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Autore: Celeste98    26/06/2015    3 recensioni
Cosa succederebbe se durante la Battaglia qualcosa non andasse nel verso giusto?
Pervinca e Vaniglia stanno per compiere l'incantesimo che riporterà l'equilibrio tra luce e buio, ma Pervinca nel mezzo dell'incantesimo manda via sua sorella. Perchè? Cosa ha intenzione di fare Vì? E se la caverà da sola?
Il Nemico che attacca Fairy Oak prova un odio profondo verso Magici luminosi e Non Magici, e distrugge tutti coloro che si mettono contro di lui.
Cosa succederebbe se i Saggi del villaggio decidessero di evocare gli spiriti dei loro antenati per aiutarli? E se invece degli antenati qualcun'altro aiutasse i cittadini di Fairy Oak?
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questa è la mia prima storia in assoluto, se vi ho incuriositi leggete
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Pervinca Periwinkle, Scarlet Pimpernel, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno era finalmente arrivato, meno di un paio d’ore e sarebbe accaduto l’inevitabile. Nonostante la giornata fosse volata, adesso il tempo pareva non passare mai.

Durante la giornata avevano adottato tutte le difese che potevano, i bambini e alcune donne avevano raggiunto la città sotterranea attraverso le grotte sotto la scuola, i poteri di Naim erano stati risvegliati e adesso era di nuovo più forte che mai, erano state forgiate nuove armi ma erano in molti ad avere la certezza che sarebbe stato tutto inutile.

Al tramonto, tutti i cittadini erano già riuniti nelle piazze e strade principali, ma nessuno aveva il coraggio di parlare.

Un silenzio innaturale regnava sul villaggio, gli sguardi di tutti erano rivolti alle mura e, con le proprie armi in mano, aspettavano la sera.

Nello stesso momento in cui l’ultimo raggio di sole abbandonò il cielo e lasciò il posto a una fredda luna piena, delle ombre nere iniziarono a materializzarsi sulle strade, circondando i cittadini.

«Oh bene, siete tutti qui. Ci avete risparmiato la noia di radunarvi e imprigionarvi» esordì una voce maschile, era una voce particole: era dolce e melodiosa ma aveva il potere di far gelare il sangue nelle vene, e apparteneva a un uomo altrettanto bello e affascinante.

Era un uomo alto, con i capelli neri e gli occhi azzurri.

«Se credi che ci arrenderemo senza combattere, ti sbagli di grosso» disse Tomelilla.

«Pth… quando mai»disse Vì in tono ironico. In quel momento Vaniglia incrociò lo sguardo di sua sorella e l’unica cosa che vi vide era odio.

«Perché Pervinca? Ti risulta che ci siamo mai arresi al nemico?» chiese Duff guardando fissi i ragazzi.

«A proposito di questo… sappiamo tutti di questa vostra tendenza a perseverare e abbandonare nei momenti più sbagliati». James s’intromise nel discorso dopo diversi minuti di silenzio da parte dei suoi quattro compagni. Nessuno dei ragazzi voleva incrociare lo sguardo dei propri familiari che, invece, li guardavano intensamente.

Mentre avveniva questa conversazione, alcuni maghi luminosi misero in atto il primo punto del piano di difesa che avevano escogitato e, senza farsi vedere, crearono delle sfere di luce che poi scagliarono contro i nemici, abbagliandoli per pochi minuti. Il gesto fece inferocire le creature oscure, che iniziarono a scagliarsi contro i cittadini.

«Non avreste dovuto farlo. Ora ne pagherete le conseguenze» James fluttuava nell’aria e, da sopra i tetti, guardava i suoi uomini distruggere tutto quello che trovavano. I quattro magici, che inizialmente erano scesi in campo, combattevano come belve.

La lotta andava avanti da circa un’ora e la stanchezza iniziava ad avere la meglio sui magici luminosi.

Gli eserciti nemici combattevano come belve e non risparmiavano nessuno. «»

La lotta andava avanti già da circa un’ora e la stanchezza iniziava ad avere la meglio sui magici luminosi.

Gli eserciti nemici non risparmiavano nessuno. Pervinca, Derek, Aster e Scarlet combattevano contro i loro familiari e li avevano ormai circondati costringendoli con le spalle al muro.

