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Autore: Conodioeamore    13/07/2015    0 recensioni
[-Altro - anime/manga vari]
[-Altro - anime/manga vari]Ecco a voi la storia di un ragazzo, di una ragazza e di un pennarello!
Seraphine è una liceale appena trasferita nella scuola del suo vecchio amico d'infanzia Evan. Cercandolo tra gli studenti, scopre che è cambiato totalmente da come lo ricordava! Prima era un ragazzo dolce che quando sorrideva sembrava una bambina, tanto che lei stessa lo proteggeva dai bulli. Ora, invece, Evan è un gran bel figo che ha tanto successo con le ragazze e per di più è anche il presidente del consiglio studentesco. Per non parlare delle sue tendenze maniache e possessive. Potrà tra loro rinascere una semplice amicizia?
(tratto liberamente dal manga pubblicato da "Scanduzioni". Io riprendo solo in parte la storia iniziale, dato che ci sono solo 3 volumi del manga. Proseguirò di mia fantasia. Dato che i nomi dei personaggi non li ricordo tutti, li inventerò)
© (Copyright 2015 by Martina Carlucci)
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Finalmente sono uscita da quella stanza. Non ne potevo più, giuro. Sono dei tipi veramente assurdi. Mentre ripenso a quello che mi aveva detto Evan nella stanza del consiglio studentesco, vado a sbattere contro un muro. Alzo lo sguardo per vedere dove sono andata a sbattere. Davanti ai miei occhi ho un annuncio da parte del consiglio studentesco: NOTIFICA: Seraphine Hayes del secondo anno da ora in avanti sarà la nuova segretaria del consiglio studentesco. Sarà incaricata di varie mansioni. Assicurati di venire nell’ufficio studentesco ti aspettiamo per la riunione, il presidente del consiglio studentesco Reed Evan Cavolo, non posso crederci. Ha davvero messo un annuncio dove annuncia la mia entrata nel consiglio?! Arrivano alcuni studenti di altre classi, i quali si soffermano a leggere la notifica. Ovviamente non si fanno mancare i commenti del tipo: «Che cosa?», «Ma è una nuova studentessa», «Che fortunata!», «Sono gelosa…» Io non ci trovo niente di entusiasmante, non credo di essere fortunata a dover occupare quell’incarico. Ma che diavolo! Ma com’è che è andata a finire così? E ora che faccio? Cercando di non farmi notare dagli studenti che si sono radunati lì, vado verso la mia classe. Appena mi siedo sul banco, mi lascio cadere completamente sulla superficie liscia. «Seraphine!» esordisce una voce femminile. Non faccio nemmeno in tempo a girarmi nella direzione in cui ho sentito la voce, che mi ritrovo Alice seduta alla sedia davanti la mia. «Sono gelosa, sei entrata nel consiglio studentesco!» Oddio, anche lei no! Devo immediatamente darle una spiegazione, non voglio dover perdere l’unico buon rapporto che ho instaurato da quando sono arrivata! «Mi ha forzata! Evan è diverso da come era, mi ha letteralmente scioccata!» mi lamento, mettendomi la testa fra le mani. «Che persona era prima il presidente?» Senza riflettere a quello che dico, le rispondo con: «Da piccolo era davvero cari…» non mi viene data la possibilità di terminare la frase, che qualcuno mi tappa la bocca con la mano. Alzo immediatamente gli occhi in su e vedo Evan, dietro le mie spalle. Oh no, ho infranto la sua regola! «Ehi, ti avevo detto di venire in ufficio!» mi rimprovera. Il resto delle mie compagne di classe si gira a guardare la scenetta che ha messo su Evan, senza perdere l’occasione di lanciare i loro commenti acidi. «Chi diamine è quella?», «Cosa?», «Perché è venuto a prenderla di persona?» Evan mi prende per un braccio e mi trascina verso l’uscita della classe. Al ché, mi butto per terra, cercando di divincolarmi dalla sua stretta. «Andiamo, muoviti!» mi urla. «Noooo!» «Sei cocciuta e idiota! Ho detto alzati e cammina!» continua, mentre mi trascina fuori alla classe. «Ho detto che non voglio!» rimbecco. Evan riesce a portarmi fuori dalla classe, e non appena siamo soli in corridoio mi stringe forte a sé. Il cuore inizia a battermi all’impazzata, tant’è che riesco a sentire i suoi battiti in gola. Evan mi solleva, avvicinando il mio orecchio sinistro alla sua bocca. «Stavi per parlare del passato. Vuoi essere davvero trasferita?» Lo scanso immediatamente da me. «Non sussurrarmi