Crossover
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Autore: katyjolinar    20/01/2009    2 recensioni
storia scritta a quattro mani con la mia amica sirya.(significa che siamo DUE autrici, quindi, per favore, quando recensite, parlate al plurale)
Sara e Kate: due gemelle identiche, ma diverse.
Sara e Kate sono sempre state unite, fin dall'infanzia, da un forte legame, che rischierà di dissolversi quando la seconda lascerà il collegio in cui è vissuta fino a quel momento con la sorella, per andare a lavorare a Washington, nel Servizio Investigativo della Marina Militare.
Logan, scelto da loro come padre adottivo, dovrà cercare di tenerle unite, ma un'indagine di Gibbs rischierà di troncare definitivamente questo legame già labile. commentate per piacere.
il passato e il carattere di alcuni personaggi degli X-Men è stato modificato
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fumetti, Telefilm
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Arrivati a poche centinaia di metri dalla base, decisero di atterrare in una radura riparata da una folta schiera di abeti per prepararsi all'attacco. La base era situata in una posizione scomoda e difficile da assaltare. Il lato sud dava sulla foresta ed era coperto dagli abeti, il lato ovest si affacciava su uno strapiombo di diverse centinaia di metri. Solo il lato nord e quello est erano liberi e, per loro fortuna, privi di finestre. Mentre Tempesta faceva scendere su di loro un fitto banco di nebbia, Warren si alzò in volo per un sopralluogo.
Warren: -E' tutto libero.- comunicò a Kate.
Kate: -Perfetto. Grazie Warren.- poi si rivolse agli altri -Possiamo andare.-
Avanzarono con circospezione. L'atmosfera era calma, fin troppo. Si divisero in gruppetti. Logan, Gibbs, Ziva e Laura si diressero verso il lato nord, su cui si affacciava il pesante portone di acciaio, seguiti a pochi passi da Scott e Kurt. Matt, Kate e Sara si disposero ad est; Tony, McGee e Havok gli coprivano le spalle. I Fantastici Quattro ancora non si vedevano, ma non potevano aspettare. Sara 'scannerizzò' l'edificio per capire quante persone ci fossero, ma il risultato che ne ricavò la confuse soltanto.
Logan: -Allora, quanti sono?- le chiese per mezzo di Kate.
Sara: -N... Non lo so con certezza... Ora sembrano tanti, ora pochi...-
Logan: -Come fanno ad essere ora tanti ora po...- si bloccò all'improvviso. Un uomo sulla trentina era appena comparso sulla porta, alto con capelli e occhi scuri e una tuta verde. Il suo sguardo era vacuo. Kate si accorse di essere leggermente più scoperta degli altri tre dietro al cespuglio che li nascondeva e arretrò leggermente all'indietro. La figura si fece subito più circospetta: la nebbia gli impediva di vedere, ma nel muoversi la ragazza aveva schiacciato un rametto, che aveva scricchiolato, e il suono si era amplificato nel silenzio circostante. L'uomo si voltò nella loro direzione e subito dalla base ne uscì un altro, identico al primo, poi un altro e un altro ancora. In tutto alla fine erano cinque, del tutto identici. Uno dei cinque tornò dentro e uscì di nuovo, seguito da un uomo alto quasi il doppio del normale e con un elmo metallico in testa, e da un ragazzo con gli aculei da porcospino. Poi, senza alcun preavviso, Logan scattò in avanti, lanciandosi addosso al primo degli uomini in tuta verde, che però gli scomparve improvvisamente fra le mani. Laura lo seguì di volata e Kurt e Scott si teleportarono nella mischia. Nell'aria iniziarono a risuonare i colpi di pistola di Gibbs e Ziva. La nebbia si diradò in men che non si dica e sulle loro teste si addensarono grosse nuvole nere temporalesche, segno che Tempesta era al lavoro. Dal portone della base iniziarono quindi ad uscire una ventina di soldati pesantemente armati, che presero a rispondere colpo su colpo ai proiettili di Ziva e Gibbs, e a quel punto anche McGee e Tony lasciarono il loro riparo e si avvicinarono ai loro colleghi per unirsi a loro nella sparatoria. Alex e Matt scattarono in avanti e Kate tentò di fare lo stesso, ma la sorella la trattenne per un braccio.
Sara: “Cosa diavolo pensi di fare?!?” la rimproverò.
Kate: “Il mio lavoro!”
Sara: “Tu non fai proprio niente! Quelli hanno degli M16, non ci mettono nulla a distruggerti!”
Kate: “Ma io...”
Sara: “Tu cosa?”
Kate: “Tanto manca poco che trovino anche noi, e allora non sarà meglio essere già in battaglia che farci trovare come topi in trappola?”
…: “Non credo vi troveranno poi così facilmente” disse una voce alle loro spalle.
