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Autore: Yoshiko    23/02/2005    2 recensioni
-Vi dichiaro pertanto marito e moglie.- il sacerdote li fissò con i suoi occhi da miope attraverso le lenti degli occhiali appollaiati sul sottile naso aquilino -Ora può baciare la sposa.-
-In che senso?- domandò Mark Landers.
-Come in che senso? Nel senso che vi ho uniti in matrimonio e che lei adesso può baciare sua moglie.- disse il prete sorridendo paziente.
-Cos’ha fatto?- insistette Mark impallidendo.
-Vi ho sposati or ora e…-
-Ci ha sposati? Ma è pazzo?- biascicò il ragazzo scioccato.
-Se questo è uno scherzo non lo trovo divertente…- balbettò Jenny incredula."
Un matrimonio, un incendio, un salvataggio, un arrivo improvviso e un aiuto insperato...
Incredulità, stupore e situazioni imbarazzanti: come faranno i nostri eroi a tirarsi fuori dai guai?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Kojiro Hyuga/Mark, Ryo Ishizaki/Bruce Arper, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly, Yayoi Aoba/Amy, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Leaves Time
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Osservando le pinne dorsali dei due squali che nuotavano ormai da ore intorno al relitto, il ragazzo si chiese quanto sarebbe stato doloroso morire sbranato da quegli orribili pesci. Da un giorno e mezzo si trovava sulla zattera, sotto i raggi roventi del sole, esposto al freddo della notte, senza cibo né acqua. Da qualche ora all’orizzonte scorgeva la linea scura della terra che all’inizio gli aveva acceso una speranza di salvezza, infrantasi rapidamente nel momento in cui si era reso conto che senza un remo o una vela gli sarebbe stato impossibile raggiungerla.
La corda marcia che teneva legati i tronchi si lacerò ancora una volta e lui ritrasse di scatto i piedi mentre il legno su cui li aveva tenuti appoggiati finora si staccava dagli altri e si allontanava tra le onde. Chiuse gli occhi e giacque immobile, aspettando una fine che ormai doveva essere vicina. La gola riarsa gli bruciava ad ogni respiro, la fame era tale che lo stomaco aveva smesso di brontolare dalla sera precedente e ora, ad intervalli regolari, era assalito da violenti crampi. La sua pelle era irritata dai minuscoli granelli di salsedine che impregnavano anche i jeans e la camicia e i capelli neri si erano divisi in ciocche per l’umidità. Il sole abbagliante splendeva sulle onde e gli riverberava negli occhi accecandolo e quel silenzio assoluto rotto soltanto dal tenue gorgogliare del mare gli provocava allucinazioni auditive così realistiche che se non fosse stato certo di essere nella desolazione oceanica più assoluta, avrebbe giurato di sentire il rumore di un motore farsi sempre più vicino. Sarebbe prima impazzito e poi morto oppure il contrario?
Solo quando il frastuono diventò insopportabile e venne accompagnato da raffiche di vento tali da agitare la distesa d’acqua e la zattera che restava zattera per miracolo, spalancò gli occhi e alzò la testa. Sopra di lui un elicottero bianco e blu si avvicinava rapidamente fendendo l’aria. Balzò in piedi così all’improvviso che un altro tronco si staccò dal relitto, rendendo la piattaforma ancora più instabile. Scossa dalle onde create dalle raffiche di vento dei rotori, la zattera si agitò furiosamente sotto il giovane che solo per un pelo riuscì a non finire in pasto agli squali.
-Ehi!- lo salutò Benji affacciato al posto di guida -Non vorrai farti un bagno proprio ora!- e senza aspettare risposta virò, voltò l’elicottero e avvicinò all’amico il lato opposto della fusoliera.
Lo sportello si spalancò e Jenny comparve in un vortice di merletti candidi, come un angelo sceso dal cielo per portarlo in salvo.
-Philip! Philip!- gridò tendendo le braccia, mentre il vestito svolazzava intorno a lei incorniciando la sua figura minuta.
Rendendosi conto che non stava sognando, Callaghan quasi pianse di sollievo.
-Jenny!-
-Scendi ancora un po’…- ordinò Holly a Benji, valutando la distanza tra loro e il naufrago.
