Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Ranyadel    02/07/2015    2 recensioni
Sette ragazzi. Un concorso. Una villa. Un anno. Segreti e malattie. Problemi mentali e non, che possono essere risolti solo da una cosa. Un inganno, scoperto troppo tardi. Amore.
***
"Ti prego... aiutami ad uscirne. Non voglio più essere malata." Implorò Elyse piangendo. Zayn la cullò fra le braccia. "Ne uscirai, te lo prometto." Sussurrò dolce prima di darle un bacio sulla fronte.
***
"Perchè lo fai? Perchè sei arrivato a farti pestare? Perchè continui a starmi vicino, ad aiutarmi, nonostante sia una persona orribile? Nonostante abbia sempre rifiutato il tuo aiuto?" chiese lei con le lacrime agli occhi. Lui le alzò il mento con un dito. "Lo sai perchè." sussurrò prima di baciarla dolcemente.
***
"Abby, non sono più sicuro di niente, so solo che ti amo."
***
Harry sorrise, mostrando le irresistibili fossette. “Quindi è vero? Disturbo della quiete pubblica, non va bene!” disse poi con tono di sussiego. “Oh, ma smettila, tanto siamo fuori servizio!” disse Liam ridendo prima di portare una mano dietro al collo di Harry e avvicinando i loro visi fino a lasciargli un lieve bacio sulle labbra.
***
Spero di avervi incuriositi!!!!
(Copyright)
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Medaglia d’argento

Bridgette si sentiva strana. Era come se fosse persa nei suoi pensieri, come se non fosse a contatto con il suo corpo, o con il resto del mondo. “Chissà che ora è” si chiese perplessa. Cercò di rimettere a fuoco la vista e poco a poco tornò in sé.

Non l’avesse mai fatto.

Si guardò intorno spaesata. Dov’era finita?! Non era a casa e non c’erano i ragazzi, o Ashley, con lei. Era in una stanza grande, con la parete di fronte a lei di vetro. C’erano dei divisori che creavano piccoli spazi separati contro il vetro, e lei era seduta su uno scomodo sgabello fra due di quei divisori. Si voltò, inquieta. Dietro di lei, un paio di… poliziotti?! Erano seduti ad un tavolo e giocavano a carte, annoiati.

“Kate? Kate! Concentrati, dannazione!” fece una voce alle sue spalle, distorta dal vetro. Bridgette si voltò e, con orrore, si trovò davanti a un uomo pelato e grassoccio, con il collo taurino e gli occhietti piccoli che la scrutavano. Indossava una divisa arancione e, sul petto, aveva un numero a sei cifre: 86005. “Tu… tu…” balbettò Bridgette, con le lacrime agli occhi. Lo conosceva bene.

Era l’uomo che violentava Elyse e Gemma, prima di finire in prigione.

“Che cosa diavolo ti prende, Kate?!” sbottò lui.

Bridgette non riusciva a capire. Era in prigione, allora? Perché era andata a trovare quel mostro? E come mai non si ricordava più nulla?!

“KATE!”

“Non mi chiamo Kate!” sibilò Bridgette, prima di rendersi conto di cosa era successo.

Kate. Di nuovo. Voleva rovinarle la vita, ancora? Non le era bastato farla cacciare di casa una volta?! Perché sì, Bridgette era stata abbandonata dai suoi genitori adottivi solo per colpa della cattiveria di Kate. Non erano bastate le sue suppliche: nessuno voleva avere a che fare con una pazza.

L’uomo la guardò, quasi non capisse. Poi fece un piccolo verso di realizzazione. “Kate, è ancora quella tua doppia personalità?” chiese. “Io non sono una doppia personalità! È lei l’intrusa!” disse Bridgette con rabbia. Il suo sguardo si posò casualmente sull’orologio al polso di lui: le tre di pomeriggio. Si chiese da quanto tempo fosse lì. “Certo che sei la seconda personalità. Brigitte, vero?”

