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Autore: Summer15    09/07/2015    5 recensioni
Se l’avesse capito prima, tutto questo non sarebbe accaduto.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era sua la colpa, lo sapeva benissimo.

Se l’avesse capito prima, tutto questo non sarebbe accaduto.
Mentre camminava per il lungo viale alberato, ripensava al loro ultimo incontro.
I suoi occhi, un tempo sempre allegri e brillanti, che ti leggevano l’anima.
I suoi capelli, profumati, intensi ed unici.
Il suo sorriso. Il SUO sorriso, la cosa più bella che esista, e che esisterà mai.
Il suo modo di suonare, che amava da impazzire.
La sua voce. Avrebbe fatto di tutto per poterla risentire, quella stupenda, meravigliosa voce.

Cadde una lacrima, una di quelle calde, cariche di dolore.

Vide due bambini giocare in lontananza.
Era proprio sotto quell’albero che si erano conosciuti, loro.
In tenera età, si, ma subito era nato qualcosa, quel qualcosa che uno dei due non aveva capito.

Cadde un’altra lacrima.

La prima volta che si erano riuniti, loro quattro, per il primo concerto.
Una vita piena di gioia e allegria, che uno dei componenti amava incredibilmente.
Quel componente era il motivo di quella sua uscita, della sua destinazione.

Un’altra riga umida a solcare la sua guancia, ormai abituata al suo passaggio.

Quel giorno.
Espresse tutti i suoi sentimenti, non solo davanti alla loro città, ma bensì al concorso internazionale di musica.
Rise.
L’unica cosa che sapeva fare.
Un cuore spezzato, un’amicizia spezzata.
Ma poi, come una quercia si era ripresentata al mondo…
…nella sua corazza di dolore.
Nuove amicizie, sbagliate, fin troppo.
Lacrime e forbici.

Un fiume, ora, sulle guancie.

Era colpa sua.
Quel bacio tradito e degli occhi ormai privi di qualunque sentimento.
Non poté spiegare. Non ne ebbe il tempo.
Colpa del destino, poi? Il bacio non era nei programmi, nel suo cuore non c’era più posto ormai.
Era occupato da quella quercia.

Cadde a terra, sotto la pioggia scrosciante che bagnava di più le sue guancie.

Una lettera. Quella lettera. Quella dannatissima, maledettissima lettera.

“Ciao. Sai, mi manchi, mi mancherai, mi mancherete. Non pensare al peggio, però. Mi mancano i miei vecchi amici. Quelli di ora non sono mai stati tali. Beh, sarò breve. Come ti avrò già detto una di quelle sere stesi insieme sotto le stelle, il mio sogno, oltre a quello che ci accomuna, è di volare. Qui da casa mia, dal balconcino della mia stanza, le stelle le posso quasi toccare. E, beh … hai presente la mia canzone preferita? Ho deciso di andare a vederlo. Ti prego non dire a nessuno di questa mia lettera. Sappi che non provo rabbia, gelosia o tant’altro. Solo … rimorso. Avrei potuto scegliere un’altra strada, non questa … ma non ne ho il coraggio. Nessuno mi può salvare, ormai. Odio i prologhi, quindi salto al dunque … saluta i ragazzi, digli che gli voglio il bene dell’anima, i miei genitori, che nonostante la loro assenza, non mi hanno mai fatto mancare niente. Coincidenza, eh? E poi … sappi che ti amo, nonostante tutto, come la prima volta che ci siamo incontrati. Non fartene una colpa, stupide lacrime, quella è solo mia. Ti amo. Ciao.

Si rimise in piedi, lentamente.
Arrivò.
I suoi, i loro migliori amici i prima fila, come i genitori, che solo ora aveva  l’opportunità di conoscere.
Lei.
Bellissima.
Sembrò si essere in una favola.
La principessa nella teca di cristallo e il principe pronto a baciarla per risvegliarla e vivere per sempre felici e contenti.
Peccato che quella non fosse una favola.
Appoggiò dei fiori del suo colore preferito sulla teca.
Parole come “Paradiso”, “Angelo” e “ Salto”, pronunciate dal prete riempirono, anzi, bombardarono la sua testa.
Iniziano a seppellirla.
Corse via, sotto lo sguardo di tutti, e di nessuno.
Si rifugiò sotto il loro albero.
Non poteva farcela più senza di lei.
Tirò fuori dalla giacca nera una pistola.
La puntò alla testa.
Ripassò per l’ultima i loro bei momenti.
Canticchiò la sua canzone, Paradise, dei suoi miti, i Coldplay.
Riuscì a ricordarla, lei, infine.
“Lanes, ti amo anch’io. Arrivo.”




Angolo pazzia

Salve bella giente! Questa è una delle prime storie che scrivo, quindi non giudicatemi...non saranno tutte malinconiche o drammatiche :)
Coooomunque...piaciuta? Spero di si...d'altronde...cos'altro ha da fare una ragazza se non mettersi a scrivere storie a mezzanotte per poi pubblicarle all'una mentre tutti 'teoricamente' dormono!? Spero di non essere io l'unica. Una cosa che ho notato è che qui non esce una storia o un capitoolo da un bel po(con tutto rispetto)e quindi...eccomi qua!
Non uccidetemi per la fine che ho fatto fare a Corey e Laney... O.o 
Spero di avere qualche recenzione, essendo negativi.
Ora vado che altrimenti crollo sulla tastiera XD
Notte popolo!;)

 

 
 
 
 
 
 
   
 
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