Opera Ultima:
Innocentia Sanguinis
Il
mondo era
caduto. Passo dopo passo, città dopo città, zona
dopo zona, l’esercito dei
mille Guardiani era inarrestabile. Uccideva, devastava, distruggeva
senza
alcuna distinzione, massacrava incurante dell’innocenza,
attribuendo alla vita
il peso di un peccato mortale, da estirpare fuori dall’intero
pianeta.
Tutto, sotto
i compiaciuti occhi di Raven.
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La maga stava correndo nel nulla. Il buio
per la prima volta, la opprimeva, la schiacciava nella sua presa
più malvagia.
Urla, voci si sovrapponevano, chiedevano il suo sangue, di banchettare
con la
sua anima.
“FOLLE!”
Tuonò una voce
sopra tutte le
altre, una che Raven conosceva sin troppo bene. Vide le zanne,
formarsi,
assieme al ghigno demoniaco che tanto l’aveva fatta maledire.
“Illusa!
Credevi davvero di potere sfuggire a me?! Sciocca! Non puoi rinchiudere
la
follia! Non puoi placare la sete che ci guida! Non cercare oltre nella
tua
mente, poiché io sono e sempre sarò il tuo
peggiore incubo, d’ora innanzi!
Trema, dinanzi alla forza della nostra vendetta! Inchinati, davanti al
peso dei
nostri peccati! E pagherai col tuo stesso corpo il male che ci hai
inflitto!”
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La giovane
maga nera si svegliò di soprassalto, ansimando
violentemente. Si guardò
attorno, spaesata, e successivamente le mani. Si alzò dal
suo letto con
lentezza, esplorando ogni centimetro dei suoi dintorni, sino a che non
trovò
uno specchio, vecchio, malandato. Si guardò.
La vendetta che tanto aveva bramato.
Che tanto aveva desiderato.
La vendetta, per la quale…
…il suo stesso corpo aveva sacrificato.
Robin passò dinanzi alla stanza, ancora
indosso il suo mantello ed il cappuccio alzato a nascondere il suo
oramai
irriconoscibile volto.
La maga, oramai sopraffatta e posseduta, gli
sorrise.
“Ciao, Robin.”
Passarono secondi, minuti forse, durante i
quali la figura non smise mai di fissarla da sotto il cappuccio, come
se vedesse
oltre, come se stesse esaminando la sua mente, il suo cuore, la usa
stessa anima.
Dopodiché continuò a camminare, passando
oltre, pronunciando le prime parole in tre anni.
[(---------------------------------------------FINE---------------------------------------------------)]
Ed
ora, un’ultima richiesta: parlate. Ditemi come
l’avete trovata, cosa non va
bene e cosa sì, se è brutta, bella, odiosa,
angelica, qualunque aggettivo
abbiate in mente, usatelo. Criticami pure: sono un fan della critica
costruttiva (ma un po’ meno della non), sia per quanto
riguarda darla, che
riceverla. D’altronde, come posso migliorare se non capendo
dove risiedono i
miei errori? Grazie mille a tutti coloro che lo faranno.
Grazie.
Grazie davvero. Spero di rivedervi presto.
Sinceramente,
Sta_98.