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Autore: lady lina 77    26/06/2015    2 recensioni
Seguito de L'antica maledizione e insieme, crossover con i film de I pirati dei Caraibi.
Oltre tre anni dopo la sconfitta di Yoshy e la morte di Madeline, Lina Inverse viene contattata via lettera dal pirata Jack Sparrow che le propone una collaborazione per cercare tesori e terre inesplorate nei mari che si trovano oltre la barriera dei demoni caduta dopo che Fibrizio è stato ucciso. Titubante e non troppo convinta, Lina accetta. Andando incontro a nuove avventure e nuovi guai ma anche ritrovando persone importanti del suo passato.
Una storia dove Lina nasconde un dolce segreto, dove Lina è decisamente più adulta, più malinconica, più triste, più saggia e anche, a volte, più tenera, sensibile e più pronta a dimostrare il suo affetto alle persone a cui tiene. Ma cosa le è successo in quei tre anni intercorrenti fra la morte di Yoshy e l'incontro con Jack Sparrow? Cosa la ha fatta maturare tanto in fretta?
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse, Personaggio originale
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Finalmente riesco ad aggiornare questa storia. Questo capitolo mi è costato fatica e spero sia venuto bene. E' stato complicato rendere tante cose e spero che i sentimenti di Lina e Yonas siano usciti fuori come volevo io.

Grazie come sempre a chi legge, commenta e segue questa storia.

E grazie a Cat e Raffy che non mancano mai, con le loro recensioni, di spronarmi a scrivere e a divertirmi.



Tempo



Gli scalini erano ripidi e dismessi e scendevano, scendevano talmente in profondità che a Lina pareva di essere in procinto di raggiungere il centro della terra. Le mura di pietra ai lati erano imponenti e minacciose e tutto era avvolto da una strana cappa di oscurità, vinta solo dalla torcia che Leesel portava fra le mani. Aveva perso la cognizione del tempo, non era più nemmeno in grado di capire quanto tempo fosse passato da quando aveva oltrepassato la porta nel magazzino magico di Leesel e iniziato quella discesa. Era curiosa, impaziente e allo stesso tempo stranamente timorosa. Si trovava in un luogo che non avrebbe dovuto vedere, al posto di una persona che aveva scelto volontariamente di rinunciare a quell'opportunità unica.

E questo non le piaceva molto, anzi, non le piaceva per niente. Era completamente nelle mani di Leesel, si trovava molti metri sotto terra in antri stretti ed angusti e in cui mancava l'aria e non era padrona delle sue azioni. Non aveva potuto decidere con chi parlare e tutto ora dipendeva dalla scelta che Gourry aveva fatto per lei. "Quanto manca?" - chiese infine col fiato corto, più per porre fine a quel silenzio forzato che per effettiva curiosità. Tanto o poco che mancava, doveva continuare per forza a scendere quegli scalini.

"Non molto" – rispose Leesel, secca.

Lina la guardò storto. "Tu non sei di molte parole, vero?".

Leesel scosse la testa. "No, ti sbagli. A me piace conoscere le persone, parlare con loro. Ma il problema è un altro. Tu non dovresti essere quì!".

"Non sono quì per mia scelta" – rispose Lina, a tono.

Leesel sospirò. "Lo so. La verità è che non saprei cosa dirti, io non ti conosco e tu non sei la persona prescelta".

Lina fece un sorrisetto sarcastico. Se l'intento di Leesel era metterla in difficoltà, avrebbe trovato pane per i suoi denti. Il suo discorso non aveva né capo né coda. "Non conosci nemmeno Gourry, se proprio vogliamo puntualizzare".

A quelle parole Leesel si fermò, voltandosi verso Lina, faccia a faccia. "Ti sbagli, io so molto di lui. Sapevo dal primo momento che vi ho visti, che Gourry era diverso da tutti voi, che era la persona giusta per trovare la chiave d'accesso. E' vero, non lo avevo mai incontrato prima di oggi ma ricorda una cosa, Lina Inverse. Non servono anni di conoscenza per sapere tutto di una persona. Basta saper guardare negli occhi per capire chi si ha davanti. Saper guardare davvero, intendo... Gli occhi, soprattutto quelli puri e sinceri, ti sanno raccontare tutto, se sai ascoltarli!".

Lina si mise le mani sui fianchi, stranamente irritata dalle parole di Leesel. Non sapeva perché, ma le dava fastidio tutta quella sicurezza che ostentava nel parlare dello spadaccino. Nessuno conosceva Gourry quanto lei, nemmeno quella specie di mezza strega, fata o qualunque cosa fosse che aveva davanti. "Se sapevi tutte queste grandi cose, perché ci hai fatto perdere tempo? Ti prendevi subito Gourry, gli dicevi che era il prescelto e lasciavi che entrasse immediatamente attraverso il portale senza troppi giochetti".