Sara: “Sue!” esclamò riconoscendo la proprietaria della voce “Finalmente... Così ora siamo sotto uno dei tuoi campi di invisibilità?”
Sue: “Si, tutte e tre.”
Sara tirò un respiro di sollievo e Kate si voltò verso i combattenti e notò subito la Torcia Umana e la Cosa dare man forte agli X-Men, aiutati da Mister Fantastic. Tuttavia la situazione non era poi del tutto a loro vantaggio: Striker li conosceva bene, li aveva studiati per anni, ed era stato lui a 'creare' Logan e, con molta probabilità, anche X-23; aveva addestrato i suoi uomini alla perfezione e stavano avendo il sopravvento. In qualche modo riuscivano a resistere ai fulmini e ai piccoli tornado di Tempesta, l'Uomo Multiplo confondeva Laura e Logan e la Cosa e il Fenomeno si scontravano in un testa a testa senza precedenti. Nessuno riusciva ad avere la meglio su quei soldati e, anzi, ognuno aveva il suo bel da fare a cercare di salvare la propria pelle. Dietro lo schermo di Sue le ragazze diventavano sempre più nervose. Sara era preoccupata per... Beh, a dire il vero, per più di una persona. Kate lo era per il padre di suo figlio, ma anche per tutti gli altri, e odiava stare con le mani in mano. Appena l'attenzione della sorella fu distratta dallo schianto di un grosso masso che il Fenomeno aveva sollevato in aria e lanciato dritto alla testa di Havok, scappò fuori da dietro lo schermo, raggiungendo Daredevil. Come se ne accorse, Blind la seguì cercando di raggiungerla: si ritrovarono ben presto nel bel mezzo della lotta. Silver alzò una mano verso l'Uomo Multiplo: se c'era una cosa di cui era fiera, quella cosa erano i suoi poteri, e doveva riconoscere che per quanto odiosa fosse stata Jean come insegnante, l'aveva però allenata al massimo delle sue possibilità. Alzò così la mano, pronta a farlo volare contro un muro, ma... nulla accadde. Come pietrificata, si fissò le mani per qualche secondo, poi provò ancora, e ancora una volta i suoi poteri fallirono. Com'era possibile? Avevano sempre funzionato... Non ebbe il tempo di rifletterci su ulteriormente, perché Sara la spinse a terra, mentre diversi proiettili fischiavano sulle loro teste.
Sara: “Per un pelo... Ma che ti prende?”
Kate: “Non lo so, non funzionano...”
Sara: “Lo sapevo io che dovevamo restare sotto quello schermo... Ora, grazie alla tua geniale idea, è troppo tardi! Susan sta aiutando Reed e non può più tornare da noi!”
Kate: “Ma...”
Laura: “Vi sembra il momento di litigare?!?” intervenne passando loro accanto mentre infilzava un militare al suolo, poi passò oltre, troppo presa dalla lotta. Sara sospirò: in effetti aveva ragione, non c'era tempo. Arretrarono leggermente e Kate riprese il pieno controllo della sua telecinesi, poi si lanciarono anche loro all'attacco, in quell'aria satura di elettricità e dell'odore metallico del sangue. Riuscirono in un paio di interventi piuttosto fortunati, ma non bastava: dalla base uscivano altri uomini armati e loro si trovavano con lo strapiombo ormai alle spalle.
Sara: -Non ce la possiamo fare...- disse alla sorella -a meno che... te la senti?- c'era in effetti una tecnica che forse avrebbe potuto funzionare, ma l'avevano provata una sola volta, nella Stanza del Pericolo e con Kate al pieno delle forze.
Kate: -Credo di si... Non farmi scherzi, stavolta, piccoletto!- disse rivolta al suo bambino. La sorella sorrise, le prese la mano, poi si concentrò iniziando a catalizzare tutta l'energia che i fulmini di Tempesta avevano disperso nell'aria.
Sara: -Al mio tre... uno... due... TRE!- Rilasciò tutta l'energia accumulata nei guanti alla massima potenza, mentre Kate allo stesso tempo proteggeva i loro compagni e spingeva avanti l'onda di energia. Lo spostamento d'aria sbalzò lontano Arcangelo, Tempesta e la Torcia, mentre buona parte degli uomini di Striker e il colonnello stesso, uscito in ultima battuta, si disintegravano in minuscole particelle disperse dal vento. Ziva, ormai troppo sul bordo, perse l'equilibrio e Tony, lasciata ogni prudenza, disintegrò la camicia nello spalancare le ali che gli erano cresciute a comando, e si lanciò per riprenderla. Anche quando ormai avevano vinto, il flusso di energia non smetteva di scorrere e Kate dovette tirare uno strattone alla sorella per farla smettere, girandosi giusto in tempo per vedere nei suoi occhi, ormai privi di mascherina, un bagliore sinistro scomparire. Non ebbe il tempo di chiedersi cosa fosse, Sara le afferrò la mano e la spinse di lato, poi si bloccò e iniziò a tremare portandosi una mano al petto, dove sull'argento dell'uniforme si allargava una grossa macchia di sangue, infine, boccheggiando, cadde.
