LA FINE DEL SOGNO E IL RITORNO DI KOGA
“ Non cedete alle
illusioni dei vostri sogni principessa…non confidate dei vostri desideri,
poiché questa non è la vostra vera storia…questa è solo l’immagine riflessa
nello specchio della vostra mente…un’illusione dal sapore amaro che vi impedirà
di essere voi stessa… .
Il vostro cuore deve rimanere puro, non
dovete riempirlo di mere illusioni che vi faranno soffrire sino a farvi
desiderare la morte…voi siete una delle custodi della sacra sfera…voi siete
l’errore imprevisto da colui che voleva farvi sua maledicendovi…svegliatevi da
questo incubo, poiché il vostro destino è quello di combattere e… soffrire per
la vostra solitudine.”
Quelle
parole le rimbombavano nella mente, mentre all’improvviso una bufera di vento
investì la sua figura, chiuse gli occhi portandosi le mani sulle orecchie
tappandole. Quando li riaprì Kagome poté appurare di non trovarsi nella capanna
di Inuyasha…eppure era convinta di averlo trovato al suo fianco, di averlo
baciato perfino… una vasta prateria dall’erba incartapecorita faceva da sfondo
al paesaggio.
“ Svegliatevi sacra
custode poiché il vostro destino vi attende…” .
Si
voltò alla ricerca della voce in questione, e questa volta non ebbe paura
quando vide la sua proprietaria. Una donna vestita elegantemente con un kimono
fiorito, i capelli raccolti in uno chignon e tenuti assieme da un elegante
fermaglio a forma di piuma. Occhi viola dalle sfumature cremisi la stavano
fissando gentilmente.
“
Dunque tutto quello che ho visto è stato un sogno…” la voce di Kagome assunse una nota malinconica e triste, la donna sorrise dolcemente in sua direzione
annuendo,“ Principessa finalmente avete udito le mie parole…mi spiace per voi
Kagome…,ma il vostro destino non è quello che vi è stato mostrato…qualcosa di
più gravoso vi attende e voi non potete in alcun modo sottrarvene.”
Kagome
alzò lo sguardo verso la donna, “ Kagura…, rammento il vostro nome…i ricordi
stanno tornando alla mia memoria, ricordi di un passato lontano eppure così
nuovamente vicino…custode, io sono la custode della sfera degli shikon eppure
non sono più la sola…Kagura non so più quale sia la verità.”
Kagura
si avvicinò alla principessa vestita solo con una succinta camicia da notte
bianca che esaltava le forme del suo corpo, un ambito non adatto alla sua
nobile carica.
La
donna puntò il dito sulla fronte della giovane fanciulla, una luce dorata la
investì, per poi lasciare il posto ad un lungo abito dai riflessi argentei come
l’acqua, tanto che sembrava acqua stessa il tessuto della veste.
“
Ecco questo è l’abito più appropriato a voi Kagome, non preoccupatevi i vostri
ricordi riaffioreranno completamente da soli molto presto. E ora vi dirò tutto
quello che ho scoperto della vostra maledizione…ma devo sbrigarmi perché non ho
molto tempo.”
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Koga
si era concesso un attimo di respiro dopo la sua lunga e folle corsa, gocce di
sudore imperlavano la sua fronte e il fiato si era fatto più corto dalla
stanchezza. Si era concesso una sosta meritata prima di apprestarsi a scalare
la montagna che si ergeva imponente dinanzi a lui, “ Kaede cerca di resistere
ancora un po’…” sussurrò quasi per convincere se stesso, non avrebbe mai
permesso che la donna alla donna che amava di morire, Kaede si sarebbe salvata
ad ogni costo.
Quando
si sarebbe ripresa le avrebbe confessato i suoi sentimenti apertamente, portandola via dal cuore di Inuyasha…si ne
era certo Inuyasha era interessato a Kaede, solo che lui non se ne era ancora
accorto.
“
Kaede” sussurrò nuovamente, l’immagine del bel volto della fanciulla comparve
ai suoi occhi, la sua bellezza l’aveva stordito e piegato al suo volere…si era
impregnata nel suo cuore e da li regnava sovrana, ma ancora di più era la sua
bellezza interiore ad averlo stregato.
Il
sorriso sincero e dolce che si dipingeva sulle labbra di Kaede, quando parlava
con Shiori e gli altri bambini, era così bello da fargli desiderare di poterla
tenere stretta tra le sue braccia. Eppure più di una volta in quei giorni,
quando lei credeva di non essere vista, aveva visto le sue iridi castane
velarsi di una strana luce malinconica, malinconia che aveva il potere di
renderla ancora più bella ed irraggiungibile.