-Ok, ma ti avverto che non siamo equipaggiati per un ammaraggio e che se tocchiamo l’acqua coliamo a picco come il Titanic.-
-Il Titanic non era una nave?- domandò Bruce confuso.
-Grazie per l’avvertimento Price…- replicò Mark febbricitante, circondando con un braccio i fianchi di Jenny che nell’entusiasmo di aver ritrovato il fidanzato, si spencolava nel vuoto rischiando di cadere in mare. Con tanta fatica e altrettante proteste da parte di lei, riuscì a scostarla e a prendere il suo posto. Si allacciò la cintura di sicurezza intorno alla vita e allungò un braccio verso Philip, perché potesse aggrapparvisi e salire a bordo -Coraggio!- lo incitò.
L’altro annuì e tese le mani verso l’amico. Un attimo prima di afferrarlo, un luccichio all’anulare sinistro attirò inopportuno la sua attenzione.
-Cos’è quello?-
-Cretino! Che domande fai? Ti sembra il momento?- Mark lo issò sull’elicottero. Nell’attimo stesso in cui il piede di Philip lasciava la zattera, le corde cedettero e i tronchi si sparpagliarono tra le onde.
-Oh, Philip!- Jenny gli si gettò tra le braccia in un turbinio di veli che quasi soffocarono Mark, seduto tra loro.
-Ehi! Un attimo!- Landers si slacciò la cintura di sicurezza e sgusciò sui sedili sotto di lei per allontanarsi il più possibile dalle loro effusioni.
Holly allungò una mano e spinse in avanti lo sportello spalancato per richiuderlo.
-E ora dove andiamo?- domandò Bruce al portiere.
-Controlla la cartina.-
-Devi tornare indietro, verso terra.-
-Ricevuto.- Benji inserì la rotta, attivò il pilota automatico e si volse ad osservare Philip -Stai bene?- era così esausto da riuscire a malapena a ricambiare l’entusiasmo di Jenny.
-Sì.- si guardò intorno -Avete dell’acqua?-
-Abbiamo tutto.- Patty gliene porse una bottiglia.
Philip ne trangugiò una buona metà e si fermò soltanto quando Jenny gliela tolse dalle mani.
-Non così tanta tutta insieme…-
Un po’ ristorato lui annuì, poi la guardò con più attenzione.
-Cos’hai addosso?-
Lei si irrigidì.
-I… In che senso?-
Solo il fruscio della mappa che Bruce stava ripiegando interruppe il silenzio di quel tragico momento.
-Che vestito è?-
-Un vestito da sposa…- si agitò a disagio sul sedile e lanciò a Mark un’occhiata involontaria che venne immediatamente notata.
Philip notò anche l’abbigliamento dell’amico, capì e sussultò frastornato. Afferrò la mano sinistra di quella che era diventata improvvisamente la sua ex fidanzata, si allungò verso Landers dall’altro lato, recuperò anche la sua e osservò le due fedi.
-Che accidenti significa questo?-
Mark ritirò subito la mano.
-È stato un caso.- gli volse le spalle per puntare il suo disagio sulla distesa azzurra dell’oceano.
Quella risposta priva di senso fece perdere a Philip tutto il controllo che stava cercando disperatamente di mantenere. Si sporse oltre Jenny, acchiappò Mark per la camicia bianca e lo scosse in malo modo.
-Ci si sposa per caso?-
-Ci si sposa in due!- gli strinse il polso e gli fece mollare la presa -Rivolgiti anche a lei! Questo…- e indicò l’anello -Non me lo sono messo da solo!-
-Vigliacco…- lo rimproverò Benji.
Landers udì l’insulto ma non gliene importò. Quella febbre lampo lo aveva sfiancato e non aveva nessuna voglia di litigare per qualcosa che lui stesso non solo non capiva, ma non era neanche in grado di spiegare.
Philip, da parte sua, riconoscendo che Mark non aveva tutti i torti, tornò a fissare Jenny.
-Allora?-
Lei strinse le spalle.