"Volevo metterlo alla prova. Come vi ho detto prima, tutti quelli che arrivano quì con quella pergamena fra le mani, potenzialmente sono degni di essere dove sei tu in questo momento. Ma poi, alla prova dei fatti, quando dico loro cosa c'è in gioco, tutti si fanno prendere dalla cupidigia e dalla bramosia di potere e denaro. Gourry no, non si è fatto corrompere da sogni di ricchezza e gloria. Ed è per questo che è riuscito dove tutti gli altri hanno fallito. Ha saputo trovare, in un oggetto banale e da quattro soldi, la chiave che portava alla conoscenza. Ed è per il suo animo puro che ora TU sei quì. Ha superato la prova e sai, questo dimostra una cosa importante, al di la di tutto. E' una persona eccezionale, buona ed altruista. Come ce ne sono pochi. La cosa che mi fa arrabbiare è che tu non l'abbia ancora capito appieno".

I pugni di Lina si strinsero convulsamente, dalla rabbia. Come osava? Come osava!!! "Io so quanto lui valga, meglio di te e di chiunque altro. Davvero pensi di sapere ogni cosa meglio degli altri?".

Leesel alzò le spalle, mentre sul suo viso compariva un sorriso sicuro. "Oh, io non penso, io SO' di sapere ogni cosa meglio degli altri. Ogni cosa che valga la pena conoscere, ovviamente".

Lina rispose al sorriso di Leesel con un'occhiataccia. "Conosco Gourry meglio di te. Fine del discorso" – concluse, stizzita. In realtà però, le parole della ragazza la turbavano perché in lei avvertiva potere, conoscenza e una grandissima forza che teneva volutamente celata sotto quelle sembianze di ragazzina dai lunghi capelli biondi. Lo percepiva quasi a pelle e questo la metteva in difficoltà, così come le parole che le aveva appena rivolto.

Leesel non batté ciglio davanti alla rabbia di Lina. "Beh, se ne sei tanto sicura, meglio per te. Vuol dire che non farai errori, forse, nella prossima ora". Si voltò, riprendendo a camminare a passo spedito. "E ora sbrigati e seguimi. In silenzio".

Lina scosse la testa. "Con piacere" – borbottò. Anche se, avrebbe voluto chiedere cosa intendesse con quelle parole. Che errori poteva fare nell'ora successiva? Leesel non la conosceva e di certo era all'oscuro di quanto fosse brava nelle trattative e ad ottenere tutto quello che voleva, senza tralasciare alcuna opportunità. Ma non disse nulla, imponendosi di non darle quella soddisfazione.

Camminarono nell'oscurità e nell'assoluto mutismo per altri dieci minuti, mentre gli scalini si facevano sempre più ripidi e l'aria più rarefatta. Poi, quasi come per magia, le scale finirono e le due ragazze si trovarono in una specie di anticamera dalle mura annerite. Pochi metri fra le rocce, tutto quì, che parevano una specie di anticamera sotterranea.

"Siamo arrivate" – mormorò infine Leesel, avvicinandosi a un grosso e massiccio masso. "Il mio compito è finito. Spingi questa pietra, anche se sembra pesante si sposterà. Oltre ad essa si trova un'altra stanza simile a questa. Quello è il punto di congiunzione fra il nostro mondo e il mondo dell'aldilà e lì ti aspetta il tuo spirito. Ricorda Lina Inverse, hai solo un'ora esatta da adesso. Non un minuto in più. Quando avrai finito, la strada per risalire la farai da sola, tanto ormai l'hai imparata. E vedrai, la salita ti sembrerà molto più corta della discesa. Uscire è sempre più facile che entrare, quì. Io ti aspetterò su con i tuoi amici. Buona fortuna".

Lina sospirò sollevata, nel vederla allontanarsi. Anche se, in cuor suo, sperò fortemente che non le avesse mentito circa il peso del masso che avrebbe dovuto spostare. "Se è pesante, appena esco la brucio con un'incantesimo e me la mangio per cena, quella fattucchiera da quattro soldi. Al diavolo, mi ci vuole un attimo per porre fine alla sua millenaria carriera di fata da quattro soldi".

Borbottando, si avvicinò al masso. Fungeva da porta di ingresso e sembrava massiccio e terribilmente pesante. Ma non aveva tempo per elaborare un piano efficace per spostarlo, un'ora sarebbe passata terribilmente in fretta e non poteva fare altro che fidarsi delle parole di Leesel. "La ODIO!!!" - mugugnò, appoggiandosi con tutto il proprio peso sulla rocchia e prendendo a spingere.

