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Autore: _IcePotter    02/07/2015    13 recensioni
Kendall Schmidt e Logan Henderson si detestano praticamente da sempre. Il migliore amico di Kendall, ovvero James e il migliore amico di Logan, Carlos, sono invece follemente innamorati l'uno dell'altro. Cosa succede se ti allei con il tuo peggior nemico per far mettere insieme una coppia che scoppia?
***
E, alla veneranda età di diciassette anni le sue certezze si contavano sulle dita di una mano. [...] La seconda certezza era che le ragazze fossero un universo oscuro e misterioso dalla quale era meglio tenersi a distanza il più possibile, non importava quanto potessero apparire appetibili. La terza, si era detto mentre imboccavano un corridoio lungo e stretto e il suo migliore amico andava a sbattere contro una figura alta e slanciata arrossendo all’inverosimile, era che Carlos Pena era ridicolmente e follemente innamorato di James Maslow, che altrettanto ridicolmente e follemente ricambiava i suoi sentimenti. E l’ultima, ma non meno importante aveva riflettuto infine mentre dava una mano a Carlos per rialzarsi mentre una familiare figura bionda faceva lo stesso con James, era che odiava Kendall Schmidt con ogni fibra del suo essere.
***
[Kogan, Slash][Accenni Jarlos][Long-fic a capitoli][Fluff a mai finire]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Carlos, James, Kendall, Logan, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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We are
We are alive
And we are the light that's shining now
We are, we are
We are the reckless
And you can hear us traveling on the sound
We are, we are
Young and dumb, always chasing something


