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Autore: Valydah    23/06/2015    1 recensioni
Si era aspettata molte cose, nei vari scenari che si era prefigurata dal momento in cui aveva ricevuto la sua nota.
Si era immaginata frasi, espressioni, gesti taglienti e calibrati.
Ma tra tutte le sue congetture, di certo non si era immaginata questo.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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He said  "Let's get out of this town,
drive out of the city
away from the crowds"

Le aveva lasciato una nota. 
Lo stralcio di pergamena era stato abilmente inserito tra le pagine del libro che aveva iniziato a leggere quella mattina, e lei non riusciva a capacitarsi di come potesse essere successo, dato che non se ne era separata neanche per un attimo. 
Il prologo era andato giù già prima della colazione, i pancake e la spremuta di arancia erano stati accompagnati dai primi capitoli, i libri di scuola avevano avuto meno spazio nella tracolla per via di quel nuovo tomo che quel giorno aveva occupato parte del loro usuale spazio vitale.
Eppure, quando prima di cena aveva riaperto il volume, decisa a tenersi compagnia mentre Harry e Ron erano a un allenamento straordinario di Quidditch, una sorta di imprevisto segnalibro diverso dalla solita margherita essiccata le aveva indicato il punto in cui era arrivata. 
A primo impatto aveva temuto di aver maldestramente strappato una delle pagine sparse che portava sempre nella borsa come riserva per ogni eventualità; poi però si era accorta che i frammentati lati del piccolo rettangolo erano come bordati da una linea simile a una bruciatura, ma levigata, che andava a caratterizzare e identificare quella che altro non era che una notarella, un semplice strumento passa-messaggi che da qualche tempo aveva iniziato a girare all'interno del castello. Tirò un sospiro di sollievo per il restante contenuto della sua borsa, evidentemente salvo.
Rassicurata sui suoi averi, portò finalmente lo sguardo e la propria attenzione sul messaggio così inspiegabilmente recapitatole.

Alle 7, al campo da Quidditch.
Contro ulteriori indugi.
-M.

Dopo anni di tensione, mesi di incertezza, e settimane di impercettibili contatti visivi intercettati per sbaglio, non il minimo dubbio le sfiorò la mente riguardo a chi fosse il titolare di quell'iniziale.

 

I thought "Heaven can't save me now,
nothing lasts forever"

 

Si era consigliata con Luna, giusto in caso si fosse avverata la peggiore delle ipotesi.
Ginny era ancora sotto la doccia, dove si sarebbe sicuramente protratta per diversi quarti d'ora, e ovviamente non poteva lasciare il minimo avviso a Harry e Ron: appena l'avessero ricevuto, era più che probabile che sarebbe scattata una catastrofe peggiore di quella a cui lei stava andando ora incontro.
«Secondo me non ci saranno problemi», l'aveva rassicurata l'amica, alzando appena le spalle in un gesto che esprimeva come per lei ciò fosse scontato.
Hermione sapeva che effettivamente i rischi erano relativamente bassi, sia perché Voldemort, il maggiore problema del loro secolo, era ormai stato risolto da tempo, sia per via delle quasi infinite conoscenze su incantesimi e tecniche di difesa che lei aveva perfezionato grazie al corso propedeutico per Auror, e con cui avrebbe potuto prontamente rispondere a eventuali attacchi magici posti in essere contro di lei dal mandante del messaggio.
Ma anche perché, da qualche tempo a questa parte, credeva di aver ragione a sospettare che lui per lei non rappresentasse più una minaccia. Non sul piano fisico, almeno.
E tuttavia, Hermione non si sentiva interamente al sicuro, perché in fondo era consapevole di non essere del tutto immune da ciò che la sua controparte avrebbe potuto indirizzarle.
Almeno sul piano emotivo.
Sapeva chi stesse andando a incontrare, così come sapeva che con quella persona l'eventualità che la situazione degenerasse non era del tutto escludibile a priori.
Per questo aveva voluto almeno accennare a una persona amica quello che stava per fare: per quanto Luna apparisse svampita ed estraniata dal mondo, Hermione sapeva che il suo punto di vista era invece oculato e disilluso, capace di vedere oltre le apparenze e di valutare al contempo ciò che doveva essere temuto.
Inoltre, la bionda ultimamente aveva iniziato a frequentare un giro di persone della casa verde-argento, e perciò la sua connaturata capacità di analisi poteva ora avvalersi anche di ulteriori elementi ottenuti nell'habitat del soggetto considerato in quel frangente.
«Stai tranquilla, Hermione, davvero», le aveva ripetuto l'amica, mentre con un tocco leggero le passava la mano lungo il braccio, in un gesto di dolce e accorto conforto. «E'  cambiato, da quando Tom Riddle non c'è più. Non sarà perfetto, ma tutti abbiamo i nostri fantasmi. L'importante è imparare ad accettarli, e lui ci sta provando.»
Era sempre così, con Luna: un attimo prima pareva un'Alice appena uscita da Wonderland, quello dopo aveva uno sguardo talmente serio e profondo che l'avresti creduta una donna di cent'anni e dalle mille esperienze alle spalle. L'attimo dopo, era di nuovo Alice.
La riccia le aveva sorriso, e con un leggero ondeggiare su e giù del capo le aveva fatto capire che accettava la rassicurazione, sebbene un barlume di incertezza impedisse ancora alle sue labbra di distendersi in un sorriso completo.
«Grazie, Luna, sei un'amica.» L'aveva abbracciata, perché con certe persone le parole non sono abbastanza, perché certe persone gli abbracci se li meritano.
«Ah, potresti coprirmi con gli altri? Non te lo chiederei in una situazione normale, ma sai, questa..» 
«.. non è una situazione normale.» L'amica aveva intuito la fine della frase ancor prima che si fosse formata nei pensieri di colei che l'aveva iniziata. Un sorriso dolce le aleggiava sulle labbra. «Comunque non penso che se ne accorgeranno: oggi a cena c'è la serata italiana, non credo che si alzeranno da tavola molto presto.»