Contrariamente a quello che aveva pensato, il masso si mosse subito al contatto con le sue mani, rotolando lievemente di lato e lasciando libero uno spiraglio che fungeva da ingresso. Stupita, Lina spalancò gli occhi. A quanto pareva, Leesel non le aveva mentito.

La maga, prima di varcare il passaggio, sbirciò incuriosita. Non c'erano luci, suoni, niente di niente all'interno di quell'antro sotterraneo. Si sarebbe aspettata fuochi d'artificio, qualcosa di plateale e magari pomposo da un essere superiore ed invece... nulla... In effetti era un pochino delusa! Solo una banale grotta sotterranea illuminata fiocamente da piccole torce alle pareti che qualcuno doveva aver acceso per il suo arrivo.

Inspirò profondamente, prendendo coraggio per entrare. Non aveva paura, questo no, ma il non sapere chi o cosa si sarebbe trovata di fronte la rendeva inquieta. Era abituata a condurre i giochi, a dettare regole, a gareggiare faccia a faccia con chi gli stava davanti. Il problema stava tutto nel fatto che non era preparata a quella situazione in cui l'aveva ficcata Gourry! Avrebbe torturato pure lui, una volta uscita da quella grotta, assieme a Leesel. Gran coppia i due biondini!

Ma non era tempo di perdersi in questo genere di pensieri. Leesel era stata chiara, solo un'ora di tempo. E non l'avrebbe certo sprecata! Entrò a passo felpato, cercando nelle ombre della grotta un volto, l'immagine del suo misterioso interlocutore. E infine, in un angolo, nascosto nella penombra, lo vide... Appoggiato alla parete, perfettamente a suo agio, qualcuno la stava aspettando.

Strinse gli occhi per mettere meglio a fuoco, mentre il silenzio attorno a lei pareva assordante. In quella penombra non riusciva a distinguere bene i tratti del viso, ma la corporatura... Quelle spalle, quel modo di stare appoggiato, quella postura, quei capelli ricci...

Quando realizzò che conosceva quella persona, che la conosceva anche se ancora non l'aveva vista bene in faccia, le gambe le si fecero molli. Tutto perse senso attorno a lei, come se la sua mente avesse fatto un reset totale delle vicende che l'avevano portata fin lì. "Yonas..." - sussurrò incredula, quasi timorosa dal pronunciare quel nome, mentre con la mano si stringeva alla roccia al suo fianco. Se non l'avesse fatto, sarebbe di certo caduta a terra.

Si appoggiò alla parete, incapace di proseguire oltre. Le sembrava che il cuore le si contorcesse in petto, che volesse uscire dal suo corpo ed esplodere in mille pezzi. "Yonas..." - ripeté, col fiato corto. Non poteva essere, era impossibile! La sua mente si rifiutava di credere a quello che i suoi occhi vedevano. Yonas era morto, lo aveva pianto a lungo, lo aveva cercato ovunque, incapace di arrendersi al fatto che non ci fosse più. E ora era lì, davanti a lei... Certo, poteva avere senso, si trovava in un punto di contatto fra il mondo dei vivi e quello degli spiriti ma... Yonas? Come poteva essere lui? Come poteva, se a scegliere lo spirito con cui conferire era stato Gourry? Era confusa, annientata, felice e allo stesso tempo esterefatta. Troppi sentimenti contrastanti per poter formulare ipotesi corrette su quanto le stava accadendo.

L'ombra si mosse dalla parete su cui era appoggiata, avvicinandosi a lei a piccoli passi. "Lina..." - sussurrò Yonas, come leggendole dentro, come percependo sulla sua pelle i sentimenti che attraversavano il corpo e la mente di Lina.

"Yonas, non può essere". Lina strinse i pugni, mentre lacrime silenziose di dolore, sbigottimento e assieme di felicità, le rigavano le guance. Prese coraggio e si avvicinò a lui, corse fra le sue braccia, stringendolo in un lungo abbraccio.

"Lina" – ripeté Yonas stringendola a se e accarezzandole i lunghi capelli rossi.

Rimasero in silenzio a lungo, l'una fra le braccia dell'altro. Era troppo, un'emozione talmente violenta da riuscire a mozzare ogni parola, ogni domanda, ogni tentativo di discorso sul nascere. E in fondo, entrambi sapevano che non erano le parole di cui avevano bisogno, in quei primi momenti insieme.

Fu Yonas, dopo interminabili istanti, a rompere il silenzio. "Tu non dovresti essere quì... ma sono felice lo stesso di averti rivista".

