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Autore: Strawbana    20/06/2015    2 recensioni
Una what if incentrata su una fantasia che mi è venuta in mente ascoltando la canzone No More di Hatsune Miku.
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Dopo una serie di spiacevoli eventi, il quattordicenne Kageyama Reiji si rifiuta di uscire di casa e di vedere anche i suoi stessi parenti. L'unica persona di cui accetta la presenza è Cassandra Andrei, una sua compagna di scuola di origini italiane che lavora part time nel negozio che consegna mensilmente delle provviste a casa del ragazzo. Lentamente, la giovane riesce a far uscire Kageyama dal suo guscio, convincendolo a riprendere la normale routine quotidiana. In seguito i due ragazzi si troveranno insieme ad affrontare il crudele trattamento che adolescenti giapponesi riservano a coloro che ritengono diversi. Fra pregiudizi, bullismo e sofferenza i due ragazzi riusciranno a trovare la strada per un futuro felice?
Bana part~
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kageyama Reiji, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Kageyama era nervosissimo: stare lì, nell’aeroporto gremito di gente, lo metteva in agitazione. A peggiorare la situazione poi ci si metteva anche sua zia che non faceva che lamentarsi con i suoi nonni del fatto che lui stesse partendo per una vacanza quando non aveva fatto niente per settimane. Reiji avrebbe voluto con tutto il cuore urlarle di stare zitta, dire che non sapeva niente di quello che aveva passato e rinfacciarle il fatto che lo odiasse senza un motivo valido, ma si trattenne: in fondo mancavano pochi minuti al suo appuntamento con Cassandra, presto se ne sarebbe andato e non avrebbe più visto e sentito quell’arpia di sua zia per una settimana intera. Infatti, poco dopo, il ragazzo vide la sua amica venire verso di lui, accompagnata da due adulti. Per poco il giovane non si prese un colpo realizzando che da lì a poco avrebbe conosciuto i genitori della sua amica e molto probabilmente questi ultimi volevano sapere qualcosa in più sul compagno di viaggio di loro figlia, quindi si doveva preparare a rispondere a un numero imprecisato di domande.

-Eccoti qui Kageyama, con tutta questa gente pensavo di non trovarti più!
Dopo aver salutato Reiji, Cassandra si rivolse sorridendo ai nonni del ragazzo e fece un piccolo inchino.

-È un piacere rivedervi signori Hisakawa, perdonatemi se vi ho fatti attendere.

Poi lo sguardo della castana si posò sulla zia del suo amico.

-Salve, lei chi è?

La donna fece un sorriso fintissimo e le strinse la mano.

-Io sono la zia di Kageyama,  Akemi Tanabe. Piacere di conoscerti, Andrei.

-Il piacere è mio signora. Ah, permettetemi di  presentarvi i miei genitori! Mamma, papà, loro sono i nonni e la zia del mio amico!

-È un piacere conoscervi.

Mentre gli adulti si scambiavano i convenevoli, Reiji rimase muto ed immobile, attendendo di essere notato, cosa che non si fece attendere molto visto che, appena ebbe finito di presentarsi, il padre della ragazza puntò gli occhi su di lui.

-Quindi tu sei Kageyama, Cassandra ci ha parlato un po’ di te. Piacere di conoscerti.

-I-Il piacere è mio, signore…

L’uomo sorrise con aria rassicurante.

-Non c’è bisogno di essere così teso, non ho intenzione di mangiarti.

Per rasserenare ulteriormente Reiji intervenne la signora Andrei.

-In realtà non sappiamo molto di te, non abbiamo avuto molto tempo per chiacchierare con Cassandra ultimamente, ma se ti ha invitato ad Okinawa vuol dire che siete buoni amici. Spero che vi divertirete insieme!

Il ragazzo non sapeva proprio cosa dire: parlare con gli adulti in maniera così amichevole lo metteva in difficoltà e non capiva proprio quale fosse il modo migliore per conversare con loro. A salvare la situazione ci pensò la castana che prese sottobraccio l’amico e guardò i suoi genitori con aria severa.

-Staremmo qui a chiacchierare ancora un po’, ma ci conviene iniziare a superare i controlli di sicurezza.

La coppia non riuscì a trattenere una risata ed anche sul volto dei nonni di Kageyama spuntò un sorriso.

