The Guardians
– Se loro sono gli eroi, siamo spacciati
Capitolo 1
L’inizio di una leggenda…aria giornata di disastri
Fortezza
di Kandrakar
20 anni dopo
Stanze personali dell’Oracolo
‘’
Ci
sono quasi…’’
‘’ Ti vuoi muovere, Ariovisto? Non so per quanto
tempo posso continuare a
resistere.’’
‘’ Sei tu quello che non ha
pazienza.’’
‘’ E tu sei troppo lento. Invecchierò
nel frattempo.’’
‘’ Come se tu non lo fossi già,
vecchio.’’
Il giovane Kiku deglutì, nervoso. Kandrakar è un
luogo di pace e serenità, gli
avevano detto. Ti troverai bene, avevano detto. Peccato che si fossero
dimenticati di aggiungere Sai, lassù nessuno dei saggi si muove mai durante la
meditazione, e
delegano sempre qualche povero disgraziato a fare quello che dovevano
fare loro.
Aveva due possibilità: o entrare senza permesso, incorrendo
nell’ira
dell’Oracolo e del suo consigliere, probabilmente nudi,
oppure tornare da Luba,
la sua maestra, che per punizione e per renderlo
“un vero uomo”, l’avrebbe
fatto rimanere a
vegliare sulle stille al posto suo, mentre lei avrebbe passato le
seguenti due
ore a riprendere quei due vecchi senza pudore.
Fra le due cose, scelse il male peggiore. E con tutto il coraggio che
aveva, a
testa bassa e a occhi chiusi, entrò e
disse:’’
SIGNOREMIPERDONISEVIHOINTERROTTOMAHOUNACOSAURGENTEDAFARVIVEDERE!’’
L’Oracolo lo fissò, senza capire.
‘’ Ragazzo, puoi ripetere? Non credo di avere
capito. E guarda che puoi anche
aprire gli occhi, mica ti mangio.’’
A quell’affermazione, il giovane si fece ancora
più rosso e riprese a parlare a
ruota
libera:’’SONOQUIPERCONTODELCONSIGLIODEISAGGISIEDELLACUSTODEDELLESTILLE.’’
‘’ Ancora non capisco.’’
‘’ Apri gli occhi – intervenne
un’altra voce, probabilmente quella del suo
consigliere – Non so cosa hai sentito fino ad ora, ma ti
assicuro che non è
quello che pensi. ‘’
‘’IONONPENSOASSOLUTAMENTENULLA!’’
‘’ E allora perché non li
apri?’’
Nonostante alcuni istanti di esitazione, li aprì, e la scena
che si ritrovò
davanti gli fece quasi venire un colpo.
Si ritrovò due uomini, uno moro e uno biondo e,
fortunatamente per lui, vestiti
con le tuniche bianche proprie dei membri del Consiglio di Kandrakar.
Tutto
nella norma, insomma.
Peccato che ci fosse un particolare che stonasse: le carte da gioco.
Avevano
costruito una fortezza di Kandrakar in miniatura, con le carte. E se
prima
aveva sentito dire Non so per quanto tempo posso continuare a
resistere, si
riferiva al semplice fatto di non poter più rimanere con
un’ultima,
fondamentale carta in mano e non riuscire così a finire la sua opera. Tutto
perché il suo
Consigliere doveva stabilire se la struttura era solida o meno.
Insomma, voleva
fare il precisino.
‘’ Tu sei l’allievo di Luba, giusto?
– ruppe il silenzio l’uomo dai lunghi
capelli biondi, intuendo il disagio del più giovane
– Tutto questo deve essere
ancora nuovo per te. Io sono Ariovisto, il Consigliere
dell’Oracolo.’’
‘’ Preferisco farmi chiamare Cesare –
interruppe il moro, sorridendo a
trentadue denti – Oracolo mi fa sentire vecchio. E no,
Ariovisto. Io non lo
sono già.’’
‘’ Il ragazzo si aspettava qualcosa di diverso da
un Oracolo. Magari un vecchio
saggio, come Tibor. O qualcuno come Endarno.’’
‘’ Endarno sta bene alla Torre delle Nebbie
– commentò Cesare, sbuffando – E
poi io sono di gran lunga un guerriero più figo di
lui.’’
