“Ciao” sussurrò Yumi con un sorriso, entrando sulla soglia.
“Oh Ciao Yumi” rispose mia madre con il medesimo tono di voce, mentre sistemava le credenze in cucina. “Urumi è di sopra, te la vado a chiamare?”
“Si grazie”
Mia madre salì le scale, con un passo felpato e veloce, abile e deciso. Yumi
restò a guardarsi intorno dicendosi, con sguardo attonito, sussurrando sotto le
labbra sottili “che bella casa”.
“Urumi, c’è la tua amica da basso” esordì mia mamma bussando da dietro la porta della mia stanza
“Arrivo!” dissi, scattando dalla sedia della mia scrivania, infilandomi le ciabatte e spegnendo lo stereo.
Scesi le scale di fretta e furia, mentre mia madre se ne approfittava per spolverare le mensole della mia camera.
“Yumi” esclamai con gioia scendendo rapidamente le scale. La
gioia mi pervadeva così tanto che le saltai addosso.
“Oddio Urumi…quanto tempo”. Tra sorrisi e lacrime ci eravamo ritrovate,
guardando quanto eravamo cambiate, quanto avevamo riso, sofferto..
“oddio…non riesco a credere che tu sia qui” sospirai
“Neanche io” sospirò
Vidi le sue mani: diafane e magrissime.
“Senti Yumi”
“Sì”
“Sai che in soffitta ho trovato una cosa sconvolgente?”
“Volete del the?” mia madre come al solito si intrufolò nella conversazione: è
incredibile quanto ci abbia messo poco nello spolverare
“Sì, grazie” rispondemmo all’unisono, per poi scoppiare in una risata esplosiva
“Comunque…Urumi…che cosa hai trovato?”
“Una fotografia, in soffitta?”
“Una fotografia?”
“Sì…una foto che ritrae una donna, una certa Kayako Fukamoto.
Era nella soffitta di questa casa, ti rendi conto???”
“Cosa ci sarebbe di così devastante?”
“Ho fatto delle ricerche su internet…quella donna è morta, è stata uccisa, e l’assassino non si è ancora scoperto”
“Che cosa?”
“Sì…comincio a sospettare nei precedenti possessori della casa…mi aiuterai?”
“Sì…ti aiuterò, ma per cosa?”
“Voglio scoprire che cosa è successo a questa donna”
“Ok…ma…non spetta alla polizia? Forse
faresti meglio a consegnare quella foto alla polizia…”
“No…”
“Perché?”
“Questa casa l’abbiamo noi ora. Non voglio che ci
costringano a restare senza un tetto per fare delle indagini”
“Hai paura che qualcuno della tua famiglia sia coinvolto”
mi voltai di scatto verso di lei “Già…”
“Chi erano i precedenti i possessori della casa?”
“Non lo so…è mio padre che ha il documento con i nomi…dovrei
sottrarglielo e leggere…potrei se no chiamare l’acquirente”
“Ecco il vostro the” arrivò mia madre soleggiante come un gazebo in agosto. Appoggiò
un elegante vassoio appariscente sul tavolino in soggiorno. Due tazze di the
verde e tanti gustosi pasticcini per condire.
“Grazie Mamma”
“Grazie signora Sachie”
“oh…è un’onore ospitare un’amica di Yumi che non
vedevo da anni ormai…se vuoi puoi rimanere qui anche a dormire?”
“Che ne dici?” le chiesi
“Per me va bene” rispose Yumi
“Ok…allora avvertirò tua madre”
“Grazie signora Sachie”
“Grazie mamma”
“Dai…Yumi” la canzonai “Avremo più tempo per trovare
qualcosa sulla morte di quella povera ragazza”
“Sì, sai che mi appassionano i gialli e gli intrighi…c’è solo un problema”
“Quale?”
“Non ho finito i compiti di letteratura giapponese e domani ricomincia
la scuola”
“Già, anche io…che nervi. Beh…possiamo farli insieme
stasera, dopo mangiato, questo pomeriggio invece potremmo fare delle compere e
contattare l’uomo che ci ha venduto la casa”
“Ok”.
Dopo aver addentato un paio di pasticcini con la crema spumeggiante, salii di corsa le scale e presi la fotografia, mentre Yumi continuava ad abbuffarsi di leccornie di pasticceria.
“Mamma noi usciamo”
“Non fate tardi , che domani c’è scuola”
“Okay”
QUESTO CAPITOLO NON
FACEVA PAURA :D
MA DAL PROSSIMO
INIZIANO LE INDAGINI E, QUINDI, I BRIVIDI!