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Autore: Urheber des Bosen    08/07/2015    1 recensioni
Uno può finire poeta o pazzo, profeta o delinquente, solo o innamorato, non è affar suo, e in fin dei conti è indifferente.
Il problema è realizzare il proprio destino, non un destino qualunque, e viverlo tutto, fino in fondo dentro di sé.
Il problema è quando quello stesso fato t'impedisce di compiere il tuo destino.
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto
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Chiedo scusa per il ritardo.
……..
 
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole.
Sorrideva l’uomo devoto.
Aveva lo sguardo perso verso la via di casa, a dir la verità neanche aveva una vera dimora. Diciamo che aveva la sguardo smarrito e basta. Oggi aveva cercato di esser chiassoso, più del solito. Non solo perché aveva bisogno di far scatenare la sua parte infantile, frenetica. Dal  momento che dal vecchio aveva dovuto contenersi, un po’ per quel briciolo di rispetto che gli era rimasto, un po’ perché quest’ultimo era sordo. Ma anche e soprattutto  perché aveva il bisogno, quasi fisico di credere che nulla era cambiato, che lo avrebbero rimproverato e spedito dal bidello. Probabilmente con quest’ultimo avrebbe litigato e così avrebbe passato la sua giornata, come era sempre stato.
Lo scostumato, che non sa stare al suo posto.
Preferiva quest’etichetta, che per quanto poco lusinghiera, era sempre meglio dello sfregiato.
Ma era stato ignorato. Niente di quello che si era augurato era successo. Non si era arreso, aveva urlato più forte, dato più fastidio, forse Sakura l’avrebbe picchiato, o come minimo insultato. Nella sua testa continuava a ripetersi la stessa frase :. Alla fine avevano preferito chiamare i suoi fratelli. Quest’ultimi, impegnati, avevano dato il consenso per l’ uscita anticipata. Tanto ormai era quasi giunta la fine delle lezioni. Quel ragazzino, troppo mal concio per esser preso sul serio, si era alzato e si era diretto verso l’uscita. Li aveva sentiti tutti, quegli sguardi miseri che lo accompagnavano. Erano riusciti a fargli provare quel sentimento da lui sempre rinnegato : l’odio.
Non c’è amore senza amor proprio, non c’è odio senza odio di se stessi.
Sasuke era uscito prima.
Quel giorno si sentiva particolarmente irritabile.
Forse a causa delle sue nuove pretendenti, erano nuove e non avevano perso occasione di dargli fastidio. Il moro aveva sempre pensato che le donne hanno un potere fenomenale: l’irritare qualcuno a tal punto da poterlo portare all’omicidio, o al suicidio, se particolarmente brave.
C’era la neve.
Prima di uscire si coprì attentamente, non avrebbe sopportato anche il fastidio del raffreddore.
Passo.
odiava la sua classe.
Passo,
odiava il bidello.
Passo,
odiava quel biondo.
Non si odia finché la nostra stima è ancora poca, ma soltanto allorché si stima qualcuno come uguale o superiore.
 
Il suo istinto aveva preso la meglio.
Odio.
Avevano alzato lo sguardo nello stesso momento.
Si erano uniti nell’odio, due anime avevano legato i loro destini con il sangue.
Si erano saltati addosso. Sasuke era più forte, non avrebbe avuto pietà, riuscì facilmente a gettarlo a terra per poi iniziare a colpirlo.
Naruto era abituato a prenderle, decise di attaccare come un animale, riuscì a gettarlo a terra ed iniziò a graffiargli il volto. Voleva renderlo simile a lui. Sasuke non lo fermò. Continuando a colpirlo con tutta la sua rabbia, non tentò di proteggersi.
Ghigno.
Com’era logico, dopo un po’ arrivarono i soccorsi, non ben consci di chi fosse la vittima.
Il moro si accorse dei movimenti attorno a loro e prendendo il biondo per mano iniziò a correre.
Il ragazzino iniziò ad urlare, gli facevano male le costole e tutto.
.
In realtà neanche il moro sapeva dove sarebbero andati.
Ma ora aveva la sua mano e quindi, con tutto il dolore, il freddo che gli bruciava la faccia piena di graffi ,non l’avrebbe lasciato andare. Mai.
Ghigno.
Era felice che probabilmente nessuno li avrebbe cercati. Si, si era informato su Naruto. Aveva chiesto a sua madre, consapevole che quest’ultima aveva notizie su tutti gli abitanti della città, ella con tono saccente lo aveva informato che il biondo non solo non aveva più genitori, in quanto quell’incompetente della madre era morta, ma che i suoi fratelli, per la cronoca ,degli inetti patologici non lo sopportavano. Era un piccolo delinquente. Perché si sa, aveva detto, colui che non è figlio di nessuno, non poteva far altro che finire su una brutta strada. Prova ne era l’aggressione che aveva subito, sorridendo la donna  aveva ipotizzato varie teorie sul commercio di droghe ecc...A no, alla fine la madre si era ricordata, l’avevano sfregiato per la razza. Cose che capitano, aveva sussurrato, lui non era come loro.
Sasuke non aveva proferito parola.
Aveva immagazzinato i dati, tuttavia quella sera fu fatto un buco nell’immacolato muro.
Correvano, persi nel freddo, erano troppo veloci per gli occhi del popolo.
Naruto aveva freddo, ma la mano era calda.
Ad un tratto capì che non si sarebbe ribellato, dopo tutto non aveva un posto migliore dove andare e soprattutto, sentiva che il moro non l’avrebbe lasciato  andare.
….
 
Perché si amarono ciecamente?
Per odiarsi con chiaroveggenza.
 
 
 
 
 
  
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