Koga
aveva ripreso il suo cammino quando, un urlo di donna riecheggiò nella foresta,
si voltò immediatamente nella direzione, dalla quale la gemito aveva
riecheggiato, correndo a perdifiato in
suo soccorso.
Mentre
correva verso la misteriosa donna, che continuava ad urlare, si maledisse per
aver allungato il suo tragitto per poter salvare una donna estranea, ritardando
in questo modo, la sua missione.
Quando
arrivò in prossimità di una radura Koga trovò due cadaveri, rispettivamente un
uomo e una donna, di demoni lupo, con rabbia sempre crescente per le sorti di
quella coppia, si voltò in cerca del loro uccisore.
Koga
lo vide poco più avanti di lui, si trattava di una arpia che volava a bassa
quota, quel maledetto demone gli stava dando le spalle, e lui ne avrebbe
approfittato per ucciderlo.
“
MALEDETTA HAI UCCISO I MIEI GENITORI” la voce di poco prima risuonò alle sue
orecchie, “ Allora uno è scampato alla sua sorte…” si ritrovò a pensare più sollevato, mentre restava
immobile ad ascoltare in silenzio le parole dell’arpia.
“
Sciocca ragazzina se voi non vi foste presi quelle erbe che tu stringi in mano,
i tuoi genitori sarebbero ancora vivi…ma non ti preoccupare vedrai che presto li raggiungerai anche
tu…ma non prima di aver mangiato il tuo cuore”
quella voce stridula dal suono metallico fecero rabbrividire la giovane
ed innervosire Koga.
Il
demone lupo si avvicinò in corsa squarciandogli la schiena e parandosi dinnanzi
alla fanciulla, “ Non toccherai questa ragazza nemmeno con un dito, perché non
ne avrai nemmeno il tempo” ringhiò nella sua direzione.
Il
demone cadde a terra dolorante, ma non si diede per vinto “ Ragazzo mi hai
preso alla sprovvista, ma non illuderti riuscirò ad ucciderti assieme alla
ragazza” disse puntando le ali nella sua direzione.
“
NON FARMI RIDERE” urlo Koga mentre si avvicinava per finirla, colto alla
sprovvista, il demone, venne colpito alle gambe da delle piume, ma la rabbia
non gli fece sentire il dolore, con un
solo colpo il ragazzo si liberò dell’arpia.
“ M-maledetto…” furono le sue ultime
parole prima di spirare all’altro mondo, “ Ragazza stai bene?” chiese
voltandosi per ammirare in volto, per la prima volta la fanciulla.
Ella
teneva i capelli castani screziati da un rosso ramato raccolti in due codini
che le toccavano le spalle, un fiore, dalle tonalità viola e dal profumo dolce,
era affiancato al nastro che teneva legato il codino sinistro. Le sue iridi di un verde brillante, erano
velate da lacrime trattenute che contribuivano a rendere, i suoi occhi, ancora
più brillanti mentre, si posavano sui corpi esamini dei suoi genitori. Caldo
sangue scarlatto, sgorgava dalla parte destra del suo petto, bagnando l’erba
officinale che teneva stretta tra la mano, colorandola del rosso purpureo del
suo stesso sangue.
Koga
sentì mancargli il fiato, la sua
espressione inespressiva lo aveva colpito, era chiaro che quella ragazza era
sotto shock ed era chiaro che se non avesse tamponato quella ferita quella
fanciulla sarebbe morta.
La
ragazza perse i sensi a causa, del troppo sangue sgorgato, si avvicinò in tempo
per impedirle di finire a terra, solo allora, si accorse che quella ragazza
teneva in mano la medicina per Kagome.
“
Dannazione” imprecò fra se e se, doveva sbrigarsi se non voleva vedere morire
anche lei, la caricò sulle sue spalle stando attento di non farle male e si
incamminò verso il villaggio.
Nel
momento in cui incominciò a avanzare rapidamente, sentì una lacrima bagnarle il
collo, reclinò il viso leggermente e si accorse che quella era l’unica stilla
che era riuscita a liberarsi dalle sue lunghe ciglia arcuate.
“
Vedrai piccola il tempo lenirà anche le tue ferite” le sussurrò dolcemente
accelerando il suo passo, senza più guardarsi indietro e stringendo tra le mani
la medicina per Kaede.
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Quando
Sango entrò nella capanna di Inuyasha, i raggi del sole rischiaravano appena la
figura del mezzo demone che, osservava la fanciulla dormiente nel suo letto, “
Inuyasha sei rimasto sveglio tutta la notte?” chiese preoccupata all’amico.