‘’ Certo, se ti piace pensarla
così… Passando alle cose serie, ora che ti sei
calmato, potresti ripeterci con più calma quello che ci hai
detto prima?’’
‘’ Uhm… ecco… i membri del
Consiglio mi hanno assegnato l’incarico di darle
questo ‘’ fece Kiku, consegnando
all’Oracolo il rotolo di pergamena che teneva
stretto al petto fino a pochi istanti prima.
‘’ Uhm… altri problemi dal principe
Oliver, eh? Cos’avrà combinato questa…
O
CAZZO!’’imprecò Cesare, quando lesse
cosa c’era scritto sulla pergamena.
Srotolò il rotolo con una tale energia che Kiku temette che
si sarebbe rotto.
Qualunque cosa ci fosse scritta là sopra, doveva essere
veramente grave se
riusciva a sconvolgere una persona come l’Oracolo.
‘’ Questo qui è fuori ... ma di
brutto...- l'Oracolo di soggetti simili non ne
aveva mai visti. Per fortuna! - Ha avvelenato quasi tutta la
popolazione! Sta
conducendo esperimenti per aprire portali verso altri mondi per
imparare nuove
ricette? MA QUELLO LI’ LA CUCINA NON LA DEVE VEDERE MANCO DA
LONTANO. ‘’
‘’ Credo che sia il problema minore… -
gli fece notare calmo il suo
Consigliere- Non essendo più la legittima Luce di Meridian,
i suoi poteri si
sono notevolmente ridotti, e dunque cerca di accrescerli sfruttando la
magia
del suo stesso pianeta. I portali gli servono principalmente a trovare
nuovi
mondi da prosciugare e…’’
‘’SAI CHE CAZZO ME NE FREGA DEI MONDI CHE VUOLE
PROSCIUGARE? QUELLO LI’ DEVE
ESSERE FERMATO PRIMA CHE RIESCA A IMPARARE QUALCHE ALTRO ORRORE
CULINARIO CON
CUI TENTARE DI ACCOPPARE ME! QUI CI SERVONO LE
GUARDIANE.’’
‘’Uhm… - intervenne timidamente Kiku,
con le guance rosse per l’imbarazzo –
Scusi se vi interrompo, signore, ma devo darle una brutta
notizia.’’
‘’ Quale?’’
chiese lui bruscamente,
ancora turbato dall’idea di Oliver che preparava tanti
‘’deliziosi’’
manicaretti solo per lui.
L’ultima volta se l’era cavata solo con una brutta
indigestione che l’aveva
fatto stare in bagno due giorni di fila. Gli era andata bene, e non gli
andava
tentare nuovamente la sorte.
‘’ Non sono ancora nate.’’
‘’ Ah…’’
Ariovisto voltò il viso verso l’altro, e con
un’espressione che avrebbe fatto
raggelare il sangue nelle vene a chiunque, disse:’’
Com’è possibile che non
siano ancora nate? Eppure le profezie che abbiamo trascritto erano
chiare!’’
" Colpa di come
scrivi tu i numeri
nelle profezie, tutte stanghette, crocette, letterine... non si capisce
un
cazzo e poi uno sbaglia decennio. "
‘’ Quindi, adesso che
facciamo?’’
L’Oracolo fece spallucce.
‘’ Tocca inventarci qualcosa… beh, che
ne dici di utilizzare i loro genitori?
Sarebbe preferibile scegliere le madri, ma in caso di
necessità andranno bene
anche i padri.’’
‘’ Ti rendi conto dell’idiozia che hai
appena detto?’’ gli chiese retorico
Ariovisto, guardandolo con la stessa impressione di chi aveva a che far
con
un’idiota.
‘’ Non essere così critico! Prima
vediamo chi potranno essere i fortunati
futuri Guardiani o Guardiane di Kandrakar.’’
Heatherfield,
U.S.A.
‘’
Cazzo,
cazzo, cazzo… fanculo alla sveglia che non ha suonato, e
fanculo a quel demente
di Feliciano che non mi ha svegliato prima di andarsene! Appena lo
rivedo lo
devo strozzare.’’
Romano Vargas pedalava come un pazzo. Andava a tutta
velocità, ignorando
bellamente i cartelli stradali, i semafori e le macchine, e
più di una volta
era stato quasi investito, per poi bestemmiare così tanto
che non si sarebbe
meravigliato se dal paradiso fosse sceso San Gennaro per dargli un
coppino
tanto forte da spedirlo all’altro mondo.
