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Autore: mavima    18/06/2015    2 recensioni
Sergio è un medico anestesista, deluso dal fallimento del suo matrimonio. Vive un'esistenza di emozioni sopite. Una mattina in ospedale incontra Laura, una bella ragazza, malata di leucemia, che si rivelerà essere la professoressa di suo figlio.
"Sergio fermò lo sguardo sulla foto di classe dell’anno precedente del figlio
Sul lato sinistro c’era Laura, la riconobbe dallo sguardo. Era una persona completamente diversa: aveva lunghi capelli castano chiari, con qualche riflesso biondo; il viso era tondo; gli occhi erano sempre luminosi; era persino leggermente sovrappeso, la maglietta rivelava qualche rotolino e il seno era prosperoso; era vitale e bella con i jeans e con le scarpe da ginnastica.
Quando andò a dormire non riuscì a smettere di pensare a quell'immagine, rappresentava il tipo di donna che avrebbe voluto trovarsi a casa la sera. Se la immaginava insieme al profumo della caffettiera che saliva al mattino….un attimo di eternità".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO IX – VITA QUOTIDIANA
 
 
Laura era rifiorita completamente ed era radiosa nei suoi nuovi boccoli castano biondo e nei suoi fianchi riconquistati. La scuola le rubava molta energia, ma era felice come non era mai stata prima con Sergio e  Marco.
Una mattina Sergio scese e si stupì nel constatare che la moglie non canticchiava come il solito.
“Che succede, ti ha morsicato una tarantola stamattina?”
“No è che…insomma mi è tornato il ciclo”
“Bene, questa volta posso dire bene no? Sta tornando tutto alla normalità, questo significa che devi fare anche una visita di controllo dal ginecologo…è già un po’ che telo dico. Quant’è che non ci vai più?”
“Da prima che mi ammalassi…dalle cure per la sterilità, un paio d’anni. Ma era un amico di Giorgio, mi imbarazza tornarci”
“Posso prenderti appuntamento con uno dei colleghi in ospedale…c’è la Ciacci che è simpaticissima e poi, a te che piacciono i dialetti, parla in toscano!”
“ No ci penserò io, poi finirebbe che parlereste solo tra di voi, come accadeva tra l’amico di Giorgio e Giorgio. Anzi se mi accompagnerai, non dovrai neanche dire che sei un medico”
“Meno male, che non ho regalato tutta la scatola di preservativi, che ci ha regalato Emanuele per il matrimonio, a Marco…ci abbiamo riso tanto e invece adesso ci saranno utili”
“Non credo proprio, ho sempre avuto un ciclo regolare e non sono mai rimasta incinta in due anni di stimolazioni ormonali…non farti illusioni, io so già com’è e non voglio pensarci più…di delusioni ne ho avute anche troppe”
Sergio le si avvicinò e la strinse a sé
“Non è detto che sia ancora così, a volte le cose cambiano senza che noi medici riusciamo a capirne il motivo…comunque è necessario che tu faccia una visita, prenota da chi vuoi, ma prenota!”
 “Agli ordini” e lo abbracciò.
Quella stessa mattina Sergio fu chiamato dal primario, nonostante che fosse atteso in sala operatoria.
“Sergio, dovrai occuparti del concorso per il nuovo aiuto anestesista, da Lunedì sarò in pensione”
“Quindi sono licenziato?”
“No, sarai il nuovo primario di-Anestesia e Rianimazione-. Forse non ti ho dimostrato molto la mia stima, in questi anni, ma sappi che so quanto vali e ho proposto la tua promozione al direttore generale, senza esitazioni…in realtà è molto tempo che mandi avanti il reparto da solo, almeno avrai la collaborazione di un collega giovane”
Finalmente sembrava che la sorte avesse preso la direzione giusta!
Laura aveva prenotato da un ginecologo, consigliato da una collega. Aveva fatto questa scelta, non tanto perché questo medico le fosse stato elogiato molto, ma per il fatto che svolgeva la libera professione, senza aver nessun collegamento con l’ospedale.
Sergio, ora che poteva contare sul suo nuovo aiuto, si era preso mezza giornata di ferie per accompagnarla.
Era un periodo molto positivo per lui, Luca era un ragazzo fresco di specializzazione e pieno di entusiasmo, rivedeva in lui se stesso agli inizi. Insieme stavano sviluppando anche un nuovo progetto in ospedale: ogni giorno si recavano in un reparto per dare una consulenza sulla terapia antalgica di ogni paziente ricoverato.
Inoltre lo stipendio da primario, gli aveva finalmente regalato una certa tranquillità economica.
