quei Tamer..." rispose Monodramon. "Hai detto che avrebbero fatto meglio a non combattere più, e a restare fuori da questa storia... ma non credi di essere stato un pò troppo severo, con loro?"

Ryo sospirò, con un pò di imbarazzo. Quello che Monodramon diceva aveva il suo fondo di verità... anzi, doveva riconoscere che in effetti era stato abbastanza brusco con quei ragazzi. Tra l'altro, il fatto che tra loro ci fosse anche la sua vecchia conoscenza, Ruki Makino, voleva dire che entro breve si sarebbe beccato una bella lavata di capo da parte della suddetta... ma del resto, era anche giusto che quei ragazzi sapessero che molto probabilmente erano in una condizione di inferiorità, rispetto ai nemici che i trovavano ad affrontare...

"E' vero, Monodramon... devo ammettere che sono stato piuttosto duro con loro..." affermò il giovane campione di Trading Card Game. "Il fatto è che... beh, sai anche tu chi c'è dietro a questi avvenimenti, e qual è il suo scopo. Zhuqiaomon non si fermerà davanti a nulla, pur di recuperare la Shining Evolution, e sapendo quanto sa essere bellicoso... beh, non credo che l'idea di fare del male a dei ragazzi servirà a mettere in moto la sua coscienza. L'unica cosa che gli interessa è avere il potere della Shining Evolution..."

"Già... anche se ancora non riesco a capire per quale motivo..." rispose Monodramon, picchiettando con una zampina sul tavolo davanti a lui. "Insomma, Zhuqiaomon è già il più potente delle quattro Divinità Guardiane... come mai gli serve ancora più potere? Per quale motivo?"

Ryo alzò le spalle, rendendo chiaro che nemmeno lui, pur essendo così informato sulle vicende di DigiWorld, aveva ben chiaro quale fosse l'intero quadro della situazione. "Non lo so, Monodramon... Finora, nonostante le loro opinioni siano spesso state in contrapposizione, Zhuqiaomon è sempre stato rispettoso dei suoi fratelli, e non ha mai cercato di interferire nelle loro politiche... perchè gli serva la Shining Evolution, se non vuole aumentare il suo potere a spese degli altri tre Guardiani... non lo so proprio!" rispose. Per un attimo, il ragazzo vestito di nero fece una pausa, come se stesse pensando a un'idea che gli era venuta in quel momento... poi storse il naso e diede voce ai suoi pensieri. "Ma se lo scopo di Zhuqiaomon non è quello di espandere il suo dominio, allora abbiamo ancora più motivi per essere preoccupati... dev'esserci un motivo veramente serio, se persino lui crede di non poter fare fronte al problema senza la Shining Evolution!"

I due restarono in silenzio per un pò, immersi nella quiete di quel piccolo appartamentino senza pretese in cui Ryo viveva con i suoi genitori... o meglio, la loro nuova casa dopo tutto ciò che era accaduto nell'altro mondo! Se ora vivevano lì, nel Mondo Reale associato al Mondo Digitale del Sud, c'era un motivo molto particolare... un motivo le cui radici si perdevano in un tempo così remoto, che anche soltanto pensarci faceva venire le vertigini al ragazzo! Ma non era il caso di disperdersi troppo a pensare a quello che era stato o che poteva essere... la mole di ricordi era tale che persino lui, il Tamer leggendario, provava impossibile - oltre che abbastanza sgradito - ricordare i particolari. Per il momento, lui e Monodramon dovevano concentrarsi sulla missione che era stata loro affidata, e cercare di fare in modo che gli altri Tamers non restassero troppo coinvolti.

"Fino ad adesso, quei ragazzi se la sono cavata bene, devo ammetterlo..." disse Ryo, appoggiandosi allo schienale della sua sedia. "Però... se Zhuqiaomon dovesse iniziare a fare sul serio, non so se sarebbero davvero in grado di resistergli. Anche se... devo ammettere che quel ragazzino con quel Digimon rosso mi ha incuriosito. Non ho mai visto un Digimon come quello finora... e tu, Monodramon?"