Ah, se
solo avesse avuto una motocicletta… magari una SuperTwin
1100 col motore
modificato, come quelle che vendeva suo zio in Italia.
Peccato che non
avesse ancora abbastanza
soldi per potersene permettere una, per cui l’italiano doveva
ancora
arrangiarsi con quella vecchia ferraglia che aveva tutta
l’aria di non poter
continuare a reggere il suo ritmo indiavolato.
Svoltò a sinistra, rischiando quasi di investire un
vecchietto che portava a
spasso il suo cane (e quasi si stupì di non aver investito
il classico carretto
della frutta, come nel migliore cliché dei film
d’azione di serie B), quando
sentì squillare il suo telefono sulle note della
‘’Società dei
Magnaccioni’’.
‘’ E mo’ chi cazzo è? Io non
rispondo, che si fotta!’’
Il telefono continuò a squillare con insistenza, fino a
quando lui, vuoi perché
aveva perso la pazienza, vuoi perché poteva essere sua madre
(e certamente non
gli andava di subire una sfuriata made Caterina Vargas per tutte le
chiamate
perse), prese il telefonino con una mano e rispose, mentre con
l’altro
manteneva il manubrio, mantenendo la stessa velocità. Come
facesse? Mistero.
‘’ Pronto?’’
‘’Ve Fratellone, aiutami!!!!’’
‘’ Feli? Che
cazzo…?’’
‘’ Sono finito sul… in mezzo ai
… aiutami, non so come… ‘’
‘’ Che hai detto? Non si sente niente
‘’ gli disse, sbattendo leggermente il
telefonino sulla coscia. Ma che prendeva a quel coso? Sembrava che si
fosse
surriscaldato, quasi non riusciva a tenerlo in mano.
‘’ Sono… sul tetto… non
so… aiut… voglio…
‘’
‘’ Ma che cazzo sta succedendo? Non sei
già a scuola?’’
Stava perdendo del tempo prezioso a parlare con il minore, e questo lo
stava
facendo irritare maggiormente.
Era solo una sua impressione, o faceva un po’ troppo caldo
per essere quasi
autunno?
‘’ Dov…
io… tett…cas…’’
All’improvviso, Romano
si fermò,
rischiando di far volare il telefonino dall’altra parte della
strada, e non
riuscì più ad andare avanti.
‘’ E ora cosa diavolo è
successo?’’
Scese immediatamente dalla bici, e quello che si trovò
davanti lo fece
bestemmiare come il peggior scaricatore di porto della
città.
Le ruote si erano sciolte. Letteralmente. Era impossibile continuare ad
usarla.
Era rimasto in mezzo alla strada, con lo Sheffield Institute
ancora ben
lontano. In bici, con la giusta velocità, ci poteva mettere
un quarto d’ora. Ma
a piedi?
‘’ E che cazzo! Ora mi tocca correre. Questa
giornata non potrebbe andare più
di merda.’’
Proprio in quel momento, lo abbandonò anche il telefonino.
Heatherfield, Casa Vargas
‘’ Ve… fratellone? Ci sei
ancora?’’
Feliciano continuò a digitare frenetico il numero del
fratello, mentre era in
preda a una crisi di panico in piena regola.
Aveva fatto un sogno bellissimo quella notte, nel quale volava in un
cielo
fatto di pasta e pizza. Non si sarebbe mai voluto svegliare, e appena
la
sveglia si sarebbe messa a suonare, lui l’avrebbe subito
spenta per poi tornare
a dormire.
Peccato che a svegliarlo fosse stato un gabbiano che gli stava beccando
il
braccio, convinto che fosse commestibile. E, particolare non
trascurabile, era
finito sul tetto di casa sua. Sul tetto.
Come ci fosse arrivato fin lì, era un mistero. Scendere,
poi, era la parte
peggiore.
Il caso aveva voluto che lui la sera prima si fosse addormentato con il
telefono in mano, dopo una notte passata a chattare con il suo amico di
penna
Doitsu.
Non lo aveva mai visto di persona, e non conosceva il suo vero nome, ma
asseriva sempre con una sicurezza invidiabile che lui fosse il suo
migliore
amico.
