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Autore: lunettaop    04/07/2015    3 recensioni
Sebastian Michaelis, è il ricco amministratore delegato della Michaelis Enterprises.
Nonostante la sua vasta fortuna e la bella vita che conduce c’è qualcosa che preoccupa l’uomo: sulla famiglia Michaelis grava una maledizione. Tutti gli uomini della famiglia sono morti prima di raggiungere i trent'anni. Lo stesso vale per il padre di Sebastian, morto quando questi era ancora un ragazzo e di cui continua ad avere un sogno in cui il padre, inseguito da un gigante furioso, gli intima di scappare.
Sebastian continua quindi a condurre una vita il più salutare possibile, aiutato dal suo fedele maggiordomo Tanaka e dal suo braccio destro Claude Faustus.
Una sera Sebastian riceve la visita di Ciel, un misterioso ragazzo che lo accusa di essere un ladro e un assassino e di aver riportato alla luce una tomba che non sarebbe dovuta tornare alla luce, per poi svanire nel nulla.
La sua vita da quel momento in poi cambierà.
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[Ispirato alla favola di Jack e il fagiolo magico]
SebastianxCiel
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Claude Faustas, Regina Vittoria, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una volta in macchina, Ciel e Sebastian, si recarono di nuovo al castello.
“Dev’essere questa la porta di cui parlava” osservò Sebastian buttandola giù con una spallata.
Entrarono nella vecchia miniera: era tutto vecchio, rotto, lugubre.
“Vieni” disse Sebastian cercando di prendere in braccio Ciel per aiutarlo a scendere dal muretto ma il ragazzo come al solito l’aveva già preceduto.
“E’ questa la strada” osservò il moro seguendo i binari.
“Quanto tempo di rimane?”
Ciel prese il polso di Sebastian guardando il suo orologio: “Circa un ora, forse meno” rispose.
Continuarono a cercare.
“Sebastian…” Ciel trovò una grande porta blindata con accanto i numeri per inserire il codice d’accesso o per una tessera.
Sebastian prese la sua tessera guardandola: “Sono passati 7 anni, tanto vale tentare” disse il moro sorridendo, passando la tessera: si accese la luce verde.
“Sì! Almeno il computer mi crede vivo.”
Ciel fece per entrare ma Sebastian lo bloccò per i fianchi: “Ascolta Ciel… se dovesse andar male, l’unica possibilità di salvare il tuo mondo sarebbe che io venissi ucc-“
Ciel gli tappò la bocca per non fargli finire la frase. Lo guardò sorridendo e lo baciò famelico per qualche secondo, mordendogli un labbro. Si staccò poco dopo entrando come se niente fosse mentre Sebastian sorrise come un ebete a quel gesto: “Messaggio ricevuto” sussurrò, seguendo Ciel.
Entrando si nascosero dietro un muro vedendo un uomo in una muta bianca con la maschera entrando nella stanza principale. La porta si chiuse poco dopo il suo ingresso. Ciel e Sebastian guardavano attraverso il vetro, vedendo l’uomo estrarre delle boccette chimiche. Improvvisamente sentirono starnazzare e videro tante oche in delle teche.
“S-sono oche.” sussurrò Sebastian a Ciel il quale annuì sgranando gli occhi, facendo per premere il pulsante per aprire la porta.
“Aspetta, al mio tre” disse Sebastian.
“Uno… due…”
L’uomo gli voltò di spalle sistemando le provette.
“Tre.”
Ciel premette il pulsante ed entrarono.
“Buonasera, sono un vecchio amico di Galaga come sta?” disse Ciel.
“Cosa? Non si può entrare qui” rispose l’uomo cercando di avvisare qualcuno per telefono ma fu bloccato da Sebastian alle spalle.
