Dato
che oggi non riesco a pubblicare il 5° capitolo di Safely
visto che la mia beta è ultra impegnata ^^ Frytti ti
voglio bene ^^
Un
piccolo pensierino il primo incontro tra Enif e
Sirius.
Il primo incontro.
24 dicembre 1966
Residenza degli Icecrow, Faulkbourne, Essex
“Mamma mi
stai facendo male…” esclamò la bambina, sua madre le stava pettinando i
capelli, riunendo le lunghe ciocche castane in un’elaborata treccia.
“Enif, ti prego, stai ferma o non finiamo più.” Sbuffò la
madre annodando un’altra ciocca di capelli.
“Ma dov’è
che andiamo mamma?” chiese la bambina ondeggiando i piedi così da osservare le
scarpette bianche laccate messe per l’occasione.
“La
famiglia Lastrange ci ha invitato ad un ballo di
Natale…” disse la madre finendo l’elaborata acconciatura.
“Perché?”
“Perché il
loro figlio più grande, Rodolphus si fidanza…” spiegò
la madre docilmente
“E perché
non andiamo dalla zia Lucretia?” Felicia
Prewett in Icecrow sospirò,
certo che quando sua figlia ci si metteva con i perché non la finiva più.
“Perché
andiamo dai Lastrange… ed ora vai a vedere se il papà
è pronto, su…”
Residenza Black, Grimmuld Place, Londra
“Sirius, Regulus siete pronti?” la voce imperiosa di Walburga Black risuonò per tutta la casa.
“Si,
mamma…” le rispose correndo giù dalle scale un bambino di sette anni appena
compiuti.
“Sirius,
quante volte te lo devo dire di non correre in quella maniera, non sta bene!”
Il bambino
si fermò davanti alla madre
“Scusa
mamma…”
“Dov’è tuo
fratello?” chiese la donna sistemando il panciotto del figlio
“Kreacher lo stava aiutando con il cravattino… non se lo sa
legare da solo…” spiegò Sirius cercando di dimostrare a sua madre quanto lui
fosse migliore.
“Potevi
insegnarglielo tu…” rispose seccamente la madre “ora faremo tardi…”
Il bambino
si mortificò: perché è sempre difficile
essere bravo per la mamma…
“Eccomi
mamma, scusami!” pigolò Regulus raggiungendo la madre
e il fratello
“Non fa
niente caro, l’importante è che andiamo ora…” sorrise Walburga
nel tono più dolce che sapesse avere. Sirius ancora una volta si chiese perché Regulus, solo per essere il più piccolo, doveva essere
sempre scusato.
“Sirius, Regulus, mi aspetto la massima serietà da voi due, è una
giornata importante per vostra cugina Bellatrix,
avete capito?” chiese Orion Black raggiungendo i suoi figli e scoccando
un’occhiata penetrante soprattutto al suo primogenito.
“Si,
padre…” risposero all’unisono i due bambini.
Villa Lastrange, Foresta di Dartmoor
Le vette
innevate degli alberi nella tenuta dei Lastrange
ondeggiavano lievemente. Il giardino era leggermente illuminato dalla luce che
usciva dalle finestre della sala da ballo. Due bambini fissavano il paesaggio
da una di queste. Alle loro spalle la crème dell’aristocrazia magica ballava al
ritmo lento di un walzer.
“Uffa che
noia…” borbottò Sirius
“Ma perché
ai grandi piace tanto questa musica? È noiosa…” concordò il fratello minore,
schiacciando il naso contro al vetro freddo.
“Boh… non
c’è nessuno con cui giocare, hai visto? E dire che si potrebbe fare una
bellissima partita a palle di neve…” Sirius alitò lievemente sul vetro appannandolo
appena. Regulus lo guardò imitandolo. Sirius gli
sorrise appannando di nuovo il vetro e disegnando con il dito una faccetta
triste.
“Sirius?
Che state facendo qui?” i fratelli sobbalzarono avendo paura di essere
sgridati, ma quando si voltarono non poterono fare a meno di sorridere.