Lina sussultò a quelle parole, stringendosi ancora di più a lui. Era vero, Yonas aveva ragione. "Lo so, non dovrei essere quì. E non ci sto capendo niente. Ma sai, per la prima volta in vita mia non mi importa capire". Chiuse gli occhi, dimenticandosi di quanto dolore aveva passato, quante lacrime aveva versato, quanto si fosse sentita sola e senza appigli. Aveva poco tempo a disposizione per stare con lui, ne era consapevole. E non lo avrebbe sprecato. Le sue labbra raggiunsero quelle di Yonas, chiudendole in un lungo ed appassionato bacio. Non credeva che avrebbe potuto sfiorare ancora la sua bocca, godere del suo abbraccio, sfiorare quei riccioli neri che la facevano impazzire.

Si baciarono, a lungo, senza riuscire a smettere, come se non avessero avuto bisogno d'altro, come se non avessero aspettato altro.

"Quanto mi sei mancato..." - sussurrò Lina, a fior di labbra con quelle di Yonas.

Il ragazzo sorrise. "Anche tu. E lo so, hai sofferto molto a causa mia, ma adesso sono felice di vederti così, abbronzata, serena e tranquilla. Sono fiero di te Lina, fiero di come sei riuscita a ricostruire la tua vita. Fiero del coraggio che hai dimostrato di rialzare la china, di ributtarti in un'avventura, nonostante non ne avessi alcuna voglia. E tutto quello che hai fatto, ogni passo che hai compiuto nel tuo viaggio, ti ha portata quì".

Lina sorrise, arrossendo lievemente a quelle parole. "Sai davvero tutto? Mi hai spiata per caso?".

Yonas rispose al sorriso, scostandole una ciocca di capelli rossi dalla fronte. "Oh, conosco solo le cose necessarie. Non ti ho spiata ma... avvertivo tutto, finché hai avuto bisogno di me. Poi hai imparato a rialzarti da sola, hai imparato ad affrontare il tuo dolore e pian piano ho potuto... riposarmi davvero. Ma ti sono comunque accanto, in silenzio. E lo farò sempre, ogni volta che mi penserai, ogni volta che farai qualcosa che ho amato anche io. Non guarderò quello che fai, non ti spierò, ma lo percepirò. E gioirò quando ti sentirò contenta e mi preoccuperò quando sentirò che sei sola o disperata. Tutto quì".

"Davvero... davvero sarai sempre con me? Davvero condividerai ogni mia gioia e ogni mia sconfitta?".

"Davvero". Yonas la strinse a se, prendendo ad accarezzarle piano la schiena e i lunghi capelli rossi. Era felice di rivedere Lina, felice come non gli era mai capitato di essere nella sua vita. Ma ora che era passato dall'altra parte, ora che aveva la conoscenza, ora che sapeva tutto quello che c'era da sapere per le creature divenute spirito, sapeva anche cosa rischiava di perdere Lina se rimaneva troppo con lui. Sapeva tutto, sapeva leggerle dentro, sapeva del mondo che la circondava, sapeva delle persone che erano con lei e conosceva i sentimenti che la legavano a loro. E sapeva che Lina stava correndo il grave pericolo di perdere per sempre la persona che le era più cara. Si morse il labbro, indeciso sul da farsi. Conosceva il suo ruolo, era consapevole che avrebbe dovuto rispondere unicamente alle domande che Lina voleva porgli. Ma sapeva anche la regola più importante: non poteva parlare, interferire con la vita delle persona che aveva davanti, non più. Non poteva avvertirla del pericolo, non poteva dirle cosa stava succedendo fuori dalla casa di Leesel, non poteva metterla in guardia. E questo era frustrante perché Lina, inconsapevole, mai gli avrebbe fatto domande su Gourry. E lui di conseguenza non poteva parlargliene di sua iniziativa. E poi, anche se avesse trasgredito, anche se ci avesse provato a metterla in guardia... c'era un altro fatto... La voleva lì, accanto a lui, fino all'ultimo secondo di quell'ora. Non avrebbero avuto altre occasioni...

Ma fu un pensiero che durò un attimo, un secondo. Non poteva essere egoista verso di lei, non poteva essere bugiardo e non poteva mentirle. Non era giusto che per la sua felicità di un'ora soltanto, Lina perdesse la felicità di una vita intera. La amava e l'avrebbe amata sempre e per questo avrebbe voluto sempre e solo il suo bene. "Lina, dobbiamo parlare" – disse infine, risoluto, sollevandole il mento con la mano.

La maga scosse la testa. "Vorrei dirti mille cose ma in questo momento non riesco a dirne nemmeno una".