L’indomani, quando Logan si era svegliato, tutto ciò che aveva in testa era un enorme buco nero. Aveva la certezza matematica di non aver dormito nella sua stanza, eppure la cosa non lo preoccupava. Stava bene, dannatamente bene. Si era stropicciato gli occhi, cercando comunque di capire dove fosse e come diamine ci fosse arrivato lì. Per prima cosa si era reso di essere senza vestiti. Ma che accidenti hai combinato ieri sera, Henderson? Punto secondo, era su un letto a due piazze. Dato decisamente allarmante. Non riusciva a vedere poi tanto bene la stanza, ma sul comodino di fianco a lui c’era il suo cellulare. Lo aveva sbloccato, accorgendosi con aria terrorizzata che erano già le undici e mezzo. Fantastico, sua madre lo avrebbe strangolato. In effetti, come aveva avuto modo di verificare dopo appena qualche secondo, sua madre lo aveva chiamato. Ben nove volte. Oltre alle sua chiamate, c’era un messaggio di sua sorella che gli diceva di tornare immediatamente a casa perché “mamma sta uscendo fuori di senno” e uno di Albert, uno dei suoi amici di hockey, che lo avvisava che gli allenamenti erano stati spostati. Logan sentiva che c’era qualcosa di decisamente strano. Ci era arrivato quasi immediatamente: l’odore. Nella stanza c’era un odore particolare, che non sarebbe stato in grado di descrivere, ma associava ad una sola persona. Voltandosi infatti, si era sincerato della presenza di un’altra persona sul letto. Kendall Schmidt dormiva in maniera apparentemente tranquilla e il suo corpo statuario non era coperto da nulla all’infuori di un lenzuolo. Deglutendo, Logan si era alzato, mettendosi alla disperata ricerca dei suoi boxer. Ma dove accidenti si erano cacciati? Se li era rimessi in fretta e furia e, mentre cercava nel casino della stanza anche i suoi pantaloni, aveva cercato di riflettere su cosa era successo. Il ricordo lo aveva colpito così, tra capo e collo, mentre cercava di capire dove diamine si fosse cacciata la sua camicia.
Fruscii di vestiti, baci e morsi apparentemente violenti, mani che scorrono rapide sulla pelle altrui e gemiti. Alti, sensuali, numerosi gemiti. E la mente che si perdeva nei meandri di quel corpo così perfetto, che prima di quel momento non era mai stato sfiorato dalle mani di qualcuno. La carne bollente che sfregava l’una sull’altra. Gli occhi aperti ed attenti, che cercavano di non perdersi un singolo movimento. E anche qualcos’altro. I sentimenti, a lungo nascosti e soppressi, per amore della sopravvivenza.
Logan aveva sbattuto le ciglia, incredulo. Si era voltato a guardare Kendall, gli occhi che accarezzavano gentilmente la figura del biondo. Era bello da far male. E quella bellezza era stata solo sua, si era donata a lui per la prima volta. Era una consapevolezza strana, quella. Si sentiva felice, ma confuso al tempo stesso. Lo aveva perdonato oppure era soltanto il brivido di una notte? Lui, che credeva nell’amore e nei sentimenti, disposto a buttare la sua prima volta in quel modo? No, doveva esserci un’altra spiegazione logica, non poteva essere altrimenti. Il respiro di Kendall era tranquillo, come di tutte quelle persone che non vogliono dare fastidio. La sua pelle appariva stranamente diafana, senza imperfezioni. Ad un certo punto si era voltato di scatto, segno che il suo risveglio era ormai imminente. Avrebbero dovuto parlare, parlare sul serio. Dei loro sentimenti, di tutto quello che era successo tra di loro… Logan si chiedeva se sarebbe riuscito a superare un rifiuto da parte dell’altro. In un certo senso, era verosimile che non volesse avere più nulla a che fare con lui. D’altro canto però, il moro ci teneva davvero a fargli capire che era cambiato e che gli sarebbe piaciuto impegnarsi seriamente con lui. Chissà, forse se gli avesse fatto una dichiarazione sdolcinata e romantica sarebbe riuscito a convincerlo. Non avrebbe saputo da dove cominciare –non era esattamente un esperto in queste cose, lui- ma ci avrebbe provato davvero. Soltanto per Kendall. Solo per lui. Cotto perso, mio caro. Fino a un paio di mesi prima non avrebbe creduto umanamente possibile che tra lui e la piattola potesse esserci qualcosa, figuriamoci se avrebbe mai pensato di potersene innamorare. Era un’idea alquanto assurda e ridicola, per il Logan calcolatore e anche un po’ stronzo, quello che credeva che le relazioni serie fossero una cavolata con il botto.
-L-Logan- aveva borbottato Kendall nel sonno. Il cuore gli era balzato il gola. Lo stava davvero sognando? Sul suo viso si era dipinto spontaneamente un sorriso dolce. Sentiva la voglia, irrazionale e stupida, di spogliarsi, rimettersi sul letto e stringerlo fino ad addormentarsi con il calore del suo corpo vicino. Sciocco pensarci in quel momento da parte sua. Dopo appena pochi istanti, il biondo aveva iniziato a sbattere le ciglia in maniera irregolare e ad agitarsi sul materasso. Logan non era riuscito a reprimere un altro sorriso, che spontaneamente aveva fatto capolino sulle sue labbra. Si era chiesto come sarebbe stato svegliarsi in quel modo tutti i giorni, con la visione di un Kendall un po’ intontito, ma dannatamente dolce. Gli avrebbe strappato un bacio mentre ancora dormiva e poi si sarebbe alzato per preparargli la colazione. Lo avrebbe svegliato scuotendolo dolcemente per una spalla e il biondo lo avrebbe insultato un po’, scherzosamente, prima di decidere di seguirlo. Avrebbero fatto colazione ridendo e guardandosi negli occhi, parlando di cose che non avevano nessunissima importanza. Si sarebbero salutati con un bacio, ma anche con due, preparandosi ad una giornata di lavoro noiosissima, dove si sarebbero mandati stupide note vocali su WhatsApp, magari perché era lunedì e Logan i lunedì li odiava. A cena si sarebbero rivisti e si sarebbero saltati addosso senza nemmeno pensarci, perché avevano passato un’intera giornata separati e al moro sarebbe mancato il contatto con la sua pelle. Avrebbero finito per fare l’amore sul divano, sul letto, nella vasca da bagno o in qualunque luogo della casa, non importava fintanto erano insieme. Avrebbero cenato criticando il capo dell’uno o dell’altro e avrebbero sorriso, tanto. E sempre sorridendosi sarebbero andati a dormire, perché si amavano ed era tutto dannatamente giusto. E si sarebbero baciati ancora, ancora ed ancora, assaporando il gusto della parola “mio” sulla punta delle labbra. Sarebbe stato magnifico, meraviglioso, perfetto. Sarebbe stato giusto. Erano loro e basta.
-Che cosa è successo?- la voce di Kendall lo aveva fatto bruscamente tornare alla realtà. Si guardava intorno con aria confusa, di chi realmente non ha idea di come cazzo ci sia finito lì. I suoi occhi verdi si erano sollevati nella sua direzione dopo qualche secondo, stupiti. Il biondo lo guardava con una faccia che lo faceva somigliare ad un cucciolo impaurito e che gli faceva venire voglia di abbracciarlo. Aveva tossicchiato a disagio e si era avvicinato al letto. Si era seduto vicino a Kendall, nella speranza che il più alto non lo mandasse via. Non lo aveva fatto. Logan si era passato una mano in mezzo ai capelli, cercando un modo per spiegargli quell’assurda situazione. Lo aveva guardato attentamente –gli occhi spalancati, le guance rosee, le labbra tentatrici- prima di decidersi a spiccicare qualche parola.
-Uhm, non ricordi? Ieri sera sei venuto qui e, insomma, dimmi che hai capito- aveva sbottato infine, esasperato. Sarebbe stato decisamente imbarazzante spiegare che, la sera prima, loro due si erano… divertiti, ecco.
-Vuoi dire che…?- aveva chiesto Kendall, spalancando maggiormente gli occhi. Logan aveva annuito –Cazzo. Io non- oddio. Non può essere… come…- il biondo si era preso la testa le mani e aveva iniziato a borbottare frasi incoerenti in maniera sconvolta. Il moro aveva allungato la mano e aveva iniziato ad accarezzargli un braccio con fare comprensivo.
-Hey, è tutto okay. No, forse non lo è, ma… se ti fa tanto schifo l’idea che ci sia stato qualcosa tra noi due farò in modo che non lo venga a sapere nessuno, non preoccuparti. E, uhm, se adesso ti faccio schifo –più di prima intendo- e vuoi tornare da Thomas, immagino che io non sia nessuno per fermarti. Solo, tranquillizzati okay? Non agitarti. Immagino, voglio dire, so che nessuno può ridarti indietro la tua prima volta, ma ci saranno tante occasioni per rimediare, no?- a quelle parole Kendall era scoppiato in lacrime. Henderson, a consolare la gente fai proprio schifo. Logan aveva iniziato a boccheggiare, preso alla sprovvista. E ora che cosa doveva fare? Istintivamente lo aveva abbracciato. Il biondo non aveva neppure provato a divincolarsi. Al contrario, aveva poggiato la testa sul suo petto e aveva preso a singhiozzare ancora più forte. Il moro lo aveva stretto, senza dire nulla. Si sentiva un vero schifo, in tutti i sensi del termine. Poi, aveva visto una cosa che lo aveva fatto restare a bocca aperta. Sulla schiena del biondo faceva bella mostra di se un bel succhiotto violaceo. Un segno che apparentemente non sarebbe andato via per un po’. Adesso capiva come doveva sentirsi Kendall. Sporco, sbagliato, marchiato a fuoco, apparentemente costretto a compiere gesti che non avevano né capo né coda. Doveva essere una sensazione orribile. Era a questo che lo avrebbe portato l’amare Kendall? A soffrire e a farsi del male senza neppure rendersene conto fino a quando non sarebbe stato irrimediabilmente troppo tardi? No, era diverso. Era diverso perché erano in due a provare quel sentimento. E l’uno sarebbe stato attento a non fare male all’altro, perché era questo che facevano le persone che si amavano. Stranamente, si sentiva pronto ad impegnarsi. Pronto a proteggerlo e ad amarlo incondizionatamente, qualunque cosa fosse successa. Era tutta lì, la differenza. Non aveva sofferto per una semplice cotta, no. Era amore, quel sentimento che si stava sviluppando all’interno del suo petto. Era amore quello che il biondo provava nei suoi confronti. Solo amore. Non c’era spazio per il resto. Era stato con quella consapevolezza ben salda nella mente che era rimasto lì, immobile, accompagnato soltanto dal respiro di Kendall che andava rallentando sempre più, fino a ritornare normale e tranquillo. A quel punto, Logan lo aveva fatto staccare in maniera lenta. Gli occhi del biondo erano ancora lucidi, ma le lacrime avevano smesso di rigargli le guance. I denti torturavano un labbro e sembrava timoroso, impaurito. Era bellissimo, non poteva fare a meno di pensare il moro. Era quanto di più bello avesse mai visto al mondo.
-Ti va di parlare, adesso?- aveva detto, portando una mano dietro al suo collo e un’altra ad accarezzargli il viso. Kendall era lievemente sobbalzato a quel contatto, prima di abbandonarsi a quelle dolci attenzioni. Faceva male vederlo così distrutto. Era strano ma, di riflesso, distruggeva anche lui. Era come se qualcuno piano piano stesse staccando il suo cuore a piccoli pezzettini, per poi calpestarglieli accuratamente. Gli occhi del biondo parlavano, anzi gridavano, miriadi di emozioni silenziose che soltanto la sua vicinanza gli causava. Ed erano le stesse emozioni che provava anche lui, lo sentiva.
-I-io non posso. Non adesso. Non dopo tutto questo. I-io lo so che dovremmo parlare, ma ti prego, dammi tempo. Ho bisogno di un po’ di tempo per me, per riflettere e per calmarmi. E so che devo essere da solo per farlo. Mi capisci, vero?- gli aveva chiesto, con una nota quasi isterica della voce. Anche gli occhi di Logan si erano fatti lucidi, perché quelle parole somigliavano tanto ad un rifiuto, seppur temporaneo, e lui non era assolutamente pronto a sentirsele dire. E poi, d’improvviso, un’idea malsana aveva fatto capolino nella sua mente.
-Andrai da lui?- aveva domandato in risposta. Non aveva avuto bisogno di specificare di chi si trattasse, era certo che l’altro avesse capito.
-Cosa?! NO! Da solo, Logan, da solo. I-io, non posso spiegarti adesso di cosa mi ha spinto a comportarmi così adesso. Ho bisogno di spiegarti con calma e per farlo ho bisogno di far chiarezza io per primo. Non voglio allontanarmi da te e non ti sto rifiutando, te lo giuro. T-tu sei importante per me, dico davvero. Scusami, ma non posso. Giuro che non sparirò, che non è così che finisce. Solo, dammi tempo. Ti prego- Logan aveva annuito, esitante. Kendall aveva annuito a sua volta  e poi con calma si era avvicinato alle sue labbra, strappandogli un bacio leggere sulle labbra, che aveva il gusto di un “Arrivederci” un po’ amaro. Poi entrambi si erano alzati, iniziando a rivestirsi senza neppure guardarsi negli occhi.
Stranamente però, tra quelle mura c’era l’odore della speranza ritrovata.