-Cosa vuoi che ti dica?-
-Ah, non so! Fai tu!-
-Assaggia un confetto!- Bruce gli porse la bomboniera -Senti che buoni!-
-Dannazione Harper!- saltò su Mark -Quante ne hai rubate?-
-Cosa te ne importa? Li avete comprati per mangiarli, no?-
-Ma non perché ti ci rimpinzassi in questo modo!-
-Mark, lascialo in pace.- intervenne Jenny -Sono molto più contenta che li mangi lui piuttosto che quegli avvoltoi che erano in chiesa.-
Landers divenne paonazzo.
-Come diavolo ti permetti di dare dell’avvoltoio a mia madre e ai miei fratelli?-
-Ahi ahi!- Benji scosse la testa -Ha toccato la sacra famiglia…-
-Non loro, idiota! Non intendevo loro…- Jenny incrociò le braccia -Non capisci niente, come al solito.- si volse adirata verso Philip che li fissava sconcertato -Che c’è?-
Il giovane riacquistò tutto il suo sangue freddo.
-Sto ancora aspettando spiegazioni!-
Lei abbassò gli occhi dispiaciuta.
-Io non so spiegarti…- disse con un filo di voce -Non ci capisco niente…-
Philip cominciò a sospettare che i due gli avessero sempre nascosto qualcosa.
-Assurdo! Vi siete sposati e non sapete perché?- il suo tono fu così velenoso che Jenny sussultò.
-Insomma Callaghan!- tonò a protestare Mark, già stanco di sentirlo. Se non avesse messo definitivamente fine a quel fastidiosissimo terzo grado, il compagno sarebbe andato avanti così per tutta la giornata -Smettila di fare domande cretine! Almeno fino a quando non riuscirai a spiegarci per quale motivo ti abbiamo ripescato su una zattera sgangherata in mezzo all’oceano!-
Philip ammutolì, incapace di rispondere. Apparentemente ridotto al silenzio, voltò le spalle ai due e rimase a guardare il mare al di là del vetro, rifiutandosi di alzare gli occhi persino su Jenny.
-Perché non ci fermiamo per mangiare?- suggerì Bruce.
Patty annuì d’accordo.
-Però trova un bel posto, Benji. Possibilmente pianeggiante e con un prato.-
-Se ci fosse anche qualche alberello a fare ombra sarebbe meglio.- Holly cercò il luogo adatto puntando gli occhi verso il basso, al di là del vetro.
-E che non sia troppo lontano da una sorgente.- aggiunse Jenny esigente.
Il portiere non gradì le loro pretese.
-Perché lo domandate a me? Le richieste impossibili vanno fatte a Harper!-
-Bruce, mi raccomando, allora…- gli sorrise Patty accattivante -Datti da fare!-
L’amico sospirò e aprì di nuovo la pianta, sperando che quel pezzo di carta gli suggerisse la direzione da prendere. La freccetta lampeggiava indicando l’ovest e dopo aver dato la rotta al pilota, si ficcò in bocca un altro confetto.
-Cominciano a non bastarmi più.- osservò l’orologio. La fame stava arrivando perché era ormai ora di pranzo.
Jenny lanciò l’ennesima occhiata a Philip che continuava a voltarle le spalle e non aveva più parlato da quando Mark lo aveva zittito. Continuando a osservare il paesaggio sotto a loro si tormentava nervosamente le mani, la sua schiena era rigida e i muscoli del suo volto erano tesi.
Gli si accostò e insinuò una mano tra le sue.
-Sei arrabbiato?-
Lui non l’allontanò ma le rispose con un sorrisetto sarcastico, senza neanche voltarsi.
-Dovrei esserlo?-
-No. Non dovresti.-
Evidentemente la sua risposta non gli piacque. Afferrò di nuovo la bottiglia dell’acqua, allontanando così la mano di lei.
-Signori passeggeri…- Benji manovrò l’elicottero perché cominciasse la discesa -Ho trovato il posto che fa per voi. Allacciate le cinture.-
-Aspetta…- protestò Bruce leggendo la mappa -Non è qui che dobbiamo fermarci…-
-Come no?- il portiere si sporse dal finestrino -Guardate, ci sono gli alberi, l’erba, il ruscello, tutto quello che avete chiesto…-
-Sì, ma la freccia dice di proseguire…-
-Proseguiremo dopo. Non troveremo facilmente un altro posto così.-
-Ma…-
-Bruce…- lo interruppe Patty -Benji ha ragione. Guarda, è proprio come l’abbiamo chiesto. La cartina ci sta soltanto indicando la direzione che dovremo prendere dopo…-
Mentre Bruce alzava le spalle sconfitto, tutti allacciarono le cinture di sicurezza e restarono a guardarsi intorno in silenzio finché il velivolo non fu atterrato e poterono saltare giù.