“’Dromeda!” Sirius sorrise “per un momento avevo paura che
fosse la mamma…” la tredicenne sembrò rabbrividire
“Ti prego,
no…” sorrise sedendosi a terra accanto a
loro e lisciandosi leggermente il vestito azzurro.
“Cissy?” chiese Regulus chiedendo
della sua cugina preferita, quella che di solito lo trattava come un bambolotto
da portare in giro
“È laggiù…”
sorrise Andromeda indicando la sorellina di undici anni che stava in compagnia
di alcuni suoi coetanei “con il figlio dei Malfoy e
il fratello di Rodolphus…”
“Tu ti
diverti?” chiese Sirius alla cugina sedendosi a terra accanto lei.
“No… a me
non piace tutta questa gente… ma Bella è così felice che non me la sento di
fare la guastafeste…” spiegò la ragazza guardando la sorella civettare
amabilmente con i suoi futuri suoceri.
♦♦♦
“Mamma, ma
ci sarà qualche bambino?” la vocina della figlioletta arrivò timorosa alle
orecchie dei genitori.
“Credo ci
siano i figli di Walburga e Orion… dovrebbero avere
più o meno la tua età…” spiegò Algol Icecrow, impeccabile nel suo abito migliore mentre suonava
il campanello di Villa Lastrange.
Un piccolo
elfo domestico aprì la porta. Enif lo guardò
divertita: era davvero brutto.
“Prego
seguite Bernard, Bernard vi porta dai signori. I signori aspettavano voi.”
La prima
cosa di cui si accorse Enif, dall’alto dei suoi sei
anni e tre quarti, era che lì nessuno rideva. Cioè lì tutti sorridevano, come
quando lei scartava un regalo orribile della nonna paterna ma doveva dirle che
le piaceva un sacco. Si aggrappò stretta alla mano della madre.
“Algol, Felicia, che piacere
vedervi!” li salutò cordialmente la signora Lastrange,
mentre il marito stringeva la mano ai coniugi Icecrow.
“E questa
deve essere la piccola Enif… incantato signorina!”
sorrise mellifluo il signor Lastrange. La bambina lo
guardò stranita: la barba nera e curata del signor Lastrange
le ricordava un vecchio ritratto brontolone che aveva casa, gli occhi neri le
ricordavano i carboni del camino, i capelli impomatati e la pelle chiara le
facevano ricordare la locandina di un film babbano che le aveva mostrato
qualche mese prima suo cugino “Dracula: il principe delle tenebre”. La bambina
si strinse ancora di più alla madre.
“Suvvia Enif non fare la timida!” le sorrise suo padre.
“Algol non vedo quale sia il problema, immagino che sia un
po’ preoccupata nel vedere solo adulti qui intorno…” ghignò il signor Lastrange. “Bernard… chiamami Rabastan…”
ordinò l’uomo all’elfo domestico che sparì in fretta fra la gente.
“Mi
chiamavate, padre?” un ragazzino di dodici anni si avvicinò a loro.
“Si, Rabastan, occupati della nostra giovane ospite…” disse il
padrone di casa, indicando la bambina
“Si, padre…
seguimi perfavore…” detto
questo il ragazzo si allontanò. Enif lo seguì a
malincuore, lanciando un’ultima occhiata disperata alla madre che le sorrise
incoraggiante.
♦♦♦
“Sono
arrivati altri ospiti…” sospirò Andromeda, alzandosi in piedi così da avere una
migliore visuale.
“Altri
vecchiacci impagliati?” chiese Sirius impegnato in un elaborato disegno sul
vetro appannato
“No, c’è
anche una bambina…”
Sirius si
voltò, la bambina stava venendo scortata da Rabastan Lastrange nel piccolo salottino adibito ai bambini, dal
quale i fratelli Black e Andromeda si erano ben presto allontanati.
“Generale
Andromeda, chiedo il permesso di recuperare la nuova recluta!” chiese Sirius,
mettendosi sull’attenti
“Permesso
accordato, Capitano Sirius! Proceda pure con la missione!” gli rispose la
ragazza ridendo
“Ai vostri
ordini Generale!” era un gioco che portavano avanti dall’ultima volta che
Andromeda era andata a trovarli ed aveva cominciato a giocare assieme a loro
con i soldatini della squadra speciale Auror.
