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Autore: xfromhatetolove    04/07/2015    3 recensioni
Cosa succederebbe se il tuo peggior nemico diventasse il motivo per il quale controlli il cellulare prima di andare a dormire? La storia narra di Katherine e Klaus, vampiri pluricentenari che hanno trascorso la vita ad odiarsi, ma si sa: tra amore e odio la linea è sottile.
Si tratta di episodi cronologicamente scollegati, ogni capitolo racconta un fatto a sè ma seguendo i passaggi si intuirà chiaramente il filo logico della romance.
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Dal primo capitolo:
« Eri così sicuro che sarei venuta? »
« Se non l'avessi fatto, ti sarei venuto a prendere a casa. »
Come diavolo ci riusciva? Odioso quanto le zanzare ed invitante come una ferita rigorgante di sangue su un collo umano, l'ibrido ultrancentenario la rendeva incredibilmente nervosa.
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Katherine Pierce, Klaus
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9. New Orleans – parte due

 

Il cancello si spalancò qualche metro dietro le loro spalle liberando l'ingresso ad una ventina di licantropi.

Fu come un fulmine a ciel sereno, come un paletto a pochi millimetri dal cuore, come la verbena a contatto con le pareti della gola. La bocca di Klaus diventò asciutta, l'espressione confusa divenne incredibilmente seria. Aspettava da tempo ormai una qualche liberazione della rabbia che Elijah reprimeva ostinato dentro di sé, sicuramente impaziente di fargliela pagare per ciò che aveva fatto. Neanche fosse stata solo colpa sua, in fondo: il sesso chiama almeno due persone all'appello. E gliel'aveva fatta sotto il naso, quel bastardo! Gli aveva dichiarato guerra nella stessa casa in cui avevano vissuto insieme per decenni e in cui avevano progettato pochi mesi prima di riprendersi la loro città, New Orleans. Colpo basso, Elijah! Ed Hayley era a conoscenza del folle piano di vendetta del vampiro Originale? Dalla notte in cui tutto venne rivelato, Klaus non aveva più pensato ad Hayley, o almeno non come aveva pensato a Katherine. Sapeva che quella lupa all'apparenza bisognosa di aiuto sapeva cavarsela benissimo da sola ed infondo credeva davvero di essersi un po' – solo un po' – innamorato di lei. Ma lì, in quel momento, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era Katerina, a meno di un metro di distanza da lui.

La vampira indietreggiò di un passo. Klaus poteva percepirne il respiro ormai irregolare e perfino il tremore delle dita affusolate distese lungo i fianchi. Quanto l'aveva desiderata morta! Aveva sognato per secoli di vedere quella luce egoista e combattiva spegnersi nei suoi occhi, aveva immaginato mille e mille modi per punirla dopo essere fuggita quella notte in Inghilterra, aveva agognato la sua morte per così tanto tempo che ora l'idea insensata di volerla al sicuro gli sembrò assurda. Katherine rimase immobile, mossa solo dal movimento delle spalle ad ogni profondo respiro. Lanciò un'occhiata all'ibrido, incontrando il suo sguardo inspiegabilmente già fisso su di lei. Erano passati appena sessanta secondi, ma i licantropi non sembravano avere pazienza.

« Katherine c'è un'uscita sul retro. Va' via. » ordinò l'ibrido senza interrompere il contatto visivo col branco di lupi.

Ma Katherine non mosse un muscolo.

« Katerina » ripeté Klaus spazientito « vai via! »

La vampira si decise e indietreggiò ulteriormente di un paio di passi, prendendo nuovamente contatto con la realtà e trovando ancora il terreno sotto i suoi piedi. L'ultima volta in cui provò così tanta paura, era morente sul divano di casa Mikaelson con la mano stretta a quella di Elijah, il quale implorava affinché il fratello le salvasse la vita. Dov'era Elijah quindi? La odiava così tanto da lasciarla morire per mano di quelli che considerava i nemici per eccellenza dei Mikaelson?

