Fanfic su artisti musicali > Fall Out Boy
Segui la storia  |       
Autore: Hurley_    19/06/2015    2 recensioni
"Ancora non avevo detto niente a Marika che sognavo Patrick ogni notte, e che quella notte mi aveva detto la frase che mi tormentava da un'ora... ma neanche volevo dirglielo."
Patrick riusciva come per magia a entrare nei miei sogni e a parlarmi. Non era umana questa cosa. Almeno credo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Patrick Stump
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi svegliai di colpo. Di nuovo quel sogno. Di nuovo Patrick. Pensavo di essere diventata pazza oppure ero pazza.. di Patrick. La sveglia suonò qualche minuto dopo. Erano le sette e trenta del mattino e la voglia di andare a scuola era sotto zero, però volevo andare solo per vederlo, per chiedergli spiegazioni.                                   Mi vestii e per la fretta non feci nemmeno colazione. Zaino alle spalle e salì in macchina con mia madre in direzione della scuola superiore di Chicago “Illinois Institute of Technology”. Alle otto e ventiquattro minuti, stavo scendendo dalla macchina e mi dirigevo nel parcheggio per gli studenti, dove di solito c’era Patrick e i suoi amici. Niente. Neanche l’ombra di lui e di nessun altro. Il parcheggio ero vuoto e la cosa mi spaventò perché c’è sempre il pienone lì. Andai nell’atrio della scuola e vidi un gruppetto di persone in tutto il corridoio. Mi avvicinai a loro e chiesi dove fossero tutti quanti: << Guardate, c’è la Williams! >> urlò uno di loro mentre gli altri mi guardavano increduli. “Ma cosa hanno bevuto per colazione quelli lì stamattina?!” Proseguii per la mia strada finché non sentii una mano che mi prendeva per il braccio, mi girai verso quella persona e fu così che sotto il suo cappello vidi i suoi occhi verdi. << Sophia, ma cosa diavolo ti è saltato in mente per dire a tutti che oggi c’era sciopero?! Il preside ha chiesto a quei ragazzi che vedi laggiù in fondo perché non ci fosse nessuno e sai loro cosa hanno risposto? Hanno detto che sei stata tu a dire che oggi la scuola scioperava. Se ti trova Barnas sei letteralmente fottuta >> mi disse tutto questo senza lasciarmi dire nemmeno una parola. << Io non ho detto a nessuno che oggi c’era sciopero. Ora come faccio con Barnasino? >> << Barnasino? >> replicò lui << Sì, se hai notatao il naso del preside è così piccolino >> Patrick mi guardò sconvolto e questo mi bastò per farmi spuntare un sorriso.  << Barnasino sta arrivando >> disse una voce che spuntò dietro alle mie spalle e quando si girò a guardarci capì che era Pete. << Barnasino? Che razza di nome è? >> disse un un’altra voce. Andy. << Beh sempre meglio di “BarnaSONE”, no?! >> questo che parlò era Joe. Il simpaticone della band. Con quei capelli un po’afro era adorabile. Ci nascondemmo dietro il pilastro di muro. Patrick era vicinissimo a me. Troppo. << Tra qualche secondo mi tolgo dal tuo corpicino >> mi disse lui quando si accorse che io stavo per soffocare. Detto fatto, quando eravamo al sicuro dalla vista del preside, lui si staccò delicatamente dal mio corpo. Anche se ora era a qualche centimetro in più da me, riuscivo a sentire lo stesso il suo profumo muschiato.                             Suonò la campanella della prima ora. Eravamo rimasti solo noi cinque; avevamo urlato, giocato e corso per tutti i corridoi della scuola. Uno spasso. Io non avevo fatto nemmeno un accenno a Patrick del sogno e lui non sembrò dispiaciuto di questo. << Sophia, vieni, ti faccio vedere una cosa >> mi disse Patrick fermandomi per le spalle. Mi coprì gli occhi con le sue mani stranamente fredde. Aveva evidentemente sudato quando avevamo corso tutti insieme e non erano trascorsi molti minuti da quando ci eravamo fermati. Allora perché  le sue mani sembravano essere ad una temperatura al di sotto dello 0? Cosa nascondeva? Patrick, dietro di me, mi stava spingendo a camminare e sentivo Pete dire “Di qua, di qua!” non riuscivo veramente dove mi volessero portare quei quattro pazzoidi. Ecco che sento aprirsi una porta. All’improvviso sentì una voce dentro alla mia testa come se qualcuno mi stesse parlando attraverso la mente. << La sentite anche voi? >> chiesi io. Sentì Patrick e gli altri ridere. << Perché ridete? Che sta succedendo? >> domandai ancora. << Rilassati. Concentrati sulla voce che senti. A chi assomiglia? >> mi chiese Andy mentre Joe stava per rotolarsi per terra dalle risate; non riusciva a guardarmi senza smettere di ridere. Ripetei le parole