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Autore: Cristin_94    22/06/2015    0 recensioni
Ciao a tutti!
Questa è la mia prima fan-fiction che scrivo su Arrow! E' da poco che guardo questa serie tv e non ho potuto far almeno di adorare Oliver e Felicity insieme! Pur seguendo la programmazione americana, ho deciso di scrivere una ff che racconta le avventure del team Arrow tra la fine della seconda serie e l'inizio della terza serie.
Dalla fine del quinto capitolo racconto qualcosa che farà sì che ciò che è successo nella terza stagione non possa accadere! Ho mischiato un po' le carte, diciamo così! :)
Buona lettura!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Roy Harper, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- "Scusa John..." esordì a un tratto Oliver.
- "E di cosa?" domandò Diggle.
- "Di tutto! Di aver messo in pericolo la tua vita non so quante volte.. E di averlo fatto una volta di più ora che so che tra qualche mese diventerai padre."
- "Non è colpa tua se siamo finiti in una prigione nordcoreana!"
- "Ah no?" domandò esasperato Oliver. "Avrei dovuto impedirti di venire con me!"
Diggle lo guardò: Oliver era davvero distrutto. - "Beh... questa volta sono io che avevo bisogno d'aiuto e tu non mi hai lasciato solo! Non è colpa tua!" ripetè nuovamente John. "Almeno Lyla e Felicity sono al sicuro."
- "Felicity.." sussurrò Oliver, pensando a quella piccola ragazza bionda che da due anni ormai aveva movimentato la sua vita, quell'angelo che era in grado di farlo sorridere anche nelle situazioni più disperate e che ormai, doveva ammetterlo, aveva rubato il suo cuore. 
Ma proprio mentre Oliver pensava alla sua patner e il pensiero di Diggle era tutto per la sua famiglia, per sua moglie e per quell'esserino non ancora venuto in vita, entrarono nella cella alcune guardie che, dopo averli presi a calci e pugni, li condussero fuori dalla prigione. La condanna per quanto avevano fatto era la più grave: i due stavano per essere fucilati. 
Portati davanti al plotone di esecuzione si guardarono e non si dissero nulla. Sentirono il militare iniziare a fare il conto alla rovescia e chiusero gli occhi. Quello che avvenne dopo i due non se lo sarebbero mai aspettati.  


48 ore prima

Erano quasi le otto della mattina quando Felicity, pronta per andare a lavoro, prese le chiavi ed uscì di casa. - "E tu? Cosa ci fai qui?" domandò la bionda IT, a dir poco sorpresa nel vedere il suo ex datore di lavoro fermo dinanzi casa sua, a bordo di una Ferrari. 
- "Beh.. ieri ho sentito che il meccanico non aveva ancora aggiustato la tua macchina.." esordì Oliver, togliendosi le occhiali e rivolgendo un sorriso a Felicity.
- "E quindi hai deciso di  rubarne tu una per darmi un passaggio?" lo prese in giro lei.
- "Non l'ho rubata!" ribattè Oliver. "Diciamo che è uno degli ultimi privilegi da Amministratore Delegato. D'altra parte gli impiegati della Queen Consoliteted sono ancora legati al buon nome della mia famiglia."
- "Beh allora... se non hai rubato questa macchina.. direi che accetto il tuo invito!" disse Felicity, salendo in macchina e stampando un bacio sulla guancia di Oliver. "Grazie!" aggiunse poi, prima di allacciare la cintura. "Comunque non devi accompagnarmi in azienda. Oggi è domenica!" aggiunse Felicity a mo' di spiegazione. 
- "E' vero! Non ci avevo fatto caso!" riflettè Oliver, guardando Felicity. "Sono anni che per me ogni giorno è uguale a un altro!" le confessò lui. "Ma allora.. perchè stavi uscendo così presto da casa?"
- "Volevo venire al covo. Lì c'è sempre qualcosa da fare. E poi almeno non penso a mia mamma."
- "Perchè? Cosa le è successo? Sta male?" domandò Oliver, preoccupato.
- "Magari!" esclamò Felicity. "Cioè.." aggiunse poi, "Non "magari" in quel senso. Nell' altro senso." concluse. 
- "Non credo di aver capito." ammise Oliver, un po' perplesso. 
- "Riguarda questo martedì..." disse lei, come se così fosse tutto più chiaro.
- "Cosa succede questo martedì?" domandò Lui, curioso e ancora confuso.
- "Dovrei vedermi a cena con mia madre." sbuffò Felicity. "Pare mi voglia far conoscere una persona. Chissà il suo nuovo fidanzato forse!"
- "E a te da fastidio che lei si frequenti con un altro?"
- "No!" rispose lei. "E' che.. non è mai stata fortunata in amore. Prima mio padre. Dopo di lui, poi, non è che sia migliorata la situazione."
- "E temi che anche questa volta possa soffrire per un uomo?" 
- "Sì! Ma non è solo questo il problema.. E' che già so che questa cena mi sembrerà infinita... Loro due a fare i piccioncini e io a a reggere la candela."
Oliver sorrise. Aveva lui la soluzione al problema. Stava per proporle di accompagnarla. Con Lui, forse, la cena sarebbe stata meno imbarazzante e sarebbe potuta sembrare meno lunga e Lui, finalmente, avrebbe avuto una specie di appuntamento con Felicity. - "Beh.. che ne dici se.."
Ma il signor Queen fu interrotto dalla suoneria del suo cellulare. 
- "Scusami." le disse. "Diggle, dimmi." Oliver ascoltò attentamente quanto il suo braccio destro aveva da dirgli. "Ho capito. Io e Felicity siamo lì tra cinque minuti." Chiuse la telefonata e si rivolse a Felicity: "Hanno bisogno di noi."