Entrò in cucina fischiettando: “Allora sei pronta?...Ma come,  gonna,  stivali, orecchini, foulard…con me invece sempre jeans e maglioncino, ma chi è sto qua per meritarsi tanto?”
“Non è come pensi tu…è che…così dovrò togliere il minimo indispensabile, mi sfilerò le mutande, i collant e gli stivali, ma mi terrò la gonna , così rimarrò praticamente vestita, lo sai che detesto spogliarmi!”
“Eh, lo so, lo so, che cosa avrai da vergognarti poi , lo sai solo tu… comunque sei bellissima, vestita così, peccato che non ho fatto il ginecologo!”
Già in sala d’attesa Laura era agitata e continuava a sospirare, Sergio cercava di distrarla: “Poi andiamo a farci una passeggiata in centro e andiamo a prenderci una bella fetta di torta”
“Sì…ma quando ci chiama? È già in ritardo di un quarto d’ora!”
Finalmente arrivò il loro turno.
Il medico era sulla sessantina, stempiato e con un po’ di pancia, Sergio gli porse  subito la mano precedendo, la moglie.
“Piacere, Sergio Antinori e questa è mia moglie Laura”
“Piacere, accomodatevi pure”
Laura sedendosi esordì con: “Io dovrei fare una visita di controllo…è molto che non vado più da un ginecologo… perché sono stata malata a lungo, ero ricoverata…”
Il medico, sempre inespressivo ed imperturbabile la interruppe
“Che cosa ha avuto?”
Sergio: “Una forma di leucemia, curata con chemioterapia, radioterapia ed infine un trapianto  un anno fa…ora è guarita”
Il medico: “Guarita…la malattia è in remissione diciamo…il ciclo?”
Sergio dalla puntualizzazione non necessaria e dall’atteggiamento distaccato ad oltranza, capì  di essersi imbattuto in uno splendido esemplare di collega stronzo, ma non semplicemente un po’ freddo e professionale, come era lui prima di conoscere Laura, ma decisamente, irrimediabilmente STRONZO.
 Ma non poteva  fare nulla, Laura gli aveva fatto promettere che non avrebbe  neanche detto di essere un medico, voleva controllare la situazione da sola, forse per buttarsi alle spalle il periodo delle stimolazioni ormonali, in cui durante le visite Giorgio e il suo amico ginecologo parlavano tra di loro, come se lei non fosse presente e non curandosi di quello che provava.
Dopo una breve pausa Laura rispose: “Mi è tornato il ciclo da tre mesi”
Il medico: “È regolare?”
Laura: “Sì, ho avuto l’ultimo quindici giorni fa”
Il medico: “ Ha avuto gravidanze?”
Laura sempre più tremante: “No, ho provato per due anni ad avere un bambino prima della malattia. Ho  fatto anche delle stimolazioni ormonali, ma senza risultati.”
Il medico rivolgendosi a Sergio: “Lei aveva fatto dei controlli?”
Laura: “ Noi non ci conoscevamo ancora, il mio compagno di allora aveva fatto uno spermiogramma dal quale non era emersa nessuna patologia”
Il medico, non nascondendo una leggera espressione di disapprovazione, per il giudizio morale sul cambio di partner: “Va bene, si accomodi per la visita, se ne ha bisogno svuoti prima la vescica e poi si svesta e indossi il camice che troverà dietro il paravento”
Sergio vide ormai Laura definitivamente messa K.O.  I suoi piani per spogliarsi il meno possibile erano andati in fumo e il medico stronzo l’aveva oltremodo messa a disagio. L’aiutò ad alzarsi, quasi sorreggendola e augurandosi che quella visita fosse finita il prima possibile, ma il peggio doveva ancora venire.
Laura andò dietro il paravento accennandogli un flebile sorriso. Passarono istanti interminabili in cui Sergio immaginava quello che stesse provando la moglie. Alla fine la vide spuntare da dietro il paravento, tenendosi accavallati i due lembi del camice.
Il medico: “Prima di andare sul  lettino salga sulla bilancia”
Ecco, la disfatta era totale, tutti i complessi di Laura erano stati esposti a dovere. Sergio pensava a come poter intervenire per salvare un po’ la situazione: “Ma è proprio necessario? Mia moglie fa controlli periodici in ematologia, a seguito del trapianto”
Il medico: “ Crede che glielo avrei chiesto se non fosse necessario?”
Laura salì sulla bilancia, quasi abbracciandosi da sola con il camice.
Il medico stronzo aveva ormai un nome, Sergio lo aveva scorto curiosando tra gli incartamenti sulla scrivania: “Dottor Ghisleri”
Il dottor Ghisleri si si avvicinò alla bilancia e con tono sprezzante: “Quant’è alta?”
