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Autore: _Marlee_    10/07/2015    2 recensioni
Una storia con la fine gia scritta molto bene. Tutti sapevano come sarebbe andata a finire. E' cio che sta nel mezzo che conta. E quello che successe in quel lasso di tempo tra l'inizio e la fine che diede significato alle loro vite.
#Calzona
Genere: Avventura, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Stupito, l'articolo parlava di Arizona, la chiamano l'Angelo, è un chirurgo pediatrico che nel giro di pochi anni è diventata conosciuta in tutto il mondo per le sue operazioni impossibili, lei opera quei bambini a cui centinaia di medici hanno detto di no, bambini e famiglie che hanno perso la speranza. Lei è speciale” disse Callie rivolgendosi a Mark con occhi pieni di orgoglio, ammirazione e amore “Tu te lo aspettavi non è vero?” chiese Mark notando anche la spensieratezza con la quale Callie ne parlava “Certo, immaginavo sarebbe diventata un ottimo chirurgo ma da li a diventare praticamente portatrice sana di speranza ce ne passa” disse Callie sorridendo e non essendo piu cosi spaventata nel rincontrare Arizona “Sarà a Vancouver domani” disse Callie abbassando lo sguardo “A Vancouver? Qui?” disse Mark scioccato da quella notizia “Non sei felice?” chiese di nuovo lui “Sisi, ma...” disse Callie tenendo gli occhi bassi per evitare che lui le leggesse lo sguardo “Callie guardami” disse lui alzandole il viso con la mano “La sua vita è perfetta” disse con gli occhi che piano piano si riempirono di lacrime. La sua mente si stava riempiendo di film, di convinzioni, di storie che magari non avevano ne capo ne coda “Ha una bella reputazione, ma non è tutto” disse Mark per consolarla “Puoi fare solo una cosa, domani andrai al convegno e potrai chiarirti tutte le idee” continuò Mark, Callie lo fulminò con lo sguardo, peche per quanto debole e fragile potesse sembrare in realtà dentro di lei c'era sempre stata quella tigre che protegge in maniera smisurata le persone che ama “Io non andrò da nessuna parte” disse lei orgogliosa ma con lo sguardo perso nel mare “Come vuoi” concluse Mark sapendo che la mora avrebbe cambiato idea.

 

Dopo essere tornati a casa Callie si tolse la felpa, dalla quale cadde quella lettere che trovò la mattina, la posò sul comodino, voleva leggerla, voleva mettere fine una volta per tutte a quei tormenti che non le permettevano di dormire ma voleva anche continuare a sperare che ci fosse speranza. Non poteva andare avanti cosi, si comportava da bambina, si alzò, andò verso il comodino e prese tra le mani quella lettera, convinta piu che mai di volerla leggere, si sedette sul letto e piano la aprì facendo attenzione a non romperla.

 