Il draghetto scosse la testa. "Nemmeno io, Ryo... però, ho sentito che possiede dei poteri particolari, che non saprei nemmeno io come definire. Ha qualcosa di diverso dagli altri Digimon, questo è tutto quello che ti posso dire."

"Capisco..." rispose il Tamer leggendario. Si avvicinò di nuovo al tavolo, e diede un'occhiata alle carte che aveva appoggiato su di esso. "Beh, se conosco Ruki Makino come credo... e se è rimasta la stessa che ho conosciuto a quel torneo di Trading Card Game... non credo proprio che sarà bastato il mio avvertimento a far desistere lei e i suoi compagni... quindi, è meglio se continuiamo a stare loro addosso per un pò. Magari così abbiamo la possibilità di scoprire qualcosa in più su quel Digimon misterioso, e su quelli che hanno rispedito Orochimon nel Mondo Digitale..."

Il discorso di Ryo venne interrotto dal suono della porta di casa che si apriva, e dalle voci dei suoni genitori che lo chiamavano. Monodramon, con un sobbalzo di sorpresa, scese rapidamente giù dalle gambe del suo Tamer e, dopo averlo salutato, andò a nascondersi sotto il letto addossato al muro, mentre il ragazzo si alzava, si rimetteva a posto i pantaloni e, con una naturalezza che ormai gli veniva spontanea, andò ad accogliere i suoi. "Ciao, mamma! Ciao, papà! Siete tornati abbastanza presto stasera..."

Mentre, da fuori, si sentivano i fruscii delle borse della spesa che venivano portate dentro, e le voci di Ryo e dei suoi genitori che si salutavano e si scambiavano gli auguri di buona serata, Monodramon tirò un sospiro di sollievo. Essere il partner del Tamer leggendario, tutto sommato, non era molto diverso che esserlo di un qualunque altro possessore di D-Power... anche nel suo caso, doveva stare attento a non farsi scoprire! Si chiese come avevano fatto i Digimon degli altri tre ragazzi a passare inosservati per tutto questo tempo...

E questo pensiero gli fece tornare in mente, ancora una volta, quello che era successo a quell'Orochimon che aveva affrontato nei panni di Strikedramon. Come avevano fatto... beh, chiunque fosse... a localizzarlo e a rispedirlo nel Mondo Digitale? Se era proprio lì che era stato mandato, e non gli era invece accaduto qualcosa di peggio... E avrebbero potuto fare lo stesso anche a lui e ai Digimon di quegli altri Tamers? C'erano diversi elementi che cospiravano contro di loro...

"Ufff... grazie, Ryo, per averci aiutato a portare dentro la roba! Queste borse sono così pesanti..."

"Di niente... ugh, accidenti, però è vero che pesano... c'era... proprio bisogno di prendere tutta questa roba, mamma?"

"E' quello che ho detto anch'io, Ryo! A volte la mamma pensa che ci sia bisogno di fare riserve..."

Quel breve stacco di quotidianità portò un sorrisetto sulle labbra di Monodramon. Beh, se non altro, c'erano momenti come quello a far dissolvere un pò la tensione... anche se certi modi di fare degli umani, con tutto il tempo che aveva passato assieme a Ryo, continuavano a sfuggirgli...

 

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Se c'era una cosa che Hirokazu Shioda detestava con tutto sè stesso, e questo molti lo avranno già capito, era di dover passare il pomeriggio chiuso in casa a fare i compiti e studiare! Insomma, il pomeriggio era fatto per stare con gli amici e spassarsela il più possibile, no? Allora perchè qualche insegnante sadico aveva inventato quella tortura inumana? Sembrava fatta apposta per fargli rodere il fegato, e rovinargli la giornata... che sarebbe stata spesa meglio ad inventarsi nuove strategie con le carte e provarle su Takato!