*** *** ***

Dopo un'ultima e finale ponderazione, due bassi stivali si erano avventurati sulla soglia esterna, e con un colpo secco lei si era chiusa il portone alle spalle.
L'aria di ottobre era fresca, e le mani si affrettarono a chiudere un po' di più il mantello. Avrebbe potuto pronunciare un semplice incantesimo di riscaldamento, ma in fondo le piaceva avvertire sulla pelle i cambiamenti di quella stagione che per lei sarebbe stata una delle ultime trascorse a Hogwarts.
La luna crescente era piccola ma luminosa, e il sentiero verso il campo da Quidditch era illuminato da piccoli fiori luminescenti che erano stati piantati lungo i bordi del prato.
Hermione si gettò un'occhiata intorno, e solo dopo essersi accertata di essere sola e di avere con sé la propria bacchetta si decise a farsi strada sul macchiato pietrisco che portava al Campo.

Un altro respiro, un altro ancora, uno a ogni passo, mentre la sua consapevolezza andava crescendo di pari passo alla sua sottile e quasi esaltante agitazione. 

But this is gonna take me down.

*** *** ***

 

He's tall, and handsome as hell
he's so bad but he does it so well

A metà strada lo vide, un'ombra scura stagliata contro il chiarore riflesso da un basso muretto situato appena fuori dagli spalti.
Aveva pensato di trovarlo attento e all'erta quale serpe che era, pronto ad attaccare ancor prima che si paventasse una qualche necessità di difendersi; invece, la figura a cui si stava avvicinando pareva concentrata su qualcosa che aveva in mano, e che con qualche attimo di ritardo lei riuscì a identificare come un piccolo libro. 
Un'attrazione fisica e recente che entrava in contatto con un amore profondo che aveva da tutta la vita.
Al momento, quell'ossimoro di unione la coinvolse e spiazzò più di quanto avrebbe potuto prevedere e immaginare.
Quella sorpresa del tutto inaspettata le fece rallentare di una frazione di secondo il passo di marcia che aveva intrapreso.
Lui non sembrò accorgersi di quel tentennamento, e i suoi occhi continuarono a scorrere righe di inchiostro appena leggibili alla luce lunare. 
Lui non dimostrò di accorgersene, ma un osservatore attento avrebbe potuto notare come il corpo tradì ciò che i sensi avevano percepito con la coda dell'occhio, laddove le sue dita ebbero un attimo di ritardo nel voltare la pagina.
Il suo sguardo poteva anche essere rivolto a un oggetto di piacere, ma ciò non escludeva che la sua mente restasse vigile verso il vero oggetto della sua attenzione.