«Perché vi comportate così?» chiese Rosie Pollimon con lo sguardo basso.

«PERCHÉ?! SUL SERIO MI STATE CHIEDENDO PERCHÉ?!» urlò Aster furioso.

«Ci avete abbandonati» aggiunse poco dopo abbassando lo sguardo e, in seguito, dissolvendo l’incantesimo che stava creando.

«Per la seconda volta» rimarcò la dose Pervinca con gli occhi velati di lacrime.

«Non era nostra intenzione. Non sapevano neanche dove foste o come raggiungervi» esordì Cicero Periwinkle.

«Non ci vuole un genio a capire che fossimo alla Rocca» sbraitò la sua primogenita indicando la torre, sul cui sfondo si svolgeva la lotta tra i draghi.

«Per quanto tempo ci avete cercati quando siamo scomparsi molti anni fa? Pochi giorni? Una settimana? Un mese? Noi per venti anni abbiamo cercato di ritornare da voi come zio Patrick e zia Oleander prima di noi» disse Aster, dai suoi occhi trapelava puro odio.

«Quando Vì e Scar si sono unite a noi, non c’è stato un solo giorno in cui non hanno chiesto quando e sareste andati a prenderle» disse Derek.

«Ma non è mai arrivato nessuno» aggiunse la strega bionda. Dopo queste parole ricominciarono ad attaccare. Grazie all’aiuto di alcune creature magiche che li avevano distratti, i magici riuscirono a scappare per ripararsi in un vicolo.

«Emozioni negative soppresse per troppo tempo. È questo che li ha resi così» esordì Flora.

«In che senso?» chiese Duff. La strega della luce chiuse gli occhi e respirò profondamente, sembrava che anche solo pensare a quello che voleva dire le facesse male.

«Aster non ha mai sopportato il pensiero di non poter tornare a casa. I primi tempi piangeva e urlava, poi ha smesso del tutto dall’oggi al domani. Quando anche Derek ha iniziato a capire la situazione ha avuto la sua stessa reazione. Anche i loro poteri si sono sviluppati presto e non è stato facile stare al fianco di due bambini di sei anni  cui poteri del buio sono incontrollati. Alla morte di mio padre, Aster aveva undici anni e in quel momento ha subito un’altra trasformazione del suo carattere, era diventato scontroso e perdeva la pazienza per qualsiasi cosa. Dopo l’arrivo di Vì e Scar sembravano essere tornati quei bambini spensierati che sono stati per un tempo davvero troppo breve, avevano persino ripreso a sorridere. Ma il colpo di grazia l’hanno subito quando è morta zia Oleander e da quel momento nessuno è più stato lo stesso» spiegò Passiflora con gli occhi lucidi.

«Perciò… rimanere due settimane alla Rocca e subire non so quali torture… ha riportato a galla le emozioni negative che hanno provato in tutti questi anni?» chiese Grisam. Flora annuì.

«E come se fossero mix di rabbia, paura, dolore e lacrime trattenute; per anni hanno provato a ignorarli cercando di trovare la cosa positiva in tutti quello che gli accadeva ma ormai hanno perso la speranza» concluse la giovane strega che, in un attimo, sembrava essere invecchiata di dieci anni.

 

 

Silenzio. Da un paio d’ore a questa parte era l’unica cosa che si sentiva. La battaglia era finita, i buoni sconfitti. Alcuni superstiti erano riusciti a nascondersi nelle grotte sotterranee dell’antico villaggio. Tra questi vi erano Vaniglia, Flox, Shirley e Grisam, che avevano fatto strada agli altri. Raggiunsero una enorme sala illuminata a giorno da fiaccole incantate che producevano una luce bianca. Vi erano corridoi che andavano in tutte le direzioni tra cui uno che aveva un nastro scarlatto legato all’ingresso.

«Bene, penso che per un po’ potremmo rimanere qui» esordì il Capitano.

«Ma dove è di preciso questo “qui”?» chiese Tommy.

«Sono quasi certa che ci troviamo sotto il municipio, e se continuiamo per di là arriveremo alle grotte sotto la scuola» rispose Babù.

«E invece per dove si va alla Rocca?» chiese Duff.

