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Autore: FAT_O    09/07/2015    1 recensioni
I personaggi di una storia, di un romanzo, di tutto ciò che viene scritto, esistono davvero solo nella mente di chi li ha creati, e di chi legge le vicende che li riguardano? O forse, essi possiedono un mondo tutto loro, di cui noi non siamo a conoscenza, ma che palpita di una sua vita imperfetta? E se le cose stanno così, che cosa può accadere quando uno Scrittore decide di stravolgere la vita dei suoi personaggi? E' possibile per questi due mondi incontrarsi e compenetrarsi?
Genere: Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte terza
 
Lo Scrittore rilesse tutto il lavoro degli ultimi due giorni con occhio critico, e ne rimase soddisfatto.
Sapeva che per quel particolare romanzo non poteva contare sulle osservazioni e i consigli di nessuno che non fosse lui stesso, ma confidava che l’esperienza gli avrebbe permesso di portarlo a termine senza che ciò si notasse. Certo, poteva non essere semplice auto valutarsi, ma si sentiva fiducioso a riguardo, come per tutto ciò che riguardava quel libro.
Sarebbe stato interessante, vedere se il suo pubblico avrebbe notato la differenza... Ma era anche vero che sperava che i suoi lettori avessero ben altro di cui preoccuparsi, leggendo.
Ripercorse, nella sua mente, tutto il piano. E gli parve perfetto e geniale nella sua semplicità. Non potevano esserci intoppi.
Salvò i dati, spense il computer e si alzò. Per il resto della giornata, poteva rilassarsi. Non c’era alcuna fretta. Le cose avrebbero fatto il loro corso, quando fosse stato il momento.
Il giorno dopo, il suo amato protagonista e la ragazza si sarebbero incontrati. E il meccanismo avrebbe cominciato a girare sempre più velocemente...
 