I can see the end as it begins
my one condition is

 

«Malfoy.» Il tono di voce era basso, ma determinato. Era il saluto scontato destinato a un avversario che si conosce da tempo, e a cui si sente di non dovere alcuna esitazione.
«Granger. Non ero sicuro che saresti venuta.» Anche il suo tono era stato misurato, non la più esile emozione esteriorizzava la sorpresa espressa dalle sue parole.
La ragazza non replicò; non avrebbe saputo comunque cosa dire, perciò rimase in silenzio, nell'attesa che fosse lui a continuare un discorso che si preannunciava come inevitabile e tuttavia spinoso.
Cercò di mantenere calmo il respiro, sebbene il suo corpo sembrasse lottare contro di lei, infondendole un nervosismo che lei non avrebbe dovuto e voluto provare.
Incerta su quanto avrebbe dovuto aspettare, per rendergli le cose più facili lasciò vagare il proprio sguardo verso il Lago Nero, dietro al cui orizzonte era da poco affogato il tramonto di quel giorno.
Un più intenso sospiro di lui le fece capire che era finalmente pronto.
Si voltò di nuovo, risoluta ad affrontare l'ineluttabile.

Say you'll remember me
standing in a nice dress
staring at the sunset

«Perché?»
Quella domanda la spiazzò; era andata lì immaginandosi di trovarvi conferme a domande inespresse, eppure pareva essere lui quello che cercava risposte.
«Cosa, perché?» 
Era stato più forte di lei. Sebbene sapesse che il rancore di un tempo era andato dissolvendosi e trasformandosi in un fervore di altro tipo, non se la sentiva ancora di scoprire tutte le sue carte.
Non sarà stata una Serpe di strategia, ma non era neanche così ingenua da regalargli un eccessivo immeritato vantaggio.
Il ragazzo sembrò essere del suo stesso avviso.
Ma lui, al contrario di lei, una Serpe lo era eccome, e non aveva intenzione di lasciare che la fretta dettata da banali impulsi emotivi gli impedisse di arrivare alla sua meta senza passare per quelle deviate tortuosità che erano ormai sua prerogativa e firma inconfondibile.
«Tutto.» Pronunciata con un tono misto tra rassegnazione e infervoramento, quella farsa di risposta lasciava in realtà la domanda indefinita.
E con tale indeterminatezza, Hermione sarebbe stata libera di tracciarvi qualunque sentiero le avessero suggerito la sua brillante mente e irruente personalità.
E lui era curioso di scoprire quale avrebbe seguito.

Babe,
Red lips and rosy cheeks

Aveva di nuovo gettato la palla nel suo campo, così da passarle il turno in quell'improbabile gioco a cui stavano partecipando.
Con le labbra premute insieme e un cipiglio lievemente accennato, Hermione valutò quale fosse la risposta più idonea a farle conservare una posizione di neutralità.
Ma si stava rapidamente stancando, e non era mai stata troppo brava a pazientare per ottenere risposte.
Col tempo aveva imparato che, se non erano gli altri a dargliele, allora se le sarebbe prese da sola.
«Credo di aver bisogno di qualche dettaglio in più, Malfoy.»
Semplice, diretta. Il baluardo della sua Casa era il coraggio, e lei lo aveva dipinto sul volto. O era solo incoscienza?

*** *** ***

Lo stava fissando. Gli occhi come gettati nei suoi, due pozze scure che con decisione tentavano di scorgere reticenze e affogare i suoi laghi ghiacciati.
Lei non aveva niente da perdere.
Era questo che rivelava il suo volto, le gote rese più rosee dalla brezza serale rivolte in alto verso di lui, i riccioli scuri che fieri e indomati la incoronavano, lo sguardo che non accennava a distogliersi e a dargli tregua.
Lei non aveva niente da perdere, e ora si aspettava di ottenere qualcosa.
In fondo era stato lui a chiamarla, anche se ora non riusciva a ricordare per quale apparente buon motivo lo avesse fatto.
Contro ulteriori indugi.
Giusto. Perfetto. Alla lettera.
Non era mai stato troppo bravo con le parole, eppure questa volta ci aveva preso in pieno. E ovviamente gli si era rivolto contro.
Ma era pur sempre un Malfoy, e con sangue misto a Black, ed era ancora lontano il giorno in cui un prodotto di tale genetica si sarebbe fatto ostacolare da insulse titubanze personali nel raggiungere il proprio obiettivo.