La vampira accelerò il passo e raggiunse una delle porte in vetro che conducevano chissà dove. Non sapeva nemmeno dove stesse andando, aveva completamente perso la sua capacità di ragionamento. Si ritrovò in un'ampia stanza con un tavolo da pranzo al centro intagliato in arte povera, un paio di lampadari scendevano eleganti dal soffitto rischiarando sufficientemente l'ambiente, qualche bicchiere vuoto e una bottiglia di tequila erano poggiati disordinatamente sul legno del tavolo. Katherine si guardò intorno in cerca di una via di fuga, finchè il suo sguardo disperato trovò una piccola porta posta a fianco di uno scaffale la cui presenza c'entrava poco col resto dell'arredamento. Si precipitò su di essa, avvolgendo saldamente le dita intorno alla maniglia e forzando per aprirla. Ma dalla porta si liberò appena una folata di un piacevole vento serale estivo e si richiuse immediatamente dopo. Un braccio si materializzò all'altezza del suo viso, appena una decina di centimetri più a destra della sua guancia.

« Non vai da nessuna parte, Katerina. »

Quella voce dal tono dannatamente sensuale la privò dell'ultimo sprizzo di lucidità ancora presente in lei.

« Vuoi davvero uccidermi? » domandò la vampira quasi in un sussurro.

Ancora non capiva con quale forza le gambe la reggevano in piedi, come le ginocchia tremanti fossero in grado di mantenerla in equilibrio. Se là fuori la guerra fosse iniziata o meno, la vampira non lo sapeva. Riusciva a mala pena a sentire il suono del suo respiro spezzato e la pelle olivastra del suo corpo sudare freddo.

« Per quanto vorrei dirti di sì, no: non voglio ucciderti. » rispose il vampiro dopo un eterno minuto di silenzio.

Katherine poggiò la fronte contro la porta procedendo con respiri profondi per non impazzire.

« E allora perchè vuoi tenermi qui? » domandò nuovamente mordendosi il labbro inferiore per paura della risposta. Era terrorizzata da quella situazione, forse la morte sarebbe stata meno dolorosa che fronteggiare la verità e i sensi di colpa.

« Elijah... » lo richiamò, desiderosa di interrompere quel fastidioso silenzio.

Il vampiro originale scostò la mano dalla porta ed indietreggiò di un passo, il giusto da permettere a Katherine di rilassare i muscoli e rallentare la respirazione.

« Vorrei odiarti quanto odio lui, Katerina. » mormorò lui, costringendola a voltarsi per guardarlo.

« Vorrei smettere di pensare a dove ho sbagliato e cominciare a pensare dove tu hai sbagliato. Vorrei guardarti e non provare altro che disgusto per la persona che ho amato così intensamente e che mi ha ripagato tradendomi con mio fratello... » Ad Elijah scappò un ghigno amaramente divertito. « Pensavo vi odiaste, pensavo provassi ribrezzo per colui che ti ha perseguitata per cinquecento anni! »

Parole taglienti e odiosamente vere. Che cosa diavolo li aveva portati a quella situazione? Ti annoi? Va' al Grill e mangiati il cameriere, non andare a letto col fratello omicida psicopatico del tuo ragazzo! Mossa veramente stupida e così piena di conseguenze che era difficile credere di averla desiderata così ardentemente, in quel momento e in tutti i momenti successivi all'accaduto.

« Elijah... mi dispiace per tutto il male che ti ho... abbiamo causato e vorrei avere le parole giuste per permetterti di credere a ciò che ti sto dicendo ma sono un'egoista e una traditrice e sono arrivata a farmi odiare da così tante persone che ormai ho perso il conto... »

« Io non ti odio Katherine! Non ci riesco. Qua davanti a te perdo il controllo, mi sento come se avessi fallito nel renderti felice... come può quel coglione di Klaus darti di più? »

Darle di più? Klaus le toglieva il respiro, la privava della razionalità nei momenti del bisogno, la spogliava di tutte le sue difese. Altro che darle di più, Klaus distruggeva tutto ciò che l'aveva caratterizzata per secoli.

« Ci siamo fatti del male a vicenda, Elijah. Non sono stata con Klaus per ferirti, l'ho fatto perchè volevo provare a me stessa di essere ancora... me. E ci tenevo a te, ci tengo ancora, ma quella delle cene al lume di candela e dei picnic in mezzo al prato non sono io! Voglio tornare a casa e non preoccuparmi di chi ho mangiato per cena, sentirmi soddisfatta nel condividere il mio ennesimo bicchiere di whisky con qualcuno che è sbronzo almeno quanto me e non con qualcuno che mi porta a casa perchè “sto bevendo troppo”... » sputò tutto d'un fiato allargando le braccia per enfatizzare il veleno delle sue parole.