Inuyasha
portò lo sguardo sulla ragazza appena entrata annuendo, “ Non si è ancora
svegliata?” domandò continuando il suo discorso, “ No non ancora, ma la febbre
è diminuita notevolmente” rispose alzandosi per affiancarsi alla amica.
“
Quel Koga è in ritardo come sempre, se ci fossi andato io a quest’ora questa
ragazza starebbe già molto meglio…” “ Inuyasha non dire sciocchezze tu sei
molto più lento di Koga. Solo lui può salvarla, anche se questo ti brucia, tu
non sei abbastanza veloce” lo interruppe Sango.
Il
ragazzo chinò lo sguardo a terra stringendo i pugni con rabbia, questo
comportamento non passò inosservato alla fanciulla…non capiva Inuyasha, era convinta che lui amasse Kykio…che
Inuyasha nascondesse qualcosa? Ma questo non era da lui; Inuyasha si era sempre
confidato con lei e Miroku.
Un
rumore improvviso li fece sussultare, entrambi si voltarono verso la fonte del
rumore “ Miroku ma sei impazzito?!” la
ragazza gli inveii violentemente .
“
Sango mi pare esagerata la tua reazione, ma ora c’è qualcosa di più importante
di me” rispose osservando serio i due
giovani, “ E sarebbe?” domandò Inuyasha.
“
Koga è tornato” disse tutto d’un fiato, “ E perché non l’hai detto prima?” gli
si parò davanti il mezzo demone furioso, “ Se solo mi lasciassi finire di
parlare, Koga non è tornato solo” Miroku si zittì e con lui anche i suoi amici.
Tutti
e tre uscirono dalla capanna e si diressero verso il demone lupo, egli era
accerchiato da tutti i ribelli i quali osservavano la sua compagna svenuta fra
le sue braccia.
Koga
pareva nervoso, quando il suo sguardo incontrò quello di Sango, la ragazza
comprese immediatamente la situazione e si fece largo tra la piccola cerchia.
“
Koga portala nella mia capanna bisogna curarla in fretta, sbrigati” la ammonì
la ragazza, “ Aspetta Sango, prendi queste” rispose il demone lupo porgendole
le medicine per Kagome, la fanciulla osservò Miroku che per fortuna parve
capire esattamente la richiesta silenziosa, che traspariva dai suoi occhi.
“
Inuyasha vieni avrò bisogno del tuo aiuto per preparare la medicina di Kaede”
affermò risoluto, Inuyasha annuì passivamente, mentre si domandava chi fosse
quella nuova venuta.
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Kagura
le stava raccontando una storia che le risultava irrazionale si sentiva più
confusa, lei era la reincarnazione di una antica sacerdotessa che per salvare
la vita degli abitanti del suo villaggio,
aveva generato la divisione delle sua anima.
Lei
e sua sorella erano la parte mancante di un unico spirito, quei bracciali non
rappresentavano solo la loro prigionia, ma anche la loro maledizione…Onigumo
era tornato riuscito a tornare in vita in qualche modo, ignoto ancora a Kagura,
ma egli non aveva perso tempo, aveva trovato e riconosciuto nella sua anima e
in quella di sua sorella Kikyo, quella della sacerdotessa Midoriko, quello era
il nome della sacerdotessa che aveva
salvato il suo villaggio.
La
sua unica speranza di spezzare la maledizione era quello trovare Onigumo e
ucciderlo assieme a sua sorella, ne lei e Kikyo sapevano chi fosse in realtà…e
poi c’era sempre il rischio di rompere il bracciale e se questo sarebbe
accaduto avrebbe causato la rovina per tutti.
“ Kagome i tuoi amici
ti stanno riportando al loro mondo, ricordati solamente di stare in guardia da
Onigumo, sono certa che egli sia
tornato sotto altre spoglie. Ricorda egli è un demone immortale solo imparte,
solo tu e Kykio potete riuscire ad ucciderlo…ma tutte due dovete ricordare
entrambe…rammenta Kagome hai poco tempo devi tornare al palazzo e salvare tua sorella…risveglia i tuoi poteri
”
Kagura
scomparve dopo aver pronunciato quelle parole, e tutto attorno a lei si fece
buoi e Kagome si ritrovò di nuovo da sola, sentì una voce richiamarla alla
realtà e quella voce apparteneva a Miroku, quando aprì le sue iridi castane, si
ritrovò osservata da quattro occhi differenti, ma il suo cuore aumentò i propri
battiti appena riconobbe le iridi color dell’ambra di Inuyasha.