-Hai ragione cara. Su, andate e mi raccomando: non cacciatevi nei guai e chiamateci appena atterrate.

Cassandra annuì alle raccomandazioni dei genitori ed iniziò a tirare il suo amico verso i check-in, salutando i genitori nel frattempo.

-Ciao mamma, ciao papà! Ci vediamo tra una settimana!

Dal canto suo Kageyama era ancora troppo in preda all’ansia per salutare i suoi nonni con più di un gesto, quindi si limitò a farsi trascinare da Cassandra, profondamente grato alla ragazza per averlo liberato da quella situazione così imbarazzante. Una volta raggiunta  la zona dei controlli, la castana lasciò il compagno e si mise in fila, sospirando.

-Perdona i miei genitori, non sono molto abituati a parlare con i miei amici giapponesi, quindi spesso li mettono in imbarazzo senza volerlo. Comunque stai bene? Come va con l’ansia?

Il ragazzo si scosse per mandare via gli ultimi residui di imbarazzo prima di rispondere a Cassandra.

-Tutto bene, sono giusto un po’ nervoso.

-È la prima volta che prendi l’aereo?

-Teoricamente no, ma ero troppo piccolo per ricordare i viaggi in aereo che ho fatto.

La castana gli sorrise.

-Allora lascio a te il posto accanto al finestrino, il paesaggio che si vede da un aereo in volo è sempre fantastico.

Il ragazzo provò a spiegare all’amica che non ce n’era bisogno, ma quest’ultima insistette per cedergli quel posto e, una volta sul velivolo, lo costrinse a sedersi accanto al finestrino.

Kageyama non trovò molto emozionante il viaggio: dopo il fastidio iniziale dovuto al decollo non ci fu più niente degno di nota per lui. Provò ad osservare il paesaggio, ma non vedeva cosa ci fosse di tanto eccitante nella distesa di nuvole sotto di loro: in fondo si trattava solo di vapore acqueo condensato, una cosa naturalissima. Eppure Cassandra era incantata da quella vista. Il ragazzo sorrise appena: trovava abbastanza infantile tutto quell’entusiasmo, eppure non lo infastidiva minimamente. Con quell’espressione estasiata la castana sembrava ancora più bella agli occhi di Reiji, che passò quasi tutto il resto del viaggio a guardare la sua compagna.

                              

-Allora, sei pronto?

Kageyama deglutì nervosamente, annuendo. Stava per affrontare probabilmente il momento più importante di quel viaggio: conoscere gli amici di Cassandra. Lui odiava rapportarsi con altri coetanei, ma questa volta era inevitabile e doveva anche cercare di sembrare amichevole per non rovinare quella vacanza. La ragazza lo osservò un po’ preoccupata, sperando che andasse tutto bene, poi guidò l’amico verso l’uscita dell’aeroporto. Appena lasciarono l’area di sbarco, Cassandra fu assaltata da due ragazze che la abbracciarono con tale foga che per poco non caddero tutte e tre. Kageyama guardò con aria perplessa la sua amica che scoppiava a ridere e ricambiava l’abbraccio delle due ragazze, ma soprattutto osservò queste ultime: la prima ragazza doveva essere una loro coetanea, era vestita in maniera semplice ma elegante ed i suoi lunghi capelli neri erano tenuti lontani dagli occhi da un bel cerchietto scarlatto; l’altra invece sembrava più piccola, doveva avere dodici anni per il ragazzo, aveva i capelli biondi, corti e riccioluti, la sua pelle era molto abbronzata ed era vestita in maniera più sportiva. Dopo qualche minuto che le ragazze passarono ridendo abbracciate, attirando gli sguardi di parecchi passanti, un ragazzo che era rimasto in disparte tutto quel tempo si schiarì la gola per farsi notare dal gruppetto.

-Ragazze, anche io sono felice di rivedere Cassandra, ma diamoci un po' di contegno. Siamo in pubblico dopotutto...

Senza perdere il loro sorriso, le ragazze si separano e la castana fu libera di abbracciare il giovane.

-Anche tu mi sei mancato Nik, mi siete mancati tutti e tre!

Vedendo quella scena Reiji sentì montare dentro di sé un'incredibile gelosia: non aveva problemi con le due ragazze, ma vedere Cassandra che abbracciava quel suo amico lo faceva arrabbiare e non capiva il perché. Di cosa aveva paura? Cosa lo faceva sentire così minacciato? Il castano si mise ad osservare con aria truce il giovane sconosciuto: occhi azzurri, capelli biondi, aspetto curato, sembrava uscito da uno di quegli shojo manga che attiravano tanto le ragazze. A Kageyama non piaceva affatto.