Yonas si morse il labbro. Non poteva dirle tutto su Gourry ma avrebbe fatto in modo che capisse e che decidesse da sola cosa voleva fare. Al diavolo le regole di quella dannata dimensione di contatto fra vivi e spiriti, non avrebbe permesso che a Lina succedesse qualcosa di male. "Quel ragazzo, quell'uomo che ti ha permesso di venire quì al suo sposto... E' di lui che mi avevi parlato quella volta? E' per lui che lanciasti quel Giga Slave, vero?". Non aveva bisogno di conferme da parte di Lina perché sapeva, ma aveva bisogno di sentirglielo dire. Aveva bisogno che lei capisse cosa provava davvero per lo spadaccino. Il tempo a loro disposizione era agli sgoccioli e Lina doveva saperlo, doveva capirlo prima che Gourry svanisse per sempre dalla sua vita! C'erano tante cose che poteva fare per Lina, cose futili come dirle come trovare oro o gioielli. Ma non era questo il modo in cui voleva aiutarla, non era questo che avrebbe fatto la felicità di Lina. E lottare perché avesse una vita serena era l'unica cosa che voleva e poteva fare. Non ci era riuscito in vita e ora che ne aveva la possibilità, non se la sarebbe lasciata scivolare dalle mani. "Gourry Gabriev, si chiama così, giusto?".

Lina spalancò gli occhi, sorpresa che Yonas si ricordasse di quell'approssimativo racconto che gli aveva fatto tanto tempo prima. Erano passati anni da quando gliene aveva parlato e tante cose erano successe da allora. "Sì, era per lui. Fu una scelta pazza, fuori da ogni logica. Ma anche oggi, dopo anni, posso dire di non essermene pentita. Se sono quì ora, con te, è merito suo. Anche se non capisco perché tu, proprio TU Yonas! Come può Gourry aver invocato TE?".

"Questo non ha importanza ora". Yonas fissò Lina pensieroso. Gli costava un grande sforzo dirglielo ma doveva farlo. Era sempre stato sincero con lei e non poteva non esserlo in quell'occasione. Puntò i suoi occhi verdi su di lei, serio, scrutandola in volto. "Lina ascolta! Sono felice, davvero, che tu sia quì con me! Ma ti devo avvertire di cosa rischi e poi starà a te la scelta. Vorrei solo poterti tenere quì con me ogni istante di quest'ora che ci è concessa ma se decidi di rimanere, se perdi anche solo un istante di troppo quì con me, lui si allontanerà da te. E non posso garantirti che non sarà per sempre. Decidi se restare quì con me, ora, ne vale la pena. Io... accetterò qualsiasi cosa tu vorrai fare".

"Cosa?". Lina spalancò gli occhi, stranita e confusa. Non capiva, era di Gourry che parlava? Cosa c'entrava lo spadaccino in quel momento e cos'era quello strano discorso? "Che vuoi dire?" - chiese, allontanandosi di scatto da lui, in preda ad una strana ansia che, improvvisamente, sembrava accartocciarle lo stomaco.

L'espressione di Yonas divenne ancora più seria. "Lina, non fare domande e pensa a quello che ti ho appena detto, è molto importante!".

Lina scosse la testa. Non fare domande? Lo avrebbe subbissato di domande!!! La felicità di aver appena ritrovato Yonas stava svanendo, lasciando posto ad una strana ed oscura angoscia. "Che diavolo vuol dire che lo perderò per sempre? Yonas, io davvero non capisco... Gourry è quì fuori, sta benissimo e lo rivedrò appena uscirò da questa grotta".

Yonas abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro. "Mi spiace Lina, ti ho già rivelato più di quanto avrei dovuto. Ti ho detto cosa rischi e che la scelta sta a te... Sappi, che a me andrà bene qualsiasi cosa tu deciderai, se sarà la migliore scelta per te, se seguirai la strada che desideri davvero! Io non posso e non voglio consigliarti... Anche perchè i miei desideri in questo momento non corrispondono alla strada migliore che tu dovresti intraprendere. Ma pensa bene a quello che vuoi fare, da questo dipende il tuo futuro". Era frustrante parlare così, a metà, senza dirle a chiare lettere la verità. Era frustrante perché tutto quello che voleva era aiutarla e non poteva farlo appieno.

Lina si accigliò. Non capiva un accidenti di quella strana situazione. Non capiva le parole di Yonas così come non era riuscita, poco prima, ad interpretare il modo di fare tanto bizzarro di Gourry... Ora che ci pensava, lo spadaccino aveva uno strano timbro di voce e una strana espressione in viso, l'ultima volta che l'aveva visto... E le parole di Yonas... Una strana inquietudine si prese possesso di lei... Un'inquietudine conosciuta, che arrivava come un avvoltoio ogni volta che, per qualche motivo, era preoccupata per Gourry.

