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Autore: tienimiancora    30/06/2015    12 recensioni
Estratto dal Capitolo Due.
“Avanti Lucas, smettila di sparare cazzate. Questa rientra tra quelle più grosse che hai detto.” il ricordo della voce di Emily gli apparve forte e chiaro nella mente.
La ragazza aveva reagito così davanti alla parola 'angelo'.
“Emily lo so che non mi avresti mai creduto ma è quello che sono.” aveva risposto lui serio.
Lei era rimasta sbalordita quando dalla schiena di Lucas erano spuntate due ali bianche.
Si era avvicinata timidamente continuando a guardare il ragazzo stupita e incredula.
La sua mano tremava quando le aveva sfiorate.
Poi, dopo essersi accertata che non stava sognando, ci aveva creduto davvero.
Il ragazzo che amava era un angelo.
[..]
“Non ti lascerò mai, questa è una promessa. Troverò un modo per averti con me per sempre.” le aveva detto lui, mentre ancora osservavano le stelle.
Lei si era avvicinata e lo aveva guardato con quei suoi grandi occhi castano chiaro.
“So che ce la farai. Per me, per noi.” e poi lo aveva baciato, come non l'aveva mai fatto.

Ma il prezzo da pagare per riuscire ad assaporare l'eternità insieme è davvero alto.
E Lucas lo sa, lui lo sa bene.
Vale davvero la pena rischiare?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Cambiamenti
 

-Emily-

«Tesoro la colazione è pronta!» Gridò Gwen dalla cucina mentre versava il caffè nella tazza della nipote. «Arrivo nonna!» Aveva urlato di rimando Emily mentre si stava legando i capelli in una coda disordinata, con Sam che tentava inutilmente di distruggere le sue infradito. «Vieni cucciola, andiamo a fare la pappa» le aveva detto dolcemente.
Entrando nella piccola cucina, battezzata come “il regno di Gwen”, gli occhi di Emily notarono subito il mazzo di rose rosse che contrastava con le pareti gialle della stanza. «E queste?» chiese sorpresa prendendole in mano, rimanendo colpita dal profumo che i fiori emanavano. «Io di certo non ho ammiratori segreti...» rispose Gwen guardandola divertita.

Rigirandosi quel mazzo di fiori tra le mani -che, tra parentesi, era meraviglioso- notò una piccola busta bianca, con il suo nome scritto sopra. Strappò la carta, curiosa di leggere il biglietto che c'era dentro.

Buongiorno Emily,
spero che questa giornata sia cominciata nel migliore dei modi e che queste rose ti abbiano fatto sorridere. Sono sicuro che sarai splendida come sempre mentre leggi queste due o tre cazzate che ho scritto, ma ci tenevo a fare qualcosa di diverso.
Ricorda che questo è solo l'inizio della nostra giornata speciale, infatti stasera ti voglio più bella che mai.
Passo da te per le 8:00 in punto.
Un bacio,

Steve

Sul volto di Emily nacque un sorriso sincero, mentre prendeva un bicchiere abbastanza grande per mettere a bagno le rose.
Steve non era un tipo da “iniziative”, insieme si divertivano e uscivano anche con altri amici in comune, ma poche volte le aveva fatto queste sorprese.
«E' quello Steve?» chiese la nonna. «Sì, lui. Ma non è niente di serio Gwen, non iniziare a montarti la testa.»
«A me sembra proprio che la mia bambina abbia fatto conquiste oggi» disse lei, indicando con un cenno del capo quel vaso improvvisato al centro del tavolo.
«Non è niente di che, solo un modo originale per invitarmi ad uscire stasera» rispose alzando le spalle, addentando un biscotto. «Comunque oggi starò via anche a pranzo, devo fermarmi con Gary a visionare le foto e scegliere quelle che poi andranno a finire sulla rivista.»
«Va bene, non c'è problema. Ed esattamente a che ora dovreste trovarvi?» chiese la nonna osservando l'orologio appeso sul muro sopra i fornelli. «Uhm... Aveva detto per le 11:30 nel suo negozio» rispose guardando lo schermo del suo cellulare per avere la conferma.
«Emily, sono le 10:50, lo sai che poi magari trovi traffico» 
«Oh, cazzo! Gary mi ucciderà se arrivo in ritardo, devo muovermi!» rispose bevendo velocemente il suo caffè -scottandosi pure la lingua- e prendendo altri due biscotti che divorò correndo in camera sua.
«Allora... Maglietta, pantaloni, mascara... Dove diavolo è?!... Ah, eccolo. Okay, scarpe e borsa... Merda, la borsa!» Emily parlava a raffica senza neanche accorgersi che diceva a voce alta la scaletta che si formava a poco a poco nella sua mente.
Corse in bagno a lavarsi i denti e con lo spazzolino ancora in bocca ritornò nella sua camera per preparare il materiale da portare.
Dentro -con poca delicatezza- mise il suo pc e l'alimentatore, la chiavetta che conteneva tutte le foto, fazzoletti, portafoglio e cellulare.
«Le cose essenziali ci sono» disse ricontrollando che ci fossero il pc e la chiavetta.
Una volta soddisfatta ritornò in bagno a sciacquarsi la bocca, si spazzolò velocemente i capelli, prese la borsa e urlando un «Ciao!» generale prese le chiavi della sua macchina e sbatté il portone di casa.

