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Autore: Cygnus_X1    09/07/2015    1 recensioni
Un trono usurpato. Una ragazza in cerca di se stessa. Una maledizione mortale.
~~~
Myrindar ha diciassette anni e un marchio nero sul petto. Una maledizione che l'accompagna da sempre, che le dà il potere di uccidere con il solo tocco. Salvata dal Cavaliere Errante Jahrien dai bassifondi di una città sconvolta dalla guerra, Myrindar ha vissuto in pace per cinque anni, dimenticandosi dei conflitti, con una famiglia che l'ha accolta con amore.
Tutto cambia quando nel villaggio dove abita giungono i guerrieri dell'Usurpatore a cercarla. Myrindar è costretta a fuggire, guidata da una misteriosa voce che le parla nei sogni, alla ricerca dell'esercito dei Reami Liberi e dei Cavalieri Erranti. Ma il nemico più pericoloso non è l'Usurpatore, né il suo misterioso braccio destro; è la maledizione che la consuma ogni giorno di più e rischia di sopraffarla.
Tra inganni, tradimenti e segreti del passato, tra creature magiche e luoghi incantati, Myrindar si ritroverà in un gioco molto più vasto di quanto potesse immaginare; perché non è solo una guerra per la libertà, quella che sconvolge i Regni dell'Ovest. Non quando antiche forze muovono le loro pedine sul campo di battaglia.
[High Fantasy]
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 18

Torg



 

D



ane la travolse in un abbraccio soffocante. 
«Mya! Sei tu, sei viva! Dolce fato, non posso crederci.» 
La ragazza aveva ancora gli occhi spalancati dalla sorpresa. Le sue labbra si tesero istintivamente in un sorriso a quell’accoglienza così calorosa. 
«Sono viva, e anche tu. Ti sei ricordato di me» confermò lei, ancora con quel sorriso sul volto e una calda allegria nell’anima. Si sarebbe messa a ballare lì, sul pianerottolo della scala. 
«Non potrei mai dimenticare quella notte» rispose lui. Il suo tono di voce si era fatto più cupo, nonostante sul volto rimanesse il sorriso di sempre. «Ero convinto che fossi morta. Sei sparita per più di sei mesi, e non hai dato più tue notizie...» 
Lei abbassò lo sguardo e restò in silenzio. Un sottile malessere cominciò a emergere, prendendo la forma di un’oppressione al petto che le impediva di respirare. Il suo cuore aveva accelerato i battiti. 
«Ma quindi voi due vi conoscete?» intervenne Keeryahel, salvando Myrindar, per il momento, dalle spiegazioni. 
«Certo!» rispose Dane. Il giovane scorse interamente la figura dell’Elfa con gli occhi sbarrati, ma non fece commenti. «Eravamo amici a Tadun. I nostri fratelli minori si conoscevano, e poi ci siamo incontrati una volta per caso.» 
L’oppressione aumentò. Le sembrò di essere sul punto di svenire. 
«Dopo l’attacco non l’ho più vista» continuava lui. «Molti del villaggio sono stati uccisi o catturati...» 
«Dane» lo interruppe lei, spremendo quelle poche energie che le restavano e cercando di contrastare la sensazione di terrore che la attanagliava. La sua stessa voce le risultò strana, distorta, come implorante. 
«Va tutto bene, Mya?» le chiese. La frase le giunse a sprazzi, ovattata. Vide le pareti roteare e capì che stava per svenire. Qualcuno le passò un braccio intorno ai fianchi per aiutarla a stare in piedi. 
«Mearth, Alya e Cody?» chiese, con un filo di voce. 
Dane esitò. 
«Ti prego» sussurrò Myrindar. Non aveva più forza. 
«Ho incontrato Alya e Cody durante la fuga. Abbiamo viaggiato per un po’ insieme, poi io mi sono fermato in un villaggio di confine per un paio di mesi, e loro hanno voluto proseguire il viaggio. Non li ho più visti.» 
Il suo cuore perse un battito. Sua madre era riuscita a fuggire, e anche il suo fratellino. 
«E mio padre? Cos’è successo a mio padre?» 
Il silenzio del ragazzo era già una risposta. 
«Dimmelo.» 
«Ha ucciso uno dei cavalieri e ne ha feriti altri due. È venuto a cercarci seminandoli per le strade di Tadun, ma l’hanno preso... non ho potuto fare niente. Ho dovuto trascinare Alya via da là, altrimenti si sarebbe fatta uccidere. Mi dispiace, Mya.» 
Come in un sogno, la giovane portò le mani al volto e si rese conto solo in quel momento delle lacrime che scorrevano lungo le guance. Tremava in maniera incontrollabile, le forze la stavano per abbandonare. 
Tutto si spense nel buio. 

 
***

La superficie su cui era adagiata beccheggiava in onde lente e appena percettibili. L’aria era impregnata di un intenso sentore di salsedine e vernice; le punzecchiava la mente scacciando le nebbie del sonno e svegliandola completamente. 
