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Autore: Pinker    07/07/2015    5 recensioni
Dopo 10 anni dall'ultima missione di Blaze a Mobius, la gatta lilla ritorna per svelare un caso già iniziato dall'amica Amy, la quale a un certo punto scompare misteriosamente.
Anche Shadow e Rouge saranno coinvolti in questa avventura dal finale incerto.
Tra bugie e passato, sorprese più o meno piacevoli e lotte tra ragione e istinto, nascerà una storia d'amore...
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaze the Cat, Rouge the Bat, Shadow the Hedgehog
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il sole era calato all'orizzonte e finalmente era arrivata la notte. Come Blaze si aspettava, il treno si fermò.

Le ragazze vennero fatte scendere in fretta. In vista non una casa, né dei capannoni: solo un'enorme grotta.

Stiamo scherzando? Si chiese scocciata Blaze, mentre facevano entrare lei e le altre ragazze dentro la fredda e umida caverna di pietre.

Per terra c'erano tantissime coperte che poi tanto caldo non tenevano. Ma sempre meglio di niente.

La notte fuori era nera, il cielo pieno di stelle compensava la mancata luce della luna, ridotta ormai a un quarto.

Le prigioniere si erano accoccolate sulle coperte, cercando di stare più vicine possibile per scaldarsi.

Tutte avevano chiuso gli occhi e cercavano di dormire, ma Blaze no.

Lei guardava il cielo, seduta sul suo straccio di coperta, vicina alla giovane cantante.

“Tutto bene, Blaze?” chiese ad un tratto la voce assonnata di Mina, che a furia di chiacchierare aveva bisogno di ricaricare le batterie.

“Sì.” rispose corto la gatta lilla “Ora dormi, hai bisogno di energie per domani. Sarà una lunga giornata...”

“Questo vale anche per te. Riposa.” replicò la mangusta.

“Certo.” disse Blaze, rimanendo però seduta, con lo sguardo fisso fuori dalla grotta. Mina non cercò di dirle altro, e si sdraiò, cadendo nel sonno poco dopo.

Blaze sospirò pesantemente; non aveva sonno, anche se avesse voluto non sarebbe riuscita a dormire.

Si sdraiò e chiuse gli occhi; interi minuti passarono e lei non si sentiva minimamente assonnata.

Si ruzzolò nel suo limitato spazio per trovare una posizione favorevole al sonno, ma invano. Sdraiata pancia all'aria, finalmente si arrese e aprì gli occhi, trovandosi ad osservare il soffitto di pietra. Passarono lunghi secondi, e tornò seduta.

Respirò profondamente e si alzò in piedi, dirigendosi lentamente verso l'entrata della grotta.

Sulla soglia della caverna, si fermò e tornò a guardare il cielo, che quella sera sembrava essere particolarmente ipnotico.

Appoggiò la sua spalla sullo stipite di pietra, caricandoci tutto il peso corporeo e incrociando le braccia.

Il vento fresco le muoveva dolcemente i capelli, mentre respirava a pieni polmoni l'aria notturna, di certo più salutare di quella viziata che si respirava sul treno. Chiuse gli occhi.

C'era un assoluto silenzio...

beh, forse non era vero; sentiva fieri passi felpati che si avvicinavano proprio a lei.

Aprì un occhio, e non si stupì quando vide Shadow accanto a lei. Anche lui stava guardando il cielo.

Poi si voltò verso di lei quando si accorse di avere tutta la sua attenzione.

Blaze non disse niente; non aveva voglia di parlare, di rompere quel silenzio.

Ma qualcuno lo doveva pur fare.

“Blaze.” salutò Shadow, pacatamente.

“Shadow.” rispose a sua volta la gatta.

Sembrava che ci fossero così tante cose che si dovessero dire, eppure nessuno accennava a muoversi, o a dire altro.

L'atmosfera era tesa, l'avevano notato entrambi. Il riccio nero sembrava essere pensieroso.

Ancora una volta, fu Shadow che ruppe il silenzio:

“Andiamo a fare un giro?” chiese con voce ferma, quasi di comando.

La gatta sospirò, trattenendosi dall'emettere una risata fredda; sapeva che quella domanda era stata fatta solo per essere cortese, ma lui non voleva di certo chiedere. Lei sapeva che al posto del punto di domanda ci andava un solido punto di fine frase. Una frase imperativa, insomma.