“Caporale Regulus!” tuonò Sirius, il fratello minore si mise
sull’attenti
“Ai vostri
ordini, Maggiore!” esclamò il bambino
“No, Regulus, Capitano, Capitano non Maggiore…”
“Va bene
Sirius… cioè… ai vostri ordini Capitano Maggiore!” Sirius alzò gli occhi al cielo
“Vedi
quella recluta laggiù, Caporale?”
“Quella con
i capelli castani e il vestito grigio?”
“Proprio
lei! Devi portarla qui, Caporale, senza che quei maghi oscuri se ne accorgano!”
spiegò Sirius indicando gli amici di Narcissa
“Ma Narcissa non è un mago oscuro…” protestò Regulus
“Va bene,
ma muoviti!” ordinò Sirius, mentre Andromeda rideva allegra.
“Cosa
faremo Generale, quando avremo la nuova recluta?”
“I soldati
servono alle guerre, Capitano Sirius… ci serve una guerra…”
♦♦♦
La
missione per recuperare il “soldato” era stata abbastanza impegnativa, anche
perché non appena Regulus si era avvicinato era
stato, letteralmente rapito da Narcissa che lo aveva
fatto sedere compostamente mentre lei gli aggiustava il cravattino. La missione
di soccorso svolta da Andromeda e Sirius era stata infine rimandata poiché era
stato servito un sontuoso banchetto. Ma era stata quest’ultima culinaria
distrazione a permettere al Capitano Sirius Black di sedersi accanto alla nuova
recluta e arruolarla.
“Ciao…”
sussurrò il bambino lanciando un’occhiata al padre, controllando che non lo
stesso vedendo, non era bene infatti parlare a tavola. La bambina lo guardò
sorridendo appena
“Ciao…”
rispose a sua volta.
“Io
sono Sirius Orion Black figlio di Orion Arcturus e Walburga Irma
Black” si presentò il moretto, con una formula che aveva dovuto imparare a
memoria. La bambina lo guardò dubbiosa
“Enif Aurora Icecrow… piacere”
sorrise gentile “ e la mia mamma e il mio papà sono laggiù” disse indicandoli
senza farsi vedere, non stava bene indicare con il dito.
Sirius
sorrise, finalmente c’era qualcuno che non si presentava con una sfilza di nomi
che non finiva più.
“Lui
è mio fratello Regulus, e lei mia cugina Andromeda…”
i due interessati sorrisero.
“Senti
ti va di venire a giocare con noi dopo? Al posto di stare con quei noiosi
damerini?” chiese sottovoce indicando con un cenno del capo Lucius
e Rabastan.
Enif annuì appena
“Grandioso!”
sorrise il bambino, si guardò attorno, la madre lo stava fulminando con lo
sguardo, abbassò gli occhi in silenzio. Enif si zittì
anche lei, quella donna le faceva paura.
Il
signor Lastrange si alzò in piedi seguito da un altro
uomo, aveva i capelli scuri finemente pettinati all’indietro, gli occhi
nocciola erano seri e alteri, la bambina si chiese se lì qualcuno si stesse
divertendo.
“Vi
prego di darmi un momento di attenzione…” cominciò il signor Lastrange “innanzitutto io e Cygnus
siamo felici della vostra presenza qui, ci da una gioia immensa sapere che in
tanti partecipate alla nostra gioia nell’unire le nostre famiglie…”
“Alla
nostra gioia nell’unire le nostre famiglie… non si direbbe sia così contento…”
gli fece il verso sottovoce Sirius, Andromeda, Enif e
Regulus sorrisero, mentre Narcissa
gli lanciava uno sguardo ammonitore.
“E’
un lieto giorno questo…” proseguì Cygnus Black “ il
giorno in cui vengono unite in questo fidanzamento non solo le mani di mia
figlia Bellatrix” disse indicando la figlia che
sorrise estasiata “e quelle di Rodolphus, ma anche
due delle famiglie più antiche di tutto il mondo magico. Due famiglie che vedono in questo matrimonio purosangue
tutto il loro vanto.”