- "Sophia Levinson è un'ex agente dell'A.R.G.U.S.. Ha terminato la sua collaborazione con l'agenzia circa tre anni fa, dopo la morte del compagno." iniziò Lyla. "Da quel momento ha iniziato una nuova vita. Si è stabilita in Giappone e vive lì con sua figlia. O meglio: viveva in Giappone, con sua figlia, fino a due giorni fa."
- "In che senso?" domandò Felicity.
- "E' stata contattata quarantotto ore fa dalla Waller. Il server della sede centrale dell'A.R.G.U.S. è stato acherato da un gruppo di mercenari nordcoreani. Hanno rubato la lista dei nomi degli agenti delle agenzie dei servizi segreti occidentali infiltrati in Russia, Cina e negli altri paesi ufficialmente nemici del blocco occidentale."
- "Cosa vogliono fare? Renderla pubblica?" domandò Roy. 
- "Hanno intenzione di portarla a conoscenza dei paesi vittime di tale spionaggio. E il primo della lista è, naturalmente, la Corea del Nord." spiegò la donna.
- "L'agente Levinson ha accettato la missione, cioè quella di recuperare quei dati, ma sono ormai trenta ore che non rintraccia il suo contatto dell'A.R.G.U.S. stanziato in Nord Corea." continuò Diggle.
- "E come potrebbe!" si intromise Felicity. "Le testate nordcoreane hanno divulgato, circa due ore fa ormai, la notizia di un'agente occidentale infiltratasi nella sede dell'Intelligence coreana. Non sono stati fatti nomi ma.."
- "Ma?" domandò Lyla.
- "Beh.. Hanno  già annunciato che nelle prossime ore sarà processata e condannata."
- "Cosa ci faceva lì?" domandò Roy.
- "Forse cercava di capire se la lista è già in possesso dei servizi segreti o meno." ipotizzò Lyla.
- "Dobbiamo trovarla!" asserì Diggle. 
- "? Questo è un problema dell'A.R.G.U.S. non nostro." affermò Roy. 
Lyla e Diggle si guardarono. 
- "Dovete dirmi qualche altra cosa?" domandò Oliver, spostando lo sguardo prima su John e poi sulla Lyla.  
- "L'A.R.G.U.S. non ne vuole sapere." esordì l'ex militare.
- "E perchè?" domandò Roy.
- "Non ha lasciato i servizi segreti. Ha finto di essere morta. Ha cambiato identità e ha cercato di iniziare una nuova vita. La Waller l'ha scoperta e l'ha minacciata: o accettava la missione oppure l'avrebbe denunciata per aver disertato." proseguì Lyla. "La Waller l'ha scoperto per colpa mia." aggiunse poi. "Io devo aiutarla."
- "Ma non è per il senso di colpa che vuoi aiutarla, vero?" le domandò Oliver. 
Lyla lo guardò ma non rispose. 
- "Qual è il vero nome dell'agente, Lyla?" continuò Oliver. 
Lyla sospirò. - " Elena. Elena Michaels!"
- "Hai detto ?? Michaels come te?" domandò Roy. 
- "E' tua sorella?" domandò con un filo di voce Felicity. 
- "Sì. Per questo devo aiutarla. Devo farlo. Voi no! Non siete obbligati. Questa volta non si tratta di mettersi un costume e indossare una maschera. Questa volta è..."
- "Lyla." la interruppe Oliver. " Elena è tua sorella e posso immaginare cosa tu stia provando ora. Lo so bene, credimi." disse pensando a Thea, a quando aveva temuto di perderla per sempre. "Ascoltami... Faremo di tutto... tutto per salvare tua sorella. Tu procura un aereo e al resto ci pensiamo io e Diggle." concluse prendendo la giacca e avviadosi verso l'uscita. 
- "Io, Diggle e Felicity vorrai dire." lo corresse la ragazza, raggiungendolo.
- "Felicity no! Tu mi aiuterai da qui."
- "E come? La mia voce ti arriverà dopo quanto? Dieci.. Quindici secondi dopo aver parlato. Non credo che possa funzionare... Lo so." aggiunse quando Oliver non trovò alcuna ragione per contraddirla. "Ho ragione. Per questo vengo con voi." concluse ritornando alla sua postazione, soddisfatta. 
- "Vengo anche io." si intromise Roy. "Sono sicuro che sarai più tranquillo nel sapere che ci sono io a proteggere Felicity."
Oliver lo guardò. Aveva toccato il suo unico punto debole. - "Va bene. Venite anche voi." annunciò, arrendendosi.


