“Moriemur inultae,
sed moriamur”*
Virgilio, Eneide, Libro IV
sed moriamur”*
Virgilio, Eneide, Libro IV
La nave prese l'arduo mare,
spinta da Zafiro giocondo
mentre Eolo favorì bonaccia
La spada crudele, sfiorò la regina.
E come serpe, al seno, mordente,
la lama baciò il fiero petto
S'alzò un grido,
monotono il lamento.
Accorse la nutrice dal bianco pelo.
Scese l'ombra,
nell'Ade freddo,
la spada di morte nel petto.
Amor, che fosti la sua sorte,
guarda bruciar le fiamme nella pira
perchè saranno la tua morte .
*Moriremo invendicate, ma muoriamo