-Non ne potevo più!- una volta a terra Holly sollevò le braccia e si stiracchiò -Ero tutto incriccato.-
Mark si aggirò intorno alle ragazze, già occupate a stendere i teli sull’erba.
-Si mangia?-
-Soltanto se ci dai una mano.-
Anche Benji le raggiunse.
-Tra quanto è pronto?-
-Be’, poco… e molto di meno se smettete di pensare che preparare il pranzo sia esclusivamente compito nostro…-
-Io il mio compito ce l’ho già.- replicò il portiere -E anche molto faticoso…-
-Faticoso…- gli rifece il verso Landers -Non sbatti mica le braccia per far volare l’elicottero!-
Jenny ignorò i due che continuavano a rimbeccarsi e vide l’ex fidanzato allontanarsi verso gli alberi e il ruscello.
-Philip, dove vai?-
Lui non le rispose, non si voltò neppure. Raggiunse la sorgente, si sfilò la camicia e si inginocchiò sulla riva per lavarsi di dosso la salsedine. Ne era ricoperto e gli prudeva da morire.
Patty sgomitò l’amica che era rimasta a guardarlo.
-Vai… Approfitta, no?-
-E tu?-
-Verranno ad aiutarmi, non preoccuparti.-
Jenny annuì, tornò verso l’elicottero, afferrò un asciugamano e raggiunse di corsa il ruscello, l’abito che le ondeggiava sulle gambe, l’orlo che accarezzava l’erba. Philip aveva immerso la testa nell’acqua per togliere il sale dai capelli e si accorse di lei soltanto quando si tirò su e gli porse l’asciugamano. Lui lo prese e se lo passò sul volto senza dire una parola.
-Vuoi che ti aiuti?-
-Gli hai chiesto il permesso?-
-Non sei divertente…-
-Sto parlando sul serio.-
Jenny sospirò, si sedette sulla riva e si abbracciò le ginocchia, cercando di capire cosa gli passasse per la testa.
-Ok, allora Mark mi ha detto che posso.-
-Harper, cosa significa questo?-
Il grido infuriato di Benji la fece sussultare. Lei e Philip si volsero verso i compagni, non riuscirono a udire il concitato scambio di parole che seguì, ma Patty li chiamò.
-Si parte!-
Ancora gocciolante Philip si tirò su sbuffando, si asciugò alla meglio e si rinfilò la camicia. Tornò verso l’elicottero, senza neppure assicurarsi che Jenny lo stesse seguendo.
-Allora?-
Holly si volse.
-Non abbiamo più niente da mangiare!-
-Com’è possibile?- Jenny superò Philip e raggiunse l’elicottero. Le provviste erano state lì fino al momento dell’atterraggio. Ne era sicura, l’aveva viste quando aveva passato a Patty le coperte da stendere sull’erba. Non le trovò.
-È sparito tutto.- mormorò incredula -Bruce! Cos’è successo?-
Il ragazzo alzò le spalle.
-Non ho fatto niente, non ho detto niente… Non capisco proprio…-
Risalirono sull’elicottero, Benji avviò il motore, afferrò la cloche e si sollevò da terra.
-E ora dove andiamo?- domandò Philip. Stavolta si era seduto davanti, accanto al pilota. Tutto pur di star lontano dai due sposi.
Il portiere rispose distratto, indaffarato nella manovra di decollo.
-Consulta la cartina.-
L’altro, recuperò la mappa, l’aprì e i suoi occhi sconcertati si posarono sulla solita lampeggiante e beffarda freccetta che indicava sud-est. Si riprese all’istante, diede le coordinate al pilota e sprofondò nel silenzio.
Jenny, seduta negli ultimi posti accanto a Patty, si guardò di nuovo alle spalle.
-Non riesco a crederci. Come può essere sparito tutto?-
Fu Mark a risponderle.
