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Autore: Alise13    21/06/2015    2 recensioni
"Tutto quello che desiderava Shay, entrando al liceo, era trovare un amore che le facesse venire il batticuore...Eppure erano passati quattro anni dal suo primo giorno di liceo e dell'amore, nemmeno la minima traccia. Un'incontro inaspettato, un gruppo di amici scalmanati e l'ultimo anno del liceo. Che cosa succederà?"
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Kentin, Lysandro, Nathaniel, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I giorni passarono monotoni, scanditi da ore di caldo afoso. L’aria era umida e la temperatura sembrava salire inesorabile. Shay girava per casa come uno zombie, cercando di idratarsi con acqua e succhi alla frutta. L’aria condizionata era rotta e le toccò accontentarsi di una vecchia ventola troppo lenta per non farla soccombere al caldo. La spostava in continuazione, come se il suo mal funzionare dipendesse dalla posizione, ma in realtà, quella ventola, altro non faceva che riciclare altra aria calda addosso a Shay.
Si buttò sul divano senza energie, il magliettone bianco con un Kurt Cobain in versione South Park, dotato di chitarrina rossa, svolazzò mentre sprofondava nei cuscini blu del grande divano bianco, chiuse gli occhi e sospirò, da quando erano iniziate le vacanze aveva visto poco i suoi amici, ognuno aveva i propri impegni familiari, ma a lei mancava il rumore di quella banda. Ripensò a quella strana giornata al mare passata tutti insieme, però la cosa più bella era stata incontrare Nathaniel. Aveva l’aria sognante mentre pensava al bel principe.
Si versò un po’ di succo all’arancia in un bicchiere di vetro. La bibita era stata armata con una coloratissima cannuccia gialla che le metteva allegria.  Guardando la stecchetta di plastica gli vennero in mente i ciuffi biondi del ragazzo, poi gli occhi ambrati, il sorriso dolce, si stava materializzando, il tutto incorniciato dai perfetti lineamenti del viso, del fisico, quando all’improvviso risuonò nella sua testa il suono di una parola: “mocciosa”, il viso del bel principe si trasformò, un groviglio di capelli rossi acceso occupò prepotente la mente della ragazza.  Con un balzo si portò in avanti, il succo ondeggiò pericolosamente nel bicchiere, la cannuccia poco ci mancò che le finisse di traverso, stava sudando, ma non per il caldo, per l’agitazione di quel pensiero assurdo.
“Pomodoro demoniaco!” Urlò la bionda scuotendo con forza la testa. Era seduta, con i denti masticava l’estremità della cannuccia che, ormai, era così piatta e dismessa, da essere inutile. Cosa stava cercando di fare la sua testa? Di farle prendere un infarto? Perché le era venuto in mente quel tipo? Niente di lui rispecchiava gli alti canoni di Shay in fatto di galanteria, poteva ammettere che fosse un bel ragazzo, ma niente di più. Forse c’era rimasta peggio di quel che credeva per la delusione del ragazzo, scoprendo che era lei, quella che aiutava Lys con i testi.


Dopo qualche minuto sentì un bip familiare, un messaggio. Shay prese il telefono dal tavolino lì vicino e guardò il mittente, era Ros.

Shayyyy ho incontrato Lys, oggi fanno le prove della band e noi li andremo a sentire. Ti spiego meglio tra poco. Arrivo. Ciao.

Shay, dopo un primo momento di smarrimento, cominciò a saltellare per la casa senza sosta, avrebbe rivisto Nathaniel, avrebbe rivisto anche quel pomodoro, ma ne valeva la pena. Fece volare i cuscini per aria, come una bambina il giorno di natale. Doveva ringraziare Ros che non sapeva come, ma aveva convinto Lys a modificato le regole in merito al pubblico. Pensò che il cuore le sarebbe esploso nel petto, lanciò il telefono che volò su di una poltrona lì vicino.