“Non è quello il mio nome, e non dovresti nemmeno saperlo. Che ci faccio qui?”

“Tu sei un’ospite sgradita, mia cara. Stavo parlando con Kate, prima che tu ti intromettessi. Non hai nulla di meglio da fare? Vagare nella tua mente un po’, magari, e lasciare alla padrona di questo corpo un po’ di respiro?”

“Ma che…”

“Kate mi racconta spesso di come le metti i bastoni fra le ruote. È particolarmente arrabbiata per un motivo, un ragazzo. Dice che vorrebbe poter avere una relazione con lui, ma ormai tutti credono che lei sia omosessuale e stia con una sua amica, solo perché sei tu ad avere una cottarella per quella ragazza. Non ti vergogni?”

“Non…”

“Fammi il favore di tornartene al tuo posto. Stavo discutendo con Kate di questioni importanti, non ho bisogno di una goffa impicciona che mi faccia sprecare i miei colloqui.”

Bridgette sentì le lacrime agli occhi. Non capiva. Come era possibile che Kate avesse preso il sopravvento tanto a lungo da permettere a quell’uomo di credere che lei fosse in comando? E da quanto si vedevano così? Cosa voleva Kate da lui? Oppure, cosa voleva lui da Kate?

Non ricordava nemmeno il suo nome. L’aveva sentito al processo, sì, ma non lo rammentava. Smith, forse. Sì, il cognome doveva essere Smith. Il nome… Non ne aveva idea. Qualcosa di comune, troppo comune per essere ricordato. John, forse? Jim? Era corto, certo, ma non lo ricordava. Alex? Nico?

Decise di non pensarci più. Smith bastava e avanzava.

Improvvisamente le venne in mente ciò che era successo a Elyse. Bridgette era certa che si trattasse di un attacco di Kate: come spiegare, altrimenti, la lametta al suo fianco quando si era svegliata, e le mani sporche di sangue, proprio quando Elyse era stata aggredita?

Ricordava con estrema chiarezza il momento in cui si era svegliata da quella trance. Con quanta paura si fosse resa conto di aver le mani e le braccia piene di sangue. Di come, con orrore, avesse notato la lametta, e avesse cercato dei tagli sul proprio corpo. Non trovandone, sollevata, si era alzata ed era uscita dalla stanza, ancora scossa. Attirata dal trambusto in camera di Elyse, si era diretta lì… E aveva visto tutto. Zayn a terra, con gli occhi semichiusi, Harry che sembrava un morto da quanto era pallido, Gemma che tentava di prendere in mano la situazione… e Elyse. Piena di tagli. Bridgette era scappata via, con un conato di vomito, e nella solitudine della sua stanza aveva capito cos’era successo.

All’ospedale, continuava a esitare se dire la verità o meno a Elyse. Semplicemente, non ci riusciva. Non sapeva come fare.

Che Kate avesse preso l’idea da lui?

Bridgette rimase immersa in quei pensieri a lungo, fino a quando non decise che era meglio sapere cosa voleva da lei Smith. Così, si concentrò di nuovo su di lui. Le stava parlando, ma Bridgette non aveva fatto attenzione a ciò che le aveva detto. Così, captò solo le ultime parole: “… E quando hai finito con Elyse, fai la stessa cosa a Gemma, chiaro?”

“Cosa?” fece confusa e impaurita. Lui la guardò di nuovo, prima di capire. “Ancora tu?”

“Cosa intendi?”

“La vuoi smettere di intrometterti? Stavo parlando di una cosa importante con Kate.”

“Cosa vuoi che faccia a Elyse e Gemma?”

“Non ti riguarda.”

“Invece sì! Stai usando il mio corpo per fare qualcosa alle mie amiche!”