Laura: “Un metro e sessantacinque”
Ghisleri: “Ammesso che lei sia alta un metro e sessantacinque, sessantacinque chili sono troppi”
Sergio: “ Strano , perché secondo le tabelle più accreditate è normopeso”
Laura nel frattempo tremante si stava sdraiando sul lettino e Sergio raggiuntala, la stava  aiutando a poggiare i piedi sugli appositi sostegni del lettino ginecologico.
Ghisleri:  “Tenga ancora le gambe giù, devo visitarle prima il seno”
Si avvicinò e in modo brusco e sgarbato le scostò i lembi del camice, lasciandola praticamente nuda.
Laura era oltremodo a disagio e quasi ormai in preda ad un attacco di panico.
Mentre Ghisleri le tastava il seno, senza cambiare i modi,  Sergio tentò di tranquillizzarla: “Pochi minuti e sarà tutto finito”
Poi, mentre Ghisleri si infilava i guanti, le risistemò il camice e l’aiutò a tirare su le gambe, che continuavano a tremare
Sergio: “Stai tranquilla, due minuti e sarà tutto fatto”
Ghisleri nel frattempo cercava di introdurle lo speculum:  “Si rilassi, non è una bambina…”
Laura si tirò su rapidamente e rivolgendosi a Sergio: “ Io non ce la faccio, mi dispiace ma non ce la  faccio”
Sergio: “È naturale che tu non ce la faccia…senta lei…è un deficiente, non  ci sono altri termini.  Ha fatto tutto quello che poteva fare per metterla a disagio…non si aspetti che pagheremo qualcosa per questa visita e spero di non rivederla mai più…perché fa il ginecologo se odia le donne?...Che imbecille!”
Intanto Laura era corsa dietro il paravento  a rivestirsi, piangendo; Sergio l’aspettava con le braccia incrociate, in piedi , vicino alla scrivania, dove Ghisleri ,impassibile, era ritornato.
Quando Laura sbucò dal paravento, la coppia se ne andò sbattendo la porta. Sergio mise un braccio sulla spalla di Laura, mentre lei continuava a scusarsi di non aver terminato la visita.
Sergio: “Secondo me , hai resistito anche troppo, ma chi te l’ha consigliato il dottor Frankestain?”
Laura: “Era l’unico che non ti conosceva, non avendo mai lavorato in ospedale”
Sergio: “Vorrei  capire perché sei così sicura che io mi debba comportare come Giorgio”
Laura: “Tra colleghi è naturale che si crei una certa complicità”
Sergio: “Un bravo medico non perde mai di vista il paziente e io penso di conoscerne a decine, di medici migliori di Ghisleri”
Laura: “Hai ragione…tra un po’ di tempo, mi prenderai un appuntamento tu “
Sergio: “Va bene, lasciamo passare qualche giorno…ora passeggiata in centro e fetta di torta, con un buon caffè?”
Laura: “ Sì, alla faccia di Ghisleri”
Ma il loro progetto fu interrotto dallo squillare del cellulare di Sergio. Era l’ospedale, c’era un cesareo d’urgenza. Luca era già in sala operatoria per un intervento a seguito di un incidente. Se Sergio non fosse potuto rientrare, avrebbero dovuto trasportare la donna in un altro ospedale, mancando l’anestesista.
Sergio: “No vengo, dieci minuti e sono lì”
Laura: “Scommetto che c’è un’urgenza…”
Sergio: “Sì un cesareo e Luca è già impegnato. Se vuoi chiamiamo un taxi per riportarti a casa…altrimenti, se mi accompagni, in un’ oretta penso di risolvere tutto… poi possiamo andare in centro e magari rimanere anche a cena fuori”
Laura: “Ti accompagno, tanto mi sono portata i compiti in classe da correggere, ormai ho una certa esperienza sull’essere la moglie di un anestesista”
In pochi minuti arrivarono in ospedale. Sergio andò subito a cambiarsi, dopo aver fatto accomodare Laura nella sala d’aspetto davanti alla sala cesarei, con i suoi compiti da correggere sparsi su uno dei tavolinetti.
Dopo pochi minuti ecco dischiudersi le porte dell’ascensore,   dietro c’era una barella con una donna in lacrime, il marito, in divisa da vigile del fuoco e la dottoressa Ciacci, tutta trafelata come sempre.
Sergio, già cambiato, gli andò incontro.
Dott.sa Ciacci: “Già qui? Sei meglio di Superman!”