Ciel buttò l’uomo a terra per colpirlo.
“Che cosa volete fare? Chi siete?” domandò l'uomo.
Sebastian riconobbe la voce: “Fermo, fermo Ciel.”
L’uomo si levò la maschera guardando il corvino.
“Bard?”
“Sebastian” sussurrò sorpreso.
Il moro aiutò Bard ad alzarsi: “Sebastian, non eri morto?”
“Non ancora. Ciel lui è Bard, il responsabile di quell’omaggio floreale che ti ho fatto in galera” spiegò Sebastian.
“Molto gentile, dov’è Galaga? Che ne avete fatto?” chiese Ciel, andando verso le oche.
“L’oca, quell’oca” specificò Sebastian.
“Ahh, ora ho capito, si chiama Galaga? Non sapevo che si battezzassero anche le oche” commentò Bard a Sebastian.
“Queste altre, sono uguali a lei ma lei non c’è” osservò Ciel.
“Sono dei cloni, sono soltanto banali oche” spiegò Bard.
Ciel spinse le teche le quali racchiudevano un’altra stanza nella quale c’era un’oca in una teca centrale.
“Galaga!” esclamò Ciel toccando il vetro.
L’oca si mise a starnazzare come non mai alla vista del ragazzo.
“Non chi lei sia signorino… ma le ha letteralmente ridato la vita” commentò Bard sorpreso.
“Che razza di posto è questo?” chiese Sebastian, girando per la stanza.
“Lo so Sebastian è molto tetro. Claude vuole che cloni un centinaio di oche per avere uova d’oro 24 ore al giorno” spiegò lo scienziato.
“Dov’è l’arpa?” domandò Ciel.
“L’arpa?” ripetè il biondo.
“Senza di lei non ci riesce” spiegò Ciel.
“Ahh, la musica. Naturalmente. Claude la faceva suonare dal vivo una volta, ma adesso preferisce che l’oca ascolti un cd” rispose Bard.
“Sai come si fa ad entrare? Ci saranno dei codici” osservò Sebastian.
“A me non li hanno mai forniti. Io le do da mangiare, le prelevo il sangue e campioni di tessuto con quei macchinari. Nessuno può accedere a quel piccolo tesoro” rivelò l'uomo.
Ciel arrivò di corsa con un estintore in mano, scaraventandolo sul vetro, liberando così l’oca. Gli allarmi iniziarono a suonare e Bard e Sebastian restarono sbalorditi vedendo Ciel prendere l’oca per poi saltar fuori dalla teca.
"Ciao piccola" disse dolcemente all'animale per poi voltarsi verso gli uomini: “Presa!” esclamò correndo.
“L’ha presa” ribadì Sebastian ridendo, elettrizzato da quel modo di fare del giovane.
“Oh sì… dove hai detto di averlo incontrato?” chiese Bard affascinato.
“Lascia perdere” rispose Sebastian dandogli un’occhiataccia.
I monitor della sala controllo cominciarono a dare delle anomalie.
“Ho un pessimo presentimento” disse una guardia.
Arrivò Charles nel frattempo: “Chiamate subito il signor Faustus, immediatamente” ordinò.
Ciel nel frattempo era uscito dalla stanza con l’oca in braccio.
“Ciel fermati!” urlò il corvino inseguendolo.
“Sebastian, non ha la voce non può parlare nel tuo mondo!” lo informò Ciel preoccupato per Galaga.
“Dove vuoi andare?” continuò a inseguirlo per i corridoi della struttura.
“A cercare l’arpa” rispose il giovane tenendo l'oca stretta a sè.
“Ma se non sai dov’è.” gli fece notare il moro.
Ciel a quel punto si fermò,  avvicinandosi a Sebastian con gli occhi lucidi: “Aiutami allora” sussurrò supplicante. Non poteva farla da solo, gli serviva aiuto.
Come poteva Sebastian dire di no a quel ragazzo... a quegli occhi...
“Bard, la collezione di strumenti antichi è ancora nel castello?” chiese Sebastian.
“Beh dunque vediamo un po’. C’è una bellissima collezione effettivamente, flauti, arpe-“ riflettè Bard.
“Dove!?” esclamò Ciel senza farlo finire.
“Bard dove?” ribadì Sebastian.
Il biondo annuì: “Venite con me” rispose facendo strada.
 