“Signorina, non è il tuo corpo, e non sono le tue amiche. Sei tu che ti intrometti sempre e credi di avere una parte importante in questa vita. Ma non ce l’hai, okay? Sei la seconda. Seconda, ti deve entrare in testa questa parola. Non sei al primo posto. Sei la medaglia d’argento. E basta.”

Bridgette si sentì schiaffeggiata da quelle parole. Abbassò lo sguardo, che per caso si posò sull’orologio di Smith. Trasalì.

Le quattro meno venti.

Non era possibile che avessero parlato per quaranta minuti. Davvero aveva staccato la spina per tutto il resto del tempo? Davvero Kate era venuta allo scoperto mentre lei rifletteva?

Una vocina nella sua mente continuava a chiedersi: “Ma è davvero Kate che è venuta allo scoperto? O sono stata io?” Ma no, non era possibile. Smith non poteva avere ragione. Bridgette non era la seconda, no. Era sempre stata sicura di essere la prima. Non che questo fosse una garanzia: chissà, magari anche Kate era sicura di essere la prima. Però Bridgette era in possesso del corpo la maggior parte del tempo… Oppure no? Come aveva dimostrato spesso, non sapeva riconoscere quando l’altra prendeva potere sul suo corpo. E lei spesso si perdeva fra le nuvole… Le venne in mente che non c’era nessuno ad assicurarle che, nei momenti in cui vagava nei suoi pensieri, Kate non prendesse il sopravvento. Aveva baciato Niall mentre lei pensava ad Ashley, no? Aveva sfigurato Elyse mentre lei pensava a come sarebbe stato bello portare fuori la sua ragazza. E chissà quante altre volte era venuta allo scoperto. Solo perché lei non lo sapeva, non significava che non fosse successo. Una sottile paura le si stava insinuando dentro, e lei cercava sempre più febbrilmente di capire cosa stesse succedendo alla sua mente. Arrivò a maledirsi per essere nata così. Perché lei aveva due personalità? Cosa era successo nella sua testa, che aveva fatto nascere anche Kate? Perché non poteva essere una ragazza normale, come Ashley, o Gemma?

Doveva esserci un modo per liberarsi di lei.

Ormai le sembrava ovvio che Kate veniva fuori quando lei non si concentrava sul mondo. Le venne in mente che anche in quel momento la sua mente stava vagando… Ciò significava che Kate era uscita allo scoperto?

Si concentrò di nuovo su Smith, decisa stavolta ad allontanare Kate da lui. “Se devo essere la seconda personalità – si disse – sarò quella che impedisce alla prima di combinare guai.” Il suo sguardo incontrò l’orologio dell’altro: si era persa altri dieci minuti della sua vita. Quando era nella sua mente il tempo sembrava scorrere in modo differente.

Si alzò di scatto, facendo spaventare Smith. “Che diavolo fai?!” esplose. “Me ne vado” disse Bridgette risoluta, voltandosi e uscendo dalla grande stanza. Arrivò all’ingresso della prigione e i suoi occhi si posarono su una donna alla reception. Le venne un’idea: lei non avrebbe potuto fermare Kate, ma Kate avrebbe potuto essere fermata da qualcun altro. Si avvicinò alla donna, che doveva essere sulla trentina, e sulla divisa lesse il nome: Gilda. “Serve aiuto?” le chiese lei con un sorriso amichevole. Bridgette si costrinse a non perdersi nei suoi pensieri e le disse: “Sì. È una cosa molto importante.”

“La ascolto.”

“Mi chiamo Bridgette Anderson. Dovete impedirmi di entrare di nuovo in questa prigione.”

“In che senso? Si sente bene? Non capisco.”

No, non sto bene per niente, si disse Bridgette, prima di continuare. Le spiegò il suo problema della doppia personalità, mentre Gilda sgranava gli occhi. Bridgette si astenne dal dire ciò che aveva fatto ad Elyse, limitandosi ad un: “Kate ha fatto del male ad una delle mie migliori amiche, su ordine di un prigioniero. La mia amica è finita all’ospedale per questo, e so che Kate e Smith tramano per ripetere il tutto anche con un’altra mia amica.”