Non era mai stato bravo con le parole, ma con le azioni era campione indiscusso.
Così, Salazar lo perdonasse, prese la decisione più indicata: decise di agire.
Contro ulteriori indugi.

*** *** ***

Say you'll see me again
even if it's just in your
wildest dreams…
wildest dreams…

Si era aspettata molte cose, nei vari scenari che si era prefigurata dal momento in cui aveva ricevuto la sua nota.
Si era immaginata frasi, espressioni, gesti taglienti e calibrati.
Ma tra tutte le sue congetture, di certo non si era immaginata questo.

Quando gli aveva chiesto di spiegarsi meglio, lui aveva avuto come un attimo di esitazione. Poi lei aveva visto i suoi occhi ridursi a fessure, il capo muoversi in un lieve cenno di assenso -rivolto a se stesso, non c'erano dubbi-, e il secondo dopo la distanza tra loro era stata colmata, le sue mani le incorniciavano il volto e le sue labbra non lasciavano adito alle proprie di chiedere ulteriori informazioni.
Non che oramai ce ne fosse stato bisogno.
Contro ulteriori indugi.

*** *** ***

 

I said  "No one has to know what we do"
His hands are in my hair 
his clothes are in my room
And his voice is a familiar sound

Erano di nuovo lì, in una delle tante aule di una succursale abbandonata, il freddo di fine ottobre dissipato dalla loro unione.
Due settimane che andava avanti. Due settimane trascorse in un lampo.
Due settimane in cui alla fine avevano scoperto che discorsi e spiegazioni sarebbero stati irrilevanti, o anche solo troppo prematuri per non cagionare più danni di quelli provocati dalla loro assenza.
Le mani di lui la percorrevano sapienti, i muscoli allenati che si tendevano e rilassavano sotto il suo tocco, i capelli come seta liquida che riflettevano la fioca luce della torcia che bruciava in un angolo.
Mens supra corpus, dicevano gli antichi.
Sicuramente un bel principio a cui ispirare i propri comportamenti, nelle relazioni tra persone civili. O quanto meno civilizzate.
Era un bel principio, e con molta probabilità la linea guida che negli anni aveva permesso loro di non uccidersi a vicenda.
Dopotutto, pregiudizi e offese ed equivoci e attacchi erano spesso inevitabili nel percorso di crescita delle persone.
Se poi si aggiungeva il rispettivo bagaglio di retroterra che ognuno di loro si portava dietro, quell'inevitabilità diventava definitiva e senza possibilità di eccezione.
Eppure, per motivi inesprimibili e non certamente del tutto decifrabili, a un certo punto qualcosa era scattato.
Meglio: più che scattato, era stato come una pozione lasciata a preparare su un fuoco basso e mescolando poco, così che gli ingredienti abbiano il tempo e l'occasione di incontrarsi e legare, fino a scoprire che le proprie qualità individuali riescono a realizzarsi pienamente solo andando a completare le altrui.
Ma i motivi e le premesse non contavano più, o quantomeno non ancora, non quando la fase di una nuova scoperta ha ancora in circolo l'adrenalina del piacere dell'ignoto.
Non quando le onde di cioccolato di lei si fondevano col miele serico di lui mentre labbra carnose si infrangevano e trovavano risposte su morbidezze pallide, non quando vene azzurrine riportavano e diffondevano attraverso i corpi e fino alla mente sensazioni che altrimenti non avrebbero dovuto esistere, se non facendo cozzare opposti ritenuti inconciliabili e portandoli alla dannazione.
Una dannazione che aveva il sapore del Paradiso.
«Granger..»
 