***


Dopo aver lasciato Logan da solo nella stanza –il moro gli aveva promesso che avrebbe sistemato lui le cose con i responsabili dell’albergo- Kendall era uscito a farsi un giro. Era stanco, sia fisicamente che non. La tua testa era stanca di assorbire tutte quelle informazioni che avevano a che fare con Logan, con il cosa era successo con Logan, con il che cosa sarebbe potuto succedere con Logan. Voleva soltanto che l’altro sparisse dalla sua testa una volta e per tutte, al diavolo i mezzi termini! Percorreva le strade coperte da una sottile coltre di neve e a quell’ora deserte, con passo lento e misurato, calciando i sassi che incontrava nel suo cammino nella disperata speranza di schiarirsi le idee. Era andato a letto con Logan. Probabilmente gli era piaciuto. Anzi, no. Gli era piaciuto e basta, nessun probabilmente. E si sentiva tanto un idiota ad essere scappato in quel modo, ma aveva bisogno di pensare. Cosa sarebbe successo se si fossero messi insieme per davvero? Avrebbero finito per rompere dopo pochi giorni oppure era davvero il caso di provarci? Si era messo le cuffie nel disperato tentativo che un’illuminazione divina gli dicesse cosa avrebbe dovuto fare in quel momento. Dalla riproduzione casuale era partita “Black Magic” delle Little Mix. E quella canzone quando diamine l’aveva scaricata. Probabilmente era soltanto Carlos che si divertiva a smanettare con il suo cellulare senza neppure chiedergli il permesso. Era passato alla canzone successiva senza nemmeno soffermarsi ad ascoltare le parole della canzone che nel frattempo era partita. Era stato il turno di “Stockholm Syndrome” degli One Direction. Di male in peggio. Aveva deciso di staccare la musica, quando il suo Lookscreen lo aveva fatto fermare. Era lo Screen di una nota del cellulare che lui era certo di non aver mai creato. Più per curiosità che per vera e propria convinzione, aveva aperto la nota chiamata “Dear Kindle”. Aggrottando le sopracciglia, si era messo a leggere.

Ehi Kindle,
siamo James e Carlos. Sappiamo che magari tu e Logan sarete infuriati con noi per quello che abbiamo organizzato ieri, ma voi due avevate bisogno di parlare o di fare altro. Questa mattina presto, siamo venuti nella vostra stanza e abbiamo avuto la conferma di ciò che già supponevamo. Voi due siete fatti l’uno per l’altro. Dormivate abbracciati e nessuno di noi due è riuscito a trovare il trovare il coraggio di svegliarti. Quindi ti abbiamo scritto questa nota, nella speranza che tu la legga subito e decida ciò che è meglio per te e per l’altro idiota. Vi amate, quindi credo che sia il caso di smettere di negare l’evidenza. Noi non sappiamo cosa ci sia esattamente tra te e Thomas, ma qualunque cosa sia sarebbe il caso di concluderla qui. Non puoi continuare a mandare avanti questa inutile farsa ancora per molto. Chiunque vi veda capisce che tu e Logan vi amate, tranne voi due. È normale che siate spaventati, ma non è giusto che continuiate a prendervi in giro in questo modo. Decidete cose fare, ma smettete di mentirvi una buona volta e per tutte. Ammetti che provi qualcosa per lui, smetti di negare i tuoi sentimenti e soprattutto smetti i farlo soffrire. Sappiamo che anche tu vedi il suo sguardo ferito e il modo in cui ogni giorno cerca coraggiosamente di non esplodere anche se avrebbe mille motivi per farlo. Riflettici, ma agisci. Fallo per te. Fallo per lui. Fallo per voi.

-Jamie and Los

E Kendall era decisamente troppo stanco di fare la figura del codardo della situazione. Quindi, prima che il coraggio gli venisse meno, aveva aperto la cartella dei messaggi e aveva scritto a Thomas. Poi, con la mente ancora confusa, aveva iniziato a correre per cercare di sfogarsi un minimo. Pronto per la staffetta finale, Schmidt?