Dopo quindici minuti sentì il campanello di casa suonare. Cominciò a correre verso la porta e per un pelo non scivolò sul tappeto. Aperta, si ritrovò davanti una Rosalya impeccabile come al solito. Indossava un vestito bianco, stretto sotto il seno, che le faceva risaltare l’esile busto, l’abito era ricamato con linee sottili di color viola. Le gambe erano in bella mostra, il tessuto copriva le cosce che ad ogni passo si fondevano, lasciando immaginare le morbide curve. Aveva un’aria seria e fissava Shay.
“Cos’è quel cencio che ti sei messa addosso?” Shay ormai non se la prendeva nemmeno più, sapeva del disprezzo che nutriva Ros nei confronti delle sue maglie.
“Ciao anche a te amica.” Disse sarcasticamente facendo il saluto vulcaniano. Ros la guardò malissimo per quel gesto da nerd.
“Ti risparmierò la paternale sul fatto che dovresti bruciare tutto ciò che c’è nel tuo armadio.” Shay si portò le mani al petto come se Ros veramente le volesse bruciare l’adorata maglia.
“Non essere cattiva, ti preferisco quando fai la svampita delle volte, almeno sei dolce e carina.” Ros fece un ghigno.
“Lo sai che ti voglio bene ed è per questo che mi dispiace che tu vada a giro conciata così.” Sventolò in aria l’indice destro che disegnò una linea che andava dall’alto in basso percorrendo la mise dell’amica.
“Lo so, lo so, ma te Ros ami la moda, io le mie adorate magliettone. Purtroppo non si può scegliere chi amare.” Disse con aria teatrale.
L’amica sostenne il gioco della bionda e portandosi il dorso della mano alla fronte disse: “Ahimè al cuor non si comanda.” Scoppiarono in una risata sommessa.
“Dai entra che mi devo preparare. Violet?” Disse mentre si dirigeva al piano di sopra. Ros, con passo felino, la seguì.
“L’ho chiamata, ma ha detto che aveva da fare non so cosa, con Alexy.” La bionda si girò pensierosa.
“Alexy?” Ros alzò le spalle.
“Non chiedere a me. Non ne so niente.” La risposta non era lontanamente soddisfacente per Shay, quei due che uscivano insieme, per far cosa? Violet era timida, difficilmente dava confidenza a tipi come Alexy, prorompenti e agitati. Anche se erano un gruppo, Violet preferiva stare con le ragazze, ma era contenta Shay che, finalmente, l’introversa piccoletta riuscisse ad interagire di più con gli altri. Ciò non toglieva però che la cosa fosse strana. “Tra un’ora Lys ci aspetta fuori dal bazar, dietro il parco.” Disse Ros, mentre Shay ispezionava l’armadio. La fashion girl si buttò a sedere sul letto.
“ Come mai al bazar?” Chiese curiosa la bionda con la voce che si perdeva a tratti dentro il mobile. Ros stava guardando il soffitto celeste della camera. “Perché la sala dove fanno le prove è lì vicino, ci viene a prendere perché è un cavaliere, lo sai.“ All’amica non passò inosservato il cambio di voce nell’ultima parte della frase, ma sapeva che il discorso Lys era un tabù se non ne parlava lei per prima. Shay, la prima volta che sentì Ros dire a Lys uno di quegli strani complimenti, le chiese il perché di quel suo cambiamento e l’unica risposta dell’amica fu: “Perché così non mi prenderà mai sul serio.” Una strana frase, assurda, ma sapeva che c’era qualcosa sotto, qualcosa che l’amica non gli aveva raccontato.
“Questa?” Tirò fuori dal suo armadio una maglietta con lo scollo a barca a righe nera e bianca, lo fece con aria soddisfatta.
“Hai in programma una gita in prigione?” Ros tirò su un sopracciglio e Shay si buttò alle spalle la maglietta che finì in faccia all’amica.
“Questa?” Era una strana maglia, tagliata come quelle da basket, ma con uno strano motivo floreale.
“Stai scherzando vero? Se non tiri fuori entro due secondi qualcosa di decente, te lo brucio per davvero l’armadio.” Shay era disperata, quelle erano le uniche cose decenti che aveva, non sapeva più che tirar fuori dal cilindro e Ros lo capì, si alzò e arrivata all’armadio, appoggiò una mano all’anta, squadrando il contenuto.