Calliope, sono passati anni da quel bacio che ci scambiammo all'aeroporto, sono passati anni, ma ricordo perfettamente le tue parole, dicesti che non avrei dovuto aspettarti, che probabilmente saresti tornata ma che io non avrei dovuto aspettarti. Ho passato anni a pensare che ti avrei aspettata sempre, ho passato la maggior parte dei mesi successivi alla tua partenza a controllare la buca delle lettere, il telefono se in caso arrivavano messaggi da parte tua, ma non ricevetti niente. Non sono arrabbiata per questo Calliope, non sono arrabbiata per niente. Sono felice di aver passato con te gli anni piu belli e spensierati della mai vita. Un giorno però tu portasti nella mia vita il dolore e la sensazione di abbandono, mi sentii cosi quando, dopo averti baciato, ti guardai andar via. Non provai quella sensazione quando mio fratello partì per la guerra e neanche quando mia madre e mio padre mi spedirono in California, non mi sentivo abbandonata perche io sapevo che in qualunque direzione guardassi ci saresti stata sempre e comunque tu. Poi sei sparita e io non riuscivo piu a trovare un punto che mi legasse a te, niente, in qualunque direzione guardassi tu non c'eri, non ti vedevo, non ti sentivo, eri piano piano uscita dalla mia vita. Ho sofferto per questo, tu non puoi neanche immaginare quanto, perche lasciarti andare penso sia stata una delle cose piu difficili che io abbia mai fatto. Poi sono venuta qui, sono a Vancouver, tutto parla di te, tutto parla di noi, e finalmente sento che in qualunque direzione io mi volti tu ci sei. Tu sei qui, nella spiaggia, nel bosco, nella scuderia, sei su quel cavallo e correndomi vicino sorridi. E qui diventa difficile accettare la mia vita. La vita che ho provato a costruire senza di te. Ricordi quella notte che passammo in barca nel lago che in questo momento, mentre scrivo, è davanti a me? Quella notte eravamo spaventate di del fatto che le nostre università fossero troppo distanti. Eravamo tremendamente spaventate eppure qualche mese dopo lasciasti Seattle per partire, senza dirmi perche o dove saresti andata. Non la volevo una vita senza di te, davvero non la volevo, io desideravo vederti tutte le mattine sul mio letto, desideravo che i tuoi figli potessero chiamarmi Mamma e i miei sentirsi anche un po figli tuoi, la desideravo una famiglia con te, piu di qualsiasi altra cosa, ma non c'eri, eri accusata di omicidio. Ora non lo sei piu perche hanno trovato l'assassino, ora capisco perche sei partita, e capisco anche perche tu non abbia voluto dirmi niente, avrei potuto incastrarti se solo mi avessi detto dove saresti andata. Ma ti capisco. Io sono qui a Vancouver perchè ho paura. Paura di non essere in grado di affrontare cio che la vita mi sta mettendo davanti, ho paura di non essere un brava madre, ho paura di non essere neanche un bravo padre. Ho paura perche tutto sembra andare per il verso sbagliato. Tutto sembra giocare con la mia vita. Ho paura perche quando tra poche ore lascerò Vancouver mi guarderò attorno e non ti vedrò piu. Spero di rivederti un giorno, ma se non dovesse accadere sappi che quei giorni che abbiamo passato qui sono stati i piu belli di tutta la mia vita. Amavo chi ero quando stavo con te Calliope, tu sei stata il mio amore piu grande, tu sei stata il meglio di me.

Arizona

 

Callie lesse quella lettera con fatica a causa degli occhi velati dalle lacrime, ogni parola aveva il suo peso, il suo valore, qualsiasi cosa scritta nero su bianco aveva un significato profondo per Callie. Lei non sapeva da quanto quella lettera fosse li, dall'aspetto che aveva poteva essere li da una vita, ma dalle parole che usava sembrava che fosse trascorso un bel po di tempo dal giorno della sua partenza. Callie sapeva bene cosa fare, sarebbe andata al convegno, non per fare scenate o cose simili, ma solo per rivederla.

 