«Non credo sia il caso di raggiungere la Rocca, adesso saranno ancora più in fermento e se, come dire, Scarlet e Pervinca conosco questi passaggi è meglio non tentare la sorte – lo persuase Ortensia – hanno ragione i ragazzi, rimaniamo qui e recuperiamo le forze» così dicendo si accomodò per terra appoggiando la testa contro la fredda parete di roccia.

 

Non era ancora passata un’ora che avvertirono dei rumori alcune gallerie più distanti da loro. Presto spensero tutte le torce e si appiattirono contro le pareti con la speranza di non farsi scoprire.

«Secondo te possono essersi nascosti tra queste gallerie?» chiese una voce femminile molto familiare.

«Sì, ma se sono furbi o almeno stupidi la metà di quanto credo non ci metteranno i bastoni tra le ruote. Loro saranno anche un gruppo di almeno quindici persone ma sono stanchi, non avrebbero la forza di affrontare una nuova lotta». Erano Pervinca e Scarlet a da quello che potevano sentire gli abitanti di Fairy Oak erano sole. Non si vedevano luci in lontananza, questo poteva significare che si stessero muovendo al buio, forse neanche loro avevano tutta questa voglia di essere scoperti da qualcuno.

«Ti ricordi da che parte è il fiume?» la voce di Vì adesso era molto vicina, probabilmente se avessero girato l’angolo non si sarebbe voluto molto perché li scoprissero e li incenerissero con un solo sguardo. Trattenendo anche il respiro, aspettavano tutti la risposta di Scarlet.

«MMh… sinistra, fino al prossimo incrocio» seguendo le indicazioni di Scar, le due si diressero verso la loro meta. Non appena furono abbastanza lontane, i fuggitivi tirarono un sospiro di sollievo.

«Per quale motivo dovrebbero voler raggiungere il fiume» chiese Duff più a se stesso che agli altri.

«Ma soprattutto perché usano le gallerie e soprattutto nella completa oscurità quando potrebbero raggiungerlo dalla superficie» aggiunse suo nipote.

«Credete che possano conoscere la posizione delle cripte?» chiese lievemente Tomelilla spostando alcune ciocche di capelli da davanti al viso.

«Zia sinceramente penso che se c’è qualcuno che conosce questi tunnel come il palmo di una mano, queste sono loro due» disse Flox.

Era ormai l’alba e il gruppo aveva deciso di continuare a percorrere le gallerie nella speranza di trovare qualcosa di utile ma ogni strada era uguale alle altre in un intreccio vicoli ciechi, incroci e stanze. Ogni volta che cambiavano strada legavano un nastrino colorato o un pezzo di stoffa a una torcia, per assicurarsi di non ripercorrere le stesse strade.

Il tempo pareva non passare mai da quando avevano iniziato a camminare, potevano essere passate ore o solo pochi minuti, non avrebbe fatto alcuna differenza. Anche se scoraggiati continuarono a camminare finchè non accadde qualcosa di davvero inaspettato.

«E quello da dove viene fuori?» chiese Flox con gli occhi fuori dalle orbite indicando un fiocco bianco sporco.

«È solo un altro fiocco Flox, ne abbiamo lasciato molti da quando abbiamo iniziato a camminare» rispose scocciato Grisam.

«Non è uno dei miei, io non indosso quel colore e comunque è  largo il doppio di quelli che stiamo usando noi» rispose inviperita la giovane strega del buio. Cautamente si avvicinò e sciolse il fiocco. Il fiocco era probabilmente molto vecchio poiché nei punti in cui era annodato vi era ancora il suo colore originario, un azzurro celeste pastello mentre il resto era bianco sporco, probabilmente  a causa dell’umidità, della polvere ma soprattutto dal tempo trascorso legato a quella trave di legno intagliato. Senza aspettare gli altri attraversò la porta.

«Hai qualche idea su chi sia il proprietario di quel nastro, vero?» chiese Babù facendo si che la sua amica tornasse indietro.