***



Thomas, ti va di vederci al Lime Bean alle 11:30? Ho bisogno di parlarti. È urgente.
Xx Kendall

Era stato quel messaggio che aveva spinto Thomas ad abbandonare il suo letto, e anche le braccia calde di Louis, il suo migliore amico francese. Prima che il ragazzo si trasferisse frequentavano la stessa scuola e, inutile negarlo, tra di loro c’era ben più della semplice amicizia. Quando era stato costretto a cambiare città per via del lavoro di suo padre, aveva sofferto da morire. Era innamorato, per la prima vera volta nella sua vita. Una volta arrivato in città, aveva conosciuto Kendall e con lui era scattata un’affinità particolare. Si erano frequentati, anche se per poco, e Thomas aveva visto in lui la possibilità di dimenticarsi totalmente di Louis. Il giorno precedente poi, quest’ultimo gli aveva mandato un messaggio dicendogli di affacciarsi alla finestra, aggiungendo alla fine la parola biondino, perché era sempre stato il suo soprannome, quello. Aveva subito sentito il suo cuore accelerare i battiti e si era fiondato giù per le scale correndo e rischiando di spaccarsi l’osso del collo più o meno ogni tre gradini. Si era reso conto che quello che provava per l’altro non era affatto scemato quando lo aveva visto, bello come non mai, che gli sorrideva mentre si stringeva nel suo cappotto invernale.
-Thòmas- gli aveva detto con quel suo accento particolare che lui aveva sempre adorato. In quel momento non si era chiesto come fosse arrivato fino a lì o per quale motivo si trovasse davanti casa sua alle dieci e mezza di un anonimo sabato sera, no. Gli era saltato al collo, stringendolo forte e saggiando nuovamente la consistenza della sua pelle sotto le dita. L’altro lo aveva stretto di rimando e magnifico, magnifico, magnifico era tutto quello che la mente di Thomas riusciva ad elaborare. In quel momento Kendall era lontano anni luce dai suoi pensieri. L’unica cosa di cui gli importava era tra le sue braccia, che gli sorrideva –Sono tornato per restare. Non riuscivo a resistere un minuto di più senza di te. Je t’aime- aveva pronunciato tutto d’un fiato il francese. E lui non ci aveva pensato neppure un attimo prima di avventarsi sulle sue labbra con tutta la passione che aveva in corpo. Quelle labbra morbide che, forse per paura o forse per timidezza non aveva mai avuto il coraggio di assaggiare. Sapevano di mare, di passione e di Louis e lui non poteva chiedere di meglio. Si erano staccati soltanto quando il bisogno d’aria era diventato troppo grande per poter essere ignorato.
-Ti amo anch’io. E-e non so cosa dire, perché sono senza parole come ogni qual volta si tratta di te. So solo che ti amo, ti amo e ti amo e non mi stancherò di ripetertelo fino a quando avrò fiato in corpo- Louis gli aveva sorriso e quel sorriso aveva illuminato il suo mondo. Lo aveva baciato con ingordigia e prima ancora che riuscisse a rendersene conto si era ritrovato a fare l’amore con lui, per la prima e meravigliosa volta di entrambi. Poi quella mattina si era svegliato con quel messaggio e si era reso conto che era arrivato il momento di parlare con Kendall. Non era stupido, si era accorto benissimo del fatto che il biondo provava per Logan qualcosa di profondo e che lui non sarebbe mai riuscito a spezzare, neppure volendo. La stessa cosa valeva per lui e Louis, soltanto che aveva sempre preferito ignorare questo dettaglio. Si era alzato di malavoglia, cominciando a rivestirsi. Aveva gettato un’occhiata al ragazzo ancora addormentato sul letto. I capelli chiari erano scombinati e ancora schiacciati sulla fronte in uno strano modo. Gli occhi –che non aveva mai ben capito, di che colore erano- erano chiusi, ma il viso continuava a mantenere un’espressione distesa, come di chi sa di essere al posto giusto nel momento giusto. Thomas aveva sorriso spontaneamente, allungando la mano per accarezzargli il viso. Il suo corpo era coperto da un lenzuolo solo fino allo stomaco e per i suoi ormoni quella era una visione decisamente indecente. Sospirando, aveva deciso di mettersi il giubbotto nero dell’altro. Subito il suo profumo gli aveva invaso le narici, tranquillizzandolo. Gli aveva lasciato un tenero bacio sulla guancia e gli aveva anche scritto un breve biglietto dove gli diceva che usciva e che sarebbe tornato il prima possibile. E naturalmente, che lo amava. Era sceso velocemente giù per le scale, notando che come al solito suo padre aveva passato la notte in ufficio. Da quando i suoi avevano divorziato e soprattutto da quando si erano trasferiti, lo vedeva si e no una volta ogni tre giorni. Gli mancava suo padre, da morire. Scuotendo la testa, si era incamminato velocemente lungo le vie poco affollate. Lungo la strada si era soffermato a pensare alle parole più adatte che avrebbe potuto usare per spiegare la situazione all’altro ragazzo. Non era un doppiogiochista e non avrebbe mai rischiato di perdere Louis, adesso che lo aveva ritrovato. Dopo che il fuoco della passione era esploso tra di loro e dopo aver finito di viversi nel modo più puro e profondo che Thomas avesse mai immaginato, il francese gli aveva raccontato che aveva chiesto ai genitori di mandarlo lì con lui e che loro, troppo presi dal lavoro, avevano acconsentito senza neppure chiedergli il motivo di quella richiesta. Aveva affittato un appartamento lì vicino e, dopo aver lasciato lì le valigie ancora chiuse, aveva deciso di fargli quella sorpresa. Dopo essersi fatto raccontare per filo e per segno tutto il viaggio, Thomas e Louis si erano messi a raccontarsi tutto quello che era successo durante quei mesi di lontananza, fino ad addormentarsi l’uno fra le braccia dell’altro. Con passo esitante era entrato al Lima Bean, dove Kendall era già seduto ad un tavolino e si agitava come se non riuscisse a stare seduto.
Siamo in due ad essere stati sotto ieri, Schmidt?