Cosa che, chissà per quale motivo, faceva sempre innervosire
suo fratello
Romano.
‘’ Ve… non risponde… e io
come faccio?’’
Era già la quinta volta che riprovava, ma risultava sempre
che la linea fosse
occupata o irraggiungibile. E lui non sapeva chi altro chiamare.
I suoi genitori erano a lavoro, suo fratello era irraggiungibile,
Doitsu stava
in Germania e Feliks e Toris avevano entrambi il telefono spento.
Doveva cavarsela da solo. Bene… più facile a
dirsi che a farsi.
‘’ Guardiamo il lato positivo… almeno
non piove, ve…’’
No, era una bella giornata ed era improbabile che si sarebbe messo a
piovere.
Purtroppo, il gabbiano non aveva preso bene l’invasione del
suo territorio, e
aveva deciso di lasciare un regalino di benvenuto allo sgradito ospite.
Un
regalino aereo che lo prese in pieno, testa e spalle.
‘’ Ma che…’’
Non fu il solo: altri lo imitarono, e presto il povero italiano si
ritrovò
bombardato da uno stormo di gabbiani incavolati neri.
Senza possibilità di fuga, se non voleva spaccarsi
l’osso del collo saltando
giù.
Come avrebbe detto suo fratello, era proprio una giornata di merda. In
tutti i
sensi tra l’altro.
Heatherfield,
Casa
Beilschmidt
" Sveglia!
Sveglia!"
Il magnifico Gilbert aprì un occhio, con l'altra
metà del volto ancora
affondata nel cuscino. In genere era abituato ad essere svegliato dal
pigolio
della sua radiosveglia a forma di pulcino.
Quel giorno però sembrava che la sveglia avesse deciso di
sorprenderlo,
mettendosi a parlare!
"Svegliati imbecille!
Sono già le otto e mezza e se non ti sbrighi
passerai un altro pomeriggio a lamentarti di quel russo psicopatico..."
L’albino sbuffò. Non era certo colpa sua se il
retore del college l’aveva preso
di mira. Appariva alle sue spalle sempre nei momenti in cui meno se
l’aspettava. Gli sembrava una versione meno unta di Severus
Piton. Solo che lui
era di gran lunga più figo di Harry Potter.
Certo che la sua sveglia lo conosceva proprio bene. Probabilmente
perché in
realtà quella era la voce del suo subconscio.
Ma sì... stava ancora dormendo e quello era tutto un sogno.
Si tirò su a sedere. Si stiracchiò. E diede una
rapida occhiata alla stanza.
Era un sogno davvero strano: dov’erano le sua gigantografie?
La camera era
tappezzata ‘’solo’’ dai suoi
poster, troppo piccoli per poter rappresentare
perfettamente tutta la sua magnificenza.
‘’
Imbecille guarda che non stai sognando.’’
"Ehi, innanzitutto imbecille a chi? – sbottò
offeso il tedesco - Sei
tu che squilli sempre ad orari assurdi,
rovinandomi il sonno e attentando alla mia magnificenza! A causa tua ho
delle
occhiaie da far paura. "
" Uff… Guarda
che quello che mi regola sei tu, signor cretinetto."
Gilbert inarcò un sopracciglio. Il suo subconscio si stava
divertendo a
insultarlo. Una cosa con la quale uno strizzacervelli sarebbe andato a
nozze.
" Non sfidarmi – disse, guardando con sguardo di sfida
l’apparecchio di
fronte a lui - O ti faccio volare contro il muro!"
Accidenti se si sentiva sveglio...
‘’
Amico, guarda che io sto facendo semplicemente il mio lavoro. Sei tu
quello
che quando dorme russa come un trattore.’’
In quel momento entrò in camera suo fratello minore, un
ragazzone biondo che
sembrava la versione giovane e meno pompata di Arnold Schwarzenegger.
"Bruder... – chiese il più giovane, con cautela -
Con chi parlavi?"
L’albino indicò la sveglia.
‘’ Con lei, Lud. Mi ha
insultato!’’
‘’ La sveglia?’’
‘’ Ja!’’ esclamò
sicuro di sé il giovane, meritandosi
un’occhiataccia scettica
da parte del fratello, il quale sospirò e disse:
‘’ Perché non sono rimasto a
vivere in Germania con i nonni?’’