Era così da sempre, quando si trattava di Gourry...

Era stato così quando avevano combattuto contro i Dark Lord, era stato così quando era ricomparso suo padre e gliel'aveva portato via, costringendolo a sposare Madeline, era stato così anche quando avevano combattuto contro Yoshy. Nonostante le liti, nonostante la lontananza, nonostante tutto quello che li aveva divisi a lungo, ogni volta che lui aveva avuto bisogno di lei, non si era tirata indietro. Non avrebbe potuto farlo nemmeno imponendoselo. Si morse il labbro, preoccupata. "Gourry è in pericolo?". Yonas non era più vivo, Yonas aveva la conoscenza, proprio come aveva spiegato Leesel. E proprio per questo sapeva molto più di lei.

"Non proprio. Però... rischiate entrambi molto, da questa situazione. Cosa vuoi Lina? Cosa vuoi davvero? Stare con me? O correre da lui?". Era doloroso chiederglielo perché sapeva già la risposta. Yonas lo sapeva, Lina lo aveva amato e lo avrebbe amato sempre. Ma non era sua, non gli era mai appartenuta davvero fino in fondo. Fra loro, come un'ombra silenziosa, senza che nemmeno la maga se ne fosse accorta, c'era sempre stato Gourry. Lui lo aveva sostituito per un pò, quando entrambi avevano bisogno di certezze e di pace e se li erano regalati a vicenda. Ma ora destino, percorsi di vita e morte, li avevano separati per sempre. Il suo tempo con Lina era finito. Era tutta banalmente quì, la realtà. Quell'ora in fondo, non avrebbe aggiunto nulla a quello che avevano vissuto insieme, a quello che si erano detti, a quello che avevano costruito. Niente sarebbe andato perso, Lina lo avrebbe portato sempre nel suo cuore e nei suoi ricordi. Ma ora, era un'altra la strada che lei doveva intraprendere. E doveva farlo subito, in fretta!

"Oh Yonas". Con un gesto delicato, Lina appoggiò la fronte contro quella di lui. Non capiva e non riusciva ad immaginare a quali pericoli Yonas si riferisse, ma era preoccupata. E se metteva sulla bilancia la preoccupazione per Gourry contro un'ora con Yonas...

Vinceva Gourry...

Perché Yonas stava bene, aveva trovato la pace, ce l'aveva lì davanti, sereno e in salute come non l'aveva mai visto. E lei aveva imparato ad accettarlo e a convivere con la consapevolezza che il loro tempo insieme era finito per sempre.

Dall'altra parte c'era Gourry, che aveva asciugato le sue lacrime, ascoltato le sue sfuriate senza battere ciglio, che l'aveva fatta ridere e divertire, che le era stato accanto in silenzio senza mai chiederle nulla. Gourry, che sembrava aver dimenticato cosa volesse dire essere felici ma che aveva lottato come un leone perché LEI fosse felice di nuovo. Gourry, che era passato da solo attraverso mille battaglie e che da solo si era leccato le sue ferite. Gourry, che era forte e coraggioso e che avrebbe dato la vita senza esitare, per salvare la sua. Gourry, che la faceva sentire viva e forte, indistruttibile. "Io non posso restare, se lui...".

Yonas sorrise. "Lo so. Ed è giusto così".

Lina si morse il labbro, sentendosi al contempo in colpa verso Yonas. "Ma tu...?".

Il ragazzo si chinò, baciandole lievemente le labbra. "Io starò bene, anzi benissimo! Voglio solo saperti felice Lina e so che puoi esserlo con lui. Ma devi correre via da quì, raggiungerlo, tenerlo stretto a te ed evitare che qualcosa possa ancora separarvi. Tu gli appartieni, VOI vi appartenete. Da sempre! Da molto prima di quanto pensi".

"Che vuoi dire? Yonas, io ti ho amato, ti amerò sempre e quando ero con te, c'eri solo tu per me".

Yonas sospirò. C'era un qualcosa che poteva regalarle, un ricordo lontano che forze oscure e potenti avevano cancellato dalla sua mente. La sua mano sfiorò la nuca di Lina, i suoi lunghi capelli rossi. La attirò a se, costringendola a poggiare di nuovo la fronte contro la sua. "Chiudi gli occhi Lina. Ti regalerò la verità. Quella che tu cerchi da tanto. Ti fidi di me?".

"Certo". Lina chiuse gli occhi e improvvisamente, quasi fosse una magia, si ritrovò in un mare blu, indefinito, senza appigli e senza rumori. E poi la sentì, quella voce disperata e allo stesso tempo determinata, che spezzava il silenzio in una supplica carica di angoscia.


