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Autore: f9v5    22/06/2015    2 recensioni
[Crossover; Full Metal Panic/Black Lagoon] [Linguaggio scurrile "gentilmente" concesso da Revy e anche da altri, astenersi finti moralisti]
Un nuovo incarico per i Fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge, un rapimento che nasconde più trame di quante ne mostri all'apparenza.
Una Whispered incolpevole il cui unico peccato e avere concetti tecnologici in testa che lei neanche ha chiesto e un fissato delle armi che si crede sempre in guerra.
Attraverso la frazione rossa che porta al "Domani".
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaname Chidori, Sousuke Sagara, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Al crollo della porta, dovuto al suo spiacevole incontro con la suola fangosa di uno scarpone, seguirono due rapidi scatti e due braccia tese in avanti.

Due esseri umani si ritrovavano in quel momento con una pistola puntata al centro della fronte, bloccati in posizione di stallo.

Nessuno dei due mostrava emozioni.

-Sarà meno noioso di quanto avessi immaginato!- dichiarò la donna.

Grazie ai numerosi viaggi compiuti per le sue varie missioni Sosuke Sagara poteva dire di possedere una conoscenza standard delle lingue per identificarlo con l’inglese.

Era evidente che quella donna non venisse dal Giappone, lo parlava troppo correttamente per essere qualcuno che adottava temporaneamente una lingua secondaria per non lasciare tracce.

Il ragazzo assottigliò lo sguardo per sostenere quello della sua opponente; gli occhi di quella donna gli incutevano una strana sensazione.

-Dov’è Kaname Chidori?- continuò.

-Cosa volete da lei?- ribattè il ragazzo, facendo sfoggio di quel po’ di inglese che riusciva a padroneggiare per rispondere a tono.

La donna sorrise più apertamente, mettendo in mostra i canini; sembrava davvero una bestia sul punto d’attaccare.

-Affari, ragazzino. Niente che tu possa comprendere.-

Sosuke assottigliò ulteriormente lo sguardo, quella donna lo stava sottovalutando.

E intanto nessuno dei due si era mosso dallo posizione di stallo nella quale si erano fermati alcuni minuti prima; nessuno dei due faceva mosse, i grilletti non venivano schiacciati, le canne delle pistole non fumavano.

Per quanto entrambi lo avrebbero voluto, avevano mantenuto abbastanza senno da capire che il luogo non permetteva lo spreco di proiettili.

Era altrettanto evidente ad entrambi che rimanere in quella posizione di stallo non avrebbe condotto a nessun risultato, come era altrettanto esatto ipotizzare che entrambi non si fidavano di chi avevano dinanzi.

Seppur  ne fossero all’oscuro, i due contendenti avevano una sorta di passato comune: erano quel genere di persona che non aveva mai ricevuto favori dalla vita, che si era dovuta adattare per sopravvivere, che aveva dovuto capire troppo presto come funzionavano le cose in quello sporco mondo in cui vivevano.

Eppure Sosuke trovava lo sguardo di quella donna molto diverso dal suo, sentiva come se a lei mancasse qualcosa, o meglio, avesse perso qualcosa.

-Di questo passo non otterremo niente!- dichiarò ad un certo punto il ragazzo.

Non si fidava affatto di quella donna, ma contava che fosse abbastanza assennata da capire che rimanendo fermi a puntarsi le pistole contro non avrebbero cavato il proverbiale ragno dal buco.

-Al tre getteremo entrambi le pistole, risolveremo la questione fisicamente.-

-E cosa ti dice che puoi fidarti della mia eventuale parola? Non penso tu sia coglione a tal punto da credermi.- dichiarò la donna, passandosi la lingua tra i denti.

Ed era vero, non si sarebbe affatto fidato, ma aveva le sue buone ragioni per non dubitare.

-Ma direi che entrambi non vogliamo attirare l’attenzione.-

 

 

 

Revy cacciò uno sbuffo contrariato, quel fottuto moccioso aveva ragione. Nella buona vecchia Roanapur a quel punto sarebbero già volati proiettili e parolacce a profusione, purtroppo in quel momento si trovavano da tutt’altra parte e il lusso di sparare non era poi così concesso.