“E pensare che l’armadio è il posto più problematico e sacro di una donna, qua di sacro c’è poco e di problematico, troppo.” Shay si sentì spengere l’entusiasmo per quell’uscita.
“Cosa mi metto allora?” Il suo tono era disperato. Ros si portò l’indice alla bocca, gesto abitudinario quando pensava.
“Armadio di tua mamma.” Fu la sua risposta.
“E’ a lavoro giusto?” Un sorriso perfido le affiorò sulla bocca, fiera di aver trovato la soluzione, perché non c’aveva pensato prima si rimproverò tra se e se.
“Si, ma è uno stile impensabile per me.” Cercò di far cambiare idea all’amica.  “Non sono ammesse repliche. Andiamo.” E fece da apri pista. Arrivate nella camera padronale, sorpassarono il letto a baldacchino color panna, schiavarono la toilette, mobile con specchio integrato, su cui la madre di Shay teneva creme e trucchi, come se fosse un altarino, con candele profumate bianche. Arrivarono al guardaroba e, dopo aver fatto scorrere la porta, entrarono. Era un mondo, un universo lontanissimo da quello di Shay.
“Ora si comincia a ragionare.” Disse Ros soddisfatta, passando la mano tra i capi appesi.
“Mia madre mi ucciderà.” Disse più a se stessa che alla compagna.
“Prendi in prestito qualcosa e poi lo rimetti a posto. Facile. Non se ne accorgerà nemmeno.” La liquidò con un gesto della mano.
“Sai che è una speranza vana la tua vero? Lei si accorge di tutto quando si tratta dei suoi bambini. ” E indicò tutto quel ben di dio sistemato con la massima cura.
“Hai ragione e la capisco, fidati, ma è per una buona causa, ne sarebbe fiera.” Non era stata molto convincente, ma ormai erano in ballo.
“Se lo dici te.”
“Fidati. Veniamo a noi. ”
Dal gruppo di abiti sfilò due grucce: una con una gonna nera a pieghe ed un’altra con un top grigio non scollato. Quest’ultimo era senza maniche e aderiva fino ai fianchi, per poi rimanere svolazzino nella parte inferiore. Dietro era più lungo, con un triangolo centrale di stoffa nera trasparente che, partiva con il vertice all’altezza delle spalle, per poi scendere, allargandosi, fino al fondoschiena. Un vedo, non vedo che intrigava Ros.
“Prova!” Le ordinò.
“Ma..” Cercò di replicare Shay guardando quel capo così sofisticato per i suoi gusti.
“Niente ma, è tardi, infila.” E glielo tirò. Shay si cambiò con gesti incerti, come se fosse convinta che il risultato sarebbe stato pessimo. La gonna le arrivava circa quindici centimetri sopra al ginocchio, né lunga né corta, ma Shay insisteva con le mani a tirarla più giù.
“Smettila di stropicciarla, è perfetta.” Poi il top, che metteva in risalto la sua seconda coppa B. Dopo un’occhiata veloce, ma esperta Ros sentenziò il suo verdetto.
“Perfetta!” Shay si guardò allo specchio, non si riconosceva nemmeno, non negò a se stessa che la cosa le piaceva, si sentiva a disagio, imbarazzata, ma le piaceva.
“Ora il trucco” Gli occhi le si gonfiarono per il terrore.
“No, ti prego quello no.”
“Solo un pochino, tanto per valorizzarti.” Shay aveva acconsentito al cambio d’abiti, ma a quello no.
“No,no, lo sai, lo odio. Mi ritroverei con quella poltiglia colata sulla faccia dopo cinque minuti.”Ros si rassegnò.
“Ok, ma prima o poi ti truccherò sappilo. ” A Shay quella frase parve una minaccia.
“Intanto, accontentati che ho messo la tenuta scelta da te.” Ros la guardava soddisfatta del suo risultato.
“Chiamiamole piccole vittorie. Un passo alla volta.”
“Brava. Saggia ragazza.”  Le diede una pacca sulla spalla.
“Comunque mi manca questa Ros, la vera te, un po’ scorbutica, ma adorabile nel suo modo di essere.”
“E’ un argomento già affrontato, sei noiosa Shay.” Cercò di chiudere il discorso.
“L’attacco è la miglior difesa. Deduco che, per fortuna, non sia un argomento veramente chiuso.” Ros face finta di non interessarsi all’argomento cominciato dall’amica.
“Come ti pare.” Shay non si sarebbe arresa.

