-Stazione di Tokyo 1984,24 Marzo,ore 14:32.-
 
“Binario 4, treno in partenza per Osaka, preghiamo i passeggeri di recarsi al Binario 4, treno in partenza per Osaka…” la voce monotona degli altoparlanti risuonava nella affollata stazione di Tokyo.
Stringevo sempre più forte quel pezzo di carta che avevo tra le mani.
 
Dopo tutto questo tempo… L’avrei rivisto, e non potevo crederci ancora.
 
“Finalmente domani ci rivedremo, Yuko” disse la sua voce dolce e affettuosa, dall’altra parte del telefono.
 
“Sì, dopo tutto questo tempo…” risposi io, con un sorriso che fiorì spontaneamente sulle mie labbra.
 
“Yuko…” disse lui.
 
“Sì, caro?” Risposi con tono interrogativo.
 
“Ti amo, Yuko.” Disse con la sua amatissima voce dolce e affettuosa, la sua voce, una melodia che adoro ascoltare sempre.
 
“Pure io… Pure io ti amo.” Risposi, con quel sorriso che non riusciva a sparire dalle labbra.
 
Strinsi ancora di più il foglietto.
Era una poesia in Inglese che mi scrisse anni prima.
 
“Mizuwashi-san! Mi hanno chiesto di darti questo foglietto!” mi disse una mia compagna di classe, porgendomi un foglietto piegato in due.
 
“Oh, g-graz-“ non finii  di parlare che lei scappò via sorridente.
 
Non capendoci molto, aprii il foglietto, per poi notare dei caratteri dolci e leggeri.
 
“Cherry Blossom Beauty,
You have stolen my heart,
Now we are one,
Here,in the land of the Rising Sun.
We shall never part.”
 
Non era firmata... Oh, se solo sapessi chi fosse  il  misterioso ragazzo che mi ha mandato questa dolce poesia!
 
“Treno in partenza per Nagoya, Binario 8, preghiamo i gentili passeggeri di recarsi al Binario 8, treno in partenza per …” la voce robotica degli altoparlanti mi risvegliò. Dovevo andare.
 
Presi la borsa e mi avviai verso il Binario 8.
Salita in treno, mi sedetti accanto al finestrino.
Finalmente, caro… Ci saremmo rivisti.
 
“Auguriamo a tutti i passeggeri un buon viaggio, e preghiamo tutti di…” i responsabili iniziarono a spiegare cosa si poteva fare e cosa fosse severamente vietato.
 
Poco importava, fra poco sarei arrivata.
E lui sarebbe stato lì, ad attendermi con il suo sorriso così affascinante.
E lo avrei abbracciato, dopo così tanto tempo…
 
Strinsi di nuovo il foglietto di carta tra le mie mani.
 
 
“Avvisiamo i signori passeggeri di essere arrivati a destinazione, con calma preghiamo i passeggeri di scendere dal treno con i propri bagagli. Vi auguriamo una buona permanenza a Nagoya.” 
Dopo circa tre ore di viaggio, finalmente arrivammo a Nagoya. Sorrisi, prendendo la mia borsa e scendere dal treno.
Adesso dovevo cercarlo.
 
Iniziai a guardarmi intorno…
 
“…ko!”
 

“…Yu…Yuko!”

“Tesoro mio, sono qui!”
 
Mi voltai, sicura di aver udito la sua voce.
Continuai a cercarlo in mezzo a quella folla e…
 
“C-caro!” sussurrai, con lacrime di gioia che mi rigavano il volto.
Con la borsa stretta ad un braccio iniziai a correre verso di lui.
 
“Yuko!” gridò lui.
 
Lo abbracciai.
Lo abbracciai e rimasi ferma tra le sue braccia.
Il suo profumo.
Lui.
Mi trasmetteva così tanta sicurezza.
 
 
“Oh, caro..” sussurrai, continuando a piangere dalla felicità.
 “Yuko, tesoro mio… Non piangere.” Rispose con un dolce sorriso.
 
Quel sorriso…
Così contagioso…
 
Sorrisi pure io, per poi ricevere un piccolo buffetto sulla guancia.
 
 
“Andiamo a casa, Yuko… Finalmente…” disse, osservando il cielo sopra le nostre teste.
 
Tutto ad un tratto, mentre stavamo percorrendo una stradina di campagna, un forte vento si levò, facendo volare il mio cappellino, preso subito al volo da lui.
 
“Madame…” disse, con un tono da giovane principe, inchinandosi e prendendo la mia mano, per poi baciarle il dorso-“ voilà le chapeau, Madame.” –continuò, mostrandomi il cappellino e poi porgermelo.
 “Oh, merci beaucoup, Monsieur.” Risposi, prendendo il cappellino dalle sue mani.
   In tutta risposta ricevetti una risata. Quella risata che ho sempre amato.
 
Mi inchinai per poi dargli un dolce bacio sulla guancia, facendolo arrossire.
 
“Y-Y-Yuko!” esclamò imbarazzato.
 
Risposi con una risatina- “Oh, mon amour, Je t’aimes beaucoup…” dissi, immedesimandomi in una scena teatrale, e rivolgendo lo sguardo al cielo, per poi sedermi sull’erba.
 
“Oh, Yuko, Je t’aimes aussi…” rispose, sedendosi di fianco a me, prendendo il mio viso tra le sue calde mani e baciarmi.
 
Ren… Io…
 
“Ti amo, Ren.” Sussurrai, per poi chiudere gli occhi e lasciare le lacrime rigare il mio pallido volto.
“Ti amo tantissimo Ren.” Ripetei-“Mi manchi.” Mi abbassai, per poi accarezzare la lapide.
 

“REN TAKUMI
1963-1985"

Lasciai un  ultimo sguardo alla tomba, per poi allontanarmi lentamente e guardare la tomba posta di fianco alla sua.
 

“YUKO MIZUWASHI
1965-1990         ”

 
 
       Sono ormai passati vent anni dalla sua  morte.
E quindici dalla mia.
Ma non importa quanti anni passano.
Oh Ren, amore mio, ti amerò per sempre.
 

Yuko.

 
 
 
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Heilà! *schiva pomodori e uova* s-scusate la mia infinita (?) assenza sigh-
“Ma guardala, non stava scrivendo un’altra ff?!”
ehm
uhm
esattamente
solo che  ho il capitolo pronto da tipo.. troppo, ma il tempo di rimanere al pc è tipo pochissimo e tipo CHIEDO PERDONO OKAY.
Spero che sta… cosa(?)… vi piaccia lol
Lo spazio autrice sta diventando più lungo della storia, dovrei smetterla.
Vi amo tutti e qualunque tipo di recensione va bienissimo
Byebye-
 
-Yuko-
(lol cambio nome a seconda della ff e-okay basta)