«Quella tonalità di celeste l’ho vista solo indosso  Scarlet quando eravamo piccoli. Può darsi che loro due abbiano trovato qualcosa di importante da queste parti e abbiano ritenuto necessario ricordarsene la posizione» rispose la giovane strega del buio per poi riprendere la sua strada, questa volta affiancata dai suo amici. Attraversato l’arco si trovarono in una piccola stanza e di fronte a loro vi era un massiccio portone decorato con oro e avorio. Cautamente Duff impugnò il pomello d’ottone e tirò. Inaspettatamente la porta si aprì, rivelando una grande stanza circolare divisa in quattro aree: ogni area aveva  una cancello di ferro battuto con a guardia una statua di pietra per ogni lato dalle sembianze di cavalieri con tanto di armatura e spada. Al loro ingresso il ogni area si accesero fiaccole di colori diversi, rispettivamente azzurro, viola, verde e giallo, mentre al centro erano bianche. Al centro della stanza vi era una teca.

Image and video hosting by TinyPic Avvicinandosi notarono contenesse un sacchetto di quelli che sembravano piccoli cilindri di legno incisi, un pugnale ricoperto di edera (sicuramente sotto incantesimo poiché rigogliosa anche senza radici), una spada all’apparenza molto antica ma che aveva un non so che di sinistro, e infine una statuetta di un drago bianco e oro impegnato nel proteggere una sfera di cristallo. Sulla teca faceva bella mostra di se una frase incisa sul vetro e colorata di rosso:

 

I DRAGHI SONO IL CORAGGIO CHE CI MANCA
IL CALORE CHE MAI STANCA
LA SICUREZZA CHE PURTROPPO IN NOI VACILLA
L’ASTUZIA CHE NELLE TENEBRE SCINTILLA
MA SE SI CREDE NEI VALORI
SE SI CREDE NEI NOSTRI CUORI,
SE SI CREDE NELLA FRATERNITA’
SE SI CREDE NELLA LIBERTA’
DOBBIAMO, POSSIAMO,
MA SOPRATTUTTO VOGLIAMO CREDERE AI DRAGHI

«Ho fatto molte ricerche sui draghi in tutti questi anni, ma devo ammettere che questo… incantesimo… mi è ignoto» esordì Tomelilla interrompendo quel silenzio innaturale.

«Chissà invece cosa sono questi» disse invece Shirley continuando a guardare il sacchetto.

Image and video hosting by TinyPic «Sono Rune» la voce femminile che aveva fatto sussultare e gridare dalla paura e la sorpresa apparteneva ad una giovane donna dai capelli neri e gli occhi azzurri. Indossava un antico abito blu e viola dalle leggere maniche a calice, mentre tra gli ondulati capelli neri troneggiava una delicata catenina con un pendente che scendeva sulla fronte. Non appena gli animi dei presenti si furono calmati, la donna riprese a parlare come se non si fosse mai interrotta.

«I popoli antichi, tramite sciamani, veggenti, stregoni, maghi, indovini, interrogavano la Natura in tutte le sue forme, per conoscere il futuro. Dalla Geomanzia, l’interpretazione dei segni sul terreno, all’Astrologia, a tutte le forme di divinazione attraverso gli animali, i fenomeni naturali, il cibo, ogni mezzo è stato usato per indovinare il futuro. Celebri erano indicazioni del volo degli uccelli, o i cruenti sacrifici durante cui si osservavano le viscere del capretto appena ucciso» mentre parlava, la donna aveva preso a camminare per la stanza con disinvoltura, come se stesse parlando del tempo. Sembrava che neppure li vedesse, cose se stesse parlando da sola e ci fosse abituata.

Image and video hosting by TinyPic «Con il tempo sono nati dei veri e propri metodi di divinazione, più o meno sacri, come le Rune, i Tarocchi, l’I Ching, tanto per citare i più famosi» questa frase invece era stata pronunciata da un ragazzo alto, dai capelli biondi e gli occhi marroni, indossava un armatura e aveva in mano una spada.

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TinyPic «Le Rune, dono del dio Odino ai Druidi, i sacerdoti dei Celti, erano dei segni magici che simboleggiavano una specie di alfabeto, dai differenti significati. I Druidi conoscevano il modo di trarre dalle Rune indicazioni, presagi e previsioni per il futuro» adesso invece era una ragazza dai lungi e folti capelli rossi e gli occhi verde scuro. Al contrario della prima ragazza, questa indossava un abito semplice e comodo e sicuramente di un rango inferiore.

«E se si volessero interrogare queste Rune, come si fa?» chiese ancora Shirley. La ragazza dai capelli neri estrasse dalla teca il sacchetto e glielo mine senne mani.