 
 
Intanto Claude era nella camera con la ragazza che l’aveva sedotto poco prima.
“Dovete occuparvi di questo con la massima discrezione, mi raccomando chiamatemi quando avete contattato Bard” si raccomandò Claude alla guardia per telefono.
“Basta lavoro Claude, me l’avevi promesso” sussurrò la donna.
“Mi dispiace mia cara Hannah, ma il lavoro chiama, purtroppo” rispose chinandosi su di lei nel letto. “Tu nel frattempo-“
“Non toccare niente, lo so” l’anticipò la ragazza sospirando.
“Brava” ammiccò il corvino dirigendosi verso la porta: “Torno presto.”
 
 
 
 
“Entrate” disse Bard.
I due entrarono in una camera con centinaia e centinaia di uova d’oro disposte accuratamente sugli scaffali.
“Mio Dio. Nessuna meraviglia che questa povera bestia abbia perso la voce” osservò Sebastian.
“Quindici uova al giorno. Un orologio svizzero. Stupefacente” rispose Bard soddisfatto.
“Andava avanti da anni. Come potevo immaginare una cosa simile” sussurrò il moro sconvolto di quello che avevano fatto alle sue spalle.
“Base chiama la zona 23, ripeto, base chiama la zona 23” Bard rispose alla chiamata del walkie talkie: “Qui è Bard dimmi.”
“Abbiamo registrato un’inflazione nella zona di sicurezza” disse una delle guardie attraverso l'apparecchio.
“Oh sì è trattato di un falso contatto, è tutto nella norma” li rassicurò Bard come meglio poteva.
“Comunicare codice di sicurezza passo” insistette la guardia.
“Sentite non c’è né alcun bisogno, ho tutto sotto controllo” ribadì Bard guardando Sebastian.
“Codice di sicurezza passo.” la guardia non demorse.
“Scusate ma ora ho da fare, passo e chiudo” si defilò spegnendo l'apparecchio per poi rivolgersi ai ragazzi: “Avete trenta secondi per svignarvela venite. E’ un vecchio condotto dell’aria che porta direttamente al castello. Abbiamo copiato l’idea dai romani che a loro volta la rubarono ai greci. Presto cercherò di trattenerli!”
Sebastian prese in braccio Ciel il quale entrò nel condotto.
“Sebastian aspetta. Quanto alla clonazione…” disse Bard.
“Tranquillo” sorrise il moro scuotendo il capo.
“Tu e Claude mi avevate bloccato il progetto, ero disperato, ho una famiglia da mantenere” si giustificò l'uomo.
“Bard, sono io che ti porgo le mie scuse più sincere. Ti ringrazio.”
“Grazie a  te Sebastian” annuì il biondo.
Il moro gli sorrise ed entrò nel condotto.
“Corri ora e che Dio ti assista!” esclamò Bard chiudendo di nuovo il condotto.
Charles arrivò con le guardie e trovò Bard con in braccio un’oca.
“Era ora che arrivaste. H-ha tentato di scappare ma ora è tranquilla. Va tutto a meraviglia” disse alle guardie fingendo che l’oca fosse Galaga, sperando di fargli perdere un pò di tempo affichè i ragazzi recuperassero l'arpa.
Ciel e Sebastian intanto arrivarono al castello, nella sala principale. Stando attendi a non farsi vedere dalla servitù.
“Eccola lì!” disse Ciel riferendosi all’arpa.
“Finalmente” sussurrò Sebastian prendendola.
“No, non quella! Quell’altra” esclamò Ciel. “Oh povera piccola” Ciel l’accarezzò.
Sebastian la prese dalla postazione e cominciò a suonare l’allarme. “Scappiamo presto!”
“Sebastian, Sebastian! Vieni qui! Le fiale nella mia borsa!” lo fermò Ciel.
“Fermi tutti! Non fate un passo!” esclamò Charles.
“Presto dai” lo incitò Ciel.
“Mani dietro la testa è un ordine!” ribadì l'albino.