“Ma perché ha preso di mira voi?”

“Lei sa chi è Smith?”

“Sì, mi sembra di ricordare che sia l’uomo che violentava delle adolescenti.”

“Ecco, quelle adolescenti sono le mie amiche.”

“Oh, mi dispiace tanto, davvero” fece Gilda con un’espressione che trasudava compassione. “Dovete impedire a Kate di parlare con Smith” fece decisa. Gilda sembrò rifletterci un po’ su. “Se vuoi, Bridgette – posso chiamarti Bridgette, vero?” Lei annuì e l’altra continuò: “Ho un modo per eliminare il problema alla radice.”

“Sì? Quale?”

“Posso impedire che Ector Smith abbia contatti con altri.”

Bridgette si sentì aprire in un sorriso speranzoso. “E come?”

“Ho bisogno della documentazioni che provi che è ancora un soggetto in grado di nuocere. Un documento dell’ospedale che mi confermi che la tua amica non si è fatta male da sola, e un documento che mi dimostri che soffri di doppia personalità, e che la tua seconda è potenzialmente pericolosa.”

“Non c’è problema.”

“E ho bisogno anche di alcune firme.”

Ora c’è un problema, pensò lei, mentre il sorriso le moriva sulle labbra. “E quali firme servono?”

“La tua, ovviamente, quella della ragazza che è finita all’ospedale, e quella dell’avvocato che si è occupato del vostro caso.”

“È proprio necessaria quella della ragazza?”

“Sì. Perché, c’è qualcosa che non va?”

“No, no, niente” mentì Bridgette, mentre iniziava a pensare a quando lo avrebbe detto a Elyse. Gli scenari peggiori si dipinsero nella sua mente e lei rabbrividì. “Quindi, le devo portare questi moduli entro quanto?”

“Appena puoi. Intanto, provvederò personalmente a non farti avere nemmeno un colloquio con Ector Smith.”

“Posso fidarmi?”

“Certo.”

“Anche se venissi qui e le dicessi che ho cambiato idea?”

“Non vedrai mai più Ector Smith in vita tua, Bridgette. E soprattutto, non lo vedrà Kate.”

Ecco come si chiamava, pensò. “E quando uscirà?”

“Quelli sono problemi per dopo, no? Intanto, avete qualche anno di tranquillità” fece Gilda con un sorriso. Bridgette sorrise a sua volta. Ringraziò la donna e uscì dalla prigione, diretta a casa. Si fermò sul ciglio della strada, prima di rendersi conto di non sapere minimamente in che direzione andare. Sbuffò. “Accidenti al giorno in cui Kate ha deciso di mettersi in combutta con quel mostro” mugugnò, cercando su Google Maps una strada per tornare a casa.

***

Quando arrivò a casa, trovò Ashley sul divano, che leggeva un libro. Nell’aria, alleggiavano le note dolci di I’m There, una canzone che Ashley adorava. “Sa d’estate – le diceva sempre – e di amici. Sa di notti sulla spiaggia e scherzi, di falò all’aria aperta e giochi, di risate e baci, di condivisione e pace. Sa di vita e gioventù, sa di libertà.” Bridgette non sapeva come quella canzone potesse farle quell’effetto, ma ogni canzone è importante per qualcuno a modo suo, e quindi non faceva domande.

“Ehi, Ash” fece. Lei alzò lo sguardo dal libro e le sorrise. “Ciao, piccola” le disse, alzandosi e raccogliendosi i capelli rossi. Bridgette si avvicinò a lei e le stampò un bacio sulle labbra. Poi, Ashley la squadrò dubbiosa. “Ma non dovevi andare al supermercato? Dove sei stata tutto questo tempo?” chiese. Bridgette si sentì morire il sorriso sulle labbra, mentre il momento della verità si avvicinava. “Vi ho detto che stavo andando al supermercato?”