Gwen intanto la osservava dalla finestra sorridendo, mentre lavava le tazzine usate poco prima, pensando a quanto fosse cresciuta quella ragazza.
Una volta finito andò nella sua stanza a mettere un po' a posto il disordine che aveva lasciato -sembrava fosse passato un tornado- e poco dopo, accompagnata da Sam, uscì per finire le sue commissioni mattutine.

11:23
Emily diede gas, forse poteva ancora farcela. La sua 500 bianca -comprata con i soldi ricevuti al diploma finito il college- sembrava reggere abbastanza questa velocità.
“Meno male che non è l'ora di punta e che Gary non è una persona mattiniera” pensò osservando le poche macchine che c'erano insieme a lei sulla statale.

Alle 11:34 -dopo aver avuto parecchia fortuna trovando un parcheggio poco distante dal negozio- camminava a passo spedito verso la sua meta.
Quando vide l'insegna sospirò: era in ritardo di soli 5 minuti, Gary l'avrebbe perdonata.
Appena aprì la porta pensò di ritrovarselo dietro al computer sulla scrivania, invece il negozio era vuoto.
«Gary?» chiamò Emily, appoggiandosi alla scrivania.
Nessuna risposta. Lo sguardo di Emily si posò sulla bacheca appesa davanti a lei: c'erano tutti ritagli di giornale o riviste che ritraevano Gary insieme alla sua macchina fotografica. Era riuscito a partecipare a tantissimi eventi, ormai aveva acquisito una certa fama a Chicago, ed ogni settimana era invitato a qualche sfilata o cerimonia.

Lei era stata fortunata ad essere assunta; aveva voluto portare qualche sua foto, partendo già con l'idea che sarebbe uscita fuori a calci nel culo dopo qualche minuto.
Invece Gary aveva osservato ogni suo scatto in silenzio, alzando il sopracciglio destro come faceva sempre quando rifletteva, concludendo alla fine con «Tesoro, hai del talento. Presentati qui domani alle 9:00 e ti metterò alla prova.»
Emily era uscita ancora incredula, e subito aveva chiamato Susan per raccontarle tutto. Il giorno seguente scattò il suo primo servizio fotografico a due modelle. Da lì ogni settimana Gary la cercava per sostituirlo quando aveva qualche impegno che non poteva spostare e divenne la sua prima e unica assistente.
Ma quello che saltava subito all'occhio su quella bacheca era la copertina della rivista Rougue* che sembrava oscurare tutto il resto. Da due mesi, ormai, Gary Fisher aveva l'onore e il privilegio di scattare per la foto di copertina. Dopo quella notizia Gary aveva festeggiato invitando persone di ogni genere nella sua villa: era stata una festa pazzesca.

Emily dopo qualche minuto sentì dei rumori provenienti dal retro del negozio, e subito dopo sbucò il suo capo con i capelli spettinati e la cravatta storta.
La ragazza cercò di trattenere una risata vedendo che non era solo; un ragazzo alto, biondo e muscoloso era messo come lui, ma al contrario di Gary cercava di evitare lo sguardo di Emily, chiaramente imbarazzato.
Gary lo salutò e si mise al suo posto e quando il ragazzo si girò un'ultima volta per chiudere la porta, l'altro mimò un «Chiamami» con le labbra e si portò la mano all'orecchio improvvisando un telefono con le dita.