Elijah serrò la mascella e alzò leggermente il mento per assimilare il monologo di Katherine e allo stesso tempo evitare di perdere la testa. Con gli occhi gonfi di lacrime che si sforzava di non far uscire, gli zigomi arrossati per lo sforzo di rivelare quelle verità e i capelli ricci leggermente scompigliati, la vampira sembrava l'essere più fragile presente sul pianeta. « Hai infinite ragioni per bramare vendetta contro me e Klaus ma non complicare le cose più di quanto non lo siano già. Lasciami andare, Elijah. Andrò a New York, Miami, Milano, lontano da qui e non sentirai più parlare di me e ti innamorerai di qualcuno che si meriti ogni singola parte di te. Se una piccola parte di te ci tiene ancora a me, lasciami andare via. »

Le parole di Katherine suonavano come una preghiera appena sussurrata, una richiesta disperata in un momento disperato. Le sopracciglia corrucciate creavano la solita ruga in messo alla fronte e le dita delle mani si stringevano in due pugni lungo i fianchi; la sua espressione rimase impassibile, neanche si accorse della lacrima che traboccando dall'occhio andò a rigarle la guancia e cadde silenziosa sul pavimento. Elijah schiuse le labbra quasi impercettibilmente, pronto alla tanto attesa sentenza, ma il suono di un vetro, o dieci vetri che si frantumavano appena al di là della stanza in cui i due ancora si trovavano, catturò la loro attenzione. Entrambi lanciarono un'occhiata verso la porta in vetro ancora intatta, indecisi se aspettare la sua disgregazione o se superarla e andare a controllare che cosa stava succedendo in cortile.

« Ho visto come Klaus ti ha guardata alla festa, quando ti ho colpita. » riprese monotono il vampiro poco chiaro su dove volesse andare a parare. « Si preoccupa per te e sei l'unica arma in grado di ferirlo ora, non proverei nemmeno ad immischiare Hayley in una situazione del genere. » Oh, già, Hayley! Ci mancava proprio lei all'appello. Non sia mai che le capitasse qualcosa! « Per questo non puoi andare via, Katerina. »

Fu un attimo e Katherine si sentì circondare in vita e trascinare fuori da quella stanza, oltrepassando la porta in vetro tra le braccia di Elijah e giungendo fino in cima alle scale che conducevano ad un piccolo terrazzo con vista sul cortile; neanche aveva capito come ci fosse arrivata ma evitò di preoccuparsene in quel momento. Cosa intendeva con “arma”? Non voleva davvero ucciderla per vendicarsi di Klaus, l'ibrido se ne sarebbe fregato altamente di quell'incidente di percorso. Era vero, quello con Klaus era stato probabilmente il miglior sesso della sua vita ma si rifiutava di credere che a lui importasse qualcosa, non se la scelta era tra lei e la sua città. Katherine si vedeva già morta, non sapeva come ci sarebbe arrivata ma sapeva che il tempo che le rimaneva era minimo.

« Klaus! » urlò il vampiro originale portando una mano intorno al collo di Katherine.

In quella villa immensa calò il silenzio, tutti gli sguardi si rivolsero verso Elijah a qualche metro di altezza da terra. Katherine lanciò un'occhiata verso il basso, impaziente di sapere cosa si era persa in quelli che erano stati appena cinque minuti e pesavano come due ore. Klaus teneva una mano nel petto di uno dei lupi, stringendo il cuore tra le dita pronto a strapparlo e porre fine a quella che avrebbe classificato come un' “esistenza miserabile”. Almeno la metà dei licantropi giaceva sul terreno cementato privi di vita mentre gli altri si scagliavano inutilmente contro l'ibrido. Era affascinante come venti fossero comunque troppo pochi per battere Klaus Mikaelson e se non fosse che Elijah le stringeva violentemente il collo, Katherine si sarebbe goduta volentieri lo spettacolo.

L'ibrido si voltò insieme agli altri, impassibile di fronte all'immagine che si presentò davanti.

« Arrenditi, lascia New Orleans e non tornare, o Katerina muore una volta per tutte. »

Spazio autrice
Look who's back! Tra la maturità e i primi giorni di libertà la mia storia è un po' refrigerata ma vi posto ora il penultimo capitolo - sempre che ci sia qualcuno ancora interessato! Non faccio alcun tipo di promesse, non so quando posterò il decimo e ultimo capitolo.
Se vi va, lasciatemi una recensione, mi fa sempre piacere.
xfromhatetolove

 

   
 
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