Fu seriamente tentata di fregarsene altamente e bucargli la fronte per poi svignarsela dopo aver catturato la mocciosa, ma c’era sempre l’eventualità di attirare eccessivamente l’attenzione del vicinato e avere a che fare con gli sbirri era l’ultima cosa che voleva, li a Tokyo purtroppo non si facevano corrompere.

Ma, di contro, erano pur sempre delle mezze seghe.

Ghignò sadica, certa che Rock, rimasto all’uscio per coprirle le spalle (come se ne avesse davvero avuto bisogno)stesse deglutendo in previsione delle sue prossime azioni.

-Al tre buttiamo le pistole e ci diamo dentro a suon di cazzotti, che ne dici?-

-Affermativo!- dentro di sé si sentì soddisfatta in un certo senso; indipendentemente da chi fosse, quel ragazzino sembrava possedere molto più sangue freddo di certi idioti con cui aveva avuto a che fare… ma non per questo meno credulone.

Alla fine del conto alla rovescia i due lasciarono cadere l’arma che tenevano in mano, Revy riconobbe il momento d’agire.

Portò rapidamente l’altro mano al fodero per estrarre la sua seconda pistola.

Era un trucco piuttosto semplice, ma ci cascavano sempre tutti… purtroppo non quella volta.

Il ragazzo le bloccò lestamente il polso impedendole di sfoderarla.

Con un verso infastidito Revy istintivamente portò in avanti la testa, ma il suo avversario si protesse col braccio libero, ma non riuscì ad evitare la successiva ginocchiata alla bocca dello stomaco che lo sbattè a terra.

Revy fu rapida a posizionarsi sopra di lui e bloccargli i polsi con i piedi, per poi puntargli la pistola alla testa.

Doveva ammetterlo, era stata fortunata, se avesse perso anche solo un secondo l’avrebbe anticipata.

Ma ormai era a suo favore, la situazione.

-Fine dei giochi!-

 

 

 

Ancora si chiedeva come avesse fatto a convincerla.

Perché stava rimanendo nascosta in quell’armadio mentre lui era la fuori a vedersela da solo contro chissà quanti criminali venuti lì per chissà quale ragione?

-Questa non è gente alle prime armi, probabilmente penseranno che io tenterò di distrarli mentre tu scapperai. Per cui resterei chiusa qui dentro, in questo modo dovremo riuscire a depistarli.- così le aveva detto Sagara prima di chiudere le ante e dopo averle raccomandato di non uscire per nessuna ragione.

Ma lei davvero voleva star lì senza far niente? Possibile che fosse completamente inerme e incapace di rendersi utile?

-Kaname Chidori.- una voce maschile quasi titubante giunse alle sue orecchie.

-Ehm, ecco… se sei ancora qui dentro converrebbe che tu uscissi. No perché vedi…-

-Taci e lascia parlare me, Rock, tanto lo capisce l’inglese. Tu non sai proprio un cazzo di come si fa un ricatto!- una seconda voce, da donna, decisamente più violenta e diretta, sorpassò ben presto la prima.

Kaname ringraziò le sue conoscenze di quella lingua straniera, almeno avrebbe capito, seppur il tono forte e quasi animale lasciava già intendere la scarsa pazienza di chi aveva parlato.

-Ora ascolta ragazzina, sarà meglio che tu esca subito fuori e ti consegni senza fare storie se ci tieni al tuo amichetto, altrimenti gli aprirò un buco in fronte e le sue cervella abbelliranno i muri!-

-Se sei ancora qui, per favore ascoltala, è perfettamente capace di farlo!- aggiunse l’altra voce in tono quasi terrorizzato.

E qualcosa scattò all’istante nella mente e nel cuore della ragazza; qualcosa che sapeva bene cosa fosse e che la portò dopo pochi secondi a ritrovarsi di fronte ai due intrusi implorandoli di risparmiare Sagara.