Salve a tutti, io sono la dottoressa Robbins e voglio farvi una domanda, cosa vedete se guardate oltre il vostro naso?” chiese quella donna bellissima, con i capelli biondi lunghi, molto piu lunghi di quanto Callie ricordasse, quella donna era diversa, aveva perso quella timidezza tipica dell'adolescenza ed era uscito un carattere forte e deciso “C'è chi guardando oltre il proprio naso non vede che il mondo che lo circonda, c'è chi oltre il proprio naso vede anche qualcosa che non ha mai visto, che però fa comunque parte del suo mondo. Io sono una del secondo gruppo. Ho imparato a guardare oltre ho imparato che non tutti hanno quello che abbiamo noi, non tutti hanno la possibilità di prendere il telefono e chiamare il 911 se il loro bambino sta male o se la loro moglie ha il corpo cosparso di macchie. Noi lo possiamo fare tranquillamente, ma molti non lo possono fare. Il mio progetto sta proprio in questo. Dare la possibilità di chiamare il 911 a chi per ora non lo può fare. L'Africa. Centinaia di bambini ogni giorni muoiono di malattie che qui in America si possono curare con un paio di settimane di antibiotico, li donne muoiono di parto perche le infermiere non hanno idea di come far nascere un bambino podalico, li muore troppa gente. Lo so che queste sono le solite parole che sentite in qualsiasi convention o raccolta fondi, non è niente di nuovo. Ma immaginate se tra quei bambini c'è quello che troverà la cura per il cancro, se tra di loro dovesse esserci il nuovo presidente, se tra quei bambini dovesse esserci una scienziata che troverà il modo per popolare la luna. Sono tutte cose assurde, ma nessun genio è mai stato banale. Magari in quei villaggi che noi oggi ignoriamo completamente c'è quel bambino che salverà il mondo ma noi lo lasciamo li a morire di dissenteria. Non credete che sia giusto dare anche a loro la possibilità di chiamare il 911?” con quella domanda Arizona concluse il suo discorso, non era il tipico discorso da convegno, era qualcosa di umano che scaturì in Callie, non solo molte emozioni, ma qualcosa di piu, come la voglia di avvicinarsi a lei.

 

Callie continuava a rimanere in silenzio infondo alla sala, non voleva che Arizona la vedesse, non voleva che sapesse che fosse tornata, voleva solo guardarla, stare nella sua stessa stanza, poter rivedere quel sorriso e quegli occhi che brillavano. Ancora stava pensando ad un modo per affrontare la realtà, poteva dedurre dalla lettera che anche Arizona come lei aveva un figlio. E guardandola non ritrovava quei sentimenti che la lettera le aveva trasmesso. La lettera trasudava paura, angoscia mentre quel viso appariva sereno e felice. Si maledisse più volte per non esserci stata per Arizona quando lei aveva bisogno di sostegno, quando lei aveva paura. Glie l'aveva promesso, Callie ci sarebbe sempre stata, ma aveva fallito. L'aveva lasciata sola, sola completamente. Quando terminò il suo discorso Callie sorrise, perché in quella donna che aveva difronte non c'era più l'incertezza ma la determinazione.

 

Qualcosa però attirò l'attenzione della bionda, neanche lei sapeva spiegarselo, fatto sta che per un secondo i loro sguardi si incrociarono, Callie sentì quella scossa che provava solo quando Arizona la guardava mentre Arizona perse per un secondo il filo del discorso. Pensò di essersi a sbagliata, ma non tornò con lo sguardo in quel punto per paura di rivederla davvero. Lei non era pronta, non in quel momento, a vederla e a parlarci.

 

Continuò la sua teoria e la spiegazione del suo progetto in Africa. Quando la convention finì alcuni medici si raggrupparono attorno a lei per porle delle domande e saperne di più sul progetto. Callie più la guardava e più desiderava sentire la sua voce di nuovo, Arizona piu volte si guardò attorno per vedere se lei era davvero li, non la vide più e sentì crescere in lei la voglia di trovarla tra la gente.

 

Quando lei uscì dalla sala congressi, Callie era con le spalle appoggiata al muro, come se la aspettasse, Arizona appena la vide rimase ferma, non mosse un muscolo, assolutamente niente, davanti a lei c'era la donna che amava quando era giovane, una donna più matura e anche più bella "Ca..Callie?" sussurrò Arizona con la tachicardia "Arizona" disse la mora sentendosi un po' in difetto, infondo erano passati 15 anni e lei non si era mai fatta viva. Callie si aspettava una reazione completamente diversa da quella che avvenne in realtà. Arizona dopo averla vista in difficoltà le si avvicinò e senza troppi giri di parole le gettò le braccia al collo entrando a contatto con quel corpo che da sempre la faceva sognare, Callie strinse quella donna tra le sue braccia, si godette il momento fino all'ultimo istante, inspirando il profumo alla lavanda dei capelli della bionda e accarezzandole la schiena. Non dissero niente, non c'era molto da dire, i loro corpi stavano comunicando all'insaputa dei loro cervelli, usando un linguaggio che andava oltre alla razionalità umana