nelle orecchie» gli dico, mentre mi porto la mano sul mio orecchio. Il mio cuore ha iniziato a battere come un matto. Alzo il viso per guardarlo in faccia. Capisco perché tutti lo ammirano tanto. «Andiamo mi fai perdere tempo!» Non appena Evan finisce la frase, dalla classe escono alcune mie compagne. «Presidente, che tipo di relazione hai con Hayes?» domanda una ragazza con i capelli lunghi e la frangia. Evan non risponde alla sua domanda, si limita solamente ad accennare un sorriso malizioso. Al ché un'altra si fa avanti e gli chiede: «Perché sei venuto a prenderla personalmente per portarla alla riunione?» Evan si gira a guardarle in faccia una per una, poi mi prende per la mano e mi tira a sé. Ma che diavolo vuole fare? «Perché lei è speciale!» le risponde, mettendo l'altra mano sul mio collo. Ma perché mi sta mettendo in imbarazzo davanti a tutti? Con completa noncuranza mi trascina nell’aula dove si riunisce il consiglio studentesco. «Evan! Ma perché ti comporti così?» gli domando arrabbiata. «Così come?» mi risponde con un’altra domanda. Oddio, non riesco più a sopportarlo. Non può trattarmi come se fossi di sua proprietà! Mentre provo ad entrare più nel dettaglio, lui si avvicina alla scrivania e dal cassetto estrae un gruppo di fogli. «Come se…» Vengo immediatamente zittita da lui. «Vai a prendermi la scatola dall’aula di chimica e poi mi serve che mi fai venti fotocopie di questi documenti.» Da quando sono diventata la sua schiavetta? Evan poggia i documenti sopra la scrivania e si avvia verso la porta. «Io vado a parlare con il presidente del club di basket. Fa in modo che al mio ritorno, tutto sia come ti ho chiesto.» Detto ciò, esce dalla porta. Speciale. Speciale sto ca’… Prendo i fogli che sono sulla scrivania e vado in aula fotocopie. Lì vi trovo una signora anziana. «Desidera?» «Mi manda il presidente del consiglio studentesco, potrebbe gentilmente farmi venti copie di ogni foglio?» le chiedo. La donna mi prende dalle mani i documenti. Bene, che gentilezza. Inserisce un foglio per volta ed inizia a fotocopiarli. Una volta finito di fotocopiarli, ringrazio la signora e vado dritta nell’aula di chimica a prendere lo scatolone. Con molta fatica, mi trascino per il corridoio. È pesantissimo. «Ma cosa c’è dentro, le pietre?» Non c’è stato nulla di buono a venire qui! Come ho potuto credere anche solo per un istante che Evan sia una buona persona? Mi usa come sua schiava personale. Non appena entro dentro l’aula del consiglio, poggio la scatola sul tavolo e mi siedo sulla scrivania e spillo i fascicoli dei documenti. È il programma per il festival scolastico. Non appena finisco tutto quanto, mi sdraio sul divano per riposarmi un po’. Chiudo gli occhi e provo a prendere sonno, ma la campanella suona per annunciare la fine della lezione e l’inizio della successiva. «Sono davvero stanca!» chiudo gli occhi e in quel preciso momento, la porta si apre. Non mi azzardo ad aprire gli occhi. Ho troppo timore di scoprire chi possa essere. Sento una pressione sul divano, poi sento un rumore di fogli. «Ha finito tutto, è stata veloce.» È la voce di Evan. Per qualche strano motivo sento il suo sguardo su di me. Poi, improvvisamente, la sua mano tocca la mia guancia. «Hai sempre odiato perdere e hai dato il meglio, non sei cambiata in questo» dice piano. Tutto d’un tratto sento il suo respiro sulla mia pelle, e poi le sue labbra sulla mia guancia destra. Mi ha dato un bacio. Un bacio dolce. Vengo coperta con qualcosa. La pressione sul divano si attenua e la porta si richiude. Al ché apro gli occhi di colpo. Mi metto seduta e mi porto, senza volerlo, la sua giacca alla bocca. «M-mi ha baciata?!» Mi sento calda in viso, le guance vanno in fiamme. È sempre scontroso, perché deve essere dolce quando non guardo? «Mi ha coperta con la sua giacca. C’è ancora il suo odore.» Dopo la fine delle lezioni, vado verso il mio armadietto per prendere le mie cose. Non appena lo apro, cadono a terra alcuni fogli. «Fuori dal consiglio studentesco», «Stai lontana da Reed», «Stupida, vai via.» Ma che diamine significa tutto ciò? Perché minacciarmi? Mi sbrigo a recuperare la mia cartella e me ne ritorno a casa.
   
 
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