Andromeda
sbuffò, Sirius la guardò curioso.
“Ed
ora… vi prego di gustare con noi questa meravigliosa cena…” concluse il signor Lastrange sedendosi.
La
cena si susseguì in sette portate magnificienti,
tutte accompagnate da un’etichetta di nobiltà fin troppo asfissiante per dei
bambini, tanto che quando finalmente finirono anche il dolce, non si fecero
ripetere due volte il consenso di potersi alzare.
E
così, mentre l’orologio stava per scoccare la mezzanotte i quattro stavano
finalmente per realizzare il loro gioco: erano nascosti dietro un cumulo di
neve, una postazione perfetta, soprattutto perché i “maghi oscuri” stavano
pensando di uscire anche loro.
“Capitano
Sirius! Capitano Sirius, bersaglio individuato!” gli disse all’orecchio la
bambina, che in pochi secondi era entrata perfettamente nell’anima del gioco.
“Bene,
Caporale Enif, è il momento di lanciare l’assalto!
Giusto Generale?” Andromeda annuì, passando ai bambini alcune palle di neve
“Ma
Sirius…”
“Che
c’è Regulus?”
“Non
ero io il Caporale?” chiese il bambino
“Sei
stato promosso a Sergente! Testone!” gli rispose Andromeda dandogli una pacca
sulla testa.
Enif rise. “Tutti pronti?” chiese,
nonostante tutto si stava divertendo un mondo. Non c’erano i suoi tre cugini ma
anche questi bambini non erano male.
“Al
mio tre…” sussurrò Andromeda
“Uno…
due… TRE!!!!”
I
tre bambini si lanciarono all’attacco, bersagliando di palle di neve gli amici
di Narcissa, i quattro speravano in un controattacco, ma i “maghi oscuri” rientrarono in casa
sbuffando.
“Uffa!!!
Ma non c’è gusto se non contrattaccano!” sbuffò Sirius
“Sirius?”
la voce di Enif lo fece voltare, appena lo ebbe fatto
una palla di neve lo colpì al volto, seguita dalla risata della bambina.
“Ma
questa è diserzione!!!!” urlò il bambino prima di inseguirla lanciandole palle
di neve. Ben presto presero le armi anche Regulus e
Andromeda, ingaggiando un tutti contro tutti che venne interrotto solo quasi
un’ora dopo dall’arrivo di Walburga.
“Sirius,
Regulus! Smettetela! Guardate come vi siete conciati!
Quando Narcissa mi ha riferito il vostro
comportamento avrei voluto sotterrarmi”
“Ma
zia è solo neve…” tentò di difenderli Andromeda
“So
che è solo neve, Andromeda, e tu non dovresti perdere tempo in questa maniera,
signorinella! Alla tua età non dovresti più comportarti come una bambina”
esclamò la donna asciugando tutti e quattro con un colpo di bacchetta e
spingendoli in casa.
“Scusami
mamma… io non volevo, davvero…” cominciò Regules
singhiozzando
Sirius
guardò Enif alzando le spalle. Walburga
dietro di loro sigillò la porta che dava sul giardino cosicché non potessero
più uscire.
“Non
importa cosa volevi oppure non, vi siete comportati da bambini babbani
qualsiasi…” gli sgridò la signora Black. Enif
onestamente non capiva dov’era il problema, gli era forse proibito giocare?
“Scusa
mamma non lo farò più…” singhiozzò Regulus cercando
la mano della madre
“Va
bene, Regulus ma che non succeda più… e tu Sirius,
hai qualcosa da dire?” chiese afferrando la mano del figlio più piccolo
“Scusa
mamma…”
La
donna annuì andandosene assieme al figlioletto.
Andromeda
sospirò “E’ meglio se veda da Cissy e Bella… credo
sia quasi l’ora del brindisi… certo che la zia diventa sempre più acida di anno
in anno…” sbuffò
“Vorrai
dire da giorno a giorno…” disse Sirius mortificato “non le va bene mai nulla…”
“Sirius,
non preoccuparti non hai fatto nulla di male, intesi?” chiese la cugina , il
bambino le sorrise “E tu Enif non spaventarti, la zia
è un po’ fuori di suo…” e così se ne andò raggiungendo le sorelle.