Sergio: “Ero in zona”
Dott.sa Ciacci: “Scusa che t’ho fatto chiamare, ma questa Signora, è già abbastanza provata. Ha rotto le acque da dodici ore , ma ha poche contrazioni  e non ha dilatazione, nonostante che abbiamo cercato di indurle il parto.  Ho cercato di evitare di  trasportarla a Milano… come vedi è molto scossa”
Laura intanto sorrideva, sentendo in lontananza la parlata toscana della dottoressa Ciacci.
Sergio prendendo la mano della signora “ No, hai fatto bene, mi sarei arrabbiato se l’aveste fatta trasportare da un’altra parte…ma…perché piange signora? Sta per diventare mamma non può vivere così questo momento… Ha male?”
La signora: “Non ho male …è che ho paura”
Sergio: “Di Che cosa?”
“Mi hanno detto che mi farà  l’anestesia spinale… e a me fa paura, io voglio dormire , non voglio rimanere cosciente durante l’intervento , sono terrorizzata  … mi hanno già spiegato tutto… mi hanno già detto che per la bambina è meglio la spinale, ma io ho paura…”
Sergio: “ Io non tenterò di farle cambiare idea, tanto le hanno già detto che non sentirebbe dolore né durante l’anestesia, né durante l’intervento…Ma se lei ha paura, ha paura, punto e basta.
Vorrà dire che la farò dormire…ma non pianga più, ho già visto  piangere mia moglie tutto il pomeriggio, oggi ”
Dott.sa Ciacci: “E perché hai fatto piangere la tu moglie?”
Sergio: “Non io…un nostro collega… anzi più un tuo collega. L’ho accompagnata ad una visita, è stato un disastro, poi ti spiego”
Dott.sa Ciacci: “Sarà stato ‘no stronzo, immagino”
Sergio: “Immagini bene…ma torniamo a questa signora. Chi dobbiamo tirare fuori da questo pancione , un bambino o una bambina?”
Intanto la signora aveva smesso di piangere: “Una bambina…io non voglio che l’anestesia le faccia male…e poi tutto per colpa delle mie stupide paure…”
Sergio: “ Non tema per la bambina, non appena dormirà, in pochi minuti, la dottoressa Ciacci, l’avrà tirata fuori, prima che l’anestetico le sia arrivato. Fino a pochi anni fa non si facevano ne’ spinali, ne’ epidurali…eppure quanti milioni di bambini sono nati con il parto cesareo, in anestesia generale?
Lei aveva fatto una visita anestesiologica?”
La signora un po’ rasserenata: “Sì quindici giorni fa”
Sergio: “Brava, è stata previdente…questo facilita molto le cose…e non si colpevolizzi, la paura è un sentimento nobile e umano”
La dottoressa Ciacci, vedendo Sergio che accarezzava il viso della donna, fece un bel fischio di approvazione: “ Che eri molto cambiato dopo il matrimonio, me l’avevano detto, ma che eri diventato un super- eroe non lo sospettavo! Magari  tutti i colleghi omini fossero come te!”
Sergio: “Non fare affermazioni sessiste…ma scusa come sarei stato prima?”
Dott. sa Ciacci: “L’eri un po’ ingessato…ma l’è la tu moglie quella bella ragazza, sommersa da fogli di liceali, in sala d’aspetto? La mi pare la Cabbage Patch, tanto l’è bellina”
Sergio: “Sì è mia moglie”
Dott.sa Ciacci: “Magari la potrei visitare io la tu moglie!”
Sergio: “Magari sì… dopo ne parliamo”
E poi rivolgendosi al marito: “ Lei, se si vuole cambiare, potrà fare compagnia a sua moglie finché non si addormenterà e poi aspetterà in questa saletta. Dopo pochi minuti le porterò sua figlia, giusto il tempo di controllarla… e poi risveglieremo la neo  mamma insieme”
Sergio addormentò la donna, con ancora il marito accanto, la dottoressa Ciacci in pochi minuti tirò fuori una rosea bambina di quattro chili. Sergio la visitò, in attesa dell’arrivo del neonatologo. Stava benissimo e quindi, dopo che la puericultrice le aveva fatto il bagnetto e l’aveva vestita, l’aveva messa nelle braccia del neo papà nella saletta accanto. Quindi rientrò in sala cesarei.
Dott.sa Ciacci: “Ho quasi finito di darle i punti, ma che cosa è successo alla tu moglie?”
Sergio: “Lei ha avuto una leucemia…”
Dott.sa Ciacci: “La conoscono tutti in ospedale la storia tua e della tu moglie…io poi… in mensa mangio sempre al tavolo con Emanuele! È guarita, grazie al trapianto del midollo del tu figliolo. Meglio di Beautiful!”