 

"Dove sei stata tutto questo tempo?" chiese Arizona preoccupata staccandosi dall'abbraccio "Lontano" sussurrò Callie non notando punte di aggressività nel tono di Arizona "Cinque anni fa venne fuori la verità perché non sei tornata?" chiese la bionda riacquistando un po' di quella confidenza che non persero mai "Paura" disse Callie, Arizona come al suo solito afferro il concetto "Paura che tu avessi seguito i miei consigli, paura di alcune cose che adesso sembrano stupide" disse Callie guardando il pavimento "Adesso non ti spaventa più la possibilità che io abbia seguito i tuoi consigli?" chiese Arizona questa volta facendo notare a Callie una punta di nervosismo "Arizona non fare cosi, mi conosci” disse la mora continuando a guardare le piastrelle bianche del pavimento sotto i suoi piedi “Non so se ti conosco davvero, io pensavo che quando le cose si fossero sistemate tu saresti tornata, ci speravo. Ma ho dovuto ricredermi” disse Arizona con il tono sempre piu duro, era passato il momento di gioia del primo momento, era passata la paura di Arizona di non vederla piu, e in quel avrebbe potuto dirle tutto quello che le passò per la testa durante i 15 anni di lontananza, gli occhi pizzicavano e qualcosa le sussurrava che da li a poco avrebbe iniziato a piangere

 

Mamma” disse una voce di bambina, Callie la sentì alle sue spalle ma non era Sofia, non era assolutamente sua figlia, non per niente la bimba la sorpassò senza notarla per saltare in braccio alla sua mamma che appena la sollevò iniziò a sorridere come Callie ricordava “Mamma avevi promesso che appena finivi la riunione mi portavi a vedere i cavalli” disse la piccoletta, Callie sorrise, perche per quanto Vancouver fosse grande sapeva benissimo dove Arizona avrebbe portato la sua bambina “Si amore, hai ragione. Va dalla zia Louren e aspettami che io arrivo” disse Arizona facendo scendere dalle sue braccia quella bambina che pressapoco avrà avuto l'età di Sofia, forse un anno piu piccola, con le trecce bionde e gli occhi blu. Era la fotocopia di Arizona e non poteva che essere una bambina meravigliosa “Lei è..” sussurrò Callie non sapendo se essere felice o amareggiata “Lei è Rose, mia figlia” rispose l'altra un po imbarazzata, forse avrebbe preferito che Callie venisse a conoscenza della bambina in altro modo “Rose” ripetette la mora accennando un sorriso “E' un bel nome davvero” continuò ricordandosi la loro conversazione al lago “Ora io devo andare” disse Arizona cercando di nascondere il piu possibile il suo imbarazzo. 

*ED ECCOVI SERVITO IL CAPITOLO, CHE NE PENSATE? DELLA LETTERA? DI ROSE? DI TUTTO QUELLO CHE STA SUCCEDENDO? PENSATE CHE QUALCOSA TRA LORO SI RIACCENDA O CHE CI SIANO ALTRI OSTACOLI? COME PER ESEMPIO IL FATTO CHE ARIZONA NON SI FIDERA' MAI PIU DI CALLIE? O ALTRE COSE.. PROVATE A INDOVINARE, NEL TESTO C'E UN INDIZIO CHE POTREBBE ESSERE LA CAUSA DI QUALCOSA.. STA A VOI SCOPRIRLO.. FATEMI SAPERE I VOSTRI PARERI.. GRAZIE MILLE A TUTTI PER PASSARE REGOLARMENTE A LEGGERE QUESTA STORIA.. GRAZIE DI CUORE.. 

ALLA PROSSIMA:) 
M♥ 

  
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