***



Non aveva mentito a Logan, affatto. Anzi, aveva chiesto appuntamento a Thomas perché aveva bisogno di chiarire le cose tra di loro. Voleva mettere fine a quello che c’era tra di loro se voleva che tra lui e Logan ci fosse veramente qualcosa. E lo voleva, eccome.
Thomas gli aveva rivolto un sorriso radioso, entrando e lui si era sentito male al pensiero di quello che stava per fargli. Era orribile da parte sa, dopo che l’altro si era offerto di sopportarlo nonostante tutto. Nonostante i suoi sbalzi d’umore e il suo essere perennemente scostante, il suo voler sempre evitare di parlare di se e i suoi comportamenti troppo spesso un po’ insensibili.
-Ciao Tom!- aveva esordito il biondo cercando di sorridere. Si era sempre ritenuto un tipo abbastanza forte e atletico, ma decisamente non aveva mai pensato all’eventualità che passare una notte del genere potesse avere ripercussioni sul suo fisico. Solo sul tuo bel fondoschiena gli aveva ricordato una voce alquanto molesta all’interno della sua testa. In effetti.. –Tutto bene? Oggi ti vedo particolarmente allegro!
-Uhm, sì, benissimo. Senti Kendall, smettiamola di girarci intorno, okay? Io so perché siamo qui e rimandare la discussione non farà bene a nessuno dei due. Sappiamo entrambi di non essere innamorati l’uno dell’altro e nulla potrà mai cambiare questa cosa. Tutti e due siamo innamorati di qualcun altro e, almeno per quanto mi riguarda –anche se credo di aver visto qualcosa muoversi anche nel tuo caso-, questo sentimento è ricambiato. Siamo stati bene insieme e probabilmente abbiamo dato il via ad una buona amicizia, ma niente più di questo. Non dobbiamo smettere di vederci o di parlarci per questo. Semplicemente, ci abbiamo provato, ma non ha funzionato. Non ha senso continuare a portare avanti qualcosa che sappiamo che non avrà futuro, non credi?- aveva chiesto, in tono pacifico e rassegnato. Kendall aveva spalancato le sue enormi iridi, chiaramente a metà tra lo sconvolto e l’imbarazzato. Aveva annuito, prima di decidersi a dire qualcosa di coerente.
-Come lo hai capito? Insomma, sia che io non ti amo sia del fatto che per te è lo stesso.
-Credo di averlo sempre saputo. Inizialmente ho cercato di convincermi di essere innamorato di te, davvero, ma non ci sono riuscito. E ieri, mentre non c’eri, mi p arrivato un messaggio. Il mio migliore amico –o meglio, quello che credevo essere soltanto il mio migliore amico- si è trasferito qui per me. Quando l’ho rivisto è scattato qualcosa in me, non so spiegarti precisamente cosa sia, ma non sono riuscito a fermarmi. Adesso stiamo insieme e io non voglio rovinare tutto. Quando sono arrivato qui ho subito fatto coming-out, ma nella mia vecchia scuola non era così ed era orribile. Non sono riuscito a stare con lui perché ero troppo codardo per ammettere di amarlo. Adesso lui è qui e io non voglio fare gli stessi errori del passato. Sarà tutto migliore, per me e anche per lui- aveva detto con decisione, lo sguardo fiero e innamorato –Per quanto riguarda te invece, sei innamorato di Logan, non è così? Lo so, l’ho sempre saputo. Vedo come lo guardi. E non voglio essere la ruota di scorta di nessuno. In più, voi due siete una bellissima coppia- aveva concluso, facendogli l’occhiolino. Kendall aveva annuito con convinzione.
-Mi dispiace di non essere riuscito a parlartene prima, soltanto che per me era imbarazzante. Ho una cotta per lui da una vita e finalmente, dopo aver avuto un’ulteriore prova del fatto che si comporti da stronzo praticamente con tutti, pensavo di poterlo dimenticare. Ma non ci riesco, capisci? Più provo ad allontanarmi più il Destino, Dio, il Karma o chi per loro, mi attira inesorabilmente verso di lui. E mi sono accorto che anche Logan prova qualcosa per me e io sono stanco di respingerlo, mi capisci? Voglio smettere di impedirmi di essere felice, per una volta. Sono felice che alla fine tu e io ci troviamo nella stessa situazione, sai? E credo che niente ci impedirà di essere amici, dato che abbiamo capito che è meglio evitare di andare oltre. Quindi, amici?- aveva chiesto con lieve sorriso ad incurvargli le labbra, mentre gli porgeva una mano. Thomas l’aveva stretta con decisione, felice della piega che avevano preso gli eventi. Era incredibile come una singola notte fosse riuscita a cambiare tanto nella sua vita. Era qualcosa di incredibile. Il suo cellulare, abbandonato poco prima sul tavolino, aveva vibrato. Nuovo messaggio da Louis.

Capisco che ormai ti sarai abituato a vivere come questi americani qui, ma se ben ricordo al nostro paese non è buona educazione lasciare un povero ed innocente ragazzo solo a letto dopo avergli fatto trascorrere la notte più meravigliosa di sempre, sbaglio? Quindi tu adesso torni e lo fai subito, no? Scherzi a parte, il tuo biglietto mi ha fatto piacere e non so come descriverti quello che c’è stato ieri tra di noi. Magnifico, speciale, unico? Le parole non bastano mai in questi casi. L’unica cosa che riesco a dirti è che sei la cosa migliore che mi sia mai successa e che adesso che sono qui non permetterò a niente e a nessuno di separarci. Ti amo in una maniera che non riesco a spiegare, ma ti amo da morire. La tua assenza era qualcosa di troppo grande, che non potevo sopportare. Non ti chiedo tanto, voglio solo che tu mi ami di nuovo. Dello stesso amore che vedevo nei tuoi occhi fino a pochi mesi fa, quell’amore che nascondevi per la troppa paura che qualcuno lo giudicasse sbagliato. Beh, non lo è. L’amore che c’è in te è lo stesso amore che provo io e nessuno può permettersi di giudicarlo come sbagliato. E sai perché? Perché l’amore è unico in tutte le sue mille forme e io non potevo chiedere l’amore di una creatura più meravigliosa ed eterea di te. Buongiorno, mon amour
Xx Louis

-Allora?- lo aveva incalzato Kendall, con lo stesso tono di una vecchietta un po’ troppo impicciona –Intanto, voglio leggere quel messaggio perché sono sicuro di aver capito chi te lo ha scritto e poi voglio che mi racconti tutto di questo ragazzo. Nome, cognome, data di nascita e sì, anche il codice fiscale se sarà necessario!
-Non posso permettermi di dirti che sei come una vecchia zitella vero?- gli aveva chiesto ridendo.
-No- aveva detto il biondo, mettendosi a ridere di rimando. E quando si tratta di due ragazzi che ridono insieme raccontandosi delle persone che gli fanno battere il cuore, chi può definire un’amicizia sbagliata?