Due ore dopo Roy, Felicity, Oliver, Diggle e Lyla erano su un aereo diretto in Corea del Nord. Il piano consisteva nell'arrivare a  Pyongyang; scoprire dove era tenuta Elena; recuperare la lista e consegnarla alla Waller. 
Semplice a dirsi e difficile a farsi.


Lyla, durante il viaggio, era riuscita a contattare gli agenti A.R.G.U.S. dispiegati sul territorio nordcoreano. Questi le rivelarono che l'agente Levinson sarebbe stata trasferita dal carcere di massima protezione al tribunale preposto per il suo caso per le 12.00 ora locale. 
- "Bene. Qual è la prossima mossa?" domandò Roy, 
- "Felicity rintraccierà il mezzo sul quale è tenuta Elena; io e Oliver saremo pronti per attaccarlo e liberiamo la sorella di Lyla." disse deciso Diggle.
- "Io vengo con voi." si oppose Lyla.
- "Non se ne parla. Lyla sei incinta. Non puoi rischiare così tanto." si oppose Diggle.
- "Avrete bisogno di una persona in più... Io non voglio che siate voi a rischiare." cercò di convincerlo Lyla.
- "Vengo io con voi!" propose Roy. "A meno che non vogliate che venga Felicity." aggiunse per convincere Oliver. 
- "Verrà Roy con noi. E tu e Lyla starete in albergo." decise Oliver, rivolgendosi all'informatica.


Atterrati a Pyongyang, il team si spostò in albergo, le cui stanze erano state prenotate da Felicity prima di partire. Fu portata nella loro nuova base operativa tutta l'attrezzatura di cui avevano bisogno. Il resto fu un gioco da ragazzi per Felicity: introdottasi nel server dei servizi segreti nordcoreani, riuscì a rintracciare il camion che avrebbe trasportato la sorella di Lyla dal carcere di massima protezione al tribunale.
- "Presumibilmente questo è il percorso che le guardie faranno. E' una strada di campagna. Non dovrebbe essere molto affollata." disse Felicity, consegnando a Oliver una mappa della città con sopra evidenziato un probabile percorso. 
- "Bene. Diggle.. Roy.. Andiamo. Felicity: noi rimarremo in contatto." 
- "Sta tranquilla. Tra poco sarà tutto finito." furono le ultime parole che Diggle rivolse a Lyla prima di chiudere la porta alle sue spalle.