Aprì gli occhi. La stanza era in penombra, illuminata solamente dal bagliore strozzato di una lampada quasi esaurita, appesa alla parete alla sua sinistra. Si trovava distesa su un letto minuscolo, identico a quello che si trovava poco più in là, su cui era stesa scomposta Keeryahel, ancora vestita. In fondo, di fronte a lei, una cassapanca addossata al muro e una finestra aperta sulla notte. 
La camera era stretta e con il soffitto basso. L’odore di salsedine proveniva da fuori, dove il mare si distendeva sconfinato fino all’orizzonte. Le luci di Nym punteggiavano le sagome contorte e irregolari degli edifici. 
Myrindar si alzò a sedere sul letto. Il movimento fece svegliare l’Elfa, che si sollevò di scatto. 
«Stai bene?» 
La ragazza annuì. Si sentiva annebbiata. 
«Cos'è successo?» 
«Sei crollata nel bel mezzo del corridoio. Jahrien ti ha portata qui e poi è andato a cercare informazioni su Torg. Dane si è offerto di accompagnarlo, ha detto che conosce meglio la città, è qui da un mese e mezzo. Io avrei dovuto vegliarti, ma mi sono addormentata» rispose l'Elfa abbassando gli occhi, mentre il suo viso si dipingeva di senso di colpa. 
«Non preoccuparti. Siamo tutti stanchi...» 
Keeryahel non rispose. Le ciocche candide sfuggivano dalla fascia di cuoio inciso che le circondava la fronte e ricadevano sul suo viso. 
«Cos'è accaduto al tuo villaggio?» chiese ad un tratto. 
«I cavalieri grigi dell'Usurpatore sono venuti a cercarmi» rispose Myrindar, torcendosi le mani. «Solo che cercavano un ragazzo di nome Myrindar. Io non uscivo spesso di casa, e quando lo facevo, usavo il soprannome che mi aveva assegnato il mio fratellino. Mi conoscevano tutti come Mya, non avrebbero potuto consegnarmi neanche se avessero voluto. I cavalieri sono tornati una notte e hanno attaccato Tadun... io sono riuscita a scappare solo perché Jahrien mi aveva avvertito prima con una magia. Speravo che non trovandomi i cavalieri avrebbero lasciato il villaggio, ma non è stato così. Mio padre mi ha difeso e ha concesso il tempo a mia madre e mio fratello di fuggire insieme a Dane e quei pochi che ce l'hanno fatta, e i cavalieri l'hanno ucciso.» La voce le si spezzò. 
«Non avrei dovuto chiedertelo» sospirò Keeryahel. 
«È giusto così. Parlarne lo rende in qualche modo più sopportabile» sorrise appena Myrindar, e l'amica annuì. Comprendeva. 
«Quando tutto questo sarà finito, cercherò Alya e Cody.» 
«Andrai a stare con loro?» 
La giovane sospirò. 
«Mi piacerebbe. In fondo, non ho ancora trovato la mia vera famiglia... è vero, secondo alcuni sono una dei Gemelli della Luna, ma Alshain è certo che siano entrambi maschi. Comincio a non capire più nulla.» Myrindar stava torcendo una ciocca, un po' nervosa. 
«Probabilmente solo l'Usurpatore conosce l'intera verità.» 
«Già. Possiamo solo aspettare.» 
In quel momento, il rumore secco di nocche sul legno della parete interruppe la conversazione delle due giovani. La tenda che fungeva da porta si scostò e nella stanzetta apparvero Jahrien e Dane, quest'ultimo aveva un mezzo sorriso stampato sul volto. 
«Non si può dire che non sia stato divertente» esclamò sedendosi sul letto accanto a Myrindar. 
Anche Jahrien si sedette di fianco alla sorellastra. 
«Abbiamo percorso mezza Nym, ci siamo persi almeno tre volte e abbiamo girato in tondo, ma alla fine qualcosa di utile siamo riusciti a farlo» sorrise il Cavaliere Errante. «Torg ha una minuscola bottega di oggetti antichi e curiosità nel rione nord di Nym. Ci hanno avvertito però che è un tipo strano. Non esce mai, ed è terribilmente scontroso.» 
Myrindar riprese a torturare la ciocca corvina che teneva tra le dita. 
«Spero che accetti di aiutarci...» 
Jahrien la guardò e annuì. «Secondo alcune voci, in passato ha affrontato parecchi guai a causa dell'Usurpatore. Non dovrebbe rifiutare la richiesta di due Cavalieri Erranti.» 
La ragazza però non era così sicura. 
Speriamo, si disse. 
I ragazzi decisero che l'avrebbero affrontato l'indomani e andarono a dormire, ma Myrindar non riuscì a prendere sonno. 

***
 
Il rione nord di Nym era inaspettatamente silenzioso. Poche persone si avventuravano per le strade, e camminavano in fretta e senza guardare troppo in giro. Dane aveva detto che quella era la zona di chi aveva qualcosa da nascondere, e a Myrindar l'atmosfera che si respirava là ricordò in parte il quartiere dei vicoli ad Antya, dove aveva vissuto per dodici anni. 