“L’hai detto a me, a dire il vero. Sono da sola.”

“Gli altri dove sono?”

Ashley la guardò in modo strano. “Sei sicura di stare bene?”

“Ash, rispondimi senza fare domande, ti spiegherò tutto dopo.”

“Louis e Abigail stanno riportando Chiara a casa sua, dato che sua zia è tornata. Harry e Liam stanno lavorando in spiaggia, e Elyse, Gemma e Niall sono con loro. Dato che in questo periodo c’è pochissimo da fare in spiaggia perché c’è freddo, credo stiano facendo i matti e basta. Zayn è in palestra. Io sono qui perché mi avevi detto che saresti andata a fare la spesa, così ti ho aspettato. Però… Non hai le borse, quindi, devo dedurre che…”

“Non ero io, Ash.”

“Come?” chiese Ashley, mentre iniziava a capire cos’era successo. Bridgette sospirò. “Devo dirti una cosa” fece con voce tremante.

***

Le raccontò tutto. Ogni cosa che era successa. Di come si era trovata in prigione, e di come ogni secondo perdeva il controllo. Di come Ector stesse tentando di rovinare la vita di nuovo ad Elyse e Gemma. Di come Kate avesse procurato a Elyse tutti quei tagli. Di come lei si sentisse impotente. Di come Ector le avesse messo in testa di essere la seconda personalità – perché sì, iniziava a crederci anche lei. Di come Gilda le avesse promesso che Kate non avrebbe più avuto contatti con Ector. Di come avesse bisogno di quei documenti in fretta.

Durante quel racconto, intervallato da momenti di silenzio in cui Bridgette doveva ricacciare indietro le lacrime, Ashley non disse una parola. Si limitò ad ascoltare, facendo trapelare poco e niente di quello che pensava. Solo quando Bridgette arrivò alla parte in cui raccontava di come Kate avesse ferito Elyse, lei spalancò la bocca in una muta esclamazione di orrore. Ebbe un’altra reazione solo quando Bridgette le disse: “Sai, Smith mi ha detto che sono solo una medaglia d’argento. Che sarò sempre e solo al secondo posto, e che sto rovinando la vita di Kate. Che dovrei farmi da parte.” In quel momento, Ashley sembrò voler intervenire, ma si trattenne per farla finire.

Quando Bridgette terminò, Ashley rimase in silenzio qualche secondo. Poi parlò: “Partiamo dalle cose importanti.”

“I documenti?”

“No, tu.”

“Che…”

“Solo perché un verme pensa che tu sia una seconda personalità, non significa che abbia ragione. Non credere di essere meno importante di un paio di fogli di carta. Non credere di essere meno importante di Kate. Perché agli occhi dei tuoi amici, sei importante. Sei importante ai miei occhi. Sono innamorata di te, Bridgette, non di Kate. i tuoi amici sono tuoi amici, non di Kate. E che tu lo pensi o no, quelle labbra da baciare, quegli occhi che mi guardano sgranati e impauriti, quei capelli scuri, quelle mani tremanti, quel corpo minuto, sono tuoi. Non di Kate. Non sei seconda a nessuno, Bridgette. E non è colpa tua se con te c’è anche Kate. Non c’è una cosa di te che valga una medaglia d’argento, sei tutta una medaglia d’oro, e anche se sembra stupido da dire, lo penso. E probabilmente non te ne rendi conto, ma non sei inutile. Mi hai insegnato e dato così tanto, e ancora non te ne rendi conto. Mi hai fatta innamorare di te, con i tuoi pregi e i tuoi difetti, e ne vale la pena ogni volta. Bridgette, devi capire che non sei rimpiazzabile. Non voglio nessuno al tuo posto, non voglio Kate. È il tuo posto. Voglio solo te. E a quanto pare te lo dimentichi spesso, ma te lo ricordo ancora: ti amo.”

