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Autore: LaMusaCalliope    02/07/2015    0 recensioni
DAL TESTO:
"Stavolta Jo l’aveva combinata davvero grossa. Erano mesi che Ellen sopportava i suoi stupidi scherzi; era passata oltre a ogni genere di diavoleria, dalla carta igienica nello zaino ai libri completamente evidenziati (che poi, dove lo trovasse il tempo per evidenziarle i libri solo gli dei lo sapevano). Ma ciò che aveva fatto quella stessa mattina aveva superato ogni genere di limite. Potrebbe anche essere sembrato un incidente, ma Ellen sapeva che non era così, conosceva troppo bene il suo pollo."
Buona lettura!!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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~~Stavolta Jo l’aveva combinata davvero grossa. Erano mesi che Ellen sopportava i suoi stupidi scherzi; era passata oltre a ogni genere di diavoleria, dalla carta igienica nello zaino ai libri completamente evidenziati (che poi, dove lo trovasse il tempo per evidenziarle i libri solo gli dei lo sapevano). Ma ciò che aveva fatto quella stessa mattina aveva superato ogni genere di limite. Potrebbe anche essere sembrato un incidente, ma Ellen sapeva che non era così, conosceva troppo bene il suo pollo.

La mattina del disastro, Ellen stava camminando per i corridoi della scuola, diretta all’aula di lettere straniere, con il naso infilato nel suo libro di testo, ripassando la lezione del giorno. Il bagno delle ragazze del corridoio si era rotto, allagando il pavimento. Mentre camminava sentiva il buffo rumore delle scarpe che facevano Plat! Plat! Inizialmente erano solo due, il corridoio era vuoto. Poi se ne aggiunse un altro paio. E così si era creata una melodia di suoni che andavano per conto loro. Grazie all’acqua che aveva creato il riflesso del suo compagno di suoni, riuscì a vedere i capelli rossi e ricci di Jo, poi il suo sorriso strafottente di chi sta per combinare qualche disastroso dispetto. Gli occhi castani accesi di un particolare luccichio. C’era da preoccuparsi.
 - Ciao Jo – disse senza staccare gli occhi dalle pagine del libro. Gli autori russi la coinvolgevano particolarmente. Jo, in risposta al suo saluto, le mise un braccio intorno alle spalle e la attirò a sé. Continuava a sorridere come un ebete. – Ciao, Elly! Che roba è questa? – e senza che lei se ne rendesse conto, le fu strappato il libro dalle mani. Jo lo osservava con aria critica, cercando di capire cosa ci fosse scritto. Stava tenendo il libro sottosopra e cercava disperatamente di leggerlo. La ragazza alzò gli occhi al cielo, esasperata dal comportamento da totale idiota dell’amico. – Perché studi questa cosa incomprensibile? – Ellen cercò di riprendersi il libro, saltando come un gatto dietro a un filo di lana mentre Jo lo teneva sempre più lontano da lei. Si sentiva ridicola. Alla fine ci rinunciò, sperando che lui, dopo essersi divertito, glielo avrebbe restituito. Ellen incrociò le braccia al petto e con aria professionale spiegò: - in primo luogo: non è incomprensibile, imbecille! Sei tu che lo leggi al contrario. – Jo lo capovolse. – secondo luogo: questa “roba” è praticamente la mia vita, in questo momento. Sei pregato di restituirmi il libro, ADESSO! – Jo lo squadrò ancora, lo osservò da ogni angolazione possibile, lo sfogliò, lo annusò persino. Poi iniziò a camminare, i piedi che facevano quegli strani suoni nell’acqua. lui si voltò verso di lei e le lanciò il libro. E accadde. Sarà stato il caso o sarà stato proprio Jo; fatto sta che il libro cadde aperto sul pavimento bagnato, le pagine immerse nell’acqua. il tempo si fermò. Nessuno dei due si mosse. Nessun rumore. Il nulla. Poi Jo se ne uscì con la cosa più intelligente del mondo: - Ops! – Ellen era rossa in viso e a grandi passi si avvicinò al povero libro che lentamente si stava inzuppando. Lo prese in mano e le sembrò che pesasse un quintale di più. Controllò che non fosse molto rovinato. La copertina era a posto, così come molte pagine che non si trovavano a contatto con l’acqua. La parte degli autori russi era stata risparmiata. Ellen tirò un sospiro di sollievo per poi concentrarsi sull’attentatore di libri di lettere stranieri. Gliel’avrebbe fatta pagare cara. Alzò lo sguardo per incontrare quello del ragazzo ma non lo trovò. Doveva essersene andando appena l’aveva vista leggermente adirata. La campanella suonò e Ellen dovette rinunciare all’idea appena sorta nella sua mente di cercare quel vigliacco e riscattare la sua vendetta. Così si incamminò fin dentro all’aula di lettere straniere e prese posto, aspettando la pausa pranzo.

   ANGOLO AUTRICE:
Benvenuti, benvenuti. Eccoci in un'altra long, stavolta in un contesto scolastico e romantico (più tranquillo della precedente). Questa storia non so come abbia fatto a nascere perciò ogni cosa è stata dettata dall'istinto. Spero che vi piaccia e vi divertiate.
Pubblicherò ogni giovedì un capitolo (salvo imprevisti o impegni, in tal caso lo pubblicherò prima)
Ciao e a giovedì!
   
 
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