***



Kendall in quel momento si trovava sotto casa di Logan. Si era fatto dare l’indirizzo da un Carlos che sembrava avere decisamente la testa tra le nuvole –era decisamente il caso di indagare non appena avesse risolto i suoi problemi- durante il pomeriggio. Da quando si era separato da Thomas –in tutti i sensi del termine- non aveva smesso un attimo di pensare a quello che avrebbe potuto dire al moro. Intanto, che lo amava e che erano stati due idioti a non mettere subito le cose in chiaro tra di loro. E poi? Dopo il modo in cui lo aveva lasciato, come faceva ad essere sicuro che l’altro sarebbe stato disposto a fidarsi di lui? Oh, no. Lo avrebbe fatto. Si sarebbe fidato, lo avrebbe fatto in nome di quello che sentivano. O meglio, questo era quello che pensava lui. Si era arrovellato per tutto il giorno, fino a quando per forza di cose non si era ritrovato lì, davanti casa sua. Meraviglioso, erano le due del mattino e lui si trovava sotto la finestra del ragazzo che amava. Cliché più cliché di così non esisteva- Romeo e Giulietta, ma davvero? Le luci erano spente. Naturale, data la tarda ora. Sapeva –sempre grazie a Carlos- che la sua stanza si trovava a destra, al secondo piano. Anche lì la luce era spenta, ma qualcosa dentro di lui convinceva a sperare che l’altro fosse sveglio, in attesa soltanto di un suo segnale o di un suo gesto. Era un’idea ridicola, ma non riusciva proprio a togliersela dalla mente. Si era seduto sull’erba gelata, cercando di trovare il coraggio di parlargli.
-Keep gettin' stuck, stuck but I'm never givin' up, up. In the middle of a perfect day I'm tripping over words to say 'cause I don't wanna keep you guessing. But I always end up gettin' stuck, stuck. But I'm never giving up, up- come al solito, la musica era l’unico modo in cui riusciva a sfogare le sue emozioni. Ogni singola cosa che provava quando si trovava in compagnia di Logan, ogni singolo fremito che la sua sola vicinanza riusciva a trasmettergli. Aveva immaginato il volto dell’altro che gli sorrideva e poi gli lasciava un bacio. Perché non avrebbe dovuto rendere realtà queste sue fantasie? Era così sbagliato alla fine quello che aveva fatto Logan? Certo, per anni lo aveva fatto star male mostrando disinteresse nei suoi confronti, ma non era certo colpa sua se Kendall non andava a gridare ai quattro venti la cotta che aveva per lui.
Aveva ripensato a Thomas e a Louis, a quello che il suo ex-ragazzo gli aveva raccontato. Di quello che si erano detti quei due ragazzi e di come erano andati avanti le cose tra di loro. Si vedeva da come Tom ne parlava che era innamoratissimo di lui: ogni volta che si faceva il suo nome gli occhi iniziavano a brillargli di una luce strana e solo loro. Si chiedeva se anche quando lui parlava di Logan utilizzava quel tono ammirato. Improvvisamente, una luce si era accesa in corrispondenza della stanza dell’oggetto dei suoi pensieri. Ora o mai più.
Aveva preso un sasso che era abbandonato ai suoi piedi e lo aveva lanciato verso la finestra pregando tutti gli Dei dell’Olimpo affinché non svegliasse qualcun altro. Fortunatamente, aveva centrato il bersaglio e aveva visto un’ombra muoversi verso la finestra. Fa’ che Carlos non si sia sbagliato. Aveva preso un altro sasso e lo aveva lanciato di nuovo contro la finestra, benedicendo gli anni di lacrosse che suo padre lo aveva costretto a fare da piccolo. La finestra si era spalancata di scatto e Logan si era affacciato fuori dalla finestra. Anche a quella distanza, riusciva a vedere gli occhi gonfi di sonno e un pigiama che sembrava decisamente più grande della sua misura.
-Ma che ca-? Kendall?- gli aveva chiesto con sguardo stralunato. Il ragazzo aveva annuito, mimandogli a gesti di scendere –Stupido, rischi di morire congelato seduto lì. Alzati, io arrivo e ti porto qualcosa di caldo da metterti addosso- gli aveva detto, sparendo oltre la finestra.
Dopo appena un paio di minuti infatti, era ridisceso, con addosso un ridicolo pigiama con Topolino e un paio di pantofole di pelo rosa, che Kendall sperava non fossero le sue. In mano aveva due felpe, una blu e l’altra nera. Aveva allungato il braccio, porgendogli quella che sembrava la più grande.
-Io, uhm… non so, è per gentilezza, credo. Fa davvero troppo freddo qui- il biondo aveva annuito, prendendo la felpa e infilandosela rapidamente, subito imitato dall’altro –Che cosa ci fai qui?- gli aveva chiesto poi.
-Avevo bisogno di parlarti e tu lo sai- aveva detto, fissando lo sguardo sul prato ricoperto da un sottile strato di neve –Questa mattina ti ho chiesto del tempo per riflettere bene su quello che era successo tra di noi ed è quello che ho fatto. Ho parlato con Thomas e, beh, lui si accorto del fatto che c’era qualcosa tra noi due. Poi è arrivato Louis, ma questa è un’altra storia. Comunque, parlare con lui mi ha aiutato a schiarirmi le idee. Adesso ti farò un discorso e, fregandotene di quanto sarà lungo e probabilmente incredibilmente sdolcinato, vorrei soltanto che tu mi ascoltassi fino alla fine. Questa mattina mi sono comportato malissimo con te, anzi si può dire che io sia stato un vero stronzo. Ma non ho mai mentito riguardo a quello che provavo per te. Mai. I-io ti ho sempre amato, lo sai. Dalla prima volta che ti ho visto, dal momento in cui mi sono detto “Oh, eccolo lì. Cerco uno così da una vita”. Solo che sono un po’ una frana per quanto riguarda i sentimenti e credo che anche tu te ne sia accorto. Però adesso, adesso che finalmente ho trovato il coraggio di essere me stesso senza restrizioni o altro, voglio dimostrarti che possiamo essere qualcosa, noi due insieme. Qualcosa di vero, capisci? S-sei libero di andare non appena io avrò finito solo… non riprendere ad ignorarmi okay? Io non ci ho mai creduto alla stronzata dell’amicizia dopo una relazione, sempre che così la si possa chiamare, ma per te potrei anche provare a fare un’eccezione. Anzi voglio provarci. Perché da quando ti conosco davvero mi sono reso conto che non voglio fare a meno di te, in qualunque modo tu voglia far parte della mia vita. Ritornando alla storia del discorso: pronto?
-Sì, certo, credo di sì. Ma, prima di iniziare, voglio che tu sappia una cosa: non smetterò di parlarti o altro perché, per quanto mi costi ammetterlo, sento qualcosa di speciale per te. E mi danno, perché non riesco mai a controllarmi quando si tratta di te, però al tempo stesso sento che questa mia mancanza di autocontrollo mi rende vivo. E adesso, dì ciò che vuoi, non t’interromperò, promesso.