Finalmente, il ragazzo dai capelli dritti terminò l'ultima frase, tracciando i kanji finali con tutta l'attenzione di cui era capace... Accidenti, quei compiti di calligrafia erano una vera seccatura! Quegli assurdi simboletti erano già così difficili da tracciare per conto loro, e poi dovevano essere tracciati esattamente in un certo modo, con un certo ordine e incurvandone le linee secondo schemi precisi! A volte, Hirokazu si chiedeva come mai la lingua giapponese avesse bisogno di quelle cose lì... non erano sufficienti gli hiragana e i katakana? Con un sospiro, il ragazzo terminò di tracciare l'ultimo ideogramma... e finalmente, sentendosi liberato da un peso tremendo, richiuse il quaderno, appoggiò la penna sul tavolo, e si spinse via con entrambe le mani, quasi volesse allontanarsi il più possibile da quella terribile tortura! Finalmente, la sua mole di lavoro per la giornata era finita... ora poteva semplicemente prendere un videogioco, e passarci la serata davanti...

"Hirokazu!" lo chiamò, esattamente in quel preciso momento, sua madre dalla cucina! Il ragazzino, che si era appena permesso di abbassare la guardia, grugnì per il disappunto... a volte sua madre aveva un tempismo incredibile! Ciò nonostante, decise di non protestare e, dopo essersi alzato dalla sedia ed essersi sgranchito un pò le ossa, raggiunse la cucina, dove la signora Shioda era impegnata tra i fornelli, a preparare qualcosa che doveva essere teriyaki...

"Hirokazu, non è che mi potresti dare una mano?" chiese la signora Shioda, mentre andava qua e là tra i fornelli. "Hai... hai finito i compiti, vero?"

"Ehm, certamente..." disse il ragazzino, un pò incerto. "Vuoi... vuoi che ti dia una mano a cucinare?"

L'espressione della signora si fece leggermente allarmata. "Ehm... no, Hirokazu, è meglio di no! Ancora mi ricordo di quando hai provato a cucinare per noi, e hai finito per usare il sale per il caffè!"

"Ma... mamma, è stato quando avevo cinque anni!" protestò Hirokazu, con una piccola goccia di sudore sulla fronte per l'imbarazzo. "Insomma... ho pur imparato qualcosa da allora... almeno spero!"

"Ah, questo è quello che spero anch'io! Ma sai com'è, non si può mai essere troppo sicuri in questi casi!" La signora Shioda ridacchiò brevemente, per poi indicare un sacchetto di plastica azzurro appoggiato vicino all'uscita. "Piuttosto, non è che potresti andare a buttare via l'immondizia? Io ho così tante di quelle cose per le mani che non ne ho il tempo..."

Hirokazu guardò brevemente il sacco di plastica, alto circa la metà di lui, che giaceva appoggiato con una certa noncuranza vicino all'uscita di casa... poi, con un'alzata di spalle, assentì e andò a prenderlo, per poi avviarsi verso l'esterno. "Okay, mamma..." rispose, in un sospiro. Doveva ammetterlo, un pò gli seccava dover fare qualcos'altro proprio quando pensava di potersi rilassare un pò... ma non gli andava di rifiutare un favore alla madre. "Allora vado, lo butto e torno! Faccio in un attimo!"

"Grazie, tesoro! Mi salvi la vita!" scherzò lei, congiungendo le mani davanti a sè e inclinando un pò la testa da un lato. Il figlio alzò gli occhi al cielo, ridacchiando con ironia, e si diresse fuori casa, percorrendo quel pò di strada che lo separava dai bidoni dell'immondizia. Rabbrividì, sentendo un venticello freddo penetrargli nelle ossa... e, con un gesto che gli era ormai consueto, gettò la spazzatura, badando di richiudere bene il bidone in modo da beccarsi quante meno scariche di aria puzzolente possibile. Dopo essersi assicurato di aver fatto tutto quello che c'era da fare, Hirokazu si accinse a tornare indietro...