Come quando la prof ti chiama e, retoricamente, ti chiede: “Allora, vieni fuori tu interrogato?”. Ovviamente uscirai interrogato.

Lei annuì, tanto non riusciva a dormire, e soprattutto non è che avesse molta scelta.

Lui annuì a sua volta, e iniziò a camminare in direzione opposta a quella della grotta, con Blaze al suo fianco.

Camminarono per un po', e nessuno proferì parola. Di solito, tra i due, la più “loquace” era Blaze, tuttavia quella sera, in confronto a Shadow, era muta.

Arrivarono in un punto abbastanza tranquillo, pochi metri lontano dal treno.

Non si sentivano né urla, ne schiamazzi, né qualcosa che ti farebbe pensare alla presenza di una guardia, e per Blaze era già un buon passo. Di idioti ne vedeva abbastanza di giorno, la notte doveva rimanere qualcosa di sacro per il silenzio e per il riposo.

Shadow si fermò di botto, costringendo anche la gatta a fare altrettanto.

La micia lo guardò, aspettando pazientemente che le dicesse qualcosa, o almeno le spiegasse cosa voleva.

Shadow respirò pesantemente. Prima che Blaze potesse dire qualsiasi cosa, lui iniziò:

“Mi dispiace per quello che ti ho detto sul treno.” disse, incrociando le braccia, visibilmente nervoso di doversi scusare sotto lo sguardo della ragazza “Mi rendo conto di essere stato troppo duro quando non avevo motivo per esserlo. Hai ragione, nessuno meglio di te se la potrebbe cavare da solo. E mi dispiace anche averti ferita; di certo tu non sei debole, e io lo so. Lo sapevo anche prima, ma ero troppo arrabbiato per contenermi. Scusa ancora.” finì il suo discorso. Si accorse che stava sudando. Ma era sincero, e non passò inosservato a Blaze, che lo guardava sorpresa.

Un leggero sorriso comparve sulla faccia di Blaze, rimasta impassibile fino ad allora.

“Non credo alle mie orecchie. Ti stai davvero scusando?”

“Sì.” rispose il riccio, fintamente scocciato della domanda.

La gatta annuì con il sorriso più dolce che non avesse mai fatto da un bel pezzo. Poi riprese:

“Da quanto tempo ti alleni per questo discorso?” disse con un sorriso divertito.

In effetti, era da tutto il pomeriggio che si allenava. Di certo una cosa del genere non gli sarebbe mai venuta spontanea a Shadow.

“...Così mi offendi.” replicò, fintamente offeso. Blaze ridacchiò in risposta.

Il riccio la guardò con un sorriso vagamente dolce; gli piaceva la sua risata, emanava comunque la sua serietà e la sua maturità. Suonava fin troppo bene.

...A dire la verità, Shadow non si era allenato tutto il pomeriggio solo per farle le sue scuse.

Aveva anche altri piani.

Gli batteva forte il cuore, e sentiva le mani che gli iniziarono a tremare.

Ma ora o mai più, e sinceramente sapeva di aver aspettato troppo.

Inalò profondamente, per calmarsi, e poi si avvicinò ancora di più a Blaze. Erano solo a un passo di distanza. Erano troppo vicini.

Ma avvenne tutto così in fretta che Blaze non ebbe il tempo di pensare a nulla.

Velocemente, Shadow le prese il viso tra le mani più delicatamente che poté e lo alzò, in modo che si potessero guardare negli occhi.

Per un attimo fissò le sue iridi dorate, come reclutante a fare qualcosa. Ma sapeva che se non l'avesse fatto, sarebbe rimasto il rimorso di un desiderio represso.

Al diavolo.

E, in un lampo, avvicinò la sua bocca a quella di Blaze, baciandola.

Accadde tutto così velocemente, che Blaze non riuscì nemmeno a chiedersi perché Shadow le avesse preso la faccia.

Sgranò gli occhi quando sentì le labbra del riccio sulle sue, ma non le dispiacque per niente.

Non provò nemmeno ad allontanarlo.