Una volta soli, Emily scoppiò a ridere. «Io penso che tu l'abbia traumatizzato quel ragazzo. Da quando ti scopi qualcuno nel retro?»
«Quando l'amore chiama bisogna rispondere, piccola» rispose mettendosi a posto la cravatta rosa che era in netto contrasto con la camicia azzurro cielo. «Comunque, lui è il direttore di quella rivista di sfilate su cui ho pubblicato anche qualche tuo scatto» «Ma vi frequentate?» chiese Emily prendendo il suo portatile dalla borsa.
«Uhm, sì. Da qualche mese ormai»
«Non dirmele queste cose, eh» disse la ragazza facendo la finta offesa.

«Ricordati che sei soltanto una mia dipendente tesoro, non sono obbligato ad informarti della mia vita privata» ribattè alzando gli occhi al cielo e scuotendo la testa. «E va bene capo, allora lavoriamo!» Fece Emily sorridendo.


Dopo aver visionato tutte le foto, Gary incaricò Emily di passare alla post produzione con Photoshop di quelle venute meglio.
«Entro le 17:30 dovrai inviarmele alla solita mail, così poi le spedisco subito in redazione» disse accompagnandola alla porta. «Va bene Gary, entro quell'ora ce le avrai.»
«Allora ci sentiamo tesoro!» la salutò con due baci sulle guance. «Okay, capo. Ah... Per la cronaca, si è scelto bene il fidanzato»
«Emily Moore, evapora subito!» gridò Gary divertito: non si sarebbe mai arrabbiato veramente con lei.

 

Emily tornò a casa per le 15:30 e decise di mettersi subito al lavoro. Mentre accese il pc prese gli auricolari e chiamò Susan.
«Pronto, Em?» rispose la ragazza. «Ciao Susan, devo lavorare su alcune foto, mi fai compagnia?» chiese inserendo la chiavetta nel portatile. «Ma certo!»
Le due amiche si aggiornarono sulle ultime novità, ed Emily si ritrovò a finire il lavoro prima del previsto. Inviò le foto, spense il computer e si posizionò di fronte all'armadio.
«Okay, stasera cosa metto?» chiese aiuto all'amica. «Uhm...» ci pensò lei «Il vestito blu scuro? Quello che ti lascia la schiena scoperta.» Emily lo cercò, lo sfilò dall'appendiabiti e se lo mise davanti guardandosi allo specchio. «Non saprei, altre opzioni?» chiese in tono incerto.
Dopo aver provato almeno cinque vestiti diversi decise di mettere il primo che aveva proposto Susan.
«Comunque stasera usciamo anche io e Bart, magari ci troviamo da qualche parte» disse l'amica prima di riattaccare. «Poi ti faccio sapere. Non so ancora dove mi porta Steve stasera, ha detto che è una sorpresa»
«Okay, allora ci aggiorniamo. Ciao Em!»
«Ciao Susan, grazie!» E si salutarono.

***

Alle 20:00 Steve citofonò al campanello di Emily. Aprì la nonna, che sorridendo lo fece entrare. Emily gli aveva raccontato qualcosa della sua famiglia, e sapeva che l'aveva cresciuta la signora Gwen, che aveva visto poche volte da quando stavano insieme. Nonostante questo si vedeva che aveva dato ad Emily tutto quello di cui aveva bisogno. Infatti era felice per questo, lei meritava il meglio.

Dopo ave scambiato due parole e qualche carezza a Sam, Emily arrivò dal corridoio.
Steve rimase colpito vedendola indossare quel vestito che le donava molto. I capelli rossi le cadevano lunghi e morbidi sulle spalle scoperte e l'abito le stava perfettamente, valorizzandole la vita. Come ogni sera non portava i tacchi, ma delle semplici balerrine che servivano a non renderla più alta di quel che già fosse. Steve pensò che fosse bellissima.
«Andiamo?» chiese sorridendo appena verso il suo ragazzo. «Certo» rispose ancora incantato.
Salutarono Gwen e poi andarono verso la Bentley nera di Steve, che era parcheggiata davanti al cancello di casa sua.
Prima di entrare in auto Steve la prese tra le sue braccia costringendola a girarsi. «Sei splendida stasera» sussurrò prima di baciarla dolcemente.
«Anche tu» Quella sera Steve era veramente attraente, indossava una nuova camicia nera che faceva risaltare i suoi occhi versi smeraldo. I capelli erano biondi e spettinati, come piacevano a lei.
Dopo essersi scambiati alcuni baci partirono verso un ristorante che Emily scoprì essere uno dei più costosi del centro di Chicago. Mangiarono divinamente, e la ragazza cercò di non pensare troppo a quanto avrebbe speso Steve per quella cena.