-Non vale la pena che continui a chiedertelo. Non hai ancora capito che stiamo passando da un’assurdità all’altra?-
Lei non si convinse.
-Sì, ma come fa a sparirci sotto gli occhi tutta quella roba?-
A Patty venne da ridere.
-Perché non hai assistito all’apparizione della macchinetta fotografica! Se l’avessi vista, ora non ti stupiresti più di niente.-

-Eve, per favore, mi passi le tartine?-
Julian giaceva comodamente disteso su una sdraio, i piedi a mollo nell’acqua di un’immensa piscina che brillava d’azzurro più del cielo.
Lei alzò la testa, allungò un braccio verso il tavolino, afferrò il vassoio e glielo passò. Poi tornò a bearsi del sole.
-Qui è veramente una pacchia.- sistemò meglio gli occhiali scuri e si cosparse e braccia di crema abbronzante.
Julian appoggiò il vassoio a terra e annuì, la bocca piena.
-Vuoi ancora del succo di frutta?- le chiese per ricambiare il favore.
Evelyn prese il bicchiere che lui le porgeva.
-Grazie.-
Julian si tirò su e si guardò intorno, socchiudendo gli occhi al riflesso del sole sull’acqua.
-Si sta troppo bene per essere realtà… Tra poco vedrai che ci sveglieremo.-
-Allora dobbiamo godercela finché dura.-
Il ragazzo annuì e si tuffò nella piscina. Riemerse poco più in là e la chiamò.
-Perché non vieni anche tu?- si scostò i capelli bagnati che gli si erano appiccicati sulla fronte e nuotò verso di lei.
Evelyn si volse e per rosolarsi ben bene anche la schiena, sganciò la parte superiore del costume.
-Ora non ne ho voglia.-
-È un peccato…- se Amy fosse stata lì, sicuramente lo avrebbe raggiunto in acqua e avrebbero potuto giocare insieme.

Mark puntò la villa che stavano sorvolando.
-Accidenti che casa!-
Jenny unì le mani, estasiata.
-C’è anche la piscina…-
-Scendiamo, forse troveremo qualcosa da mangiare…- propose Holly.
Philip annuì.
-Ero meno affamato quando mi avete trovato.-
-Invece di lamentarti consulta la cartina.- Mark era seduto proprio dietro di lui e sottolineò l’ordine colpendogli una spalla.
Callaghan si inviperito ma poiché anche Holly e Benji lo esortavano a controllare la pianta, fu costretto a farlo.
-Sì, possiamo scendere.-
-È la nostra meta?- chiese Benji.
-Per il momento sì.-
-Sei sicuro?- insistette Holly.
-Sì.-

-Che diavolo…- imprecò Evelyn, quando il frastuono dell’elicottero divenne così insopportabile da costringerla a coprirsi le orecchie con le mani. Si allacciò la parte superiore del bikini e si volse per guardare.
Julian emerse dalla piscina e la raggiunse, restando in piedi, gocciolante e sbalordito, ad osservare il velivolo atterrare nel verde prato dell’immenso giardino. Lo stupore dei due raggiunse il culmine quando Philip saltò giù seguito da Mark e da tutti gli altri.
-Ma guarda un po’ che bella sorpresa!- Price smontò per ultimo dopo aver spento i rotori -Che ci…-
-Fate qui?- finì Julian.
Evelyn annuì.
-Ah, non…-
-Chiederlo a noi…- terminò Patty.
-Oh perfetto…- Mark si arrotolò stizzito le maniche della camicia che gli erano scese fino ai gomiti -Abbiamo tutti le idee chiare!-
Jenny si avvicinò al tavolino e si servì subito del succo di frutta.
-Che caldo che fa… Posso, vero?-
-Prego…- annuì Evelyn con un gesto distratto della mano, troppo occupata a rispondere alla raffica di domande con cui Bruce la stava assalendo.
Affamati com’erano, i nuovi arrivati si gettarono sulla decina di tartine a cui Julian aveva già largamente dato fondo e Holly riuscì a conquistarsi l’ultima dopo una lotta all’ultimo sangue con Price. Ma poi fu costretto a cederla a Patty che lo guardava implorante.
