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Autore: mavima    06/07/2015    1 recensioni
Sergio è un medico anestesista, deluso dal fallimento del suo matrimonio. Vive un'esistenza di emozioni sopite. Una mattina in ospedale incontra Laura, una bella ragazza, malata di leucemia, che si rivelerà essere la professoressa di suo figlio.
"Sergio fermò lo sguardo sulla foto di classe dell’anno precedente del figlio
Sul lato sinistro c’era Laura, la riconobbe dallo sguardo. Era una persona completamente diversa: aveva lunghi capelli castano chiari, con qualche riflesso biondo; il viso era tondo; gli occhi erano sempre luminosi; era persino leggermente sovrappeso, la maglietta rivelava qualche rotolino e il seno era prosperoso; era vitale e bella con i jeans e con le scarpe da ginnastica.
Quando andò a dormire non riuscì a smettere di pensare a quell'immagine, rappresentava il tipo di donna che avrebbe voluto trovarsi a casa la sera. Se la immaginava insieme al profumo della caffettiera che saliva al mattino….un attimo di eternità".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO  X – IMPREVISTI
 
 
Tutto sembrava tornato sereno, quella mattina però a pensarci bene, qualcosa di strano c’era, anzi erano un po’ di mattine che c’era qualcosa di strano.
Laura, che di solito si alzava per prima, dormiva profondamente.
Sergio pensò che fosse stanca per la fine dell’anno scolastico. La solita maratona tra programmi da finire, verifiche da correggere, lotte con studenti che non sembravano minimamente interessati a voler recuperare alcunché.
Pensò che sarebbe sceso a preparare la famosa moka, anche se per lui era un piacere unico trovare Laura in cucina che canticchiava, avvolta da quel profumo irresistibile di mattina qualunque.
Marco era già in cucina.
“Allora che cosa aspettate a dirmi del fratellino? Non sono geloso, lo giuro, basta che non gli farete toccare la mia collezione di Hot Wells”
Sergio: “Ma di che cosa stai parlando?”
Marco: “Stai perdendo qualche colpo…eppure adesso sei anche primario. Vediamo di farti capire qualcosa: Laura che svegliava sempre tutti e che ora  dorme ancora, Laura che quando si svegliava  di solito mangiava voracemente di tutto e ora mangia poco e corre in bagno a vomitare, Laura che era sempre bianca e rossa e ora è sempre un po’ pallidina, ma con degli occhi con una strana luce…Secondo te? Aspetta un bambino, è evidente!”
Sergio ebbe un tuffo al cuore…non era possibile: Laura prendeva la pillola. Però non l’aveva mai vista prenderne una e non ne aveva mai parlato. Salì velocemente le scale fino al piano superiore, con il cuore sempre più pesante per il presentimento che Marco ci avesse azzeccato. La trovò seduta sul letto. Le si sedette vicino.
Sergio: “Che ti succede?”
Laura: “Pensavo veramente che non fosse possibile, dopo anni di tentativi a vuoto. Mi dispiace: non ho mai preso la pillola…”
Sergio con un filo di voce: “Sei incinta?”
Laura fece cenno di sì.
Sergio: “Perché non me ne hai parlato…avrei capito che non te la sentivi, avremmo fatto in un  altro modo…ma ora è troppo presto, potresti avere bisogno di fare altre terapie…non puoi ancora avere un bambino”
Ma a Laura non arrivò la sua disperazione, derivata dalla paura di poterla perdere. Le arrivò solo il suo rifiuto. Si alzò frettolosamente e si precipitò in bagno afferrando jeans e maglia da indossare
Quando uscì infilò le scarpe e corse via, mentre Sergio cercava invano di fermarla.
La rincorse fino alla porta di ingresso, supplicandola di fermarsi per parlare. Laura era sconvolta e voleva solo fuggire da quella casa. Quindi l’illusione di una vita normale, doveva rimanere solo un’illusione, secondo suo marito.
Marco aveva visto la scena e anche lui non credeva ai suoi occhi. Vedere la coppia di suo padre e di Laura disgregarsi era inaccettabile e incomprensibile: “Ma che cazzo stai facendo?”
Sergio: “Tu non capisci, è un rischio per lei, lo desidererei anch’io, ma non sopporto l’idea di quello che potrebbe accadere”
Marco: “Una cosa è sicura, così la stai perdendo di sicuro…sei tu che devi tirare fuori i coglioni  e basta! Non l’hai conosciuta ieri, come puoi chiederle di rinunciare a questo bambino perché tu hai paura?”
Sergio uscì sbattendo la porta, gli venne in mente solo di andare a parlare con Elvira.
Compì il tragitto come un automa e si precipitò nel suo ambulatorio.
Elvira: “Sembra che t’abbia investito il Freccia Rossa…”
Sergio: “Laura è incinta”
Elvira: “Bene, congratulazioni, allora c’avevo azzeccato anche questa volta, quasi quasi mi do al vaticinio. Smettila di torturarti quella barba, qual è il problema?”
Sergio: “Lo sai benissimo qual è il problema, non è passato neanche un anno dal trapianto, potrebbe accadere qualunque cosa”
Elvira: “Mi pare che tu questa donna l’abbia voluta qualunque cosa potesse accadere…
Son stata una bischera io a pensare che potesse prendere la pillola. Siam stati bischeri tutti e due. Lei l’ha detto chiaramente: vuole lasciare che la natura segua il suo corso. Non vuole più permettere agli altri di gestire il suo corpo.
Consciamente avrà pensato che non sarebbe mai rimasta incinta, inconsciamente l’avrà anche desiderato…
Quanto ai rischi tu sai bene che non ci sono studi che dimostrino a una maggiore incidenza di ricadute tumorali, correlate a gravidanze. Anche fra dieci anni tu avresti paura lo stesso, devi tirar fuori le palle e basta!”
Sergio: “Questa è la seconda volta che me lo sento dire oggi”
Il telefono dello studio squillò, la caposala avvertiva Elvira che in sala d’aspetto c’era la moglie del dottor Antinori, che desiderava vederla.
Elvira: “Falla entrare, meno male!”
Laura entrò con il viso che denunciava di aver pianto molto. Sergio, sollevato nel vederla, si alzò e l’abbracciò stringendola a sé.
Sergio: “Sono stato un cretino, mi dispiace”
Elvira: “E che ci voi fare l’è un omo”
A Laura spuntò tra le lacrime un sorriso.
Elvira: “Diamoci daffare, andiamo a vedere quanti ce ne sono!”
Sergio: “Quanti ce ne sono?”
Elvira: “Sto scherzando, ce ne saranno al massimo due…allora facciamo la prima visita e l’ecografia?”
Laura: “Sì”
Quando spuntarono le prime immagini dell’ecografia sullo schermo dell’ecografo Elvira esclamò: “L’è una bambina son sicura! L’è cazzuta!”
Laura: “Ma se è cazzuta non dovrebbe essere un bambino?”
Elvira: “Vedete come le pulsa vigorosamente il cuoricino? L’è il cazzo invisibile delle donne!”
Dopo che Elvira ebbe terminato la visita, Laura  e Sergio erano pronti per uscire dall’ambulatorio abbracciandosi, ma la dottoressa li fermò: “ Dov’andate voi due? E non ho ancora finito…sedete, che v’ho da dire ancora parecchie cosette. Allora questa è la lista degli esami del sangue, da fare il prima possibile; qui ci sono dei consigli per la dieta da seguire, non devi ingrassare più di un kilo al mese; e poi tu Sergio va pure a fare l’abbonamento a Sky”
Sergio: “L’abbonamento a Sky?”
Elvira: “Non l’hai da toccare per le prime venti settimane…coraggio ne sono passate già quasi otto!”
Sergio: “Elvira forse non mi sei più tanto simpatica!”
Laura: “Neanche a me…ti preferivo prima!”
Elvira: “Allora potete rivolgervi al mi collega Ghisleri…via, via, mo’ andate che, con tutte codeste vostre smancerie, mi si cariano i denti”
 