"Lina, tu non te ne devi andare! Io ho bisogno di te"


E infine lo vide. Gourry, la cui armatura andava in frantumi, che lasciava andare la spada di luce per vincere l'oscurità che l'aveva catturata.

E poi la sua disperazione, quando era scomparsa dalle sue braccia...

E infine, di nuovo loro, insieme...

Il loro abbraccio...

Il loro lunghissimo e dolcissimo bacio...

Lina aprì gli occhi, spaventata e sconvolta da quei ricordi tornati alla luce quasi con violenza, trovandosi davanti quelli verde smeraldo di Yonas. Si staccò da lui, indietreggiando di alcuni passi. Strinse i pugni, colpita, stordita da quello che aveva appena visto. Come aveva potuto dimenticare? Come aveva potuto permettere che qualcuno le portasse via Gourry e ciò che erano? 'Il mio Gourry...'.

Yonas sorrise. "Ora lo sai, non potevo essere il tuo compagno che per poco tempo. Per tante ragioni. Soprattutto per QUESTA ragione".

"Yonas, grazie" – sussurrò Lina, mentre gli occhi le diventavano lucidi. Non sapeva che altro dire... Capiva, poteva percepire quanto fosse difficile per lui regalarle quel ricordo e, di fatto, farsi da parte per permetterle di vivere la sua vita a fianco di un altro.

"Grazie a te per essere entrata nella mia vita e per avermi amato. Hai dato un senso ad ogni mio giorno passato su questa terra. Mi hai reso migliore Lina, mi hai aperto la mente e mostrato orizzonti che non credevo di poter esplorare. Mi hai fatto volare e mi hai fatto amare la vita come non mi era mai capitato da quando ero nato. Ora vai però, in fretta. Solo una cosa ti chiedo...".

"Dimmi pure" – rispose Lina, avvicinandosi all'imbocco della grotta.

"Aubree. Ti prego Lina, prenditi cura di lei. Stalle vicino, aiutala a diventare grande. I miei genitori sono anziani e presto potrebbe avere bisogno di te. E' mia sorella ma... è stata anche la NOSTRA bambina, anche se per poco. Sìì un pochino sua madre, come lo sei stata quando è entrata nelle nostre vite".

Lina sorrise, appoggiandosi alla parete col dorso della mano. "Te lo prometto". Fece per andarsene, cercando dentro di se le parole giuste per accomiatarsi da lui. Non erano passati che una decina di minuti dal loro incontro ma sentiva l'urgenza di correre fuori. Ed era difficile, terribilmente difficile. Poi però si ricordò una cosa... Al diavolo, c'erano un paio di domande veloci veloci a cui voleva delle risposte!!! e non avrebbe avuto altre occasioni per approfittarne e ottenere delle risposte. "Yonas, solo una cosa".

"Dimmi!".

"L'oro, i fantastici tesori degli antichi pirati che arricchiscono questa terra e questo mare, secondo le leggende. Esistono davvero o sono solo favolette per bambini?".

Lo sguardo di Yonas si fece furbo e sul suo viso comparve un sorrisetto irriverente. "Oh Lina, certo che esistono. Ci sei andata anche molto vicino, sai? Ma dubito che tu voglia sapere davvero dove si trova l'oro... Ti conosco e se te lo dicessi, ti leverei tutto il divertimento di cercartelo da sola, il tesoro. O sbaglio?".

Lina ci pensò su un attimo. Poi scoppiò a ridere. "Bah, forse hai ragione tu. Me lo cercherò da sola, a modo mio. In fondo ho il fiuto per l'oro".

Yonas annuì. "Ora vai però. Il tempo stringe. E per quanto riguarda l'oro, ti do solo un suggerimento. Ci sei andata vicina, è in una delle isole che hai visitato. Nella terra e fra le rocce. Ma è sotto l'acqua che devi cercare, se lo vorrai trovare".

"Cosa?". Lina lo guardò male, storto. "Yonas, sei più contorto di una antica mappa del tesoro".

Yonas rise. "Lo so. Ma così ti divertirai di più. Pensaci, troverai la soluzione al rebus da sola, ne sono sicuro".

"Se non fossi già morto Yonas, ti ucciderei io in questo momento!" - borbottò. Poi però lo sguardo di Lina si addolcì. Gli sarebbe mancato, sempre. Ma era ora degli addii e non c'era altro tempo da passare con lui o altre cose da dire. "Probabilmente sì, ci riuscirò. E probabilmente hai ragione, mi divertirò pure! Sarebbe piaciuto anche a te questo viaggio in mare, ne sono certa".

Yonas si avvicinò, sfiorandole la guancia con una carezza. "E allora concludi anche per me quest'avventura. Sarà come se ci fossi anche io assieme a te. Ora vai" – sussurrò, baciandole lievemente la fronte.