Kate: “NO!” urlò, abbassandosi al suo fianco. La sorella allungò una mano davanti a se, come per cercarla, e lei la prese e gliela strinse “vedrai che andrà tutto bene...” disse cercando di mantenere ferma la voce, ma fallendo nell'intento. Poi si guardò intorno, cercando con lo sguardo qualcosa per tamponare la ferita e così facendo notò che erano rimaste completamente sole: tutti cercavano i dispersi e qualche eventuale superstite ma nessuno si interessava a loro. Lanciò quindi un urlo di disperazione e di frustrazione, e poi scoppiò a piangere: se solo le avesse detto della rigenerazione... Sentì la mano di Sara poggiarsi sulla sua pancia e il piccolo rispondere con un calcio, il primo che tirava, quasi stesse incoraggiando sua zia a tenere duro. Richiamati dal suo urlo finalmente anche gli altri tornarono indietro; il primo ad arrivare fu Alex, che la guardò in una maniera che spiegava molte cose non dette, poi si guardò anche lui intorno alla ricerca di qualcosa per fermare l'emorragia, e vedendo sul bordo dello strapiombo ciò che restava della giacca di Tony, si lanciò a recuperarla, infine cercò di tamponare meglio che poteva il flusso di sangue. Nel frattempo Tony era atterrato di nuovo e Ziva lo fissava con aria disgustata, puntandogli addosso la pistola.
Tony: “Ziva, io...” tentò di giustificarsi, alzando le mani in segno di resa.
Ziva: “Tu sei un... un...”
Tony: “Si, sono un mutante! Il tuo ragazzo è come me, perché lui puoi accettarlo, mentre io...”
Ziva: “Tu ci hai mentito per tutto il tempo!”
Tony non ebbe il tempo di replicare, fu interrotto da un altro urlo di Kate e si voltò dalla loro parte. Ormai si era formato un capannello di persone.
Reed: “Lasciatela respirare!” stava dicendo cercando di spostare la gente indietro con le sue braccia allungabili. Kate, Havok e Arcangelo erano però irremovibili. La prima continuava a tenere la mano della sorella, piangendo istericamente, il secondo teneva ferma la giacca di Tony e il terzo stava cercando di approntare lì per lì una trasfusione: l'unico modo che aveva per cercare di salvarle la vita. Tony si avvicinò a passo veloce e si inginocchiò accanto a loro,come se sapesse già cosa fare, poi tese una mano verso la sua ragazza e dal palmo irradiò un bagliore azzurrino,la ferita pulsò un momento e il flusso di sangue rallentò, per poi riprendere quasi subito.
Logan: “Tu puoi...” iniziò con aria ansiosa.
Tony: “Io non sapevo di...” rispose, guardandosi la mano.
Arcangelo: “Non ce la può fare!” Intervenne in tono rabbioso “Non lo sa controllare!”
Kate si era estraniata dalla discussione altrui e aveva avvicinato il viso a quello della sorella, che muoveva le labbra nel tentativo di parlare. Aveva colto una frase, ma la lasciò perplessa: 'E' troppo presto'; non aveva alcun senso per lei, doveva essere la risposta a qualcosa che solo la mente di Sara comprendeva e alla quale lei ora non riusciva ad avere accesso: trovava davanti a se solo una voragine nera che le dava quasi un senso di nausea, e la cosa le dispiaceva, aveva sperato di poterle dare un po' di luce, aveva sentito dire tante volte che chi stava morendo desiderava la luce più di ogni altra cosa. Sua sorella stava morendo! Proruppe in singhiozzi e Matt la abbracciò allontanandola dal corpo della sorella e cercando di calmarla. Lei lo lasciò fare, inerme, continuando a piangere.
Ororo: “Non ce la faremo mai qui. Dobbiamo portarla da Hank.” intervenne nella discussione tra Tony e Warren che aveva ormai preso i toni di una lite, il che era più che ovvio visto che ognuno dei due era innamorato della ragazza dall'altro.
Reed: “Non bisogna spostarla troppo o il sangue scorrerà più velocemente!” esclamò.
Logan: “vado a prendere una barella dal jet.” disse e corse via tornando poco dopo con una barella rigida, su cui i ragazzi spostarono il corpo di sua figlia e che Kurt teleportò al Blackbird, mentre Havok continuava a tenere la stoffa premuta sulla ferita e Tony cercava di rallentare il flusso di sangue. Poi Ororo si mise ai comandi e il jet si sollevò nell'aria e partì, pronto ancora una volta ad infrangere la barriera del suono.

   
 
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