Nothing lasts forever,
But this is getting good now

Aveva smesso di contare.
Ore, minuti, secondi, giorni, settimane si erano andati prima rincorrendosi e poi sbriciolandosi, e in quel pulviscolo di momenti lei non se l'era più sentita di andare a separare i granelli di quella loro clessidra.
Con un angolo della sua mente, un angolo che tentava in ogni modo di ottenere sempre più spazio, con quell'angolo di coscienza lei sapeva che patti chiari erano essenziali per un'amicizia lunga.
Amicizia. Il termine era sicuramente sbagliato e forse anche un po' inopportuno.
Perché loro erano meno di amici, e allo stesso tempo lo erano un po' di più.
Erano meno di amici, perché era evidente che ancora non si sbilanciavano a illudersi che l'altro avrebbe davvero accettato la loro persona senza riportare in vita i vecchi dissapori; lo erano un po' di più, perché non con indugio si erano affidati reciprocamente più di quanto barriere passate e personali avrebbero permesso loro. 
E poi perché, sebbene inammissibile a parole e a priori inconcepibile date certe premesse, con certe reazioni chimiche un'amicizia non era più un'ipotesi contemplabile.
L'amicizia era perciò esclusa, ma il bisogno di patti chiari o anche solo accennati iniziava a farsi sentire in una mente abituata a ordine e regole.
Ora che percepiva come quella Serpe la sconvolgesse e dissestasse il suo mondo, il Grifone dentro di lei iniziava a reclamare il proprio dominio.
Eppure, "La vita comincia al di là del tuo controllo", aveva letto una volta.
Forse, magari, probabilmente era vero. 

 

He's so tall and handsome as hell
he's so bad but he does it so well

Ma il tempo è indifferente e non si conta; scorre solo per coloro che gli danno importanza.
Fuori, in Sala Grande, a lezione, a ogni incrocio in corridoio, fuori nulla era mutato.
Dentro, nelle prigioni, nelle aule vuote, nei messaggi annotati e strappati, dentro niente era più lo stesso.

A volte sorprendeva se stessa, accorgendosi di averlo inconsciamente cercato tra la folla.
A volte era lui a sorprenderla, quando le faceva trovare il proprio sguardo già puntato su di lei.
Ogni volta, ogni singola volta, un brivido le percorreva la pelle, al ricordo di quelli che era lui a provocarle.
 

and when we've had our very last kiss
my last request is

Le sue labbra l'avevano trovata ancor prima che si fosse richiusa la porta alle spalle, con un braccio le aveva circondato la vita mentre con l'altro provvedeva a girare la chiave nella toppa.
Poi l'aveva appoggiata al vecchio legno ormai assicurato, e aveva approfondito il nuovo incontro spingendosi verso di lei e dentro la sua bocca, mentre i vestiti trovavano un attrito in se stessi, non riuscendo tuttavia a impedire la leggera frizione dei bacini che da lì a poco si sarebbe fatta più intensa e pronunciata.
Le braccia di lei, che in un primo momento gli avevano circondato il collo per avvicinarlo a sé, ora scendevano lungo e sotto la camicia, le mani che viaggiavano lungo il torace e l'ampia schiena, i polpastrelli che percorrevano linee che lei stava ancora imparando a ricordare -non credeva che ci sarebbe mai riuscita, non se ogni volta la sua mente fosse andata in blackout totale non appena lui l'avesse anche solo sfiorata con un dito. 
E lui non si sarebbe mai limitato a sfiorarla, men che meno solo con un dito.

*** *** ***

Say you'll remember me
Standing in a nice dress
Staring at the sunset, babe
Red lips and rosy cheeks
Say you'll see me again
even if it's just in your
wildest dreams… wildest dreams...