Erano in una sorta di studio, una stanza stretta e piuttosto spoglia, al cui centro troneggiava un’ampia scrivania. Daniel Harris si era seduto da una parte, la ragazza dall’altra, e dava le spalle alla porta.
Da un minuto circa, si stavano guardando, in silenzio. O meglio, la ragazza guardava il viso dell’uomo, cercando di mettere da parte ciò che rimaneva del suo orrore per quelle due cavità oscure. E l’uomo, per quanto naturalmente ciò fosse assurdo, pareva proprio restituire il suo sguardo, rivolto com’era nella sua direzione. La ragazza si chiese come facesse a conoscere la sua esatta posizione, ma non riuscì a darsi una risposta.
Daniel si schiarì la voce, poi attaccò a parlare: “Allora, spiegazioni. Da dove comincio? Ci sono parecchie cose da dire. Sei pronta?” Questa volta la ragazza, più attenta, disse di sì, senza prima annuire. “Ok, allora... Suppongo che tu sia apparsa improvvisamente, come dal nulla, giusto?” “Sì.” “Bene. Per me è stato lo stesso. Solo, è successo molto tempo fa. Raccontami che cosa hai visto prima di arrivare qui da me.”
La ragazza narrò della grande distesa bianca, con il palazzo in lontananza, e della figura umanoide priva di tratti facciali che aveva incontrato. Ogni tanto, Daniel mostrava i denti, come se sorridesse, anche se senza occhi questo era difficile da capire, per incoraggiarla a continuare. Quando ebbe finito, ci fu qualche istante di silenzio, poi l’uomo disse: “Molto bene. Per farti capire tutto questo, c’è bisogno di una piccola introduzione. Io, possiamo dire, esisto da molto tempo. In questo tempo, ho avuto la possibilità di acquisire determinate conoscenze grazie ad alcune deduzioni, conoscenze che ora mi appresto a condividere con te. Tuttavia, essendo frutto di deduzioni, non devi prenderle come verità assolute. D’accordo?”
“D’accordo.”
“Bene. Allora, partiamo dal presupposto che sia stato qualcuno o qualcosa a crearci. Che quindi non ci siamo generati spontaneamente, ma che ci sia stata una spinta iniziale da qualcosa di esterno a noi. Chiamerò questo qualcuno o qualcosa “Entità”. Ora, Entità, sembra possedere un Suo piano per ciascuno di noi, e ci crea, suppongo, simili ad Essa.”
“Questo come fai a dirlo?”
“Non lo so per certo, naturalmente, ma prova a pensarci un attimo. Se noi fossimo tanto diversi da Essa, si occuperebbe di definirci con precisione. Invece, ritengo che, poiché siamo ad Essa simili, ci siano aspetti di noi che, come dire, dà per scontati.”
“Come può fare una cosa simile?”
“Può farlo, perché Entità usa Immaginazione.” Sul volto della ragazza apparve un’espressione interrogativa. Poi, per l’ennesima volta, ricordò che l’uomo non poteva averla vista, e chiese: “Immaginazione? Che cosa significa?”
Daniel sorrise, poi rispose: “E’ una parola che ho inventato io, anche se può darsi che nel mondo di Entità esistesse già, e sia giunta a me in qualche modo. Immaginazione... E’ una capacità. La capacità di completare con la mente cose che complete non sono. Come noi.”
Ci fu un breve silenzio, poi la ragazza comprese il significato di quelle parole e disse: “Quindi, stai dicendo che io non ho i capelli, ma sento che dovrei averli, perché questa... Entità, mi ha... immaginata, con i capelli?” L’uomo sorrise di nuovo: “Precisamente. E lo stesso vale per i miei occhi. Inizi a capire qualcosa?” “Beh, sì. Ma ho ancora molti dubbi.” “Naturalmente. C’è molto altro da dire. Dunque, come avrai modo di vedere, ci saranno dei momenti in cui non saremo in grado di controllare le nostre azioni, e il mondo apparirà diverso da quello che vedi ora, più completo. Diremo e faremo cose senza averlo deciso. In alcuni casi, anche i nostri pensieri saranno sotto controllo. Io penso che questi momenti, che io chiamo frammenti di Entità, siano quelli in cui si manifesta il Suo progetto per noi. E sono anche gli unici momenti in cui io acquisto la vista. Perché tutti gli elementi che Entità ha dato per scontati, divengono reali. Riesci a seguirmi?”
“Sì... Più o meno.”
“Capisco le tue difficoltà. Comprendere queste cose senza averle vissute in prima persona è complicato. Ma presto riuscirai ad afferrare il concetto.”
“Lo spero. Ascolta.. Un’altra cosa... Quando hai detto che sei un investigatore privato, cosa intendevi?” “Durante i frammenti di Entità, è quello il mio mestiere. Per molte volte, si è ripetuto come una sorta di schema nei frammenti. Vengo contattato da un cliente, che mi affida un caso, e lentamente giungo alla sua soluzione. Ci sono delle varianti, ma la storia è sempre la stessa. E ogni volta che nei frammenti incontro qualcuno, questo qualcuno appare prima nel nostro mondo, quello in cui ci troviamo adesso. Mi aspetto quindi, che nel prossimo frammento di Entità, noi due ci incontriamo. Così, potrò vederti.” Ci fu una pausa.
Poi la ragazza chiese: “Per quanto riguarda l’essere che ho incontrato... era stato definito dando molte delle sue caratteristiche per scontate?” “Esatto. In genere, quelli come lui, sono appena presenti, nei frammenti di Entità, hanno un ruolo marginale. Perciò, credo che Entità non si preoccupi di essere troppo precisa nei loro riguardi. In alcuni casi, ad esempio quando la creatura indossa un’uniforme, dà più importanza all’abbigliamento che alle caratteristiche fisiche. E infligge loro questa tortura.”
“Ma perché Entità fa cose tanto malvagie?”
“Io non penso che le faccia con consapevolezza. Semplicemente, ignora l’esistenza di un mondo simile al suo, quello in cui viviamo noi. Forse, è addirittura ignara delle sue capacità.” La ragazza rifletté per qualche istante, poi disse: “D’accordo. Per il momento, credo che sia tutto.” Poi, dopo qualche istante: “No, un momento, puoi dirmi chi è la signora Miles?” Daniel sorrise: “Certo. Nei frammenti di Entità, è la mia vicina di casa, un’anziana vedova. Ha un ruolo marginale, ma è stata definita con una certa precisione, ed è pressappoco completa. In questo mondo, lei è i miei occhi. E siccome ci conosciamo da molto tempo, abbiamo un certo legame. E’ l’unica delle persone che ho incontrato che non sia... Scomparsa.”
In quell’ultima parola, la ragazza percepì una fortissima amarezza. Guardò l’uomo, e notò che i suoi tratti si erano momentaneamente induriti. Tuttavia, dopo qualche attimo, tornarono alla normalità. La ragazza aveva adesso nuove domande, ma non le sembrava il momento giusto per porle. Così disse: “D’accordo. Allora... Come si passa il tempo qui?” “Non saprei. Godendosi la tranquillità, in attesa del prossimo frammento.” “Bene. Ti ringrazio molto. Sai dove posso stabilirmi?” “Qui. Per il momento, è l’unico luogo possibile. Quando arriverà la signora Miles, potrai trasferirti da lei, ma attualmente il suo appartamento è chiuso. Comunque, non intendo importi la mia presenza, se non lo desideri.” “Oh no, certo che no. Sarà un piacere.” Daniel parve sorridere. “Perfetto. Allora vieni, ti faccio vedere il resto della casa.” Si alzò, subito imitato dalla ragazza, e uscirono dallo studio.
 
   
 
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