Oliver, Diggle e Roy salirono sulla macchina messa a loro disposizione degli agenti dell'A.R.G.U.S. e raggiunsero il carcere di massima protezione. Dopo pochi attimi il cancello si aprì.
- "Ecco.. ci siamo." esordì Felicity. 
- "Ci sono due vetture davanti la vettura e una dietro." le descrisse Diggle.
- "Oliver. Gira a destra e prendi il secondo vicolo a destra. Li prenderai di lato." suggerì Lyla.
Oliver fece quanto detto. Alla fine della strada, l'eroe si fermò. Dovette aspettare solo pochi secondi per vedere il corteo sopraggiungere.
- "Bene. Ci siamo. Roy: occupati della vettura di dietro. Diggle: tu ed io delle due davanti." ordinò Oliver. 
Il giovane Queen mise la prima e, al momento giusto, accelerò. I tre si gettarono fuori dalla macchina all'ultimo momento, prima che questa si andasse a schiantare contro il camion che trasportava Elena. La vettura sbandò, andando a sbattere contro un muro. Le guardie presenti nelle altre tre vetture scesero subito per attaccare i tre. Roy si sbarazzò facilmente delle tre guardie assegnategli da Oliver. Il Queen e Diggle si occuparono delle altre. In pochi minuti, messe k.o. gli agenti, si diressero verso il furgone che trasportava la sorella di Lyla.
- "L'autista ha perso conoscenza." fece notare Roy. 
- "Ci saranno degli agenti insieme a Elena." avvertì Oliver.
- "Siamo pronti." fu la risposta di Diggle.
Oliver aprì il furgone e, inaspettatamente, le guardie erano state disarmete e messe fuori gioco. 
- "John.. Non fare quella faccia.  Non mi sono mica dimenticata come si fa la spia. Forse sono solo un poco arrugginita." esordì Elena. 
Diggle sorrise. - "Su.. andiamo. Prima di ritrovarci l'esercito coreano al completo alle nostre spalle."
- "Felicity, controlla che non ci seguino." le chiese Oliver.
- "Tranquillo. Ho sabotato il sistema d'allarme dell'Intelligence nordcoreana. Avranno notizia di quanto è appena accaduto tra circa 90 secondi." disse soddiasfatta Felicity.
A Oliver scappò un sorriso. - "Brava Felicity."


Dopo poco più di dieci minuti, i quattro fecero ritorno in albergo. Dopo la gioia provata per aver potuto riabbracciare sua sorella, Lyla cambiò espressione. 
Oliver lo notò e di rimando guardò Felicity. Sembrava preoccupata. - "Cosa è successo?" le chiese avvicinandosi.
- "Ho rintracciato una chiamata. Credo sia di uno dei mercenari che vuole vendere la lista dei nomi all'Intelligence nordcoreana. Non conosco la lingua ma, secondo Lyla, l'appuntamento sarebbe per questa sera alle 22.00." spiegò Felicity.
- "Sono loro, sicuramente. I servizi segreti coreani non hanno ancora nulla in mano ma sono in allerta: sanno dell'esistenza di questa lista e faranno di tutto per ottenerla." disse Elena.
- "Cosa avete intenzione di fare?" domandò Felicity.
- "Dobbiamo recuperare quella lista per salvare Elena e evitare una catastrofe." disse Lyla.
- "Hai detto che l'appuntamento è previsto per le 22. di questa sera?" si inserì Roy.
- "Sì, in un paese malfamato poco distante da qui." rispose Felicity.
- "Non c'è molto da decidere. Dovremmo essere presenti anche noi a quell'incontro." asserì Diggle.
- "E noi ci saremo." sentenziò Oliver. 


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