Una volta usciti il ragazzo la portò a casa sua. Sempre se “casa” possa essere l'appellativo corretto. Steve viveva in una enorme villa con piscina, per di più da solo. Aveva tantissime stanze, alcune delle quali Emily non era neanche a conoscenza.
La ragazza sapeva dove erano diretti e anche lei aveva voglia di un po' di intimità quella sera.
Si sdraiarono sul letto e iniziarono a baciarsi, prima in modo dolce poi sempre più appassionato. Emily si fece spogliare da quelle mani che per sei mesi avevano già scoperto il suo corpo, quelle mani che tante altre donne sognavano di toccare.
Steve intanto la stava baciando ovunque, sul suo corpo ormai nudo e continuava sempre più eccitato dai gemiti che provenivano da Emily.
La ragazza iniziò a sbottonargli la camicia, sentendo il suo corpo sotto le proprie dita. Dopo un tempo che parve infinito, riempito da baci, carezze e sussurri Steve si tolse con un movimento veloce i jeans blu scuro che aveva indossato per tutta la sera e prese la sua ragazza facendola diventare per l'ennesima volta sua.

Dopo aver fatto l'amore, stanchi ma soddisfatti si strinsero nel letto, mentre Steve accarezzava i capelli ad Emily.
«Ti amo» le sussurrò. «Anche io» rispose lei ancora più piano. Si erano detti quelle due paroline poche volte da quando stavano insieme, più che altro in momenti come quelli. Quando capitavano, però, Emily sentiva di amarlo davvero e tutti i dubbi o i ripensamenti sparivano.
All'improvviso Steve si mise a sedere, guardandola negli occhi. Emily lo fissava curiosa, aspettando che parlasse.
«Ormai hai un lavoro, una macchina, sei indipendente... Stai studiando, è vero, ma alla fine io posso darti tutto quello di cui hai bisogno se ti manca...» aveva un tono incerto, si vedeva che era agitato. «Steve...?» iniziò Emily, non capendo dove voleva arrivare. «Vieni a vivere con me, qui. Lo spazio c'è... Saremo soltanto noi due. Potremo cominciare una vita insieme e vedere come va. Voglio poterti trovare ogni sera, baciarti, dormire abbracciati... Vieni a vivere con me, Emily» concluse Steve, guardandola con i suoi grandi occhi verdi. 



*Rougue è il nome che ho deciso di dare a questa rivista famosa, ispirandomi a quella "Vogue". Per non mettere il vero nome ho semplicemente cambiato la prima lettera. 


Angolo autrice: Buonaseeera :D Ecco qui il nuovo capitolo. 
Dalle recensioni ho capito che preferite quando si parla del nostro demone preferito, ma purtroppo anche Emily vuole la sua parte :P
Spero di aver creato uno di quei finali del tipo "Oh mio dio, sei una stronza voglio sapere cosa risponderà!" perchè quello era un po' il mio intento... Quindi fatemi sapere :') 
Spero che questo capitolo non sia risultato noioso, ma devo introdurre a poco a poco i personaggi che ruotano all'interno di questa storia, spero di averlo fatto senza annoiarvi, ecco. 
Steve è dolce e premuroso, Emily sta bene con lui... Quindi le domande sorgono spontanee: cosa risponderà ora? Il suo cuore apparterrà a questo ragazzo? E Lucas come diavolo farà a trovarla? (se la troverà)
Insomma, è logico che dovrete continuare a leggere *risata malefica* 

Come sempre voglio ringraziare davvero di cuore tutte le persone meravigliose che mi sostengono e mi danno un loro parere ogni volta, state davvero facendo tanto per me, quindi grazie di cuore.
Un grazie anche a chi ha aggiunto la storia tra le preferite e seguite, o che semplicemente segue in silenzio :) 
Spero di trovarvi in molti anche in questo quinto capitolo (come passa il tempo *sigh*) 

Un ultimo ringraziamento al mio ragazzo che mi aiuta sempre e che potete trovare qui con una sua storia: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=857142
e a marscam, pure lei mi aiuta davvero tantissimo e le voglio un mondo di bene <3 

Vi abbraccio fortissimo, al prossimo capitolo!
-Marti.



 

  
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