Prima di uscire di casa si specchiarono entrambe nel grande specchio in soggiorno, vicino all’entrata, chi più sicuro chi meno, ma erano pronte per uscire. Shay prese le chiavi dal piatto a forma di conchiglia all’entrata e si chiuse la porta alle spalle.

Menomale aveva sofferto il caldo in quei giorni, il suo corpo ormai si era adattato al clima e non trovò molta differenza con l’ambiente esterno alla casa, forse il suo soggiorno a momenti era anche più caldo nelle ore di punta. Ros guardò il piccolo orologio argenteo che aveva al polso.
“Mancano venti minuti, dovremmo farcela.” E aumentò il passo. Shay aveva delle semplici superga nere, ma faticava ugualmente a star dietro all’amica, anche se l’altra aveva dei sandali con tacco.


Arrivarono al bazar. Il parco davanti era gremito di persone, di bambini che urlavano e si schizzavano con le bottigliette d’acqua. C’erano davvero tanti colori, i fiori, le maglie dei passanti, l’insegna del carretto dei gelati, lui doveva aver fatto davvero tanti soldi in quelle giornate pensò Shay.
Rimase assorta nello scrutare ogni dettaglio di quel panorama, non che non fosse in ansia per ciò che l’attendeva, ma era più forte di lei, la rilassava osservare ciò che la circondava. Ros intanto batteva il piede a terra controllando l’ora senza sosta.
“Almeno siete in orario.” Una voce vicina le fece girare. Porca miseria, pensò Shay, era il diabolico pomodoro.
“E tu saresti..?” Chiese Ros irritata.
“Quello che non vi voleva.” Puntualizzò il ragazzo.
“Carino, dov’è Lys?” Ros, passò sopra alla sua antipatia, doveva calarsi nella parte.
“Nella sala prove, ha perso il suo bloc-notes e mi ha costretto a venirvi a prendere.” La cosa sembrava che lo irritasse particolarmente.
“ Se non ci volevi perché sei venuto a prenderci? Siete in tre o mi sbaglio?” Chiese Shay che era rimasta in disparte. Lo sguardo del rosso le si posò addosso facendola traballare per un secondo, non aveva fatto caso ai suoi occhi, erano grigi, profondi, non ne aveva mai visti di così intensi. Castiel fece una smorfia.
“Nathaniel è in ritardo per quel suo stupido lavoro part time. Cosa sono poi tutte queste domande? Seguitemi e non mi scocciate più di quanto non lo sia già.”
“Senti rosso mettiamo le cose in chiaro tu non mi piaci e l’unica scocciatura qua sei te.” Ribatté repentina la ragazza dai lunghi e argentei capelli.
“Siamo d’accordo su una cosa, nemmeno te mi piaci scocciatura in gonnella.” Castiel non avrebbe lasciato l’ultima parola a quella tipa così irritante. Forse non avevano inteso bene che, il fatto che lui fosse lì per prelevarle, fosse una cosa contro natura per lui. Ros diventò rossa di rabbia, stava per distruggerlo a parole quando Shay la batté sul tempo.
“Spero tu sia più bravo a comporre musica di quanto tu non lo sia a gentilezza.” Il ragazzo fece una smorfia, non gli importava di essere gentile con gli altri, figuriamoci con quelle tipe, anche se la ragazza con i capelli corti lo intrigava, i suoi testi si adattavano perfettamente alla sua musica. Lys gli aveva detto che, in realtà, lei era più di quanto aveva detto quella volta in spiaggia, non lo consigliava e basta, o meglio, forse iniziò così, ma dopo qualche tempo, l’amico le lasciò carta bianca, libera di comporre parole che combaciavano con l’idea che aveva il rosso in merito alla sua musica, Lys era bravo, ma aveva un’idea troppo poetica della musica secondo Castiel, mancava quella scossa che lui si immaginava quando componeva. Questo Lys lo aveva capito bene e forse era per quello che aveva consigliato, almeno per quel giorno, a Castiel, di cambiare le regole sul pubblico, perché erano sue, non del poeta, che solitamente non si sbilanciava su cose di questo genere, a dirla tutta, non si sbilanciava su niente e il rosso si trovava bene con lui anche per questo. A Shay non sfuggì la maglia del ragazzo, aveva un piccolo Chad, leader dei Nickelback, in versione South Park, anche lui, come il suo Kurt, aveva una chitarrina, però verde. Castiel la vide fissarlo.
“Che hai da guardare? Ti piace ciò che vedi?” E fece un sorrisetto malizioso. Shay scoppiò a ridere, una risata che cercò di soffocare, ma il rosso non si sentì offeso, anzi, si girò e rise anche lui, contagiato dal sorriso della ragazza. L’aveva vista fare solo quello sguardo truce quella volta, ma quel suo sorriso era decisamente meglio, era solare, luminoso, scosse la testa, che cosa stava pensando? Scocciatura, era una scocciatura, punto. A Ros, però non sfuggì quella strana conversazione silenziosa da cui si sentì esclusa. Notò anche lei la maglia del rosso.
“Conquisteranno il mondo. Povera me.” Disse sconsolata mentre si avviarono verso la sala prove.
“Cosa conquisterà il mondo?” Chiese Shay di ottimo umore.
” Quelle brutte maglie.” Indicò il ragazzo che camminava davanti a loro. Shay rise, non sapeva perché, ma la cosa la divertiva molto. L’amica calcolò attentamente quei suoi sorrisi, possibile che..?





ANGOLO AUTRICE: 
Volevo ringraziare tutte le persone che con i loro commenti, critiche, apprezzamenti o altro, mi stanno aiutando a crescere! Mi sento sempre più motivata a migliorare, a provare a far qualcosa di cui essere fiera. Grazie davvero, con poche o tante parole mi aiutate tantissimo <3
   
 
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