La luce aranciata del tramonto si diffondeva brillante intorno a lei, seduta su una sponda del Lago Nero, intenta a fissare i riflessi più accesi della fine di quel giorno. 
Quell'anno l'estate di San Martino si stava dimostrando particolarmente mite -in Scozia il caldo non era neppure immaginabile-, e lei aveva dismesso la divisa di scuola, macchiata col sugo del ragù del pranzo, per un vestito azzurro che di solito riservava alle sere estive più fresche.
Si era portata un libro, ovviamente, ma dopo qualche tempo l'aveva inconsciamente abbandonato al suo fianco, sulla vecchia coperta che aveva portato con sé.
Le piaceva il Lago, le ricordava quel mare che tanto adorava e che la faceva sempre sentire a casa; non importava quanti dubbi o incertezze le affollassero la mente: se guardava il mare, tutto si faceva più chiaro. 
A Hogwarts, in mancanza del mare, il Lago Nero era più che sufficiente, ed era diventato uno dei suoi luoghi preferiti, secondo solo alla biblioteca. Quando il tempo permetteva, i ragazzi erano occupati e nessun guaio pareva essere in vista, a lei piaceva andare a sprofondare in una lettura lungo le rive di quella sua astratta casa.
A volte, in passato, aveva fantasticato sull'eventualità che un giorno qualcuno l'avrebbe colta sul fatto, le avrebbe chiesto il permesso di sedersi accanto a lei e, cacciandosi una mano in tasca, ne avrebbe tirato fuori un libro, per poi iniziarlo a leggerlo in sua compagnia.
Sarebbe stato un incontro perfetto, con una persona che aveva tutte le basi per essere perfetta.
Ora, stringendosi le ginocchia al petto e appoggiandovi il mento, lasciava invece vagare il suo sguardo lungo gli indefiniti orizzonti di quella grande massa d'acqua, attendendo risposte a domande che non sapeva neppure di avere, forgiando certezze che andassero a dissipare dubbi da lei stessa creati.
Era passato del tempo dall'ultima volta che era stata lì, e quel pomeriggio aveva sentito il bisogno quasi fisico di ritornarvi, bisogno che aveva fatto pendant con quello tutto mentale di evitare deliberatamente un certo ragazzo biondo platino. 
Si rendeva conto che questa nuova corrente la stava travolgendo in pieno e senza che lei facesse la minima resistenza. Certo, era come acqua fresca e briosa in un periodo di arsura, ma questo non giustificava il suo totale annientamento di barriere, e tutta la sua persona cominciava a risentirne.
I suoi pensieri continuavano tuttavia a dirottarsi sempre e comunque sull'esponente dei verde-argento, rendendo vano il tentativo di mettere una maggiore distanza fisica tra loro: il passato recente e quello più lontano, il presente tanto incerto, il futuro ancora immerso in una nebbia di ignoto: tutto finiva per essere risucchiato in un vortice attraente e letale come gli occhi ghiacciati di Draco.
Andare al Lago era stato solo un diversivo, lo sapeva, così come sapeva che quel giorno nessun incontro perfetto avrebbe infranto la sua bolla di isolata contemplazione e complessa reminiscenza.

You'll see me in hindsight
tangled up with you all night
burning it down

*** *** ***

Someday when you leave me
I bet these memories
follow you around…

La luna era sorta, e lei ne aveva seguito il percorso nel cielo, ignara delle ore che scorrevano e delle ombre che mutavano.
Aveva avvisato i suoi amici che avrebbe fatto tardi e che non voleva essere disturbata, e loro sapevano che in ogni caso all'ultimo coprifuoco l'avrebbero trovata in Sala Comune; in caso contrario, avrebbero avuto tutto il diritto e il dovere di andarla a cercare.
L'abbassarsi della temperatura non l'aveva disturbata: il mantello che si era portata dietro era piuttosto pesante, e un veloce incantesimo di riscaldamento aveva fatto il resto.
Dopo qualche tempo, ancora non pronta a tornare al castello, si era stesa sulla coperta, e come distrazione aveva iniziato a ripassare le costellazioni per l'imminente esame che avrebbe avuto di lì a qualche settimana: unire l'utile al dilettevole era sempre stato il suo forte, e in questo caso si trattava davvero di una passione che aveva sviluppato sin dal primo anno a Hogwarts, quando dall'alto della torre rosso-oro riusciva a leggere fiabe e leggende semplicemente affacciandosi alla finestra e ammirando la sconfinata volta celeste.
Grazie alla stagione, il gruppo di stelle che il suo occhio per primo catturò fu Orione, con la sua cintura e i suoi piedi ben saldi, mentre il braccio teso è pronto a scoccare la freccia; il secondo fu la semplice e utile Orsa Maggiore, imparata quando ancora andava a una scuola babbana. 
Gli occhi vagavano, divertendosi a immaginare incontri e alleanze e sotterfugi tesi tra una figura e l'altra; quando il suo sguardo si posò sul Dragone, Orfeo le aveva già catturato l'anima.