La giovane non poteva non chiedersi che razza di tipo fosse questo Torg per avere una bottega da quelle parti. Quando raggiunsero il luogo, Myrindar non si stupì affatto: era minuscola e praticamente indistinguibile dal resto dell'ammasso di edifici in cui si trovava. In fondo a un vicolo strettissimo, in cui avevano dovuto passare uno per volta, si trovava una bassa porticina di legno con la vernice mezza scrostata; poco più in alto, un'insegna sbiadita dal sole recitava: "Oggetti magici e curiosità". 
I quattro ragazzi si guardarono un po' spaesati ed esitarono qualche istante. La giovane ruppe gli indugi e spinse la porticina, che scricchiolò. 
La bottega non aveva finestre sulle pareti e l'interno era quasi completamente buio; se non fosse stato per un'apertura quadrata sul soffitto. Quando la giovane entrò, un campanello appeso alla porta trillò. 
L'ambiente era minuscolo e ingombro di qualsiasi cosa. Myrindar vide una sfera di vetro verdastro appoggiata a impolverarsi su uno stretto bancone, gioielli di qualunque forma e dimensione appesi ad uno scaffale, libri rovinati dal tempo e dall'acqua, una spada dall'elsa intarsiata e tempestata di gemme blu, alambicchi tondeggianti o con il collo che spiraleggiava ritorto e mille altre cose di cui non seppe indovinare la funzione. 
Dane, guardandosi attorno, si lasciò andare a un fischio sommesso di approvazione. Keeryahel, alla sua sinistra, fissava un anello con occhi sbarrati. Quando Myrindar incrociò il suo sguardo, lei glielo porse. Era d'argento brunito, piuttosto pesante, con inciso uno stemma: un falco con una spada tra gli artigli e una corona in testa. 
«È il sigillo della famiglia di mia madre!» sussurrò l'Elfa. «Come è finito qui?» 
«Saresti curiosa di saperlo, Elfa» proruppe una voce roca dal fondo della bottega, facendo sussultare i ragazzi. 
Da dietro il bancone spuntò la sagoma di un uomo. Era alto almeno due metri, li sovrastava tutti. Indossava abiti informi, ma sotto questi si notavano muscoli evidenti; un tempo doveva essere stato un guerriero temibile. I capelli lunghi e brizzolati ricadevano sulla schiena stretti in una coda, il volto era coperto dalla barba, ma era impossibile non notare la cicatrice che ne deturpava quasi del tutto la parte destra, attraversando l'occhio chiuso. Il sinistro invece sembrava brillare. 
«Lei è Torg?» chiese Jahrien, rompendo il silenzio. Myrindar sentì lo sguardo di quella montagna d'uomo su di sé e si concentrò sull'anello che aveva in mano. Non riusciva a sostenere l'intensità di quell'unico occhio luminoso. 
«Dipende da chi mi cerca» rispose deciso l'altro. 
«Due Cavalieri Erranti, un'Elfa e un fuggitivo dell'Impero» ribatté Jahrien senza perdere tempo. 
L'uomo sollevò il sopracciglio sinistro. 
«Un notevole dispiegamento di forze» commentò. «Bene, ditemi cosa un tale assembramento di nemici dell'Usurpatore vuole da un povero commerciante.» Myrindar credette di vedere un ghigno sarcastico apparire e sparire con la rapidità di un lampo sul viso di Torg. 
Prese un respiro e cercò di affrontare lo sguardo dell'uomo. 
«So che può risultare difficile da credere, ma sono stata mandata qui da una persona. Un guerriero dell'Usurpatore.» 
Di nuovo, Torg sollevò un sopracciglio, ma non la interruppe. 
«Lui ha Aleestrya... e anche io.» Deglutì. «Ma io non riesco a controllarla, non so perché. Lui mi ha mandato qui, e non capisco. Perché un nemico dovrebbe indicarmi la strada, invece che uccidermi?» 
L'espressione di Torg non cambiò di una virgola; se era stupito, non lo diede a vedere. 
«So perché Layrath ti ha detto di cercarmi. Le Fate crearono numerosi artefatti per controllare la magia dei Demoni. Oggetti molto potenti, chiamati Craidhal, di cui si è persa la conoscenza per costruirli. Gli unici che possediamo sono quei pochi che sono sopravvissuti tutto questo tempo.» 
«E lei ha uno di questi Craidhal?» chiese Myrindar, speranzosa. Forse, per una volta, qualcosa sarebbe stato facile. 
«Sono rarissimi ed è difficile reperirli. Ne ho visti solo due in tutta la mia vita. Uno fu distrutto davanti ai miei occhi, ancora molti anni fa. L'altro mi fu rubato da un uomo che trattavo come un fratello.» 
La ragazza dovette aggrapparsi al bancone per non cadere a terra. 
Non è possibile! 





 

******* Famigerato Angolino Buio *******

Qui c'è la mia pagina di fb dove avviso quando aggiorno etc. Se vi va mipiacciatela, io sono felice :3

Vy

   
 
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