-Comunque ragazzi, questo è l’amico di cui vi ho parlato, Kageyama Reiji!
Reiji cadde dalle nuvole sentendosi tirare in causa e si rese conto che tutto il gruppo lo stava guardando, cosa che lo fece sentire parecchio a disagio. Si fece forza, imponendosi di non scappare, e cercò di parlare in maniera più chiara possibile.

-P-Piacere di conoscervi…

Sul volto della più piccola spuntò un sorriso entusiasta e si fece avanti,  porgendo la mano al ragazzo.

-Piacere mio Kageyama, io sono Dalila!

Reiji le strinse la mano, titubante: di solito chi era più piccolo non erano così intraprendente nei confronti dei più grandi. Il suo turbamento non rimase inosservato, infatti la giovane dai capelli neri si lasciò scappare una risata.

-Mi sa che ti ha presa per una bambina, Dali.

La biondina gonfiò le guance, arrabbiata.

-Vedi che ho la tua età!
 Il castano le lasciò la mano e si fece indietro di qualche passo.

-S-Scusami…

A quel punto Cassandra si fece avanti per aiutare il suo amico.

-Ragazze, ora basta. Non ti preoccupare Kageyama, non c’è una persona che riesce ad indovinare l’età di Dalila, la scambiano tutti per una bambina!

Questa affermazione spostò le ire della ragazzina da Reiji a Cassandra. Nel frattempo che le due battibeccavano, la corvina decise di presentarsi.

-Mi ‘spiace, non volevo metterti in difficoltà. Io sono Abigail, mentre il nostro amico qui è Nikolas. Siamo davvero felici di conoscerti.

Kageyama salutò con un cenno entrambi, poi, prima che la conversazione continuasse, Dalila interruppe tutti.

-Visto che le presentazioni sono state fatte andiamo! Se lo facciamo aspettare troppo Joe inizia a lamentarsi come una vecchietta!

La bionda iniziò a far strada verso l’uscita, seguita subito dai suoi amici. Cassandra invece rimase un po’ indietro con Reiji.

-Va tutto bene?

Il ragazzo annuì anche se non era completamente convinto.

-Sì, tutto bene…

Cassandra gli sorride, cercando di tranquillizzarlo.

-Lo so, sembrano strani, ma vedrai che farete subito amicizia!

Kageyama annuì, questa volta però la sua convinzione era praticamente nulla: troppe volte aveva fallito nel fare amicizia, non capiva perché quella volta doveva essere diverso.

Il gruppo si spostò nel parcheggio dell’aeroporto, dove un ragazzo sui vent’anni biondo ed abbronzato quanto Dalila li aspettava vicino alla macchina.

-Oh, finalmente! Ve la siete presa comoda!

Andrei gli sorrise, non facendo caso al tono scorbutico del più grande.

-Ciao Joe, non ci si vede da un po’!
Il biondo ricambiò il sorriso con aria cattiva.

-Ehilà Cass, ti sei portata dietro il fidanzatino?

La castana non perse il suo sorriso.

-Non siamo fidanzati, solo amici.

Reiji ebbe un sussulto: già, lui e Cassandra erano solo amici, niente impediva a qualche altro ragazzo di corteggiare la castana, né c’era qualcosa che impediva alla ragazza di fidanzarsi con qualcuno. Kageyama si morse un labbro, angosciato, ma cercò di non farlo notare. Lasciò che Joe caricasse il suo bagaglio sulla macchina e poi andò a sedersi. L’auto aveva otto posti e lui si mise nella fila più dietro, raggiunto poco dopo da Cassandra. Per tutto il viaggio Reiji rimase in silenzio a riflettere, mentre Andrei ed i suoi amici chiacchieravano animatamente su quello che era capitato loro durante l’anno in cui non si erano visti. In quei minuti il castano si rese conto di quanto era fuori luogo in quel contesto: quella era una rimpatriata tra amici che non si vedevano da tanto tempo ed avevano tanto da raccontarsi, lui di troppo. Quella sensazione gli era fin troppo familiare: per tutta la vita Kageyama si era sentito di troppo e si diede dello stupido per aver pensato che quella volta sarebbe stato diverso. Notando il silenzio del suo compagno, Cassandra si girò verso di lui.