*** *** ***

You'll see me in hindsight
tangled up with you all night
burning it down
Someday when you leave me
I bet these memories
follow you around…

Seduto all'ombra del Salice Piangente, il busto appoggiato al tronco, l'aveva osservata da lontano.
I bruni capelli riflettevano le sfumature rosse e luminose che ricevevano dal cielo, le labbra appena scure erano rilassate in un sorriso che pareva destato dal quel tramonto, la perfetta immobilità della sua figura la rendeva simile a una bambola di pregiata fattura.
Guardò gli oggetti che si era portato dietro: una pergamena e una piuma, rimaste inutilizzate accanto alla tracolla.
Ufficialmente era andato lì per studiare, ma era quasi evidente che avesse solo bisogno di una scusa. Tuttavia, grazie allo spontaneo menefreghismo che contrassegnava la casa Slytherin, nessuno aveva dato alla cosa grande importanza. In fin dei conti, erano le apparenze quelle che contavano.
Ufficiosamente era andato lì per chiarire. Di nuovo. Il pensiero gli valse una mezza risata strozzata.
Alla fine, quella prima volta, di chiarimenti non ce n'era stato neanche uno. Eccetto forse quello della carne.
Proprio a quel chiarimento di carne ora lui faceva appello, dopo che lei aveva inaspettatamente e inspiegabilmente saltato l'appuntamento tacito che era ormai entrato nella loro routine.
L'aveva attesa, più del dovuto.
L'aveva scusata nella sua mente, trovandole contrattempi inesistenti e giustificazioni da due soldi.
Alla fine, anche se con un attimo di troppo per il suo orgoglio slyhterin, si era stancato. Ed era andato a cercarla.

Così era finito a osservarla da lontano e a valutare quale strategia fosse più opportuno seguire, mentre una leggera brezza increspava le acque del Lago e le smuoveva l'orlo di quel vestito blu cielo forse un po' leggero ma che, doveva ammetterlo, le stava d'incanto.
Le ombre si erano allungate fino a sparire, un movimento continuo e pigro che si sarebbe espletato inavvertito se solo lui non si fosse trovato in un luogo quasi deserto e con percezioni ampiamente sviluppate dal suo retaggio familiare.
Le stesse percezioni che si estendevano nell'ambiente fino ad avvolgere la Granger, i cui unici movimenti di quel pomeriggio erano stati i minimi necessari per passare dalla posizione seduta a quella stesa, e per assicurarsi di non morire assiderata. 
Ripensandoci, la ragazza non si era mossa da un pezzo, e nella tenue luminosità che giungeva dagli astri era impossibile scorgerne il volto; avrebbe dovuto controllare che tutto fosse a posto.
Se le si fosse avvicinato in quel momento, non era sicuro che se ne sarebbe accorta.

 

Say you'll remember me
Standing in a nice dress
Staring at the sunset, babe
Red lips and rosy cheeks


Le palpebre chiuse si muovevano appena, e un leggero cipiglio le increspava la fronte: era evidente  che si fosse addormentata, ma il sogno non pareva dare effettivo ristoro a quella mente che non riusciva a concedersi pause.
Salvo quando era sola con lui.
A scuola riusciva comunque a trattenersi, anni di esperienze le avevano insegnato a mettere sempre al secondo posto la propria emotività lasciando all'intelletto ogni potestà decisionale, così da riuscire a trovare soluzioni efficienti a problemi non ancora presentatisi -abilità più che valida per una nella sua posizione, anche per il solo fatto di essere amica del famoso e del tutto imbecille "Ragazzo sopravvissuto", con ogni probabilità ancora in vita solo grazie all'aiuto della sopracitata ragazza.

Nondimeno, da quando era avvenuto il loro primo chiarimento, lo Slytherin aveva potuto apprezzare anche altri lati di quella giovane donna che l'aveva inizialmente incuriosito e attratto col gusto del proibito, un'amara ironia che solo la Mezzosangue, tanto intelligente e sicura di sé, avrebbe potuto suscitargli. 
Il mix era stato letale: i pregiudizi di un tempo, la determinatezza acquisita, il genio di sempre, tutto era andato ad accumularsi e a fondersi nell'unica persona che in passato lui avrebbe escluso a pie' pari da ogni possibile e ipotetica fantasia.
Ma a Salazar le vie facili non erano mai piaciute -la storia del Basilisco ne era solo una prova- e Draco, per quanto sicuramente maturato a livello di principi e ideali rispetto al giorno ormai remoto dello Smistamento, rimaneva pur sempre un fiero e orgoglioso discepolo del suo predecessore; così non aveva trovato motivo di resistere al tendere alla Granger la sottile trappola con cui l'aveva richiamata allo stesso interesse che lei aveva inavvertitamente acceso in lui.