“Si allontani signorino!” le guardie strattonarono Sebastian al quale fecero cadere una delle fiale. Adesso non avevano più possibilità di scappare. Ciel guardò Sebastian con gli occhi lucidi.
“Sono Sebastian Michaelis, il vostro presidente. Controllate pure i documenti, sono nella tasca della giacca.”
“Non sarà necessario” disse Claude avanzando attraverso le guardie: “Sebastian… è della famiglia.”
Le guardie a quel punto lasciarono il moro.
“Sebastian sei davvero tu?” chiese sistemandosi gli occhiali.
“Ciao Claude” rispose freddamente.
“Ti credevo morto, ti credevamo tutti morto. Lascia che ti abbracci” Claude lo abbracciò falsamente.
“Signor Grey faccia tornare gli uomini al loro posto” gli ordinò poco dopo.
“Agli ordini.”
“Coraggio su. L’allarme è cessato andate” continuò Claude, mentre Ciel teneva a sé stretta Galaga.
Non si fidava per niente di quel tizio.
“Sebastian, hai l’aspetto di un barbone ma sei la cosa più consolante che vedo da 7 anni a questa parte” commentò il moro.
Sebastian aveva una mano sulla spalla di Ciel: “Ciel questo è Claude” disse il corvino sempre freddamente.
“Ciel… che bel nome, ma noi ci siamo già visti. La notte che Sebastian scomparve. Sei molto affascinante, Sebastian aveva ragione” osservò andandogli molto vicino, leccandosi il labbro inferiore con fare maniacale.
“Quando pensavi di dirmelo?” domandò Sebastian distraendolo da Ciel.
“Dirti che cosa?”
Sebastian lo fissò con sguardo serio.
“Oh andiamo, così mi fai sentire… il cattivo della favola. Ascolta, fu tuo padre a chiedermi quando ero ancora un ragazzino di aspettare dirtelo, ho solo rispettato la sua volontà” cercò di giustificarsi.
“Ma davvero?” chiese il corvino sarcastico, ma dietro quella frase non c'era niente di sarcastico.
“Suvvia Sebastian come avresti potuto credere a una simile? Sai Sebastian c’è qualcosa che devi sapere. Tutti i beni della tua famiglia sono dovuti a un’oca che un tuo antenato ha rubato a un gigante uccidendolo. Un’oca che depone uova d’oro per un valore di 250 mila dollari al giorno!” imitò quello che potrebbere stata la situazione.
Sebastian iniziò a ridere insieme a lui.
“Oh dimenticavo. Hai una zia che la bellezza di 400 anni. Ahaha." continuò Claude ridendo.
“Ahaha aspetta, né ho una migliore” rise Sebastian, sotto lo sguardo scioccato di Ciel.
“Senti questa. Torno adesso da Gigantilandia. Mi hanno processato e mi hanno intimato di restituire immediatamente l’oca e l’arpa altrimenti… mi avrebbero staccato la testa dal collo, Ahaha.”
Tutte quelle risate erano ovviamente sarcastiche.
Claude smise di ridere: “Se non restituisci l’oca e l’arpa ti… Oh… Però vedi Sebastian… io non credo che te lo consentirò” asserì Claude cambiando completamente espressione, come se fosse un’altra persona.
“Sì lo so. Chi ha abbattuto la pianta del fagiolo aveva una motivazione e tu ne avevi una molto forte signor presidente” sottolineò a tono Sebastian.
“Sai credevo che la parte più complicata sarebbe stata falsificare il tuo testamento, dove mi nominavi tuo unico erede ma alla fine non c’è né stato alcun bisogno. In fondo tu eri solo al mondo e lo sapevano tutti che mi volevi bene, come un fratello” confessò Claude.
“Infatti ti volevo bene... come un fratello” rispose Sebastian infilzandolo con lo sguardo.