Lina annuì. Lo guardò per l'ultima volta, imprimendosi nella mente i suoi riccioli neri, i suoi splendidi occhi verdi, il suo sguardo e il suo sorriso dolce e buono, proprio come lui. Quello sarebbe stato il suo ricordo di Yonas. Non più quel bosco d'autunno, con quel viso pallido e senza più vita, ma quei brevi istanti passati con lui, rubati alla morte e all'oblio. "E' stato bello conoscerti e amarti. Mi hai migliorata, mi hai fatta crescere e se oggi sono una persona un pò migliore, è soprattutto merito tuo. Cerca di stare bene, ovunque andrai, Yonas. E sii felice, come cercherò di fare io". Poi, a fatica, si allontanò da lui, di corsa, senza voltarsi mai indietro.

O non avrebbe trovato più il coraggio di andarsene.

Corse come una matta, su per le scale, con una strana angoscia che le martoriava il petto.

Come aveva detto Leesel poco prima, la salita fu molto più rapida della discesa. E quando fu finalmente all'esterno, fu quasi accecata dalla luce potente del sole del primo pomeriggio.

Vide i suoi amici nel piccolo giardino di Leesel e lo stomaco le si attorcigliò quando, fra loro, non vide Gourry. Mentre le parole di avvertimento di Yonas le risuonavano sinistramente nella mente.

Jack le corse incontro con gli occhi fuori dalle orbite. "E tu che ci fai quì? Era un'ora che dovevi restare e invece sarai rimasta la sotto nemmeno venti minuti. Lina, la Perla Nera!!!".

La maga scosse la testa, scansando Jack dalla sua visuale. Non aveva tempo da perdere! Si diresse verso Daryl invece, che la guardava con una strana espressione. "Dov'é? Gourry, dov'è?" - urlò, prendendolo per bavero della camicia.

Daryl si morse il labbro. "Se n'è andato!".

"E lo hai lasciato fare?".

Daryl le prese le mani, staccandola dalle sue vesti. "Invece di prendertela con me e perdere tempo, pensa a inseguirlo se non vuoi perderlo. Credo si sia diretto alla spiaggia per partire con le altre navi ma forse prima passerà alla capanna dove avete lasciato le vostre sacche, per prendere le sue cose".

Lina lo guardò storto, arrabbiata da morire con lui. Ma Daryl aveva ragione, non c'era tempo di star lì a discutere. Doveva muoversi, doveva raggiungerlo!

E dopo un'ultima occhiataccia a Daryl, prese il sentiero che portava alla spiaggia, di corsa.

Daryl la guardò allontanarsi, grattandosi la guancia. "Lo sapevo che se la prendeva con me. Si arrabbia sempre, anche quando non c'entro niente. Arrabbiarsi con me è il suo sport preferito".

Alix, sguardo serio, osservò il sentiero dove era sparita Lina. "Ci sta, sei il suo ex amante. Ma per il resto, spero che ce la faccia a raggiungere Gourry".

"E io spero che si sia ricordata di chiedere della mia nave" – mormorò infine uno sconsolato Jack Sparrow.


...


Corse, corse come non aveva mai fatto. Corse, inciampando e rovinando a terra. Si sbucciò il ginocchio ma non si fermò. Non era importante in quel momento...

Ora capiva, capiva tutto. Cosa volesse dirle Yonas e cosa significasse Gourry per lei. Amore, famiglia, affetto, vita... Gourry era tutto per lei e non avrebbe più permesso a niente e a nessuno di portarglielo via. Gourry, che le aveva regalato Yonas per l'ultima volta, rinunciando esso stesso a trovare la pace che cercava disperatamente ovunque.

Aveva scelto di non incontrare Madeline e ora doveva essere lei a trovare le parole giuste da dirgli per farlo stare di nuovo bene. Doveva essere brava quanto lo sarebbe stata Maddy. Non era più tempo di nascondersi, di celare i propri sentimenti. Era tempo di essere sincera, di accantonare per sempre il passato e di trovare la forza di affrontare il futuro assieme a lui. E con Gourry sarebbe stato un futuro radioso, lo sapeva. Doveva solo fermarlo, bloccarlo, torturarlo per la paura che le stava facendo prendere. E poi doveva solo amarlo, come per tanto tempo e per tanti motivi non era riuscita a fare.

"Gourry, il mio cervello di medusa...".

Corse, corse mentre la foresta tropicale la avvolgeva, corse contro il tempo che scorreva inesorabile. "Ti troverò, al diavolo il destino e tutto il resto! Me ne frego! Ti troverò e non te ne andrai più da me. Aspettami Gourry, ti prego".


  
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