Bridgette sentì gli occhi pizzicare. Cercava di non piangere, invano. Una lacrima scivolò sul suo viso e lei se l’asciugò. “Sai, Ash?”

“Cosa?”

“Anche se possono sembrare parole semplici, è la prima volta che qualcuno mi dice queste cose. E ne avevo bisogno.” Le fece un mezzo sorriso e sussurrò: “Grazie.” Ashley sorrise a sua volta e le accarezzò il viso. “Su di me puoi contare, Bridgette. Puoi fidarti.”

“Lo so.”

Ashley le rivolse un altro sorriso, prima di tornare all’argomento. “Devi dirlo a Elyse e Gemma. Meritano di sapere la verità, soprattutto Elyse. Lo meriterebbero tutti.”

“È così difficile…”

“Lo so, ma sono sicura che ce la farai.”

“Grazie, Ash.”

“E per cosa?”

“Perché credi in me.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Angolo autrice* SONO TORNATA!!!

Eeeeeeeeeeeehi, buonasera a tutti, neh?

Come va? Tutto bene? Come stanno andando le vacanze? Io sono nello schifo coi compiti, lol. E come passo le giornate? A leggere gli Harry Potter e a scrivere. Sono molto preoccupata, si nota?

Passando alle cose pratiche: finalmente, dopo *fa il calcolo e ci mette un quarto d’ora perché non riesce a tenere a mente le cifre, così alla fine usa la benedetta calcolatrice* esattamente 333 giorni (credo e spero), ecco un aggiornamento di questa povera storia. A grande richiesta, oserei dire (ben QUATTRO persone, yeeee, sto facendo progressi xD).

Che ne pensate? Ne è valsa la pena? Partendo dal fatto che non l'ho riletto...

Sappiate che il capitolo doveva essere lungo tipo il doppio, ma ho deciso di tagliarlo, perché la prossima metà sarà dal punto di vista di Elyse e preferisco far due capitoli separati (non è ancora pronto ma presto lo sarà). Ah e, inoltre, non c'è banner, perché ho bisogno di photoshop per farne uno decente (l'altro era uno schifo e aveva i prestavolto sbagliati); quindi, niente banner per un bel po' (sono in vacanza e il solo il computer di mio padre ha Photoshop, abbiate pazienza). 

Prometto che dopo questa luuuuunga pausa non dovrebbero essercene altre. So, più o meno, come andrà a finire la storia.

Ho riletto i capitoli e ho notato che in uno spazio autrice avevo detto che non ci sarebbero stati conflitti fra le coppie. Bene. Dimenticate ciò che ho detto. E preparatevi a un casino fra non una, ma ben due coppie (succederà fra un po’). Facciamo il sondaggio, quali saranno le coppie, secondo voi?

-          Liam/Harry

-          Abby/Lou

-          Gemma/Niall

-          Ashley/Bridgette

-          Zayn/Elyse

Vediamo chi ci azzecca!

Ultima cosa riguardo alla storia: che ne pensate delle prestavolto delle ragazze??

Credo che aggiornerò, ma molto piano, dato che sto andando avanti anche con altre tre storie. Una è pubblicata qui, le altre due no (una lo sarà solo quando l’avrò finita, l’altra non sbarcherà mai su EFP). La storia che è su EFP è forse quella di cui vado più fiera e quella per cui ho speso le maggiori energie: Look into my eyes. È tanto chiedervi di passare anche da lì, se avete voglia? Sopportate i primi capitoli da bimbaminchia, perché più avanti la storia migliora (a mio parere). Vi prego, mi farebbe piacere sapere che ne pensate!

Dopo avervi annoiato tanto con questo spazio autrice (grazie a chi ancora sta leggendo), vi saluto! A presto (e stavolta davvero)!

Ranya

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Ranyadel