“
Ti sei svegliata dunque…ci hai fatto prendere uno spavento” disse Miroku ,
Kagome cercò di alzarsi dal letto, riuscì a mettersi in piedi, ma il suo corpo
era ancora debole per la forza usata e si ritrovò a cadere in avanti. Inuyasha
le impedì la caduta sorreggendola con un braccio, Kagome si ritrovò quindi un
braccio di lui stretto sulla vita, mentre ella teneva le mani appoggiate sul
suo braccio muscoloso mentre si perdeva nelle pozze dorate di quei occhi.
Miroku
vedendo i loro sguardi si schiarì la voce, “ Ehm allora io vado” aggiunse per
poi uscire, la principessa divenne rossa per l’imbarazzo e immediatamente chinò
lo sguardo.
“
Kaede cosa credi di fare? Sei forse ammattita?
Sei ancora debole per alzarti hai dormito per quasi due giorni è chiaro
che dovrai stare ancora a letto per un po’ ” proferì per poi sollevarla e
gentilmente rimetterla stesa sul letto, colpito dalla bellezza di quella
fanciulla.
“
Ma se non ti reggi in piedi? Sei stata fortunata ad esserti salvata…” disse
rimanendo in piedi dinanzi al proprio letto.
Kagome
chinò il capo nascondendo in quel modo il suo sguardo al mezzo demone
stringendo i pugni “ Hai ragione, sono stata fortunata…” poi alzò il capo verso di lui e nel suo
volto il ragazzo poteva vedervi un’ espressione decisa come non mai “ E’ per
questo che voglio imparare ad usare la spada, Inuyasha ti prego Insegnami a
combattere.” .
Inuyasha
rimase silente ad osservare la giovane perplesso “ Tu cosa? Tu vuoi imparare ad
usare una spada?” fu l’unica cosa che riuscì a dire tanto era incredulo, “ Ti
prego sarò un’ottima allieva, non mi lamenterò i se gli allenamenti saranno
duri da sostenere, ma io voglio imparare a combattere…” affermò decisa, “ No,
non se ne parla. Tu sei una donna e le donne non combattono…” affermò con un
tono che non ammetteva repliche mentre si mise a sedere sul letto e afferrare
la fanciulla per le spalle.
Una
strana inquietudine di sapere quella ragazza in pericolo in un duello lo
agitava terribilmente, ma vedere la sua espressione delusa sul suo volto fu
quello che lo fece stare più male, “ E va bene mi hai convito” disse dopo un
lungo sospiro.
“
Ma ricorda bene, se ti lamenterai solo una volta io non ti darò più lezioni.”
disse passandosi poi una mano tra la sua frangia fra i suoi capelli argentati,
“ Oh grazie” rispose una sorridente Kagome mentre abbracciava il mezzo demone.
Colto alla sprovvista le orecchie di Inuyasha rapidamente si mossero verso
l’indietro sussultando, mentre un lieve rossore tinse le sue gote.
Kagome
sorrise divertita nel vedere quello strano movimento delle orecchie del mezzo
demone, “ Perché ridi ora Kaede?” chiese il mezzo demone offeso, “ Le tue
orecchie…sei così buffo” disse fra le risa,
assunse un’aria offesa, mentre silente si alzò dal letto per uscire “
Invece che ridere ora dovresti riposare” disse senza voltarsi.
“
Inuyasha” KAgome pronunciò con voce implorante il suo nome, il ragazzi
voltò appena il capo verso di lei “ Ti prego
non andare…non voglio stare da sola” chiese con voce implorante.
Il
suo orgoglio cedette nel vedere la sua espressione abbattuta dipinta sul suo
volto, “ Va bene, ma tu devi riposare…” “ Inuyasha siediti qui accanto a me”
disse indicando il materasso, lui indifferente fece ciò che la ragazza che
sorrise nel vederlo al suo fianco.
“
Ti prego rimani almeno sino a quando non mi sarò addormentata” disse senza dare
il tempo di replicare al ragazzo, Kagome si appoggiò, chiudendo gli occhi ,
alla spalla del mezzo demone, che arrossì imbarazzato dal gesto poi ripresosi
dall’imbarazzo cinse le spalle della fanciulla.
“
Va bene Kaede ma ora dormi, appena ti ristabilirai ti insegnerò a maneggiare la
spada” le sussurrò all’orecchio gentilmente e quella fu anche l’ultima cosa che
la principessa sentì prima di addormentarsi tra le braccia del suo amato mezzo
demone.
Continuo…