Sapeva che non poteva permettersi di cacciarsi in una situazione sentimentale, ma scacciò quei pensieri che al momento non potevano fregarle di meno, e si lasciò andare.

Chiuse gli occhi e ricambiò il bacio, portando d'istinto le braccia attorno al suo collo.

Entrambi sapevano di non essere dei grandi baciatori, essendo tutto questo qualcosa di nuovo per loro.

Soprattutto Shadow; non era mai stata cosa da lui, e non gli era mai fregato niente di farlo.

Non gli era mai saltato in testa di avere relazioni, o di baciare qualcuno.

Gli altri si innamoravano e trascorrevano la loro vita con loro, arrivando ad avere una famiglia, prendi Faker ad esempio, ma lui no, perché lui era...Shadow. Semplicemente, il tenebroso e antisociale Shadow.

Forse era tempo di tirar fuori un altro Shadow, disposto ad essere più aperto, ma solo per lei.

Mentre la baciava, poteva sentire un sentimento che non aveva mai provato prima. Era bellissimo.

Forse non sapeva come si baciava, ma ci stava lavorando, reagendo d'istinto.

Dall'altra parte, anche Blaze amava quella sensazione così nuova, ma così piacevole.

Non avrebbe mai immaginato di volere un bacio dal quel tenebroso ragazzo, ma ora che ci pensava, non avrebbe voluto più separarsi da lui.

A un certo punto, presa da un dubbio, si staccò lentamente da Shadow, il quale nel frattempo le aveva circondato la vita con le braccia, e la stringeva a sé.

Piacevolmente spaesato da quello che era appena successo, aprì gli occhi e la guardò con fare interrogativo, chiedendole silenziosamente perché si fosse staccata.

Blaze scosse la testa, cercando di evitare i tentativi del riccio di riavere la sua bocca.

“Sai quello che stai facendo?” chiese seria a Shadow, a bassa voce, ormai senza fiato.

“Sì. E non m'interessa nient'altro.” rispose lui, deciso, ma con un sorriso sulle labbra.

Blaze allora smise di evitare gli approcci di Shadow e lasciò che lui ricollegasse le loro labbra.

Questo bacio non era più di prova, ma era diventato molto appassionato.

A un certo punto, Shadow, che aveva le braccia strette attorno alla vita di Blaze, alzò dolcemente la gatta dal suolo, la quale, per istinto, aggrappò le gambe attorno alla vita del riccio, ma i due continuarono il loro bacio come se non si fossero mai mossi.

Fu tutto molto lento e sensuale, lui si avvicinò al vagone, andando a tatto trovò la maniglia ed aprì il portone. Appoggiò delicatamente Blaze sul pavimento di legno e si staccò temporaneamente dalla sua bocca solo per richiudere il portone scorrevole.

E quello che avvenne nel vagone, rimane nel vagone.





Vicino al penultimo vagone si sentirono dei passi, poi uno sbattere d'ali, proprio come qualche sera prima.

“Quel maleducato è in ritardo di cinque minuti.” brontolò Rouge. “Ma non importa, meglio così.”

In men che non si dica, si ritrovò sul tetto del penultimo vagone.

“Avevo intenzione di fare tardi all'appuntamento io, questa sera.” sussurrò maligna a nessuno in particolare, dato che non c'era anima viva. Aprì la finestrella.

“Così impara a farmi aspettare per poi mandarmi via perché” e qui imitò la sua voce “ 'sono troppo stanco', mph!” sussurrò stizzita.

Con un tonfo troppo leggero per essere sentito, la giovane ladra atterrò nel suo vagone preferito.

“Ma io so come passare il tempo...” bisbigliò entusiasta, inginocchiandosi davanti a un sacco di diamanti.

“Venite da zia Rouge.”

Stava per aprirlo, quando sentì delle voci dal vagone precedente.

“Annie, tranquilla.” diceva una voce maschile che cercava di calmare una giovane ragazza.

L'interesse per i gioielli di Rouge svanì all'istante, e si alzò in piedi per poi avvicinarsi alla porta di collegamento, per sentire meglio. La sua abitudine di spia non l'avrebbe mai lasciata.

“M-m-ma..” balbettò la ragazza, ancora in preda al panico.

Rouge riuscì ad aprire uno spiraglio senza che i due se ne accorgessero. Sgranò gli occhi, confusa nel vedere chi vedeva.