‘’ Ti sarebbe mancata troppo la mia magnifica
persona, bruder!’’ esclamò in
risposta l’albino, sorridendogli.
‘’ Certo,
certo… - fu la risposta di Ludwig -
Sbrigati,
che la colazione è pronta. ‘’
Detto ciò, uscì lasciando la porta aperta.
‘’
Che bel ragazzo – commentò
la sveglia
– Molto
più ligio al dovere di te. Sicuro che sia tuo fratello? Non
è mica
stato adottato?’’
‘’ Ehi – protestò il tedesco
– Guarda che in famiglia siamo tutti così. Solo
perché sono entrato in classe in ritardo qualche
volta…’’
‘’
Una decina di volte per te sarebbe poca cosa? –
gli chiese scettico
l’elettrodomestico – Non ho più dubbi:
Ludwig è stato certamente adottato.’’
‘’ Devo ricordarmi di cambiare sveglia. Questa
è decisamente troppo acida.’’
Heatherfield,
Casa
Fernandez-Carriedo
‘’
Madre
de Dios!’’ esclamò Antonio, quando
entrò in cucina per fare colazione… o
almeno, era convinto che quella fosse la cucina.
La stanza
era ricoperta di liane e rampicanti, il pavimento era rivestito con un soffice manto erboso, e
gli alberi si
levavano in alto, fino a sfondare il soffitto, in cerca di luce.
‘’
Ma che razza di semi hai comprato?’’
gli chiese Pedro, provando a leggere le istruzioni sulla confezione che
aveva
comprato il fratello il giorno prima per conto della madre, la quale
aveva
deciso da poco di darsi ad un nuovo passatempo: il giardinaggio.
Peccato che
avesse deciso di coinvolgere tutta la famiglia nel suo hobby, e
così ieri
pomeriggio avevano passato la maggior parte del tempo tra terriccio,
semi e
humus. Una giornata da dimenticare, decisamente. E quella si
prospettava
addirittura peggiore. Perché non aveva accettato di vivere
al campus, come
Francis? L’unico lato positivo era che i suoi genitori non si
fossero ancora
svegliati. Non osava immaginare quale sarebbe stata la loro reazione di
fronte
a … quello.
‘’ Non lo so – rispose lo spagnolo,
basito quando e più di lui -
C'era scritto crescita rapida, pensavo che
forse avremmo potuto evitare altri pomeriggi come aiutanti giardinieri
della
mamma. Ma non mi aspettavo che ci spuntasse una giungla in
casa!’’
‘’ Vorrei ben vedere! Per la cronaca - aggiunse il
minore, scansando
delle liane che pendevano dal
lampadario - Tutto mi sembrano meno che pomodori.''
‘’ Credo che quelli siano cresciuti in
camera mia.’’
‘’ In camera tua? Dei pomodori? E come diavolo
è successo?’’
‘’ Giuro, non ho la minima idea di cosa…
Ehi, ma quello non è un macaco?’’
‘’ Un macaco? Come ci è arrivato qui?
Siamo in … ODDIO TOGLIMELO DA DOSSO!’’
urlò Pedro, quando l’animale gli si
attaccò alla schiena, cominciando a
spulciarlo. Il ragazzo si dimenò, cercando di farlo
scendere, andando a sbattere
contro il muro (o almeno quello che fino a ieri era il muro, ma che ora
era
ricoperto da un sottile strato di resina)
Tutto sotto lo sguardo costernato del fratello.
‘’ E TU CHE CAZZO FAI? AIUTAMI A TOGLIERMI QUESTO
COSO DALLA MIA SCHIENA!’’
‘’ Como?’’
‘’ E CHE NE SO, SEI TU QUELLO BRAVO CON GLI
ANIMALI.’’
Facoltà di lettere
‘’ Quanti nuovi acquisti, quest’anno
– fece Francis Bonnefoy, dopo essersi
comodamente seduto all’ultimo banco – E
soprattutto, quante belle ragazze. Sarà
un anno fruttuoso.’’
‘’ Ma sentitelo… ‘’
borbottò un altro ragazzo seduto accanto a lui, biondo e
con delle sopracciglia così spesse che sembravano essere
state disegnate da un
bambino di tre anni.