di Andy tra me e me. All’improvviso … << Tu! >> dissi togliendomi le mani dagli occhi di Patrick. Il mio volto era rivolto a lui. << E’ la tua voce! Ne sono più che sicura! >> lui mi guardò serio. Joe aveva smesso di ridere. << Esperimento concluso alla perfezione >> disse Pete. Patrick tutto serio disse: << Se ti dico un segreto, un NOSTRO segreto, saprai mantenerlo? >> ebbi paura di rispondere. Feci un cenno di sì con la testa. << Bene >>  ribatté lui. << So che oggi volevi chiedermi spiegazioni del sogno.. >> iniziò e quando io sentì quelle parole lo guardai con aria interrogativa come per dire “E tu come fai a saperlo?” << Ora avrai una risposta alle tue domande. E’ semplice ma allo stesso tempo complicato >> inizia a spaventarmi e non so perché ebbi paura che quei ragazzi non fossero “umani”. Alle medie, il mio insegnate di religione ci fece una lezione sugli angeli e sul libro di Enoch. Quella lezione mi rimase così impressa sulla mente che quando arrivai a casa, feci una ricerca su google sugli angeli e lessi alcune loro caratteristiche che incredibilmente combaciavano con quelle di Patrick e dei ragazzi.                                                                                          
“Angeli” sospirai io. Vidi i loro volti guardarsi a vicenda e non capivo se pensavano che fossi una pazza e che gli angeli non esistono e se avevo fatto centro e loro erano quelle creature. << Come cavolo … >> << Okay, forse ho detto una cazzata. Fate finta di non avermi sentito >> << Non ritirare niente di ciò che hai detto. Come ti sono venuti in mente gli angeli? >> mi chiese Patrick e io gli spiegai la ricerca su internet. << Ho letto alcune caratteristiche sugli angeli e il computer diceva che erano freddi come il ghiaccio fuori ma caldi come il fuoco dentro >> << Wow >> sospirarono i quattro in coro. << Allora.. siete angeli? >> un velo di paura e terrore si fece vivo nel mio sguardo. << Internet ti diceva anche che gli angeli possono comunicare telepaticamente? >> mi chiese lui con aria non sarcastica ma neanche seria. << No.. >> << Allora internet non dice tutta la verità >> ribatté il ragazzo. << Diglielo Trick >> disse Andy. << Cara Sophia, incredibile ma vero, prima hai indovinato a dire la parola “angeli”. Noi siamo angeli >> rimasi sconvolta che se sapevo che lo erano. << Aspetta, non siamo tutti angeli uguali >> mi informò Pete. << In che senso? >> gli chiesi io. <<    Beh, devi sapere che io, Joe e Andy siamo angeli custodi ma Patrick no.. lui è un angelo caduto >> lo seguivo a stento. << Anche loro quattro erano angeli caduti prima, poi hanno deciso di diventare custodi e di perdere le loro ali. Io invece no. Le ali me le hanno strappate anni orsono e mi hanno esiliato sulla terra >> mi disse Patrick. << Da chi? >>  << Dai demoni >> mi rispose lui. Mi stavo abituando a questo discorso e lo seguivo con stupore  e interesse. << Perché non sei diventato un custode come loro? >> chiesi. << Io voglio riprendere le mie ali ma per farlo devo sacrificare una persona che mi è stata assegnata. Con questa persona puoi decidere se proteggerla, così diventi il suo angelo custode o puoi decidere di sacrificarla prendendo così le ali >>  << Oh.. >> << Ma vuoi sapere il piatto forte? Questa persona che mi è stata assegnata.. sei tu. Io non voglio sacrificarti >> un brivido di terrore mi passò lungo la colonna vertebrale. Mi spinsi indietro e sbattei contro il muro. << Tranquilla, io non voglio sacrificarti. Non potrei mai>>  << E perché no? >> << Perché ti amo troppo e che senso avrebbe sacrificarti, riprendere le ali e diventare finalmente umano, se non posso passare la mia vita accanto a te >> rimasi sbalordita << Tu menti! Come fai ad amarmi se non mi conosci nemmeno? >> gli urlai io << Sbagli. Gli angeli in generale, possono conoscere a fondo una persona senza nemmeno parlarci. Lui sa tutti i tuoi segreti, pregi e difetti >> disse infine Joe. << Ma quindi tu.. >>
 
Vi rubo un altro minuto …
Volevo solo informarvi che ho preso ispirazione al mio libro preferito e saga “Il bacio dell’angelo caduto” di Becca Flitzpatrick, cambiando un po’ di particolari. Forse ho scritto un po’ troppe informazioni in questo capitolo che dovevo distribuirle meglio in degli altri. Ma spero vi piaccia comunque. Grazie di cuore a chi ha letto il capitolo precedente e che ha anche recensito o chi ha solo letto, ringrazio tutti. 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Fall Out Boy / Vai alla pagina dell'autore: Hurley_