Joe?

La giovane guardia aveva le braccia attorno alla vita della riccia, e la teneva stretta a sé.

Lei era visibilmente agitata, mentre teneva le mani sul suo petto. Due amanti.

“Shhhh tranquilla.” continuava Joe, a bassa voce, in tono più rassicurante possibile.

“S-s-sei matto!” gli disse lei, agitandosi nel suo abbraccio.

“Annie, calma-”

“Perché hai sabotato il treno?!” urlò praticamente.

Rouge spalancò gli occhi più di quanto avesse mai fatto in vita sua. La sua bocca era aperta in shock.

Cosa?

Non poteva essere.

Il mondo stava impazzendo? Cosa stava succedendo?

Perché Joe?!

“Piccola, io-” cercava di giustificarsi lui.

“No! Saremmo potuti morire tutti! Cosa ti è passato per la testa?!” disse l'innocente creatura, agitandosi tutta spaventata nel suo abbraccio, mentre fu sul punto di piangere.

“Amore!- amore!- guardami!” le diceva lui, visibilmente preoccupato per lei, alzandole il mento con le dita in modo che si calmasse e che lo guardasse negli occhi.

“Ehy, tesoro, non ti avrei lasciato morire. Ti stavo venendo a prendere, hai visto che stavo arrivando. Ci saremmo gettati dal treno prima che quello cadesse giù. Credimi.” spiegò supplichevole.

Sembrava sincero, infatti Annie si calmò notevolmente.

“...io...io...” disse lei, dopo un po' “...io non voglio che le altre ragazze muoiano. Alcune sono mie amiche.” disse lei, con gli occhi lucidi.

Lui non rispose, si limitò a guardarla triste.

“Lo so.” riprese Joe dopo un po' “Ma ricordati che hai un compito. Ricordati che ti hanno mandato apposta per spiarci. Se Shadow ti becca e ti porta dal capo non me lo perdonerei mai!” Sembrava disperato.

Se la serata era scottante, beh, lo stava diventando ancora di più. Anzi, era un serata folle.

Quella sarebbe la spia tanto temuta?! Si chiese stupita Rouge.

Annie abbassò lo sguardo a terra, come se si vergognasse di qualcosa.

“Io....io non ero capace di farlo. Non ero pronta. N-non so perché hanno mandato proprio me...” singhiozzò.

Joe l'abbracciò forte.

“Hanno mandato te perché nessuno aveva le palle per farlo. Fanno schifo. Ma tu sei coraggiosa.” disse, prendendole delicatamente il mento di nuovo, per farle alzare lo sguardo.

“Presto riusciremo a mettere fine a tutto questo, e ce ne andremo via. Te lo prometto.” e detto questo, le diede un dolce bacio a stampo sulle labbra.

“Sei una spia fantastica.”

Lei affondò la faccia piena di lacrime nel suo petto, mentre lui la teneva sempre più stretta a sé, sorridendo.

Rouge indietreggiò silenziosamente; aveva visto e sentito abbastanza.

Silenziosa come era venuta, Rouge uscì dal vagone, e se ne scappò più lontana che poté, cercando di riordinare le idee.

In un colpo solo, aveva trovato l'attentatore e la spia, e il peggio era che collaboravano.

Sapeva inoltre dell'amicizia tra Shadow e Joe. Di certo l'amico riccio non l'avrebbe presa bene.

Sospirò pesantemente.

I diamanti quella sera furono dimenticati.

N.A: Hello people!

E finalmente, quello che tutti stavano aspettando! Il bacio tra Shadow e Blaze!! (e finalmente si scopa coff coff)

Dite la verità: Annie e Joe, non ve li aspettavate, eh? ehehe lol 

E niente, questa nota d'autore esiste solo per avvertirvi: 

domenica io parto per il mare per una settimana quindi non aggiornerò, e penso che il mio capitolo non sarà ancora pronto per quando tornerò.

Ma non diperate!!!! Ho creato una one-shot/songfic che pubblicherò appena tornerò dal mare, così per farvi passare il tempo ;)

C'ho messo il cuore, e sinceramnte mi piace molto, spero che anche a voi piacerà! ^^

   
 
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