-C’è nient’altro? Sono ore che non mangiamo.-
-Provate a vedere in casa.- Evelyn indicò la villa con un gesto della mano. Lei e Bruce si erano seduti sul bordo della piscina, i piedi immersi nell’acqua, e sembravano completamente presi da loro stessi.
La portafinestra della veranda era chiusa. Mark tornò verso Julian che li fissava sconcertato chiedendosi perché, se il sogno era finito, Amy non c’era…
-Ross, sgancia le chiavi.-
-Che chiavi?-
-Quelle di casa.-
-Non le ho.-
-Non le hai?- insistette Benji -Questa non è casa tua?-
-No…-
Il portiere alzò gli occhi al cielo.
-Di male in peggio.- raggiunse Philip e Mark che pur di riuscire a entrare, stavano tentando in qualche modo di scassinare la serratura. Nonostante i loro sforzi però la finestra non cedette di un millimetro.
-E se rompessimo il vetro?- domandò Philip.
-Callaghan, tu sei un teppista.- Mark lo fissò sgomento -E secondo me anche pericoloso.-
L’amico ci pensò un po’ su, poi rispose.
-No, sono un idiota. Che diavolo ci faccio qui a parlare con te?-
-E io che ne so?-
-Bah…- indignato si volse verso Julian -Rompiamo il vetro?-
-Sei matto?! Poi chi paga i danni?-
-Cosa te ne importa? Non è casa tua, il padrone non c’è, nessuno ci sta guardando…-
-Assolutamente no.-
-E va bene. Fate un po’ come vi pare.- e seccato si allontanò da loro, tornando verso la piscina.
A mollo nell’acqua Patty lo vide avvicinarsi e puntò il dito indice contro di lui.
-Fermo dove sei, Philip!-
Il giovane si bloccò all’istante, sconcertato.
-Non fare un altro passo!-
La testolina di Jenny emerse accanto a quella di Patty.
-Ah, che bello…- sospirò deliziata. Gli voltava le spalle e non l’aveva visto -Non vedevo l’ora di rinfrescarmi un po’… Il vestito mi soffocava…-
A quelle parole rivelatorie, gli occhi di Philip vagarono qua e là e trovarono in un attimo ciò che si aspettavano di vedere: l’abito di Jenny era stato abbandonato su una sdraio in un cumulo di vaporosa stoffa bianca, accanto ai vestiti di Patty. Capì perché l’amica non voleva che si avvicinasse e ora non aveva certo più intenzione di farlo. Tornò sui suoi passi, raggiunse il tavolo e si versò in uno dei due bicchieri quelle poche gocce di succo di frutta che erano rimaste dopo il passaggio dei compagni, pensando che più tardi anche lui si sarebbe fatto un bagno per togliersi di dosso ogni residuo di salsedine. Si stravaccò su una delle sedie a sdraio, incrociò le braccia dietro la testa e chiuse gli occhi.
-Ho fatto il giro di tutta la casa…- sentì dire Holly mentre tornava davanti alla finestra che Mark e Benji cercavano ancora di aprire -La porta è chiusa e le altre finestre sono sbarrate.-
Il cucchiaino che il portiere stava usando per forzarne l’intelaiatura si spezzò ferendolo.
-Maledizione!-
La mano si coprì in un attimo di sangue e Holly divenne terreo.
-Ci mancava soltanto questa!- porca miseria, se Benji si faceva male, nessun altro avrebbe potuto pilotare l’elicottero. Raggiunse il tavolino trascinandosi dietro l’insanguinato compagno e gli avvolse un fazzoletto di carta intorno alla mano.
Philip li guardò.
-L’avevo detto io che sarebbe stato meglio rompere il vetro.-
Gli amici gli lanciarono un’occhiataccia torva mentre Jenny e Patty si avvicinavano, nuotando fino al bordo della piscina.
-Che succede?-
-Benji si è ferito…-
Le due si guardarono indecise. Chi sarebbe stata la fortunata a riemergere per soccorrere il compagno? Tirarono a sorte.
-Philip, sii gentile…- Jenny lo chiamò -Passami l’asciugamano.-
-Quale?-
-Quello su cui sei seduto.-
Si alzò, lo recuperò e lo allungò verso la giovane che restò a guardarlo, in attesa.
-E ora cosa c’è?- cominciò a perdere la pazienza. Non aveva forse fatto quello che gli era stato chiesto?