Aveva l’aria di chi avrebbe preferito stare in qualunque
altro posto, meno che
vicino al francese.
Cosa che, peraltro, era anche ricambiata. Si erano conosciuti
l’anno prima, ed
era stato odio a prima vista.
‘’ Tu non capisci niente, inglese da quattro
soldi.’’
‘’ Almeno non sono un pervertito come te,
frog.’’
‘’ Se mi stai troppo vicino, farai scappare tutte
queste belle fanciulle con
quelle mostruose sopracciglia che ti ritrovi.’’
‘’ Io? Guarda che nessuna ragazza sana di mente si
avvicinerebbe ad un
potenziale maniaco.’’
Il loro battibecco sarebbe potuto durare per un’altra ora,
sarebbe potuto
degenerare in una vera e propria rissa.
Non era
certo la prima volta che capitava, gli studenti del secondo anno ormai
si erano
anche abituati ai loro siparietti, arrivando a ribattezzarli
‘’ la strana
coppia’’
Per le matricole, al contrario, era una cosa del tutto nuova, e fissavano incuriositi i
due litiganti, fino
a quando non entrò in classe il professor Collins.
‘’ Lo diciamo spesso, durante le riunioni
sindacali: il semestre non è
iniziato, se prima i signori Bonnefoy e Kirkland non ci deliziano con
uno dei
loro litigi - ci
scherzò su il
professore, contribuendo a far rilassare le matricole e far
momentaneamente
calmare i due litiganti – Spero di non essermi perso nulla. Se per voi va bene, posso
iniziare a fare
lezione? Volevo iniziare con una piccola introduzione al nostro corso
di studi…
Però non lo voglio fare io. Insomma, ogni anno faccio sempre
lo stesso
discorso, sarà pure noioso per voi. Avevo intenzione di far
parlare uno dei miei
studenti, ma non so chi. Vediamo…’’
Francis sbiancò di colpo. Parlare il primo giorno di scuola,
di fronte alle
matricole, era una sorta di suicidio sociale.
Chiunque il signor Collins avesse chiamato, per tutto l’anno
sarebbe stato
visto come una sorta di rimpiazzo del professore, il suo
‘’cocco’’ in un certo
senso.
E lui non aveva intenzione di dover essere inseguito ogni giorno da
quelli che
volevano piccoli favori, come poter sapere in anticipo le tracce degli
esami,
giusto per fare un esempio:
Incrociò
le mani.
‘’ Mon Dieu, fa che chiami qualcun altro
– cominciò a pregare – Non voglio
passare tutto questo semestre nascosto dalle matricole. Vorrei fare
nuove
conoscenze, ma non in quel modo. Fa che chiami quel bruco di Arthur. Fa
che
chiami lui….’’
Non fece che ripetere fa che chiami Arthur per tutto il tempo, sperando
con
tutto se stesso che per una volta Dio lo stesse ad ascoltare.
‘’ Ho deciso – disse ad un tratto
Collins, sorridente – Sarà il signor Kirkland
a farci una panoramica sul contenuto del mio corso. Sono convinto che
la sua
risposta sarà esauriente.’’
‘’ What the …’’
‘’ Grazie Dio!’’
Intanto, a
Kandrakar
‘’ Peccato – commento
l’Oracolo, ridendo – A quanto pare sono riuscito a
trovare solo i padri.’’
‘’Ammettilo che l’hai fatto
apposta!’’
‘’ Le tue basse insinuazioni mi feriscono,
sai?’’
‘’ Ti conosco bene, vecchio. Mi hai sempre detto
che le altre Guardiane
finivano tutte coll’annoiarti, a lungo andare. Avere dei
Guaridani,
invece… ‘’
‘’ Bah, ma non puoi negare che siano loro a
possedere una parte di potere
elementare.
Mentre i
due discutevano, Kiku era rimasto inorridito.
Quei pazzi dovevano essere la speranza del Metamondo? Sarebbe stato
più sicuro
mangiare una ‘’ricetta
speciale’’ del principe Oliver, piuttosto che
affidarsi
a quel gruppo improvvisato.
Purtroppo l’Oracolo non era del suo stesso parere.
‘’ Comunque, io non vedo l’ora di vederli
all’opera. Dobbiamo solo dargli il
Cuore di Kandrakar e i giochi sono fatti.’’