Claude prese una dalla giacca una pistola e la puntò verso di lui. Sebastian annuì, in fondo se lo aspettava una mossa del genere.
“Lo so, ho barato. Però dopotutto questa non è una casa di gioco.”
“Lo pianificavi da molto tempo, vero Claude? I tuoi affettuosi consigli di stare alla larga dalle donne ed evitare il matrimonio. Volevi impedire che avessi un erede. Le decisioni dolorose maturano l’uomo, vero?” osservò Sebastian  mentre la sua rabbia aumentava sempre di più.
Ciel, nel frattempo, guardando in alto notò negli angoli della sala delle scariche elettriche. Quello era il segnale che i giganti sarebbero apparsi a momenti: “Ci siamo arrivano” sussurrò a Sebastian.
“Coraggio spara” lo incitò il corvino alzando le mani.
“E’ un piacere e un dovere” rispose Claude soddisfatto.
“In ogni caso perderai di tutto” affermò Sebastian con un ghigno.
“Di che stai parlando?” chiese Claude agitato.
“La maledizione dei Michaelis. Anche lei vuole mia morte, siete in due. Quello che non sai è che quando morirò con le uova della tua oca, potrai farci solo delle frittate” lo provocò Sebastian.
Cremisi e oro si stavano sfidando. Intanto i fulmini diventavano sempre di più, spargendosi in tutta la sala, sotto lo sguardo agitato di Ciel.
“Anche se fosse vero quello che dici, nei sotterranei c’è oro per 20  miliardi. Le mie ambizioni volavano più in alto però… ma ci posso stare” scrollò le spalle Claude.
“Sei un folle” commentò Sebastian disgustato.
“No Sebastian, sono soltanto avido. Te lo concedo."
Anche Sebastian iniziò a vedere l’elettricità passare sulle pareti mentre Claude parlava.
“Ma vedi Sebastian è l’avidità che rende grandi gli uomini. Grandi i governi! Grande la civiltà! E farà grande anche me! Sono il più grande!” urlò Claude quando un forte vento inondò la sala.
“Arrivano!” urlò Ciel.
I fulmini iniziarono a colpire tutti gli oggetti nella sala: tavoli, sedie, quadri, facendo cadere anche il grande telo decorato che copriva lo scheletro di Kelvin. Tutti i grandi lampadari appesi caddero, uno ad uno mentre Sebastian proteggeva Ciel col proprio corpo. Claude provò a sparargli ma i proiettili venivano bloccati da uno scudo: i giganti li stavano proteggendo.
Prima che Claude potesse capire cosa stesse succedendo, una grande luce blu si formò in alto nella stanza e di colpo comparvero Finny, William e Grell.
“I giganti… andate via!” esclamò Claude impaurito.
I tre guardarono lo scheletro e capirono subito che apparteneva a Kelvin. Uno sguardo triste comparse sul volto dei giganti, quando uno sparò colpì Grell, senza scalfirlo minimamente.
“Andate via maledetti!” gridò Claude mentre tremava come una foglia.
Grell avanzò verso di lui sferrandogli un calcio, facendolo volare dall’altra parte della sala.
"Tzè, inetto" commentò il rosso.
I tre giganti guardarono Ciel e Sebastian sorridendo compiaciuti; adesso avevano sia l’oca che l’arpa in mano.
L’incubo era finito.
 
 
 
 

Angolo dell’autrice
 
 


E finalmente l’oca e l’arpa ritorneranno nel loro mondo!
Vi annuncio miei cari che il prossimo sarà l’ultimo capitolo.
Vedremo adesso cosa succederà e soprattutto se Ciel e Sebastian resteranno insieme.
A presto!!! <3
 

 
 
 
 
   
 
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