Kendall aveva annuito, respirando profondamente. Era di Logan che si trattava, in fin dei conti. Non di una bestia a tre teste pronto a divorarlo al minimo passo falso. Era lo stesso ragazzo che gli aveva chiesto il permesso per baciarlo mentre si trovavano in un cinema affollato di persone, lo stesso ragazzo che poi si era preso quel bacio completamente ubriaco a Capodanno, lo stesso ragazzo che quella mattina lo aveva abbracciato mentre lui, in lacrime, si rendeva conto che non sarebbe riuscito a scappare alla forza di un sentimento così grande, la stessa persona della quale si era innamorato cinque anni prima e che era lì, davanti a lui, alle due del mattino pronto ad ascoltare ciò che lui aveva da dirgli, senza giudicarlo.
-Non siamo mai stati insieme per davvero. Ma, al diavolo i mezzi termini, io ti ho amato, io ti amo. Ho amato i tuoi difetti. Non li ho accettati, non ho imparato a conviverci, io li ho amati, io li amo.- Il cuore di Logan a quelle parole aveva preso ad accelerare sempre di più i battiti. In un solo, glorioso istante gli era sembrato di rivivere in un lampo tutta la loro “storia”: ne sarebbe veramente valsa la pena? –Amo la tua camminata, amo il tuo sorriso, amo i tuoi occhi scuri, amo la tua acidità, amo la tua simpatia, amo il suono del tuo nome, quel nome che il solo sentirlo mi fa battere il cuore.- Kendall si era interrotto per un attimo, giusto il tempo di guardarlo negli occhi per un po’, quasi per accertarsi sul da farsi. Poi aveva respirato profondamente ed aveva ripreso, come se chissà quale illuminazione divina l’avesse colpito mentre lo guardava negli occhi. –Amo il suono della tua voce buffa, amo tutto di te, davvero. E se qualche volta penserai di non essere amato sappi che ci sono io, io che ti amo.- E a quel punto, nonostante ci fossero almeno quattro gradi sotto lo zero e lui lì al freddo stesse gelando, aveva sentito uno strano calore partire dal petto e irradiarsi per tutto il corpo. Una scarica elettrica lo aveva percorso, mentre si sporgeva in avanti e si ritrovava praticamente a due centimetri dalle labbra del biondo. Lo aveva guardato negli occhi, quegli smeraldi verdi immersi in un oceano di spighe di grano dorate, un’ultima volta prima di poggiare le labbra sulle sue. Era un bacio diverso da quelli che si erano scambiati in precedenza. Questo qui sapeva tanto di baciami, baciami, baciami ma era al contempo un contatto così calmo da stupire entrambi. Le loro labbra si sfioravano delicatamente, quasi come se avessero paura di ferirsi vicendevolmente. Le mani di Logan erano andata a carezzare delicatamente le guance di Kendall, che con timore aveva poggiato i palmi sulla sua maglietta. Dopo quelli che erano sembrati secoli ad entrambi, si erano staccati.
-Kendall, te lo dirò con sincerità. Io non credevo di essere pronto ad innamorarmi quando tra di noi le cose hanno iniziato ad evolversi. In verità nemmeno adesso sono del tutto convinto che io sia la persona adatta a fiori e cuoricini ma, vedi? Mi sono reso conto che per te scalerei l’Everest a mani nude, e che, al diavolo tutto, io ti amo! Diamine, ti amo talmente tanto che alle volte mi fa male pensarci. Ogni volta che ti vedo mi sembra di uscire di senno, perché sei talmente bello che guardarti fa male. Fin da quando ci conosciamo, conosciamo veramente intendo, ho capito che avrei fatto di tutto per vederti sorridere. Hai un sacco di difetti, è vero, così come ce li ho anche io. Eppure ci hai fatto caso a come sembriamo dannatamente complementari? Tu sei il mio pezzo mancante del puzzle, giusto per usare una frasetta ridicola di quelle che piacciono tanto a James e Carlos. –Kendall gli si era avvicinato nuovamente, gli occhi che brillavano di quella fiamma liquida che lui non aveva mai ben capito cosa volesse significare. Non c’era esitazione nei suoi gesti, non quella volta. Logan lo aveva guardato per un lunghissimo istante, prima di parlare contro il suo orecchio. –Ti amo, piattola.- Il biondo aveva risposto a quelle parole con un bacio lunghissimo, di quelli che tolgono il fiato. Nel frattempo la sua mano era scesa a stuzzicargli i fianchi con dei pizzicotti. A quel gesto il moro si era staccato, borbottando.
-Si può sapere cosa diamine combini?- aveva chiesto, sbuffando. Probabilmente non avrebbe mai compreso fino in fondo quel ragazzo e sotto sotto era meglio così. Meno ne capiva di lui, più tempo gli ci sarebbe voluto per scoprire tutte le sue caratteristiche nascoste. Insomma, non si sarebbe liberato di lui poi tanto facilmente.
-La smetti di chiamarmi piattola? Mi irrita- aveva risposto il biondo con tono beffardo, citando volutamente la loro prima conversazione. Il moro se ne era accorto, perché gli aveva risposto con un sorriso furbo dipinto in volto.
-Ecco perché lo faccio.- aveva esalato, prima di gettarsi a capofitto sulle labbra di quello che, a rigor di logica, era ormai il suo fidanzato. Erano rimasti a baciarsi per minuti interminabili, nel freddo del Minnesota e riscaldati soltanto da due misere felpe e dal calore che i loro corpi a contatto producevano. Kendall era stato il primo a staccarsi, limitandosi però a poggiare la fronte contro quella dell’altro. In quel modo i loro respiri si mescolavano e tutto così magico, così loro. Era come vivere all’interno di una favola. Nient’altro importava al di fuori di loro due e sembrava che il mondo si fosse fermato soltanto per lasciargli il tempo di amarsi nella maniera più sincera e naturale possibile.
-Ti odio- aveva sillabato a denti stretti il più alto, mentre incastrava gentilmente le dita tra i capelli dell’altro e li tirava leggermente. A quelle parole Logan aveva risposto con un sorriso beffardo, mentre inarcava le sopracciglia per dare una dimostrazione evidente del suo scetticismo.
-In verità mi ami e sotto sotto ti piace che io ti chiami piattola- aveva detto sogghignando. Gli piaceva quel gioco dello stuzzicarsi a vicenda che li accomunava anche in una situazione che avrebbe voluto che si comportassero in maniera totalmente differente.
-E va bene, hai vinto, ma solo per questa volta. Fossi in te non ci farei l’abitudine e soprattutto non mi monterei troppo la testa. Ti conosco bene, con me è inutile che fai quella faccia.- Logan gli aveva tappato la bocca con un bacio diverso dagli altri. Era qualcosa di più profondo, che sfiorava le loro anime. Erano uniti, insieme per la prima vera volta, soltanto loro. E quel bacio era simbolo di qualcosa di davvero speciale, di una promessa forse un po’ infantile, ma comunque unica: la loro. Con quel bacio si stavano promettendo le cose più disparate: non ci lasceremo mai, ti amerò per sempre, non mi stancherei mai di te… Alla fine loro due non avevano mai avuto bisogno di parole. A cosa servono cose così futili quando il ricordo dei baci che si erano dati era impresso a fuoco nelle loro menti più di un tatuaggio?