Quasi si sorprese nel vedere lo sguardo scioccato del sergente, in quel momento bloccato con la faccia rivolta a terra: credeva davvero che avrebbe permesso a quella folle donna che in quel momento lo teneva a terra e con una pistola puntata alla testa di ucciderlo solo per restare al sicuro?

-Che bambina collaborativa.- e quelle parole furono le ultime che Sousuke sentì prima che il calcio della pistola venisse sbattuto alla base del suo collo per fargli perdere i sensi.

 

 

 

Dutch si versò il caffè nella tazza per poi accomodarsi sul divano dell’ufficio, il tutto con la solita calma che lo contraddistingueva.

-Allora, Benny Boy, come procedono le ricerche? Trovato qualcosa di interessante?-

La testa dell’informatico della Lagoon sbucò fuori dalla stanza in cui era solito chiudersi per le ricerche che servivano al gruppo per i vari lavori.

-Ben più di qualcosa, Dutch. Dovresti proprio dare un’occhiata a quanto ho appena trovato, abbiamo qualcosa di grosso fra le mani.- asserì l’uomo biondo, prima che il suo imponente capo lo raggiungesse per osservare quanto scoperto.

I suoi occhi passarono rapidamente in rassegna tutto lo schermo del computer, senza lasciare trascurata nessuna parola o immagine, mentre con la mano portò la tazza alla bocca, gustandosi il caffè senza perdere mai la sua compostezza.

-Hai ragione. Ci siamo cacciati in una questione parecchio complessa… ma niente che, di fatto, non si possa risolvere.- chiarì subito.

-Quindi? Avvisiamo l’Hotel Moscow? Dopo tutto sono quelli a cui più tutti interessa mantenere le cose a Roanapur esattamente come stanno.- domandò l’ebreo.

Dutch, tuttavia, fu di un altro avviso.

-Lo faremo sicuramente. Ma al momento opportuno.- si accomodò nuovamente sul divano volgendo lo sguardo al soffitto.

Benny non potè far altro, per l’ennesima volta, che invidiare la sua calma. Nei suoi primi tempi alla Lagoon, l’informatico si era chiesto spesso come Dutch facesse a mantenere un tale sangue freddo in ogni genere di situazione in cui finissero per cacciarsi e quell’ultima in cui si erano appena trovati invischiati era da non sottovalutare assolutamente, dal momento che avrebbe potuto cambiare in maniera sostanziale l’equilibrio del potere nella città di Roanapur.

Ma ogni genere di interrogativo che implicasse la tentata comprensione degli “interni” della mente di Dutch aveva abbandonato i suo pensieri ormai da un lasso di tempo considerevole.

Per quanto affamato di conoscenza, per quanto desideroso di scoprire sempre di più di tutto e tutti, probabilmente per soddisfare il suo bisogno di sentirsi intellettualmente superiore a chiunque, Benny aveva dovuto accettare il fatto e comprendere che nella vita c’era sempre qualcosa che era meglio che certi tipi di persone non sapessero.

A Roanapur qual concetto veniva inoltre amplificato notevolmente e un pacifista come lui non poteva concedersi il lusso di voler ficcar troppo il naso in certi argomenti.

D’altronde, aveva detto a se stesso una volta, uno come lui che aveva “soltanto” fatto arrabbiare in contemporanea la mafia e l’FBI non aveva visto abbastanza del lato “oscuro” dell’umanità per comprendere quanto e cosa uno come Dutch doveva aver vissuto; e se qualcosa non si può comprendere, allora è meglio non saperla.

-Allora come ci comportiamo?-

-Attenderemo che Revy e Rock ci confermino di aver portato a termine la prima parte dell’incarico e poi contatteremo Cliff. Ho ragione di pensare che fisserà il luogo della “consegna” qui a Roanapur, per ragioni che preferirei tenere per me. E a quel punto Balalaika sarà felicissima di sapere dove poter trovare il bastardo che intende minacciare la sua supremazia in questa città.-

L’Hotel Moscow non faceva sconti a nessuno, specie agli stranieri che provavano ad alzare troppo la cresta nel loro territorio.