Sergio: “Io sarei Ridge?”
Dott.sa Ciacci: “Figo, sei figo…ora magari la mascella l’è un po’ meno pronunciata…e quindi sarà andata da un ginecologo per una normale visita di controllo…”
Sergio: “Sì, tre mesi fa le è ritornato il ciclo e dopo un po’ di insistenze l’ho convinta a prendere un appuntamento. Non è stato semplice. Si è rivolta a uno, consigliato da una sua collega.
Il dottor Frankenstein sarebbe stato più umano: l’ha fatta spogliare quasi completamente, l’ha pesata, poi criticando il suo presunto sovrappeso, le ha dato dell’immatura, perché le tremavano le gambe e non riusciva a visitarla…l’avrei voluto strangolare. Lei non ha un buon rapporto con il suo corpo, prima di oggi non si era fatta vedere nuda neanche da me. Eppure è bellissima…tutta colpa di una relazione precedente con un cretino”
Dott.sa: “Mo’ si risveglia ‘sta signora e poi intanto me la presenti…vedrai che saprò fare il mi lavoro”
Sergio: “Non dubito”
Appena fuori Sergio ed Elvira Ciacci raggiunsero Laura.
Sergio: “Ciao amore, li hai corretti tutti i compiti, o siamo stati troppo veloci”
Laura: “Beh, io sono stata più veloce di te,  perché li ho corretti tutti ed in più sono andata anche a salutare Emanuele”
Sergio: “Ti volevo presentare Elvira Ciacci, è la più brava ginecologa che io conosca, mi piacerebbe  che fra un po’ di tempo, tu prendessi appuntamento con lei”
Elvira: “Piacere sono Elvira, comunque cara mia anche il tu marito non scherza, tanto era comprensivo e affabile, mi pareva un super -eroe gentiluomo…mi sa che l’è merito tuo…
quando vuoi io sono a disposizione.  Mi dispiace, Sergio mi ha raccontato di quello stronzo del mi collega…che ci voi fare di stronzi ce ne son tanti”
Laura: “Piacere!...Ma sarebbe possibile anche adesso? Perché ho paura che quello che è successo prima , potrebbe trasformarsi in un incubo ricorrente, se non lo rimpiazzo con un altro ricordo più accettabile”
Elvira: “ Ma certo… andiamo nel mio studio”
Elvira strizzò l’occhio a Sergio: “Meglio di quanto potessimo immaginare”
Elvira era subito piaciuta a Laura, che, arrivati nello studio, cominciò a raccontare alla ginecologa  tutto quello che le era successo:  dalle inseminazioni, alle chemioterapie a quel ciclo che le era tornato, quando ormai pensava di essere diventata sterile.
Elvira: “Guarda bellina che il corpo l’è più saggio di noi. Prima in realtà tu un figlio non lo volevi e allora non sei rimasta incinta, nonostante tutte quelle stimolazioni ormonali…ma ora è cambiato tutto, e magari sei pronta più che mai ad una gravidanza…e chi se ne frega di quante chemio hai sopportato. Il corpo l’è più forte, credi a me”
Sergio: “In ogni caso, è meglio che si riguardi ancora un po’, non è passato nemmeno un anno dal  trapianto”
Laura: “Io non ci voglio pensare più…ho avuto troppe delusioni, se capiterà, capiterà, basta!”
Elvira: “Certo bellina, ora se te la senti facciamo la visita, se no poi torni quando ti pare, io sono qua”
Laura: “No, facciamo questa visita, così non ci penso più e lui mi lascerà in pace!”
Elvira: “Accomodati pure, togli solo le mutandine…ma niente gambine che tremano, se no io ti fo visitare dal tu marito…che se sei fortunata te la rianima, ma se sei sfortunata te l’anestetizza e io poi non voglio reclami”
Laura si era rasserenata e sembrava a proprio agio, Elvira la visitò senza problemi.
Elvira: “Mo si fa pure un’ecografia…abbiam fatto trenta…facciam trentuno!”
Quando apparvero le immagini sul monitor Elvira esclamò: “lo sapevo io, tu ovuli regolarmente e visto che il mi collega lo vedo aitante, se volete aspettare un po’ , meglio che ti prescriva la pillola”
Laura sorrise e Sergio era felicissimo di come si era risolto quel pomeriggio partito così male.
Se ne andarono via abbracciati e d Elvira era contenta per loro e commossa da quell’amore genuino. Vedere quella coppia le faceva tornare l’entusiasmo dell’inizio della sua carriera.

 
   
 
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