Lei arrossì.
-Puoi tenerlo aperto? Non ho niente addosso…-
Il giovane sbuffò, allargò le braccia e lo tenne disteso mentre Jenny si issava sul bordo della piscina e si metteva in piedi. Philip la ricoprì e lei si avvolse l’asciugamano intorno al corpo.
-Grazie…-
Benji li osservò curioso, tamponandosi la mano con il fazzoletto ormai intriso di sangue. A piedi nudi lei raggiunse il prato, arrivò all’elicottero e si issò nella fusoliera per cercare la cassetta dei medicinali. Quando l’ebbe trovata, stringendosi addosso il telo da bagno, tornò di corsa verso il portiere. Gli prese la mano, scostò il fazzoletto ed esaminò il taglio con area critica.
-Non è niente…- si schermì lui.
-Già, per fortuna…-
Philip tornò annoiato dai compagni, ancora a discutere davanti alla finestra chiusa.
-Allora che si fa?-
-Rompiamo il vetro?- adesso a Mark l’idea di Philip non sembrava più tanto assurda.
-Neanche per sogno!- insistette Ross -Se ci pescano a fare una cosa del genere ci arrestano di sicuro!-
-Chi ci vede? Chi ci arresta?- Holly si guardò intorno -Non c’è nessuno qui oltre noi!-
Il rumore di un vetro infranto li fece sobbalzare. Si volsero verso Philip, incrociarono il suo ghigno soddisfatto, poi spostarono gli occhi sulla finestra che aveva davanti, ridotta in frantumi. Tra i vetri, a terra, spuntava una grossa pietra divelta dal lato del vialetto.
Julian trasecolò.
-Sei impazzito?-
-Ha fatto bene.- intervenne Holly -Tu ci avresti lasciato tutto il pomeriggio a discutere…-  superò i vetri sparpagliati ovunque, scostò la tenda e s’infilò nell’abitazione.
-Sarebbe meglio se ti mettessi addosso qualcosa.- consigliò Mark a Julian, scostando anche lui le tende per entrare dietro Philip -Non puoi venir via così.-
-Via? Via dove?-
-Via.- Landers scavalcò i vetri e lo lasciò lì.
Jenny gli comparve improvvisamente accanto, facendolo sobbalzare. Aveva rindossato l’abito da sposa e le scarpe.
-Se ci fosse qualche vestito pulito…-
Attraversò il varco e Benji la seguì. Alla fine anche Julian, rimasto ormai solo accanto alla finestra infranta, si decise ad entrare.
Si catapultarono in cucina, alla ricerca di qualcosa da mettere nello stomaco. Aprendo uno sportello dopo l’altro, Holly aveva radunato sul tavolo qualche mela e una mezza dozzina di pomodori
-Per essere una casa così grande non è che ci sia molto da mangiare…-
-Infatti.- annuì Mark, la testa ficcata nel frigorifero.
Philip entrò, recuperò un frutto e l’addentò. Landers lo vide e scattò.
-Che cazzo fai? Il cibo va razionato!-
-Non rompermi le palle! Sono stato un giorno e mezzo senza mettere niente nello stomaco e devo ancora rifarmi degli arretrati!-
Mark lasciò perdere le ricerche, appoggiò le mani sul tavolo e si sporse verso di lui.
-Chissene strafrega dei tuoi arretrati! Da quando ti abbiamo ripescato non hai fatto altro che rompere i coglioni! Avremmo fatto molto meglio a lasciarti su quel relitto…-
Proprio nell’istante in cui reagiva, Philip sentì qualcuno aggrapparsi al suo braccio e fermarlo.
-Non dire più una cosa simile!- Jenny fissò Mark con uno sguardo di fuoco e lui ricambiò con un’occhiata beffarda.
-Altrimenti?-
La giovane non lo seppe e l’unica reazione che ebbe fu quella di stringere con forza il braccio di Philip. Non disse una parola, volse le spalle a tutti e uscì dalla cucina trascinandosi dietro il ragazzo.
-Avete fatto pace?- domandò Benji incrociandoli nel corridoio. Poiché nessuno dei due gli rispose e lui non si aspettava che lo avrebbero fatto, sparì come era comparso.

   
 
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