Le si era accostato, adagio, i passi già leggeri ulteriormente attutiti dall'erba umida, il respiro disperso tra i canti degli insetti e degli animali della poco lontana Foresta Proibita, i sensi che captavano il profumo della ragazza con una precisione che solo la profonda conoscenza unita al ricordo può dare.
Lei aveva le gambe piegate in alto, quasi a mo' di appoggio, e le mani gettate scompostamente in grembo; i capelli sciolti le incorniciavano il volto, andando poi a estendersi tutt'intorno come i mille raggi di un sole bruciato.
Una mappa astronomica giaceva abbandonata accanto al corpo assopito, i lati leggermente accartocciati laddove Hermione doveva averli stretti  per comparare le tracce di inchiostro a quelle reali.
Gettandovi una veloce occhiata, Draco scorse le principali costellazioni a cui si rifacevano i nomi della propria famiglia materna, cercandovi invisibili collegamenti tra le figure e il carattere della persona a cui erano toccate. Una tragicomica ironia gli si parò davanti: Sirio, la stella più luminosa di tutte, era stata la prima a spegnersi. Con il suo Dragone, tanto maestoso da occupare tutto il cielo, il biondo sperò vivamente di non aver preso dal cugino.
La bella addormentata emise un sospiro più accentuato degli altri, richiamando la sua attenzione.
 

Say you'll see me again
Even if it's just pretend
 

Un brivido repentino le si propagò lungo il corpo e lui fu sul punto di rinnovare l'incantesimo di riscaldamento, la bacchetta già impugnata, le parole già pronte tra le labbra.
Poi ci ripensò, e in un impeto di irrazionalità le si stese accanto, adagio, dal lato opposto rispetto a quello occupato dalla mappa.
Voltò il capo verso quello di lei, studiandolo.
Le lunghe ciglia scure fremevano, gettando ombre curve sugli zigomi leggermente arrossati dalla sera; il profilo chiaro del naso si stagliava netto rispetto allo sfondo notturno, e i boccioli di rosa che parevano aver sostituito le labbra erano leggermente separati, dando modo a delicati sospiri di dipartirvi ogni due o tre battiti di cuore.
Nonostante tutto il tempo passato insieme, non c'era mai stata una vera occasione, non per osservarla con la giusta attenzione. 
Non glielo aveva mai concesso, non se l'erano mai concessi. 

Chissà come sarebbe finita.
Colto sul fatto dalla sua stessa coscienza, spostò il proprio sguardo sul vellutato blu del firmamento.
Ciò non impedì che la sua mente restasse vigile verso il vero oggetto della sua attenzione.

Say you'll remember me
Standing in a nice dress
Staring at the sunset, babe
Red lips and rosy cheeks
say you'll see me again
even if it's just
(pretend) 
in your wildest dreams… wildest dreams...

Hermione aveva avvertito la sua presenza, nella brezza serale a un tratto interrotta e poi ripresa portandole il profumo di lui.
Profumo di miele lascivo e di cuoio consumato e di pelle che lei avrebbe adesso riconosciuto tra mille.
Aveva percepito la nuova e sommessa pressione esercitata sull'erba soffice nel punto in cui veniva piegata sotto il corpo del ragazzo, ora anch'esso steso accanto al proprio.
Una soave tensione elettrica che le si propagava negli arti, solo uno dei tanti indizi di quell'innegabile chimica che lui aveva attivato.
Con occhi ancora chiusi e orecchie sempre piene del respiro del sonno, aveva riconosciuto il suo sguardo posarsi su di lei.
Una delicata intensità che sgretolava i confini del torpore.

Non si era svegliata, non del tutto, ma una mano si era mossa fino a sfiorare quella pallida e fredda di Draco.
Inaspettatamente, lui non si era ritratto.
Chissà come sarebbe finita.

In fondo, anche quello era un incontro perfetto.

 

Even if it's just in your wildest dreams… wildest dreams…
even if it's just in your wildest dreams.

Taylor Swift, Wildest Dreams

   
 
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