...e si sarebbe anche già avviato, se non fosse stato per lo strano, meccanico movimento che intravide, anche se solo per un istante, vicino al cassonetto! Per un istante, il giovane appassionato di Digimon riuscì a vedere qualcosa di piccolo e luccicante che cercava di nascondersi, e sentì un leggero ticchettìo di metallo su metallo che lo mise in leggero allarme. Una strana sensazione si impadronì di lui, un misto di paura e curiosità...

"Huh? Chi è là?" esclamò, ignorando il fatto di essere all'aperto e di poter essere sentito. "Dove ti nascondi? Chi sei?"

Non ottenne risposta. Tutto ciò che si sentì furono, ancora una volta, i ticchettii di ingranaggi, e una piccola ombra che cercava di mimetizzarsi con quella del cassonetto. Sempre più sospettoso, Hirokazu decise di andare a vedere di persona... e, con una prudenza che di solito non gli era propria, fece un mezzo giro attorno al bidone, aguzzando la vista per vedere di cosa si trattava...

"Allora...?" chiese di nuovo. "Dove sei? Che cosa... Huh? E... e tu... tu... che... che cosa...?"

Non stupiva il fatto che il ragazzo fosse rimasto così sbalordito - in quanto lì, vicino al cassonetto e acquattato con aria spaventata, si trovava un piccolo essere simile ad un ingranaggio nero dai bordi dorati, che camminava strisciando sul terreno grazie a due ingranaggi argentati più piccoli che facevano da mani, e il cui volto era composto da due grandi occhi spauriti, e da una strana bocca a zigzag che esprimeva tutta la sua confusione nel trovarsi in quel mondo sconosciuto...

Hirokazu non riusciva a credere ai suoi occhi. Certo, aveva avuto qualche sospetto su Takato, sospetto che aveva espresso anche a Kenta e a Juri dopo la notte dell'attacco di Vajiramon... ma... ma ora... si trovava di fronte ad un Digimon! Un VERO Digimon! Non era un disegno animato su uno scermo televisivo, nè un fumetto... quello era proprio un Digimon in carne ed ossa... o meglio, in dati e programmi! Un Digimon... e più esattamente, per lui che ne era un esperto conoscitore, un Hagurumon! Venuto fuori da chissà dove, e adesso giunto nel Mondo Reale...

Dopo un breve istante di sorpresa, il cuore di Hirokazu iniziò a battere forte per l'emozione. Allora... allora era proprio vero, come aveva sospettato lui! I Digimon esistevano... ed erano tra gli esseri umani! Quello strano fenomeno, alcune notti prima, era stato il primo indizio... e questa era la prova! Cercando di trattenere la propria gioia, Hirokazu si chinò, e tese una mano verso lo Hagurumon, che lo guardò con l'aria di non sapere se fidarsi o meno...

"Tu... tu sei... un Digimon, vero?" chiese retoricamente il ragazzo. "Ciao! E benvenuto sulla Terra! Io mi chiamo Hirokazu Shioda... piacere di conoscerti, Hagurumon!"

 

CONTINUA...

 

Note dell'autore: Chiedo scusa ai lettori per il tempo che mi ci è voluto per aggiornare, e per la relativa brevità di questo capitolo, ma ancora una volta, la vita reale decide per me, e poi mi sono trovato a dover scrivere anche altre storie, nel frattempo... beh, non credo di dover dire altro! Finalmente Hirokazu ha incontrato il suo Digimon, e abbiamo visto qualcosa in più anche su Ryo! Ma altre minacce si profilano all'orizzonte... e la più immediata sarà senz'altro Hypnos, con la sua nuova creazione e i Monster Makers che sembrano aver accettato di collaborare. Ma forse questo permetterà ad altri personaggi di entrare in scena, e ad altre sorprese di rivelarsi! E se volete sapere di cosa si tratta... non vi resta che aspettare il prossimo aggiornamento, che spero arrivi presto!

Non ho altro da dire se non... spero che il capitoletto vi sia piaciuto, e alla prossima!

 

Justice Gundam

 

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