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Autore: LaMusaCalliope    09/07/2015    1 recensioni
DAL TESTO:
"Stavolta Jo l’aveva combinata davvero grossa. Erano mesi che Ellen sopportava i suoi stupidi scherzi; era passata oltre a ogni genere di diavoleria, dalla carta igienica nello zaino ai libri completamente evidenziati (che poi, dove lo trovasse il tempo per evidenziarle i libri solo gli dei lo sapevano). Ma ciò che aveva fatto quella stessa mattina aveva superato ogni genere di limite. Potrebbe anche essere sembrato un incidente, ma Ellen sapeva che non era così, conosceva troppo bene il suo pollo."
Buona lettura!!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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E proprio durante la pausa pranzo che decise di vendicarsi. Non sapeva ancora come, ma quelli erano dettagli insignificanti.
Mentre beveva il suo succo di frutta e addentava con rabbia una fetta di pane, vagava con lo sguardo per tutta la sala, alla ricerca di una chioma rossa con un paio di corna che spuntavano dai ricci. Si stava sentendo un po’ una stalker in quel momento ma non le importava, doveva vendicare Tolstoj.
E alla fine lo vide. Entrava dalle porte della mensa di Yale con quei gorilla cerebrolesi dei suoi compagni di pallanuoto mettendo in mostra quel suo sorriso da simatica canaglia che Ellen stava odiando come mai prima di allora. Non appena lo vide, strinse con forza la forchetta, lanciandogli saette attraverso sguardi carichi di rancore e rabbia. Lei si aspettò che il ragazzo scappasse a gambe levate non appena avrebbe compreso di essere in serio pericolo, ma quello che fece la spiazzò: si avvicinò con nonchalance al tavolo dove stava pranzando, portandosi dietro i decerebrati. Quando fu da lei la salutò come se non fosse successo nulla, poi si avvicinò al suo orecchio e le disse sottovoce: - come è andata la lezione di lettere ostrogote, Elly? – la sua voce era dolce e suadente, segno che voleva farsi perdonare, la usava sempre dopo averle fatto qualche dispetto e sperava che così si sarebbe espiato dei suoi peccati, come tutte le altre volte. Oh se si sbagliava. Ellen strinse con più forza la forchetta e sorrise come se quello che era successo la mattina non avesse più importanza, lo guardò dolcemente, si alzò in piedi e, sempre con il suo sorriso stampato in faccia, disse: - Lettere straniere è andata bene, grazie. E i tuoi allenamenti? So che avrete una partita questo weekend – intanto nel suo cervello le rotelle si muovevano alla velocità della luce, dando forma a un piano malvagio. Lui intanto aveva iniziato a parlare di schemi di gioco, indicando di tanto in tanto uno dei suoi compagni di squadra alle sue spalle. – e lui, il portiere, è il nostro asso. Prende ogni tipo di lancio. È un grande! Comunque oggi pomeriggio ci alleneremo di nuovo. Vuoi assistere, Elly? – era molto emozionato per quella partita e la ragazza poté vedere quanto ci tenesse a farsi perdonare per ciò che era successo la mattina. Ma lei non aveva nessuna intenzione di fargliela passare lisca, dopotutto aveva un libro rovinato per colpa sua. E il piano si era formato ormai completamente e sarebbe riuscito e lei avrebbe avuto la sua vendetta. – sì, verrei volentieri. Alle tre, vero? – oh sì, il suo Tolstoj sarebbe stato vendicato.
   
 
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