"Ma che cazzo dici? Secondo te si mettono a svolazzare in vestitini
sexy?"
" Vedi che non siamo su Italia 1, si può fare. Il
crossdressing al
pubblico piace!"
‘’ Si, ma chi gli consegnerà il
Cuore?’’ chiese Kiku, e i due saggi guardarono
nella sua direzione, entrambi con uno sguardo eloquente che subito gli
fece
capire che era nei guai.
‘’ Io? Signore, non credo di… meritare
un tale onore.’’
‘’ Sciocchezze, ragazzo! Oggi stesso dovrai
consegnarglielo.’’
‘’ Oggi?’’
‘’ Ah – continuò lui, non
notando quando il giovane fosse impallidito di fronte
“all’onore” che gli stava concedendo
– Dovrai anche spiegargli le cose
fondamentali. Tipo la loro missione, come usare i loro
poteri… senza contare
che forse qualche spia di Oliver potrebbe tentare di ucciderli. Devi
insegnargli a combattere, e con il Cuore dovrai dargli anche la mappa
dei
Portali e aiutarli a richiuderli. Ma, cosa più importante,
dovrete ritrovare la
Luce di Meridian e sua madre. E poi…’’
‘’ Romolus – lo richiamò il
biondo – Gli stai mettendo addosso troppa
pressione.’’
‘’ Davvero? A me non sembra. Da cosa lo
deduci?’’
‘’ Da quello ‘’ gli rispose,
indicandogli Kiku con un cenno della testa. Il
giovane guerriero di Basiliade si era rannicchiato in un angolo della
stanza,
ed era circondato da un’aura nera.
‘’ Se li uccidessero prima del mio arrivo? Con i
loro poteri stanno già facendo
danni… e se non mi volessero? Se la Luce di Meridian ci
vedesse come suoi
nemici? Non mi ricordo più dove ho messo la mappa dei
Portali… Devo fare il mio
dovere fino alla fine… ma perché a me? Sono un
povero apprendista… non ho neppure
terminato il mio addestramento con Luba. ‘’
‘’ Mhm… forse è meglio
lasciare solo il ragazzo.’’
‘’ Ma non mi dire ‘’
commentò Ariovisto, incrociando le braccia sul petto. Chi
avrebbe fatto da baby sitter anche a lui?
Angolo
dell’autore
Ecco a voi l’appassionante (?) nuovo capitolo di questo sclero estivo. Sono contenta che abbia riscontrato la vostra curiosità. In questo primo capitolo, ho deciso di mettere un po’ di carne a fuoco. Come avete visto, ho riutilizzato alcune parti del canon, riadattandole alle mie esigenze (tipo Collins professore di letteratura, giusto per fare un esempio).
Nel corso della storia, troverete vari riferimenti alla serie originale, sia al fumetto che al cartone, riscritti, però, in chiave parodica ed umoristica dalla sottoscritta (o, almeno, ci proverò)
I ''fortunati'' futuri Guardiani sono, come avrete sicuramente già capito, Prussia (nel ruolo di Will, che tra i suoi poteri aveva anche quello di parlare con gli elettrodomestici.), Romano (nel ruolo di Taranee, e so già che con lui ci sarà da divertirsi. Visto il suo carattere, non sarà facile evitare di arrostire tutti), Feliciano (nel ruolo di Hay Lin, personaggio che sotto certi punti di vista lo trovo molto simile a lui) , Spagna (nel ruolo di Cornelia, ma fans Spamano, non abbiate paura: il Caleb della storia starà con Prussia, non certo con lui) e Francia ( nel ruolo di Irma, e giuro è stato divertente riscrivere la scena del primo numero del fumetto, quando Irma pilota l'interrogazione a suo favore, riuscendo ad ottenere un buon voto. E non sarà l'unica scena che ''riciclerò'' dalla serie classica. Inoltre, il rapporto burrascoso che aveva con Cornelia, lo riprendo con Arthur. Ma chi è Arhtur? Lui è un personaggio molto importante per la storia, e già vi dico che ci sarà tanta, tanta FrUk)
Ringrazio nuovamente IMmatura per la sua collaborazione nella stesura di questo capitolo. Grazie sempre per supportare i miei scleri.
Minimo due recensioni per continuare la storia. Volete fare felici due autrici?