«Siedi in modo comodo, con la schiena dritta, evitando di incrociare le braccia, le dita delle mani o le gambe.
Rilassati..., respira..., libera la mente da ogni pensiero, da ogni preoccupazione, da ogni distrazione. Lascia che l'energia fluisca dentro e fuori di te... Quando senti di essere totalmente concentrato e rilassato pronuncia, anche solo mentalmente, le seguenti parole:

Grande Odino, Signore delle Rune - Potenti Norne, Sovrane del Destino, guidate la mia mano ed i miei pensieri, che io riceva il vostro sacro oracolo.
In questo momento ho bisogno di consigli e di aiuto. Guidatemi con le Vostre mani e con il Potere del Fuoco, dell'Aria, dell'Acqua e della Terra. Così sia”
» spiegò la ragazza.

Image and video hosting by TinyPic «Dopodiché puoi formulare la tua domanda, lancia in aria un pugno di rune loro cadranno a non molta distanza l’una dall’altra. Ricorda di formulare solo domande a cui si possa rispondere con un sì o un no perché una volta al suolo le Rune ti mostreranno una delle loro facciate, se sono tutte bianche la risposta è negativa se invece ti mostrano il lato inciso la risposta è affermativa» questa ultima volta era una ragazzo alto dai capelli e gli occhi marroni a parlare, indossava anch’egli un armatura e aveva la sua spada in mano.

«E se alcune sono bianche e altre no?» domandò Grisam. A rispondergli fu la ragazza dai capelli rossi, ancora seduta sul gradino dell’’area viola.

«Significa che la vostra domanda non può ancora ottenere risposta, poiché il destino non è ancora stato scritto» anche lei come tutti gli altri aveva una voce melodiosa, si sarebbe potuti rimanere ore ad ascoltarli parlare.

«Ma voi chi siete?» chiese d’un tratto Flora.

«Oh, ma che maleducati. Io sono Scarlet-Violet Pimpernel, per servirvi» esordì la mora con una riverenza.

«Anter Pollimon» disse il ragazzo biondo rinfoderando la spada e chinando il capo.

«Mentafiorita dei Sentieri» la rossa si alzò e anche lei eseguì una riverenza.

«Duffus Burdock» infine anche l’ultimo ragazzo si presentò, copiando i gesti di Antar.

«Ma quindi- voi siete- e questa è-?» Ortensia non riusciva a formulare una frase di senso compiuto.

«Esattamente» le rispose con un sorriso il suo antenato.

Era da una decina di minuti che i quattro fondatori di Fairy Oak erano andati via, a cercare di raggiungere Vì e Scar.

Nelle ore che avevano trascorso in loro compagnia avevano scoperto che Pervinca e Scarlet erano state  numerose volte a fargli visita. Avevano così imparato a interrogare le Rune e come evocare il drago, nella cui sfera era scritta la storia della più antica magia mai esistita: chi fosse diventato il suo proprietario avrebbe controllato gli elementi e l’equilibrio tra le forze contrastanti, bene e male, caldo e freddo, luce e buio.

Avevano scoperto che James Nox vuole impadronirsi di questa sfera per distruggere ogni forma di luce e convertirla nella più profonda oscurità .anche loro provarono a prendere la statuetta ma ogni qual volta si provava ad afferrarla ci si passava attraverso, in seguito Duffus spiegò che si trattava di un incantesimo di Pervinca e Scarlet e che impediva a chiunque di impadronirsi dell’oggetto, ma neanche lui conosceva il modo per spezzare o aggirare l’incantesimo.

 

 

SPAZIO AUTRICE  disgraziata scellerata che ha abbandonato la storia per un intero anno

Che ci crediate o no, sono tornata più carica che mai ed ho intenzione di finire questa storia una volta per tutte. Se tutto va bene riuscirò a finirla questa estate, se mantengo il mio progetto di farla durare massimo fino ai 40 capitoli.

Ma adesso parliamo della  storia: ho finalmente fatto trovare la cripta, c’è un nuovo drago e anche questi strani pezzi di legno. Ogni cosa che ho scritto sulle Rune l’ho trovata su siti che trattano di antichi metodi di divinazione o su Odino, perciò non so dirvi quanta verità c’è.

Spero che vogliate comunque lasciarmi una recensione, anche solo per farmi un cazziatone per aver abbandonato la storia.

A presto

  
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