-Tutto ok?

Reiji evitò di guardarla: apprezzava il fatto che fosse preoccupata per lui, ma non c’era niente che potesse farlo sentire meglio.

-Sì, tutto ok.

Quella era una bugia bella e buona ed il castano pregò che la sua amica non indagasse di più. Per sua fortuna, Cassandra, dopo un attimo di esitazione, tornò a parlare con gli altri. Kageyama si mise a guardare fuori dal finestrino, riflettendo. Quella sarebbe stata una lunga settimana per lui.

 

L’hotel dove erano ospitati era veramente grande e lussuoso: le piscine ed i campi sportivi si sprecavano e gli interni erano arredati con mobili costosi. Le presentazioni con la famiglia di  Dalila, che li ospitava, durò poco: Cassandra cercò di limitare la conversazione al minimo indispensabile e gli impegni da direttore che legavano il padre della biondina lo convinsero a non fare troppe domande al giovane appena arrivato. Subito dopo il gruppo si avviò verso le loro stanze. Era stata data loro una stanza per due persone per i ragazzi ed una da tre persone per le ragazze. Reiji odiava l’idea di dividere la stanza con qualcuno, ancora di più il fatto di doverla dividerla con un ragazzo tanto vicino a Cassandra, ma non voleva lamentarsi. Ma, con sua sorpresa, fu Cassandra ad aprire la stanza dei ragazzi.

-Ok, quindi io e Kageyama dormiremo qui!

Il castano la guardò confuso: pochi minuti prima il padre di Dalila aveva spiegato loro la sistemazione, quindi non capiva che passasse in mente alla ragazza. Cassandra gli sorrise.

-Mi sono messa d’accordo con gli altri, dividiamo noi la stanza. Però non diciamolo a nessuno!
Reiji sorrise debolmente: anche con tutte le preoccupazioni ed i pensieri negativi che gli passavano per la testa non riusciva a rimanere impassibile di fronte alla dolcezza che la ragazza gli dedicava. Il gruppo si separò in modo che Kageyama e Cassandra potessero sistemarsi e rilassarsi. Proprio quando Reiji aveva finito di disfare la valigia la sua amica si avvicinò a lui.

-Senti Kageyama, io e gli altri dovremmo discutere di una cosa importante… Non ti dispiace se li raggiungo?

Il castano fece una smorfia senza farsi vedere. Sì che gli dispiaceva, quella frase lo fece sentire malissimo.

-No, vai pure…

Cassandra gli sorrise.

-Grazie, ci vediamo per la cena!

Reiji aspettò che la ragazza uscisse, poi emise un gemito lamentoso. Era triste, deluso, e quella vacanza era appena iniziata. Il giovane andò sul terrazzo a guardare il tramonto. Non voleva essere un peso, né rovinare la vacanza alla sua amica, ma non sapeva proprio come integrarsi in quel gruppo. La sua mente era ancora bloccata all’idea che Cassandra avrebbe potuto fidanzarsi con chiunque: lui le voleva bene e pensava che anche la ragazza provasse qualcosa per lei, ma l’unica cosa che li legava era l’amicizia. Chiunque avrebbe potuto mettersi tra loro, non solo un vecchio amico come Nikolas, e Kageyama non voleva accettarlo, ma l’unico modo per cambiare quella situazione era fare qualcosa che il castano non aveva mai immaginato prima.

-Non permetterò che mi portino via anche lei…

Oramai Reiji era deciso, doveva solo trovare il momento giusto per mettere in atto il suo piano.

 

 

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Angolino rotondo

Son passati quasi sette mesi dallo scorso aggiornamento, purtroppo inizio a trovare difficile portare avanti questa storia, ma non intendo abbandonarla.  Volevo pubblicare questo capitolo oggi come regalo di compleanno per Sissy. Tanti auguri, mi dispiace non poterti dedicare tanto tempo come un anno fa, ma gli impegni sono tanti e lo stress di più. Una volta finiti gli esami cercherò di portare avanti più progetti, compreso questo. In fondo il prossimo è uno dei capitoli più importanti della storia. Grazie a tutti voi che avete letto.

A presto,                                                                                                                                         

 

-Lau ° 3 °

 

   
 
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