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Autore: Greeilinn    01/07/2015    2 recensioni
In cosa consiste questa raccolta? In una serie di flashfic e one shot in cui prendiamo in esame due personaggi per volta, in un luogo ben preciso e intenti ad un’azione specifica.
01. Alexy e Rosalya - prima parte
02. Dake e Aghata
03. Boris e la direttrice
04. Leigh e Ambra
05. Kentin e Ambra
06. Castiel e Iris
07. Dajan e Laeti
08. Alexy e Rosalya - seconda parte
09. Castiel e Aishilinn
10. Lysandre e Kim
11. Faraize e Violette
12. Boris e Greeicyel
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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FARAIZE E VIOLETTE




«Pro… Professore…» pigolò Violette, quando, uscendo dallo spogliatoio della piscina comunale, se lo ritrovò davanti.
   Era andata lì senza reale convinzione, trascinata da sua cugina che voleva assolutamente provare l’esperienza di una nuotata in pieno inverno. L’aveva assecondata solo per farla contenta, e ora che si trovava in costume davanti al suo professore di storia, anche lui in deshabillé, si sentì morire per la vergogna. Si coprì con l’asciugamani, benché l’uomo, senza l’ausilio delle lenti da vista, fosse costretto a strizzare gli occhi per guardarla.
   «Oh, Violette, sei tu?» balbettò con aria altrettanto imbarazzata. Il nuoto gli piaceva molto, lo rilassava dopo una stressante giornata lavorativa, ma ogni volta che metteva piede lì in piscina aveva sempre paura di imbattersi in qualcuno dei suoi allievi, proprio come stava capitando in quel momento. Si consolò al pensiero che, per lo meno, si trattasse della piccola, timida Violette, talmente dolce e riservata da non destare in lui preoccupazioni di alcun genere riguardo a pettegolezzi fuori luogo che avrebbero potuto spargersi fra le aule del liceo.
   Impacciati, si scambiarono pochi, vaghi convenevoli e, augurandosi a vicenda buon divertimento, ognuno s’affrettò a riprendere la propria strada. Ciò nonostante, essendo entrambi tipi ansiosi e insicuri, non poterono far altro che pensare e ripensare a quell’incontro insolito e, soprattutto nel caso di Violette che ci vedeva bene, occhieggiarsi l’un l’altra.
   «Vuoi smetterla di startene con la testa fra le nuvole?»
   Violette si voltò in direzione di sua cugina e arrossì. «Non ho la testa fra le nuvole…»
   Lei le sorrise, indulgente, e allungò le braccia nella sua direzione. «Ora molla quella scaletta e dammi le mani.» Violette esitò. «Oh, andiamo! Anche se sai mantenerti a malapena a galla, non affogherai certo in una piscina… Dài, ti guiderò io!»
   Non del tutto certa che fosse sicuro, la ragazza si immerse del tutto e afferrò la mano della cugina prima di lasciar andare le barre d’acciaio della scaletta a bordo vasca. La temperatura dell’acqua era perfetta e lei avvertì immediatamente i muscoli del corpo iniziare a sciogliersi, facendola rilassare all’istante. Non era poi così male, in effetti.
   Abbozzando un sorriso, Violette si sentì incoraggiata a seguire sua cugina verso il centro della vasca, ma non appena le piante dei suoi piedi iniziarono a trovare sempre più a fatica il fondo, non poté fare a meno di irrigidirsi e questo la portò a perdere confidenza con l’acqua. L’altra se ne accorse e cercò di spronarla a tranquillizzarsi, senza però riuscire nell’intento.
   Ad agitare ulteriormente la povera Violette, ci pensarono dei ragazzini che, più esperti di lei, si rincorrevano a suon di bracciate non distanti da loro e, tra uno scherzo ed uno schizzo, finirono col passare fra le due. Le dita di Violette scivolarono via dalla presa di sua cugina, che lanciò un’esclamazione allarmata, mentre lei, ormai presa dal panico, andò giù come un sasso. La ragazza rimasta a galla provò a riacciuffarla, ma i bambini, non essendosi accorti del problema, l’ostacolarono senza volerlo.
   Qualcuno accorse in suo aiuto e Violette, che non era riuscita a mantenere il sangue freddo e a trattenere il fiato mentre andava giù, bevendo tanta, troppa acqua, ebbe a malapena la lucidità di avvertire una presa attorno ad un braccio e poi attorno ai fianchi. Infine, perse i sensi.
   Li riprese solo quando si sentì scuotere da un eccesso di tosse che l’aiutò a sputare l’acqua dai polmoni. Udì sua cugina gridare il suo nome e avvertì due mani forti che l’aiutavano a girarsi su un fianco per facilitarle la fuoriuscita di liquidi dalle cavità respiratorie. Quando finalmente fu in grado di riempire le narici d’aria senza più troppa difficoltà, alzò gli occhi appannati dalle lacrime e si accorse di essere circondata da parecchia gente. Troppa, per i suoi gusti.
   «Meno male che stai bene!» Sua cugina le gettò le braccia al collo, stringendola forte a sé e tremando per lo spavento che si era presa a causa di quanto accaduto. Già, ma esattamente cosa era accaduto?
   «Ti senti bene, Violette?»
   La sua attenzione fu catturata dalla figura del professor Faraize che, accanto a loro, sembrava preoccupato quasi quanto sua cugina. «S-Sì», annaspò la ragazza, cercando di fare mente locale.
   «Oh, signore, lei è un eroe!» affermò l’altra, lasciandola andare e afferrando invece la mano dell’uomo con forza e riconoscenza.
   Lui arrossì e si massaggiò la nuca con le dita libere. «Ma no… Non ho fatto niente…»
   «Scherza?! Le ha salvato la vita!» Violette strabuzzò gli occhi: cos’aveva appena detto, sua cugina?! La vide rivolgerle di nuovo la propria attenzione. «Quest’uomo è corso subito in tuo aiuto, sai?» le raccontò con entusiasmo. «Ti ha persino fatto la respirazione artificiale per farti tornare a respirare!»
   Violette si portò entrambe le mani al volto, sconvolta per l’aver scoperto di essere stata ad un passo dall’affogare. Cercò con lo sguardo il suo professore, che però sembrava ben lungi dal sentirsi l’eroe che descriveva l’altra ragazza. «È stata una sciocchezza…» balbettò con voce flebile.
   «Io…» prese a mormorare la sua alunna, prendendo finalmente coscienza di avere un debito incolmabile nei suoi confronti. «Non so davvero come ringraziarla…»
   «Ma no…»
   La modestia delle proteste del professor Faraize fu interrotta dall’arrivo del primo intervento, chiamato purtroppo in ritardo dal personale della piscina. Ma, mentre Violette veniva presa quasi di peso dalle braccia esperte dell’infermiere preposto a quel genere di mansioni, i suoi occhi tornarono a cercare quelli dell’uomo e lei gli sorrise con riconoscenza.
   Chi l’ha detto che un eroe è alto, forte e muscoloso? Sciocchezze, sono solo sciocchezze…

Faraize bacia Violette in piscina.






Shot scritta da Shainareth/Aishilinn.











E rieccoci qui! Perdonate il ritardo, soprattutto quello con cui rispondiamo alle recensioni, ma purtroppo la quotidianità ci ruba parecchio tempo. Cercheremo di recuperare il prima possibile, in modo da ringraziarvi tutti a dovere!
Grazie per l'interesse che continuate a provare per questa raccolta, alla prossima!





   
 
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