 

 

 

Sul Tuatha de Danaan stavano avvenendo le solite operazioni di routine.

La comandante Testarossa era, in quel momento, comodamente appostata sulla sue sedia nella sala comandi del sottomarino, col vice-comandante Mardukas sempre accanto  lei in quella rigida posizione che la faceva sembrare una statua.

Era stata una giornata tranquilla: escludendo i classici capitomboli che la sedicenne subiva in maniera praticamente ordinaria (ci si sarebbe dovuti sorprendere in caso contrario), non c’erano state azioni d’attacco da parte dell’organizzazione che avrebbero potuto portare al ferimento di qualche soldato né nessun altro tipo di azione degna di nota.

Non che la giovane Whispered se ne lamentasse, preferiva di gran lunga una giornata ordinaria e tranquilla ad una caotica che includesse azioni di guerra che mettessero a repentaglio la vita dei suoi sottoposti.

“Sembra che questa giornata passerà senza problemi.” pensò, rilassando la schiena sullo schienale, mentre sfogliava con calma i documenti relativi ai vari rapporti del giorno, privi per l’appunto di notizie significative o preoccupanti.

Ma poco dopo accadde qualcosa che avrebbe portato ad una revisione degli eventi giornalieri per il gruppo della Mithril.

Uno degli assistenti sgranò leggermente gli occhi quando uno dei display del sottomarino segnalò l’arrivo di un tentativo di chiamata.

-Comandante Testarossa… c’è una chiamata… da parte del Sergente Sagara.- comunicò con calma, non immaginando la fretta di chi invece stava dall’altro lato.

-Metta pure il vivavoce, sentiamo cosa deve riferirci.- fece il possibile per essere autoritaria, ma dal suo tono di voce fuoriuscì anche una leggera nota di felicità mista ad eccitazione; succedeva quando entrava in questione il ragazzo che le piaceva.

Aveva accettato il fatto che, per il sergente Sagara, non sarebbe mai riuscita ad essere niente di più di una cara amica, ma non per questo aveva deciso di sopprimere i suoi sentimenti per lui.

E comunque credeva fermamente che il sergente e la signorina Chidori fossero fatti per stare insieme, cosa che, seppur avesse fornito solo una lieve consolazione, le aveva permesso di farsi da parte senza ripensamenti e convinta di star facendo la cosa giusta.

-Comandante Testarossa!-

E già dal tono del saluto Tessa capì che c’era qualcosa di strano.

Era abituata a sentire il sergente esprimersi con quel tono serio e calmo, eppure riuscì a notare una sfumatura nella sua voce che sembrava di nervosismo, cosa che fece presto svanire la sua speranza che quella chiamata fosse stata effettuata esclusivamente per fare un rapporto.

-Cos’è successo, sergente?-

-Mi dispiace, ma non porto buone notizie.-

 

 

 

 

Angolo dell’autore:

Maledetta Estate siciliana, ha lo straordinario e aberrante potere di annichilire quasi del tutto la mia voglia di stare davanti al computer e scrivere.

Non mi sto servendo di questo breve sfogo come giustificazione del fatto che è passato più di un mese dall’ultimo aggiornamento, semplicemente mi serviva uno sfogo.

Credetemi, a meno che non ci viviate, non avete idea di cosa voglia dire sentire sul proprio corpo (e sul proprio animo)il peso della calura e del sudore che qui l’Estate getta addosso alla gente, aggiungiamo a ciò che io l’Estate non la sopporto per ragioni varie e che, essendo ancora metà Giugno, il peggio deve ancora venire e capirete che sono in una pessima e non certo invidiabile situazione.

Comunque sempre una situazione sempre migliore di quella in cui è finita la nostra Kaname, rapita da Rock e Revy, con quest’ultima che è riuscita nella non facile impresa di avere la meglio su Sousuke Sagara. Ma state pur certi che il nostro sergente preferito non starà con le mani in mano e farà di tutto per rintracciare la bella Whispered e salvarla.

Bene, con questo vi saluto, deve mettermi un cubetto di ghiaccio in fronte, mi da un fastidio.

Arrivederci.

 

  
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