 
N.d.A. (Non datele ascolto!)
Buonasera a tutti!
Come al solito sono in ritardo, ma questa volta posso giustificarmi dicendo che non è stata colpa mia. Che dire, sono arrivata alla conclusione di un’altra storia e, vi giuro, poco fa mi sono fatta dieci minuti di piangere, perché come per “Only Three Days” mi ero affezionata a questa storia come a poche cose. Il fatto che poi sia una storia composta da otto capitoli non ha fatto altro che aumentare il mio attaccamento, per così dire. Sono arrivata al momento dei ringraziamenti che, più o meno, si dividono in cinque o sei categorie:
-Ringrazio: alexia2001, DarkDream, DjalyKiss, Hooked, i love ace 30, kendallschmidt e truzzi chan per aver messo la storia tra le preferite. Parliamo di S-E-T-T-E persone, ci possiamo rendere conto?!
-Ringrazio: cookiechan, giordi_stylinson, kendallschmidt, Little Wings e tatorosa per aver aggiunto la storia alle ricordate. Spero di non aver deluso le vostre aspettative!
-Ringrazio: Arcadia_ , Hoon21, i love ace 30, kendallschmidt, Little Wings,  Penguinsrulez, SapphireLynx, Set the world on fire, TheLightning, meglio conosciute come le NOVE persone che hanno messo la storia tra le seguite. E boh, io vi amo!
-I Big Time Rush, senza i quali nulla di questo sarebbe mai potuto essere scritto; ringrazio soprattutto quei poveri cristi di Kendall e Logan, perché con tutte le volte in cui io e Jess scriviamo su di loro, mi chiedo come mai non abbia ancora iniziato ad uscirgli il fumo dalle orecchie. Ringrazio tutti e quattro per la loro musica, che non solo mi è stata di fondamentale ispirazione per scrivere questa storia, ma mi sostiene sempre quando mi sembra di essere sola.
-Ringrazio: alesohonrina, Arcadia_, Hoon21 e DarkDream in maniera particolare, perché non si sono perse neppure un capitolo e trovano sempre il modo di farmi sentire speciale. VI VOGLIO BENE!
-C. perché senza di lei sarei persa e Jess, perché non c’è stato un solo giorno in cui io non le abbia rotto le scatole con le mie paranoie <3
Ecco, dovrei aver finito. Mi dispiace di non aver dato a Carlos e James il finale che meritavano, ma ero veramente a corto di idee. Ringrazio tutti quelli che hanno semplicemente letto, perché vedere quel numero che cresceva per me ha significato tanto. Adesso, a parte tre OS che ho in mente di propinarvi, ho in mente due long e non so quale iniziare prima. Quindi lascio a voi la scelta:
- AU! Logan e Kendall sono scopamici. Anzi no. Due scopamici sono amici che scopano, ma loro non sono amici. Loro scopano e basta. Eppure da alcune settimane i dubbi tormentano Logan, che rischia di far saltare in aria tutta la sua vita da bello e dannato per un timido biondino dagli occhi verdi, decide di chiedere consiglio a Carlos, felicemente fidanzato con Alexa. Il latino allora gli propone una scommessa: dovrà riuscire a passare una settimana intera con Kendall, a fare ciò che vuole senza però andarci a letto. Logan accetta senza neppure pensarci: non si starà mica innamorando?
Oppure
- AU! High school Badboy! Kendall Looser! Logan
Jamie Schmidt è la migliore amica che Logan abbia mai avuto. È sempre gentile, dolce e carina con lui, inoltre a scuola sembra l’unica non interessata a tirargli granite in faccia ogni volta che passa per i corridoi. Condividono le stesse passioni e adorano esattamente le stesse cose. Unico difetto: Kendall, il suo insopportabile fratello, per cui Logan ha una cotta da tempo immemore. Cosa succede se per una scommessa si ritrovasse a dover fingere di essere il suo fidanzato per due settimane? E Kendall? Cosa si nasconde dietro la sua maschera da stronzo con il cuore di ghiaccio?
Fatemi sapere quella che preferite, tanto prima della fine dell’estate ve le dovrete sorbire entrambe xD
Un paio di cose prima di andare: intanto, i Prestavolto di Louis e di Thomas. Allora Louis io lo immagino troppo come Blu Equis –che è un modello- e Thomas come Hunter di Glee, aka Nolan Red. Solo a me alla fin fine stavano simpatici? Ora vi lascio, che devo proprio scappare. Per qualunque cosa, una recensione o un messaggio privato, anche solo per parlare un po’! Non ho mai mangiato nessuno *nasconde cadaveri dentro un armadio*
Un bacio,
-Ice <3


   
 
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