Sirius
osservò il fratellino trotterellare accanto alla madre “Non è male se non fosse
così piagnone…” disse Sirius indicandolo “fa sempre la vittima e la mamma
sgrida solo me…”
Enif gli sorrise
“Sei
fortunato, io non ho fratelli o sorelle con cui giocare…”
“No,
sei tu ad essere fortunata, i tuoi guardano solo te e non preferiscono nessun
altro!” annuì convinto Sirius
In
quel momento ci fu uno scroscio d’applausi e i bambini videro baciarsi sotto il
vischio tenendosi per mano Rodolphus e Belletrix. Sulla mano di Bellatrix
spiccava un enorme anello.
“Bleah… che schifo ma devono proprio farlo in pubblico è
rivoltante!” protestò Sirius
“Io
lo trovo romantico…” sorrise sognate Enif
“Femmine!
Anche Andromeda la pensa così! Per quanto mi riguarda, ricordami di non baciare
mai una ragazza! Fa schifo!”
La
bambina rise di gusto alla faccia schifata dell’amico.
“Enif, tesoro!”
“Sono
qui mamma!” La signora Icecrow si avvicinò ai due
bambini, sistemando meglio il cappotto di Enif e
togliendole alcuni fiocchi di neve residui dai capelli
“Ora
dovremo andare…”
“Va
bene… Mamma! Questo è Sirius!”
“Piacere
signora Icecrow…” sorrise il bambino
“Piacere
mio, Sirius… andiamo ora tesoro…”
“Va
bene, mamma… ci vediamo Capitano!” sorrise
“Certo
Caporale! È un promessa vero?” chiese Sirius sorridente
“Sissignore!
Sei mio amico no?!”
“Certo!”
i due bambino si sorrisero un’ultima volta prima che Enif
si allontanasse con la madre.
Intanto a qualche metro di distanza due uomini
li osservavano salutarsi.
“Sembra
che mio figlio vada d’accordo con tua figlia, Algol…”
“Già,
e pensare che Enif è sempre così timida…” constatò il
signor Icecrow
“E
Sirius è sempre così selvaggio…” ammise Orion Black
“A
me sembra un bambino apposto… forse siete a voi a essere troppo esigenti, Walburga non gli lascia respiro, vero?” sorrise Algol
“Può
darsi, ma Sirius si diverte a farci arrabbiare, però come dici tu, è apposto
spero solo che la scuola gli dia una regolata…”
“La
scuola da una regolata anche ai più discoli, o sbaglio Orion?” chiese malizioso
l’ex compagno di corso “E poi l’ultima regolata la danno le mogli!” finì il
discorso il signor Icecrow ridendo
“Già…
dato che sei entrato in argomento… non credi che sarebbe ora di trovare un
partito adatto alla tua bambina, infondo di purosangue siamo rimasti davvero
pochi…”
“Mi
stai proponendo uno dei tuoi figli Orion?” chiese l’uomo ritornando serio
“Ti
sto proponendo Sirius in effetti…” Algol restò in
silenzio, osservando la figlia salutare il nuovo amico
“Sono
piccoli, Orion…” disse poi, vedendo avvicinarsi la moglie e la figlia
“Ma
cresceranno…” concluse il discorso Orion Black “rifletti sulla mia proposta…
Buonanotte Algol…”
“Buonanotte
Orion…” salutò il signor Icecrow
“Buonanotte
signor Black!” salutarono le donne di casa Icecrow,
prima che la famigliola lasciasse la festa.
Prima
di uscire Enif si voltò un’ultima volta salutando con
la mano il suo nuovo amico. Sirius ricambiò con un sorriso, mentre al seguito
del padre stavano andando a salutare tutti gli ospiti.
Ed infine
grazie a tutti quelli che hanno letto, vi aspetto su Safely
e intanto vi lascio con due disegni su quest’ultima storia
E
Sono solo
schizzi ma spero vi piacciano ^^
Grazie
Mirwen