Il mattino seguente Laura seguitava a dormire, ormai come di solito, da quando era incinta. Sergio tentava invano di svegliarla: “ Laura, sono le sei e mezza, ti devi svegliare, ti devo fare il prelievo, hai visto tutte le analisi che ti ha prescritto Elvira”
Laura, sempre dormendo, si tirò su la manica del pigiama e distendendo il braccio si girò dall’altra parte.
Sergio, accarezzandole il viso: “Quel che si dice fidarsi ad occhi chiusi…ma non ti posso fare un prelievo da cadavere e poi ho bisogno anche che tu riempia questa provetta per le urine, o ti devo mettere un catetere?”
Laura: “No, no, mi sveglio, solo un attimo”.
Sergio, infilandole una mano sotto la maglia del pigiama e poggiandola sulla sua pancia: “Ora ti devi prendere cura anche del passeggero, anzi, secondo me Elvira ha ragione, sicuramente sarà una bambina”
Piano, piano, Laura si alzò e andò in bagno con la provetta. Al suo ritorno, Sergio la fece distendere di nuovo: “ Gira il visino dall’altra parte…guarda fuori dalla finestra… apri e chiudi il pugno…e da quant’è che lo sai?”
Laura: “Ti ricordi, dieci giorni fa, quando siamo tornati da Lugano, che ti ho fatto passare in farmacia”
Sergio: “Quindi non avevi finito la tua crema idratante, senza la quale non potevi sopravvivere”
Laura: “No, ho comprato un test di gravidanza”
Sergio: “ E poi il mattino dopo non solo, non mi hai detto niente, ma hai anche fatto tutte quelle storie, per non fare il prelievo di controllo post- trapianto”
Laura: “Esattamente… però dopo ieri, secondo me, ti conviene stare zitto”
Sergio: “Forse sì…apri il pugno…non ti girare fino a quando te lo dico io, già ti impressioni per un nonnulla, ora poi con la gravidanza avrai anche la pressione un po’ bassina, dopo il prelievo  te la misuro…”
Marco passando davanti alla loro camera: “Ma non è meglio che rimanga a casa?
Laura: “Ma io sto benissimo e poi c’è la verifica su Manzoni”
Marco: “Appunto”
Sergio: “110 e 70 di minima…può andare, adesso con calma scendiamo a fare colazione”
Nel mentre era arrivata anche Marta: “Buongiorno ma…perché dottore le fa di nuovo il prelievo? Non gliel’aveva già fatto dieci giorni fa?”
Sergio: “Sono analisi diverse Marta!”
Marta: “Volete dire …è quello che penso io?!!”
Laura: “Credo di sì”
Marta non la smetteva più di abbracciare e sbaciucchiare Laura e cominciò a dettare le nuove regole che la sua ansietà, in poco tempo aveva prodotto: “Adesso ti devi riguardare, non ti devi stancare troppo , telefono subito alla moglie di Emanuele che alla liquidazione di quelle tende, andremo più tardi, dopo che ti sarai riposata un po’ dopo pranzo. Quando vai in bagno, non ti chiudere dentro, tanto nessuno entra, ma  se svieni , come facciamo ad entrare?”
Sergio: “Io sono d’accordo su tutto”
Laura: “Saranno impegnativi i prossimi sette mesi!”

 
   
 
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